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News 04/SA/2016
Lunedì, 25 Gennaio 2016
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi
Nella settimana n.4 del 2016 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 49 ( 5 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende un caso la
presenza di frammenti di vetro in riso Carnaroli dall'Italia.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: aflatossine
in arachidi in guscio provenienti dall'Egitto; mercurio in alimenti per animali domestici
(tonno con orate) dalla Thailandia ; operatore non autorizzato (operatore è stato
sospeso il 2016/12/16 dalle autorità tunisine) per diversi tipi di pesce dalla Tunisia
utilizzati come materiale a contatto con alimenti.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal
mercato, la Svezia segnala Salmonella Senftenberg in torta di girasole biologico
Infezioni dei polli: Campylobacter presente in sette allevamenti su dieci. Le nuove
tecniche di monitoraggio.
Con sei miliardi di esemplari consumati ogni anno nel mondo, la carne di pollo è di
gran lunga la più amata. L’incremento del consumo favorisce la crescita delle
infezioni negli allevamenti industriali e, in particolare, quella da Campylobacter,
batterio la cui presenza è segnalata quasi ovunque (secondo alcune stime in non
meno di sette allevamenti su dieci). Questo batterio è molto aggressivo, causa
tossinfezioni a volte gravi ed esistono pochi strumenti realmente efficaci e innocui
per l’uomo. Uno studio condotto dagli zoologi dell’Università di Oxford e pubblicato
sui Proceedings of the Royal Society B, propone una soluzione che potrebbe rivelarsi
molto utile. Secondo l’autrice, Frances Colles “I sistemi usati finora ricorrono ai
prelievi e a controlli a campione, ma è evidente che questo non basta. Abbiamo
osservato il comportamento degli animali infettati, e notato che è differente da
quello dei polli sani. Per questo abbiamo deciso di verificare se un sistema di analisi
delle immagini dei movimenti nei diversi momenti della giornata e del ciclo vitale
potesse essere efficace per individuare gli animali malati”. Quando un pollo o una
gallina sono colpiti da un’infezione da Campylobacter tende a muoversi di meno e
a fare movimenti poco regolari.
Per verificare l’ipotesi, la zoologa ha analizzato le immagini rilevate in 31 allevamenti
industriali, elaborate tramite un software messo a punto a questo scopo, e ha
raccolto le feci dei polli sotto osservazione, per verificare la presenza del batterio a
diverse età: 21, 28 e 35 giorni. Frances Colles ha così dimostrato che il metodo ottico,
oltre a non essere invasivo e nemmeno costoso, consente di individuare gli animali
malati già a dieci giorni di vita, cioè in uno stadio molto precoce rispetto ai sistemi
tradizionali di monitoraggio delle infezioni.
Non si può dire se le alterazioni del movimento siano dovute al Campylobacter o se
gli animali si muovano male perché stanno in un ambiente poco sano, dove è
anche più facile contrarre infezioni. La corrispondenza sembra esserci e il sistema
potrebbe funzionare, permettendo così anche a polli e galline di godere di un
maggiore benessere e di vivere una vita più sana.
Anche i polli di fattoria hanno i loro problemi per quanto riguarda parassiti e batteri,
anche se si tratta di ospiti meno pericolosi rispetto a quelli presenti negli allevamenti
industriali. Uno studio pubblicato negli stessi giorni sul Journal of Medical
Etomology dai ricercatori dell’Università della California di Riverside, fornisce un
quadro abbastanza insolito della situazione campestre, che toglie molta poesia
all’immagine della sana vita di campagna. Analizzando cento animali di 21 fattorie
del Sud della California, gli autori hanno scoperto che più dell’80% aveva una delle
sei diverse specie di pidocchi, che il 20% ospitava vari tipi di moscerini e molti
avevano degli acari.
Probabilmente ciò accade per il contatto con il terreno. I ricercatori hanno però
precisato che non si tratta di insetti pericolosi per l’uomo, a meno che non diventino
veicoli di altre infezioni. Tuttavia, sarebbe bene prevenire i contatti e adottare,
misure per ridurre la carica di parassiti attraverso il controllo sistematico e
l’isolamento, ricorrendo solo in casi estremi agli insetticidi. Il dato più stupefacente è
la scarsa consapevolezza degli allevatori che ignorano il problema tanto che quasi
nessuno adotta misure preventive. (Articolo di Agnese Codignola)
Fonte: ilfattoalimentare.it
Thermos con amianto ritirato dal mercato. Ennesimo caso segnalato dal Ministero
della salute.
