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P. Cavoretto - C. Grosso
P. Cavoretto - C. Grosso
Organizzato da:
IPRASE – Istituto provinciale per la ricerca e la
sperimentazione educativa –
è
Ente Strumentale della Provincia Autonoma di
Trento, con il compito di promuovere e realizzare
iniziative di formazione continua, ricerca e
sperimentazione a sostegno dell’innovazione
didattica e dello sviluppo del sistema educativo
provinciale.
P. Cavoretto - C. Grosso
Allegati pubblici sul sito dell’IPRASE
 Home Risorse Materiali degli
eventi
Oppure al seguente link
http://www.iprase.tn.it/risorse/scheda-documento-
risorse/?node=workspace%3A%2F%2FSpacesStore%2
Fbfc8e769-6bca-409b-a799-82882626499a#
P. Cavoretto - C. Grosso
Obiettivo:
riflessione su temi cruciali per l’insegnamento -
apprendimento della lingua nell’attuale momento
storico, caratterizzato da:
 plurilinguismo di fatto (permanenza lingue
minoritarie, evoluzione dell’italiano parlato, italiano
scolastico dello studio e comunicazione in più lingue
straniere)
 immigrazione e globalizzazione
 diffusione delle tecnologie digitali.
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Problemi affrontati
1. I valori dell'italiano inteso come lingua materna, lingua 2,
lingua dello studio, lingua di esercizio della cittadinanza -
lingua ufficiale della Repubblica Italiana.
2. La relazione tra costruzione dell’identità personale,
apprendimento della lingua materna e plurilinguismo.
3. Le ragioni della valorizzazione delle lingue minoritarie.
4. L’apprendimento della lingua / delle lingue e l’uso delle
tecnologie digitali.
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Articolazione
 Relazioni di esperti
 Presentazione delle esperienze da parte
delle scuole
P. Cavoretto - C. Grosso
Un quadro di insieme delle
Indicazioni Nazionali
I. Fiorin Presidente del corso di laurea in Scienze della
Formazione Primaria all'Università LUMSA di Roma. Professore di
didattica e pedagogia speciale preso la LUMSA. Coordinatore del
Comitato scientifico nazionale per l’accompagnamento e il monitoraggio
delle nuove ‘Indicazioni nazionali per il curricolo’ della scuola
dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione (2012)
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Insegnare italiano al tempo del
plurilinguismo
Patrizia Cordin, professore di glottologia e linguistica
presso l’Università degli Studi di Trento
CRISI DEL MONOLINGUISMO
 «Assistiamo oggi alla crisi forse definitiva del
monolitismo linguistico. […]
 Nuovi spazi e nuovi compiti si offrono alla vita delle
lingue meno diffuse, e più in generale alla più
completa affermazione dei diritti linguistici umani.»
(De Mauro 2006, 11)
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Multi, pluri, bilinguismo
 Multilinguismo: si riferisce all’uso di più lingue in
una comunità
 Plurilinguismo: si riferisce all’uso di più lingue in un
individuo
 Bilinguismo: termine generale, con riferimento
all’uso di due lingue in un individuo o in una
comunità, dove le due abbiano uguale riconoscimento
e funzioni.
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Cosa significa essere bilingue?
 Essere bilingue/plurilingue vuol dire usare due o più
lingue regolarmente;
 non vuol dire parlare due/più lingue
perfettamente.(Sorace 2011)
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Plurilinguismo e lingue minoritarie
 Anche le lingue “minoritarie” sono un’opportunità per
cogliere i vantaggi del bilinguismo.
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Plurilinguismo e dialetti
 Per la maggior parte degli scolari negli anni Settanta i
dialetti hanno costituito la base sulla quale costruire
nuove competenze nella lingua italiana.
(Renzi, Cortelazzo 1977)
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Bilinguismo: vantaggi e svantaggi
G. Vigliocco, Professore di Psicologia del linguaggio -
UNIVERSITY OF CENTRAL LONDON.
