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29-30-31 Marzo 2017
Aula Engage, Rinascimenti Sociali,
Via Maria Vittoria 38, Torino
9.00 -13.00
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017”
Costruire relazioni
Oggetti, informazioni, contesti
Maurizio Vivarelli
Dipartimento di Studi Storici
Università di Torino
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
In una infosfera caratterizzata da una sempre maggiore
complessità, una attività di particolare delicatezza consiste nel
trovare un efficace equilibro tra aspetti documentari e
comunicativi nella organizzazione e gestione delle informazioni.
Nell’universo bibliografico, o docuverso, sono presenti moltissime
tipologie di informazioni, in forma di metadati, che rappresentano
e descrivono le diverse tipologie di contenuti.
I metadati sono, tendenzialmente, oggettivi, neutri, modellizzati
secondo le caratteristiche dei data base che li contengono.
Le informazioni sono, schematizzando, contenuti informativi
orientati alla comunicazione, destinate a modificare la «forma»
della conoscenza del soggetto che le riceve.
Costruire
contesti
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Costruire
contesti
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
L’obiettivo di questo intervento consiste nel mostrare l’importanza
centrale della produzione di contesti, all’interno dei quali
raggruppare entità, relazioni tra entità, relazioni tra relazioni,
tenendo conto del modo con cui queste informazioni possono
essere scoperte, elaborate, utilizzate da parte delle persone.
Si tratta cioè di individuare una architettura delle informazioni che,
valorizzando i contenuti informativi dei metadati, costituisca una
mappa utilizzabile con facilità dal Lettore Ideale del contesto.
La definizione degli ambienti di mediazione comunicativa deve
dunque tenere conto sia dei contenuti del contesto sia della sua
forma, valorizzandone in primo luogo gli aspetti estetici e cognitivi.
Costruire
contesti
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Una ulteriore caratteristica dei contesti comunicativi
attuali è costituita dal fatto che le persone, oltre che
destinatarie della comunicazione, interagiscono con il
contesto, producendo a loro volta contenuti che
alimentano dinamicamente la rete.
Questa figura ibrida del produttore/consumatore di
informazioni è detta ‘prosumer’, o, con il lessico di
Derrick De Kerchkove, ‘screttore’.
Dove sono i contesti?
I contesti informativi realizzati,
e disposti nello spazio fisico o
digitale, risiedono nella
relazione estetica e cognitiva
tra entità, relazioni, e persone.
L’ «occhio» è lo strumento che
percepisce, con l’ausilio di
tecnologie, la «forma» delle
informazioni, nello spazio
interno od esterno della
psiche. In questa oscillazione
dentro/fuori si colloca la
mediazione documentaria.
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
1. 1804. Claude-Nicolas Ledoux, L'oeil réfléchissant le théâtre de
Besançon; 1945; 2. Vannevar Bush, As We May Think,
«The Athlantic Monthly»
1 2
Dato
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Il «dato» è l’ elemento fondativo per la costruzione di
ogni mappa o percorso informativo.
Il dato, alla lettera, è ciò che si dà, si offre alla percezione;
è ciò che viene percepito/interpretato.
Per questo nel pensiero filosofico classico gli elementi che
attivano la percezione sono detti stoicheia, parola che
significa anche ‘lettera dell’alfabeto’.
Il dato, nel lessico delle discipline documentarie, è
dunque l’elemento alla base del processo di
comunicazione; semplificando un po’, può essere pensato
come contenuto informativo privo di contesto.
Informazione
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Nel lessico dello storico della cultura Peter Burke il
significato di ‘dato’ è attribuito invece al termine
‘informazione’.
Informazione, dunque, è ciò che si situa prima della
elaborazione cognitiva.
L’informazione, una volta elaborata, si trasforma, e
diventa ‘conoscenza’.
Il processo di elaborazione delle informazioni viene
spiegato da Burke ricorrendo al celebre triangolo
culinario di Claude Levi-Strauss.
Conoscenza
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
La ‘conoscenza’ è il risultato finale della
cottura/elaborazione delle informazioni.
Questa immagine visualizza le relazioni tra dati,
informazioni, conoscenza, aggiungendo, sulla
sommità della piramide, un concetto anch’esso
problematico e molto difficile da definire, quello di
‘saggezza’.