È scattata una nuova segnalazione di allerta da parte del Ministero della salute per
la presenza sul mercato di thermos cinesi con amianto. Dopo i numerosi casi
registrati nel 2014 e nel 2015 di cui si era già occupato Il Fatto Alimentare, un altro
prodotto è stato scoperto dai Nas di Treviso nel punto vendita M.P. Market via
Vecellio 71/1 di Belluno. Le forze dell’ordine hanno sequestrato una partita di
thermos con una capacità di 1,4 litri, con esterno in plastica, e manico superiore a
secchiello (vedi foto a lato) destinata a contenere alimenti. L’oggetto riporta la
marca DayDays e codice a barre numero: 8301182614705 ed è stato importato
dalla Cina dalla società INTE di Padova.
Le analisi effettuate mediante microscopia elettronica a scansione (SEM) eseguite
dall’Arpa (Agenzia Regionale Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto del
Dipartimento Provinciale di Verona), hanno evidenziato la presenza di piccoli corpi
di forma cilindrica di colorazione grigio biancastra costituiti da materiale fibroso
compresso di amianto crisotilo posti nell’intercapedine del doppio involucro in vetro
dei thermos, con funzione di distanziatori.
Il pericolo per i consumatori è di tipo chimico, perché nel caso di rottura potrebbero
liberarsi fibre di amianto (cancerogene per inalazione classe 1 IARC).
Il Ministero della Salute ha disposto il ritiro del thermos e ricorda che in Italia
l’importazione, la commercializzazione, nonché la produzione e l’esportazione di
prodotti con amianto è vietata dal 1994 alla luce di quanto previsto dalla legge
257/92. (Articolo di Valeria Nardi)
Fonte:ilfattoalimentare.it
Cozze a rischio: i più importanti depuratori naturali del mare sono in via di estinzione.
Ecco quali sono le minacce.
Le cozze costituiscono il 90% della biomassa dei fondali, e filtrano ogni giorno fino a
40 litri di acqua, svolgendo un insostituibile ruolo di purificazione. Purtroppo sono a
serio rischio estinzione, anche pochi se ne rendono conto. Questo accade perché
le rilevazioni fatte sino ad ora hanno sempre riguardato piccoli tratti di mare e non
l’insieme dei mari europei. Un team internazionale di ricercatori provenienti da 26
paesi ha iniziato la prima mappatura della presenza di cozze e dallo studio è emerso
un quadro allarmante. Come sottolineato su Biological Reviews, i molluschi marini
sono tra le specie più minacciate del mondo, ed è urgente porre un rimedio a
quella che potrebbe essere la catastrofe dell’ecosistema marino e non solo.
Gli autori, con il doppio coordinamento delle università di Monaco, in Germania, e
di Porto, in Portogallo, hanno iniziato a verificare la situazione di 16 diverse specie,
rispondendo a 5 domande:
•Da dove deriva la specie ?
•Quanto è grande lo stock?
•Esistono collegamenti tra le specie?
•Quali sono i loro habitat di elezione?
•Quali sono le principali minacce alla sopravvivenza?
In base ai dati raccolti, la situazione sembra essere molto diversa, tra nord e sud
Europa. Se nel Mediterraneo c’è una maggiore diversità, con più specie presenti
(anche se alcune di esse si trovano in profondità), nel nord gli insediamenti hanno
dimensioni maggiori, e le popolazioni sono quindi meno a rischio (relativamente),
ma la varietà è minore. Esistono poi molte specie localizzate in certi bacini con
esigenze particolari legate all’alimentazione dei molluschi, alle specie predate, alle
temperature e alle salinità delle acque e alla capacità di sopravvivere in condizioni
più o meno stringenti.
Gli autori hanno poi sintetizzato le minacce alla sopravvivenza in sette punti:
La presenza di sbarramenti, chiuse e dighe
La pesca delle perle (in alcune specie)
L’inquinamento e la fertilizzazione eccessiva
La scomparsa degli habitat naturali
La presenza di specie invasive
L’estrazione delle acque e i mutamenti climatici
Fattori di stress al momento non noti
Per cercare di fermare il declino, i ricercatori auspicano che il lavoro intrapreso sia
portato avanti e intensificato, e che siano stilati degli obbiettivi di conservazione,
soprattutto per le specie più importanti dal punto di vista dell’ecosistema e per gli
stock già depauperati del 90%. Un’attenzione particolare va posta alle specie di
pesci di cui si cibano i molluschi, perché se le prime sono in declino, anche i
molluschi diminuiscono, e questo va tenuto presente anche se si tratta di pesci con
scarsissimo valore commerciale non essendo consumate dall’uomo. In ogni caso
bisogna intervenire per salvare le cozze che svolgono una funzione molto preziosa, e
anche dal punto di vista nutrizionale rappresentano un componente importante
della dieta mediterranea. (Articolo di Agnese Codignola)
Fonte: ilfattoalimentare.it
Rapporto sui controlli ufficiali nel settore dell’alimentazione animale 2014.
