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secondo  l’art. 5 del nuovo Codice Deontologico  “ il medico è tenuto a considerare l’ambiente quale fondamentale determinante della salute dei cittadini”   il decreto 502/1992  preveda “l’integrazione fra politiche sanitarie e politiche ambientali e  l’esercizio da parte dei medici della sorveglianza epidemiologica e della comunicazione del rischio  per la partecipazione delle comunità alla tutela della salute e dell’ambiente”.
In base alle modalità della loro produzione gli inquinanti si possono  suddividere in:  •  inquinanti primari:  quelli che vengono direttamente immessi nell’atmosfera tal  quali sia a causa di processi umani che naturali;  •  inquinanti secondari:  quelli che si formano per reazioni chimico fisiche tra gli inquinanti primari stessi o con l’atmosfera attivati o meno dall’energia solare;  reazioni fotochimiche  NO 2  O 3  NO radicali liberi  ====  NO, O 3  rad. solare, O 2  rad. solare, NO 2,  O 2  O 3 + + + +  Idrocarburi, HC+  ossidazioni  H 2 SO 4  NO 2 ==  O 2 , H 2 O O 2 , O 3 + +  SO 2 , H 2 S, part. atmosf. NO  reazione acido base  particelle saline (NH 4 ) 2 SO 4 =  particelle basiche H 2 SO 4 + +  gas acidi NH 3 Tipo reazione  Inquinanti secondari  Componenti in atmosfera  Inquinanti primari
Valori indicativi degli effetti dell SO2 sull'uomo Valori indicativi degli effetti del NO sull'uomo 1-2  livello di necrosi  0.3  livello danni cronici vegetazione sensibile  0.15  livello di soglia inizio danni  Principali effetti sulla vegetazione  0.2 ppm  1.6  fenomeni di broncocostrizione  1.0  primi effetti sanitari  0.3  livello di soglia di presenza avvertibile  Conc. Troposferica Media  Principali effetti sull’uomo  ppm  100  problemi di respirazione edemi polmonari  ppm  15  irritazioni delle mucose e degli occhi  trascurabile  ppm  0.12  presenza avvertibile  Con. Troposferica Media  Principali effetti sull’uomo
I più significativi inquinanti organici in atmosfera Metalli ppm  0.01-0.2  aromatici policiclici  ppm  0.03-0.15  benzene, toluene, etil-benzene, xilene  ppm  0.005-0.05  propilene  ppm  0.015-0.25  acetilene  ppm  0.012-0.25  etilene  ppm  0.1-0.7  n-pentano, isopentano  ppm  0.1-0.75  n-butano, isobutano  ppm  0.05-0.40  propano  ppm  0.05-0.50  etano  Totale sost. organiche  1.0 - 3.0 ppm  ppm  1.6 - 10  metano  Conc. Troposf. Media  Concentrazione indicativa in zone urbane  danni al cervello, convulsioni  Benzina super  Piombo  sospetto malattie cardiovascolari, ipertensione  carbone, lavorazione zinco  Cadmio  danno sistema nervoso , a volte morte  carbone, pile  Mercurio  può causare cancro  carbone, petrolio  Arsenico  non tossico se non sotto forma di borani  carbone, vetrerie, ceramiche  Boro  cancro polmonare  nafta, olii, acciaio, leghe  Nichel  Effetto  Fonte Principale  Metallo
Ozono Particolato Classificazione del particolato •  PM10 particolato con diametro aerodinamico <10 μm •  PM2.5 particolato con diametro aerodinamico <2.5 μm •  PM0.1 particolato con diametro aerodinamico <0.1 μm ppm  9  edema polmonare (2h di esposiz.)  ppm  1-3  mancanza di coordinazione (2h di esposiz.)  ppm  0.1  secchezza delle fauci  40 a 160 mg/m3  ppm  0.05  presenza avvertibile  Conc. Troposf. Media  Principali effetti sull’uomo  praticamente derivanti dai soli processi di combustione  Ø < 0.1 μm  0.1 μm < Ø< 0.5 μm  possibili depositi alveolari  combustione e aerosol fotochimici  0.5 μm < Ø< 1 μm  1 μm < Ø < 5 μm  depositi a livello dei bronchioli  tipi di terrreno, determinate combustioni, alcuni sali marini  5 μm < Ø < 10 μm  processi meccanici, es. Erosione vento  Ø > 10 μm  fermate dal naso e dalla bocca  Provenienza  Diametro  Effetto
INQUINAMENTO DA PARTICOLATO  MORTALITA’ PM 2.5: effetti cardiovascolari •  Per ogni aumento di esposizione di 10 microg./m3 di PM 2.5 •  Aumento decessi del: •  76% per cause cardiovascolari (infarti ) •  83% per ictus The N. En J Med, 2.2007,vol 356:447- 458:Miller: non c'è nessun filtro in grado di fermare le polveri di dimensione inferiore a PM 2,5 !!!
la diffusione degli inquinanti:  dai camini....ai polmoni, alla tavola...                                      