Per ‘saggezza’ si può intendere l’esito, storicamente
determinato, dei processi di elaborazione individuale
e collettiva delle informazioni, in quanto valori
socialmente e culturalmente condivisi.
Emozioni
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
We feel fine
http://www.wefeelfine.org/
In questo sito web vengono visualizzate le ‘emozioni’
ricavate da dataset distribuiti nel web sociale. Il
motore di ricerca estrae le parole che si situano dopo
il verbo ‘feel’ (felice, arrabbiato etc.), ed associa
colori alle parole che designano le emozioni.
Esistono anche interessanti prospettive di ricerca che
riguardano la rappresentazione documentaria delle
emozioni, derivandole ad esempio dalle valutazione
associate ad un video YouTube.
Contesti, reti, grafi
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Un contesto di elementi può essere visualizzato in tanti
modi diversi.
La forma del contesto dipende anche dal canale
comunicativo utilizzato.
Può essere affidata alla forma dell’elenco, ad esempio;
oppure ad elementi iconici il più noto dei quali è l’albero;
oppure a rappresentazioni grafiche come schemi e tabelle
che visualizzano non solo le entità e le relazioni, ma anche
la gerarchia che le correla.
Il concetto e la forma della ‘rete’ costituiscono una delle
modalità con la quale i contesti sono organizzati,
rappresentati e comunicati.
Scienza delle reti
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Qui si situa anche il campo disciplinare della scienza delle
reti, resa nota anche in Italia con l’opera di Albert-László
Barabási, Link: la nuova scienza delle reti, Einaudi, 2004, in
cui si scrive che «Ognuno di noi vive all’interno di un
grande cluster: la rete sociale di tutto il mondo, da cui
nessuno è escluso. Anche se non conosciamo
personalmente ogni singolo abitante del pianeta possiamo
avere la garanzia che, in questa ragnatela di persone, c’è
sempre un collegamento tra noi e chiunque altro, così
come c’è sempre un collegamento fra due neuroni del
nostro cervello, o fra due società nel mondo degli affari, o
fra due sostanze chimiche del nostro corpo».
Questa immagine di Barabási
mette in evidenza gli aspetti
magici che il senso comune
attribuisce alla capacità di
«controllare» le reti.
La mediazione documentaria
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Modello lineare«Raccoltadellebacche»
Modello a grafo
Le informazioni vengono cercate e
recuperate con le strategie più
diverse ed eterogenee.
1989. Marcia
Bates, The
Design of
Browsing and
Berrypicking
Technique for
the Online
Search Interface
«Cuocere» le informazioni
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Interfacce «narrative»
Interfacce documentarie (OPAC, inventari)
Interfacce web (portali)
Metainterfacce documentarie (metamotori)
Motori di ricerca
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Dati
Entità e
relazioni dei
contesti
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Ognuna delle entità che vengono relazionate in un contesto
concorre dunque alla produzione complessiva di significato.
Ognuna delle entità diventa parte di un «nodo» di un
«reticolo», come ha scritto Michel Foucault ne L’archeologia del
sapere a proposito del libro:
«Il fatto è che i confini di un libro non sono mai netti né
rigorosamente delimitati: al di là del titolo, delle prime righe e
del punto finale, al di là della configurazione interna e della
forma che lo rende autonomo, esso si trova preso in una serie
di rimandi ad altri libri, ad altri testi, ad altre frasi: il nodo di un
reticolo […] È inutile che il libro si dia come un oggetto che si ha
sotto mano; è inutile che si rannicchi in quel piccolo
parallelepipedo che lo racchiude: la sua unità è variabile e
relativa.».
Contesti del libro
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Raimond Quenaeu
http://www.growndodo.com/wordplay/oulipo/10%
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1961. 100.000 miliardi di poesie
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Il museo è allestito su tre piani di un edificio del
quartiere Çukurcuma di Istanbul, in 83 teche di legno,
tante quanti i capitoli del libro.
I contesti in
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dimensione
storica
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Tutte le informazioni che abbiamo esaminato in precedenza sono
localizzati in ambienti che potremmo definire «spazi della
memoria».
Questi spazi, nel loro insieme, possono essere considerati come
«interfacce», attraverso le quali vengono organizzate le
rappresentazioni delle entità documentarie.
