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News 16/SA/2014
Lunedì,28 luglio 2014
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi
Nella settimana n°29 del 2014 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi sono state 59 (8 quelle inviate dal Ministero della
salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende due casi:
Listeria monocytogenes in tartare di salmone refrigerato dalla Spagna;
Salmonella Saintpaul in preparazione congelata per kebab a base di carne di pollo
e di vitello dalla Germania.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un
intervento urgente troviamo: importazione illegale (presenza di DNA suino) in due
lotti di noodles (spaghettini) al gusto di manzo arrostito dalla Cina; Bacillus cereus in
ricotta fresca italiana; due lotti non autorizzati di semi di cotone geneticamente
modificati dalla Costa d’Avorio.
Tra i lotti respinti alle frontiere l’Italia segnala: eccesso di aflatossine in pistacchi
provenienti dagli Stati Uniti.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal
mercato, la Francia segnala Listeria monocytogenes in gorgonzola; l’Austria ha
rilevato la presenza di Salmonella Agona e di Salmonella del gruppo E4 in farina di
soia destinata a mangimi
Fonte: http://www.sicurezzaalimentare.it/
Best practice: Francia. Il caso dell’etichetta “Fait Maison” (“fatto in casa”) per i
ristoranti
Il governo francese ha introdotto per i ristoranti il marchio "Fait maison" ("fatto in
casa"), da apporre sui menù accanto alle ricette e ai piatti realizzati nella cucina del
ristorante a partire da materie prime grezze. Una norma che avrebbe potuto essere
rivoluzionaria ma che è stata poi in gran parte "addomesticata" nel corso del
dibattito parlamentare, arrivando nella sua stesura definitiva ad essere ben poco
incisiva.
Una novità importante su questo fronte arriva dalla Francia: le nuove
norme,approvate a dicembre 2013 dal parlamento francese e in vigore
ufficialmente il 15 luglio 2014, introducono per i ristoranti l'uso di un bollino "Fait
maison" (un bollino con una pentola sormontata da un tetto triangolare, come nella
foto qui sopra) per indicare nei menù i piatti preparati dallo chef distinguendoli dalle
pietanze acquistate dal ristoratore già pronte e semplicemente lavorate (riscaldate
e assemblate) prima di servirle ai tavoli.
Non è difficile immaginare che la gran parte dei clienti dei ristoranti tenderà a
scegliere da ora in poi i piatti segnati nel menù con il bollino "Fait maison",
penalizzando quindi i locali di bassa qualità che lavorano con cibi precotti e
spingendoli a migliorare la proposta. Il problema è che – come spesso accade
(evidentemente non solo in Italia) – la nuova legge è stata fortemente
ridimensionata, in sede di dibattito parlamentare, rispetto alla sua configurazione
iniziale. In teoria il provvedimento avrebbe dovuto consentire di apporre il logo "Fait
maison" soltanto sui piatti interamente (al 100%) realizzati dallo chef del ristorante
partendo da materie prime grezze fresche. Ma una serie di modifiche, introdotte in
sede di dibattito parlamentare per venir incontro ai grandi attori dell'industria
agroalimentare, hanno portato a una stesura finale di questo tipo: il marchio "Fait
maison" può essere utilizzato dai ristoratori anche per indicare dei piatti preparati a
partire da alimenti già “tagliati, pelati, disossati, affumicati, salati”, e perfino
“refrigerati, congelati e surgelati”. Lo chef di un ristorante potrà quindi definire "Fait
maison" un piatto preparato utilizzando frutta secca sgusciata, verdure già tagliate,
carne disossata, prodotti sotto sale, prodotti sottovuoto, e alimenti congelati o
surgelati. JP Gené, il critico culinario del Magazine M (inserto settimanale del
quotidiano parigino Le Monde, ha parlato a questo proposito addirittura di "decret
bidon". Unica eccezione le patatine fritte, che per essere "Fait maison" devono
essere preparate direttamente nella cucina del ristorante partendo da patate
fresche: perlomeno i fast food restano quindi esclusi dall'uso del nuovo marchio.
Fonte: http://www.universofood.net
Fondi UE. All’Italia 29,2 milioni per promuovere il consumo di frutta e verdura nelle
scuole
Per l'anno scolastico 2014-2015 l'Italia riceverà un contributo Ue di 29,2 milioni di
euro per la distribuzione gratuita di frutta e verdura nelle scuole. Nel quadro
della nuova Pac è stato concordato uno stanziamento di 150 milioni di euro per un
programma di rilancio del consumo di frutta e verdura tra i bambini. L'Italia è il primo
Paese beneficiario dei fondi del programma, con un contributo che inizialmente era
stato fissato a 16,7 milioni, e che è stato poi alzato dalla Commissione europea a
29,2 milioni. Una cifra importante, che servirà – nell'anno scolastico 2014-2015 – a
distribuire nelle scuole frutta e verdura e prodotti come succhi e spremute, per
migliorare le abitudini alimentari dei bambini italiani e per portare avanti campagne
di sensibilizzazione contro il problema dell'obesità infantile e della cattiva
alimentazione.
Fonte: http://www.universofood.net
Multe fino a 30.000 euro e reclusione da 6 mesi a 3 anni. Le sanzioni per chi coltiva
OGM in Italia.
Il Decreto Legge del 24 giugno 2014 n. 91 (cosiddetto Decreto "Campolibero"),
entrato ufficialmente in vigore il 25 giugno 2014, stabilisce chi coltiva Ogm sul
territorio italiano incorre in pesantissime sanzioni: la reclusione da sei mesi a tre anni
e una multa da 10.000 a 30.000 euro. Spetta poi alle Regioni definire, nell’ambito del
proprio territorio, le modalità e tempi con cui il trasgressore deve (a proprie spese)
rimuovere le coltivazioni vietate.
