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portfolio di laurea
scienze dell’architettura 2010 2013
riccardo zottarel 271442
IUAV Istituto Universitario di
Architettura di Venezia,
Facoltà di Architettura
Portfolio di Laurea in
Scienze dell’Architettura
autore
Riccardo Zottarel mat. 271442
contatti
riccardo.zot@gmail.com
Un grazie ai docenti che in questi
anni mi hanno formato nell’ambito
delle scienze dell’architettura, ma
anche e soprattutto agli amici che
hanno reso molto più vivibili le
mie giornate allo IUAV ed a quelli
che mi hanno sopportato a casa,
alla mia famiglia, i miei genitori e
mio fratello per avermi sostenuto
ed a Sara per essermi stata
sempre vicina.
portfolio di laurea
scienze dell’architettura 2010 2013
riccardo zottarel 271442
l progetto di architettura è un processo complesso, che ha le sue
radici nella preparazione dell'architetto, procede attraverso la
sua capacità critica di lettura del mondo e culmina nel progetto vero e
proprio.
Questi tre momenti, inscindibili l'uno dall'altro, comprendono anche le
esperienze da me svolte durante questi tre anni di Scienze
dell’Architettura; per questo ho deciso di suddividerle nelle tre grandi
azioni che scandiscono l’azione progettuale: conoscere l’architettura,
la sua storia ed i materiali che la compongono; interpretare i modi in
cui ha luogo la costruzione architettonica le trasformazioni che essa
provoca sul paesaggio e sul tessuto urbano; infine comporre nuove
soluzioni architettoniche sulla base del percorso precedentemente
elaborato, tenendo sempre conto della complessità del patrimonio
edilizio esistente.
Ho voluto rappresentare questa processualità del progetto di
architettura come un meccanismo formato da tre ingranaggi, che sono
anche le tre fasi che lo costituiscono. Sebbene avvengano di per se
stesse e in sè possono essere compiute, sono capaci di generare
qualcosa soltanto se lavorano l’una con l’altra.
I Conoscere: se non esistesse nessuna nozione
nella nostra mente non potremmo articolare
pensieri riguardo ad alcun argomento; per
questo la prima fase deduttiva si basa sulla
conoscenza dei concetti fondamentali e
sull’esperienza fatta sull’esistente.
Interpretare: per poter procedere ad una
formazione compiuta del progetto, è necessa-
rio procedere con una seconda fase deduttiva
che intervenga sulle conoscenze acquisite; si
cercano infatti di ricavare, dalle osservazioni
e dalle esperienze, i principi generali in esse
implicite.
Comporre: l’ultima fase, ma solo per ordine
espositivo, ovvero quella della sintesi,
consiste nel ripercorrere i rapporti conosciuti
durante la prima fase, mettendoli in relazione
tra loro e con le acquisizioni ottenute durante
la seconda; si giunge così ad un oggetto
coerentemente organizzato, che in alcuni casi
può generare a sua volta spunti per un futuro
processo progettuale.
comporre
conoscere
interpretare
elementi costruttivi
fondamenti ed applicazioni di geom. descrittiva
storia dell’architettura
viaggio studio in andalusia
disegno dell’architettura
rilievo dell’architettura
urbanistica
tecnologia dell’architettura
progettazione architettonica 1
progettazione architettonica 2
sistemi costruttivi
progettazione urbanistica
workshop 2011
restauro
conoscere
interpretareinterpretare
comporre
23
25
29
33
37
3
5
7
11
15
43
45
49
53
55
59
63
III
introduzione
79
bibliografia
conoscere
conoscere
cum gnoscere
dall’unione dei termini latini cum, particella indicante
mezzo o strumento dell’azione e gnòscere, dalla rad.
gna, ovvero intelligenza, cognizione, sapere:
apprendere con l’intelletto a prima giunta l’essere, la
ragione, il vero delle cose; avere idea acquisita per
mezzo dei sensi, dell’intelletto o della memoria.
cum gnòscere
Nel momento in cui ci si approccia ad un oggetto
o ad una disciplina, è necessario che esso entri a
far parte della nostra sfera sensoriale e cognitiva.
Già Platone aveva distinto i due gradi della
conoscenza, sensibile e razionale: l’identificazio-
ne dell’oggetto attraverso la percezione sensori-
ale rappresenta la prima fase, mentre attraverso
l’uso della ragione si perviene alla conoscenza
razionale, che ha come oggetto le idee matemat-
iche e geometriche.
Ritengo quindi necessario iniziare questa raccolta
di esperienze con quelle che prevalentemente mi
hanno fornito le conoscenze fondanti questa
disciplina: lo studio degli elementi della costruzi-
one architettonica, dei metodi geometrici di
rappresentazione e degli architetti che ormai ne
sono delle istituzioni, antiche e moderne.
elementi
costruttivi
stefano gasparini
l primo approccio materico, fisico allo
studio delle scienze dell’architettura.
Una presentazione generale dei principali
materiali che, da sempre o solo a partire dagli
ultimi anni, compongono gli edifici: laterizio,
legno, conglomerato cementizio, acciaio,
vetro.
E’ ovviamente impossibile fare architettura
senza conoscere precisamente ciò che la
compone e le sue caratteristiche fisiche,
tecniche e prestazionali. Ma è anche altret-
tanto necessario capire a fondo le motivazioni
che regolano la disposizione e l’accostamento
di questi materiali perchè la costruzione sia
solida e duratura.
aa 2010 - 2011
I
5
nella pagina accanto particolare di una
copertura di legno
a dettaglio assonometrico di una parete di laterizio
b dettaglio assonometrico di una parete di pietra e
mattoni faccia a vista
c dettaglio assonometrico di un pilastro di conglom-
erato cementizio armato
d dettaglio assonometrico di un nodo di struttura in
legno
e particolare costruttivo di interfaccia tra copertura
e parete verticale
a b c d
e
6
7
fondamenti ed applicazioni
di geom. descrittiva
giuseppe d’acunto
a rappresentazione grafica, sia essa la raffigurazione di elementi
fisicamente inesistenti o il disegno di oggetti reali, si trova ad
affrontare quel problema che è la trasposizione del mondo tridimen-
sionale nel piano bidimensionale.
Questo codice è supplito dalla geometria proiettiva. Essa infatti
modella quei concetti teorici sui quali si basano tutti i metodi di rappre-
sentazione. Per questo motivo l’architetto, che esprime il progetto attra-
verso il disegno geometrico, non può prescindere da queste tecniche.
I vari metodi di rappresentazione - le proiezioni mongiane,
l’assonometria, la prospettiva - veicolano ognuno un complesso seman-
tico diverso, perciò risultano adatti a trasmettere soltanto determinate
caratteristiche ed elementi del progetto.
Questo corso mi ha fornito i fondamenti geometrici per imparare a
riportare correttamente sulla carta idee progettuali che altrimenti
resterebbero appannaggio esclusivo della mente.
aa 2010 - 2011
L
8
nella pagina accanto rappresentazione
prospettica di un cilindro
a rappresentazione assonometrica di una volta a
crociera
b rappresentazione assonometrica di un solido
complesso ottenuto dalla sottrazione di un volume
cilindrico da un parallelepipedo
a
b
9
c rappresentazione omologica di un’ellisse
d rappresentazione assonometrica di una scala a
chiocciola
nella pagina accanto rappresentazione
mongiana di un tronco di cono
c
d
10
storia dell’architettura
contemporanea
angelo maggi
n’architettura può estendere la sua
irradiazione oltre il periodo in cui è
nata, oltre la classe sociale che la fece
erigere; oltre lo stile cui appartiene.”
Sigfried Giedion, “Spazio, tempo ed
architettura” (Cambridge, 1953)
Questo breve brano di S. Giedion, tratto dal
suo massimo saggio, permette già di capire
l’importanza che la storia dell’architettura
riveste per lui e per gli individui.
aa 2011 - 2012
“U
11
Proprio alla luce di questa evidentissima
rilevanza, ho considerato indispensabile
inserire nel compendio del mio percorso di
studi almeno uno degli esami di storia che ho
affrontato. Questo corso infatti mi ha
permesso di affrontare tutti quegli argomenti
che gettarono le basi più recenti della
produzione architettonica moderna.
Un’attenzione costante verso il rapporto tra il
pensiero ed il costruito, tra lo spazio ed il
tempo (che nell’architettura si toccano più
serratamente) mi ha accompagnato nello
studio degli architetti che hanno scritto la
storia di questa disciplina, partendo da John
Soane fino a giungere ai massimi esponenti
del Movimento Moderno.