Una, due, tante lingue: implicazioni per lo sviluppo e
l’identità personale
 Fino agli anni ‘60 del Novecento:
bilinguismo = handicap.
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 1962. Controllando il livello socio – economico:
bilingui = più intelligenti
(Peal & Lambert, 1962)
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Svantaggi:
 Lessico più limitato, soprattutto in L2
 Recupero lessicale più lento, soprattutto in L2
 Numero maggiore di “sulla-punta-della-lingua”
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Vantaggi:
 Linguistici: maggior conoscenza del linguaggio
 Cognitivi: maggior capacità di inibire
informazioni irrilevanti
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Vantaggio cognitivo
 Bilingui hanno maggiore capacità di controllo del
comportamento (Bialystok, 2008, 2010)
 Maggior facilità a cambiare strategie
 Maggior capacità di inibire informazioni irrilevanti
 Maggior capacità di focalizzare l’attenzione
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Bilinguismo e identità personale
Due lingue, due persone?
 No, una persona più “ricca”: possibilità di avere
accesso a entrambe le culture; possibilità di avere amici
in entrambi i paesi.
 Atteggiamento più aperto verso le differenze tra
persone di culture e paesi diversi
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Conclusioni
Bilinguismo
 ha implicazioni importanti sulla cognizione;
 non ha effetti deleteri sullo sviluppo e educazione;
 permette l’accesso a culture, gente e società diverse;
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Plurilinguismo:
la nostra percezione
 Quanti di noi sono bilingui?
 Quanti di noi vivono/lavorano in contesto
multilingue?
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Diversità linguistiche nelle scuole
italiane: i paesi (P. Cordin)
 Diversità linguistiche nelle scuole italiane:
 196 paesi di provenienza.
 Le cittadinanze più numerose:
 ◇ Romania
 ◇ Albania
 ◇ Marocco
 ◇ Cina
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Diversità linguistiche nelle scuole
italiane: i numeri
a.s. 2013-14
 Alunni stranieri: 803.059
 Alunni stranieri scuola primaria: 283.233
 Alunni stranieri nati in Italia: 415.182 (51,7% del
totale)
P. Cavoretto - C. Grosso
Plurilinguismo nei bambini
 I bambini imparano qualsiasi lingua senza sforzo,
esattamente come imparano a camminare.
 Il cervello del bambino è perfettamente capace di
gestire due o più lingue contemporaneamente.
 Il bambino bilingue non è la somma di due
monolingui.
P. Cavoretto - C. Grosso
Presto è meglio
ll miglior periodo per diventare
pienamente bilingue è la prima
infanzia.
Ruolo fondamentale delle scuole
primarie, delle scuole d’infanzia, delle
famiglie.
P. Cavoretto - C. Grosso
Il ruolo delle famiglie
 Valorizzare le competenze familiari delle
famiglie (migranti), favorendone la
partecipazione ai servizi educativi dei figli e
promuovendo l’uso della lingua di casa
in tutte le varietà, in particolare quella
scritta (lettura).
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La formazione degli insegnanti
 “ Tu t t o c i ò n o n p u ò e s s e r e a f f i d a t o
all’improvvisazione né può gravare su una scuola
lasciata a se stessa. Gli insegnanti, che pure hanno
affrontato spesso positivamente la pluralità
idiomatica nella loro attività quotidiana, devono
essere sistematicamente formati all’adozione
di una prospettiva didattica plurilingue e in
secondo luogo sostenuti nella pratica didattica
attraverso risorse umane e materiali
appropriate.”
