Documentazione di un percorso di Robotica educativa per la scuola primaria: i robot in kit Lego sono stati utilizzati per realizzare uno spettacolo teatrale, ampliando le competenze raggiunte dagli studenti di una scuola primaria di classe terza. Lo sviluppo dell'attività ha permesso di evidenziare il potenziale creativo dei bambini di questa fascia d'età
1. CREATIVITA' E ROBOTICA
EDUCATIVA
Mettere in scena i Robot
Patrizia Battegazzore
Docente di scuola primaria
Primo Circolo di Tortona (Al)
2. CONTESTO
Nelle due classi dove è iniziata quest'esperienza
(attualmente classi quarte) erano presenti
bambini provenienti da realtà e paesi molto
lontani sia culturalmente, che per modi di vita.
3. MANIPOLARE
Molti bambini avevano difficoltà
nella motricità fine: erano impacciati a tagliare e a
incollare; così abbiamo cercato di proporre
attività con cui esercitarsi per l'acquisizione di
queste abilità.
4. Intanto si inizia ad utilizzare in modo sistematico
un robot (molto simile ad un giocattolo) come
Bee-bot. Alcuni bambini lo avevano già
sperimentato alla scuola dell'Infanzia.
5. IL TEATRO DI FIGURA
Contemporaneamente all'introduzione di Bee-Bot,
i bambini iniziano un'attività giocosa legata alla
costruzione di burattini e oggetti di scena.
6. Punti di forza del “Laboratorio teatrale”:
- attività di manipolazione,
- utilizzo di molti materiali differenti
-realizzazione di modelli da copiare
- lavoro in gruppo.
7. Per prepararci alla realizzazione di uno spettacolo,
dove saranno in scena attori, pupazzi e anche i
nostri robot, abbiamo iniziato a proporre la
raccolta di materiali diversi:
carta, cartone, scatole, legno, stecchi, tappi,
perline...
8. FARE ESPERIENZA
Molti materiali che sarebbe finiti in pattumiera, a
noi servono per fare prove e per “pasticciare”.
Sarà questo pasticciare che permetterà di far
uscire nuove idee e progetti, proprio dai
bambini.
9. ABOLIZIONE DELL'ERRORE
Abbiamo scoperto, mentre si facevano prove di
costruzione, che molto spesso era la paura di
sbagliare a creare inibizione.
Pensateci... Se non si è pronti
a sbagliare, non è possibile
imparare nulla di nuovo.
Come potrà venirci
in mente qualcosa di creativo!
10. Infatti quando i ragazzi si sono accorti che non
esistevano “lavori sbagliati” ma solo prodotti
che potevano essere migliorati, tutto ha
cominciato a funzionare molto meglio.
11. AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
I materiali presenti in aula sono sempre a
disposizione degli alunni, per provare e riprovare.
Spesso si cercano figure e oggetti reali a cui
ispirarsi, ma le scelte devono sempre essere
confrontate con lo spazio e le condizioni di messa
in scena, rispettando le proporzioni.
12. Questo rendeva tutto più difficile ma anche molto
stimolante.
Un esempio: qui si provava a far diventare più
grande, quello che era già stato progettato
troppo piccolo.
13.
14. Forse qualche alunno aveva visto un nonno fare
così? Allungare le diagonali di un rettangolo per
poterlo ritagliare, subito, più grande. Tagliare le
diagonali solo fino ad un certo punto, piegare e
costruire una scatola.
15. I MODELLI
E' sempre importante avere dei modelli perché
danno sicurezza, ma nella realizzazione ognuno
deve sentirsi libero di fare le proprie scelte.
Spesso il modello è servito per iniziare.
16. Così la programmazione dei sensori di tocco o a
infrarossi, che nessuno conosceva, è partita
dai fogli bianchi del software BCC dove
esisteva già un modello.
17. I MODELLI DEI ROBOT
Sono stati utilizzati i kit degli RCX della Lego,
ispirandosi ai modelli del catalogo. Nessuno di
questi però rispondeva completamente alle
necessità evidenziate dalla sceneggiatura.
18. LA GARA
Era necessario costruire un autoveicolo a sei
ruote, leggero ma resistente. Tale mezzo
avrebbe dovuto sostenere la “costruzione” per
trasformarsi in treno.
19. Ma serviva anche un carro, guidato da un cavallo,
sul quale poter caricare prima la legna poi gli
eventuali feriti della guerra.
Questo carretto avrebbe camminato su una
strada a curve, guidato dal sensore, capace di
leggere la linea nera sul pavimento.
20. In questa fase, si procedeva per prove ed errori,
con continui aggiustamenti.
Spesso dopo aver fatto numerose prove, erano gli
stessi alunni a indicare quali erano state le
scelte migliori.
22. DALL'ESPERIENZA ALLA CREATIVITA'
Tutti i robot e gli oggetti prodotti dai bambini
erano molto creativi, perchè pensati da loro,
unici e irripetibili,
utilizzando ciò che avevano a disposizione,
proprio lì e proprio in quel momento,
in modo originale e nuovo.
23. CREATIVITA' E LAVORO DI GRUPPO
Nel gruppo, la creatività ha preso forza.
Perchè parlando e operando insieme , la creatività
di uno ha contagiato gli altri: ne è uscito “un
fiume di idee”...
24. Poi, sempre nel gruppo, si è trovata la
strada per mettere in relazione, tra loro, i
differenti modi di veder il mondo. Quel
mondo che doveva essere rappresentato
sulla scena.
La storia: La piccola Vedetta Lombarda
rivista e corretta dai bambini del primo
Circolo di Tortona.