2. L’agenda
- Un concetto chiave: organizzazione
- Teorie e scuole di pensiero
- Il ruolo della cultura per e nell’organizzazione
- Vision e mission. Le strutture organizzative
- Ruoli aziendali e funzioni
- Life organization cycle
- Innovazione e cambiamento
- Riorganizzazione aziendale
Gli strumenti impiegati
- Quizizz
- Microsoft Visio
4. Un concetto chiave: organizzazione
ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
Elementi essenziali
Definizione
Processi
Risorse
Obiettivo comune
… è un’entità sociale, guidata
da obiettivi, progettata come
sistema strutturato e
coordinato, che interagisce con
l’ambiente esterno
6. L’importanza delle
organizzazioni
Un concetto chiave: organizzazione
- Mettono insieme risorse
per raggiungere obiettivi
desiderati e utili
- Producono beni e servizi
in maniera efficace
- Creano valore per clienti
e azionisti
- Si adattano e influenzano
l’ambiente in cui operano
(Amazon)
- Supportano la diversità e
l’etica
(Ferrero)
- Facilitano e supportano
l’innovazione
(Apple, Microsoft)
7. Le dimensioni della progettazione
organizzativa
Un concetto chiave: organizzazione
Dimensioni strutturali Fattori contingenti
caratteristiche
interne
dell’organizzazione
elementi che
influiscono
sull’organizzazione
interna
8. Dimensioni strutturali
Un concetto chiave: organizzazione
Formalizzazione -> quantità di documentazione scritta afferente
all’organizzazione
Specializzazione -> grado di divisione dei compiti tra le differenti
risorse
Gerarchia -> ampiezza verticale dell’organizzazione
Complessità -> numero di unità o attività all’interno
dell’organizzazione. Si distingue in verticale, orizzontale e
spaziale
Centralizzazione -> dispersione del potere decisionale all’interno
dell’organizzazione
9. Fattori contingenti
Un concetto chiave: organizzazione
Dimensione -> numero di dipendenti totali o per singolo
compartimento
Tecnologia -> strumenti, tecniche e processi impiegati per
l’elaborazione degli output attesi
Ambiente -> elementi esterni, con cui l’organizzazione interagisce
Cultura -> valori, principi, regole condivise dal complesso dei
dipendenti
Obiettivi e strategie -> finalità e modalità che contraddistinguono
l’organizzazione
10. Le dimensioni organizzative e la classificazione delle
organizzazioni
Un concetto chiave: organizzazione
Modello organico Modello meccanico
Forte formalizzazione
Gerarchia rigida
Autorità centralizzata
Informalizzazione
Flessibilità
Autorità decentrata
12. L’evoluzione dell’organizzazione
Teorie e scuole di pensiero
Il cambiamento che ha interessato il contesto socio – economico nel
corso del tempo, ha influenzato il modo di concepire
l’organizzazione
Scuola classica
Scuola delle
relazioni umane
Scuola delle
risorse umane
Scuola
sistemica
1900 1930 1950 1970
13. Scuola classica
Adam Smith e la specializzazione dei
mestieri
La fabbrica di spilli
Teorie e scuole di pensiero
14. Scuola classica
Frederick W. Taylor e
l’organizzazione scientifica del lavoro
Curva di apprendimento e One Best
Way
L’efficienza passa per l’attribuzione di
compiti prefissati e definiti
Teorie e scuole di pensiero
16. Scuola classica
Henri Fayol
Si introduce il concetto di staff e line
e individua le attività essenziali
all’interno di un’organizzazione
aziendale
Teorie e scuole di pensiero
Funzione Direttiva
Funzione Tecnica
Funzione Commerciale
Funzione Finanziaria
Funzione Sicurezza
Funzione Contabile
17. Scuola classica
Il metodo
- Analizzare le caratteristiche della mansione da svolgere
- Creare un prototipo di lavoratore
- Selezionare il lavoratore ideale e formarlo
Logiche di compito, con il
mansionario
Standardizzazione
Autorità e controllo
Teorie e scuole di pensiero
18. Il Toyotismo
Contrapposto al fordismo, prevede un’organizzazione del
lavoro in team e introduce il concetto di Total Quality
Management
Risorse umane come parte integrante del
processo di miglioramento continuo di
prodotti e processi
Teorie e scuole di pensiero
19. Toyota Production System
Linee di produzione flessibili e modificabili
Semplificazione dei processi produttivi
Riduzione costante degli sprechi
Pieno coinvolgimento delle risorse
Focus dalla quantità alla qualità
Teorie e scuole di pensiero
21. Definire il valore
Teorie e scuole di pensiero
Individuare ciò che conta realmente per il cliente
Eliminare gli sprechi
Si analizzano i processi, alla ricerca del superfluo.
