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Non ti ho potuto conoscere
ma porto il tuo nome
"In impetu
victoria"
In ricordo del fante Pietro Renato Attilio Poletti
disperso in Russia il 25 gennaio 1943
durante la seconda battaglia difensiva del Don
Ricerca storica a cura del pronipote Renato Ongania
Note sui diritti d’autore:
Non è permesso riprodurre il materiale della pubblicazione senza
il consenso dell’autore. 2022. Tutti i diritti riservati.
I testi e le foto:
Alcuni testi e alcune foto sono tratti da Wikipedia con licenza
CC-BY-SA. BY, ovvero Attribuzione: vuol dire che è possibile
copiare, modificare e distribuire l’opera a patto che venga citato
il nome dell’autore. Se affiancata dall’indicazione NC e/o ND
l’utilizzo sarà ristretto a fini non commerciali e/o sarà vietato
creare opere derivate. SA, ovvero Condividi allo stesso modo:
questa clausola implica che la distribuzione dei lavori derivati
dall’opera originale dovrà sottostare a una licenza identica o
compatibile a quella di partenza.
Dunque CC-BY-SA significa che, a condizione di citare il vostro
nome e di utilizzare la stessa tipologia di licenza, tutti potranno
copiare, modificare, creare opere derivate e ridistribuire
liberamente la vostra fotografia, mentre voi entrerete
nell’olimpo di coloro che credono nell’importanza della cultura
e della libera condivisione della conoscenza -e fanno qualcosa di
concreto per portare avanti le proprie convinzioni.
Copertina:
La foto in copertina è una rielaborazione grafica di una foto
tessera fornita dalla nipote Gladis Poletti. Sul reto dell’originale
vi è un timbro “FOTO LARIANA” – 7 FEB. 1939” e in
diagonale il nome “Poletti Renato” scritto con il pennino, in
bella grafia.
“In impetu victoria” è il motto araldico del 54° reggimento
fanteria “Sforzesca”. La frase latina tradotta significa “In attacco
vittoria”.
Le mostrine sono relative alla Seconda Divisione fanteria
“Sforzesca”.
Pubblicato il 22 febbraio 2022 in occasione del mio compleanno.
Ti scrivo da casa, forse non sai che ho “ereditato” il tuo
(secondo) nome, Renato.
Me l’ha svelato mia mamma, Luigia Festorazzi.
Ero piccolo e le chiedevo perché mi avesse dato questo
nome così poco diffuso. Mi aveva risposto, più di una volta per
la verità: “Per ricordarci dello zio Renato – a cui non mancava
di aggiungere – Morto in Russia”.
Versione confermata da mia nonna materna, tua sorella
Clementina: “Era mio fratello, più giovane, è nato quando avevo
sette anni”.
Ho saputo dall’anagrafe di Mandello del Lario che sei
nato il 28 giugno 1920, il giorno dedicato ai santi Pietro e Paolo,
da cui forse hai preso il primo nome; una volta si usava dare il
nome alle persone prendendo a prestito quello dei Santi, ora le
cose sono cambiate e ci sono altre logiche che guidano la scelta
del nome.
Solo dopo la mia ricerca ho compreso a fondo la
devozione di mia nonna verso i santi Pietro e Paolo. La sera del
27 giugno di ogni anno amava fare la barca di san Pietro con il
bianco d’uovo! L’abbiamo guardata insieme molte volte quella
barca fatta di bianco d’uovo, un vero appuntamento con il
calendario, la fede. E il tuo ricordo, ma io non lo sapevo!
Per l’anagrafe sei nato a Rongio, in provincia di Como, e
sei morto esattamente il 25 gennaio 1943, salvo poi aggiungere
in un inciso “Disperso in Russia”, il Distretto Militare di Como
conferma quanto sopra.
Se leggendo sei disorientato, devo precisare che ora
Rongio è una frazione di Mandello del Lario, non fa più comune,
ed è cambiata anche la provincia, siamo passati da Como a Lecco.
Di te, la nonna, che purtroppo ci ha lasciato qualche anno
fa, diceva: “Mio fratello, il povero Renato”, a significare la
disgrazia e il dolore per essere uno di quei soldati non solo morti,
ma anche “dispersi in Russia”.
Già, senza una tomba, senza un posto dove piangerti,
morto forse, diceva, “di congelamento sul Don”, durante quella
terribile seconda guerra mondiale “per quella follia del Duce”.
Tutte frasi che circolano nelle mie orecchie da molto
tempo e che meritano un doveroso approfondimento, e una
contestualizzazione storica. Per questa ragione mi sono deciso
ad avviare una ricerca, per ricostruire un po’ del passato, non
tutto, solo quanto basta per mettere in pace la coscienza e dire a
me stesso: “Ecco, ho fatto la mia parte. Sono riuscito a ritagliare
il tempo per onorare la sua memoria”.
Immagino vorrai sapere qualcosa di me e della tua
famiglia, giusto?
Io sono nato nell’inverno del 1978, a Milano il 22
febbraio per l’esattezza. Tua sorella Clementina ha avuto tre figli:
Ermanno, Achille e Luigia. Tuo fratello Costante ha avuto due
figli e tuo fratello Roberto ha avuto un figlio.
Clementina ha visto nascere e battezzare sette nipoti. Io
sono stato l’ottavo.
Più precisamente nel 1978 era giunto il momento di
onorare la tua memoria, perpetuare la tua presenza, come
conforto spirituale, assegnando al sottoscritto il tuo nome.
Per 44 anni ho conservato la responsabilità di quel volere
autentico, intimo – di commemorarti – e l’ho conservato sapendo
che sarebbe stata mia responsabilità, un giorno, cercare di capire
come e perché sei scomparso prematuramente. Perché non sei
più tornato a Rongio, a Mandello.
Nel 2021 un Alpino di Esino Lario, che aveva appena
pubblicato il frutto della sua ricerca di un parente disperso in
Russia in un trafiletto della rivista L’Alpino, mi ha sollecitato a
condurre una analoga ricerca su di te, proprio perché io gli avevo
detto che porto il tuo nome, il nome di un disperso della battaglia
di Russia.
Non ne ho mai fatto segreto, da quando l’ho saputo, l’ho
ripetuto ad ogni “curioso” che mi ha chiesto: “Come mai ti
chiami Renato?”
Così ho iniziato ad avventurarmi nell’approfondimento
di questa storia più folle delle altre relativa alla seconda guerra
mondiale.
[la lettera prosegue alla fine del libro]
PIETRO RENATO ATTILIO POLETTI
Figlio di Giacomo Poletti e di Edvige Tencalli
Nel Foglio matricolare e caratteristico (Archivio di Stato di
Como), appare con il nome di Poletti Pietro, figlio di Giacomo e
di Tencalli Edvige, di religione cattolica N. di matricola 12.280.
Distretto di Como, classe di leva 1920.
I carabinieri in occasione della Chiamata di Leva del 10 maggio
1939 rilevano che Pietro Poletti è iscritto alla G.I.L. (Gioventù
Italiana del Littorio).
Più in dettaglio si legge che “Appartiene alla razza ariana”.
ISCRIZIONE ALLA G.I.L.
Pietro Renato Attilio Poletti – Giovane Fascista
Fig. 1 - emblema della Gioventù Italiana del Littorio
(Fonte:
https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Gioventù_Italiana_de
l_Littorio)
Con Regio Decreto Legge 27 ottobre 1937 n. 1839 fu istituita la
GIL, Gioventù italiana del littorio, che assorbiva le soppresse
Opera nazionale balilla e Federazione dei fasci di combattimento.
A differenza delle precedenti organizzazioni giovanili, la GIL
venne posta alle dirette dipendenze del Partito nazionale fascista.
La GIL era organizzata in:
- Figli della lupa, dai sei ai sette anni;
- Balilla, bambini dagli otto ai dodici anni;
- Piccole italiane, bambine dagli otto ai dodici anni;
- Avanguardisti e Giovani italiane, ragazzi e ragazzi dai tredici
ai diciassette anni;
- Giovani fascisti e Giovani fasciste, dai diciotto ai ventuno anni.
Il motto della GIL era una frase di Mussolini quanto mai
significativa: "Credere, obbedire, combattere".