Filiera dei mangimi: il Ministero della Salute ha pubblicato il rapporto con I controlli
ufficiali effettuati nell’anno 2014: i risultati sono positivi, con il 99,37% dei mangimi
risultati conformi alle analisi di laboratorio.
E’ il terzo ed ultimo anno di applicazione del Piano Nazionale Alimentazione Animale
2012 – 2013 - 2014, con l’obiettivo primario quello di assicurare i controlli ufficiali,
come previsto dalla cornice normativa comunitaria.
I controlli, coordinati su tutto il territorio nazionale dal Ministero della Salute, sono stati
svolti dai Servizi Veterinari delle AA.SS.LL. coordinati dai Servizi Veterinari Regionali e
dalle Autorità Competenti dei PIF (Posti Ispezione Frontaliera) e degli UVAC (Uffici
Veterinari per gli Adempimenti Comunitari).
Nel 2014 sono state effettuate 32.039 ispezioni presso gli operatori del settore dei
mangimi con 1.158 casi di non conformità strutturali o manageriali- relative quindi
alla carente gestione e organizzazione più che ai mangimi in quanto tali.
L’attività di campionamento sulle matrici mangimistiche vere e proprie ha portato a
69 non conformità, pari allo 0,63% del totale su 10.923 campioni.
Si registra un aumento percentuale del numero di sanzioni amministrative
comminate, espressione di efficienza ed efficacia dell’attività di controllo ufficiale
svolta dai Servizi Veterinari italiani, mentre un lieve calo delle denunce (0,6% contro
lo 0,7% dell’anno precedente).
Sui campioni viene effettuata la ricerca di:
• proteine animali trasformate non ammesse nei mangimi,
• Salmonella spp.,
• sostanze farmacologicamente attive e additivi destinati all’alimentazione animale,
• sostanze indesiderabili che includono anche i contaminanti ambientali
(micotossine, diossine, melamina e altri),
• organismi geneticamente modificati (OGM).
• sostanze farmacologicamente attive e additivi destinati all’alimentazione animale,
• sostanze indesiderabili che includono anche i contaminanti ambientali
(micotossine, diossine, melamina e altri),
• organismi geneticamente modificati (OGM).

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  • 1. News 04/SA/2016 Lunedì, 25 Gennaio 2016 Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi Nella settimana n.4 del 2016 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 49 ( 5 quelle inviate dal Ministero della salute italiano). L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende un caso la presenza di frammenti di vetro in riso Carnaroli dall'Italia. Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: aflatossine in arachidi in guscio provenienti dall'Egitto; mercurio in alimenti per animali domestici (tonno con orate) dalla Thailandia ; operatore non autorizzato (operatore è stato sospeso il 2016/12/16 dalle autorità tunisine) per diversi tipi di pesce dalla Tunisia utilizzati come materiale a contatto con alimenti. Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, la Svezia segnala Salmonella Senftenberg in torta di girasole biologico Infezioni dei polli: Campylobacter presente in sette allevamenti su dieci. Le nuove tecniche di monitoraggio. Con sei miliardi di esemplari consumati ogni anno nel mondo, la carne di pollo è di gran lunga la più amata. L’incremento del consumo favorisce la crescita delle infezioni negli allevamenti industriali e, in particolare, quella da Campylobacter, batterio la cui presenza è segnalata quasi ovunque (secondo alcune stime in non
  • 2. meno di sette allevamenti su dieci). Questo batterio è molto aggressivo, causa tossinfezioni a volte gravi ed esistono pochi strumenti realmente efficaci e innocui per l’uomo. Uno studio condotto dagli zoologi dell’Università di Oxford e pubblicato sui Proceedings of the Royal Society B, propone una soluzione che potrebbe rivelarsi molto utile. Secondo l’autrice, Frances Colles “I sistemi usati finora ricorrono ai prelievi e a controlli a campione, ma è evidente che questo non basta. Abbiamo osservato il comportamento degli animali infettati, e notato che è differente da quello dei polli sani. Per questo abbiamo deciso di verificare se un sistema di analisi delle immagini dei movimenti nei diversi momenti della giornata e del ciclo vitale potesse essere efficace per individuare gli animali malati”. Quando un pollo o una gallina sono colpiti da un’infezione da Campylobacter tende a muoversi di meno e a fare movimenti poco regolari. Per verificare l’ipotesi, la zoologa ha analizzato le immagini rilevate in 31 allevamenti industriali, elaborate tramite un software messo a