        Comprendono  Diossine, PCB, Arsenico e Mercurio , sono  Persistenti  a lungo nell’organismo dove svolgono la loro azione di  Endocrin Disruptors ( distruttori Endocrini)  con aumento di disturbi ormonali, diabete, patologie cerebrovascolari, ischemie cardiache, tosse, bronchiti, allergie, malformazioni congenite. Sono soggetti a  Bioaccumulo  e  Bioamplificazione - Liposolubili-Spesso tossici     l’effetto dannoso avviene a causa della loro sommazione e persistenza nell’organismo.       Il Progetto REACH: iniziato dal Parlamento Europeo per costringere le industrie a testare a loro spese 30000 sostanze di uso comune e a fornire i dati.  Il REACH è stato attaccato in modo così violento dalle lobby dell’industria europea ed americana che da 30000 sostanze si è scesi a 500 e poi a 50. Sarà tanto se si riuscirà a testarne una decina. POPs Persistent Organic Pollutants (Contaminanti Organici Persistenti)
        l’assunzione di PCB e diossine nell’uomo avviene  per il 95% attraverso la catena alimentare . Queste sostanze fortemente liposolubili, si accumulano nel tessuto adiposo, quindi in cibi quali:  carne, pesce, latte, latticini, compreso il latte materno  dove si concentrano maggiormente. Il loro bioaccumulo aumenta risalendo la catena alimentare ai livelli superiori (l’uomo è l’animale al vertice della catena), grazie alla loro lunga emivita, circa 9 anni nell’essere vivente, e alla loro  lunghissima persistenza nei suoli  (tab 4).          Tabella 4: Tempi di emivita delle diossine in vari substrati          (Modificato da Paustenbach et. al. 1992)       In Olanda, Francia, Belgio, Spagna e Italia segnalati  vari casi di contaminazione del latte  in varie aziende….per cui  Decreto legislativo 228 del 18.05.2000 : “non sono idonee ad ospitare inceneritori zone agricole caratterizzate per qualità e tipicità dei prodotti. In toscana campagne di mobilitazione per escludere le zone poste in prossimità di trafficati snodi autostradali.   BIOACCUMULO DELLE DIOSSINE E PCB       Tempi di Persistenza delle Diossine  Emivita nel tessuto adiposo umano  7-12 anni  Emivita sulla superficie del suolo  9-15 anni  Emivita sotto la superficie del suolo  25-100 anni
 
 
Adulti:   1.2-3.0 pg TEQ/ Kg/ giorno   Bambini : 2-4 volte più degli Adulti   Neonati:   Fino a 160 pg/ TEQ/ Kg/ giorno   Confronti-  TDI 2 pg./ Kg/ giorno anche nel cordone  ombelicale E soprattutto nel latte materno! Effetti delle Diossine   -  Sulla Pelle e sul Fegato   -  Soppressione Immunitaria   -  Effetti Teratogeni e sul sistema riproduttivo   -  Effetti sul Comportamento   -          Cancro   ESPOSIZIONE
INCIDENZA DEI  TUMORI INFANTILI  IN ITALIA 1988-2002 Rapporto AIRTUM 2008 INCREMENTO ANNUO DI CANCRO  NELL’INFANZIA USA:  + 0.6 EUROPA:  + 1.1 ITALIA:  +2.0 1° ANNO DI VITA:  +3.2
La rilevazione delle emissioni degli impianti nei fumi e nell’aria   (trascurando gli effetti dei bioaccumuli, della moltiplicazione della tossicità per le interazioni tra esse, della persistenza nei tessuti degli inquinanti, della mancanza di dati sulla maggioranza delle sostanze prodotte) fornisce dati assolutamente insufficienti   per definire l’impatto di  tali emissioni sulla salute I veri indicatori diventano allora i Marcatori Biologici   (biodiversità licheniche, i controlli nei vegetali , nel cibo, negli animali),  Le rilevazione nell’ambiente Aereo, nel Latte Materno, nel Sangue   e ancor di più   i Dati Epidemiologici rilevati in Coorti di Residenti   correlati ai livelli di concentrazione nell’aria degli inquinanti e alla distribuzione geografica rispetto agli impianti  QUALI INDICATORI  DI IMPATTO SULLA SALUTE?
La normativa esistente non indica con chiarezza chi deve controllare il funzionamento dell’impianto.  Il passaggio   di competenze in materia   dalle ASL alle ARPA , ha lasciato un vuoto istituzionale non ancora colmato. Le ARPA, infatti, non possiedono né i mezzi, né i finanziamenti per eseguire i controlli delle emissioni a camino, che dovrebbero essere di loro competenza.  Le amministrazioni Provinciali , cui spetterebbe  il controllo sui terreni  circostanti  gli impianti, non risulta che li eseguano con regolarità per gli stessi motivi.  Nessuna normativa su studi clinici e biologici. Gli unici dati a disposizione, sono quelli in continuo su singole sostanze: So2, No2, PM 10. I dati sulle emissioni e sugli impianti qualche determinazione annua di poche ore, forniti spesso con autocertificazione dai gestori dell’impianto, rilevati e gestiti con prelievi programmati, nelle condizioni ottimali di funzionamento  QUALI CONTROLLI?