Il 16 giugno del 1935 nasceva il "sabato fascista" dedicato
all'addestramento, militare e politico, in cui i bambini ed i
ragazzi inquadrati nella GIL dovevano partecipare alla
ginnastica, agli addestramenti ed alle lezioni, che si tenevano in
ogni paese.
Pietro Poletti in funzione dell’età che aveva nel 1939 veniva
inquadrato quindi come “Giovane Fascista”.
Achille Starace risulta esser stato segretario nazionale del Partito
Nazionale Fascista dal 7 dicembre 1931 al 30 ottobre 1939.
La GIL organizzava ogni anno, in tutta Italia, presso i Fasci
giovanili di combattimento, corsi premilitari, allo scopo di
addestrare alle armi i giovani che avevano compiuto il 18º anno
di età, sicché, venuto il tempo dell'obbligo di leva, essi entravano
a far parte delle forze armate dello Stato con il necessario
allenamento fisico e spirituale.
La formula del giuramento era:
«Nel nome di Dio e dell'Italia giuro di
eseguire gli ordini del Duce e di servire con
tutte le mie forze e se è necessario col mio
sangue la causa della Rivoluzione Fascista.»
Il giuramento era riportato sul retro della tessera della GIL.
VISITA DI LEVA
Pietro Renato Attilio Poletti
Fig. 2 – Foto di Pietro Renato Attilio Poletti, 1939.
Fonte: Archivio personale Gladis Poletti.
Appare come soldato di leva classe 1920 del distretto di Como,
lasciato in congedo illimitato il 10 maggio 1939.
Dati e contrassegni personali
Statura: m. 1,70;
Torace: m. 0,87;
Capelli: neri, ondulati;
Viso: ovale;
Naso: retto;
Mento: rot.;
Occhi: castani;
Sopracciglia, Fronte, Bocca: regolari;
Colorito: roseo;
Dentatura: guasta;
Arte o professione: fattorino;
Sa leggere e scrivere;
Titolo di studio: 5^ elementare;
Attitudini particolari: ciclista
ARRUOLATO IN FANTERIA
Matricola 12280
Chiamato alle armi e giunto il 10 marzo 1940 nella seconda
compagnia cannonieri 47/32 autocarrata Sforzesca ed avviata
[…] 54° Fanteria.
Fig. 3 - Stemma araldico della 2ª Divisione fanteria
"Sforzesca".
(Fonte:
https://it.wikipedia.org/wiki/2ª_Divisione_fanteria_"Sforzesca")
Fig. 4 – Scudo della Seconda Divisione fanteria “Sforzesca”
(Fonte:
https://it.wikipedia.org/wiki/2ª_Divisione_fanteria_"Sforzesca")
La "Sforzesca" era classificata come divisione di montagna
someggiata (trasportata a dorso di animali da soma) e come tale
destinata all'impiego in settori montani. In realtà la dotazione di
armi e mezzi era di poco differente da quella di una normale
divisione di fanteria di linea ed i fanti ne pagarono le
conseguenze in tutte le campagne in cui vennero impiegati.
Nella copertina sintetica del Foglio matricolare e caratteristico
sono scritte a penna le campagne nelle quali il soldato è stato
impegnato.
Motto Araldico del Reggimento
La Legge n° 293 del 24 marzo 1932 (Gazzetta Ufficiale n° 88
del 15 aprile 1932) "Concessione di motti araldici ai Reggimenti
e Corpi del Regio esercito" sanzionò la forma definitiva dei
cosiddetti "motti araldici" per tutti i reggimenti dei vari corpi del
Regio Esercito Italiano.
Il 4 luglio 1939, con circolare n° 55619 del Ministero della
Guerra, si fornivano le istruzioni per le domande relative alla
concessione dello stemma per i reggimenti, mentre con la
circolare n° 92060 del 7 ottobre 1939, si ribadiva, invece, la
forma sannitica dello scudo.
Nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale, vennero sospese
le concessioni di stemmi e motti araldici per i vari corpi
dell'Esercito.
CAMPAGNE MILITARI
Fante Pietro Poletti
In ordine cronologico ha partecipato a tre campagne militari:
• Nel 1940, 15 giorni sulla Frontiera Alpina Occidentale;
• Nel 1941, 4 mesi sulla Frontiera Greco Albanese;
• Nel 1942-1943, 6 mesi sulla Frontiera Russa del Don.
In dettaglio
▪ Dal 11 giugno 1940 al 25 giugno 1940 operazioni di
guerra della Frontiera Alpina Occidentale col 54°
Reggimento Fanteria […]
▪ Dal 23 gennaio 1941 al 23 aprile 1941 operazioni di
guerra della Frontiera Greco Albanese col 54°
Reggimento Fanteria […]
▪ Dal 24 giugno 1942 al 26 gennaio 1943 operazioni di
guerra contro la Russia col 54° Reggimento Fanteria
“Sforzesca” P. M. 69 – Comparto Cann. 47/32.
1. BATTAGLIA DELLA ALPI
OCCIDENTALI
Fante Pietro Poletti
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, i reggimenti 53°,
54° e 17° della divisione "Sforzesca" vennero schierati sul fronte
francese e parteciparono all'invasione delle Alpi francesi e ai
combattimenti dal 10 al 25 giugno 1940. Si fronteggiarono
300.000 italiani contro 175.000 francesi.
Il cannone 47/32
Fig. 5 – Cannone 47/32
(Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/47/32_Mod._1935)
Il cannone 47/32 è un cannone anticarro (chiamato più
comunemente "Elefantino") usato durante la seconda guerra
mondiale dal Regio Esercito come arma d'accompagnamento,
con cui garantire alla fanteria maggiore potenza di fuoco anche
contro mezzi blindati.
Nel 1940, secondo l'ordinamento del Regio Esercito, venne
assegnata una batteria di otto cannoni da 47/32 ad ogni
reggimento di fanteria e una ad ogni divisione di fanteria.
All'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista e
la dichiarazione di guerra a Francia e Regno Unito non
corrispose un piano preordinato: il Regio Esercito, ammassato
lungo la frontiera, intraprese disordinate azioni offensive che
furono efficacemente contrastate dall'esercito francese,
trincerato sulle posizioni difensive della Linea Maginot alpina.
Fig. 6 – Invasione italiana della Francia 10-25 giugno 1940.
(Fonte:
https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Alpi_Occidentali#Le_fo
rze_armate_italiane)
Solo la sconfitta dell'Armée française per opera dell'esercito
tedesco mascherò in parte la notevole impreparazione militare
italiana; il governo di Philippe Pétain sottoscrisse il secondo
armistizio di Compiègne il 22 giugno, nel quale la Germania
impose alla Francia di arrendersi entro pochi giorni anche
all'Italia, nonostante sul campo di battaglia si stesse delineando
l'effettivo fallimento tattico-strategico delle forze armate italiane
e una sostanziale vittoria difensiva francese.
L'armistizio di Villa Incisa, nei pressi di Roma, firmato il 24
giugno ed entrato in vigore il giorno successivo, sancì
l'annessione di alcune porzioni di territorio francese all'Italia, la
creazione di una zona demilitarizzata lungo il confine e l'inizio
dell'occupazione italiana della Francia meridionale.
L'aggressione italiana fu percepita come una «pugnalata alla
schiena» a una nazione ormai allo stremo, oltre che un atto
moralmente dubbio, dato che la dichiarazione di guerra avvenne
in contemporanea con le fasi finali della campagna di Francia,
quando ormai le sorti della Repubblica francese erano segnate di
fronte all'avanzata inarrestabile della Wehrmacht.
Oltre a essere stati alleati durante la prima guerra mondiale, i due
Paesi avevano una fitta rete di relazioni sociali ed economiche,
soprattutto nelle zone di confine, che furono sconvolte dalla
guerra. La battaglia delle Alpi dunque ruppe definitivamente
queste relazioni, facendo nascere il risentimento delle
popolazioni francesi che si sentirono tradite dall'attacco italiano.
Si conteranno quasi 700 morti (di cui 20 francesi), altrettanti
dispersi, quasi 3.000 feriti e 155 francesi fatti prigionieri
(Giorgio Rochat, La campagne italienne de juin 1940 dans les
Alpes occidentales, in Revue historique des armées, vol. 250,
2008, pp. 77–84, in 29 paragrafi online. Paragrafo 19).