 Conoscere e usare più lingue è fattore di ricchezza (SLI, SIG,
AItLA,DiLLE, Accademia della Crusca)
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Un cambiamento di prospettiva
Verso le classi multilingui
 Non solo italiano L2
 Non solo multiculturalità
 Non solo attenzione part-time alle lingue altre
MA…
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 Diversità linguistica e culturale come parte integrante
del curriculum
 Famiglie e comunità coinvolte nel curriculum
 Stimoli per uno sviluppo completo delle lingue di casa
(N.B. lettura)
 Le lingue di casa entrano nella scuola con piena dignità
e sistematicamente (Chumak-Horbatsch 2012)
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Buone pratiche:
Visibilità e conoscenza
LA NOSTRA CLASSE È UN POSTO DOVE LE LINGUE SONO…
benvenute -rispettate -parlate -ascoltate -accettate
confrontate –discusse - mai dimenticate - mai derise -
scoperte - scritte - lette condivise - cantate - esplorate
LA CARTA DELLE LINGUE
 Nome della lingua
 Parlanti in classe
 Numero
 Nomi
 Parlate in questi paesi
 Bandiera
 Sistemi di scrittura
 Caratteri
(Chumak-Horbatsch 2012, 65)
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Buone pratiche:
Uso partecipato delle lingue
 Alfabeti
 Monete
 Supermercato in classe
 Websites nelle diverse lingue
 Nonni in classe
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Buone pratiche:
lettura
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Stimoli per la riflessione grammaticale
 Traduzione: da Lingua di Casa (LC) a Lingua di Scuola
(LS) e da LS a LC
 Confronto di parole (uso vocabolari)
 Confronto di strutture (p.e. il soggetto espresso, la
posizione del verbo, dove sta il pronome
interrogativo…)
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A cosa serve la grammatica
 È ormai assodato che non esiste un legame diretto tra
riflessione sulla lingua e sviluppo delle abilità
linguistiche, quindi attraverso la riflessione
metalinguistica non si raggiunge immediatamente
l’obiettivo di migliorare le competenze d’uso della
lingua.
(Lo Duca, Provenzano 2012)
P. Cavoretto - C. Grosso
Laboratori
 1. L’italiano neostandard tra oralità e scrittura
 2. Le opportunità offerte dalle tecnologie digitali
 3. Studiare le discipline in italiano
 4. La lingua per l’esercizio della cittadinanza
 5. Il plurilinguismo - le lingue minoritarie
 6. Il plurilinguismo – l’italiano lingua 2
 7. Verticalità e trasversalità nello sviluppo delle c. l.
 8. Valutare e certificare le competenze linguistiche
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 Studiare le discipline in italiano: leggere,
comprendere, scrivere testi espositivi e
argomentativi
 le caratteristiche dei testi scolastici delle varie discipline;
 l’uso didattico dei testi di studio;
 la didattica specifica per la comprensione e la produzione
di testi espositivi e argomentativi.
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Le caratteristiche dei testi scolastici
delle varie discipline
La lingua della scuola e dello studio:
 Assume tratti dei linguaggi specialistici ma si rivolge ad un
pubblico di non specialisti.
 Ha il compito di trasmettere termini e concetti complessi
ma in maniera comprensibile in un rapporto comunicativo
asimmetrico (linguistico, di conoscenze e di competenze
cognitive).
B. Gramegna, C. Nocentini, L’italiano lingua di studio
per le materie scientifiche
P. Cavoretto - C. Grosso
Chiara Amoruso, Gli alunni stranieri e i testi
scolastici
Cummins distingue tra:
 competenza linguistica sufficiente a soddisfare le
esigenze ordinarie della comunicazione interpersonale
e
 competenza linguistica superiore, adatta a
compiere ed esprimere le operazioni cognitivamente
superiori (argomentare, astrarre, instaurare relazioni
logiche, sintetizzare, classificare, ecc.) richieste dallo
studio scolastico.
P. Cavoretto - C. Grosso
Nei testi scolastici sono presenti due tipi
di difficoltà:
 Difficoltà funzionali in rapporto a studenti con
deficit
Semplificazione
 Disfunzioni = difficoltà in rapporto a tutti gli
studenti
Adeguamento
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LE DIFFICOLTÀ FUNZIONALI
 Offrono un modello di lingua colto
 Presentano le strutture linguistiche adeguate per la
verbalizzazione di categorie e relazioni concettuali
complesse.