In particolare ho voluto inserire in questo
documento alcuni esempi di architetture delle
quali, pur essendo scomparse o non essendo
mai state realizzate, si sente l’influenza
ancora oggi, in special modo per quanto
riguarda l’utilizzo dei materiali da loro speri-
mentati.
12
nella pagina accanto confronto tra la tomba
progettata da j. soane e la phone box k2 di g. scott
immagine tratta da www.jwaughphoto.com
a faubourg poissonniere,
c.n. ledoux (1770)
a
13
b c
b crystal palace, j. paxton (londra, 1851)
immagine tratta da www.etsav.upc.edu
c grattacielo in friedrichstraße,
l. mies van der rohe (1920)
immagine tratta da www.asu.edu
piramide del louvre, i. ming pei
(parigi, 1989)
viaggio studio in
andalusia
patrizia montini zimolo
na terra di congiunzioni, incontri,
tangenze. Un paese di differenze.
L’Andalusia ospita tante tradizioni, quante
culture, ed ognuna nel corso dei secoli ha
contribuito indelebilmente alla sua storia
attraverso segni longevi come i suoi monu-
menti.
La Madinat al-Zahra a Cordoba, dove si
incontrano la storia millenaria dei regnanti
spagnoli e l’architettura moderna di Nieto e
Sobejano, o le somiglianze tra il Palazzo di
Carlo V all’Alahambra ed il Museo de la
aa 2011 - 2012
U
15
Memoria di Andalucia di Alberto Campo
Baeza a Granada, o ancora l’incombenza del
Metropol Parasol di Jurgen Mayer su Siviglia.
Il ricorso a forme semplici ma significative
come l’arco, il frequente utilizzo del patio,
l’attenzione per la superficie della materia e
per la luce fanno dell’architettura andalusa un
esempio da ammirare.
Con questi scatti ho cercato di riproporre tutti
questi aspetti, mettendo in evidenza la stratifi-
cazione delle culture centenarie ed il valore
dato alla luce ea alla superficie, collegando
edifici distanti decine di chilometri tramite la
loro vicinanza culturale.
a rapporto antico-nuovo
nel complesso dell’alhambra
b il metropol parasol e la città di siviglia, j. mayer
(siviglia, 2011)
b
a
16
c luce battente, ceselli d’ombra e riflessi su una
parete del palacio de generalife (siviglia)
d luce artificiale nella hall del museo de la cencia,
(siviglia, 2011)
c d
17
18
stazione di santa justa,
cruz y ortiz (siviglia, 1992)
e patio del museo madinat al-zahra, nieto &
sobejano (granada, 2008)
f patio del museo caja granada memoria de
andalucia, a. campo baeza (granada, 2009)
e
f
20
interpretare
interpretare
inter pretium
dall’unione dei termini latini inter, particella indicante
interposizione ed il termine pretium, il termine indica
colui che si trova nel mezzo di transizioni (di denaro);
più probabilmente però deriva dalla rad. pret, ovvero far
conoscere, manifestare, spiegare, oppure dalla rad. pra,
ovvero trattare, permutare:
servire da intermediario tra soggetti che parlano un
linguaggio diverso; dichiarare ed applicare il senso di un
oggetto; fare conoscere la volontà, i sentimenti di un
altro.
inter pretium
La stessa etimologia del termine “interpretare”
suggerisce che questa azione si pone tra due fasi,
quella della lettura e quella dell’azione.
In realtà qui voglio anche far riferimento al
significato più filosofico del termine, ovvero la
ricerca di un certo significato partendo da un
segno intelligibile.
Dopo la fase conoscitiva, infatti, le conoscenze
assimilate devono essere separate, ridotte ai
minimi termini, in vista di una successiva sintesi
finale che ne permetterà la messa in pratica e
l’esecuzione. Ad esempio il disegno stesso può
rivelarsi produttore di conoscenza, così come la
riproduzione tridimensionale di un’opera già
esistente, oppure l’analisi di diverse fasi di
sviluppo urbano.
disegno
dell’architettura
giuseppe d’acunto
i può conchiudere che esso disegno altro
non sia che una apparente espressione e
dichiarazione del concetto che si ha
nell’animo, e di quello che altri si è nella
mente immaginato e fabbricato nell’idea.”
Giorgio Vasari, “Introduzione alla seconda
edizione delle Vite” (Firenze, 1568)
Rappresentare deriva dal termine di origine
latina ‘repraesentare’ che significa “mettere
davanti agli occhi”, ovvero riproporre in
forma grafica un’immagine od un elemento,
sia esso il prodotto della mente creativa
(progetto) che il risultato dell’osservazione
diretta (rilievo).
Alla luce di ciò si comprende meglio
l’importanza essenziale che il disegno ricopre
in ambito architettonico: è lo strumento attra-
verso il quale l’architetto è in grado di comu-
nicare il proprio pensiero.
Ho ritenuto quindi d’obbligo dare importanza
a questo corso nel mio cursus studiorum,
riportando il lavoro svolto sul ridisegno di
un’unità abitativa realizzata nel quartiere
aa 2010 - 2011
“S
25
Quartiere Borneo - Sporenburg
Amsterdam (NL)
26
Borneo ad Amsterdam dagli architetti Puister
& Deneke.
Il corso prevedeva la ricerca di materiale
iconografico per la comprensione dell’oggetto
e la realizzazione di diversi elaborati grafici
che ne restituissero la configurazione.
Ritengo interessante soffermare l’attenzione
sull’efficacia delle tecniche di rappresentazi-
one, dal momento che è stato possibile restitu-
ire verosimilmente i ridisegni dell’opera senza
avere la possibilità di accedere ad essa diret-
tamente.
in questa pagina sezione assonometrica
longitudinale dell’appartamento
27
a
28
a sezione prospettica trasversale
b sezione piana trasversale
c prospetto sud
b c
rilievo
dell’architettura
dario toffanello
sservare, misurare, restituire. Le azioni
compiute durante il corso di rilievo mi
hanno insegnato l’approccio corretto ad un
oggetto architettonico; nel mio caso il Centro
Universitario Sportivo di Padova, di epoca
fascista.
Durante la prima fase di avvicinamento
all’opera è necessario effettuare una rapida
analisi storica, un buon numero di schizzi e
disegni dal vero ed un adeguato reportage
fotografico, per conoscerla sufficientemente
aa 2011 - 2012
O
29
Centro Universitario Sportivo
Padova (PD)
30
a
b
nella pagina accanto vista assonometrica del
CUS
a sezione A
b sezione B
in questa pagina prospetto sud
nella pagina accanto proiezioni mongiane
bene da poter iniziare il momento caratteriz-
zante del rilievo architettonico.
Infatti poi ho collezionato il maggior numero
possibile di dimensioni (dall’ordine di gran-
dezza del dettaglio ad una scala molto più
grande) per chiarire i rapporti metrici che
strutturano la costruzione ma anche per
comprendere le ragioni di determinate scelte
costruttive.
Infine nell’ultima fase, ovvero la restituzione
dell’oggetto del rilievo in rappresentazioni a
due e tre dimensioni, è inevitabile che si
applichino dei “filtri” che escludono dal
ridisegno un corrispondente numero di
dettagli: anche solo la riduzione del reale ad
un supporto a due dimensioni è una interpre-
tazione del dato.
Infatti ad esempio le elaborazioni grafiche da
me selezionate non tengono conto dei fenom-
eni di dissesto e degrado subiti nel tempo per
fornire una lettura prevalentemente formale.
32
A
B
urbanistica
paola viganò
‘urbanistica si occupa [...] delle
trasformazioni del territorio, dei modi
nei quali avvengono e sono avvenute, dei
soggetti che le promuovono, delle tecniche che
utilizzano, dei risultati che si attendono, dei
problemi che ne conseguono, dei problemi che
di volta in volta si sollevano inducendo a
nuove trasformazioni.”
Bernardo Secchi, “Prima lezione di urbanis-
tica” (Bari, 2000)
aa 2011 - 2012
“L
33
BIANCADE
SR89
A4
RONCADE
SP64
34
a
nella pagina accanto confronto tra il render
della campagna pubblicitaria e lo stato attuale
a ortofoto 1995
b ortofoto 2010
c localizzazione dell’area in esame
b
c
Il corso di urbanistica mi ha messo di fronte al
significato più ampio e generale della disci-
plina, spesso confusa con la pianificazione
territoriale o la semplice progettazione di
infrastrutture e paesaggio.
Inoltre durante il corso è stata sempre sotto-
lineata l’utilità del progetto come produttore
di conoscenza, per merito delle analisi svolte
sul territorio, e per la sua capacità di elabo-
rare e proporre nuovi scenari per lo sviluppo
(una grande responsabilità lasciata nelle mani
dell’urbanista).