Conclusione
Nel 1940 i soldati della Divisione Sforzesca erano ospitati nelle
tre grandi caserme di Novara: la Perrone, la Passalacqua e la
Cavalli. A giugno di quell’anno uscirono dalle caserme e
attraversarono tutto il centro cittadino sino alla stazione,
marciando in corteo fra due ali di folla esultante. Stipati su
convogli ferroviari, partirono per il fronte francese tra uno
sventolio di bandiere e canti.
La Divisione Sforzesca superò il confine con intendimenti
offensivi; le avanguardie, forzate le difese sul colle del
Monginevro, sboccarono nella Conca di Briançon, ma l’azione
fu necessariamente sospesa per la violenta reazione degli
avversari. Il 24 giugno venne sostituita in linea dalla “Legnano”
e passò alle dipendenze dirette della 4^ Armata, quale riserva
nella zona di Ulzio (To) (Bailo B., Le pietre raccontano,
Cinisello Balsamo. Disponibile online:
https://www.comune.cinisello-
balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article137).
Quando non impegnato in guerra, ma comunque in servizio,
Pietro Renato Attilio Poletti ha subito due provvedimenti
disciplinari:
• 16 luglio 1940 – Non rispondeva prontamente all’appello.
Specie della punizione “C.” giorni 5.
• 16 ottobre 1940 – Teneva un contegno poco corretto nei
riguardi di un ufficiale. Specie della punizione “C.P.S.”
6 giorni.
2. CAMPAGNA ITALIANA DI GRECIA
Fante Pietro Poletti
Nel gennaio 1941 alla "Sforzesca" venne aggregata la XXX
Legione CC.NN. e la grande unità venne inviata sul fronte greco-
albanese.
La campagna italiana di Grecia si svolse tra il 28 ottobre 1940 e
il 23 aprile 1941, nell'ambito dei più vasti eventi della campagna
dei Balcani della seconda guerra mondiale.
La campagna si aprì con un'offensiva del Regio Esercito italiano
a partire dalle sue basi in Albania (controllata dagli italiani fin
dall'aprile 1939) verso la regione dell'Epiro in Grecia, mossa
decisa da Benito Mussolini al fine di riequilibrare lo stato
dell'alleanza con la Germania nazista e di riaffermare il ruolo
autonomo dell'Italia fascista nel conflitto mondiale in corso.
Malamente pianificata dal generale Sebastiano Visconti Prasca
ed eseguita con forze numericamente insufficienti e scarsamente
equipaggiate, l'offensiva italiana andò incontro a un disastro:
bloccato l'attacco nemico, le forze greche del generale
Alexandros Papagos, appoggiate da unità aeree della Royal Air
Force britannica, passarono decisamente al contrattacco
respingendo le unità italiane oltre la frontiera e continuando ad
avanzare in profondità nel territorio albanese.
La sostituzione di Visconti Prasca, prima con il generale Ubaldo
Soddu e poi con il generale Ugo Cavallero, non portò a grandi
miglioramenti per le forze italiane, rinforzate in maniera caotica
da un flusso disorganizzato di truppe e alle prese con una
pessima situazione logistica; solo a fine febbraio 1941 il fronte
italiano poté infine essere stabilizzato.
In marzo le forze italiane tentarono una massiccia controffensiva
per respingere i greci dall'Albania, ma andarono incontro a un
sanguinoso fallimento.
La guerra si trascinò in una situazione di stallo fino all'aprile
1941, quando la Germania intervenne in forze nella regione
balcanica: con un'azione fulminea, le truppe tedesche invasero
la Jugoslavia e la Grecia, costringendole in poco tempo alla
capitolazione. Benché vittoriosa nel finale, la campagna di
Grecia si tradusse in un grave insuccesso politico per l'Italia,
costretta ad abbandonare ogni pretesa di condotta delle
operazioni belliche autonoma e distinta dai tedeschi
(https://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_italiana_di_Grecia).
Conclusione
A Novara sfilarono ancora in corteo attraverso la città, partendo
per il fronte greco-albanese dove combatté in condizioni
materiali e climatiche difficilissime.
Nella Sforzesca fu inquadrata anche la 30^ Legione CC.NN.
(Camicie Nere). Sul nuovo fronte le unità della Divisione si
contrapposero ad un avversario che tentava di superare le ultime
barriere difensive naturali sulla strada per Valona.
Aspri combattimenti, che spesso sfociarono in assalti all’arma
bianca, si succedettero ininterrotti su posizioni che furono prese
e perdute più volte. Nei primi giorni di marzo la Divisione passò
all’offensiva e occupò le posizioni di Chiaf.
Il 15 aprile una colonna entrò in territorio greco puntando sul
nodo stradale di Klisura, che venne raggiunto due giorni dopo.
Ultimate le operazioni la Sforzesca rimase in territorio di
occupazione in Grecia fino alla metà di luglio, quando ricevette
ordine di rientrare in Italia (Bailo B., Le pietre raccontano,
Cinisello Balsamo. Disponibile online:
https://www.comune.cinisello-
balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article137).
Italia, Albania, Germania (dal 6 aprile 19419)
13 755 morti
50 874 feriti
12 368 congelati
52 108 ammalati
3 914 dispersi
21 153 prigionieri
Grecia, Regno Unito
13 325 morti
42 485 feriti
4 250 dispersi
1 531 prigionieri
circa 25 000 congelati
Fonte:
(https://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_italiana_di_Grecia)
Pietro Attilio Renato Poletti partecipò seguendo il seguente
itinerario:
Il 25 gennaio 1941 parte per l’Albania.
Il 29 gennaio 1941si imbarca a Brindisi sul Piroscafo Viminale.
Fig. 7 – piroscafo Viminale
Fonte: (https://it.wikipedia.org/wiki/Viminale_(motonave).
Il 1 febbraio 1941 sbarca a Valona.
Il 31 marzo 1942 riceve un pagamento di L. 375 corrispondente
al pagamento di giorni 30 di licenza ordinaria non fruita per il
periodo dal 10-04-1940 al 10-06-1941.
Ad aprile si riportano due provvedimenti disciplinari, assunti
probabilmente in Grecia:
• 13 aprile 1941 – Viaggiava in treno sprovvisto del
prescritto biglietto. Specie della punizione “C.P.R.” 6
giorni.
• 15 aprile 1941 – Discuteva un ordine avuto da un
Ufficiale del reparto. Specie della punizione “C.R.R.” 10
giorni.
Chiuse le operazioni belliche in Albania, nel luglio 1941 la
"Sforzesca" venne fatta rientrare a Novara.
Il giorno 8 luglio 1941 si imbarca sulla nave Argentina.
Fig. 8 – Nave Argentina
Fonte: (https://it.wikipedia.org/wiki/Argentina_(piroscafo).
Il giorno 8 luglio 1941 sbarca a Brindisi.
3. LA CAMPAGNA DI RUSSIA
Fante Pietro Poletti
(disperso)
Il 24 giugno 1942 Pietro Renato Attilio Poletti parte per la
Russia.
Il Corpo di spedizione italiano in Russia venne inquadrato
nell'ARMIR (8ª Armata Italiana in Russia) e la "Sforzesca"
divenne nominalmente parte del II Corpo d'armata dell'ARMIR.
Partirono da Novara senza alcun entusiasmo. Più nessuno
cantava in coro Vincere! o Giovinezza, i volti erano preoccupati
e i parenti e le fidanzate piangevano. La Russia era lontana e
fredda; i soldati indossavano scarpe di cartone appena rinforzato
ed erano ormai pochi a credere alla propaganda bellicista del
regime (Bailo B., Le pietre raccontano, Cinisello Balsamo.
Disponibile online: https://www.comune.cinisello-
balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article137).
La "Sforzesca" venne subito impiegata sul fronte del medio Don,
sostituendo la divisione "Torino" appartenente al XXXV Corpo
d'armata (ex CSIR) e venne inquadrata nel XXIX Corpo
d'Armata tedesco dell'Heeresgruppe B nel quale era inquadrata
l'ARMIR. Tra l'agosto e i primi di settembre dello stesso anno,
la "Sforzesca" ed i resti della 3ª divisione "Celere" ingaggiarono
durissimi combattimenti con le forze russe.