Si distingue tra attività a valore aggiunto (Samsung e scansione iride),
attività a non valore aggiunto (Samsung e new packaging) e attività a
non valore aggiunto, ma necessaria (Samsung e nuovo polo logistico)
Si distingue tra 7 tipi + 1 di sprechi:
- Sovrapproduzione
- Scorte
- Trasporto
- Movimentazioni
- Attese
- Difetti
- Processi inutili
22. Creare il flusso
Teorie e scuole di pensiero
Definire un work flow ideale, semplificando il processo, rimuovendo
attività identiche e unendo quello che possono condensarsi e
modificando la sequenza delle attività
Produrre su richiesta
Passare da una logica push
a una logica pull
23. Miglioramento continuo
Teorie e scuole di pensiero
Cercare la perfezione ogni giorno, anche grazie al supporto dei propri
dipendenti
24. Teorie e scuole di pensiero
Purpose
• Definire il valore
Process
• Eliminare gli sprechi
• Creare il flusso
• Produrre su richiesta
People
• Miglioramento continuo
25. Scuola delle relazioni umane
Elton Mayo e l’Effetto Hawthorne
L’efficienza produttiva è connessa non solo
ad un approccio scientifico al lavoro, ma
anche dai rapporti interpersonali e
dall’importanza che le persone hanno in
azienda
Teorie e scuole di pensiero
26. Scuola delle relazioni umane
Il metodo
- Importanza del gruppo
- Miglioramento del clima aziendale
Introduzione concetto di
obiettivo
Introduzione concetto
di autorevolezza
Teorie e scuole di pensiero
27. Scuola delle risorse umane
Douglas McGregor e la Teoria X - Y
X -> l’uomo è contrario al lavoro e
necessita di autorità
Y -> l’uomo non è contrario al lavoro, ma è
necessario integrare obiettivi aziendali e
individuali
Teorie e scuole di pensiero
motivazione
28. Scuola delle risorse umane
Teorie e scuole di pensiero
Maslow e la piramide della
motivazione
Herzberg e i fattori duali
29. Scuola sistemica
L’organizzazione è considerata un
sistema aperto
Sistema composto da
una pluralità di
elementi interconnessi
Teorie e scuole di pensiero
Aperto, perché
interagisce con
l’ambiente esterno
30. Scuola sistemica
Teorie e scuole di pensiero
Input Output
Efficacia e competitività dipendono dalla coerente
interdipendenza fra le parti in relazione
all’ambiente esterno
31. Scuola sistemica
Teorie e scuole di pensiero
L’esagono organizzativo
Strategie
Persone e skill
Comportamenti
Ambiente esterno
Sistema premiante
Comunicazione
Strutture e ruoli
32. Scuola sistemica
Teorie e scuole di pensiero
L’esagono organizzativo
Strategie
Persone e skill
Comportamenti
Ambiente esterno stabile
Sistema premiante
Comunicazione
Strutture e ruoli
Mantenimento
Specialistica
Funzionali
Fedeltà e anzianità
Top - down
Piramidale
rigida
33. Scuola sistemica
Teorie e scuole di pensiero
L’esagono organizzativo
Strategie
Persone e skill
Comportamenti
Ambiente esterno turbolento
Sistema premiante
Comunicazione
Strutture e ruoli
Innovazione
Manageriale
Interfunzionali
Merito e risultati
Network
Flessibile
34. Il ruolo delle Risorse Umane in azienda
Teorie e scuole di pensiero
- Ruolo amministrativo/normativo (anni ‘50)
- Ampliamento compiti (anni ‘60)
- Gestione relazioni industriali (anni ‘70)
- Coinvolgimento nelle decisioni strategiche (anni ‘80)
- Ruolo di business partner (oggi)
36. Cultura
maniera strutturata di pensare, sentire e agire di un gruppo,
acquisita nel tempo, trasmessa attraverso simboli e
strettamente connessa a idee e valori sviluppati
Cultura e organizzazione
insieme di conoscenze e norme condivise da un gruppo di
persone
oggi si parla di Corporate Identity, alimentata da Marketing,
HR e Public Affairs
37. Il processo di formazione
Cultura e organizzazione
Il management
definisce e comunica
vision, valori, obiettivi
e strategie
Tutti assumono
comportamenti
coerenti
Si sviluppa un buon
clima aziendale,
performance efficienti
e un elevato grado di
engagement