SR89
A1
87
17
8
35
000 m²
30
17
150
90 230
70
Roncade Outlet Gallery
outlet village
outlet di medie dimensioni
outlet di piccole dimensioni
35
1992 1995 2000 2005 2009 (anno)
180
150
100
50
7
abbigliamento
gastronomia
scarpe
sport
casalinghi
pelletterie
altro
36
nella pagina accanto in alto: quantità e
tipologie di outlet in Europa; in basso: comparazi-
one tra tre diversi outlet e localizzazione delle
strutture in Italia
d stato di abbandono dell’outlet di Roncade
e tre scenari per il riutilizzo
d
e
tecnologia
dell’architettura
giovanni mucelli
e la tecnica è l’impiego di strumenti e
procedimenti per l’esecuzione di
un’opera (il modo), la tecnologia è invece il
logos, ovvero indica il discorso critico e inter-
pretativo sulle tecniche.
aa 2011 - 2012
S
37
38
a
nella pagina accanto dettaglio costruttivo
dell’interfaccia tra il pilastro in acciaio e la prima
pelle esterna di vetro e pannelli sandwich (sezione
orizzontale)
a ipotesi: destinazione universitaria
b ipotesi: destinazione museale
b
Mentre i corsi di elementi costruttivi e di
sistemi costruttivi si occupavano di fornire un
metodo per la realizzazione delle opere
architettoniche, la tecnologia dell’architettura
pone anche le basi per le trasformazioni ed i
miglioramenti innovativi dei primi.
In più durante il corso è stata evidenziato il
nuovo e sempre più serrato legame della disci-
plina con gli aspetti amministrativi, esecutivi e
di controllo del manufatto edilizio.
In pratica mi è stata affidata l’analisi di un
complesso caratterizzato da evidente flessibil-
ità tecnologica. Il complesso “Mar do
Oriente”a Lisbona, dei fratelli Manuel e Fran-
cisco Aires Mateus è stato ridisegnato con
particolare attenzione ai dettagli costruttivi
dei fabbricati flessibili, offrendo anche alcune
ipotesi di variante.
39
c
c interno dei padiglioni prima dell’applicazione del
guscio flessibile
d simulazione fotorealistica del risultato al termine
dei lavori
e dettaglio della doppia parete vetrata
nella pagina accanto dettaglio del guscio
flessibile
d
e
40
comporre
comporre
cum pònere
dall’unione dei termini latini cum, particella indicante
unione, raggruppamento e pònere, ovvero porre,
collocare:
porre insieme e mescolare varie cose per farne una;
riferito a cose letterarie o musicali scrivere di proprio
concetto; riferito a cose artistiche modellare, disegnare
di propria fantasia.
cum pònere
“Non si costruisce su superfici astratte, prive di
segni, su una tabula rasa. Comporre un edificio
comporta sempre un dialogo serrato e prolun-
gato, che acquista a volte i caratteri di un
confronto antagonistico, con una serie di preesist-
enze che entrano nella composizione determinan-
done in maniera sensibile gli esiti.
[...] Costruire nelle città è un atto critico che in
qualche modo rifonda la realtà sulla quale si
agisce nel momento stesso in cui questa viene
modificata da un intervento architettonico.”
Franco Purini, “Comporre l’architettura” (Bari,
2000)
progettazione
architettonica 1
mauro galantino
aa 2010 - 2011
45
artire dalla qualità poetica degli ambi-
enti per costruire l’intero edificio. Questo
è stato il leitmotiv dell’intero corso, ed il
principale insegnamento ricevuto dal prof.
Galantino.
La progettazione di un’abitazione per un
artista famoso, nel mio caso il fotografo
modenese Olivo Barbieri, ci ha messi di fronte
alle esigenze particolari del committente, da
declinare chiaramente attraverso la
conformazione dell’area di progetto.
P
Promontorio sul Gargano
Mattinata (FG)
In questo modo i vari tasselli, costituiti dagli
ambienti progettati all’inizio, ognuno carat-
terizzato da una propria quantità planimet-
rica precisa, hanno trovato quasi natural-
mente la loro collocazione all’interno del
progetto: l’ingresso come stanza della luce, la
cucina come luogo alchemico, la camera come
luogo del sonno e dei sogni.
nella pagina accanto schizzo del percorso di
avvicinamento all’abitazione
in questa pagina planivolumetrico
46
a
b
c
d47
a pianta dell’attacco a terra
b sezione longitudinale ovest
c prospetto sud
d sezione longitudinale est
in questa pagina esploso assonometrico
48
progettazione
architettonica 2
roberta albiero
aa 2011 - 2012
49
ome scrive Purini, non si costruisce su
superfici astratte o intonse. L’intera
superficie terrestre è caratterizzata da segni
sia naturali ma prevalentemente opera
dell’uomo. L’architettura, in quanto segno
destinato a sovrapporsi a questi, non può non
C
Ex stabilimento Sech
Barbisano (VE)
ca
50
b d
confrontarsi con tale sistema di tracce.
Così la prima fase del corso di progettazione
architettonica è consistita nell’analisi del
territorio nel quale si collocava l’area di
progetto, e da questa doveva muovere la
nostra ipotesi. Nella seconda fase è stato poi
ovviamente necessario conciliare i tracciati
progettuali con gli aspetti funzionali imposti.
Ma la costruzione non è fine a se stessa:
infatti a partire dalle analisi preliminari, e
culminando con la realizzazione dell’opera, si
contribuisce a ridefinire la funzione e la forma
stessa del luogo nel quale si interviene.
a carta dei capannoni industriali e dell’abitato
b carta del verde (alberature e boschi)
c tracciati
d area di progetto
e
e fotorendering: vista dalla strada principale
f planivolumetrico
g pianta del piano 2˚
h fotorendering: vista interna
in basso sezione prospettica
nella pagina accanto pianta dell’attacco a terra
h
f
g
52
sistemi
costruttivi
giovanni mucelli
aa 2011 - 2012
53
asso successivo rispetto allo studio degli
elementi costruttivi, è quello dei sistemi
costruttivi, nei quali gli elementi sono messi in
relazione per comporre un pacchetto o un
nodo costruttivo, e poi un sistema costituito da
chiusure verticali, orizzontali ed oblique che
definiscono un “interno” abitabile.
La progettazione di un tale sistema presup-
pone la conoscenza approfondita dei materi-
ali, delle loro proprietà fisico-chimiche e
prestazionali, ma anche dei requisiti tecno-
logici richiesti. E’ impensabile pensare di
realizzare un edificio al passo con i tempi e le
richieste di sostenibilità e spesso anche di
flessibilità partendo da pacchetti
pre-realizzati e proposti da terzi, ma è neces-
sario per un architetto saperli progettare in
funzione della destinazione d’uso e della
collocazione del manufatto.
P
progettazione
urbanistica
paola viganò
aa 2012 - 2013
55
e-cycling cities: città che si ri-ciclano,
che sanno riutilizzare e rivalorizzare le
loro parti degradate, trasformandole in nuove
figure capaci di rigenerare la trama urbana
stessa. Questa è stata l’ipotesi dalla quale è
mosso il corso, e dalla quale si sono poi
differenziati le tre diverse varianti che hanno
declinato il tema in tre diversi (ma non troppo)
contesti: la città diffusa di Camposampiero
(PD), la “periferia” di Mestre (VE) e l’area di
Fusina (VE).
R
Zona industriale
Marghera (VE)
56
a
nella pagina accanto area di riqualificazione
urbana: capannoni dismessi a marghera
a concept di progetto
Il nostro progetto interessava la zona liminare
posta lungo la linea ferroviaria che separa
Marghera da Mestre. Partendo dall’analisi
della città infatti ci siamo resi conto di come il
degrado urbano della periferia sia causato
dalla mancanza di collegamenti “lenti” che
hanno generato un’atrofizzazione delle
estremità.
Tramite l’utilizzo di tre “spine”, ovvero tre
passaggi ciclo-pedonali attraverso le grosse
arterie viarie che tagliavano nettamente la
città, abbiamo cercato di generare dei miglio-
ramenti della qualità degli spazi prospicenti
la ferrovia e la strada statale; questo sistema
poi, ulteriormente collegato ed ampliato,
avrebbe potuto generare successive riqualifi-
cazioni come il riuso dei capannoni abbando-
nati per la realizzazione di spazi comuni.