Nell'occasione di un attacco particolarmente duro, i fanti della
"Sforzesca" dovettero ritirarsi e questo valse all'unità
l'appellativo di divisione cikai ("scappa" in russo) soprannome
immeritato data la preponderanza del nemico che rendeva
impossibile una vittoria e un suicidio la resistenza. Le posizioni
abbandonate dalla Sforzesca furono rilevate dal 79º Battaglione
M del seniore Silvio Margini che ne protesse la ritirata.
Dopo questi combattimenti la "Sforzesca" venne spostata sulle
rive del fiume Don, all'interno del settore del XXIX Corpo
d'Armata tedesco e nella parte più orientale dello scacchiere
italiano, a contatto con le forze rumene.
Il 16 dicembre 1942 ebbe inizio l'offensiva sovietica
dell'operazione Piccolo Saturno, che impegnò duramente le
unità italiane e rumene. Con il crollo delle posizioni rumene e lo
sfondamento delle proprie linee, le divisioni di fanteria italiane
dovettero ripiegare e la "Sforzesca" iniziò la ritirata il 19
dicembre 1942.
Il percorso seguito dalle colonne in ritirata del blocco sud (cui
appartenevano le unità della "Sforzesca") fu lungo e tortuoso, in
condizioni climatiche estreme e con equipaggiamento e vestiario
non idonei.
Il 28 dicembre 1942 i soldati del 54º Reggimento, primi tra tutti
i reparti della divisione, riuscirono ad uscire dalla sacca.
Il 30 dicembre sostenne un ulteriore combattimento prima di
giungere a Bolshoi Ternow.
Rispetto ai 12.521 uomini in forza alla divisione al 1º luglio 1942,
al 1º gennaio 1943 vennero rilevati 4.802 uomini - con una
percentuale di perdite per la divisione pari al 64%.
Il ripiegamento continuò su colonne che si muovevano su uno o
più itinerari in relazione alla presenza di unità corazzate nemiche.
Il 3 gennaio i resti della Divisione giunsero a Forschstadt sul
Donez, da dove il 5 gennaio raggiunsero per ferrovia Rykovo per
arrivare al campo base di Gomel. A Skassyrskaja, dopo quindici
giorni di estenuanti marce e di continui scontri, i resti della
Divisione riuscirono a rompere l’accerchiamento e a proseguire
più speditamente verso le retrovie.
25 gennaio 1943 risulta disperso in combattimento sul Fronte
Russo settore centrale Medio Don (Fronte Est).
Il 25 aprile 1943 viene rilasciata dichiarazione di irreperibilità
dal comando Deposito 54° Reggimento Fanteria, Novara.
Firmato da Ten. Col. Biagio Licari e Relatore Ten. Col. Carlo
Poletti. Verificato a Como il 10 giugno 1943 Ten. Col. Capo
Ufficio Reclutamento e Matricole Rossini Giuseppe.
[continuazione della lettera pubblicata nelle prime pagine]
L’unica cosa che voglio dirti è “Grazie”, ti ringrazio per
avermi dato l’opportunità di capire qualcosa in più con questa
ricerca.
Saluti da casa,
Bibliografia
Archivi
• Archivio di Stato di Como
• Archivio di Stato di Berlino
• Archivio di Stato di Mosca
• Ministero della Difesa (Italia)
• Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia
• Comune di Mandello del Lario (LC)
Sitografia
• http://www.regioesercito.it/reparti/fanteria/rgt/rgt54.ht
m
• https://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_battaglia_difensiv
a_del_Don
• https://www.comune.cinisello-
balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article137
• https://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_italiana_di_Gre
cia
• https://it.wikipedia.org/wiki/Viminale_(motonave)
• https://it.wikipedia.org/wiki/Argentina_(piroscafo)
• https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Alpi_Occi
dentali#cite_note-Rochat2008par19-6
• https://it.wikipedia.org/wiki/Gioventù_italiana_del_litto
rio
• https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-
bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=profist&Chiave=146
• www.regioesercito.it
APPENDICE
Lettera 1: Dagli archivi federali tedeschi (Berlino).
(Fonte: corrispondenza con gli addetti agli Archivi di Berlino, esito
negativo).
Servicezeiten
Mo. – Do. 08:00 – 16:30 Uhr
Fr. 08:00 – 15:00 Uhr
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Für dieses Schreiben wurde alterungsbeständiges Papier verwendet
CAR
Bundesarchiv, Eichborndamm 179, 13403 Berlin HAUSANSCHRIFT Eichborndamm 179, 13403 Berlin
Herrn
Renato Ongania
E-Mail: renatoongania@libero.it
POSTANSCHRIFT Bundesarchiv, Eichborndamm 179
13403 Berlin
TEL +49 (0)3041904-440
FAX +49 (0)3041904-100
BEARBEITET VON Frau Lutterkort
E-MAIL m.lutterkort@bundesarchiv.de
INTERNET www.bundesarchiv.de
DATUM 20.01.2022
MEIN ZEICHEN PA 2-2021/G-14073
BETREFF Fremdländische Kriegsgefangene
HIER Renato Pietro Attilio Poletti, geb. 28.06.1920
BEZUG Ihre Anfrage vom 02.12.2021
ANLAGE/N
Sehr geehrter Herr Ongania,
bezüglich Ihrer Anfrage teile ich Ihnen mit, dass die Unterlagen der ehemaligen
Wehrmachtauskunftstelle über fremdländische Kriegsgefangene in deutschem
Gewahrsam im April 1945 beschlagnahmt und von einer Kommission alliierter
Offiziere übernommen wurden.
Im Bundesarchiv (Abteilung PA) sind nur die Unterlagen über fremdländische
Kriegsgefangene vorhanden, die nach dem Krieg der Deutschen Dienststelle (WASt)
von anderen Dienststellen und weiteren Einrichtungen übergeben wurden.
Unterlagen über
Renato Pietro Attilio P O L E T T I, geb. am 28.06.1920,
konnten nicht ermittelt werden.
Ich bedauere, in dieser Angelegenheit nicht weiter behilflich sein zu können und
empfehle Ihnen, noch eine Anfrage an folgende Stellen zu richten:
Internationales Komitee vom Roten Kreuz
17., Ave. de la Paix
1202 Genf
SCHWEIZ
Lettera 2: Dagli archivi russi (Mosca).
(Fonte: corrispondenza con gli addetti agli Archivi di Mosca, esito
negativo).
Tabella 1: Soldati Caduti in Guerra
(Fonte: Sito Ministero della Difesa, consultato in data 3 dicembre
2021).
Tabella 2: Database UNIRR (Unione Nazionale Italiana
Reduci di Russia)
(Fonte: Sito UNIRR. Consultato in data 3 dicembre 2021).
Tabella 3: Composizione Divisione Sforzesca 1942
(Fonte: http://www.regioesercito.it/reparti/fanteria/rediv2.htm,
consultato in data 3 dicembre 2021).
Tabella 4: Composizione Divisione Sforzesca 1943
(Fonte: Fonte:
http://www.regioesercito.it/reparti/fanteria/rediv2.htm, consultato in
data 3 dicembre 2021).
Video 1: giugno 1942 La “Sforzesca” alla vigilia della
partenza per la Russia
(Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=Qf5CtxBBja8&t=31s).
Ringraziamenti
Fabio Festorazzi. Sindaco di Perledo (LC). Pronipote di Pietro
Renato Attilio Poletti. Per le “dritte” su come indirizzare la
ricerca.
Emiliano Invernizzi. Alpino. Per esser stato da esempio di come
è possibile onorare il sacrificio dei nostri antenati morti in guerra,
pubblicando lui stesso un articolo di ricerca su L’Alpino.
Gladis Poletti. Nipote di Pietro Renato Attilio Poletti. Per il
sostegno nel proseguire la ricerca e nell’invito a raccogliere il
testimone del ricordo. Per aver condiviso l’unica foto che
abbiamo dello Zio Renato.
Valerio Ricciardelli. Ingegnere, Maestro del Lavoro, referente
dell'Archivio parrocchiale di Esino Lario e fondatore
dell'associazione dei "Quaderni di storia esinese". Per il preciso
lavoro di ricerca compiuto presso l’Archivio di Stato di Como.
