Articolo giornale dell'umbria progetto raul gabriel s. maria di colle perugia
Raul Gabriel O-One Two Worlds Festival Spoleto 2011 Curated by Paolo Bolpagni
1. Raul Gabriel
O-ONE
a cura di
Paolo Bolpagni
24 giugno - 14 luglio
2011
Via Saffi, Spoleto
2. Trasmutazione, privazione
della “cronaca” per
una meditazione diretta e
senza intermediari.
Il progetto è un’installazione
video senza soluzione
di continuità. Metafisica della
materia e materia che
è protagonista, O-One è un
pensiero che va nella
direzione di una totale
immersione sensoriale nel
senza tempo, con un luogo
che la materia stessa
identifica, hic et nunc di un
dionisiaco-meditativo che
rappresenta la contraddizione
(apparente?) della duplice
tensione dell’uomo.
L’installazione video O-One
è una contemplazione
totalmente decontestualizzata
di una materia che presenta
caratteristiche uniche nel
sacro e nel profano in tutte
le culture.
Non c’è inizio e non c’è fine,
O-One è in sé.
Raul Gabriel
3. On O-ONE Fin dagli inizi, guardando alle irraggiungibili distanze
Paolo Bolpagni dell’infinito, l’uomo si è posto le grandi domande:
che cos’è il tempo? che cos’è lo spazio? che cos’è
la vita?
Attraverso secoli di civiltà, filosofi e scienziati hanno
offerto innumerevoli risposte, ma l’incognita resta
tale, e ogni vivente deve scoprirne in sé il segreto.
La fisica ci insegna che nulla muore ma soltanto si
trasforma, che il tempo stesso non trascorre ma
s’incurva intorno a noi, e che quelli che noi chia-
miamo passato e futuro ci sono accanto, assieme,
per sempre. Oltre i limiti estremi di ogni conoscenza
ha vita ogni cosa nell’universo, e la realtà più auten-
tica è da ricercarsi piuttosto con l’intuizione creatrice
“…Ever since the beginning, gazing at the unreachable distance of the e la sensibilità che non attraverso gli strumenti della
infinite, man has posed himself the same questions: what is time? what
tecnica e del raziocinio. Perché, come scriveva
is space? what is life?
Through centuries of civilization, philosophers and scientists have of- John Keats, “la bellezza è verità, e la verità bel-
fered uncountably many answers, but the mystery remains, and every
lezza: questo è tutto ciò che voi sapete in Terra, e
leaving being has to find its secret in their own self.
Physics teaches us that nothing dies but only transforms itself, that tutto ciò che vi occorre sapere”.
time itself does not pass but curves itself around us, and what we call
past and future are alongside us, together, for eternity. Beyond the ex-
treme limits of every knowledge, everything has life in the universe,and Il tempo. Il tempo è com-presenza: il prima,
the most authentic reality should be searched with creative intuition
l’adesso, il dopo – o meglio: gli infiniti prima, gli infi-
and sensibility rather than with the tools of technique and rationality.
Because, as John Keats wrote, ‘beauty is truth, and truth beauty: this niti adesso, gli infiniti dopo – racchiusi in un punto
is all you know on Earth, and all you need to know’.
senza dimensioni. Il tempo non è, così come l’eter-
Time. Time is co-existence: before, now, after - or better, the infinite nità non è mai cominciata, ma è sempre stata. La
before, the infinite now, the infinite after - enclosed in a dot with no di-
scansione degli “spostamenti” (ovvero delle muta-
mensions. Time isn’t, just like eternity never begun, but has always
been. The articulation of ‘movements’ (the changes in space that give zioni di spazio che ci danno l’illusione di questo pre-
us the illusion of a presumed ‘flowing’) is nothing but the coexistence
sunto “scorrere”) non è altro che il coesistere in una
of the same object in a mobile but defined form by the same. The ‘mo-
vements’ happen, but ‘coincide’ with themselves...” forma mobile ma definita della medesima identica
4. cosa. Gli “spostamenti” si verificano, ma “coinci- di tutto, in lui, non è un ragionamento puramente
dono” in se stessi. estetico, ma la volontà di legare in maniera stretta
la riflessione artistica con quella escatologica e co-
(Difficile proporre qui, per me, un testo di presenta- smologica, così che ogni gesto abbia una precisa
zione. Quello che di solito si richiede al critico, per rispondenza nell’ambito di una ricerca più generale
cui lo si interpella. di senso.
Non è il caso di ricorrere al mestiere, di essere ac-
cattivanti, piacevolmente colti. Un’altra volta. La nostra situazione attuale è critica. Improntata al-
C’è in gioco altro: trovare la via, la radice, l’oone. l’instabilità, all’esaltazione dell’effimero e dell’appa-
Il suffisso oo- rimanda all’idea di “uovo”, di origine). riscente a discapito del genuino. Ma è proprio in una
congiuntura del genere che possono paradossal-
La riflessione sul tempo è uno degli snodi fonda- mente affiorare i germi di una via originale per l’arte.
mentali della poetica di Raul Gabriel, del suo fare e Ci troviamo in un frangente in cui la frantumazione,
pensare arte. Un fare e un pensare che in lui colli- il polverizzarsi di princìpi in mere opinioni contrap-
mano, s’incontrano e si corrispondono. poste priva d’ogni punto d’abbrivio (oltre che di ap-
L’essere, l’accadere e il divenire come sinonimi. prodo) chi in questa precarietà nasce e opera.