In questi spazi, come abbiamo visto nell’immagine del teatro di
Besançon, vengono esteriorizzate le relazioni tra entità, per come
sono state individuate da chi le ha ordinate.
Gli spazi della memoria hanno una lunga tradizione «visionaria».
I contesti in una
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“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
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Ricostruzione del Teatro di Giulio
Camillo (1550). In: Frances Yates,
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Einaudi, 1972.
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“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
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1655. Ole Worm (1588-1654)
Museum Wormianum; seu, Historia rerum
rariorum, tam naturalium, quam
artificialium, tam domesticarum, quam
exoticarum, quae Hafniae Danorum in a
aedibus authoris servantur
I contesti in una
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“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
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1549. Ferrante Imparato (1550-1631)
Dell’historia naturale
I contesti in una
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“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
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1666. Paolo Maria Terzago,
Museo, o galeria adunata dal
sapere, e dallo studio del sig.
canonico Manfredo Settala
nobile milanese
I contesti in una
dimensione storica
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Wunderkammern
1678. Athanasius Kircher (1602-1680)
da Giorgio de Sepibus, Romani Collegii
Musaeum Celeberrimum
Visualizzare i dati
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Un problema particolare è
costituito dalla
rappresentazioni di «reti» di
informazioni digitali. La
visualizzazione delle
informazioni è «astratta»
dallo spazio documentario
che la radica, la contiene e
la dimensiona, e si mostra
in uno spazio «altro»;
questo spazio è privo di
contesto.
Visualizzare i dati
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Le interfacce, documentarie
e non documentarie, sono
gli ambienti in cui si
definisce la struttura delle
informazioni.
I dati, in maniera del tutto
indipendente dal contesti di
provenienza, possono
essere visualizzati secondo
modelli che ne favoriscano
la ricezione ed
elaborazione.
Visualizzare i dati
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Visualizzare i dati
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Approfondimenti
Laboratorio
“L’Università di Torino al Salone del libro 2017.
Open science, open to the world”
Beautiful Visualization: Looking at Data Through the Eyes of Experts , edited by Julie Steele and Noah Iliinsky,
Beijing [etc.], O'Reilly Media, 2010.
Paolo Bottazzini, Design della mente: infografica e data visualization, scritto da Paolo Bottazzini, Michele
Gotuzzo, Milano, LSWR, 2014.
Data Flow: Visualising Information in Graphic Design, [edited by Robert Klanten et al.], Berlin, Gestalten, 2008.
Data Visualization: A Guide to Visual Storytelling for Libraries, edited by Lauren Magnuson, Lanham, Rowman
& Littlefield, 2016.
Marti A. Hearst, Search User Interfaces, New York [etc.], Cambridge University Press, 2009.
Manuel Lima, The Book of Trees: Visualizing Branches of Knowledge, New York, Princeton Architectural Press,
2014.
Manuel Lima, Visual Complexity: Mapping Patterns of Information, New York, Princeton Architectural Press,
2011.
Jin Zhang, Visualization for Information Retrieval, Berlin, Springer, 2008.

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  • 1. 29-30-31 Marzo 2017 Aula Engage, Rinascimenti Sociali, Via Maria Vittoria 38, Torino 9.00 -13.00 Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017”
  • 2. Costruire relazioni Oggetti, informazioni, contesti Maurizio Vivarelli Dipartimento di Studi Storici Università di Torino Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world”
  • 3. In una infosfera caratterizzata da una sempre maggiore complessità, una attività di particolare delicatezza consiste nel trovare un efficace equilibro tra aspetti documentari e comunicativi nella organizzazione e gestione delle informazioni. Nell’universo bibliografico, o docuverso, sono presenti moltissime tipologie di informazioni, in forma di metadati, che rappresentano e descrivono le diverse tipologie di contenuti. I metadati sono, tendenzialmente, oggettivi, neutri, modellizzati secondo le caratteristiche dei data base che li contengono. Le informazioni sono, schematizzando, contenuti informativi orientati alla comunicazione, destinate a modificare la «forma» della conoscenza del soggetto che le riceve. Costruire contesti Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world”
  • 4. Costruire contesti Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” L’obiettivo di questo intervento consiste nel mostrare l’importanza centrale della produzione di contesti, all’interno dei quali raggruppare entità, relazioni tra entità, relazioni tra relazioni, tenendo conto del modo con cui queste informazioni possono essere scoperte, elaborate, utilizzate da parte delle persone. Si tratta cioè di individuare una architettura delle informazioni che, valorizzando i contenuti informativi dei metadati, costituisca una mappa utilizzabile con facilità dal Lettore Ideale del contesto. La definizione degli ambienti di mediazione comunicativa deve dunque tenere conto sia dei contenuti del contesto sia della sua forma, valorizzandone in primo luogo gli aspetti estetici e cognitivi.
