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IL PERCORSO DI FORMAZIONE
                        DI INSEGNANTI,
                          EDUCATORI
                  E COLLABORATORI SCOLASTICI
                            DANZARE LA NOSTRA TERRA.

Gli obiettivi sono:

• migliorare le proprie capacità comunicative verbali e non;
• favorire una comprensione più profonda del sé e dell’altro;
• sviluppare l’attitudine all’empatia e la capacità di rapporto;
• sviluppare l’attitudine all’apertura e al confronto;
• entrare in contatto con le proprie emozioni e imparare ad esprimerle;
• saper accompagnare l’altro in un percorso di crescita.

La tematica proposta è la Terra, con le sue stagioni e i suoi elementi vitali, che
appartengono, sia esternamente che interiormente, a tutti gli uomini.

Nel corso dei quattro incontri è attivato, attraverso la consapevolezza corporea, il nostro
esserci come individui unici, con le nostre specifiche qualità, in una realtà sociale di
nucleo e di cerchio.

Vengono utilizzate le metafore del seme, delle radici, della crescita del fiore e
dell’albero per la creazione del giardino.

Attraverso momenti sia di danza libera che individuale per l’ascolto del proprio corpo e
del proprio mondo emozionale, sia danze in coppia, in gruppo e nel cerchio per
armonizzare il vivere insieme attraverso la gestione dello spazio esterno e spazio intimo.

Infine i momenti di condivisione dei vissuti attraverso il dialogo arricchiscono
ulteriormente la proposta.

Ci rendiamo subito conto che il rapporto con il nostro “NOI” non può prescindere dal
rapporto che ciascuno ha con se stesso. E che è necessario partire da un lungo e
meticoloso lavoro interiore per potersi relazionare all’altro, per capirlo, comprenderlo,

                                                                                            1
cercare e trovare ciò che a lui ci unisce e ciò che invece lo rende diverso.

Diversità deve essere un sinonimo di complementarità, perché deve arricchirci invece
che dividerci.

Al progetto partecipano tutti gli operatori della scuola:
   • 4 insegnanti di sezione, 1 insegnante di sostegno,
   • 2 educatori,
   • l’insegnante di religione
   • due collaboratrici scolastiche.

Tutti uniti dal bisogno di conoscersi, di confrontarsi per collaborare e arrivare ad una
progettualità comune.



Il nostro cambiamento inizia dall’analisi di questi simboli
                     1. il centro: simboleggia la terra e rappresenta simbolicamente il

                         nostro nucleo.




                     2. i colori: simboleggiano le nostre qualità, ed è l’incontro tra il

                         buio e la luce.
                     3. l’albero: simboleggia come il nostro essere e la crescita trovano

                         posto nel mondo.




                                                                                            2
Il percorso è stato prima individuale poi di gruppo; abbiamo sperimentato 7 posizioni:
seme, radici, germoglio, la pianta inizia a crescere, crescita e quindi estensione dei rami
verso l’alto, le foglie e i fiori; ognuno è invitato ad assumere queste posizioni e a
soffermarsi nella posizione in cui si è rispecchiato di più.


Le proposte che hanno caratterizzato gli incontri sono state:


   • dal singolo seme al giardino di alberi, incontro ed intreccio di radici, germogli,

      rami, foglie e fiori, ognuno di noi, anche nel gruppo è invitato a soffermarsi sulla
      posizione preferita




                                                                                             3
• le stagioni: chiusura dell’inverno, apertura alla primavera, estensione verso i frutti

   dell’estate, il ritorno dell’autunno. Ognuno di noi è invitato ad assumere posture
   diverse e a soffermarsi sulla stagione in cui si riconosce di più




• i fiori: seme, radice, germoglio, fiore. Ognuno di noi sceglie e rappresenta il fiore

   preferito


• dal fiore singolo al giardino: con tutti i fiori diversi, intreccio di radici e fiori



                                                                                          4
• dal giardino di fiori al giardino di alberi e fiori




• impronte: ognuno di noi lascia impronte quando attraversa spazi e incontra

   persone. Lasciamo le nostre impronte prima in punta di piedi, poi aumentando la
   pressione di tutto il piede, poi con le mani e infine con tutte le parti del corpo,
   prima individualmente e poi lentamente avvicinamento e scambio di impronte con
   gli altri