punto a questo scopo, e ha raccolto le feci dei polli sotto osservazione, per verificare la presenza del batterio a diverse età: 21, 28 e 35 giorni. Frances Colles ha così dimostrato che il metodo ottico, oltre a non essere invasivo e nemmeno costoso, consente di individuare gli animali malati già a dieci giorni di vita, cioè in uno stadio molto precoce rispetto ai sistemi tradizionali di monitoraggio delle infezioni. Non si può dire se le alterazioni del movimento siano dovute al Campylobacter o se gli animali si muovano male perché stanno in un ambiente poco sano, dove è anche più facile contrarre infezioni. La corrispondenza sembra esserci e il sistema potrebbe funzionare, permettendo così anche a polli e galline di godere di un maggiore benessere e di vivere una vita più sana. Anche i polli di fattoria hanno i loro problemi per quanto riguarda parassiti e batteri, anche se si tratta di ospiti meno pericolosi rispetto a quelli presenti negli allevamenti industriali. Uno studio pubblicato negli stessi giorni sul Journal of Medical Etomology dai ricercatori dell’Università della California di Riverside, fornisce un quadro abbastanza insolito della situazione campestre, che toglie molta poesia all’immagine della sana vita di campagna. Analizzando cento animali di 21 fattorie del Sud della California, gli autori hanno scoperto che più dell’80% aveva una delle sei diverse specie di pidocchi, che il 20% ospitava vari tipi di moscerini e molti avevano degli acari. Probabilmente ciò accade per il contatto con il terreno. I ricercatori hanno però precisato che non si tratta di insetti pericolosi per l’uomo, a meno che non diventino veicoli di altre infezioni. Tuttavia, sarebbe bene prevenire i contatti e adottare, misure per ridurre la carica di parassiti attraverso il controllo sistematico e
  • 3. l’isolamento, ricorrendo solo in casi estremi agli insetticidi. Il dato più stupefacente è la scarsa consapevolezza degli allevatori che ignorano il problema tanto che quasi nessuno adotta misure preventive. (Articolo di Agnese Codignola) Fonte: ilfattoalimentare.it Thermos con amianto ritirato dal mercato. Ennesimo caso segnalato dal Ministero della salute. È scattata una nuova segnalazione di allerta da parte del Ministero della salute per la presenza sul mercato di thermos cinesi con amianto. Dopo i numerosi casi registrati nel 2014 e nel 2015 di cui si era già occupato Il Fatto Alimentare, un altro prodotto è stato scoperto dai Nas di Treviso nel punto vendita M.P. Market via Vecellio 71/1 di Belluno. Le forze dell’ordine hanno sequestrato una partita di thermos con una capacità di 1,4 litri, con esterno in plastica, e manico superiore a secchiello (vedi foto a lato) destinata a contenere alimenti. L’oggetto riporta la marca DayDays e codice a barre numero: 8301182614705 ed è stato importato dalla Cina dalla società INTE di Padova. Le analisi effettuate mediante microscopia elettronica a scansione (SEM) eseguite dall’Arpa (Agenzia Regionale Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto del Dipartimento Provinciale di Verona), hanno evidenziato la presenza di piccoli corpi di forma cilindrica di colorazione grigio biancastra costituiti da materiale fibroso compresso di amianto crisotilo posti nell’intercapedine del doppio involucro in vetro dei thermos, con funzione di distanziatori. Il pericolo per i consumatori è di tipo chimico, perché nel caso di rottura potrebbero liberarsi fibre di amianto (cancerogene per inalazione classe 1 IARC). Il Ministero della Salute ha disposto il ritiro del thermos e ricorda che in Italia l’importazione, la commercializzazione, nonché la produzione e l’esportazione di prodotti con amianto è vietata dal 1994 alla luce di quanto previsto dalla legge 257/92. (Articolo di Valeria Nardi) Fonte:ilfattoalimentare.it
  • 4. Cozze a rischio: i più importanti depuratori naturali del mare sono in via di estinzione. Ecco quali sono le minacce. Le cozze costituiscono il 90% della biomassa dei fondali, e filtrano ogni giorno fino a 40 litri di acqua, svolgendo un insostituibile ruolo di purificazione. Purtroppo sono a serio rischio estinzione, anche pochi se ne rendono conto. Questo accade perché le rilevazioni fatte sino ad ora hanno sempre riguardato piccoli tratti di mare e non l’insieme dei mari europei. Un team internazionale di ricercatori provenienti da 26 paesi ha iniziato la prima mappatura della presenza di cozze e dallo studio è emerso un quadro allarmante. Come sottolineato su Biological Reviews, i