La cultura diviene
visibile tramite i
risultati ottenuti
38. Cultura
Cultura e organizzazione
Valori
Atteggiamenti
Comportamenti
Valori -> ciò che influisce le scelte, le strategie e i comportamenti, definendo ciò che è giusto e
sbagliato
Atteggiamenti -> espressione dei valori, che predispone all’azione
Comportamenti -> concretizzazione degli atteggiamenti
39. Cultura e organizzazione
Iceberg culturale
Linguaggio, abiti,
contesto fisico, sistema
premiante
Aspettative, valori,
timori, desideri
41. Cultura IMPRENDITORIALE
Grande flessibilità, per adattarsi al mercato
Cultura e organizzazione
Focus sull’esterno e aperto al cambiamento
Si premiano creatività, innovazione e proattivà
42. Cultura IMPRENDITORIALE
Cultura e organizzazione
Tutti i nuovi assunti frequentano un corso sull’assunzione dei
rischi, in cui viene detto loro di perseguire le proprie idee,
anche a costo di sfidare il superiore
44. Cultura MISSIONE
Cultura e organizzazione
I manager che raggiungono alti standard di performance vengono
ricompensati generosamente con viaggi aerei in prima classe,
automobili aziendali, bonus e rapide carriere. I rendiconti annuali dei
risultati si concentrano specificatamente sul raggiungimento degli
obiettivi di performance, come target di vendita o di marketing
45. Cultura CLAN
Forte senso di appartenenza delle risorse
Cultura e organizzazione
Focus sull’engagement
Si premia l’accountability
46. Cultura CLAN
Cultura e organizzazione
Il valore più importante è la cura del dipendente. Questi godono di
ampie libertà e vengono forniti di qualunque cosa abbiano bisogno
per essere soddisfatti, produttivi e creativi. In questo modo, il SAS
Institute riesce ad essere competitivo sul mercato e ad adattarsi a
contesti mutevoli in tempi rapidi
47. Cultura BUROCRATICA
Standardizzazione per il miglioramento continuo
Cultura e organizzazione
Focus sul mantenimento dello status raggiunto
Si premiano esperienza, anzianità ed efficienza
48. Cultura BUROCRATICA
Cultura e organizzazione
I dipendenti fanno la pausa caffè in orari stabili ed esistono
convenzioni per l’abbigliamento da indossare che prescrivono per gli
uomini camicia bianca, giacca e cravatta e rasatura accurate
50. Vision e mission. Strutture
Vision, Mission e Valori aziendali
Principi strategici che
orientano i
comportamenti delle
persone
Obiettivi e scopi che si
vogliono raggiungere
nel lungo periodo
Come realizzare la
vision, coerentemente
con l’identità aziendale
51. Vision e mission. Strutture
La coerenza interna
Vision
Mission
Strategia
Tattica
Operatività
52. Un concetto chiave: organizzazione
Puma SE
Vision -> essere leader creativo nello stile di vita
sportivo, creando un mondo migliore per le
generazioni future
Mission -> produrre prodotti in linea con i bisogni
dei clienti, rispettando l’ambiente
Valori -> correttezza, onestà, positività,
creatività, sostenibilità
53. Un concetto chiave: organizzazione
Profili di coerenza
La Clever Little Bag è un rivoluzionario
packaging, selezionato come migliore nella
categoria Sostenibilità
- 65% di carta
- 60% di acqua, energia e diesel
- 10.000 tonnellate annue di emissioni nocive
55. Un concetto chiave: organizzazione
Walt Disney
Vision -> rendere felici le persone, diventando
leader mondiale nella produzione di servizi di
intrattenimento
Mission -> offrire servizi di intrattenimento
all’avanguardia ed istruttivi, impiegando differenti
brand e soluzioni (film, cartoon, parchi
monotematici)
Valori -> ottimismo, senso di comunità,
ispirazione, innovazione, rispetto
56. Un concetto chiave: organizzazione
Apple
Vision -> cambiare il mondo, permettendo alle
persone di esprimere il proprio potenziale
attraverso la tecnologia
Mission -> fornire la migliore esperienza
informatica possibile nei differenti ambiti della
vita