COORTE DEI RESIDENTI : SUDDIVISIONE IN 5 ANELLI CONCENTRICI E IN BASE ALL’ ESPOSIZIONE A METALLI PESANTI E DISLOCAZIONE CENTRALINE
La residenza nella Zona D produce un eccesso pb sensibile (14%) (Tab.4) che si rafforza per coloro che hanno risieduto per più di 30 anni nella stessa area (27%) (Tab.6).  si ritiene che il dato relativo all’eccesso nella prevalenza di anemia autoriferita osservato nella popolazione della Zona D durante lo studio portato a termine nel 1999(1), sia confermato Figura 1 – Distribuzione geografica delle abitazione e delle  potenziali fonti di inquinamento all’interno della zona sud-orientale del Comune di La Spezia (Zona D). - Siti di discarica di rifiuti solidi urbani: A) Sistemi Ambientali (SA); B–H) altri siti di discarica. - Istallazioni industriali: I) impianto per la lavorazione di metalli pesanti (PBO); L) cantieri navali; M) fabbriche e centrale a carbone Enel. - Località: Pagliari (PA), S.Bartolomeo (SB), Ruffino (RU), Pitelli (PI). - : direzione dei venti prevalenti. Figura 2 –  Distribuzione geografica dell’inquinamento da Pb  all’interno del Comune di La Spezia. La Zona D è indicata dal cerchio. La scala è espressa in mg di Pb per g di peso secco di licheni (ppm). (Modificato da: AA.VV. La Città e l’ENEL. Atti del Convegno, Lerici, 1994). Inquinamento da Piombo ed Effetti Sanitari nella Zona Sud-Orientale del Comune di La Spezia.  ( 2001) 1) Servizio di Epidemiologia Ambientale, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Genova 2) Servizio di Epidemiologia, ASL “Città di Milano”, Milano 3) Servizio di Igiene Pubblica, ASL 12 “Versilia”, Viareggio 4) Laboratorio di Biotossicologia, ARPAL, La Spezia
 
 
Proprietà  Emissioni  Quote assegnate  Differenza 2007 1) CENT. TERMOELETTRICA DI BRINDISI SUD Enel  14.198.000  13.417.000  +  781.000 2) STABILIMENTO ILVA DI TARANTO Ilva  10.620.000  8.990.000  + 1.630.000 3) CENT. TERMOELETTRICA DI TARANTO Edison  9.502.000  8.507.000  +  995.000 4) RAFFINERIE SARAS DI SARROCH Saras  6.259.000  6.160.000  +  99.000 5) CENT. TERMOEL. DI MONTALTO DI CASTRO Enel  4.582.000  729.000  + 3 .853.000 6) CENT. TERMOEL. DI FIUMESANTO Endesa Italia  4.314.000  3.615.000  +  699.000 7) CENT. TERMOEL. DI FUSINA Enel  4.246.000  4.750.000  -  504.000 8) RAFFINERIA DI GELA Eni  3.875.000  3.652.000  +  223.000 9) CENT. TERMOEL. DI VADO LIGURE Tirreno Power  3.824.000  3.289.000  +  535.000 10) CENT. TERMOELETTRICA DI LA SPEZIA Enel  3.665.000  3.407.000  +  258.000 11) CENT. TERMOEL. DI S. FILIPPO DEL MELA Edipower  3.341.000  1.357.000  +  1.984.000 12) CENT. TERMOEL. DI MONFALCONE Endesa Italia  2.992.000  2.244.000  +  748.000 13) STABILIMENTO DI FERRERA ERBOGNONE Enipower 2.964.000  2.750.000  +  214.000 14) CENT. TERMOEL. DI BRINDISI NORD Edipower  2.925.000  3.174.000  -  249.000  15) CENT. TERMOEL. DI TORREVALDALIGA SUD Tirreno Power 2.790.000  1.608.000  + 1.182.000 Fonte: Elaborazione Greenpeace su dati Registro europeo CITL e Registro italiano GRETA, aggiornati al 07/07/2008 EMISSIONI DI CO2 NEL 2007 I 15 IMPIANTI PIÙ INQUINANTI IN ITALIA - dati in tonnellate di CO2 -
Biomonitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico in Liguria Campagna 2000 Giordani et al.- 2002 Environmental Pollution
CENTRALE A CARBONE DI VADO QUINTILIANO ( SAVONA ) Dr. Paolo Franceschi- pneumologo Isde –febbraio 2007
 
 
 
Figura 9. Tasso di ricovero per BPCO  (50-74 anni). Liguria 2005-2007
            -23,09 -35,61 120,54 143,97 92,71 R06 ANTISTAMINICI PER USO SISTEMICO 2,43 -6,16 475,52 519,04 487,08 R03 FARMACI PER DISTURBI OSTRUTTIVI 45,58 -27,20 0,01 0,03 0,02 R02 PREPARATI PER IL CAVO FARINGEO 11,03 -2,10 0,21 0,24 0,23 R01 PREPARATI RINOLOGICI                         8,64 4,32 657,58 684,79 714,38 C10 SOSTANZE MODIFICATRICI DEI LIPIDI 14,67 0,44 2.396,61 2.736,00 2.748,10 C09 SOST. AD AZ. SUL SIST. RENINA-ANGIOT. 20,19 3,84 738,06 854,25 887,08 C08 CALCIO-ANTAGONISTI 15,82 -1,83 490,99 579,26 568,65 C07 BETABLOCCANTI 52,46 0,93 0,35 0,53 0,54 C05 VASOPROTETTORI 25,49 2,50 0,15 0,19 0,19 C04 VASODILATATORI PERIFERICI -2,17 5,68 401,03 371,25 392,34 C03 DIURETICI 16,73 -1,45 117,43 139,09 137,07 C02 ANTIPERTENSIVI 5,30 16,40 402,51 364,12 423,83 C01 TERAPIA CARDIACA Variaz% 2009 DDD ASL5/Italia Variaz% 2009 DDDASL5/Liguria DDD x 1000 AB. RES. DIE ANNO 2009 Italia DDD x 1000 AB. RES. DIE ANNO 2009 Liguria DDD x 1000 AB. RES. DIE ANNO 2009 ASL5 ATC
GLI IMPIANTI DI TERMOVALORIZZAZIONE DI RSU:  ASPETTI TECNOLOGICI ED IMPATTO SULLA SALUTE
Nel complesso, vengono evidenziati con una certa riproducibilità rischi significativi per i tumori polmonari, i sarcomi dei tessuti molli, i linfomi non Hodgkin e le leucemie infantili I risultati sono contraddittori per i tumori laringei ed epatici  e non conclusivi per le malattie respiratorie e non tumorali STUDI EPIDEMIOLOGICI RELATIVI A POPOLAZIONI RESIDENTI IN PROSSIMITA’ DI INCENERITORI (FRANCHINI et al. 2004) 46 studi pubblicati fra il 1987 e il 2003,  di cui 11 sul rischio per i lavoratori  
Emissioni NO2 envisat: sistema satellitare di rilevazione
I TUMORI NELLE DONNE IT  ALIANE  Rapporto AIRTUM 2008
COORTE DEI RESIDENTI : SUDDIVISIONE IN 5 ANELLI CONCENTRICI E IN BASE ALL’ ESPOSIZIONE A METALLI PESANTI E DISLOCAZIONE CENTRALINE
    http://www.governo.it/ GovernoInforma /Dossier/rifiuti_piano_salute/ index . html         “ Gli impianti di incenerimento e termovalorizzazione (quale quello che entrerà in funzione ad Acerra) sono costruiti secondo le moderne tecnologie e non rappresentano un rischio aggiuntivo per la salute delle popolazioni residenti nelle aree circostanti. Il loro impatto ambientale è paragonabile a quello conseguente a normali situazioni di traffico urbano”   