L’elaborazione di scenari convincenti e “posi-
tivi” mi era già stata insegnata durante il
corso di urbanistica, ma durante questo
laboratorio ha visto il suo completamento
soprattutto grazie ad un’applicazione più
pratica.
db
b le infrastrutture stradali come limite
c le infrastrutture ferroviarie come limite
d lettura dei progetti in fase di attuazione
e le spine e le nuove infrastruture di collegamento
f sezione per il controprogetto: la scala esagerata
del palais lumiere
nella pagina accanto fotomontaggio dell’interno
di un capannone riconvertito
c e
f
workshop
2011
giancarlo mazzanti sierra
aa 2010 - 2011
59
tmosfere ed ambienti per l’ozio:
elementi-moduli-sistemi.
Lo stesso titolo del workshop tenuto
dall’architetto colombiano Giancarlo
Mazzanti Sierra è di per sè molto eloquente
per quanto riguarda i temi trattati e sviluppati
durante le tre settimane di laboratorio inten-
sivo.
Difatti il nostro compito è stato quello di
ripensare la città di Venezia come un ambi-
ente per il turismo ma anche per l’ozio:
pensare l’architettura come azione e perfor-
mance, come pratica materiale per permettere
l’interscambio sociale ed ambientale.
A
Santa Marta
Venezia (VE)
60
a
nella pagina accanto
concept di progetto: la rete
neuronale
a nuove sinapsi verdi
b area di progetto
c pianta di progetto
cb
Così il concept di progetto è divenuto una rete neuronale, capace di
collegare isotropicamente più punti della città. Una volta condivisa la
possibilità di lavorare con il verde, i neuroni si sono trasformati in
diverse “stazioni” naturali nelle quali trovare il già nominato ozio,
mentre i filamenti sono coincisi con percorsi suggeriti da pareti o
pavimentazioni realizzate con elementi arborei o vegetali.
61
d
e
f
g
62
d verde come pensilina
e verde come area relax
f verde come sedute
g verde come orti
in queste pagine
simulazione fotorealistiche
restauro
francesco doglioni
aa 2012 - 2013
63
Campo San Maurizio
Venezia (VE)
estaurare un edificio non significa, come
si crede comunemente, riportare
l’edificio ad una condizione di “splendore”,
che peraltro non è scontato sia esistita, nè
tantomeno eliminare da esso tutte le tracce del
passaggio del tempo e dei suoi cedimenti.
Restauro significa piuttosto sì ricercare quale
poteva essere la configurazione iniziale del
manufatto architettonico, ma soprattutto
elaborare un progetto che permetta la
conservazione in essere dell’oggetto se possi-
bile tenendo conto delle modificazioni signifi-
cative che questo ha subito sia da parte
dell’uomo ma anche dell’agire del tempo.
Il corso infatti mi ha fornito gli strumenti per
conoscere per sommi capi (date la ristrettezze
tempistiche) le teorie del restauro sviluppate si
nei secoli, ed imparare a leggerle ed a
discernerle in modo critico. Inoltre ho
imparato l’importanza della stratificazione
costruttiva e del degrado nella definizione del
carattere e del significato dell’opera edilizia,
e come queste vengano valorizzate dalle
diverse strategie di restauro.
r
64
a localizzazione attuale del Palazzo
b jacopo de’ barbari, veduta di Venezia (1500)
in basso il Palazzo in campo San Maurizio
a b
65
c fotomosaico di Palazzo Terzi Bellavite
d lettura dei materiali
ai lati immagini significative dello stato attuale del
palazzo: lo stemma, il recente crollo di un tratto di
muratura, la serliana centrale, il risvolto
dell’intonaco laterale, le lapidi marmoree
c
mattone rinascimentale
mattone UNI
intonaco cementizio
intonaco di cocciopesto (strato finale)
intonaco di cocciopesto (sottofondo)
intonaco a marmorino
intonaco di calce e sabbia rifinito ad affresco
intonaco di gesso
pietra di Vicenza
pietra d’Istria
marmo
legno
66
d
e
67
e lettura delle tracce di intonacatura originale
f lettura del degrado
ai lati immagini di dettaglio delle incisioni a fresco
sull’intonaco originale
porzione di intonaco del ‘500
segni di incisione
f
alterazione cromatica
colatura
degrado antropico
disgregazione
erosione
lacuna
patina biologica
apposizione di materiale non conforme
crosta
deposito superficiale
distacco
fessurazione
mancanza
68
g
g quadro dei bordi
h quadro delle superfici con relativo
diagramma di Harris
ai lati dettagli con relativa lettura
dei bordi e delle superfici
h
71
ai lati fenomeni di degrado e relavita fotosimulazi-
one dell’intervento di pulitura/ripristino
al centro abaco del degrado
72
73
i l
a sinistra margine sinistro del fronte
(interfaccia con Palazzo Molin)
i primo assetto configurativo
l secondo assetto configurativo
La stratigrafia non solo ci ha permesso di
valutare le variazioni configurative del
Palazzo in esame ma anche della fabbrica
adiacente: Ca’ Molin.
Infatti le prime note riguardano il margine
sinistro della facciata, ove brani di intonaco
coprono entrambi i palazzi ma da un certo
livello in su tale fascia si interrompe e lascia
posto a margini distruttivi su Palazzo Terzi (a
dimostrazione di almeno una sopraelevazione
in Palazzo Molin).
Poi osservando anche il margine sinistro ci si
accorge che l’intonaco laterale risvolta sulla
facciata principale (segno di una posteriorità
delle intonacature della parete esterna est).
1
2 2
2
2 2
1
1
4
4
4
2
4
5
5
5
1
1
88
7
4
7
4
1
3
1
1
3
1
1
3 1
5
6
6
6
6
7
5
5
3 3
3
3
3
3
3
3
5
8
1/M
3 /I
2/P
4 /I
5 /I
6/I
7 /I
8/I
sec.XVIsec.XIXsec.XX
1/M
3/I
2/P
4 /I
6/L
5 /I
7/I
8/I
9 /I
sec.XVIsec.XIXsec.XX
74
m
a destra margine destro del fronte
m terzo assetto configurativo
n bordi e superfici sul margine destro
o bordi e superfici sul margine sinistro
n
o
75
p q
p ipotesi della ricostruzione di una piccola
porzione del fronte
q progetto di restauro
76
Le soluzioni scelte hanno tenuto conto dello
scorrere del tempo, dell’azione del degrado
ma anche del consolidamento strutturale del
fronte e la sua conservazione nel tempo.
Il progetto prevede la pulitura degli elementi
anneriti, un delicato intervento di sigillatura
delle parti di intonaco fortemente
danneggiato, lasciando scoperta la fascia
inferiore per favorirne la traspirazione e la
valorizzazione dei segni di incisione
dell’intonaco originariamente affrescato,
probabilmente opera di Paolo Veronese.
La ricostruzione della figuratività originale
del fronte potrebbe poi avvenire o attraverso
l’uso di apparecchiature multimediali
(proiezioni della ricostruzione dell’assetto
originale della facciata sulla stessa, in alcune
occasioni) oppure ricostruendo direttamente
su una piccola specchiatura della facciata. A
tale scopo ne abbiamo individuata una idonea
allo scopo sul lato destro.
bibliografiabibliografia
sono qui riportati i testi che hanno avuto un ruolo più
significativo nel corso di questa mia esperienza triennale
Benevolo, Leonardo, Le origini dell’urbanistica moderna, Universale Laterza 91, Bari, 2010
Carbonara, Giovanni, Architettura d’oggi e restauro, Utet Scienze Tecniche, Assago (MI), 2011
De Rosa, Agostino; D’Acunto, Giuseppe, La vertigine dello sguardo, Cafoscarina, Venezia, 2012
Doglioni, Francesco, Nel restauro, Marsilio, Venezia, 2011
Giedion, Sigfried, Spazio, tempo, architettura, Hoepli, Milano, 2010
Le Corbusier, Verso una architettura, Longanesi, Milano, 2011
Loos, Adolf, Parole nel vuoto, Gli Adelphi, Milano, 2011
McDonough, William; Braungart, Michael , Dalla culla alla culla, Filoderba I Saggi, Torino, 2003
Mitchell, William John, La città dei bits, Electa Documenti di Architettura 107, Martellago (VE), 1997
Panofsky Erwin, La prospettiva come «forma simbolica», Abscondita Carte d’Artisti 90, Milano 2007
Perulli, Gianfranco, Governare il territorio, Giappichelli Editore, Torino, 2009
Pevsner, Nikolaus, I pionieri dell’architettura moderna, Garzanti Elefanti, Milano, 2011
Purini, Franco, Comporre l’architettura, Universale Laterza 801, Bari 2011
Secchi, Bernardo, Prima lezione di urbanistica, Universale Laterza 800, Bari, 2010
Sinopoli, Nicola, La tecnologia invisibile, Serie di architettura Francoangeli, Milano, 2002
Sudjic, Deyan, Architettura e potere, I Robinson Laterza, Bari, 2011
Viganò, Paola, I territori dell’urbanistica, Officina Edizioni, Roma, 2010
AA.VV., Tecnologia delle costruzioni 2, Le Monnier, Milano, 2003
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Portfolio IUAV - Laurea Triennale: Riccardo Zottarel

  • 1. portfolio di laurea scienze dell’architettura 2010 2013 riccardo zottarel 271442
  • 2. IUAV Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Facoltà di Architettura Portfolio di Laurea in Scienze dell’Architettura autore Riccardo Zottarel mat. 271442 contatti riccardo.zot@gmail.com Un grazie ai docenti che in questi anni mi hanno formato nell’ambito delle scienze dell’architettura, ma anche e soprattutto agli amici che hanno reso molto più vivibili le mie giornate allo IUAV ed a quelli che mi hanno sopportato a casa, alla mia famiglia, i miei genitori e mio fratello per avermi sostenuto ed a Sara per essermi stata sempre vicina.