  • 5. Costruire contesti Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Una ulteriore caratteristica dei contesti comunicativi attuali è costituita dal fatto che le persone, oltre che destinatarie della comunicazione, interagiscono con il contesto, producendo a loro volta contenuti che alimentano dinamicamente la rete. Questa figura ibrida del produttore/consumatore di informazioni è detta ‘prosumer’, o, con il lessico di Derrick De Kerchkove, ‘screttore’.
  • 6. Dove sono i contesti? I contesti informativi realizzati, e disposti nello spazio fisico o digitale, risiedono nella relazione estetica e cognitiva tra entità, relazioni, e persone. L’ «occhio» è lo strumento che percepisce, con l’ausilio di tecnologie, la «forma» delle informazioni, nello spazio interno od esterno della psiche. In questa oscillazione dentro/fuori si colloca la mediazione documentaria. Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” 1. 1804. Claude-Nicolas Ledoux, L'oeil réfléchissant le théâtre de Besançon; 1945; 2. Vannevar Bush, As We May Think, «The Athlantic Monthly» 1 2
  • 7. Dato Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Il «dato» è l’ elemento fondativo per la costruzione di ogni mappa o percorso informativo. Il dato, alla lettera, è ciò che si dà, si offre alla percezione; è ciò che viene percepito/interpretato. Per questo nel pensiero filosofico classico gli elementi che attivano la percezione sono detti stoicheia, parola che significa anche ‘lettera dell’alfabeto’. Il dato, nel lessico delle discipline documentarie, è dunque l’elemento alla base del processo di comunicazione; semplificando un po’, può essere pensato come contenuto informativo privo di contesto.
  • 8. Informazione Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Nel lessico dello storico della cultura Peter Burke il significato di ‘dato’ è attribuito invece al termine ‘informazione’. Informazione, dunque, è ciò che si situa prima della elaborazione cognitiva. L’informazione, una volta elaborata, si trasforma, e diventa ‘conoscenza’. Il processo di elaborazione delle informazioni viene spiegato da Burke ricorrendo al celebre triangolo culinario di Claude Levi-Strauss.
  • 9. Conoscenza Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” La ‘conoscenza’ è il risultato finale della cottura/elaborazione delle informazioni. Questa immagine visualizza le relazioni tra dati, informazioni, conoscenza, aggiungendo, sulla sommità della piramide, un concetto anch’esso problematico e molto difficile da definire, quello di ‘saggezza’. Per ‘saggezza’ si può intendere l’esito, storicamente determinato, dei processi di elaborazione individuale e collettiva delle informazioni, in quanto valori socialmente e culturalmente condivisi.
  • 10. Emozioni Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” We feel fine http://www.wefeelfine.org/ In questo sito web vengono visualizzate le ‘emozioni’ ricavate da dataset distribuiti nel web sociale. Il motore di ricerca estrae le parole che si situano dopo il verbo ‘feel’ (felice, arrabbiato etc.), ed associa colori alle parole che designano le emozioni. Esistono anche interessanti prospettive di ricerca che riguardano la rappresentazione documentaria delle emozioni, derivandole ad esempio dalle valutazione associate ad un video YouTube.
  • 11. Contesti, reti, grafi Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Un contesto di elementi può essere visualizzato in tanti modi diversi. La forma del contesto dipende anche dal canale comunicativo utilizzato. Può essere affidata alla forma dell’elenco, ad esempio; oppure ad elementi iconici il più noto dei quali è l’albero; oppure a rappresentazioni grafiche come schemi e tabelle che visualizzano non solo le entità e le relazioni, ma anche la gerarchia che le correla. Il concetto e la forma della ‘rete’ costituiscono una delle modalità con la quale i contesti sono organizzati, rappresentati e comunicati.