                                                                                     5
L’esperienza ha spezzato i ruoli che spesso sono rigidi e ha creato una nuova possibilità
di lavoro. Abbiamo imparato ad ascoltarci a vivere e sentire il corpo in tutte le sue parti,
a soffermarci su alcuni aspetti del proprio mondo intimo. E’ stato molto importante,
l’incontro e la condivisione con gli altri, il confrontarsi e l’entrare in contatto con
modalità diverse dalle solite, ascoltare le collghe fuori dal lavoro quotidiano ha
consentito maggiori spazi di tolleranza e “messa in discussione” durante il lavoro


Ha permesso di effettuare un percorso di conoscenza interiore, relazionandosi con gli
altri e maturando uno spirito di accettazione e collaborazione. Così si è creato un clima
d’intesa tale che il lavoro prodotto è risultato organico e complementare.


Il ritmo, il movimento del corpo, i suoni, la musica sono componenti insiti nel corredo
genetico dell’uomo, e solo grazie a questo corso abbiamo avuto la possibilità di
esprimere con creatività il nostro essere insieme nel mondo.


Ma la cosa più piacevole è stata la scioltezza con cui è stato proposto il programma,
senza rigidità, in modo coinvolgente, ognuno ha potuto entrare senza forzature secondo i
momenti e secondo la disponibilità del momento. Nessuno si è sentito obbligato, anzi
coloro che erano all’inizio più titubanti, forse per altre esperienze più coattive sono stati
poi i più disponibili.


Inoltre il rapporto con il proprio corpo e con il corpo degli altri è stato un grande motivo
di relazione e di coinvolgimento, pur nel rispetto delle sensazioni di tutti.
Alcuni hanno sentito dentro un certo imbarazzo in un primo momento e poi, via via che
i minuti passavano, hanno avvertito la complicità e la sintonia con il gruppo




                                                                                            6
Fare l’albero tutti assieme nelle diverse stagioni rappresenta il rinnovarsi della natura e
ci ha portato a riflettere sul fatto che anche la vita stessa ha un ciclo e che noi non
smettiamo mai di apprendere e conoscere cose nuove e di rinnovarci a nostra volta.


Mettendoci in gioco abbiamo avuto la possibilità di esprimere le emozioni attraverso il
movimento corporeo e questo libero movimento creativo ha migliorato la
comunicazione con se stessi, con gli altri e con l’ambiente.


C’è molta più disponibilità a costruire insieme i progetti e a vivere in gruppo anche
momenti informali.

Nell’anno scolastico 2007-2008 viene accettata la proposta di estendere la formazione a
tutte le tre scuole dell’infanzia di Istituto.


La cosa più significativa da segnalare è stata la relazione che è avvenuta tra i vari plessi
scolastici con cui abbiamo praticamente realizzato una comunità.

                                                                                           7
La danzaterapia ha offerto la possibilità di una relazione interpersonale tra gli operatori e
gli insegnanti.


Le musiche e i colori hanno riportato alla mente i profumi, l’alternanza delle stagioni ci
ha portato a fare un viaggio nelle stagioni della vita.


Attraverso la danzaterapia abbiamo avuto modo di comunicare, goire, e sentirci liberi in
un corpo vivo e armonioso. In questa esperienza bisogna cogliere l’attimo, entrare in
sintonia con se stessi per poi incontrare gli altri.




E’ stata una occasione importante per reimpostare il modo di fare didattica a scuola.
Dopo aver fatto l’esperienza della danzaterapia abbiamo cercato di rendere più completa
la proposta che abbiamo fatto ai bambini, ma anche ai genitori.


Abbiamo cercato di fornire stimoli emotivi e corporei, lavorando anche sul
coinvolgimento del gruppo, sul divertimento e sulle attività che ci fanno star bene

                                                                                           8
insieme. Un modo più completo di fare scuola, di stare a scuola.


Star bene a scuola con se stessi…con i bambini…le colleghe…i collaboratori scolastici,
è la cosa più preziosa, base di ogni apprendimento, essere in armonia con la propria
personalità e le relazioni lasciando spazio al mondo della musica, ai suoni ai rumori e ai
silenzi.


La danzaterapia è stata una esperienza di crescita non solo sul piano educativo e
didattico, ma anche personale un po’ per tutti.




Essere distesi per terra ascoltare, in silenzio il proprio corpo, il battito del cuore…
entrare e rientrare in se stessi, uscire ed entrare in contatto con gli altri.
L’emozione di toccarsi, massaggiarsi è una cura di cui ognuno di noi ha bisogno e che
non rientra nella nostra cultura.



                                                                                         9
Riportare questa “cura” a scuola con i bambini è stata una esperienza bellissima e
positiva,infatti ci siamo ascoltati, abbiamo sentito che il nostro corpo in sintonia con la
natura.


Gli incontri di danzaterapia hanno offerto la possibilità di incontrare le colleghe e i
collaboratori scolastici in un modo più intimo, diverso dal solito rapporto istituzionale
spesso freddo e distaccato. Condividere i momenti della danza e le rielaborazioni ci
hanno fatto sentire sempre a proprio agio. Durante ogni incontro ognuno ha sempre
trovato un luogo dove essere libero di esprimere sensazioni, emozioni, pensieri, senza
sentirsi mai giudicato ma, accettato in quanto parte di un gruppo.




                                                                                        10
e questi frasi sintetizzano un po’ il sentire comune…


“La mia essenza volava in quei momenti perché potevo ascoltare il mio corpo, il mio
cuore e rallentare i miei pensieri.”


“Provavo gioia, piacere, pace e mi sentivo in sintonia con il mondo.”


“Stare bene con me stessa significa migliorare rapporti interpersonali.”

“Insomma da questi incontri torno sempre a casa con le “pile cariche”


Attraverso questo corso abbiamo costruito una comunità che si muove insieme per un
progetto educativo condiviso.


A questa partecipazione ci piacerebbe coinvolgere anche gli amministratori locali, perché sono
anch’essi responsabili della educazione dei bambini e non solo della manutenzione logistica, ma anche
del progetto educativo della scuola e della famiglia.


                                                                                                  11

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  • 1. IL PERCORSO DI FORMAZIONE DI INSEGNANTI, EDUCATORI E COLLABORATORI SCOLASTICI DANZARE LA NOSTRA TERRA. Gli obiettivi sono: • migliorare le proprie capacità comunicative verbali e non; • favorire una comprensione più profonda del sé e dell’altro; • sviluppare l’attitudine all’empatia e la capacità di rapporto; • sviluppare l’attitudine all’apertura e al confronto; • entrare in contatto con le proprie emozioni e imparare ad esprimerle; • saper accompagnare l’altro in un percorso di crescita. La tematica proposta è la Terra, con le sue stagioni e i suoi elementi vitali, che appartengono, sia esternamente che interiormente, a tutti gli uomini. Nel corso dei quattro incontri è attivato, attraverso la consapevolezza corporea, il nostro esserci come individui unici, con le nostre specifiche qualità, in una realtà sociale di nucleo e di cerchio. Vengono utilizzate le metafore del seme, delle radici, della crescita del fiore e dell’albero per la creazione del giardino. Attraverso momenti sia di danza libera che individuale per l’ascolto del proprio corpo e del proprio mondo emozionale, sia danze in coppia, in gruppo e nel cerchio per armonizzare il vivere insieme attraverso la gestione dello spazio esterno e spazio intimo. Infine i momenti di condivisione dei vissuti attraverso il dialogo arricchiscono ulteriormente la proposta. Ci rendiamo subito conto che il rapporto con il nostro “NOI” non può prescindere dal rapporto che ciascuno ha con se stesso. E che è necessario partire da un lungo e meticoloso lavoro interiore per potersi relazionare all’altro, per capirlo, comprenderlo, 1
  • 2. cercare e trovare ciò che a lui ci unisce e ciò che invece lo rende diverso. Diversità deve essere un sinonimo di complementarità, perché deve arricchirci invece che dividerci. Al progetto partecipano tutti gli operatori della scuola: • 4 insegnanti di sezione, 1 insegnante di sostegno, • 2 educatori, • l’insegnante di religione • due collaboratrici scolastiche. Tutti uniti dal bisogno di conoscersi, di confrontarsi per collaborare e arrivare ad una progettualità comune. Il nostro cambiamento inizia dall’analisi di questi simboli 1. il centro: simboleggia la terra e rappresenta simbolicamente il nostro nucleo. 2. i colori: simboleggiano le nostre qualità, ed è l’incontro tra il buio e la luce. 3. l’albero: simboleggia come il nostro essere e la crescita trovano posto nel mondo. 2
  • 3. Il percorso è stato prima individuale poi di gruppo; abbiamo sperimentato 7 posizioni: seme, radici, germoglio, la pianta inizia a crescere, crescita e quindi estensione dei rami verso l’alto, le foglie e i fiori; ognuno è invitato ad assumere queste posizioni e a soffermarsi nella posizione in cui si è rispecchiato di più. Le proposte che hanno caratterizzato gli incontri sono state: • dal singolo seme al giardino di alberi, incontro ed intreccio di radici, germogli, rami, foglie e fiori, ognuno di noi, anche nel gruppo è invitato a soffermarsi sulla posizione preferita 3
  • 4. • le stagioni: chiusura dell’inverno, apertura alla primavera, estensione verso i frutti dell’estate, il ritorno dell’autunno. Ognuno di noi è invitato ad assumere posture diverse e a soffermarsi sulla stagione in cui si riconosce di più • i fiori: seme, radice, germoglio, fiore. Ognuno di noi sceglie e rappresenta il fiore preferito • dal fiore singolo al giardino: con tutti i fiori diversi, intreccio di radici e fiori 4
  • 5. • dal giardino di fiori al giardino di alberi e fiori • impronte: ognuno di noi lascia impronte quando attraversa spazi e incontra persone. Lasciamo le nostre impronte prima in punta di piedi, poi aumentando la pressione di tutto il piede, poi con le mani e infine con tutte le parti del corpo, prima individualmente e poi lentamente avvicinamento e scambio di impronte con gli altri 5
  • 6. L’esperienza ha spezzato i ruoli che spesso sono rigidi e ha creato una nuova possibilità di lavoro. Abbiamo imparato ad ascoltarci a vivere e sentire il corpo in tutte le sue parti, a soffermarci su alcuni aspetti del proprio mondo intimo. E’ stato molto importante, l’incontro e la condivisione con gli altri, il confrontarsi e l’entrare in contatto con modalità diverse dalle solite, ascoltare le collghe fuori dal lavoro quotidiano ha consentito maggiori spazi di tolleranza e “messa in discussione” durante il lavoro Ha permesso di effettuare un percorso di conoscenza interiore, relazionandosi con gli altri e maturando uno spirito di accettazione e collaborazione. Così si è creato un clima d’intesa tale che il lavoro prodotto è risultato organico e complementare. Il ritmo, il movimento del corpo, i suoni, la musica sono componenti insiti nel corredo genetico