  • 3. portfolio di laurea scienze dell’architettura 2010 2013 riccardo zottarel 271442
  • 4. l progetto di architettura è un processo complesso, che ha le sue radici nella preparazione dell'architetto, procede attraverso la sua capacità critica di lettura del mondo e culmina nel progetto vero e proprio. Questi tre momenti, inscindibili l'uno dall'altro, comprendono anche le esperienze da me svolte durante questi tre anni di Scienze dell’Architettura; per questo ho deciso di suddividerle nelle tre grandi azioni che scandiscono l’azione progettuale: conoscere l’architettura, la sua storia ed i materiali che la compongono; interpretare i modi in cui ha luogo la costruzione architettonica le trasformazioni che essa provoca sul paesaggio e sul tessuto urbano; infine comporre nuove soluzioni architettoniche sulla base del percorso precedentemente elaborato, tenendo sempre conto della complessità del patrimonio edilizio esistente. Ho voluto rappresentare questa processualità del progetto di architettura come un meccanismo formato da tre ingranaggi, che sono anche le tre fasi che lo costituiscono. Sebbene avvengano di per se stesse e in sè possono essere compiute, sono capaci di generare qualcosa soltanto se lavorano l’una con l’altra. I Conoscere: se non esistesse nessuna nozione nella nostra mente non potremmo articolare pensieri riguardo ad alcun argomento; per questo la prima fase deduttiva si basa sulla conoscenza dei concetti fondamentali e sull’esperienza fatta sull’esistente. Interpretare: per poter procedere ad una formazione compiuta del progetto, è necessa- rio procedere con una seconda fase deduttiva che intervenga sulle conoscenze acquisite; si cercano infatti di ricavare, dalle osservazioni e dalle esperienze, i principi generali in esse implicite. Comporre: l’ultima fase, ma solo per ordine espositivo, ovvero quella della sintesi, consiste nel ripercorrere i rapporti conosciuti durante la prima fase, mettendoli in relazione tra loro e con le acquisizioni ottenute durante la seconda; si giunge così ad un oggetto coerentemente organizzato, che in alcuni casi può generare a sua volta spunti per un futuro processo progettuale.
  • 6.
  • 7. elementi costruttivi fondamenti ed applicazioni di geom. descrittiva storia dell’architettura viaggio studio in andalusia disegno dell’architettura rilievo dell’architettura urbanistica tecnologia dell’architettura progettazione architettonica 1 progettazione architettonica 2 sistemi costruttivi progettazione urbanistica workshop 2011 restauro conoscere interpretareinterpretare comporre 23 25 29 33 37 3 5 7 11 15 43 45 49 53 55 59 63 III introduzione 79 bibliografia
  • 9.
  • 10. conoscere cum gnoscere dall’unione dei termini latini cum, particella indicante mezzo o strumento dell’azione e gnòscere, dalla rad. gna, ovvero intelligenza, cognizione, sapere: apprendere con l’intelletto a prima giunta l’essere, la ragione, il vero delle cose; avere idea acquisita per mezzo dei sensi, dell’intelletto o della memoria. cum gnòscere
  • 11. Nel momento in cui ci si approccia ad un oggetto o ad una disciplina, è necessario che esso entri a far parte della nostra sfera sensoriale e cognitiva. Già Platone aveva distinto i due gradi della conoscenza, sensibile e razionale: l’identificazio- ne dell’oggetto attraverso la percezione sensori- ale rappresenta la prima fase, mentre attraverso l’uso della ragione si perviene alla conoscenza razionale, che ha come oggetto le idee matemat- iche e geometriche. Ritengo quindi necessario iniziare questa raccolta di esperienze con quelle che prevalentemente mi hanno fornito le conoscenze fondanti questa disciplina: lo studio degli elementi della costruzi- one architettonica, dei metodi geometrici di rappresentazione e degli architetti che ormai ne sono delle istituzioni, antiche e moderne.
  • 12. elementi costruttivi stefano gasparini l primo approccio materico, fisico allo studio delle scienze dell’architettura. Una presentazione generale dei principali materiali che, da sempre o solo a partire dagli ultimi anni, compongono gli edifici: laterizio, legno, conglomerato cementizio, acciaio, vetro. E’ ovviamente impossibile fare architettura senza conoscere precisamente ciò che la compone e le sue caratteristiche fisiche, tecniche e prestazionali. Ma è anche altret- tanto necessario capire a fondo le motivazioni che regolano la disposizione e l’accostamento di questi materiali perchè la costruzione sia solida e duratura. aa 2010 - 2011 I 5
  • 13. nella pagina accanto particolare di una copertura di legno a dettaglio assonometrico di una parete di laterizio b dettaglio assonometrico di una parete di pietra e mattoni faccia a vista c dettaglio assonometrico di un pilastro di conglom- erato cementizio armato d dettaglio assonometrico di un nodo di struttura in legno e particolare costruttivo di interfaccia tra copertura e parete verticale a b c d e 6
  • 14. 7 fondamenti ed applicazioni di geom. descrittiva giuseppe d’acunto a rappresentazione grafica, sia essa la raffigurazione di elementi fisicamente inesistenti o il disegno di oggetti reali, si trova ad affrontare quel problema che è la trasposizione del mondo tridimen- sionale nel piano bidimensionale. Questo codice è supplito dalla geometria proiettiva. Essa infatti modella quei concetti teorici sui quali si basano tutti i metodi di rappre- sentazione. Per questo motivo l’architetto, che esprime il progetto attra- verso il disegno geometrico, non può prescindere da queste tecniche. I vari metodi di rappresentazione - le proiezioni mongiane, l’assonometria, la prospettiva - veicolano ognuno un complesso seman- tico diverso, perciò risultano adatti a trasmettere soltanto determinate caratteristiche ed elementi del progetto. Questo corso mi ha fornito i fondamenti geometrici per imparare a riportare correttamente sulla carta idee progettuali che altrimenti resterebbero appannaggio esclusivo della mente. aa 2010 - 2011 L
  • 15. 8 nella pagina accanto rappresentazione prospettica di un cilindro a rappresentazione assonometrica di una volta a crociera b rappresentazione assonometrica di un solido complesso ottenuto dalla sottrazione di un volume cilindrico da un parallelepipedo a b
  • 16. 9 c rappresentazione omologica di un’ellisse d rappresentazione assonometrica di una scala a chiocciola nella pagina accanto rappresentazione mongiana di un tronco di cono c d
  • 17. 10
  • 18. storia dell’architettura contemporanea angelo maggi n’architettura può estendere la sua irradiazione oltre il periodo in cui è nata, oltre la classe sociale che la fece erigere; oltre lo stile cui appartiene.” Sigfried Giedion, “Spazio, tempo ed architettura” (Cambridge, 1953) Questo breve brano di S. Giedion, tratto dal suo massimo saggio, permette già di capire l’importanza che la storia dell’architettura riveste per lui e per gli individui. aa 2011 - 2012 “U 11
  • 19. Proprio alla luce di questa evidentissima rilevanza, ho considerato indispensabile inserire nel compendio del mio percorso di studi almeno uno degli esami di storia che ho affrontato. Questo corso infatti mi ha permesso di affrontare tutti quegli argomenti che gettarono le basi più recenti della produzione architettonica moderna. Un’attenzione costante verso il rapporto tra il pensiero ed il costruito, tra lo spazio ed il tempo (che nell’architettura si toccano più serratamente) mi ha accompagnato nello studio degli architetti che hanno scritto la storia di questa disciplina, partendo da John Soane fino a giungere ai massimi esponenti del Movimento Moderno. In particolare ho voluto inserire in questo documento alcuni esempi di architetture delle quali, pur essendo scomparse o non essendo mai state realizzate, si sente l’influenza ancora oggi, in special modo per quanto riguarda l’utilizzo dei materiali da loro speri- mentati. 12 nella pagina accanto confronto tra la tomba progettata da j. soane e la phone box k2 di g. scott immagine tratta da www.jwaughphoto.com a faubourg poissonniere, c.n. ledoux (1770) a