http:// ec.europa.eu / environment / dioxin / pdf /stage2/volume_3.pdf    
 
      ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
      Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR) Una parte consistente di rifiuti può essere recuperata come Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR),  formato dalla frazione secca, in particolare carta e plastica : i materiali che producono più calore quando vengono bruciati. Il calore prodotto viene misurato in genere sul materiale tal quale con la sua umidità, e in tal caso si chiama Potere Calorifico Inferiore (PCI).   Direttive Comunitarie All’interno di un “sistema integrato” di smaltimento dei rifiuti, prevedono la possibilità di un  recupero energetico (Incenerimento) della sola parte residua non riciclabile e solo se sono state rispettate le priorità  (anche quantitative) della riduzione del rifiuto e della raccolta differenziata (direttiva 2001/77/CEE). Solo la parte organica del rifiuto è fonte rinnovabile. Nel dicembre 2008 la CEE ribadisce tali priorità ponendo solo all’ultimo posto il recupero energetico.   CIP 6 Provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi numero 6 del 29 aprile 1992 che fissa un contributo molto alto per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate: 293 £/Kwh. Dalla legge delega italiana  nel 2004 il CDRQ  ( che il decreto Ronchi aveva normato nel ’97)  formato dalla frazione secca di qualsiasi origine, urbana, industriale, speciale, viene classificato fonte rinnovabile e assimilabile e non più rifiuto ,  acquisendo così tali incentivi economici , pagati ovviamente dai contribuenti. Si calcola che da allora l’82% di quanto poteva e potrebbe essere destinato alle fonti rinnovabili (solare, eolico, fotovoltaico ecc.) sia andato verso l’incenerimento di RSU. Nel dicembre 2005 la Comunità Europea deferisce l’Italia  per tale motivo. Riconfermata tale normativa nel 2006 la Corte di Giustizia sanziona una penale all’Italia per tale illegalità, che si aggiunge da allora ogni anno al costo che paghiamo per l’energia elettrica.  Nel 2007 l’allora ministro Pecoraro Scanio blocca la normativa, ma nel maggio 2008 il decreto per “l’emergenza campania” modifica nuovamente il T.U .  per le centrali di Acerrra, Santa Maria La Fossa e Salerno…..ma tutte quelle che avevano iniziato la procedura precedentemente al 2007 usufruiscono di tali disposizioni, anche fuori dal territorio campano.  Esempio Campania : Cip6 per CDR prodotto in un anno con tutti i rifiuti= 113.25 milioni di euro, in 8 anni per metà dei rifiuti= 453 milioni di euro         IL CDR…ED OLTRE
• Enel–Centrale Termoelettrica di Fusina–Impianto utilizzatore • Venezia Servizi Territoriali e Ambientali –Produttore CDR • Azienda Consortile Miranese–Produttore CDR • Attivitàmonitorata da un gruppo tecnico di controllo insediato allo scopo (Regione Veneto, Provincia Venezia, ARPAV, ULLS, ISS   ) Premessa Iniziativa promossa tramite protocollo d’intesa ed accordo di programma tra Regione Veneto -Provincia di Venezia -Comune di Venezia –Enel del 1998 Impianto CDR: risultati della prima fase di sperimentazione • Aumento della concentrazione di HF non legata all’impiego del CDR ma per malfunzionamenti interni all’impianto • Aumento della concentrazione dell’HCl con l’incremento della quota CDR Aumento concentrazione PCDD/DF non lineare con la quota CDR e di un ordine di grandezza al di sotto dei limiti di legge Impianto CDR: risultati della seconda fase di sperimentazione • Superate le carenze di funzionamento e di affidabilità. Con le seguenti precisazioni : • Concentrazione di HF non più critica in seguito a manutenzione componenti linea fumi • Confermato aumento della concentrazione dell’HClcon l’incremento della quota CDR • Confermato aumento concentrazione PCDD/DF non lineare con la quota CDR e di un ordine di grandezza al di sotto dei limiti di legge • Le contenute emissioni di macro e microinquinanti confermano la idoneità di entrambi i gruppi alla co-combustioneCDR-carbone   Aziende coinvolte nell’iniziativa  L’ESPERIENZA DI FUSINA
 
Principio di Precauzione trova applicazione qualora i dati scientifici siano insufficienti, inconcludenti o incerti” (Earth Summit 1992, art. 15) “  Si richiama il Principio di Precauzione in tutte le situazioni in cui si identifichi un rischio ma non vi sono prove scientifiche sufficienti a dimostrarne la presenza o l’assenza” ( Costituzione Europea, art. 111-233) Fondamentale ribadire che: IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE NON SI BASA SULLA DISPONIBILITA’ DI DATI CHE PROVINO LA PRESENZA DI UN RISCHIO BENSI’ SULLA MANCANZA DI DATI CHE GARANTISCANO L’ASSENZA DI TALE RISCHIO IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE

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Presentazione inquinamento e salute

  • 1. secondo l’art. 5 del nuovo Codice Deontologico “ il medico è tenuto a considerare l’ambiente quale fondamentale determinante della salute dei cittadini” il decreto 502/1992 preveda “l’integrazione fra politiche sanitarie e politiche ambientali e l’esercizio da parte dei medici della sorveglianza epidemiologica e della comunicazione del rischio per la partecipazione delle comunità alla tutela della salute e dell’ambiente”.