Elisa Rompani. Ufficiale d’Anagrafe del Comune di Mandello
Del Lario. Per il preciso lavoro di ricerca compiuto.

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Non ti ho potuto conoscere ma porto il tuo nome

  • 1. Non ti ho potuto conoscere ma porto il tuo nome "In impetu victoria" In ricordo del fante Pietro Renato Attilio Poletti disperso in Russia il 25 gennaio 1943 durante la seconda battaglia difensiva del Don Ricerca storica a cura del pronipote Renato Ongania
  • 2. Note sui diritti d’autore: Non è permesso riprodurre il materiale della pubblicazione senza il consenso dell’autore. 2022. Tutti i diritti riservati. I testi e le foto: Alcuni testi e alcune foto sono tratti da Wikipedia con licenza CC-BY-SA. BY, ovvero Attribuzione: vuol dire che è possibile copiare, modificare e distribuire l’opera a patto che venga citato il nome dell’autore. Se affiancata dall’indicazione NC e/o ND l’utilizzo sarà ristretto a fini non commerciali e/o sarà vietato creare opere derivate. SA, ovvero Condividi allo stesso modo: questa clausola implica che la distribuzione dei lavori derivati dall’opera originale dovrà sottostare a una licenza identica o compatibile a quella di partenza. Dunque CC-BY-SA significa che, a condizione di citare il vostro nome e di utilizzare la stessa tipologia di licenza, tutti potranno copiare, modificare, creare opere derivate e ridistribuire liberamente la vostra fotografia, mentre voi entrerete nell’olimpo di coloro che credono nell’importanza della cultura e della libera condivisione della conoscenza -e fanno qualcosa di concreto per portare avanti le proprie convinzioni. Copertina: La foto in copertina è una rielaborazione grafica di una foto tessera fornita dalla nipote Gladis Poletti. Sul reto dell’originale vi è un timbro “FOTO LARIANA” – 7 FEB. 1939” e in diagonale il nome “Poletti Renato” scritto con il pennino, in bella grafia. “In impetu victoria” è il motto araldico del 54° reggimento fanteria “Sforzesca”. La frase latina tradotta significa “In attacco vittoria”. Le mostrine sono relative alla Seconda Divisione fanteria “Sforzesca”. Pubblicato il 22 febbraio 2022 in occasione del mio compleanno.
  • 3. Ti scrivo da casa, forse non sai che ho “ereditato” il tuo (secondo) nome, Renato. Me l’ha svelato mia mamma, Luigia Festorazzi. Ero piccolo e le chiedevo perché mi avesse dato questo nome così poco diffuso. Mi aveva risposto, più di una volta per la verità: “Per ricordarci dello zio Renato – a cui non mancava di aggiungere – Morto in Russia”. Versione confermata da mia nonna materna, tua sorella Clementina: “Era mio fratello, più giovane, è nato quando avevo sette anni”. Ho saputo dall’anagrafe di Mandello del Lario che sei nato il 28 giugno 1920, il giorno dedicato ai santi Pietro e Paolo, da cui forse hai preso il primo nome; una volta si usava dare il nome alle persone prendendo a prestito quello dei Santi, ora le cose sono cambiate e ci sono altre logiche che guidano la scelta del nome.
  • 4. Solo dopo la mia ricerca ho compreso a fondo la devozione di mia nonna verso i santi Pietro e Paolo. La sera del 27 giugno di ogni anno amava fare la barca di san Pietro con il bianco d’uovo! L’abbiamo guardata insieme molte volte quella barca fatta di bianco d’uovo, un vero appuntamento con il calendario, la fede. E il tuo ricordo, ma io non lo sapevo! Per l’anagrafe sei nato a Rongio, in provincia di Como, e sei morto esattamente il 25 gennaio 1943, salvo poi aggiungere in un inciso “Disperso in Russia”, il Distretto Militare di Como conferma quanto sopra. Se leggendo sei disorientato, devo precisare che ora Rongio è una frazione di Mandello del Lario, non fa più comune, ed è cambiata anche la provincia, siamo passati da Como a Lecco. Di te, la nonna, che purtroppo ci ha lasciato qualche anno fa, diceva: “Mio fratello, il povero Renato”, a significare la disgrazia e il dolore per essere uno di quei soldati non solo morti, ma anche “dispersi in Russia”. Già, senza una tomba, senza un posto dove piangerti, morto forse, diceva, “di congelamento sul Don”, durante quella terribile seconda guerra mondiale “per quella follia del Duce”.
  • 5. Tutte frasi che circolano nelle mie orecchie da molto tempo e che meritano un doveroso approfondimento, e una contestualizzazione storica. Per questa ragione mi sono deciso ad avviare una ricerca, per ricostruire un po’ del passato, non tutto, solo quanto basta per mettere in pace la coscienza e dire a me stesso: “Ecco, ho fatto la mia parte. Sono riuscito a ritagliare il tempo per onorare la sua memoria”. Immagino vorrai sapere qualcosa di me e della tua famiglia, giusto? Io sono nato nell’inverno del 1978, a Milano il 22 febbraio per l’esattezza. Tua sorella Clementina ha avuto tre figli: Ermanno, Achille e Luigia. Tuo fratello Costante ha avuto due figli e tuo fratello Roberto ha avuto un figlio. Clementina ha visto nascere e battezzare sette nipoti. Io sono stato l’ottavo. Più precisamente nel 1978 era giunto il momento di onorare la tua memoria, perpetuare la tua presenza, come conforto spirituale, assegnando al sottoscritto il tuo nome.
  • 6. Per 44 anni ho conservato la responsabilità di quel volere autentico, intimo – di commemorarti – e l’ho conservato sapendo che sarebbe stata mia responsabilità, un giorno, cercare di capire come e perché sei scomparso prematuramente. Perché non sei più tornato a Rongio, a Mandello. Nel 2021 un Alpino di Esino Lario, che aveva appena pubblicato il frutto della sua ricerca di un parente disperso in Russia in un trafiletto della rivista L’Alpino, mi ha sollecitato a condurre una analoga ricerca su di te, proprio perché io gli avevo detto che porto il tuo nome, il nome di un disperso della battaglia di Russia. Non ne ho mai fatto segreto, da quando l’ho saputo, l’ho ripetuto ad ogni “curioso” che mi ha chiesto: “Come mai ti chiami Renato?” Così ho iniziato ad avventurarmi nell’approfondimento di questa storia più folle delle altre relativa alla seconda guerra mondiale. [la lettera prosegue alla fine del libro]
  • 7. PIETRO RENATO ATTILIO POLETTI Figlio di Giacomo Poletti e di Edvige Tencalli Nel Foglio matricolare e caratteristico (Archivio di Stato di Como), appare con il nome di Poletti Pietro, figlio di Giacomo e di Tencalli Edvige, di religione cattolica N. di matricola 12.280. Distretto di Como, classe di leva 1920. I carabinieri in occasione della Chiamata di Leva del 10 maggio 1939 rilevano che Pietro Poletti è iscritto alla G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio). Più in dettaglio si legge che “Appartiene alla razza ariana”.
  • 8. ISCRIZIONE ALLA G.I.L. Pietro Renato Attilio Poletti – Giovane Fascista Fig. 1 - emblema della Gioventù Italiana del Littorio (Fonte: https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Gioventù_Italiana_de l_Littorio) Con Regio Decreto Legge 27 ottobre 1937 n. 1839 fu istituita la GIL, Gioventù italiana del littorio, che assorbiva le soppresse Opera nazionale balilla e Federazione dei fasci di combattimento.