molluschi marini sono tra le specie più minacciate del mondo, ed è urgente porre un rimedio a quella che potrebbe essere la catastrofe dell’ecosistema marino e non solo. Gli autori, con il doppio coordinamento delle università di Monaco, in Germania, e di Porto, in Portogallo, hanno iniziato a verificare la situazione di 16 diverse specie, rispondendo a 5 domande: •Da dove deriva la specie ? •Quanto è grande lo stock? •Esistono collegamenti tra le specie? •Quali sono i loro habitat di elezione? •Quali sono le principali minacce alla sopravvivenza? In base ai dati raccolti, la situazione sembra essere molto diversa, tra nord e sud Europa. Se nel Mediterraneo c’è una maggiore diversità, con più specie presenti (anche se alcune di esse si trovano in profondità), nel nord gli insediamenti hanno dimensioni maggiori, e le popolazioni sono quindi meno a rischio (relativamente), ma la varietà è minore. Esistono poi molte specie localizzate in certi bacini con esigenze particolari legate all’alimentazione dei molluschi, alle specie predate, alle temperature e alle salinità delle acque e alla capacità di sopravvivere in condizioni più o meno stringenti. Gli autori hanno poi sintetizzato le minacce alla sopravvivenza in sette punti: La presenza di sbarramenti, chiuse e dighe La pesca delle perle (in alcune specie) L’inquinamento e la fertilizzazione eccessiva La scomparsa degli habitat naturali La presenza di specie invasive L’estrazione delle acque e i mutamenti climatici Fattori di stress al momento non noti
  • 5. Per cercare di fermare il declino, i ricercatori auspicano che il lavoro intrapreso sia portato avanti e intensificato, e che siano stilati degli obbiettivi di conservazione, soprattutto per le specie più importanti dal punto di vista dell’ecosistema e per gli stock già depauperati del 90%. Un’attenzione particolare va posta alle specie di pesci di cui si cibano i molluschi, perché se le prime sono in declino, anche i molluschi diminuiscono, e questo va tenuto presente anche se si tratta di pesci con scarsissimo valore commerciale non essendo consumate dall’uomo. In ogni caso bisogna intervenire per salvare le cozze che svolgono una funzione molto preziosa, e anche dal punto di vista nutrizionale rappresentano un componente importante della dieta mediterranea. (Articolo di Agnese Codignola) Fonte: ilfattoalimentare.it Rapporto sui controlli ufficiali nel settore dell’alimentazione animale 2014. Filiera dei mangimi: il Ministero della Salute ha pubblicato il rapporto con I controlli ufficiali effettuati nell’anno 2014: i risultati sono positivi, con il 99,37% dei mangimi risultati conformi alle analisi di laboratorio. E’ il terzo ed ultimo anno di applicazione del Piano Nazionale Alimentazione Animale 2012 – 2013 - 2014, con l’obiettivo primario quello di assicurare i controlli ufficiali, come previsto dalla cornice normativa comunitaria. I controlli, coordinati su tutto il territorio nazionale dal Ministero della Salute, sono stati svolti dai Servizi Veterinari delle AA.SS.LL. coordinati dai Servizi Veterinari Regionali e dalle Autorità Competenti dei PIF (Posti Ispezione Frontaliera) e degli UVAC (Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari). Nel 2014 sono state effettuate 32.039 ispezioni presso gli operatori del settore dei mangimi con 1.158 casi di non conformità strutturali o manageriali- relative quindi alla carente gestione e organizzazione più che ai mangimi in quanto tali. L’attività di campionamento sulle matrici mangimistiche vere e proprie ha portato a 69 non conformità, pari allo 0,63% del totale su 10.923 campioni. Si registra un aumento percentuale del numero di sanzioni amministrative comminate, espressione di efficienza ed efficacia dell’attività di controllo ufficiale svolta dai Servizi Veterinari italiani, mentre un lieve calo delle denunce (0,6% contro lo 0,7% dell’anno precedente). Sui campioni viene effettuata la ricerca di: • proteine animali trasformate non ammesse nei mangimi, • Salmonella spp.,
  • 6. • sostanze farmacologicamente attive e additivi destinati all’alimentazione animale, • sostanze indesiderabili che includono anche i contaminanti ambientali (micotossine, diossine, melamina e altri), • organismi geneticamente modificati (OGM).
  • 7. • sostanze farmacologicamente attive e additivi destinati all’alimentazione animale, • sostanze indesiderabili che includono anche i contaminanti ambientali (micotossine, diossine, melamina e altri), • organismi geneticamente modificati (OGM).