  • 2. In base alle modalità della loro produzione gli inquinanti si possono suddividere in: • inquinanti primari: quelli che vengono direttamente immessi nell’atmosfera tal quali sia a causa di processi umani che naturali; • inquinanti secondari: quelli che si formano per reazioni chimico fisiche tra gli inquinanti primari stessi o con l’atmosfera attivati o meno dall’energia solare; reazioni fotochimiche NO 2 O 3 NO radicali liberi ==== NO, O 3 rad. solare, O 2 rad. solare, NO 2, O 2 O 3 + + + + Idrocarburi, HC+ ossidazioni H 2 SO 4 NO 2 == O 2 , H 2 O O 2 , O 3 + + SO 2 , H 2 S, part. atmosf. NO reazione acido base particelle saline (NH 4 ) 2 SO 4 = particelle basiche H 2 SO 4 + + gas acidi NH 3 Tipo reazione Inquinanti secondari Componenti in atmosfera Inquinanti primari
  • 3. Valori indicativi degli effetti dell SO2 sull'uomo Valori indicativi degli effetti del NO sull'uomo 1-2 livello di necrosi 0.3 livello danni cronici vegetazione sensibile 0.15 livello di soglia inizio danni Principali effetti sulla vegetazione 0.2 ppm 1.6 fenomeni di broncocostrizione 1.0 primi effetti sanitari 0.3 livello di soglia di presenza avvertibile Conc. Troposferica Media Principali effetti sull’uomo ppm 100 problemi di respirazione edemi polmonari ppm 15 irritazioni delle mucose e degli occhi trascurabile ppm 0.12 presenza avvertibile Con. Troposferica Media Principali effetti sull’uomo
  • 4. I più significativi inquinanti organici in atmosfera Metalli ppm 0.01-0.2 aromatici policiclici ppm 0.03-0.15 benzene, toluene, etil-benzene, xilene ppm 0.005-0.05 propilene ppm 0.015-0.25 acetilene ppm 0.012-0.25 etilene ppm 0.1-0.7 n-pentano, isopentano ppm 0.1-0.75 n-butano, isobutano ppm 0.05-0.40 propano ppm 0.05-0.50 etano Totale sost. organiche 1.0 - 3.0 ppm ppm 1.6 - 10 metano Conc. Troposf. Media Concentrazione indicativa in zone urbane danni al cervello, convulsioni Benzina super Piombo sospetto malattie cardiovascolari, ipertensione carbone, lavorazione zinco Cadmio danno sistema nervoso , a volte morte carbone, pile Mercurio può causare cancro carbone, petrolio Arsenico non tossico se non sotto forma di borani carbone, vetrerie, ceramiche Boro cancro polmonare nafta, olii, acciaio, leghe Nichel Effetto Fonte Principale Metallo
  • 5. Ozono Particolato Classificazione del particolato • PM10 particolato con diametro aerodinamico <10 μm • PM2.5 particolato con diametro aerodinamico <2.5 μm • PM0.1 particolato con diametro aerodinamico <0.1 μm ppm 9 edema polmonare (2h di esposiz.) ppm 1-3 mancanza di coordinazione (2h di esposiz.) ppm 0.1 secchezza delle fauci 40 a 160 mg/m3 ppm 0.05 presenza avvertibile Conc. Troposf. Media Principali effetti sull’uomo praticamente derivanti dai soli processi di combustione Ø < 0.1 μm 0.1 μm < Ø< 0.5 μm possibili depositi alveolari combustione e aerosol fotochimici 0.5 μm < Ø< 1 μm 1 μm < Ø < 5 μm depositi a livello dei bronchioli tipi di terrreno, determinate combustioni, alcuni sali marini 5 μm < Ø < 10 μm processi meccanici, es. Erosione vento Ø > 10 μm fermate dal naso e dalla bocca Provenienza Diametro Effetto
  • 6. INQUINAMENTO DA PARTICOLATO MORTALITA’ PM 2.5: effetti cardiovascolari • Per ogni aumento di esposizione di 10 microg./m3 di PM 2.5 • Aumento decessi del: • 76% per cause cardiovascolari (infarti ) • 83% per ictus The N. En J Med, 2.2007,vol 356:447- 458:Miller: non c'è nessun filtro in grado di fermare le polveri di dimensione inferiore a PM 2,5 !!!
  • 7. la diffusione degli inquinanti: dai camini....ai polmoni, alla tavola...                                      
