Alcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzione
1. Il pareggio di bilancio è una follia, parola di premi Nobel
KENNETH ARROW, premio Nobel per l’economia 1972
PETER DIAMOND, premio Nobel per l’economia 2010
WILLIAM SHARPE, premio Nobel per l’economia 1990
CHARLES SCHULTZE, consigliere economico di J.F. Kennedy e Lindon Johnson, animatore della
Great Society Agenda
ALAN BLINDER, direttore del Centro per le ricerche economiche della Princeton University
ERIC MASKIN, premio Nobel per l’economia 2007
ROBERT SOLOW, premio Nobel per l’economia 1087
LAURA TYSON, ex direttrice del Natonal Economic Council
Fonte: http://osasapere.it/blog/2012/03/06/il-pareggio-di-bilancio-e-una-folliaparola-di-sei-premi-nobel/
Il golpe è compiuto: “Keynes è un fuorilegge”
I neoliberisti stanno erodendo pian piano le basi della società civile. Quando ci
accorgeremo che questa non è soltanto una teoria economica ma è una ideologia
criminale sarà troppo tardi.
Alcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzione
1. Sarà impossibile mettere soldi nei settori che invece richiedono un forte investimento. Ad
esempio nella cultura, nella ricerca o nelle infrastrutture 'utili'. Sarà impossibile attivare una
serie di diritti previsti dalla nostra Costituzione: il diritto alla scolarità che non deve essere
'per ceto', l'assistenza sanitaria gratuita per tutti, il diritto a una serie di servizi alla persona.
Ora, interpretando la Costituzione facendo perno sull'articolo 81 come modificato, tutti
questi diritti primari non saranno più esigibili. O almeno saranno subordinati all'articolo
81. Nello specifico, i servizi essenziali ai cittadini potranno essere erogati solo se non
costituiranno un aumento del deficit. Servizi essenziali ossia sanità, ricerca, istruzione. Da ora
in poi il diritto alla salute e tanti altri diritti saranno a pagamento.
2. 2. Il vincolo del pareggio di bilancio impedisce allo Stato di ricorrere al credito per finanziare il
costo delle infrastrutture, dell’istruzione, della ricerca e sviluppo, della tutela dell’ambiente e
di altri investimenti vitali per il futuro benessere della nazione. Se lo Stato non può
indirizzare risorse al di là delle sue entrate per realizzare opere di sviluppo si apre la porta
ai privati. Ma i privati intervengono solo laddove l’investimento ha un ritorno.
Immaginate di vivere in un paesino di montagna di qualche migliaio di abitanti. Far arrivare
elettricità, gas, costruirvi un ufficio postale, una scuola, etc. rappresentano investimenti con
uno scarsissimo ritorno economico. Perché portare la banda larga lassù? Perché agevolare gli
anziani con una farmacia comunale se questa non riuscirà a coprire interamente i propri costi
vista la scarsità di abitanti? Sino ad ora quel paesino di montagna aveva potuto contare
sull’intervento dello Stato, con l’obbligo del pareggio di bilancio non sarà più così e i privati
non avranno alcun interesse a investire. I cittadini dovranno allora decidere se rimanere in
una situazione via via più disagiata oppure andarsene più a valle.
3. Il vincolo del pareggio di bilancio comporterà la necessità, in caso di spese di emergenza (per
esempio in caso di disastri naturali), di tagliare altri capitoli del bilancio mettendo in pericolo
il finanziamento dei programmi non di emergenza.
4. Pareggio di bilancio + Fiscal Compact = Miscela Mortale: Portando l’asticella di guardia del
rapporto deficit/PIL del precedente Patto di Stabilità europeo dal 3% all’attuale 0,5% nel
2013, ciò significa che l’Italia, stando alle stime di recessione dell’OCSE per il biennio 2012-
2013 e considerando una decrescita effettiva del PIL -1,6%, dovrà ridurre il deficit del 4%
rispetto al PIL e accorciare ancora la cinghia di altri 60 miliardi di euro entro il 31 dicembre
2013 (al lordo delle due ultime manovre del governo Monti, i cui saldi effettivi sono ancora di
difficile valutazione). Siccome non possiamo contare su un maggior gettito fiscale derivante
da una provvidenziale ripresa economica e nemmeno sull’emissione di nuovo debito
pubblico, questi soldi andranno quindi recuperati soltanto sul fronte di una riduzione della
spesa pubblica e aumento delle tasse, cosa che a lungo andare potrebbe sprofondare l’Italia
in uno stato di recessione ancora più complicato (la ricetta dell’austerità spinta non ha
funzionato in nessun paese del mondo e non si capisce perché dovrebbe funzionare proprio
in Italia).
5. Con questo piccolo ma fondamentale cambio di paradigma, lo Stato italiano viene costretto a
comunicare in anticipo quali nuove tasse o svendite del patrimonio pubblico si rendono
3. necessarie per rimborsare e rassicurare i creditori: la spoliazione dello Stato è insomma
ufficialmente aperta e i creditori internazionali possono stare tranquilli perché sapranno
prima da quale fonte, ricchezza dei cittadini o proprietà statali, verranno ricavati i soldi dei
loro rimborsi. Fatta la norma è stato già trovato l’inganno per garantire e legittimare la
grande abbuffata di un intero Stato e del suo popolo da parte delle maggiori imprese private
internazionali.
6. L’Italia nel suo complesso diventerà quanto prima terra di conquista per le grandi
multinazionali, quelle stesse che sono state già ricacciate via con forza sia dall’Ecuador che
dall’Argentina perché hanno solo accelerato i tempi della catastrofe e i processi di
indebitamento delle nazioni. E, a parte qualche pezzo pregiato delle aziende statali in
svendita, i cittadini italiani sono la merce di scambio offerta generosamente dai nostri
politici sul piatto fumante delle trattative.
Il Sig. Monti vuole renderci schiavi alla mercè degli investimenti esteri, come se questi ultimi
fossero la soluzione di tutti i problemi italiani... i capitali esteri che investiranno in Italia (solo a
condizione che Monti ci avrà schiavizzato abbastanza) sono un afflusso di nuova moneta solo per il
primo anno, ma chi ha studiato un pò di bilancia commerciale sa che ad ogni nuovo afflusso di
capitale dall'estero corrisponde un aumento dell'indebitamento nazionale (diminuzione di attività
o aumento di passività)...nello specifico se il capitale estero acquisisce un'azienda italiana si porta
via un pezzo di attività dell'Italia, se compra e costruisce su un terreno si porta via un pezzo del
patrimonio italiano, che non ritorna più (a meno che non diventiamo così ricchi da ricomprancelo,
cosa assai improbabile)... e negli anni successivi i profitti di quella azienda straniera andranno fuori
dall'Italia, mentre a noi poveri lavoratori schiavi non resta che accontentarci dei salari da fame che
vorranno generosamente concederci a loro totale discrezione...questa il governo Monti e i suoi
accoliti cercano di spacciarcela come ricetta tedesca per uscire dalla crisi, ma in Germania le
aziende sono tedesche mica straniere!!!
Quando Monti ci dice che tutto quello che si sta facendo serve a non farci fare la fine della Grecia
sta mentendo. Il PIL diminuirà del 2,6% quest’anno, il prossimo anno le previsioni sono di una
diminuzione del 2,9%. Ma se – contemporaneamente – dovremo ridurre il deficit del 5% all’anno
sino ad avere un rapporto debito/PIl del 60%, significherà continuare a fare manovre di tagli anno
dopo anno sempre più pesanti in presenza di una recessione. Il risultato è semplice: bancarotta.
Fonte: http://tempesta-perfetta.blogspot.it/