Fonte: http://www.universofood.net

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  • 1. News 16/SA/2014 Lunedì,28 luglio 2014 Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Nella settimana n°29 del 2014 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi sono state 59 (8 quelle inviate dal Ministero della salute italiano). L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende due casi: Listeria monocytogenes in tartare di salmone refrigerato dalla Spagna; Salmonella Saintpaul in preparazione congelata per kebab a base di carne di pollo e di vitello dalla Germania. Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: importazione illegale (presenza di DNA suino) in due lotti di noodles (spaghettini) al gusto di manzo arrostito dalla Cina; Bacillus cereus in ricotta fresca italiana; due lotti non autorizzati di semi di cotone geneticamente modificati dalla Costa d’Avorio. Tra i lotti respinti alle frontiere l’Italia segnala: eccesso di aflatossine in pistacchi provenienti dagli Stati Uniti. Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, la Francia segnala Listeria monocytogenes in gorgonzola; l’Austria ha rilevato la presenza di Salmonella Agona e di Salmonella del gruppo E4 in farina di soia destinata a mangimi Fonte: http://www.sicurezzaalimentare.it/
  • 2. Best practice: Francia. Il caso dell’etichetta “Fait Maison” (“fatto in casa”) per i ristoranti Il governo francese ha introdotto per i ristoranti il marchio "Fait maison" ("fatto in casa"), da apporre sui menù accanto alle ricette e ai piatti realizzati nella cucina del ristorante a partire da materie prime grezze. Una norma che avrebbe potuto essere rivoluzionaria ma che è stata poi in gran parte "addomesticata" nel corso del dibattito parlamentare, arrivando nella sua stesura definitiva ad essere ben poco incisiva. Una novità importante su questo fronte arriva dalla Francia: le nuove norme,approvate a dicembre 2013 dal parlamento francese e in vigore ufficialmente il 15 luglio 2014, introducono per i ristoranti l'uso di un bollino "Fait maison" (un bollino con una pentola sormontata da un tetto triangolare, come nella foto qui sopra) per indicare nei menù i piatti preparati dallo chef distinguendoli dalle pietanze acquistate dal ristoratore già pronte e semplicemente lavorate (riscaldate e assemblate) prima di servirle ai tavoli. Non è difficile immaginare che la gran parte dei clienti dei ristoranti tenderà a scegliere da ora in poi i piatti segnati nel menù con il bollino "Fait maison", penalizzando quindi i locali di bassa qualità che lavorano con cibi precotti e spingendoli a migliorare la proposta. Il problema è che – come spesso accade (evidentemente non solo in Italia) – la nuova legge è stata fortemente ridimensionata, in sede di dibattito parlamentare, rispetto alla sua configurazione iniziale. In teoria il provvedimento avrebbe dovuto consentire di apporre il logo "Fait maison" soltanto sui piatti interamente (al 100%) realizzati dallo chef del ristorante partendo da materie prime grezze fresche. Ma una serie di modifiche, introdotte in sede di dibattito parlamentare per venir incontro ai grandi attori dell'industria agroalimentare, hanno portato a una stesura finale di questo tipo: il marchio "Fait maison" può essere utilizzato dai ristoratori anche per indicare dei piatti preparati a partire da alimenti già “tagliati, pelati, disossati, affumicati, salati”, e perfino “refrigerati, congelati e surgelati”. Lo chef di un ristorante potrà quindi definire "Fait maison" un piatto preparato utilizzando frutta secca sgusciata, verdure già tagliate, carne disossata, prodotti sotto sale, prodotti sottovuoto, e alimenti congelati o surgelati. JP Gené, il critico culinario del Magazine M (inserto settimanale del quotidiano parigino Le Monde, ha parlato a questo proposito addirittura di "decret bidon". Unica eccezione le patatine fritte, che per essere "Fait maison" devono essere preparate direttamente nella cucina del ristorante partendo da patate fresche: perlomeno i fast food restano quindi esclusi dall'uso del nuovo marchio. Fonte: http://www.universofood.net
  • 3. Fondi UE. All’Italia 29,2 milioni per promuovere il consumo di frutta e verdura nelle scuole Per l'anno scolastico 2014-2015 l'Italia riceverà un contributo Ue di 29,2 milioni di euro per la distribuzione gratuita di frutta e verdura nelle scuole. Nel quadro della nuova Pac è stato concordato uno stanziamento di 150 milioni di euro per un programma di rilancio del consumo di frutta e verdura tra i bambini. L'Italia è il primo Paese beneficiario dei fondi del programma, con un contributo che inizialmente era stato fissato a 16,7 milioni, e che è stato poi alzato dalla Commissione europea a 29,2 milioni. Una cifra importante, che servirà – nell'anno scolastico 2014-2015 – a distribuire nelle scuole frutta e verdura e prodotti come succhi e spremute, per migliorare le abitudini alimentari dei bambini italiani e per portare avanti campagne di sensibilizzazione contro il problema dell'obesità infantile e della cattiva alimentazione. Fonte: http://www.universofood.net Multe fino a 30.000 euro e reclusione da 6 mesi a 3 anni. Le sanzioni per chi coltiva OGM in Italia. Il Decreto Legge del 24 giugno 2014 n. 91 (cosiddetto Decreto "Campolibero"), entrato ufficialmente in vigore il 25 giugno 2014, stabilisce chi coltiva Ogm sul territorio italiano incorre in pesantissime sanzioni: la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da 10.000 a 30.000 euro. Spetta poi alle Regioni definire, nell’ambito del proprio territorio, le modalità e tempi con cui il trasgressore deve (a proprie spese) rimuovere le coltivazioni vietate. Fonte: http://www.universofood.net