 Sono tali solo per gli alunni che hanno un deficit linguistico
e si collocano soprattutto a livello morfosintattico e
lessicale.
SEMPLIFICAZIONE
 per un’utenza molto specifica
 in una fase transitoria.
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LE DISFUNZIONI
 Elementi di difficoltà non funzionali e anti-funzionali.
 Non producono alcun effetto positivo in termini di
apprendimento e anzi producono dei danni.
 Soprattutto a livello dell’organizzazione concettuale e
testuale (eccessiva densità informativa, salti concettuali,
connettivi assenti o mal posti).
Sono tali per tutti gli alunni
ristrutturazione e integrazione
=
ADEGUAMENTO.
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Le disfunzioni nei testi scolastici
Perché?
contenere in uno spazio ridotto contenuti estesi e
complessi
testi piegati e ripiegati al fine di comprimere in
pochissimo spazio argomenti lunghi e complessi.
Chi?
Il docente ha il compito di distendere le pieghe
mostrando i passaggi intermedi che vi si celano
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 Il lettore esperto capisce perché già sa e compie una
serie di microragionamenti e inferenze che rimangono
sotto il livello della coscienza.
 Per questo a volte è difficile rispondere a una richiesta
d’aiuto degli alunni: è difficile individuare a che cosa è
dovuto il loro problema di comprensione.
P. Cavoretto - C. Grosso
 Questo si traduce in un problema di comprensibilità
che è strutturale. Per comprendere il testo, infatti,
bisogna già conoscere i contenuti che sono solo
menzionati e integrare quelli mancanti.
 Forse il vero destinatario del libro di
scuola è l’insegnante e non lo studente.
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Per capire…
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Lavori a gruppi
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Lavori a gruppi
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Un problema vero…
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Quale metodo di studio?
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G. Landi, La lingua per lo studio delle
discipline
L’attuale società globalizzata richiede una scuola basata
sulle competenze
Durante la I classe della Primaria:
Itinerario per la produzione-comprensione di testi
denotativi con l'utilizzo di organizzatori anticipati e
simbologie grafiche opportune che rappresentano le
relazioni del descrivere, del narrare,
dell'argomentare,
PER
lavorare negli anni successivi per il metodo di studio
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Studiare con metodo
regione Basilicata,
I.C. “R. Montano” di Stigliano
(Matera)
 Realizzazione di un manuale on– line sul metodo di
studio
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La lettura
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La sottolineatura
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 Il plurilinguismo: l’italiano come lingua 2
 la lingua d’uso e la lingua scolastica;
 la grammatica per i madrelingua italiani e per i non
madrelingua;
 quale letteratura per gli studenti stranieri?
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PROGETTO n.1 (VENETO ) I.C. Ponte delle Alpi
 PROGETTO n.1 Veneto
I.C Ponte delle Alpi
CURRICOLO VERTICALE per ALUNNI STRANIERI
RAGAZZO NAI di madrelingua spagnola
MODALITA’ di VALUTAZIONE del COLLOQUIO
ORALE mediante un PDP
Presenza di un MEDIATORE durante l’esame
SPAGNOLO LINGUA COMUNITARIA quindi l’italiano
può diventare la SECONDA LINGUA COMUNITARIA
PROGETTO n.2 Rete Scuola ROMA 13
Insieme si può fare
A.S 2014-15 /2015-16
11 istituti coinvolti
3 incontri di formazione in plenaria
110 docenti coinvolti
Laboratori con formazione attiva;
apprendimento cooperativo ed inclusione
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amiche: prestazione autentica
PROGETTO n. 5
OVVERO …
GRAZIE PER LA VOSTRA
ATTENZIONE!