  • 9. A differenza delle precedenti organizzazioni giovanili, la GIL venne posta alle dirette dipendenze del Partito nazionale fascista. La GIL era organizzata in: - Figli della lupa, dai sei ai sette anni; - Balilla, bambini dagli otto ai dodici anni; - Piccole italiane, bambine dagli otto ai dodici anni; - Avanguardisti e Giovani italiane, ragazzi e ragazzi dai tredici ai diciassette anni; - Giovani fascisti e Giovani fasciste, dai diciotto ai ventuno anni. Il motto della GIL era una frase di Mussolini quanto mai significativa: "Credere, obbedire, combattere". Il 16 giugno del 1935 nasceva il "sabato fascista" dedicato all'addestramento, militare e politico, in cui i bambini ed i ragazzi inquadrati nella GIL dovevano partecipare alla ginnastica, agli addestramenti ed alle lezioni, che si tenevano in ogni paese. Pietro Poletti in funzione dell’età che aveva nel 1939 veniva inquadrato quindi come “Giovane Fascista”. Achille Starace risulta esser stato segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista dal 7 dicembre 1931 al 30 ottobre 1939.
  • 10. La GIL organizzava ogni anno, in tutta Italia, presso i Fasci giovanili di combattimento, corsi premilitari, allo scopo di addestrare alle armi i giovani che avevano compiuto il 18º anno di età, sicché, venuto il tempo dell'obbligo di leva, essi entravano a far parte delle forze armate dello Stato con il necessario allenamento fisico e spirituale. La formula del giuramento era: «Nel nome di Dio e dell'Italia giuro di eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e se è necessario col mio sangue la causa della Rivoluzione Fascista.» Il giuramento era riportato sul retro della tessera della GIL.
  • 11. VISITA DI LEVA Pietro Renato Attilio Poletti Fig. 2 – Foto di Pietro Renato Attilio Poletti, 1939. Fonte: Archivio personale Gladis Poletti. Appare come soldato di leva classe 1920 del distretto di Como, lasciato in congedo illimitato il 10 maggio 1939.
  • 12. Dati e contrassegni personali Statura: m. 1,70; Torace: m. 0,87; Capelli: neri, ondulati; Viso: ovale; Naso: retto; Mento: rot.; Occhi: castani; Sopracciglia, Fronte, Bocca: regolari; Colorito: roseo; Dentatura: guasta; Arte o professione: fattorino; Sa leggere e scrivere; Titolo di studio: 5^ elementare; Attitudini particolari: ciclista
  • 13. ARRUOLATO IN FANTERIA Matricola 12280 Chiamato alle armi e giunto il 10 marzo 1940 nella seconda compagnia cannonieri 47/32 autocarrata Sforzesca ed avviata […] 54° Fanteria. Fig. 3 - Stemma araldico della 2ª Divisione fanteria "Sforzesca". (Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/2ª_Divisione_fanteria_"Sforzesca")
  • 14. Fig. 4 – Scudo della Seconda Divisione fanteria “Sforzesca” (Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/2ª_Divisione_fanteria_"Sforzesca") La "Sforzesca" era classificata come divisione di montagna someggiata (trasportata a dorso di animali da soma) e come tale destinata all'impiego in settori montani. In realtà la dotazione di armi e mezzi era di poco differente da quella di una normale divisione di fanteria di linea ed i fanti ne pagarono le conseguenze in tutte le campagne in cui vennero impiegati. Nella copertina sintetica del Foglio matricolare e caratteristico sono scritte a penna le campagne nelle quali il soldato è stato impegnato.
  • 15. Motto Araldico del Reggimento La Legge n° 293 del 24 marzo 1932 (Gazzetta Ufficiale n° 88 del 15 aprile 1932) "Concessione di motti araldici ai Reggimenti e Corpi del Regio esercito" sanzionò la forma definitiva dei cosiddetti "motti araldici" per tutti i reggimenti dei vari corpi del Regio Esercito Italiano. Il 4 luglio 1939, con circolare n° 55619 del Ministero della Guerra, si fornivano le istruzioni per le domande relative alla concessione dello stemma per i reggimenti, mentre con la circolare n° 92060 del 7 ottobre 1939, si ribadiva, invece, la forma sannitica dello scudo. Nel 1942, durante la Seconda guerra mondiale, vennero sospese le concessioni di stemmi e motti araldici per i vari corpi dell'Esercito.
  • 16. CAMPAGNE MILITARI Fante Pietro Poletti In ordine cronologico ha partecipato a tre campagne militari: • Nel 1940, 15 giorni sulla Frontiera Alpina Occidentale; • Nel 1941, 4 mesi sulla Frontiera Greco Albanese; • Nel 1942-1943, 6 mesi sulla Frontiera Russa del Don. In dettaglio ▪ Dal 11 giugno 1940 al 25 giugno 1940 operazioni di guerra della Frontiera Alpina Occidentale col 54° Reggimento Fanteria […] ▪ Dal 23 gennaio 1941 al 23 aprile 1941 operazioni di guerra della Frontiera Greco Albanese col 54° Reggimento Fanteria […] ▪ Dal 24 giugno 1942 al 26 gennaio 1943 operazioni di guerra contro la Russia col 54° Reggimento Fanteria “Sforzesca” P. M. 69 – Comparto Cann. 47/32.
  • 17. 1. BATTAGLIA DELLA ALPI OCCIDENTALI Fante Pietro Poletti Allo scoppio della seconda guerra mondiale, i reggimenti 53°, 54° e 17° della divisione "Sforzesca" vennero schierati sul fronte francese e parteciparono all'invasione delle Alpi francesi e ai combattimenti dal 10 al 25 giugno 1940. Si fronteggiarono 300.000 italiani contro 175.000 francesi. Il cannone 47/32 Fig. 5 – Cannone 47/32 (Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/47/32_Mod._1935)
  • 18. Il cannone 47/32 è un cannone anticarro (chiamato più comunemente "Elefantino") usato durante la seconda guerra mondiale dal Regio Esercito come arma d'accompagnamento, con cui garantire alla fanteria maggiore potenza di fuoco anche contro mezzi blindati. Nel 1940, secondo l'ordinamento del Regio Esercito, venne assegnata una batteria di otto cannoni da 47/32 ad ogni reggimento di fanteria e una ad ogni divisione di fanteria. All'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista e la dichiarazione di guerra a Francia e Regno Unito non corrispose un piano preordinato: il Regio Esercito, ammassato lungo la frontiera, intraprese disordinate azioni offensive che furono efficacemente contrastate dall'esercito francese, trincerato sulle posizioni difensive della Linea Maginot alpina.
  • 19. Fig. 6 – Invasione italiana della Francia 10-25 giugno 1940. (Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Alpi_Occidentali#Le_fo rze_armate_italiane)
  • 20. Solo la sconfitta dell'Armée française per opera dell'esercito tedesco mascherò in parte la notevole impreparazione militare italiana; il governo di Philippe Pétain sottoscrisse il secondo armistizio di Compiègne il 22 giugno, nel quale la Germania impose alla Francia di arrendersi entro pochi giorni anche all'Italia, nonostante sul campo di battaglia si stesse delineando l'effettivo fallimento tattico-strategico delle forze armate italiane e una sostanziale vittoria difensiva francese. L'armistizio di Villa Incisa, nei pressi di Roma, firmato il 24 giugno ed entrato in vigore il giorno successivo, sancì l'annessione di alcune porzioni di territorio francese all'Italia, la creazione di una zona demilitarizzata lungo il confine e l'inizio dell'occupazione italiana della Francia meridionale. L'aggressione italiana fu percepita come una «pugnalata alla schiena» a una nazione ormai allo stremo, oltre che un atto moralmente dubbio, dato che la dichiarazione di guerra avvenne in contemporanea con le fasi finali della campagna di Francia, quando ormai le sorti della Repubblica francese erano segnate di fronte all'avanzata inarrestabile della Wehrmacht. Oltre a essere stati alleati durante la prima guerra mondiale, i due Paesi avevano una fitta rete di relazioni sociali ed economiche,
  • 21. soprattutto nelle zone di confine, che furono sconvolte dalla guerra. La battaglia delle Alpi dunque ruppe definitivamente queste relazioni, facendo nascere il risentimento delle popolazioni francesi che si sentirono tradite dall'attacco italiano. Si conteranno quasi 700 morti (di cui 20 francesi), altrettanti dispersi, quasi 3.000 feriti e 155 francesi fatti prigionieri (Giorgio Rochat, La campagne italienne de juin 1940 dans les Alpes occidentales, in Revue historique des armées, vol. 250, 2008, pp. 77–84, in 29 paragrafi online. Paragrafo 19). Conclusione Nel 1940 i soldati della Divisione Sforzesca erano ospitati nelle tre grandi caserme di Novara: la Perrone, la Passalacqua e la Cavalli. A giugno di quell’anno uscirono dalle caserme e attraversarono tutto il centro cittadino sino alla stazione, marciando in corteo fra due ali di folla esultante. Stipati su convogli ferroviari, partirono per il fronte francese tra uno sventolio di bandiere e canti. La Divisione Sforzesca superò il confine con intendimenti offensivi; le avanguardie, forzate le difese sul colle del Monginevro, sboccarono nella Conca di Briançon, ma l’azione fu necessariamente sospesa per la violenta reazione degli
  • 22. avversari. Il 24 giugno venne sostituita in linea dalla “Legnano” e passò alle dipendenze dirette della 4^ Armata, quale riserva nella zona di Ulzio (To) (Bailo B., Le pietre raccontano, Cinisello Balsamo. Disponibile online: https://www.comune.cinisello- balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article137). Quando non impegnato in guerra, ma comunque in servizio, Pietro Renato Attilio Poletti ha subito due provvedimenti disciplinari: • 16 luglio 1940 – Non rispondeva prontamente all’appello. Specie della punizione “C.” giorni 5. • 16 ottobre 1940 – Teneva un contegno poco corretto nei riguardi di un ufficiale. Specie della punizione “C.P.S.” 6 giorni.