Valori -> empatia, contributo sociale,
innovazione, team spirit, ispirazione, qualità,
eccellenza
57. Un concetto chiave: organizzazione
Barilla
Vision -> portare benessere e gioia del mangiar
bene nella vita dei consumatori
Mission -> aiutare a vivere meglio, producendo
prodotti gustosi e di qualità, perseguendo il
benessere di persone e comunità
Valori -> curiosità, coraggio, fiducia, integrità
58. Un concetto chiave: organizzazione
Ferrari
Vision -> essere eccellenza italiana nel settore
automotive sportivo e di lusso
Mission -> produrre vetture uniche al mondo per
vincere su strada e nelle competizione,
rinnovando il mito del Cavallino Rampante e
generando sogni ed emozioni
Valori -> persone, team, emozione, integrità,
tradizione e innovazione, passione ed eccellenza
59. Vision e mission. Strutture
La struttura organizzativa
Indica i rapporti di dipendenza
formale, livelli gerarchici e span
of control di manager e
superiori
Comprende la progettazione dei
sistemi che assicurano
comunicazione e coordinamento
efficaci
Identifica il raggruppamento di
individui in unità organizzative
Complesso di direzioni e uffici che fanno parte
dell’organizzazione
60. Vision e mission. Strutture
Funzione
Ruolo
Mansione
All’interno dell’organizzazione, si distingue
tra:
insieme delle responsabilità
associate ad un determinato lavoro
da svolgere o l’insieme dei risultati
attesi da chi ricopre la posizione
insieme dei processi di business
all’interno di un’azienda,
raggruppate per omogeneità
delle competenze impiegate e
obiettivi perseguiti
Insieme di compiti e attività che
devono essere svolte dalla risorsa
61. Vision e mission. Strutture
caratteristiche
Integrative
di supporto
Le funzioni possono essere
Fondamentali per l’azienda, pur non
essendo produttive
(es. risorse umane,
amministrazione)
necessarie per la realizzazione,
erogazione e
commercializzazione di prodotti
o servizi
(es. produzione)
Che gestiscono le risorse
essenziali per l’attività
(es. IT)
62. Vision e mission. Strutture
La struttura organizzativa
Controllo verticale Coordinamento orizzontale
Due principi guida
Compiti e specializzazione
Gerarchia e autorità
Regole e norme
Sistemi formali di reporting
Accentramento decisionale
Compiti condivisi
Gerarchia blanda
Poche regole
Comunicazione diretta
Team e task force
Decentramento
63. Vision e mission. Strutture
Collegamenti verticali
Forte burocratizzazione, per
ridurre rischi
Obiettivo -> controllare le attività dei
sottoposti
Budget come riferimento per
tutti
64. Vision e mission. Strutture
Collegamenti orizzontali
Creazione di strutture per
facilitare i collegamenti
Obiettivo -> superare le barriere tra unità
organizzative
Task force
Team interfunzionaliIntegratori full time
65. Vision e mission. Strutture
Organigramma
Funzioni di line Funzioni di staff
Schema grafico, attraverso il quale comunicare il modello
organizzativo adottato e l’assegnazione delle differenti
responsabilità
ruoli operativi ruoli di supporto
66. Vision e mission. Strutture
Linee continue -> dipendenza gerarchica
Linee tratteggiate -> dipendenza funzionale
staff
line
67. Vision e mission. Strutture
La scelta del modello organizzativo
Ambiente
esterno
Settore di
business
Dimensione
aziendale
Struttura funzionale
Struttura divisionale
Struttura matriciale
Struttura a network
Struttura per processi
68. Vision e mission. Strutture
Flussi di lavoro e struttura organizzativa
Il work flow permette di analizzare i compiti necessari alla
realizzazione dei prodotti e servizi offerti al mercato
Materie prime
Quali materiali, dati e
informazioni sono
necessari?
Strumenti
Quali strumenti, supporti e
sistemi sono necessari?
Risorse Umane
Quali competenze sono
necessarie?
Attività
Quali compiti
bisogna eseguire?
Output
Che tipo di prodotto,
servizio o informazione
viene servito?
