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Ancora nessuna proroga per le scadenze del 16 Giugno
Mentre i rappresentanti politici sono impegnati a sbeffeggiarsi vicendevolmente con riferimento ai
risultati ottenuti nell'ennesima tornata elettorale che ha interessato - dati alla mano - qualche
migliaio di elettori, milioni di Italiani sono in trepida attesa di agognata proroga afferente le principali
scadenze previste per il prossimo 16 Giugno, combattuti tra l'amletica TASI e i nuovi Studi di Settore,
ancora in attesa della conseguente circolare esplicativa, in grado di guidare i contribuenti nell'utilizzo
della nuova versione del software Gerico per la dichiarazione del periodo d'imposta 2013 (tranquilli,
non affaticatevi troppo, fate pure con calma...).
Dopo, infatti, lo slittamento dei termini per la consegna e la trasmissione del modello 730, appare
sempre più urgente provvedere al differimento dei termini dei pagamenti per i contribuenti soggetti
agli Studi di Settore, nonché per i contribuenti residenti in quei Comuni in cui, entro lunedì prossimo
16 Giugno (ci attende un rovente week-end), è necessario provvedere al pagamento dell'acconto della
TASI.
A onor del vero, la Stampa specializzata riporta notizie concernenti un'imminente proroga; intanto,
però, il provvedimento non è stato ancora varato e, questione che lascia particolarmente perplessi,
parrebbe che riguarderà soltanto - come già accaduto l'anno scorso - uno spostamento di 20 giorni
per le imposte sui redditi dovute dai contribuenti soggetti agli Studi di Settore. Senonché, l'anno
scorso, la TASI non esisteva.
Orbene, posto che la TASI è direttamente dipendente dal reddito dichiarato, quale mente
frenastenica può mai pensare di prorogare il termine del pagamento della dichiarazione dei redditi,
lasciando inalterato quello del versamento della TASI?
Come si dice, a caval donato non si guarda in bocca: se si sta morendo di fame, anche una briciola di
pane è benaccetta. Quanto meno, chi, tra coloro che sono soggetti agli Studi di Settore, non è né
proprietario e né inquilino di immobili potrà essere depennato dall’elenco delle “urgenze del 16
Giugno”. Certo, posto che di tempo non ce n’è, doverne sprecare anche per mettersi a fare certi
elenchi sembra veramente ridicolo.
Ma chiariamo bene i tempi.
Le delibere comunali sulla TASI sono state pubblicate il 31 Maggio. Da qui sono decorsi i giorni
necessari alle varie società di software per preparare i programmi, testarli, quantificarne i costi e
venderne la connessa licenza. Poi, il tutto è finalmente arrivato, un paio di giorni fa, negli studi dei
commercialisti, ai quali, in pratica, resta una settimana scarsa, per studiare il nuovo programma e
cercare di individuarne le criticità, caricare tutti i dati disomogenei lasciati alla discrezionalità
deliberante di ogni singolo Comune, preavvisare a loro volta ciascun contribuente e predisporre i
modelli di pagamento che dovranno essere versati entro il 16. Stando bene attenti a non confondere
delibere, obblighi e termini di pagamento della TASI con quelli della sorellastra IMU.
Come se non bastasse, in alcuni Comuni, i cittadini si sono visti recapitare a domicilio dei bollettini di
pagamento precompilati con importi errati; mentre, nella maggioranza dei casi, i bollettini, che
avrebbero dovuto comunque essere inviati, non sono ancora giunti nelle cassette postali degli Italiani.
In altri comuni, poi, i contribuenti si sono visti respingere i modelli di pagamento F24 per la mancanza
di taluni codici di controllo, peraltro, in seguito, risultati non obbligatori.
Non che la situazione sia migliore in materia di Studi di Settore.
Anche in questo caso, infatti, il rilascio del software a fine maggio rende praticamente impossibile
gestire la scadenza del 16 Giugno per i versamenti dei saldi 2013 e del primo acconto 2014 delle
imposte. Sempre senza considerare l’aggravante anzidetta, concernente la mancanza ancora oggi (11
Giugno), della circolare esplicativa da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Dopo di che, uno accende per sbaglio la TV e sente quattro babbei (e domando scusa per il termine
“quattro”) affermare: “Stiamo proseguendo nella strada della semplificazione fiscale”. Vi prego,
fermatevi qui; avete già fatto danni irreparabili (a Roma, si dice: “Ma li mortacci vostri!”).
Ora, sinceramente, non si capisce quanto altro ancora debba aggravarsi la situazione prima che, chi di
dovere, deliberi questa benedetta (o maledetta, a seconda dei punti di vista) proroga. Salvo che,
certo, a causa della tanto propagandata quanto già famigerata Spending Review, nella Pubblica
Amministrazione, abbiamo tagliato i costi della cancelleria e non si trovino più nemmeno le penne per
firmare il provvedimento.

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  • 2. Come se non bastasse, in alcuni Comuni, i cittadini si sono visti recapitare a domicilio dei bollettini di pagamento precompilati con importi errati; mentre, nella maggioranza dei casi, i bollettini, che avrebbero dovuto comunque essere inviati, non sono ancora giunti nelle cassette postali degli Italiani. In altri comuni, poi, i contribuenti si sono visti respingere i modelli di pagamento F24 per la mancanza di taluni codici di controllo, peraltro, in seguito, risultati non obbligatori. Non che la situazione sia migliore in materia di Studi di Settore. Anche in questo caso, infatti, il rilascio del software a fine maggio rende praticamente impossibile gestire la scadenza del 16 Giugno per i versamenti dei saldi 2013 e del primo acconto 2014 delle imposte. Sempre senza considerare l’aggravante anzidetta, concernente la mancanza ancora oggi (11 Giugno), della circolare esplicativa da parte dell’Agenzia delle Entrate. Dopo di che, uno accende per sbaglio la TV e sente quattro babbei (e domando scusa per il termine “quattro”) affermare: “Stiamo proseguendo nella strada della semplificazione fiscale”. Vi prego, fermatevi qui; avete già fatto danni irreparabili (a Roma, si dice: “Ma li mortacci vostri!”). Ora, sinceramente, non si capisce quanto altro ancora debba aggravarsi la situazione prima che, chi di dovere, deliberi questa benedetta (o maledetta, a seconda dei punti di vista) proroga. Salvo che, certo, a causa della tanto propagandata quanto già famigerata Spending Review, nella Pubblica Amministrazione, abbiamo tagliato i costi della cancelleria e non si trovino più nemmeno le penne per firmare il provvedimento.