  • 23. 2. CAMPAGNA ITALIANA DI GRECIA Fante Pietro Poletti Nel gennaio 1941 alla "Sforzesca" venne aggregata la XXX Legione CC.NN. e la grande unità venne inviata sul fronte greco- albanese. La campagna italiana di Grecia si svolse tra il 28 ottobre 1940 e il 23 aprile 1941, nell'ambito dei più vasti eventi della campagna dei Balcani della seconda guerra mondiale. La campagna si aprì con un'offensiva del Regio Esercito italiano a partire dalle sue basi in Albania (controllata dagli italiani fin dall'aprile 1939) verso la regione dell'Epiro in Grecia, mossa decisa da Benito Mussolini al fine di riequilibrare lo stato dell'alleanza con la Germania nazista e di riaffermare il ruolo autonomo dell'Italia fascista nel conflitto mondiale in corso. Malamente pianificata dal generale Sebastiano Visconti Prasca ed eseguita con forze numericamente insufficienti e scarsamente equipaggiate, l'offensiva italiana andò incontro a un disastro: bloccato l'attacco nemico, le forze greche del generale Alexandros Papagos, appoggiate da unità aeree della Royal Air
  • 24. Force britannica, passarono decisamente al contrattacco respingendo le unità italiane oltre la frontiera e continuando ad avanzare in profondità nel territorio albanese. La sostituzione di Visconti Prasca, prima con il generale Ubaldo Soddu e poi con il generale Ugo Cavallero, non portò a grandi miglioramenti per le forze italiane, rinforzate in maniera caotica da un flusso disorganizzato di truppe e alle prese con una pessima situazione logistica; solo a fine febbraio 1941 il fronte italiano poté infine essere stabilizzato. In marzo le forze italiane tentarono una massiccia controffensiva per respingere i greci dall'Albania, ma andarono incontro a un sanguinoso fallimento. La guerra si trascinò in una situazione di stallo fino all'aprile 1941, quando la Germania intervenne in forze nella regione balcanica: con un'azione fulminea, le truppe tedesche invasero la Jugoslavia e la Grecia, costringendole in poco tempo alla capitolazione. Benché vittoriosa nel finale, la campagna di Grecia si tradusse in un grave insuccesso politico per l'Italia, costretta ad abbandonare ogni pretesa di condotta delle operazioni belliche autonoma e distinta dai tedeschi (https://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_italiana_di_Grecia).
  • 25. Conclusione A Novara sfilarono ancora in corteo attraverso la città, partendo per il fronte greco-albanese dove combatté in condizioni materiali e climatiche difficilissime. Nella Sforzesca fu inquadrata anche la 30^ Legione CC.NN. (Camicie Nere). Sul nuovo fronte le unità della Divisione si contrapposero ad un avversario che tentava di superare le ultime barriere difensive naturali sulla strada per Valona. Aspri combattimenti, che spesso sfociarono in assalti all’arma bianca, si succedettero ininterrotti su posizioni che furono prese e perdute più volte. Nei primi giorni di marzo la Divisione passò all’offensiva e occupò le posizioni di Chiaf. Il 15 aprile una colonna entrò in territorio greco puntando sul nodo stradale di Klisura, che venne raggiunto due giorni dopo. Ultimate le operazioni la Sforzesca rimase in territorio di occupazione in Grecia fino alla metà di luglio, quando ricevette ordine di rientrare in Italia (Bailo B., Le pietre raccontano, Cinisello Balsamo. Disponibile online: https://www.comune.cinisello- balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article137).
  • 26. Italia, Albania, Germania (dal 6 aprile 19419) 13 755 morti 50 874 feriti 12 368 congelati 52 108 ammalati 3 914 dispersi 21 153 prigionieri Grecia, Regno Unito 13 325 morti 42 485 feriti 4 250 dispersi 1 531 prigionieri circa 25 000 congelati Fonte: (https://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_italiana_di_Grecia) Pietro Attilio Renato Poletti partecipò seguendo il seguente itinerario: Il 25 gennaio 1941 parte per l’Albania. Il 29 gennaio 1941si imbarca a Brindisi sul Piroscafo Viminale.
  • 27. Fig. 7 – piroscafo Viminale Fonte: (https://it.wikipedia.org/wiki/Viminale_(motonave). Il 1 febbraio 1941 sbarca a Valona. Il 31 marzo 1942 riceve un pagamento di L. 375 corrispondente al pagamento di giorni 30 di licenza ordinaria non fruita per il periodo dal 10-04-1940 al 10-06-1941. Ad aprile si riportano due provvedimenti disciplinari, assunti probabilmente in Grecia: • 13 aprile 1941 – Viaggiava in treno sprovvisto del prescritto biglietto. Specie della punizione “C.P.R.” 6 giorni.
  • 28. • 15 aprile 1941 – Discuteva un ordine avuto da un Ufficiale del reparto. Specie della punizione “C.R.R.” 10 giorni. Chiuse le operazioni belliche in Albania, nel luglio 1941 la "Sforzesca" venne fatta rientrare a Novara. Il giorno 8 luglio 1941 si imbarca sulla nave Argentina. Fig. 8 – Nave Argentina Fonte: (https://it.wikipedia.org/wiki/Argentina_(piroscafo). Il giorno 8 luglio 1941 sbarca a Brindisi.
  • 29. 3. LA CAMPAGNA DI RUSSIA Fante Pietro Poletti (disperso) Il 24 giugno 1942 Pietro Renato Attilio Poletti parte per la Russia. Il Corpo di spedizione italiano in Russia venne inquadrato nell'ARMIR (8ª Armata Italiana in Russia) e la "Sforzesca" divenne nominalmente parte del II Corpo d'armata dell'ARMIR. Partirono da Novara senza alcun entusiasmo. Più nessuno cantava in coro Vincere! o Giovinezza, i volti erano preoccupati e i parenti e le fidanzate piangevano. La Russia era lontana e fredda; i soldati indossavano scarpe di cartone appena rinforzato ed erano ormai pochi a credere alla propaganda bellicista del regime (Bailo B., Le pietre raccontano, Cinisello Balsamo. Disponibile online: https://www.comune.cinisello- balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article137). La "Sforzesca" venne subito impiegata sul fronte del medio Don, sostituendo la divisione "Torino" appartenente al XXXV Corpo d'armata (ex CSIR) e venne inquadrata nel XXIX Corpo
  • 30. d'Armata tedesco dell'Heeresgruppe B nel quale era inquadrata l'ARMIR. Tra l'agosto e i primi di settembre dello stesso anno, la "Sforzesca" ed i resti della 3ª divisione "Celere" ingaggiarono durissimi combattimenti con le forze russe. Nell'occasione di un attacco particolarmente duro, i fanti della "Sforzesca" dovettero ritirarsi e questo valse all'unità l'appellativo di divisione cikai ("scappa" in russo) soprannome immeritato data la preponderanza del nemico che rendeva impossibile una vittoria e un suicidio la resistenza. Le posizioni abbandonate dalla Sforzesca furono rilevate dal 79º Battaglione M del seniore Silvio Margini che ne protesse la ritirata. Dopo questi combattimenti la "Sforzesca" venne spostata sulle rive del fiume Don, all'interno del settore del XXIX Corpo d'Armata tedesco e nella parte più orientale dello scacchiere italiano, a contatto con le forze rumene. Il 16 dicembre 1942 ebbe inizio l'offensiva sovietica dell'operazione Piccolo Saturno, che impegnò duramente le unità italiane e rumene. Con il crollo delle posizioni rumene e lo sfondamento delle proprie linee, le divisioni di fanteria italiane dovettero ripiegare e la "Sforzesca" iniziò la ritirata il 19 dicembre 1942.