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  • 1. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 2. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 3. Organizzato da: IPRASE – Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa – è Ente Strumentale della Provincia Autonoma di Trento, con il compito di promuovere e realizzare iniziative di formazione continua, ricerca e sperimentazione a sostegno dell’innovazione didattica e dello sviluppo del sistema educativo provinciale. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 4. Allegati pubblici sul sito dell’IPRASE  Home Risorse Materiali degli eventi Oppure al seguente link http://www.iprase.tn.it/risorse/scheda-documento- risorse/?node=workspace%3A%2F%2FSpacesStore%2 Fbfc8e769-6bca-409b-a799-82882626499a# P. Cavoretto - C. Grosso
  • 5. Obiettivo: riflessione su temi cruciali per l’insegnamento - apprendimento della lingua nell’attuale momento storico, caratterizzato da:  plurilinguismo di fatto (permanenza lingue minoritarie, evoluzione dell’italiano parlato, italiano scolastico dello studio e comunicazione in più lingue straniere)  immigrazione e globalizzazione  diffusione delle tecnologie digitali. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 6. Problemi affrontati 1. I valori dell'italiano inteso come lingua materna, lingua 2, lingua dello studio, lingua di esercizio della cittadinanza - lingua ufficiale della Repubblica Italiana. 2. La relazione tra costruzione dell’identità personale, apprendimento della lingua materna e plurilinguismo. 3. Le ragioni della valorizzazione delle lingue minoritarie. 4. L’apprendimento della lingua / delle lingue e l’uso delle tecnologie digitali. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 7. Articolazione  Relazioni di esperti  Presentazione delle esperienze da parte delle scuole P. Cavoretto - C. Grosso
  • 8. Un quadro di insieme delle Indicazioni Nazionali I. Fiorin Presidente del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria all'Università LUMSA di Roma. Professore di didattica e pedagogia speciale preso la LUMSA. Coordinatore del Comitato scientifico nazionale per l’accompagnamento e il monitoraggio delle nuove ‘Indicazioni nazionali per il curricolo’ della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione (2012) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 9. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 10. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 11. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 12. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 13. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 14. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 15. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 16. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 17. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 18. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 19. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 20. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 21. Insegnare italiano al tempo del plurilinguismo Patrizia Cordin, professore di glottologia e linguistica presso l’Università degli Studi di Trento CRISI DEL MONOLINGUISMO  «Assistiamo oggi alla crisi forse definitiva del monolitismo linguistico. […]  Nuovi spazi e nuovi compiti si offrono alla vita delle lingue meno diffuse, e più in generale alla più completa affermazione dei diritti linguistici umani.» (De Mauro 2006, 11) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 22. Multi, pluri, bilinguismo  Multilinguismo: si riferisce all’uso di più lingue in una comunità  Plurilinguismo: si riferisce all’uso di più lingue in un individuo  Bilinguismo: termine generale, con riferimento all’uso di due lingue in un individuo o in una comunità, dove le due abbiano uguale riconoscimento e funzioni. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 23. Cosa significa essere bilingue?  Essere bilingue/plurilingue vuol dire usare due o più lingue regolarmente;  non vuol dire parlare due/più lingue perfettamente.(Sorace 2011) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 24. Plurilinguismo e lingue minoritarie  Anche le lingue “minoritarie” sono un’opportunità per cogliere i vantaggi del bilinguismo. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 25. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 26. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 27. Plurilinguismo e dialetti  Per la maggior parte degli scolari negli anni Settanta i dialetti hanno costituito la base sulla quale costruire nuove competenze nella lingua italiana. (Renzi, Cortelazzo 1977) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 28. Bilinguismo: vantaggi e svantaggi G. Vigliocco, Professore di Psicologia del linguaggio - UNIVERSITY OF CENTRAL LONDON. Una, due, tante lingue: implicazioni per lo sviluppo e l’identità personale  Fino agli anni ‘60 del Novecento: bilinguismo = handicap. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 29.  1962. Controllando il livello socio – economico: bilingui = più intelligenti (Peal & Lambert, 1962) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 30. Svantaggi:  Lessico più limitato, soprattutto in L2  Recupero lessicale più lento, soprattutto in L2  Numero maggiore di “sulla-punta-della-lingua” P. Cavoretto - C. Grosso
  • 31. Vantaggi:  Linguistici: maggior conoscenza del linguaggio  Cognitivi: maggior capacità di inibire informazioni irrilevanti P. Cavoretto - C. Grosso
  • 32. Vantaggio cognitivo  Bilingui hanno maggiore capacità di controllo del comportamento (Bialystok, 2008, 2010)  Maggior facilità a cambiare strategie  Maggior capacità di inibire informazioni irrilevanti  Maggior capacità di focalizzare l’attenzione P. Cavoretto - C. Grosso
  • 33. Bilinguismo e identità personale Due lingue, due persone?  No, una persona più “ricca”: possibilità di avere accesso a entrambe le culture; possibilità di avere amici in entrambi i paesi.  Atteggiamento più aperto verso le differenze tra persone di culture e paesi diversi P. Cavoretto - C. Grosso
  • 34. Conclusioni Bilinguismo  ha implicazioni importanti sulla cognizione;  non ha effetti deleteri sullo sviluppo e educazione;  permette l’accesso a culture, gente e società diverse; P. Cavoretto - C. Grosso
  • 35. Plurilinguismo: la nostra percezione  Quanti di noi sono bilingui?  Quanti di noi vivono/lavorano in contesto multilingue? P. Cavoretto - C. Grosso
  • 36. Diversità linguistiche nelle scuole italiane: i paesi (P. Cordin)  Diversità linguistiche nelle scuole italiane:  196 paesi di provenienza.  Le cittadinanze più numerose:  ◇ Romania  ◇ Albania  ◇ Marocco  ◇ Cina P. Cavoretto - C. Grosso
  • 37. Diversità linguistiche nelle scuole italiane: i numeri a.s. 2013-14  Alunni stranieri: 803.059  Alunni stranieri scuola primaria: 283.233  Alunni stranieri nati in Italia: 415.182 (51,7% del totale) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 38. Plurilinguismo nei bambini  I bambini imparano qualsiasi lingua senza sforzo, esattamente come imparano a camminare.  Il cervello del bambino è perfettamente capace di gestire due o più lingue contemporaneamente.  Il bambino bilingue non è la somma di due monolingui. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 39. Presto è meglio ll miglior periodo per diventare pienamente bilingue è la prima infanzia. Ruolo fondamentale delle scuole primarie, delle scuole d’infanzia, delle famiglie. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 40. Il ruolo delle famiglie  Valorizzare le competenze familiari delle famiglie (migranti), favorendone la partecipazione ai servizi educativi dei figli e promuovendo l’uso della lingua di casa in tutte le varietà, in particolare quella scritta (lettura). P. Cavoretto - C. Grosso
  • 41. La formazione degli insegnanti  “ Tu t t o c i ò n o n p u ò e s s e r e a f f i d a t o all’improvvisazione né può gravare su una scuola lasciata a se stessa. Gli insegnanti, che pure hanno affrontato spesso positivamente la pluralità idiomatica nella loro attività quotidiana, devono essere sistematicamente formati all’adozione di una prospettiva didattica plurilingue e in secondo luogo sostenuti nella pratica didattica attraverso risorse umane e materiali appropriate.”  Conoscere e usare più lingue è fattore di ricchezza (SLI, SIG, AItLA,DiLLE, Accademia della Crusca) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 42. Un cambiamento di prospettiva Verso le classi multilingui  Non solo italiano L2  Non solo multiculturalità  Non solo attenzione part-time alle lingue altre MA… P. Cavoretto - C. Grosso