  • 8.         Comprendono Diossine, PCB, Arsenico e Mercurio , sono Persistenti a lungo nell’organismo dove svolgono la loro azione di Endocrin Disruptors ( distruttori Endocrini) con aumento di disturbi ormonali, diabete, patologie cerebrovascolari, ischemie cardiache, tosse, bronchiti, allergie, malformazioni congenite. Sono soggetti a Bioaccumulo e Bioamplificazione - Liposolubili-Spesso tossici     l’effetto dannoso avviene a causa della loro sommazione e persistenza nell’organismo.       Il Progetto REACH: iniziato dal Parlamento Europeo per costringere le industrie a testare a loro spese 30000 sostanze di uso comune e a fornire i dati. Il REACH è stato attaccato in modo così violento dalle lobby dell’industria europea ed americana che da 30000 sostanze si è scesi a 500 e poi a 50. Sarà tanto se si riuscirà a testarne una decina. POPs Persistent Organic Pollutants (Contaminanti Organici Persistenti)
  • 9.         l’assunzione di PCB e diossine nell’uomo avviene per il 95% attraverso la catena alimentare . Queste sostanze fortemente liposolubili, si accumulano nel tessuto adiposo, quindi in cibi quali: carne, pesce, latte, latticini, compreso il latte materno dove si concentrano maggiormente. Il loro bioaccumulo aumenta risalendo la catena alimentare ai livelli superiori (l’uomo è l’animale al vertice della catena), grazie alla loro lunga emivita, circa 9 anni nell’essere vivente, e alla loro lunghissima persistenza nei suoli (tab 4).         Tabella 4: Tempi di emivita delle diossine in vari substrati         (Modificato da Paustenbach et. al. 1992)       In Olanda, Francia, Belgio, Spagna e Italia segnalati vari casi di contaminazione del latte in varie aziende….per cui Decreto legislativo 228 del 18.05.2000 : “non sono idonee ad ospitare inceneritori zone agricole caratterizzate per qualità e tipicità dei prodotti. In toscana campagne di mobilitazione per escludere le zone poste in prossimità di trafficati snodi autostradali.   BIOACCUMULO DELLE DIOSSINE E PCB       Tempi di Persistenza delle Diossine Emivita nel tessuto adiposo umano 7-12 anni Emivita sulla superficie del suolo 9-15 anni Emivita sotto la superficie del suolo 25-100 anni
  • 10.  
  • 11.  
  • 12. Adulti: 1.2-3.0 pg TEQ/ Kg/ giorno   Bambini : 2-4 volte più degli Adulti   Neonati: Fino a 160 pg/ TEQ/ Kg/ giorno   Confronti- TDI 2 pg./ Kg/ giorno anche nel cordone ombelicale E soprattutto nel latte materno! Effetti delle Diossine - Sulla Pelle e sul Fegato   - Soppressione Immunitaria   - Effetti Teratogeni e sul sistema riproduttivo   - Effetti sul Comportamento   -         Cancro   ESPOSIZIONE
  • 13. INCIDENZA DEI TUMORI INFANTILI IN ITALIA 1988-2002 Rapporto AIRTUM 2008 INCREMENTO ANNUO DI CANCRO NELL’INFANZIA USA: + 0.6 EUROPA: + 1.1 ITALIA: +2.0 1° ANNO DI VITA: +3.2
  • 14. La rilevazione delle emissioni degli impianti nei fumi e nell’aria (trascurando gli effetti dei bioaccumuli, della moltiplicazione della tossicità per le interazioni tra esse, della persistenza nei tessuti degli inquinanti, della mancanza di dati sulla maggioranza delle sostanze prodotte) fornisce dati assolutamente insufficienti per definire l’impatto di tali emissioni sulla salute I veri indicatori diventano allora i Marcatori Biologici (biodiversità licheniche, i controlli nei vegetali , nel cibo, negli animali), Le rilevazione nell’ambiente Aereo, nel Latte Materno, nel Sangue e ancor di più i Dati Epidemiologici rilevati in Coorti di Residenti correlati ai livelli di concentrazione nell’aria degli inquinanti e alla distribuzione geografica rispetto agli impianti QUALI INDICATORI DI IMPATTO SULLA SALUTE?
  • 15. La normativa esistente non indica con chiarezza chi deve controllare il funzionamento dell’impianto. Il passaggio di competenze in materia dalle ASL alle ARPA , ha lasciato un vuoto istituzionale non ancora colmato. Le ARPA, infatti, non possiedono né i mezzi, né i finanziamenti per eseguire i controlli delle emissioni a camino, che dovrebbero essere di loro competenza. Le amministrazioni Provinciali , cui spetterebbe il controllo sui terreni circostanti gli impianti, non risulta che li eseguano con regolarità per gli stessi motivi. Nessuna normativa su studi clinici e biologici. Gli unici dati a disposizione, sono quelli in continuo su singole sostanze: So2, No2, PM 10. I dati sulle emissioni e sugli impianti qualche determinazione annua di poche ore, forniti spesso con autocertificazione dai gestori dell’impianto, rilevati e gestiti con prelievi programmati, nelle condizioni ottimali di funzionamento QUALI CONTROLLI?
  • 16. COORTE DEI RESIDENTI : SUDDIVISIONE IN 5 ANELLI CONCENTRICI E IN BASE ALL’ ESPOSIZIONE A METALLI PESANTI E DISLOCAZIONE CENTRALINE
  • 17. La residenza nella Zona D produce un eccesso pb sensibile (14%) (Tab.4) che si rafforza per coloro che hanno risieduto per più di 30 anni nella stessa area (27%) (Tab.6). si ritiene che il dato relativo all’eccesso nella prevalenza di anemia autoriferita osservato nella popolazione della Zona D durante lo studio portato a termine nel 1999(1), sia confermato Figura 1 – Distribuzione geografica delle abitazione e delle potenziali fonti di inquinamento all’interno della zona sud-orientale del Comune di La Spezia (Zona D). - Siti di discarica di rifiuti solidi urbani: A) Sistemi Ambientali (SA); B–H) altri siti di discarica. - Istallazioni industriali: I) impianto per la lavorazione di metalli pesanti (PBO); L) cantieri navali; M) fabbriche e centrale a carbone Enel. - Località: Pagliari (PA), S.Bartolomeo (SB), Ruffino (RU), Pitelli (PI). - : direzione dei venti prevalenti. Figura 2 – Distribuzione geografica dell’inquinamento da Pb all’interno del Comune di La Spezia. La Zona D è indicata dal cerchio. La scala è espressa in mg di Pb per g di peso secco di licheni (ppm). (Modificato da: AA.VV. La Città e l’ENEL. Atti del Convegno, Lerici, 1994). Inquinamento da Piombo ed Effetti Sanitari nella Zona Sud-Orientale del Comune di La Spezia. ( 2001) 1) Servizio di Epidemiologia Ambientale, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Genova 2) Servizio di Epidemiologia, ASL “Città di Milano”, Milano 3) Servizio di Igiene Pubblica, ASL 12 “Versilia”, Viareggio 4) Laboratorio di Biotossicologia, ARPAL, La Spezia
  • 18.  