72. Vision e mission. Strutture
Struttura funzionale
Vantaggi Svantaggi
- ideale per realtà
monoprodotto/monoservizi
- chiaro e facile da
comprendere
- responsabilità e ruoli precisi
e definiti
- controllo gerarchico facilitato
- eccessiva burocrazia
all’ingrandirsi dell’azienda
- possibile non condivisione
degli obiettivi
- necessità di facilitare
l’integrazione interfunzionale
(riunioni interfunzionali,
premi congiunti, team work
interfunzionale)
76. Vision e mission. Strutture
Struttura divisionale
Vantaggi Svantaggi
- ideale per contesti soggetti a
cambiamento
- customer satisfaction elevata
per la chiarezza delle
responsabilità
- alto grado di coordinamento
tra funzioni
- supporta il decentramento
decisionale
- elimina le economie di scala
- scarso coordinamento tra
linee di prodotto/aree
- Difficile integrazione e
standardizzazione lungo le
linee di prodotto
77. Vision e mission. Strutture
Struttura matriciale
Presidente
Direttore di
produzione
Direttore marketing
Direttore della
progettazione
Controller
Direttore
approvvisionamento
Direttore attività di
prodotto
Product manager A
Product manager B
Product manager C
Product manager D
79. Vision e mission. Strutture
Struttura matriciale – le condizioni
I condizione
Necessità di condividere
scarse risorse tra le
differenti linee di
prodotto
II condizione
Pressione ambientale
verso conoscenza tecnica
approfondita (funzionale)
e l’innovazione di prodotto
(divisionale)
III condizione
Ambiente di riferimento
turbolento, complesso e
incerto
80. Vision e mission. Strutture
Struttura matriciale
Vantaggi Svantaggi
- coordinamento necessario
per garantire la customer
satisfaction
- condivisione flessibile delle
risorse umane
- si adatta a decisioni e
cambiamenti continui
- sviluppo costante di
competenze e prodotti
- duplice autorità
- riunioni frequenti ed
eccessiva burocrazia
- richieste buone competenze
relazionali e operative
82. Vision e mission. Strutture
Struttura per processi
Vantaggi Svantaggi
- rapida risposta al mercato e
ai clienti
- chiara responsabilità delle
persone
- maggiore controllo personale
- sviluppo della cultura di team
- richieste competenze
multidisciplinari
- difficile programmazione
delle carriere
- richiesto un elevato supporto
da parte del management
84. Vision e mission. Strutture
Struttura a network
Le risorse seguono programmi
di mobilità
interdisciplinare/interfunzionale
Gestione facilitata da diversi
Comitati e Gruppi di lavoro
Frutto di globalizzazione e
sviluppo tecnologico
85. Vision e mission. Strutture
Struttura network
Vantaggi Svantaggi
- le PI possono operare su
ampia scala
- ampio raggio d’azione
- elevata flessibilità
- ridotti costi amministrativi
- apprendimento attraverso la
diversità
- minimo livello di controllo
- tempo per curare relazioni e
conflitti con i partner
- alto rischio di fallimento per
inadempienza
- bassa condivisione culturale
- elevata dipendenza
tecnologica
86. Vision e mission. Strutture
Coordinamento
verticale
Coordinamento
orizzontale
Funzionale Divisionale Matriciale Per processi Network
Stabilità
Elasticità
operativa
Elasticità
strutturale
Elasticità del
time to market
Elasticità di
risposta al
mercato e al
cliente globale
89. Job analysis, description, profile &
evaluation
Job analysis
Insieme di metodi e approcci per analizzare
requisiti, caratteristiche e componenti di una
determinata posizione lavorativa
90. Job analysis, description, profile &
evaluation
Job analysis - strumenti
Esame
documentazione
Questionari e/o
interviste ai
superiori
Osservazione
diretta
Focus group
con
campione
Questionari/interviste
con titolari
91. Job analysis, description, profile &
evaluation
Job analysis – esempio intervista
Quali sono i principali compiti svolti? Con quale frequenza?
Quanto tempo viene dedicato a ciascun compito?
Quali sono i compiti più importanti? I più difficili? I più facili?
Qual è il processo seguito e le risorse occorrenti?
Quali sono gli interlocutori interni ed esterni?
Cosa devono sapere e saper fare le persone che intervengono nel
processo?
92. Job analysis, description, profile &
evaluation
Job description - contenuti
- scopo posizione
- collocazione gerarchica
- rapporti organizzativi
- compiti e responsabilità principali, con
indicazione delle percentuali
- competenze richieste
94. Job analysis, description, profile &
evaluation
Job description - utilizzo
selezione -> definizione del job profile
(candidato target)
formazione-> identificazione del gap di
competenze rispetto ad attività da realizzare e
obiettivi perseguiti
valutazione -> base per definire gli obiettivi da
raggiungere annualmente (v. della prestazione) o
del gap di competenze (v. delle competenze)
97. Job analysis, description, profile &
evaluation
Job evaluation
Metodi e approcci per la valutazione delle
posizioni in organizzazione, utile a garantire
equità e proporzionalità nel trattamento dei
dipendenti
approccio quantitativo approccio non quantitativo
job ranking
Classificazione sulla base di alcuni fattori
(importanza e difficoltà compito)
metodo del punteggio
Scomposizione attività, con assegnazione
di punteggi
(carico resp., ampiezza controllo, problem
solving, budget gestito)
98. Job analysis, description, profile &
evaluation
Job evaluation – metodo HAY
Il metodo Hay è quello maggiormente utilizzato a livello globale.