  • 43.  Diversità linguistica e culturale come parte integrante del curriculum  Famiglie e comunità coinvolte nel curriculum  Stimoli per uno sviluppo completo delle lingue di casa (N.B. lettura)  Le lingue di casa entrano nella scuola con piena dignità e sistematicamente (Chumak-Horbatsch 2012) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 44. Buone pratiche: Visibilità e conoscenza LA NOSTRA CLASSE È UN POSTO DOVE LE LINGUE SONO… benvenute -rispettate -parlate -ascoltate -accettate confrontate –discusse - mai dimenticate - mai derise - scoperte - scritte - lette condivise - cantate - esplorate LA CARTA DELLE LINGUE  Nome della lingua  Parlanti in classe  Numero  Nomi  Parlate in questi paesi  Bandiera  Sistemi di scrittura  Caratteri (Chumak-Horbatsch 2012, 65) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 45. Buone pratiche: Uso partecipato delle lingue  Alfabeti  Monete  Supermercato in classe  Websites nelle diverse lingue  Nonni in classe P. Cavoretto - C. Grosso
  • 47. Stimoli per la riflessione grammaticale  Traduzione: da Lingua di Casa (LC) a Lingua di Scuola (LS) e da LS a LC  Confronto di parole (uso vocabolari)  Confronto di strutture (p.e. il soggetto espresso, la posizione del verbo, dove sta il pronome interrogativo…) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 48. A cosa serve la grammatica  È ormai assodato che non esiste un legame diretto tra riflessione sulla lingua e sviluppo delle abilità linguistiche, quindi attraverso la riflessione metalinguistica non si raggiunge immediatamente l’obiettivo di migliorare le competenze d’uso della lingua. (Lo Duca, Provenzano 2012) P. Cavoretto - C. Grosso
  • 49. Laboratori  1. L’italiano neostandard tra oralità e scrittura  2. Le opportunità offerte dalle tecnologie digitali  3. Studiare le discipline in italiano  4. La lingua per l’esercizio della cittadinanza  5. Il plurilinguismo - le lingue minoritarie  6. Il plurilinguismo – l’italiano lingua 2  7. Verticalità e trasversalità nello sviluppo delle c. l.  8. Valutare e certificare le competenze linguistiche P. Cavoretto - C. Grosso
  • 50.  Studiare le discipline in italiano: leggere, comprendere, scrivere testi espositivi e argomentativi  le caratteristiche dei testi scolastici delle varie discipline;  l’uso didattico dei testi di studio;  la didattica specifica per la comprensione e la produzione di testi espositivi e argomentativi. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 51. Le caratteristiche dei testi scolastici delle varie discipline La lingua della scuola e dello studio:  Assume tratti dei linguaggi specialistici ma si rivolge ad un pubblico di non specialisti.  Ha il compito di trasmettere termini e concetti complessi ma in maniera comprensibile in un rapporto comunicativo asimmetrico (linguistico, di conoscenze e di competenze cognitive). B. Gramegna, C. Nocentini, L’italiano lingua di studio per le materie scientifiche P. Cavoretto - C. Grosso
  • 52. Chiara Amoruso, Gli alunni stranieri e i testi scolastici Cummins distingue tra:  competenza linguistica sufficiente a soddisfare le esigenze ordinarie della comunicazione interpersonale e  competenza linguistica superiore, adatta a compiere ed esprimere le operazioni cognitivamente superiori (argomentare, astrarre, instaurare relazioni logiche, sintetizzare, classificare, ecc.) richieste dallo studio scolastico. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 53. Nei testi scolastici sono presenti due tipi di difficoltà:  Difficoltà funzionali in rapporto a studenti con deficit Semplificazione  Disfunzioni = difficoltà in rapporto a tutti gli studenti Adeguamento P. Cavoretto - C. Grosso
  • 54. LE DIFFICOLTÀ FUNZIONALI  Offrono un modello di lingua colto  Presentano le strutture linguistiche adeguate per la verbalizzazione di categorie e relazioni concettuali complesse.  Sono tali solo per gli alunni che hanno un deficit linguistico e si collocano soprattutto a livello morfosintattico e lessicale. SEMPLIFICAZIONE  per un’utenza molto specifica  in una fase transitoria. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 55. LE DISFUNZIONI  Elementi di difficoltà non funzionali e anti-funzionali.  Non producono alcun effetto positivo in termini di apprendimento e anzi producono dei danni.  Soprattutto a livello dell’organizzazione concettuale e testuale (eccessiva densità informativa, salti concettuali, connettivi assenti o mal posti). Sono tali per tutti gli alunni ristrutturazione e integrazione = ADEGUAMENTO. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 56. Le disfunzioni nei testi scolastici Perché? contenere in uno spazio ridotto contenuti estesi e complessi testi piegati e ripiegati al fine di comprimere in pochissimo spazio argomenti lunghi e complessi. Chi? Il docente ha il compito di distendere le pieghe mostrando i passaggi intermedi che vi si celano P. Cavoretto - C. Grosso
  • 57.  Il lettore esperto capisce perché già sa e compie una serie di microragionamenti e inferenze che rimangono sotto il livello della coscienza.  Per questo a volte è difficile rispondere a una richiesta d’aiuto degli alunni: è difficile individuare a che cosa è dovuto il loro problema di comprensione. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 58.  Questo si traduce in un problema di comprensibilità che è strutturale. Per comprendere il testo, infatti, bisogna già conoscere i contenuti che sono solo menzionati e integrare quelli mancanti.  Forse il vero destinatario del libro di scuola è l’insegnante e non lo studente. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 59. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 60. P. Cavoretto - C. Grosso
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  • 73. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 75. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 76. Lavori a gruppi P. Cavoretto - C. Grosso
  • 77. Lavori a gruppi P. Cavoretto - C. Grosso
  • 78. Un problema vero… P. Cavoretto - C. Grosso
  • 79. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 80. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 81. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 82. Quale metodo di studio? P. Cavoretto - C. Grosso
  • 83. G. Landi, La lingua per lo studio delle discipline L’attuale società globalizzata richiede una scuola basata sulle competenze Durante la I classe della Primaria: Itinerario per la produzione-comprensione di testi denotativi con l'utilizzo di organizzatori anticipati e simbologie grafiche opportune che rappresentano le relazioni del descrivere, del narrare, dell'argomentare, PER lavorare negli anni successivi per il metodo di studio P. Cavoretto - C. Grosso
  • 84. P. Cavoretto - C. Grosso
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  • 97. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 98. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 99. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 100. Studiare con metodo regione Basilicata, I.C. “R. Montano” di Stigliano (Matera)  Realizzazione di un manuale on– line sul metodo di studio P. Cavoretto - C. Grosso
  • 101. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 102. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 103. La lettura P. Cavoretto - C. Grosso
  • 105. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 106. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 107. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 108. P. Cavoretto - C. Grosso
  • 109.  Il plurilinguismo: l’italiano come lingua 2  la lingua d’uso e la lingua scolastica;  la grammatica per i madrelingua italiani e per i non madrelingua;  quale letteratura per gli studenti stranieri? P. Cavoretto - C. Grosso
  • 110. PROGETTO n.1 (VENETO ) I.C. Ponte delle Alpi  PROGETTO n.1 Veneto I.C Ponte delle Alpi CURRICOLO VERTICALE per ALUNNI STRANIERI RAGAZZO NAI di madrelingua spagnola MODALITA’ di VALUTAZIONE del COLLOQUIO ORALE mediante un PDP Presenza di un MEDIATORE durante l’esame SPAGNOLO LINGUA COMUNITARIA quindi l’italiano può diventare la SECONDA LINGUA COMUNITARIA
  • 111. PROGETTO n.2 Rete Scuola ROMA 13 Insieme si può fare A.S 2014-15 /2015-16 11 istituti coinvolti 3 incontri di formazione in plenaria 110 docenti coinvolti Laboratori con formazione attiva; apprendimento cooperativo ed inclusione  A settembre microprogettazione con classi amiche: prestazione autentica
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  • 145. OVVERO … GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE! P. Cavoretto - C. Grosso