  • 19.  
  • 20. Proprietà Emissioni Quote assegnate Differenza 2007 1) CENT. TERMOELETTRICA DI BRINDISI SUD Enel 14.198.000 13.417.000 + 781.000 2) STABILIMENTO ILVA DI TARANTO Ilva 10.620.000 8.990.000 + 1.630.000 3) CENT. TERMOELETTRICA DI TARANTO Edison 9.502.000 8.507.000 + 995.000 4) RAFFINERIE SARAS DI SARROCH Saras 6.259.000 6.160.000 + 99.000 5) CENT. TERMOEL. DI MONTALTO DI CASTRO Enel 4.582.000 729.000 + 3 .853.000 6) CENT. TERMOEL. DI FIUMESANTO Endesa Italia 4.314.000 3.615.000 + 699.000 7) CENT. TERMOEL. DI FUSINA Enel 4.246.000 4.750.000 - 504.000 8) RAFFINERIA DI GELA Eni 3.875.000 3.652.000 + 223.000 9) CENT. TERMOEL. DI VADO LIGURE Tirreno Power 3.824.000 3.289.000 + 535.000 10) CENT. TERMOELETTRICA DI LA SPEZIA Enel 3.665.000 3.407.000 + 258.000 11) CENT. TERMOEL. DI S. FILIPPO DEL MELA Edipower 3.341.000 1.357.000 + 1.984.000 12) CENT. TERMOEL. DI MONFALCONE Endesa Italia 2.992.000 2.244.000 + 748.000 13) STABILIMENTO DI FERRERA ERBOGNONE Enipower 2.964.000 2.750.000 + 214.000 14) CENT. TERMOEL. DI BRINDISI NORD Edipower 2.925.000 3.174.000 - 249.000 15) CENT. TERMOEL. DI TORREVALDALIGA SUD Tirreno Power 2.790.000 1.608.000 + 1.182.000 Fonte: Elaborazione Greenpeace su dati Registro europeo CITL e Registro italiano GRETA, aggiornati al 07/07/2008 EMISSIONI DI CO2 NEL 2007 I 15 IMPIANTI PIÙ INQUINANTI IN ITALIA - dati in tonnellate di CO2 -
  • 21. Biomonitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico in Liguria Campagna 2000 Giordani et al.- 2002 Environmental Pollution
  • 22. CENTRALE A CARBONE DI VADO QUINTILIANO ( SAVONA ) Dr. Paolo Franceschi- pneumologo Isde –febbraio 2007
  • 23.  
  • 24.  
  • 25.  
  • 26. Figura 9. Tasso di ricovero per BPCO (50-74 anni). Liguria 2005-2007
  • 27.             -23,09 -35,61 120,54 143,97 92,71 R06 ANTISTAMINICI PER USO SISTEMICO 2,43 -6,16 475,52 519,04 487,08 R03 FARMACI PER DISTURBI OSTRUTTIVI 45,58 -27,20 0,01 0,03 0,02 R02 PREPARATI PER IL CAVO FARINGEO 11,03 -2,10 0,21 0,24 0,23 R01 PREPARATI RINOLOGICI                         8,64 4,32 657,58 684,79 714,38 C10 SOSTANZE MODIFICATRICI DEI LIPIDI 14,67 0,44 2.396,61 2.736,00 2.748,10 C09 SOST. AD AZ. SUL SIST. RENINA-ANGIOT. 20,19 3,84 738,06 854,25 887,08 C08 CALCIO-ANTAGONISTI 15,82 -1,83 490,99 579,26 568,65 C07 BETABLOCCANTI 52,46 0,93 0,35 0,53 0,54 C05 VASOPROTETTORI 25,49 2,50 0,15 0,19 0,19 C04 VASODILATATORI PERIFERICI -2,17 5,68 401,03 371,25 392,34 C03 DIURETICI 16,73 -1,45 117,43 139,09 137,07 C02 ANTIPERTENSIVI 5,30 16,40 402,51 364,12 423,83 C01 TERAPIA CARDIACA Variaz% 2009 DDD ASL5/Italia Variaz% 2009 DDDASL5/Liguria DDD x 1000 AB. RES. DIE ANNO 2009 Italia DDD x 1000 AB. RES. DIE ANNO 2009 Liguria DDD x 1000 AB. RES. DIE ANNO 2009 ASL5 ATC
  • 28. GLI IMPIANTI DI TERMOVALORIZZAZIONE DI RSU: ASPETTI TECNOLOGICI ED IMPATTO SULLA SALUTE
  • 29. Nel complesso, vengono evidenziati con una certa riproducibilità rischi significativi per i tumori polmonari, i sarcomi dei tessuti molli, i linfomi non Hodgkin e le leucemie infantili I risultati sono contraddittori per i tumori laringei ed epatici e non conclusivi per le malattie respiratorie e non tumorali STUDI EPIDEMIOLOGICI RELATIVI A POPOLAZIONI RESIDENTI IN PROSSIMITA’ DI INCENERITORI (FRANCHINI et al. 2004) 46 studi pubblicati fra il 1987 e il 2003, di cui 11 sul rischio per i lavoratori  
  • 30. Emissioni NO2 envisat: sistema satellitare di rilevazione
  • 31. I TUMORI NELLE DONNE IT ALIANE Rapporto AIRTUM 2008
  • 32. COORTE DEI RESIDENTI : SUDDIVISIONE IN 5 ANELLI CONCENTRICI E IN BASE ALL’ ESPOSIZIONE A METALLI PESANTI E DISLOCAZIONE CENTRALINE
  • 33.     http://www.governo.it/ GovernoInforma /Dossier/rifiuti_piano_salute/ index . html       “ Gli impianti di incenerimento e termovalorizzazione (quale quello che entrerà in funzione ad Acerra) sono costruiti secondo le moderne tecnologie e non rappresentano un rischio aggiuntivo per la salute delle popolazioni residenti nelle aree circostanti. Il loro impatto ambientale è paragonabile a quello conseguente a normali situazioni di traffico urbano”  
  • 34. http:// ec.europa.eu / environment / dioxin / pdf /stage2/volume_3.pdf  
  • 35.  