Know how
Insieme di capacità e abilità
richieste per svolgere i
compiti con efficacia
Problem solving
Grado di difficoltà dei problemi da
risolvere
Accountability
Responsabilità delle azioni e conseguenze
sugli obiettivi organizzativi
Tre macro aree
99. Job analysis, description, profile &
evaluation
Job evaluation – metodo PAQ
Il metodo PAQ prevede la somministrazione di un questionario
composto da 196 item, divisi in sei categorie
Input informativi
Dove e come recuperare
informazioni
Processi mentali
Attività di ragionamento, decisione,
pianificazione ed elaborazione delle
informazioni
Output
Attività fisica, strumenti e dispositivi
utilizzati
Relazioni
Comportamenti interpersonali tenuti
Contesto lavorativo
Contesto fisico e sociale di riferimento
Altre caratteristiche
Altre attività, condizioni e caratteristiche
100. Job analysis, description, profile &
evaluation
Job design
processo di definizione delle modalità lavorative e dei compiti da
svolgere
Approccio meccanicistico
Connesso al taylorismo, punta a
identificare il modus operandi più
semplice ed efficiente
Approccio motivazionale
Legato alla psicologia organizzativa,
focalizza l’attenzione sulle caratteristiche
delle mansioni che influiscono su aspetti
psicologici e motivazionali
Varietà competenze richieste
Identità percepita
Significatività
Autonomia
Feedback
Approcci
102. Il ciclo di vita delle imprese
La dimensione organizzativa
Piccola impresaMicro impresa
Media impresa
- Meno di 50 occupati
- Fatturato annuo
inferiore a € 10 mln
- Meno di 250
occupati
- Fatturato annuo
inferiore a € 43 mln
- Meno di 10 occupati
- Fatturato annuo
inferiore a € 2 mln
103. Il ciclo di vita delle imprese
La dimensione organizzativa - conseguenze
GIPMI
Economie di scala
Portata globale
Gerarchia verticale
Meccaniche
Complesse
Organizzate
Reattività e flessibilità
Portata regionale
Strutture piatte
Organiche
Semplici
Imprenditoriale
104. Il ciclo di vita delle imprese
Gli stadi di vita delle imprese
Imprenditoriale Collettività Formalizzazione Elaborazione
PI
GI
Creatività
Direzione
chiara
Sistemi
interni
Lavoro di
gruppo
Bisogno di
leadership
Bisogno
delega e
controllo
Eccessiva
burocrazia
Rivitalizzazione
105. Il ciclo di vita delle imprese
Stadio 1 – start up. IMPRENDITORIALE
Enfasi sul prodotto creativo
Organizzazione
informale e non
burocratica
Lunghe ore di lavoro
Enfasi su mktg e
produzione
Controllo dei
proprietari
Tutto nella mani
dell’imprenditore
106. Il ciclo di vita delle imprese
Stadio 1 – IMPRENDITORIALE – coerenza interna
Informale, dipende da un singolo
Singolo
Personali e paternalistici
Da parte del proprietario
Sopravvivenza
Individualistico
Struttura
Prod/servizi
Sistemi ricompensa
Innovazione
Obiettivi
Stile manageriale
107. Il ciclo di vita delle imprese
Crisi: bisogno di leadership
Cresce l’organizzazione,
crescono i problemi
Energie su prodotto o
commercializzazione
Necessità di
leadership
108. Il ciclo di vita delle imprese
Stadio 2 – giovinezza. DELLA COLLETTIVITA’
Creazione di una leadership
forte e diffusa
Identificazione nella
mission
Obiettivi chiari per
l’organizzazione
Si struttura l’organizzazione
Creazione di un team
compatto
109. Il ciclo di vita delle imprese
Stadio 2 – COLLETTIVITA’ – coerenza interna
Informale, con qualche procedura
Un prodotto con più variabili
Personali, contributi al successo
Da parte di dipendente e manager
Crescita
Carismatico, che fornisce una direzione
Struttura
Prod/servizi
Sistemi ricompensa
Innovazione
Obiettivi
Stile manageriale
110. Il ciclo di vita delle imprese
Crisi: bisogno di delega
Rischio limitazione dei