  • 20. 13 b c b crystal palace, j. paxton (londra, 1851) immagine tratta da www.etsav.upc.edu c grattacielo in friedrichstraße, l. mies van der rohe (1920) immagine tratta da www.asu.edu
  • 21. piramide del louvre, i. ming pei (parigi, 1989)
  • 22. viaggio studio in andalusia patrizia montini zimolo na terra di congiunzioni, incontri, tangenze. Un paese di differenze. L’Andalusia ospita tante tradizioni, quante culture, ed ognuna nel corso dei secoli ha contribuito indelebilmente alla sua storia attraverso segni longevi come i suoi monu- menti. La Madinat al-Zahra a Cordoba, dove si incontrano la storia millenaria dei regnanti spagnoli e l’architettura moderna di Nieto e Sobejano, o le somiglianze tra il Palazzo di Carlo V all’Alahambra ed il Museo de la aa 2011 - 2012 U 15
  • 23. Memoria di Andalucia di Alberto Campo Baeza a Granada, o ancora l’incombenza del Metropol Parasol di Jurgen Mayer su Siviglia. Il ricorso a forme semplici ma significative come l’arco, il frequente utilizzo del patio, l’attenzione per la superficie della materia e per la luce fanno dell’architettura andalusa un esempio da ammirare. Con questi scatti ho cercato di riproporre tutti questi aspetti, mettendo in evidenza la stratifi- cazione delle culture centenarie ed il valore dato alla luce ea alla superficie, collegando edifici distanti decine di chilometri tramite la loro vicinanza culturale. a rapporto antico-nuovo nel complesso dell’alhambra b il metropol parasol e la città di siviglia, j. mayer (siviglia, 2011) b a 16
  • 24. c luce battente, ceselli d’ombra e riflessi su una parete del palacio de generalife (siviglia) d luce artificiale nella hall del museo de la cencia, (siviglia, 2011) c d 17
  • 25. 18
  • 26. stazione di santa justa, cruz y ortiz (siviglia, 1992)
  • 27. e patio del museo madinat al-zahra, nieto & sobejano (granada, 2008) f patio del museo caja granada memoria de andalucia, a. campo baeza (granada, 2009) e f 20
  • 29.
  • 30. interpretare inter pretium dall’unione dei termini latini inter, particella indicante interposizione ed il termine pretium, il termine indica colui che si trova nel mezzo di transizioni (di denaro); più probabilmente però deriva dalla rad. pret, ovvero far conoscere, manifestare, spiegare, oppure dalla rad. pra, ovvero trattare, permutare: servire da intermediario tra soggetti che parlano un linguaggio diverso; dichiarare ed applicare il senso di un oggetto; fare conoscere la volontà, i sentimenti di un altro. inter pretium
  • 31. La stessa etimologia del termine “interpretare” suggerisce che questa azione si pone tra due fasi, quella della lettura e quella dell’azione. In realtà qui voglio anche far riferimento al significato più filosofico del termine, ovvero la ricerca di un certo significato partendo da un segno intelligibile. Dopo la fase conoscitiva, infatti, le conoscenze assimilate devono essere separate, ridotte ai minimi termini, in vista di una successiva sintesi finale che ne permetterà la messa in pratica e l’esecuzione. Ad esempio il disegno stesso può rivelarsi produttore di conoscenza, così come la riproduzione tridimensionale di un’opera già esistente, oppure l’analisi di diverse fasi di sviluppo urbano.
  • 32. disegno dell’architettura giuseppe d’acunto i può conchiudere che esso disegno altro non sia che una apparente espressione e dichiarazione del concetto che si ha nell’animo, e di quello che altri si è nella mente immaginato e fabbricato nell’idea.” Giorgio Vasari, “Introduzione alla seconda edizione delle Vite” (Firenze, 1568) Rappresentare deriva dal termine di origine latina ‘repraesentare’ che significa “mettere davanti agli occhi”, ovvero riproporre in forma grafica un’immagine od un elemento, sia esso il prodotto della mente creativa (progetto) che il risultato dell’osservazione diretta (rilievo). Alla luce di ciò si comprende meglio l’importanza essenziale che il disegno ricopre in ambito architettonico: è lo strumento attra- verso il quale l’architetto è in grado di comu- nicare il proprio pensiero. Ho ritenuto quindi d’obbligo dare importanza a questo corso nel mio cursus studiorum, riportando il lavoro svolto sul ridisegno di un’unità abitativa realizzata nel quartiere aa 2010 - 2011 “S 25 Quartiere Borneo - Sporenburg Amsterdam (NL)
  • 33. 26 Borneo ad Amsterdam dagli architetti Puister & Deneke. Il corso prevedeva la ricerca di materiale iconografico per la comprensione dell’oggetto e la realizzazione di diversi elaborati grafici che ne restituissero la configurazione. Ritengo interessante soffermare l’attenzione sull’efficacia delle tecniche di rappresentazi- one, dal momento che è stato possibile restitu- ire verosimilmente i ridisegni dell’opera senza avere la possibilità di accedere ad essa diret- tamente. in questa pagina sezione assonometrica longitudinale dell’appartamento
  • 34. 27 a
  • 35. 28 a sezione prospettica trasversale b sezione piana trasversale c prospetto sud b c
  • 36. rilievo dell’architettura dario toffanello sservare, misurare, restituire. Le azioni compiute durante il corso di rilievo mi hanno insegnato l’approccio corretto ad un oggetto architettonico; nel mio caso il Centro Universitario Sportivo di Padova, di epoca fascista. Durante la prima fase di avvicinamento all’opera è necessario effettuare una rapida analisi storica, un buon numero di schizzi e disegni dal vero ed un adeguato reportage fotografico, per conoscerla sufficientemente aa 2011 - 2012 O 29 Centro Universitario Sportivo Padova (PD)
  • 37. 30 a b nella pagina accanto vista assonometrica del CUS a sezione A b sezione B
  • 38. in questa pagina prospetto sud nella pagina accanto proiezioni mongiane bene da poter iniziare il momento caratteriz- zante del rilievo architettonico. Infatti poi ho collezionato il maggior numero possibile di dimensioni (dall’ordine di gran- dezza del dettaglio ad una scala molto più grande) per chiarire i rapporti metrici che strutturano la costruzione ma anche per comprendere le ragioni di determinate scelte costruttive. Infine nell’ultima fase, ovvero la restituzione dell’oggetto del rilievo in rappresentazioni a due e tre dimensioni, è inevitabile che si applichino dei “filtri” che escludono dal ridisegno un corrispondente numero di dettagli: anche solo la riduzione del reale ad un supporto a due dimensioni è una interpre- tazione del dato. Infatti ad esempio le elaborazioni grafiche da me selezionate non tengono conto dei fenom- eni di dissesto e degrado subiti nel tempo per fornire una lettura prevalentemente formale.
  • 40. urbanistica paola viganò ‘urbanistica si occupa [...] delle trasformazioni del territorio, dei modi nei quali avvengono e sono avvenute, dei soggetti che le promuovono, delle tecniche che utilizzano, dei risultati che si attendono, dei problemi che ne conseguono, dei problemi che di volta in volta si sollevano inducendo a nuove trasformazioni.” Bernardo Secchi, “Prima lezione di urbanis- tica” (Bari, 2000) aa 2011 - 2012 “L 33
  • 41. BIANCADE SR89 A4 RONCADE SP64 34 a nella pagina accanto confronto tra il render della campagna pubblicitaria e lo stato attuale a ortofoto 1995 b ortofoto 2010 c localizzazione dell’area in esame b c Il corso di urbanistica mi ha messo di fronte al significato più ampio e generale della disci- plina, spesso confusa con la pianificazione territoriale o la semplice progettazione di infrastrutture e paesaggio. Inoltre durante il corso è stata sempre sotto- lineata l’utilità del progetto come produttore di conoscenza, per merito delle analisi svolte sul territorio, e per la sua capacità di elabo- rare e proporre nuovi scenari per lo sviluppo (una grande responsabilità lasciata nelle mani dell’urbanista).
  • 42. SR89 A1 87 17 8 35 000 m² 30 17 150 90 230 70 Roncade Outlet Gallery outlet village outlet di medie dimensioni outlet di piccole dimensioni 35 1992 1995 2000 2005 2009 (anno) 180 150 100 50 7 abbigliamento gastronomia scarpe sport casalinghi pelletterie altro
  • 43. 36 nella pagina accanto in alto: quantità e tipologie di outlet in Europa; in basso: comparazi- one tra tre diversi outlet e localizzazione delle strutture in Italia d stato di abbandono dell’outlet di Roncade e tre scenari per il riutilizzo d e
  • 44. tecnologia dell’architettura giovanni mucelli e la tecnica è l’impiego di strumenti e procedimenti per l’esecuzione di un’opera (il modo), la tecnologia è invece il logos, ovvero indica il discorso critico e inter- pretativo sulle tecniche. aa 2011 - 2012 S 37
  • 45. 38 a nella pagina accanto dettaglio costruttivo dell’interfaccia tra il pilastro in acciaio e la prima pelle esterna di vetro e pannelli sandwich (sezione orizzontale) a ipotesi: destinazione universitaria b ipotesi: destinazione museale b Mentre i corsi di elementi costruttivi e di sistemi costruttivi si occupavano di fornire un metodo per la realizzazione delle opere architettoniche, la tecnologia dell’architettura pone anche le basi per le trasformazioni ed i miglioramenti innovativi dei primi. In più durante il corso è stata evidenziato il nuovo e sempre più serrato legame della disci- plina con gli aspetti amministrativi, esecutivi e di controllo del manufatto edilizio. In pratica mi è stata affidata l’analisi di un complesso caratterizzato da evidente flessibil- ità tecnologica. Il complesso “Mar do Oriente”a Lisbona, dei fratelli Manuel e Fran- cisco Aires Mateus è stato ridisegnato con particolare attenzione ai dettagli costruttivi dei fabbricati flessibili, offrendo anche alcune ipotesi di variante.
  • 46. 39 c c interno dei padiglioni prima dell’applicazione del guscio flessibile d simulazione fotorealistica del risultato al termine dei lavori e dettaglio della doppia parete vetrata nella pagina accanto dettaglio del guscio flessibile d e
  • 47. 40
  • 49.
  • 50. comporre cum pònere dall’unione dei termini latini cum, particella indicante unione, raggruppamento e pònere, ovvero porre, collocare: porre insieme e mescolare varie cose per farne una; riferito a cose letterarie o musicali scrivere di proprio concetto; riferito a cose artistiche modellare, disegnare di propria fantasia. cum pònere
  • 51. “Non si costruisce su superfici astratte, prive di segni, su una tabula rasa. Comporre un edificio comporta sempre un dialogo serrato e prolun- gato, che acquista a volte i caratteri di un confronto antagonistico, con una serie di preesist- enze che entrano nella composizione determinan- done in maniera sensibile gli esiti. [...] Costruire nelle città è un atto critico che in qualche modo rifonda la realtà sulla quale si agisce nel momento stesso in cui questa viene modificata da un intervento architettonico.” Franco Purini, “Comporre l’architettura” (Bari, 2000)
  • 52. progettazione architettonica 1 mauro galantino aa 2010 - 2011 45 artire dalla qualità poetica degli ambi- enti per costruire l’intero edificio. Questo è stato il leitmotiv dell’intero corso, ed il principale insegnamento ricevuto dal prof. Galantino. La progettazione di un’abitazione per un artista famoso, nel mio caso il fotografo modenese Olivo Barbieri, ci ha messi di fronte alle esigenze particolari del committente, da declinare chiaramente attraverso la conformazione dell’area di progetto. P Promontorio sul Gargano Mattinata (FG)
  • 53. In questo modo i vari tasselli, costituiti dagli ambienti progettati all’inizio, ognuno carat- terizzato da una propria quantità planimet- rica precisa, hanno trovato quasi natural- mente la loro collocazione all’interno del progetto: l’ingresso come stanza della luce, la cucina come luogo alchemico, la camera come luogo del sonno e dei sogni. nella pagina accanto schizzo del percorso di avvicinamento all’abitazione in questa pagina planivolumetrico 46
  • 55. a pianta dell’attacco a terra b sezione longitudinale ovest c prospetto sud d sezione longitudinale est in questa pagina esploso assonometrico 48
  • 56. progettazione architettonica 2 roberta albiero aa 2011 - 2012 49 ome scrive Purini, non si costruisce su superfici astratte o intonse. L’intera superficie terrestre è caratterizzata da segni sia naturali ma prevalentemente opera dell’uomo. L’architettura, in quanto segno destinato a sovrapporsi a questi, non può non C Ex stabilimento Sech Barbisano (VE)
  • 57. ca 50 b d confrontarsi con tale sistema di tracce. Così la prima fase del corso di progettazione architettonica è consistita nell’analisi del territorio nel quale si collocava l’area di progetto, e da questa doveva muovere la nostra ipotesi. Nella seconda fase è stato poi ovviamente necessario conciliare i tracciati progettuali con gli aspetti funzionali imposti. Ma la costruzione non è fine a se stessa: infatti a partire dalle analisi preliminari, e culminando con la realizzazione dell’opera, si contribuisce a ridefinire la funzione e la forma stessa del luogo nel quale si interviene. a carta dei capannoni industriali e dell’abitato b carta del verde (alberature e boschi) c tracciati d area di progetto
  • 58. e e fotorendering: vista dalla strada principale f planivolumetrico g pianta del piano 2˚ h fotorendering: vista interna in basso sezione prospettica nella pagina accanto pianta dell’attacco a terra h f g
  • 59. 52
  • 60. sistemi costruttivi giovanni mucelli aa 2011 - 2012 53 asso successivo rispetto allo studio degli elementi costruttivi, è quello dei sistemi costruttivi, nei quali gli elementi sono messi in relazione per comporre un pacchetto o un nodo costruttivo, e poi un sistema costituito da chiusure verticali, orizzontali ed oblique che definiscono un “interno” abitabile. La progettazione di un tale sistema presup- pone la conoscenza approfondita dei materi- ali, delle loro proprietà fisico-chimiche e prestazionali, ma anche dei requisiti tecno- logici richiesti. E’ impensabile pensare di realizzare un edificio al passo con i tempi e le richieste di sostenibilità e spesso anche di flessibilità partendo da pacchetti pre-realizzati e proposti da terzi, ma è neces- sario per un architetto saperli progettare in funzione della destinazione d’uso e della collocazione del manufatto. P
  • 61.
  • 62. progettazione urbanistica paola viganò aa 2012 - 2013 55 e-cycling cities: città che si ri-ciclano, che sanno riutilizzare e rivalorizzare le loro parti degradate, trasformandole in nuove figure capaci di rigenerare la trama urbana stessa. Questa è stata l’ipotesi dalla quale è mosso il corso, e dalla quale si sono poi differenziati le tre diverse varianti che hanno declinato il tema in tre diversi (ma non troppo) contesti: la città diffusa di Camposampiero (PD), la “periferia” di Mestre (VE) e l’area di Fusina (VE). R Zona industriale Marghera (VE)
  • 63. 56 a nella pagina accanto area di riqualificazione urbana: capannoni dismessi a marghera a concept di progetto Il nostro progetto interessava la zona liminare posta lungo la linea ferroviaria che separa Marghera da Mestre. Partendo dall’analisi della città infatti ci siamo resi conto di come il degrado urbano della periferia sia causato dalla mancanza di collegamenti “lenti” che hanno generato un’atrofizzazione delle estremità. Tramite l’utilizzo di tre “spine”, ovvero tre passaggi ciclo-pedonali attraverso le grosse arterie viarie che tagliavano nettamente la città, abbiamo cercato di generare dei miglio- ramenti della qualità degli spazi prospicenti la ferrovia e la strada statale; questo sistema poi, ulteriormente collegato ed ampliato, avrebbe potuto generare successive riqualifi- cazioni come il riuso dei capannoni abbando- nati per la realizzazione di spazi comuni. L’elaborazione di scenari convincenti e “posi- tivi” mi era già stata insegnata durante il corso di urbanistica, ma durante questo laboratorio ha visto il suo completamento soprattutto grazie ad un’applicazione più pratica.
  • 64. db b le infrastrutture stradali come limite c le infrastrutture ferroviarie come limite d lettura dei progetti in fase di attuazione e le spine e le nuove infrastruture di collegamento f sezione per il controprogetto: la scala esagerata del palais lumiere nella pagina accanto fotomontaggio dell’interno di un capannone riconvertito c e f
  • 65.
  • 66. workshop 2011 giancarlo mazzanti sierra aa 2010 - 2011 59 tmosfere ed ambienti per l’ozio: elementi-moduli-sistemi. Lo stesso titolo del workshop tenuto dall’architetto colombiano Giancarlo Mazzanti Sierra è di per sè molto eloquente per quanto riguarda i temi trattati e sviluppati durante le tre settimane di laboratorio inten- sivo. Difatti il nostro compito è stato quello di ripensare la città di Venezia come un ambi- ente per il turismo ma anche per l’ozio: pensare l’architettura come azione e perfor- mance, come pratica materiale per permettere l’interscambio sociale ed ambientale. A Santa Marta Venezia (VE)
  • 67. 60 a nella pagina accanto concept di progetto: la rete neuronale a nuove sinapsi verdi b area di progetto c pianta di progetto cb Così il concept di progetto è divenuto una rete neuronale, capace di collegare isotropicamente più punti della città. Una volta condivisa la possibilità di lavorare con il verde, i neuroni si sono trasformati in diverse “stazioni” naturali nelle quali trovare il già nominato ozio, mentre i filamenti sono coincisi con percorsi suggeriti da pareti o pavimentazioni realizzate con elementi arborei o vegetali.
  • 69. 62 d verde come pensilina e verde come area relax f verde come sedute g verde come orti in queste pagine simulazione fotorealistiche
  • 70. restauro francesco doglioni aa 2012 - 2013 63 Campo San Maurizio Venezia (VE) estaurare un edificio non significa, come si crede comunemente, riportare l’edificio ad una condizione di “splendore”, che peraltro non è scontato sia esistita, nè tantomeno eliminare da esso tutte le tracce del passaggio del tempo e dei suoi cedimenti. Restauro significa piuttosto sì ricercare quale poteva essere la configurazione iniziale del manufatto architettonico, ma soprattutto elaborare un progetto che permetta la conservazione in essere dell’oggetto se possi- bile tenendo conto delle modificazioni signifi- cative che questo ha subito sia da parte dell’uomo ma anche dell’agire del tempo. Il corso infatti mi ha fornito gli strumenti per conoscere per sommi capi (date la ristrettezze tempistiche) le teorie del restauro sviluppate si nei secoli, ed imparare a leggerle ed a discernerle in modo critico. Inoltre ho imparato l’importanza della stratificazione costruttiva e del degrado nella definizione del carattere e del significato dell’opera edilizia, e come queste vengano valorizzate dalle diverse strategie di restauro. r
  • 71. 64 a localizzazione attuale del Palazzo b jacopo de’ barbari, veduta di Venezia (1500) in basso il Palazzo in campo San Maurizio a b
  • 72. 65 c fotomosaico di Palazzo Terzi Bellavite d lettura dei materiali ai lati immagini significative dello stato attuale del palazzo: lo stemma, il recente crollo di un tratto di muratura, la serliana centrale, il risvolto dell’intonaco laterale, le lapidi marmoree c
  • 73. mattone rinascimentale mattone UNI intonaco cementizio intonaco di cocciopesto (strato finale) intonaco di cocciopesto (sottofondo) intonaco a marmorino intonaco di calce e sabbia rifinito ad affresco intonaco di gesso pietra di Vicenza pietra d’Istria marmo legno 66 d
  • 74. e 67 e lettura delle tracce di intonacatura originale f lettura del degrado ai lati immagini di dettaglio delle incisioni a fresco sull’intonaco originale porzione di intonaco del ‘500 segni di incisione
  • 75. f alterazione cromatica colatura degrado antropico disgregazione erosione lacuna patina biologica apposizione di materiale non conforme crosta deposito superficiale distacco fessurazione mancanza 68
  • 76. g
  • 77. g quadro dei bordi h quadro delle superfici con relativo diagramma di Harris ai lati dettagli con relativa lettura dei bordi e delle superfici h
  • 78. 71 ai lati fenomeni di degrado e relavita fotosimulazi- one dell’intervento di pulitura/ripristino al centro abaco del degrado
  • 79. 72
  • 80. 73 i l a sinistra margine sinistro del fronte (interfaccia con Palazzo Molin) i primo assetto configurativo l secondo assetto configurativo La stratigrafia non solo ci ha permesso di valutare le variazioni configurative del Palazzo in esame ma anche della fabbrica adiacente: Ca’ Molin. Infatti le prime note riguardano il margine sinistro della facciata, ove brani di intonaco coprono entrambi i palazzi ma da un certo livello in su tale fascia si interrompe e lascia posto a margini distruttivi su Palazzo Terzi (a dimostrazione di almeno una sopraelevazione in Palazzo Molin). Poi osservando anche il margine sinistro ci si accorge che l’intonaco laterale risvolta sulla facciata principale (segno di una posteriorità delle intonacature della parete esterna est).
  • 81. 1 2 2 2 2 2 1 1 4 4 4 2 4 5 5 5 1 1 88 7 4 7 4 1 3 1 1 3 1 1 3 1 5 6 6 6 6 7 5 5 3 3 3 3 3 3 3 3 5 8 1/M 3 /I 2/P 4 /I 5 /I 6/I 7 /I 8/I sec.XVIsec.XIXsec.XX 1/M 3/I 2/P 4 /I 6/L 5 /I 7/I 8/I 9 /I sec.XVIsec.XIXsec.XX 74 m a destra margine destro del fronte m terzo assetto configurativo n bordi e superfici sul margine destro o bordi e superfici sul margine sinistro n o
  • 82. 75 p q p ipotesi della ricostruzione di una piccola porzione del fronte q progetto di restauro
  • 83. 76 Le soluzioni scelte hanno tenuto conto dello scorrere del tempo, dell’azione del degrado ma anche del consolidamento strutturale del fronte e la sua conservazione nel tempo. Il progetto prevede la pulitura degli elementi anneriti, un delicato intervento di sigillatura delle parti di intonaco fortemente danneggiato, lasciando scoperta la fascia inferiore per favorirne la traspirazione e la valorizzazione dei segni di incisione dell’intonaco originariamente affrescato, probabilmente opera di Paolo Veronese. La ricostruzione della figuratività originale del fronte potrebbe poi avvenire o attraverso l’uso di apparecchiature multimediali (proiezioni della ricostruzione dell’assetto originale della facciata sulla stessa, in alcune occasioni) oppure ricostruendo direttamente su una piccola specchiatura della facciata. A tale scopo ne abbiamo individuata una idonea allo scopo sul lato destro.
  • 84.
  • 85.
  • 86. bibliografiabibliografia sono qui riportati i testi che hanno avuto un ruolo più significativo nel corso di questa mia esperienza triennale
  • 87. Benevolo, Leonardo, Le origini dell’urbanistica moderna, Universale Laterza 91, Bari, 2010 Carbonara, Giovanni, Architettura d’oggi e restauro, Utet Scienze Tecniche, Assago (MI), 2011 De Rosa, Agostino; D’Acunto, Giuseppe, La vertigine dello sguardo, Cafoscarina, Venezia, 2012 Doglioni, Francesco, Nel restauro, Marsilio, Venezia, 2011 Giedion, Sigfried, Spazio, tempo, architettura, Hoepli, Milano, 2010 Le Corbusier, Verso una architettura, Longanesi, Milano, 2011 Loos, Adolf, Parole nel vuoto, Gli Adelphi, Milano, 2011 McDonough, William; Braungart, Michael , Dalla culla alla culla, Filoderba I Saggi, Torino, 2003 Mitchell, William John, La città dei bits, Electa Documenti di Architettura 107, Martellago (VE), 1997 Panofsky Erwin, La prospettiva come «forma simbolica», Abscondita Carte d’Artisti 90, Milano 2007 Perulli, Gianfranco, Governare il territorio, Giappichelli Editore, Torino, 2009 Pevsner, Nikolaus, I pionieri dell’architettura moderna, Garzanti Elefanti, Milano, 2011 Purini, Franco, Comporre l’architettura, Universale Laterza 801, Bari 2011 Secchi, Bernardo, Prima lezione di urbanistica, Universale Laterza 800, Bari, 2010 Sinopoli, Nicola, La tecnologia invisibile, Serie di architettura Francoangeli, Milano, 2002 Sudjic, Deyan, Architettura e potere, I Robinson Laterza, Bari, 2011 Viganò, Paola, I territori dell’urbanistica, Officina Edizioni, Roma, 2010 AA.VV., Tecnologia delle costruzioni 2, Le Monnier, Milano, 2003