  • 36.
  • 37.       Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR) Una parte consistente di rifiuti può essere recuperata come Combustibile Derivato dai Rifiuti (CDR), formato dalla frazione secca, in particolare carta e plastica : i materiali che producono più calore quando vengono bruciati. Il calore prodotto viene misurato in genere sul materiale tal quale con la sua umidità, e in tal caso si chiama Potere Calorifico Inferiore (PCI).   Direttive Comunitarie All’interno di un “sistema integrato” di smaltimento dei rifiuti, prevedono la possibilità di un recupero energetico (Incenerimento) della sola parte residua non riciclabile e solo se sono state rispettate le priorità (anche quantitative) della riduzione del rifiuto e della raccolta differenziata (direttiva 2001/77/CEE). Solo la parte organica del rifiuto è fonte rinnovabile. Nel dicembre 2008 la CEE ribadisce tali priorità ponendo solo all’ultimo posto il recupero energetico.   CIP 6 Provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi numero 6 del 29 aprile 1992 che fissa un contributo molto alto per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate: 293 £/Kwh. Dalla legge delega italiana nel 2004 il CDRQ ( che il decreto Ronchi aveva normato nel ’97) formato dalla frazione secca di qualsiasi origine, urbana, industriale, speciale, viene classificato fonte rinnovabile e assimilabile e non più rifiuto , acquisendo così tali incentivi economici , pagati ovviamente dai contribuenti. Si calcola che da allora l’82% di quanto poteva e potrebbe essere destinato alle fonti rinnovabili (solare, eolico, fotovoltaico ecc.) sia andato verso l’incenerimento di RSU. Nel dicembre 2005 la Comunità Europea deferisce l’Italia per tale motivo. Riconfermata tale normativa nel 2006 la Corte di Giustizia sanziona una penale all’Italia per tale illegalità, che si aggiunge da allora ogni anno al costo che paghiamo per l’energia elettrica. Nel 2007 l’allora ministro Pecoraro Scanio blocca la normativa, ma nel maggio 2008 il decreto per “l’emergenza campania” modifica nuovamente il T.U . per le centrali di Acerrra, Santa Maria La Fossa e Salerno…..ma tutte quelle che avevano iniziato la procedura precedentemente al 2007 usufruiscono di tali disposizioni, anche fuori dal territorio campano. Esempio Campania : Cip6 per CDR prodotto in un anno con tutti i rifiuti= 113.25 milioni di euro, in 8 anni per metà dei rifiuti= 453 milioni di euro         IL CDR…ED OLTRE
  • 38. • Enel–Centrale Termoelettrica di Fusina–Impianto utilizzatore • Venezia Servizi Territoriali e Ambientali –Produttore CDR • Azienda Consortile Miranese–Produttore CDR • Attivitàmonitorata da un gruppo tecnico di controllo insediato allo scopo (Regione Veneto, Provincia Venezia, ARPAV, ULLS, ISS ) Premessa Iniziativa promossa tramite protocollo d’intesa ed accordo di programma tra Regione Veneto -Provincia di Venezia -Comune di Venezia –Enel del 1998 Impianto CDR: risultati della prima fase di sperimentazione • Aumento della concentrazione di HF non legata all’impiego del CDR ma per malfunzionamenti interni all’impianto • Aumento della concentrazione dell’HCl con l’incremento della quota CDR Aumento concentrazione PCDD/DF non lineare con la quota CDR e di un ordine di grandezza al di sotto dei limiti di legge Impianto CDR: risultati della seconda fase di sperimentazione • Superate le carenze di funzionamento e di affidabilità. Con le seguenti precisazioni : • Concentrazione di HF non più critica in seguito a manutenzione componenti linea fumi • Confermato aumento della concentrazione dell’HClcon l’incremento della quota CDR • Confermato aumento concentrazione PCDD/DF non lineare con la quota CDR e di un ordine di grandezza al di sotto dei limiti di legge • Le contenute emissioni di macro e microinquinanti confermano la idoneità di entrambi i gruppi alla co-combustioneCDR-carbone Aziende coinvolte nell’iniziativa L’ESPERIENZA DI FUSINA
  • 39.  
  • 40. Principio di Precauzione trova applicazione qualora i dati scientifici siano insufficienti, inconcludenti o incerti” (Earth Summit 1992, art. 15) “ Si richiama il Principio di Precauzione in tutte le situazioni in cui si identifichi un rischio ma non vi sono prove scientifiche sufficienti a dimostrarne la presenza o l’assenza” ( Costituzione Europea, art. 111-233) Fondamentale ribadire che: IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE NON SI BASA SULLA DISPONIBILITA’ DI DATI CHE PROVINO LA PRESENZA DI UN RISCHIO BENSI’ SULLA MANCANZA DI DATI CHE GARANTISCANO L’ASSENZA DI TALE RISCHIO IL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE