1. 29-30-31 Marzo 2017
Aula Engage, Rinascimenti Sociali,
Via Maria Vittoria 38, Torino
9.00 -13.00
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017”
2. Costruire relazioni
Oggetti, informazioni, contesti
Maurizio Vivarelli
Dipartimento di Studi Storici
Università di Torino
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
3. In una infosfera caratterizzata da una sempre maggiore
complessità, una attività di particolare delicatezza consiste nel
trovare un efficace equilibro tra aspetti documentari e
comunicativi nella organizzazione e gestione delle informazioni.
Nell’universo bibliografico, o docuverso, sono presenti moltissime
tipologie di informazioni, in forma di metadati, che rappresentano
e descrivono le diverse tipologie di contenuti.
I metadati sono, tendenzialmente, oggettivi, neutri, modellizzati
secondo le caratteristiche dei data base che li contengono.
Le informazioni sono, schematizzando, contenuti informativi
orientati alla comunicazione, destinate a modificare la «forma»
della conoscenza del soggetto che le riceve.
Costruire
contesti
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4. Costruire
contesti
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L’obiettivo di questo intervento consiste nel mostrare l’importanza
centrale della produzione di contesti, all’interno dei quali
raggruppare entità, relazioni tra entità, relazioni tra relazioni,
tenendo conto del modo con cui queste informazioni possono
essere scoperte, elaborate, utilizzate da parte delle persone.
Si tratta cioè di individuare una architettura delle informazioni che,
valorizzando i contenuti informativi dei metadati, costituisca una
mappa utilizzabile con facilità dal Lettore Ideale del contesto.
La definizione degli ambienti di mediazione comunicativa deve
dunque tenere conto sia dei contenuti del contesto sia della sua
forma, valorizzandone in primo luogo gli aspetti estetici e cognitivi.
5. Costruire
contesti
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Una ulteriore caratteristica dei contesti comunicativi
attuali è costituita dal fatto che le persone, oltre che
destinatarie della comunicazione, interagiscono con il
contesto, producendo a loro volta contenuti che
alimentano dinamicamente la rete.
Questa figura ibrida del produttore/consumatore di
informazioni è detta ‘prosumer’, o, con il lessico di
Derrick De Kerchkove, ‘screttore’.
6. Dove sono i contesti?
I contesti informativi realizzati,
e disposti nello spazio fisico o
digitale, risiedono nella
relazione estetica e cognitiva
tra entità, relazioni, e persone.
L’ «occhio» è lo strumento che
percepisce, con l’ausilio di
tecnologie, la «forma» delle
informazioni, nello spazio
interno od esterno della
psiche. In questa oscillazione
dentro/fuori si colloca la
mediazione documentaria.
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1. 1804. Claude-Nicolas Ledoux, L'oeil réfléchissant le théâtre de
Besançon; 1945; 2. Vannevar Bush, As We May Think,
«The Athlantic Monthly»
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7. Dato
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Il «dato» è l’ elemento fondativo per la costruzione di
ogni mappa o percorso informativo.
Il dato, alla lettera, è ciò che si dà, si offre alla percezione;
è ciò che viene percepito/interpretato.
Per questo nel pensiero filosofico classico gli elementi che
attivano la percezione sono detti stoicheia, parola che
significa anche ‘lettera dell’alfabeto’.
Il dato, nel lessico delle discipline documentarie, è
dunque l’elemento alla base del processo di
comunicazione; semplificando un po’, può essere pensato
come contenuto informativo privo di contesto.
8. Informazione
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Nel lessico dello storico della cultura Peter Burke il
significato di ‘dato’ è attribuito invece al termine
‘informazione’.
Informazione, dunque, è ciò che si situa prima della
elaborazione cognitiva.
L’informazione, una volta elaborata, si trasforma, e
diventa ‘conoscenza’.
Il processo di elaborazione delle informazioni viene
spiegato da Burke ricorrendo al celebre triangolo
culinario di Claude Levi-Strauss.
9. Conoscenza
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La ‘conoscenza’ è il risultato finale della
cottura/elaborazione delle informazioni.
Questa immagine visualizza le relazioni tra dati,
informazioni, conoscenza, aggiungendo, sulla
sommità della piramide, un concetto anch’esso
problematico e molto difficile da definire, quello di
‘saggezza’.
Per ‘saggezza’ si può intendere l’esito, storicamente
determinato, dei processi di elaborazione individuale
e collettiva delle informazioni, in quanto valori
socialmente e culturalmente condivisi.
10. Emozioni
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We feel fine
http://www.wefeelfine.org/
In questo sito web vengono visualizzate le ‘emozioni’
ricavate da dataset distribuiti nel web sociale. Il
motore di ricerca estrae le parole che si situano dopo
il verbo ‘feel’ (felice, arrabbiato etc.), ed associa
colori alle parole che designano le emozioni.
Esistono anche interessanti prospettive di ricerca che
riguardano la rappresentazione documentaria delle
emozioni, derivandole ad esempio dalle valutazione
associate ad un video YouTube.
11. Contesti, reti, grafi
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Un contesto di elementi può essere visualizzato in tanti
modi diversi.
La forma del contesto dipende anche dal canale
comunicativo utilizzato.
Può essere affidata alla forma dell’elenco, ad esempio;
oppure ad elementi iconici il più noto dei quali è l’albero;
oppure a rappresentazioni grafiche come schemi e tabelle
che visualizzano non solo le entità e le relazioni, ma anche
la gerarchia che le correla.
Il concetto e la forma della ‘rete’ costituiscono una delle
modalità con la quale i contesti sono organizzati,
rappresentati e comunicati.
12. Scienza delle reti
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Qui si situa anche il campo disciplinare della scienza delle
reti, resa nota anche in Italia con l’opera di Albert-László
Barabási, Link: la nuova scienza delle reti, Einaudi, 2004, in
cui si scrive che «Ognuno di noi vive all’interno di un
grande cluster: la rete sociale di tutto il mondo, da cui
nessuno è escluso. Anche se non conosciamo
personalmente ogni singolo abitante del pianeta possiamo
avere la garanzia che, in questa ragnatela di persone, c’è
sempre un collegamento tra noi e chiunque altro, così
come c’è sempre un collegamento fra due neuroni del
nostro cervello, o fra due società nel mondo degli affari, o
fra due sostanze chimiche del nostro corpo».
Questa immagine di Barabási
mette in evidenza gli aspetti
magici che il senso comune
attribuisce alla capacità di
«controllare» le reti.
13. La mediazione documentaria
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Modello lineare«Raccoltadellebacche»
Modello a grafo
Le informazioni vengono cercate e
recuperate con le strategie più
diverse ed eterogenee.
1989. Marcia
Bates, The
Design of
Browsing and
Berrypicking
Technique for
the Online
Search Interface
14. «Cuocere» le informazioni
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Interfacce «narrative»
Interfacce documentarie (OPAC, inventari)
Interfacce web (portali)
Metainterfacce documentarie (metamotori)
Motori di ricerca
Metamotori di ricerca
Dati
15. Entità e
relazioni dei
contesti
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Ognuna delle entità che vengono relazionate in un contesto
concorre dunque alla produzione complessiva di significato.
Ognuna delle entità diventa parte di un «nodo» di un
«reticolo», come ha scritto Michel Foucault ne L’archeologia del
sapere a proposito del libro:
«Il fatto è che i confini di un libro non sono mai netti né
rigorosamente delimitati: al di là del titolo, delle prime righe e
del punto finale, al di là della configurazione interna e della
forma che lo rende autonomo, esso si trova preso in una serie
di rimandi ad altri libri, ad altri testi, ad altre frasi: il nodo di un
reticolo […] È inutile che il libro si dia come un oggetto che si ha
sotto mano; è inutile che si rannicchi in quel piccolo
parallelepipedo che lo racchiude: la sua unità è variabile e
relativa.».
16. Contesti del libro
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Raimond Quenaeu
http://www.growndodo.com/wordplay/oulipo/10%
5E14sonnets.html
1961. 100.000 miliardi di poesie
17. Contesti del libro
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Literature vs traffic
Melbourne, 2012
http://www.luzinterruptus.com/
19. Contesti della biblioteca
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Érik Desmazeries
https://www.youtube.com/watch?v=BIg41aBaNRE
2000. La biblioteca di Babele
20. Contesti della
biblioteca
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Delocazione
Claudio Parmiggiani
2010. Scultura d’ombra. Biblioteca d’Arte e di Storia di
San Giorgio in Poggiale, Parma
21. Contesti della
biblioteca
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Hjørring Central
Library
http://www.rosanbosch.co
m/en/project/hj%C3%B8rri
ng-central-library#
2008. Architetti Schmid, Hammer & Lassen
22. Contesti della
biblioteca
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Nam June Paik Library
http://www.archdaily.com/322051/nam-june-
paik-library-n-h-d-m
2013. Architetti NHDM
24. Contesti della biblioteca
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Seashore Library
Nandaihe, Cina.
http://www.archdaily.com/638
390/seashore-library-vector-
architects
Tianjin Library
https://www.mvrdv.com/en/pr
ojects/tianjin-binhai-library
2008. Architetti Vector Architects Architetti MVRDV
25. Contesti dell’archivio
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Chiara Dynis
Labirinti di memoria
http://www.galleriamlf.com/most
re/19/chiara-dynys/
2010. Labirinti di memoria
Archivio centrale dello Stato
28. Contesti del museo
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Las Meninas
1656. Diego Velázquez, Las Meninas
Infanta Margarita
Damigella d’onore
Nana
Filippo IV e sua
moglie Marianna
Diego Velázquez
Ciambellano
31. Contesti del museo
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Il museo dell’innocenza
https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_dell%27innocenza
Il museo è allestito su tre piani di un edificio del
quartiere Çukurcuma di Istanbul, in 83 teche di legno,
tante quanti i capitoli del libro.
32. I contesti in
una
dimensione
storica
Laboratorio
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Tutte le informazioni che abbiamo esaminato in precedenza sono
localizzati in ambienti che potremmo definire «spazi della
memoria».
Questi spazi, nel loro insieme, possono essere considerati come
«interfacce», attraverso le quali vengono organizzate le
rappresentazioni delle entità documentarie.
In questi spazi, come abbiamo visto nell’immagine del teatro di
Besançon, vengono esteriorizzate le relazioni tra entità, per come
sono state individuate da chi le ha ordinate.
Gli spazi della memoria hanno una lunga tradizione «visionaria».
33. I contesti in una
dimensione storica
Laboratorio
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Studioli
1473-1476. Lo studiolo di Federico da
Montefeltro, Palazzo Ducale di Urbino
34. I contesti in una
dimensione storica
Laboratorio
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Theatri
Ricostruzione del Teatro di Giulio
Camillo (1550). In: Frances Yates,
L’arte della memoria. Torino,
Einaudi, 1972.
35. I contesti in una
dimensione storica
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Wunderkammern
1655. Ole Worm (1588-1654)
Museum Wormianum; seu, Historia rerum
rariorum, tam naturalium, quam
artificialium, tam domesticarum, quam
exoticarum, quae Hafniae Danorum in a
aedibus authoris servantur
36. I contesti in una
dimensione storica
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Wunderkammern
1549. Ferrante Imparato (1550-1631)
Dell’historia naturale
37. I contesti in una
dimensione storica
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Wunderkammern
1666. Paolo Maria Terzago,
Museo, o galeria adunata dal
sapere, e dallo studio del sig.
canonico Manfredo Settala
nobile milanese
38. I contesti in una
dimensione storica
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Wunderkammern
1678. Athanasius Kircher (1602-1680)
da Giorgio de Sepibus, Romani Collegii
Musaeum Celeberrimum
39. Visualizzare i dati
Laboratorio
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Un problema particolare è
costituito dalla
rappresentazioni di «reti» di
informazioni digitali. La
visualizzazione delle
informazioni è «astratta»
dallo spazio documentario
che la radica, la contiene e
la dimensiona, e si mostra
in uno spazio «altro»;
questo spazio è privo di
contesto.
40. Visualizzare i dati
Laboratorio
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Le interfacce, documentarie
e non documentarie, sono
gli ambienti in cui si
definisce la struttura delle
informazioni.
I dati, in maniera del tutto
indipendente dal contesti di
provenienza, possono
essere visualizzati secondo
modelli che ne favoriscano
la ricezione ed
elaborazione.
43. Approfondimenti
Laboratorio
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Beautiful Visualization: Looking at Data Through the Eyes of Experts , edited by Julie Steele and Noah Iliinsky,
Beijing [etc.], O'Reilly Media, 2010.
Paolo Bottazzini, Design della mente: infografica e data visualization, scritto da Paolo Bottazzini, Michele
Gotuzzo, Milano, LSWR, 2014.
Data Flow: Visualising Information in Graphic Design, [edited by Robert Klanten et al.], Berlin, Gestalten, 2008.
Data Visualization: A Guide to Visual Storytelling for Libraries, edited by Lauren Magnuson, Lanham, Rowman
& Littlefield, 2016.
Marti A. Hearst, Search User Interfaces, New York [etc.], Cambridge University Press, 2009.
Manuel Lima, The Book of Trees: Visualizing Branches of Knowledge, New York, Princeton Architectural Press,
2014.
Manuel Lima, Visual Complexity: Mapping Patterns of Information, New York, Princeton Architectural Press,
2011.
Jin Zhang, Visualization for Information Retrieval, Berlin, Springer, 2008.