La volontà di dire qualcosa, di affermare una vi- A chi avverta in sé l’urgenza del comunicare, del
sione, di esprimere un contenuto, meditando sul si- configurare esteticamente il proprio universo inte-
gnificato di sé e di ciò che si crea. riore manca non soltanto un linguaggio dato a priori,
Senza ripiegamenti: lontano anni luce dalla paresi, ma persino un “alfabeto” condiviso. Ciascuno è
dalla disincarnazione del Concettuale. Anzi, qui c’è posto di fronte a una scelta basilare e terribile, lad-
materia, c’è corpo, c’è sangue. dove le generazioni precedenti partivano da un vo-
Un’operatività molto magmatica, di chi pone e si cabolario acquisito, che poi magari sovvertivano e
pone interrogativi, ma non per questo rinuncia al rivoluzionavano, ma che costituiva pur sempre un
fare; al contrario, Raul Gabriel accetta di sporcarsi chiaro orizzonte di riferimento. Essere artista, oggi,
le mani, vuole sporcarsi le mani. Non si vergogna è più difficile.
di commuoversi, di arrabbiarsi, d’infervorarsi. L’impasse è provocata probabilmente, in buona mi-
Non è spontaneismo, è vita. Un rovello artistico, ma sura, dalla caduta in due opposti estremi: l’appiatti-
credo anche esistenziale, e spirituale. Ché alla base mento sulla fatua facilità di una spettacolarità
5. superficiale; e l’antitetico ritrarsi nella dimensione del Perché l’originalità e la qualità di un’opera non si mi-
soliloquio. Che spesso si traduce nella dispersione surano in base al suo grado di audacia, di innova-
dell’idea originaria nei mille rivoli di una maniacale zione tecnica, ma dipendono dalla sua condizione
ossessione per il dettaglio, in sé perfetto e compia- di intrinseca necessità.
ciuto, ma slegato dall’insieme, o accostato senza ne-
cessità interiore ad altri infinitesimali granelli di un Che cos’è O-One di Raul Gabriel? È un invito alla
pulviscolo di piccole trovate. Intelligenti, ma aride. meditazione, a lasciarsi trasportare interiormente.
Infine, va additata quella diffusa concezione che, O-one è insieme cellula e cosmo, terra e astrazione,
sull’onda di una scientifizzazione più o meno con- concetto e materia. Un ossimoro video, e l’insinuarsi
sapevole, fa dell’attenzione al medium e alla tecnica di un dubbio: se l’infinitamente piccolo e l’infinita-
la ragione suprema del creare. Se così veramente mente grande non siano che accidenti diversi della
fosse, sarebbe nel giusto chi parla di fine dell’arte, stessa sostanza.
considerato il “quasi totale esaurimento delle pos- L’olio. Un liquido dalle caratteristiche uniche, che
sibilità di scoperta di nuovi tipi fondamentali”, come accompagna e veicola la dimensione del religioso
scriveva George Kubler nell’ormai lontano 1972. in molte culture, ponte tra spirito e corpo (la parola
Nulla di originale e valido potrebbe esser più realiz- ponte, nella lingua italiana, è spesso una metafora,
zato, perché non vi sarebbe alcunché d’inedito e perché esprime il varco, e con esso il volo; ed è me-
mai sperimentato da scoprire e inventare. Ma l’arte tonimia, cioè qualcosa che “sostituisce”. Parola ca-
non si riduce a un fatto stilistico, manuale, tangibile; rica di sacro: il pontifex, il facitore di ponti, è il
essa è anche, e non secondariamente, una mani- massimo sacerdote…).
festazione spirituale, o psicologica che dir si voglia. Un divenire che è fermo (e torniamo al paradosso
Del resto, chi si reputa “aggiornato” e al passo con del tempo com-presente), un’installazione video che
i tempi per il solo fatto di concentrarsi sullo sviluppo dura ininterrotta.
del mezzo e del linguaggio dimostra una visione di-
storta e limitante del compito creativo. L’idea di O-One è quella della trasmutazione delle
L’evoluzione dell’arte non è mai scaturita dalla ma- cose, e anche dell’esclusione della “cronaca” in fa-
teria in sé e per sé, bensì dalla volontà espressiva vore di una riflessione diretta e senza intermediari.
di coloro che se ne sono serviti, e da questo punto L’assoluto che si incarna nell’arcaico e nel futuro,
di vista le possibilità erano e saranno infinite. insieme.
6. Il filo d’olio rappresenta il principio di un’incessanza,
di una persistenza, di una perennità. Un flusso
senza soluzione di continuità, in movimento immo-
bile. Una metafora del contrasto soltanto apparente
tra essere, accadere e divenire.
O-One: un cerchio-sole, non di luce, ma di “terra”.
Eppure così metafisico.
Curiosità per la materia. Ma la scommessa è il
punto di vista “artistico”, ovvero decontestuale. Im-
parare a vedere, imparare a guardare, imparare a
riconoscere e riconoscersi: l’autentico compito che
Raul Gabriel si pone.