Quante cose si possono imparare giocando?
Tante, anche se siamo già cresciuti. Ecco una filastrocca sulla vocale, tutta da stampare e regalare a Natale.
2. Una sera di dicembre nebbiosa le
cinque vocali ricevono una lettera
da Babbo Natale in persona.
3. “EEEppure”
sbotta la E
“qualcosa di
strano c’è”
“AAAccipicchia”
dice la A
“cosa vorrà?”
“IIInfatti è strano”
risponde la I “non siamo noi
a doverne mandare una lì?”
“UUUllalà”
esclama la U
“che bella sorpresa
averla quaggiù!”
“OOOK amiche”
dice la O
“mettiamoci in viaggio:
qualcosa scoprirò”
4. "Grazie d'essere qui" sorride Babbo
Natale, fissando il punto sopra la I.
"Oggi non voglio parlare, perché ho
una voce profonda e gutturale.
Cerco una lettera musicale, che
ripetuta mi faccia cantare.
Voi tutte siete speciali e fate vibrare
le corde vocali; ma cinque suoni
differenti son troppi per le giovani
menti. Ditemi quello che sapete
fare e io sceglierò quale usare".
5. a
"Inizio io" annuncia la a,
scalpitando sull’unica gambetta che ha
"Amato Babbo Natale, io esprimo
divertimento sincero: la lingua
s’abbassa armoniosa e s’infila sotto
il dente silenziosa.
Sono chiusa come un tondo e aperta
come il mondo. Ho una bella vocina e
mi reggo su una sola gambina.
Quando mi ripeto, faccio ridere la
gente, attutisco il dolore, esprimo
sollievo e liberazione. La mia vita è
tutta qua: tra un "aaahi", un "aaah" e
un "ah ah ah".
6. i
"Tocca a me" inizia la i, saltando sul piedino
che regge il puntino puntino
"Incredibile Babbo Natale, volevo essere la
prima a parlare. Io esprimo felicità e
derisione: la lingua s'allunga verso il dente e
fino al palato si protende.
Ho una certa statura, ma sono un
po' chiusa. Quando mi ripeto, faccio
sghignazzare la gente, metto “freno” al
rumore, esprimo ilarità e stridore.
La mia vita è tutta qui: tra un "iiio” un "iiih" e
un “ih ih ih”.
7. e
"Ecco lo sapevo" interviene la e, sbattendo
l'unico occhio che c'è "Tenero Babbo
Natale, arrivo per terza e non mi so
presentare. Io esprimo complicità ed
equilibrio: la lingua s'allunga verso il dente
e tocca il palato dolcemente.
Ho una figura mediana: non
sono aperta né chiusa, magra né tonda.
Se mi ripeto, faccio ridacchiare la gente,
esprimo attenzione, pazienza,
sopportazione.
La mia vita è quella che è: tutta presa tra
un "eeehi", un "eeeh" e un "eh eh eh".
8. u
"Non aspetto più" scalpita la u, dondolando
sulla schiena che ha giù "Unico Babbo
Natale, sono la vocale più originale. Io
esprimo piacere e soddisfazione: la lingua si
ritrae rilassata e s'eleva al palato allungata.
Ho una forma che tutto contiene:
sono chiusa e tonda, ma sorridente m’apro
alle stelle. Se mi ripeto, stupisco la gente,
curo il dolore, allontano paura e rancore.
La mia vita corre su e giù tra un "uuuau", un
“uuuh” e un "uh uh uh".
9. o
"Dulcis in fundo arriva il mio turno"
dice la o rotolando sul fondo "Onorato
Babbo Natale, sono il capo d'ogni
vocale. Io esprimo calore e sorpresa:
la lingua si ritrae stanca e sfiorando il
palato arranca.
Ho una forma piena e avvolgente:
sono chiusa, tonda, abbondante come
un ventre. Se mi ripeto faccio bene
alla gente, do protezione, esclamo
sorpresa e ammirazione. La mia vita è
tutto ciò che ho: oscilla tra un "ooohi"
un "oooh" e un "oh oh oh".
10. “Cinque vocali” sospira
Babbo Natale “non dovete
litigare: ognuna di voi avrà
il suo bel da fare.
Mi ritiro nel camino per
deliberare”.
11. Dopo una notte di riflessione, le
vocali tornano in sala riunione.
12. Care vocali, vi voglio ringraziare per avermi insegnato a cantare.
Comunico la mia decisione, dando una breve spiegazione.
Tu, cara a, esprimi il fragore della risata.
Sei aperta, schietta, sincera; allontani la preoccupazione, fai sparire il
dolore. Che il tuo ruolo rimanga tale: dar voce al divertimento il
giorno di Natale.
Tu, ironica i, fai suonare le campane: sei alta, squillante, metti “freno”
al rumore assordante.
Hai un punto ch’è una palla di neve, il cavallo parla con te, ride la
befana; ma io ho le renne e sono un omone. Che il tuo ruolo rimanga
tale: dar voce ai sogni dopo Natale.
Veniamo a te, dolce e: tu esprimi la risata equilibrata.
Sei attenta, saggia, denunci la distrazione. Sei belato della mamma al
suo bambino, buffetto paterno genuino.
Che il tuo ruolo rimanga tale: dar voce all'emozione il
giorno di Natale.
Tu, unica u, esprimi piacere e soddisfazione. Sei un po’ chiusa, ma
sembri un sacco con dentro il dono fatto. Il lupo ulula con te, il gufo
annuncia una notte di torpore, il bambino urla di stupore.
Che il tuo ruolo rimanga tale: dar voce a magia e mistero
il giorno di Natale.
L'ultima sei tu, onorata o: esprimi ammirazione, sorpresa,
protezione. Hai la forma di un cerchio perfetto, che tutto contiene:
bella, larga e tonda come il gran pancione e l’ampio petto. Sei il suono
caldo dell’eco ansimante, la sorpresa del dono eccitante, la risata
paterna rassicurante. Per questo ti ho scelta.
Svelta, che il tuo ruolo diventi tale:
dar voce a me, Babbo Natale".
13. E così fu: Babbo Natale fece una risata “di pancia”,
disse “OH OH OH” e non parlò mai più.