  • 12. Scienza delle reti Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Qui si situa anche il campo disciplinare della scienza delle reti, resa nota anche in Italia con l’opera di Albert-László Barabási, Link: la nuova scienza delle reti, Einaudi, 2004, in cui si scrive che «Ognuno di noi vive all’interno di un grande cluster: la rete sociale di tutto il mondo, da cui nessuno è escluso. Anche se non conosciamo personalmente ogni singolo abitante del pianeta possiamo avere la garanzia che, in questa ragnatela di persone, c’è sempre un collegamento tra noi e chiunque altro, così come c’è sempre un collegamento fra due neuroni del nostro cervello, o fra due società nel mondo degli affari, o fra due sostanze chimiche del nostro corpo». Questa immagine di Barabási mette in evidenza gli aspetti magici che il senso comune attribuisce alla capacità di «controllare» le reti.
  • 13. La mediazione documentaria Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Modello lineare«Raccoltadellebacche» Modello a grafo Le informazioni vengono cercate e recuperate con le strategie più diverse ed eterogenee. 1989. Marcia Bates, The Design of Browsing and Berrypicking Technique for the Online Search Interface
  • 14. «Cuocere» le informazioni Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Interfacce «narrative» Interfacce documentarie (OPAC, inventari) Interfacce web (portali) Metainterfacce documentarie (metamotori) Motori di ricerca Metamotori di ricerca Dati
  • 15. Entità e relazioni dei contesti Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Ognuna delle entità che vengono relazionate in un contesto concorre dunque alla produzione complessiva di significato. Ognuna delle entità diventa parte di un «nodo» di un «reticolo», come ha scritto Michel Foucault ne L’archeologia del sapere a proposito del libro: «Il fatto è che i confini di un libro non sono mai netti né rigorosamente delimitati: al di là del titolo, delle prime righe e del punto finale, al di là della configurazione interna e della forma che lo rende autonomo, esso si trova preso in una serie di rimandi ad altri libri, ad altri testi, ad altre frasi: il nodo di un reticolo […] È inutile che il libro si dia come un oggetto che si ha sotto mano; è inutile che si rannicchi in quel piccolo parallelepipedo che lo racchiude: la sua unità è variabile e relativa.».
  • 16. Contesti del libro Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Raimond Quenaeu http://www.growndodo.com/wordplay/oulipo/10% 5E14sonnets.html 1961. 100.000 miliardi di poesie
  • 17. Contesti del libro Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Literature vs traffic Melbourne, 2012 http://www.luzinterruptus.com/
  • 18. Contesti del libro Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Brian Dettmer https://www.flickr.com/photos/briandettmer/
  • 19. Contesti della biblioteca Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Érik Desmazeries https://www.youtube.com/watch?v=BIg41aBaNRE 2000. La biblioteca di Babele
  • 20. Contesti della biblioteca Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Delocazione Claudio Parmiggiani 2010. Scultura d’ombra. Biblioteca d’Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale, Parma
  • 21. Contesti della biblioteca Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Hjørring Central Library http://www.rosanbosch.co m/en/project/hj%C3%B8rri ng-central-library# 2008. Architetti Schmid, Hammer & Lassen
  • 22. Contesti della biblioteca Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Nam June Paik Library http://www.archdaily.com/322051/nam-june- paik-library-n-h-d-m 2013. Architetti NHDM
  • 23. Contesti della biblioteca Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” http://www.hel.fi/hki/ Kirjasto/en/Etusivu Helsinki City Library
  • 24. Contesti della biblioteca Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Seashore Library Nandaihe, Cina. http://www.archdaily.com/638 390/seashore-library-vector- architects Tianjin Library https://www.mvrdv.com/en/pr ojects/tianjin-binhai-library 2008. Architetti Vector Architects Architetti MVRDV
  • 25. Contesti dell’archivio Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Chiara Dynis Labirinti di memoria http://www.galleriamlf.com/most re/19/chiara-dynys/ 2010. Labirinti di memoria Archivio centrale dello Stato
  • 26. Contesti dell’archivio Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Lux in Arcana Mostra realizzata nell’Archivio Segreto Vaticano nel 2012
  • 27. Contesti del museo Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Memoria 1739. Jean-Marc Nattier Thalia, musa della memoria
  • 28. Contesti del museo Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Las Meninas 1656. Diego Velázquez, Las Meninas Infanta Margarita Damigella d’onore Nana Filippo IV e sua moglie Marianna Diego Velázquez Ciambellano
  • 29. Contesti del museo Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Tate Modern http://www.tate.org.uk/visit/ tate-modern/
  • 30. Contesti del museo Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” MoMA http://www.moma.org/
  • 31. Contesti del museo Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Il museo dell’innocenza https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_dell%27innocenza Il museo è allestito su tre piani di un edificio del quartiere Çukurcuma di Istanbul, in 83 teche di legno, tante quanti i capitoli del libro.
  • 32. I contesti in una dimensione storica Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Tutte le informazioni che abbiamo esaminato in precedenza sono localizzati in ambienti che potremmo definire «spazi della memoria». Questi spazi, nel loro insieme, possono essere considerati come «interfacce», attraverso le quali vengono organizzate le rappresentazioni delle entità documentarie. In questi spazi, come abbiamo visto nell’immagine del teatro di Besançon, vengono esteriorizzate le relazioni tra entità, per come sono state individuate da chi le ha ordinate. Gli spazi della memoria hanno una lunga tradizione «visionaria».
  • 33. I contesti in una dimensione storica Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Studioli 1473-1476. Lo studiolo di Federico da Montefeltro, Palazzo Ducale di Urbino
  • 34. I contesti in una dimensione storica Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Theatri Ricostruzione del Teatro di Giulio Camillo (1550). In: Frances Yates, L’arte della memoria. Torino, Einaudi, 1972.
  • 35. I contesti in una dimensione storica Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Wunderkammern 1655. Ole Worm (1588-1654) Museum Wormianum; seu, Historia rerum rariorum, tam naturalium, quam artificialium, tam domesticarum, quam exoticarum, quae Hafniae Danorum in a aedibus authoris servantur
  • 36. I contesti in una dimensione storica Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Wunderkammern 1549. Ferrante Imparato (1550-1631) Dell’historia naturale
  • 37. I contesti in una dimensione storica Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Wunderkammern 1666. Paolo Maria Terzago, Museo, o galeria adunata dal sapere, e dallo studio del sig. canonico Manfredo Settala nobile milanese
  • 38. I contesti in una dimensione storica Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Wunderkammern 1678. Athanasius Kircher (1602-1680) da Giorgio de Sepibus, Romani Collegii Musaeum Celeberrimum
  • 39. Visualizzare i dati Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Un problema particolare è costituito dalla rappresentazioni di «reti» di informazioni digitali. La visualizzazione delle informazioni è «astratta» dallo spazio documentario che la radica, la contiene e la dimensiona, e si mostra in uno spazio «altro»; questo spazio è privo di contesto.
  • 40. Visualizzare i dati Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Le interfacce, documentarie e non documentarie, sono gli ambienti in cui si definisce la struttura delle informazioni. I dati, in maniera del tutto indipendente dal contesti di provenienza, possono essere visualizzati secondo modelli che ne favoriscano la ricezione ed elaborazione.
  • 41. Visualizzare i dati Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world”
  • 42. Visualizzare i dati Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world”
  • 43. Approfondimenti Laboratorio “L’Università di Torino al Salone del libro 2017. Open science, open to the world” Beautiful Visualization: Looking at Data Through the Eyes of Experts , edited by Julie Steele and Noah Iliinsky, Beijing [etc.], O'Reilly Media, 2010. Paolo Bottazzini, Design della mente: infografica e data visualization, scritto da Paolo Bottazzini, Michele Gotuzzo, Milano, LSWR, 2014. Data Flow: Visualising Information in Graphic Design, [edited by Robert Klanten et al.], Berlin, Gestalten, 2008. Data Visualization: A Guide to Visual Storytelling for Libraries, edited by Lauren Magnuson, Lanham, Rowman & Littlefield, 2016. Marti A. Hearst, Search User Interfaces, New York [etc.], Cambridge University Press, 2009. Manuel Lima, The Book of Trees: Visualizing Branches of Knowledge, New York, Princeton Architectural Press, 2014. Manuel Lima, Visual Complexity: Mapping Patterns of Information, New York, Princeton Architectural Press, 2011. Jin Zhang, Visualization for Information Retrieval, Berlin, Springer, 2008.