  • 31. Il percorso seguito dalle colonne in ritirata del blocco sud (cui appartenevano le unità della "Sforzesca") fu lungo e tortuoso, in condizioni climatiche estreme e con equipaggiamento e vestiario non idonei. Il 28 dicembre 1942 i soldati del 54º Reggimento, primi tra tutti i reparti della divisione, riuscirono ad uscire dalla sacca. Il 30 dicembre sostenne un ulteriore combattimento prima di giungere a Bolshoi Ternow. Rispetto ai 12.521 uomini in forza alla divisione al 1º luglio 1942, al 1º gennaio 1943 vennero rilevati 4.802 uomini - con una percentuale di perdite per la divisione pari al 64%. Il ripiegamento continuò su colonne che si muovevano su uno o più itinerari in relazione alla presenza di unità corazzate nemiche. Il 3 gennaio i resti della Divisione giunsero a Forschstadt sul Donez, da dove il 5 gennaio raggiunsero per ferrovia Rykovo per arrivare al campo base di Gomel. A Skassyrskaja, dopo quindici giorni di estenuanti marce e di continui scontri, i resti della Divisione riuscirono a rompere l’accerchiamento e a proseguire più speditamente verso le retrovie.
  • 32. 25 gennaio 1943 risulta disperso in combattimento sul Fronte Russo settore centrale Medio Don (Fronte Est). Il 25 aprile 1943 viene rilasciata dichiarazione di irreperibilità dal comando Deposito 54° Reggimento Fanteria, Novara. Firmato da Ten. Col. Biagio Licari e Relatore Ten. Col. Carlo Poletti. Verificato a Como il 10 giugno 1943 Ten. Col. Capo Ufficio Reclutamento e Matricole Rossini Giuseppe.
  • 33. [continuazione della lettera pubblicata nelle prime pagine] L’unica cosa che voglio dirti è “Grazie”, ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di capire qualcosa in più con questa ricerca. Saluti da casa,
  • 34. Bibliografia Archivi • Archivio di Stato di Como • Archivio di Stato di Berlino • Archivio di Stato di Mosca • Ministero della Difesa (Italia) • Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia • Comune di Mandello del Lario (LC) Sitografia • http://www.regioesercito.it/reparti/fanteria/rgt/rgt54.ht m • https://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_battaglia_difensiv a_del_Don • https://www.comune.cinisello- balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article137 • https://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_italiana_di_Gre cia
  • 35. • https://it.wikipedia.org/wiki/Viminale_(motonave) • https://it.wikipedia.org/wiki/Argentina_(piroscafo) • https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_delle_Alpi_Occi dentali#cite_note-Rochat2008par19-6 • https://it.wikipedia.org/wiki/Gioventù_italiana_del_litto rio • https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi- bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=profist&Chiave=146 • www.regioesercito.it
  • 36. APPENDICE Lettera 1: Dagli archivi federali tedeschi (Berlino). (Fonte: corrispondenza con gli addetti agli Archivi di Berlino, esito negativo). Servicezeiten Mo. – Do. 08:00 – 16:30 Uhr Fr. 08:00 – 15:00 Uhr Zahlungsverkehr über die Bundeskasse Trier Deutsche Bundesbank Filiale Saarbrücken IBAN DE81 5900 0000 0059 0010 20 BIC MARKDEF1590 Postbank Ludwigshafen IBAN DE55 5451 0067 0223 5446 72 BIC PBNKDEFFXXX UID/VAT DE 153 898 013 Für dieses Schreiben wurde alterungsbeständiges Papier verwendet CAR Bundesarchiv, Eichborndamm 179, 13403 Berlin HAUSANSCHRIFT Eichborndamm 179, 13403 Berlin Herrn Renato Ongania E-Mail: renatoongania@libero.it POSTANSCHRIFT Bundesarchiv, Eichborndamm 179 13403 Berlin TEL +49 (0)3041904-440 FAX +49 (0)3041904-100 BEARBEITET VON Frau Lutterkort E-MAIL m.lutterkort@bundesarchiv.de INTERNET www.bundesarchiv.de DATUM 20.01.2022 MEIN ZEICHEN PA 2-2021/G-14073 BETREFF Fremdländische Kriegsgefangene HIER Renato Pietro Attilio Poletti, geb. 28.06.1920 BEZUG Ihre Anfrage vom 02.12.2021 ANLAGE/N Sehr geehrter Herr Ongania, bezüglich Ihrer Anfrage teile ich Ihnen mit, dass die Unterlagen der ehemaligen Wehrmachtauskunftstelle über fremdländische Kriegsgefangene in deutschem Gewahrsam im April 1945 beschlagnahmt und von einer Kommission alliierter Offiziere übernommen wurden. Im Bundesarchiv (Abteilung PA) sind nur die Unterlagen über fremdländische Kriegsgefangene vorhanden, die nach dem Krieg der Deutschen Dienststelle (WASt) von anderen Dienststellen und weiteren Einrichtungen übergeben wurden. Unterlagen über Renato Pietro Attilio P O L E T T I, geb. am 28.06.1920, konnten nicht ermittelt werden. Ich bedauere, in dieser Angelegenheit nicht weiter behilflich sein zu können und empfehle Ihnen, noch eine Anfrage an folgende Stellen zu richten: Internationales Komitee vom Roten Kreuz 17., Ave. de la Paix 1202 Genf SCHWEIZ
  • 37. Lettera 2: Dagli archivi russi (Mosca). (Fonte: corrispondenza con gli addetti agli Archivi di Mosca, esito negativo).
  • 38. Tabella 1: Soldati Caduti in Guerra (Fonte: Sito Ministero della Difesa, consultato in data 3 dicembre 2021). Tabella 2: Database UNIRR (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia) (Fonte: Sito UNIRR. Consultato in data 3 dicembre 2021).
  • 39. Tabella 3: Composizione Divisione Sforzesca 1942 (Fonte: http://www.regioesercito.it/reparti/fanteria/rediv2.htm, consultato in data 3 dicembre 2021).
  • 40. Tabella 4: Composizione Divisione Sforzesca 1943 (Fonte: Fonte: http://www.regioesercito.it/reparti/fanteria/rediv2.htm, consultato in data 3 dicembre 2021). Video 1: giugno 1942 La “Sforzesca” alla vigilia della partenza per la Russia (Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=Qf5CtxBBja8&t=31s).
  • 41. Ringraziamenti Fabio Festorazzi. Sindaco di Perledo (LC). Pronipote di Pietro Renato Attilio Poletti. Per le “dritte” su come indirizzare la ricerca. Emiliano Invernizzi. Alpino. Per esser stato da esempio di come è possibile onorare il sacrificio dei nostri antenati morti in guerra, pubblicando lui stesso un articolo di ricerca su L’Alpino. Gladis Poletti. Nipote di Pietro Renato Attilio Poletti. Per il sostegno nel proseguire la ricerca e nell’invito a raccogliere il testimone del ricordo. Per aver condiviso l’unica foto che abbiamo dello Zio Renato. Valerio Ricciardelli. Ingegnere, Maestro del Lavoro, referente dell'Archivio parrocchiale di Esino Lario e fondatore dell'associazione dei "Quaderni di storia esinese". Per il preciso lavoro di ricerca compiuto presso l’Archivio di Stato di Como. Elisa Rompani. Ufficiale d’Anagrafe del Comune di Mandello Del Lario. Per il preciso lavoro di ricerca compiuto.