dell’uomo, e solo grazie a questo corso abbiamo avuto la possibilità di esprimere con creatività il nostro essere insieme nel mondo. Ma la cosa più piacevole è stata la scioltezza con cui è stato proposto il programma, senza rigidità, in modo coinvolgente, ognuno ha potuto entrare senza forzature secondo i momenti e secondo la disponibilità del momento. Nessuno si è sentito obbligato, anzi coloro che erano all’inizio più titubanti, forse per altre esperienze più coattive sono stati poi i più disponibili. Inoltre il rapporto con il proprio corpo e con il corpo degli altri è stato un grande motivo di relazione e di coinvolgimento, pur nel rispetto delle sensazioni di tutti. Alcuni hanno sentito dentro un certo imbarazzo in un primo momento e poi, via via che i minuti passavano, hanno avvertito la complicità e la sintonia con il gruppo 6
  • 7. Fare l’albero tutti assieme nelle diverse stagioni rappresenta il rinnovarsi della natura e ci ha portato a riflettere sul fatto che anche la vita stessa ha un ciclo e che noi non smettiamo mai di apprendere e conoscere cose nuove e di rinnovarci a nostra volta. Mettendoci in gioco abbiamo avuto la possibilità di esprimere le emozioni attraverso il movimento corporeo e questo libero movimento creativo ha migliorato la comunicazione con se stessi, con gli altri e con l’ambiente. C’è molta più disponibilità a costruire insieme i progetti e a vivere in gruppo anche momenti informali. Nell’anno scolastico 2007-2008 viene accettata la proposta di estendere la formazione a tutte le tre scuole dell’infanzia di Istituto. La cosa più significativa da segnalare è stata la relazione che è avvenuta tra i vari plessi scolastici con cui abbiamo praticamente realizzato una comunità. 7
  • 8. La danzaterapia ha offerto la possibilità di una relazione interpersonale tra gli operatori e gli insegnanti. Le musiche e i colori hanno riportato alla mente i profumi, l’alternanza delle stagioni ci ha portato a fare un viaggio nelle stagioni della vita. Attraverso la danzaterapia abbiamo avuto modo di comunicare, goire, e sentirci liberi in un corpo vivo e armonioso. In questa esperienza bisogna cogliere l’attimo, entrare in sintonia con se stessi per poi incontrare gli altri. E’ stata una occasione importante per reimpostare il modo di fare didattica a scuola. Dopo aver fatto l’esperienza della danzaterapia abbiamo cercato di rendere più completa la proposta che abbiamo fatto ai bambini, ma anche ai genitori. Abbiamo cercato di fornire stimoli emotivi e corporei, lavorando anche sul coinvolgimento del gruppo, sul divertimento e sulle attività che ci fanno star bene 8
  • 9. insieme. Un modo più completo di fare scuola, di stare a scuola. Star bene a scuola con se stessi…con i bambini…le colleghe…i collaboratori scolastici, è la cosa più preziosa, base di ogni apprendimento, essere in armonia con la propria personalità e le relazioni lasciando spazio al mondo della musica, ai suoni ai rumori e ai silenzi. La danzaterapia è stata una esperienza di crescita non solo sul piano educativo e didattico, ma anche personale un po’ per tutti. Essere distesi per terra ascoltare, in silenzio il proprio corpo, il battito del cuore… entrare e rientrare in se stessi, uscire ed entrare in contatto con gli altri. L’emozione di toccarsi, massaggiarsi è una cura di cui ognuno di noi ha bisogno e che non rientra nella nostra cultura. 9
  • 10. Riportare questa “cura” a scuola con i bambini è stata una esperienza bellissima e positiva,infatti ci siamo ascoltati, abbiamo sentito che il nostro corpo in sintonia con la natura. Gli incontri di danzaterapia hanno offerto la possibilità di incontrare le colleghe e i collaboratori scolastici in un modo più intimo, diverso dal solito rapporto istituzionale spesso freddo e distaccato. Condividere i momenti della danza e le rielaborazioni ci hanno fatto sentire sempre a proprio agio. Durante ogni incontro ognuno ha sempre trovato un luogo dove essere libero di esprimere sensazioni, emozioni, pensieri, senza sentirsi mai giudicato ma, accettato in quanto parte di un gruppo. 10
  • 11. e questi frasi sintetizzano un po’ il sentire comune… “La mia essenza volava in quei momenti perché potevo ascoltare il mio corpo, il mio cuore e rallentare i miei pensieri.” “Provavo gioia, piacere, pace e mi sentivo in sintonia con il mondo.” “Stare bene con me stessa significa migliorare rapporti interpersonali.” “Insomma da questi incontri torno sempre a casa con le “pile cariche” Attraverso questo corso abbiamo costruito una comunità che si muove insieme per un progetto educativo condiviso. A questa partecipazione ci piacerebbe coinvolgere anche gli amministratori locali, perché sono anch’essi responsabili della educazione dei bambini e non solo della manutenzione logistica, ma anche del progetto educativo della scuola e della famiglia. 11