manager di basso livello
Possibile crisi di
autonomia
Necessità di
collaborazione tra le
persone
111. Il ciclo di vita delle imprese
Stadio 3 – maturità. FORMALIZZAZIONE
Introduzione di regole,
procedure e sistemi di
controllo
Sistema di
incentivazione per gli
obiettivi
Comunicazione
formale
Nuovi sistemi di
coordinamento e controllo
per la crescita
112. Il ciclo di vita delle imprese
Stadio 3 – FORMALIZZAZIONE – coerenza interna
Formale, divisione e specializzazione
Linee di prodotti o servizi
Impersonali e formalizzati
Da parte di gruppi ad hoc
Stabilità interna ed espansione del mercato
Delega e controllo
Struttura
Prod/servizi
Sistemi ricompensa
Innovazione
Obiettivi
Stile manageriale
113. Il ciclo di vita delle imprese
Crisi: eccesso di burocrazia
Organizzazione molto
grande e complessa
Proliferano sistemi e
programmi
Poca innovazione
114. Il ciclo di vita delle imprese
Stadio 4 – ELABORAZIONE
Burocrazia massima
Task force
sostituiscono i sistemi
formali
Spinta verso
l’autodisciplina
Nascono le divisioni
Collaborazione e lavoro in
squadra
115. Il ciclo di vita delle imprese
Stadio 4 – ELABORAZIONE – coerenza interna
Lavoro di gruppo in ambito burocratico
Plurime linee di prodotto/servizio
Diffusi e personalizzati
Centro di Ricerca e Sviluppo
Reputazione
Burocratico e clan
Struttura
Prod/servizi
Sistemi ricompensa
Innovazione
Obiettivi
Stile manageriale
116. Il ciclo di vita delle imprese
Crisi: bisogno di rivitalizzazione
Temporanei momenti di crisi Disallineamento con
l’ambiente esterno
Necessità di snellire e
innovare
117. Il ciclo di vita delle imprese
La vita dell’impresa e il ruolo del potere
Nei momenti di crisi, è essenziale esercitare
un giusto potere
AutorevolezzaAutorità
118. Il ciclo di vita delle imprese
Fonti del potere
AUTORITA’
CoercitivoFormale
AUTOREVOLEZZA
Di ricompensa Competenza Riferimento
122. Riorganizzazione aziendale
Cambiamento e innovazione tecnologica
Fase 1
Fase 2
Fase 3
Si presenta una nuova o inaspettata tecnologia, prodotto o servizio,
diventando una potenziale minaccia per le aziende
Le automobili giapponesi erano considerate piccole e poco potenti per gli americani; i negozi di libri
online avrebbe sottratto il piacere di recarsi in libreria; l’università telematica non avrebbe permesso di
vivere appieno la vita universitaria
Le aziende affermate ignorano le potenziali minacce, mantenendo i propri
modelli di business
GM e altre case automobilistiche americane iniziarono, ormai troppo tardi rispetto ai Giapponesi, a
produrre auto compatte; la Kodak non credette nello sviluppo digitale della fotografia; Blockbuster non
investì in contenuti multimediali; Amazon aveva già preso il mercato, quando i librai capirono di dover
aprire all’ebook
Aziende, prodotti e servizi prima inosservati crescono, acquisiscono forza e
smantellano i modelli consolidati
Le casa automobilistiche giapponese posseggono le più ampie quote di mercato delle utilitarie; quasi
tutte le librerie sono scomparse; le università vivono un momento di crisi e si stanno orientando sempre
più verso i MOOC
123. Riorganizzazione aziendale
Cambiamento e innovazione tecnologia - approcci
Approccio ambidestro Approccio dal basso verso l’alto
Approccio esplorativo
Mandato a un team di giovani di
sviluppare idee e prodotti nuovi
Approccio di sfruttamento
Implemento in maniera routinaria
l’innovazione
Si favorisce lo sviluppo di
idee da parte degli operativi,
organizzando gare o
mettendo in palio premi
124. Riorganizzazione aziendale
Cambiamento e innovazione strategica
Approccio top - down
afferisce alla gestione dell’azienda.
Sarà, quindi il vertice a farsi carico
delle responsabilità
126. Riorganizzazione aziendale
Riorganizzazione Aziendale
insieme di attività tese a modificare
strutture, ruoli, management e
investimenti di un’azienda
Riorganizzazione vs Ristrutturazione
la ristrutturazione afferisce alle strategie e agli
aspetti economico – finanziari dell’azienda
127. Riorganizzazione aziendale
Riorganizzazione Aziendale - quando
Diversificazione del proprio business
Ottimizzazione del proprio business
Ottimizzazione degli investimenti
Nuove linee di prodotto o servizi
Riqualificazione e potenziamento delle
competenze
Risanamento
aziendale
Fusione, acquisizione
Miglioramento dei
processi
Cessazione di un ramo
di azienda
128. Riorganizzazione aziendale
Riorganizzazione Aziendale – impatti sulle risorse umane
Licenziamento, mobilità o riallocazione
Assunzione, licenziamento, trasferimento,
nuove modalità operative
Formazione, coaching
RIORGANIZZAZIONE
DEL PERSONALE
REVISIONE DEI
PROCESSI DI LAVORO
RIQUALIFICAZIONE
DELLE RISORSE
129. Riorganizzazione aziendale
Change management come supporto metodologico alla
riorganizzazione
Il change management è una strategia di pianificazione delle attività da
realizzazione per supportare l’organizzazione nel passaggio da un
assetto corrente ad uno desiderato
Il change management fornisce
strumenti e processi per
comprendere il cambiamento e
gestirne gli impatti
130. Riorganizzazione aziendale
Agente del cambiamento (change
agents):
Risorsa interna impegnata in maniera più
diretta nella realizzazione delle iniziative
di miglioramento. Rappresentano il ponte
tra il change sponsor del progetto e la
popolazione interessata dal miglioramento,
ma non direttamente coinvolta nella sua
realizzazione
“Stakeholders” sono portatori di interessi
rispetto al progetto di cambiamento. Ades
Azionisti, banche, fornitori , clienti,
dipendenti
Pool di Change Management: composto da personale interno e consulenti che insieme
cooperano per il raggiungimento degli obiettivi, in linea con le attività di realizzazione del
cambiamento.
Il coinvolgimento del personale interno garantisce il know-how sull’azienda, la sua
cultura, la sua storia, i suoi processi e veicola il cambiamento versol’azienda.
“Change Sponsor “ i finanziatori
dell’intervento. Hanno un forte interesse
per la riuscita del lavoro e soprattutto
fanno capire a tutti di essere pronto a
cogliere ogni beneficio derivante dal
cambiamento
“Champion” persone che, all’interno delle varie aree
organizzative o gruppi professionali, hanno già adottato i
principi del cambiamento e che, in virtù della loro
conoscenza della realtà operativa delle persone e del credito
che rivestono verso le persone stesse, possono facilitare la
comprensione e l’accettazione dei cambiamenti. Il loro
ingaggio formale nel progetto può risultare
fondamentale per il superare le resistenze al cambiamento
131. Riorganizzazione aziendale
Definizione e
pianificazione
della strategia
Progettazione
Esecuzione
Preparazione
azioni
preliminari
Valutazione dei
Risultati raggiunti e
ri-Pianificazione
TOP MANAGEMENT - Sponsor
AGENT / CHAMPION
(interni)
TOP MANAGEMENT -
Sponsor
Implementazione della
strategia
Piano di comunicazione
Piani operativi /
organizzativi
Piano formazione
Pool di Change Management
CONSULENTI ESTERNI
132. Riorganizzazione aziendale
Regole alla base di una metodologia di CM
Pianificare il cambiamento
Definire gli obiettivi in modo chiaro e
intellegibile
Diffondere l’idea del cambiamento
Adottare un approccio integrato al
cambiamento
deve partire dal top management ed essere diffusa
nell’organizzazione attraverso il controllo dei manager
intermedi. Se il personale è reso consapevole delle motivazioni
che spingono verso il cambiamento le probabilità di successo
crescono. Si sviluppa una cultura fondata sulla trasparenza e sulla
partecipazione, entrambi obiettivi del Change Management
misurabili attraverso parametri ben chiari e rilevanti per
l’organizzazione
creare consenso in quanto l’ostilità dei principali destinatari del
processo di cambiamento comporta un suo probabile fallimento
essendo essi stessi gli utilizzatori. Inoltre, molto spesso i processi di
cambiamento sono nati da situazioni di malcontento degli
stakeholders
mettere a punto processi di cambiamento su più fronti agendo in
modo contemporaneo su più LEVE. Diffondere il Change
Management significa gestire in maniera integrata i modelli
Strategico, Organizzativo e Informativo. È necessario
sincronizzare le strategie di business (modello strategico), le
implicazioni tecniche e sociali collegate all’organizzazione (modello
organizzativo) e le tecnologie di supporto (modello informativo)
affinché persone, strutture, processi e strategie si muovano
nella stessa direzione
è necessario specificare le fasi del progetto, la loro tempistica, i
ruoli
coperti dalle persone e i processi da modificare
Gestire al meglio gli stakeholders