4. Media in movimento
portatori di inedite
occasioni di visibilità,
discussione,
rappresentazione,
autorappresentazione
negli ambienti digitali
5. Genere affiancato, nello studio dei media,
da altre categorie sociali e culturali che
operano simultaneamente nella
produzione e riproduzione di differenze e
discriminazioni
8. UN ESEMPIO
§ La narrazione del femminicidio di
Elisa Pomarelli, avvenuto il 25
agosto 2019 a Carpaneto
Piacen>no.
§ Caso di interesse per il dibaAto
sulla narrazione dei femminicidi
nel giornalismo italiano che è
seguito alla pubblicazione di un
ar>colo de «Il Giornale» (8
seJembre 2019)
9. Analisi su 159 ar>coli di
testate giornalis>che
online, pubblica> tra il
26 agosto 2019 e il 26
agosto 2020.
Due subcorpora, uno di
cronaca (135) e uno di
cri>ca alla narrazione
(24)
Analisi del contenuto e
lessicometrica
10. OBIETTIVI
Individuare punti di contatto e distanza nel trattamento del
femminicidio negli articoli di «cronaca» e «critica»
Verificare l’esistenza di una mistica dell’ordine di genere
(Connell 2006), negli articoli di cronaca e di una prospettiva
femminista sul femminicidio in quelli di critica
11. L’analisi conferma la presenza, nella cronaca, di distorsioni
narrative già rilevate in letteratura (lo squilibro nello spazio e
nella profondità delle descrizioni del carnefice rispetto alla vittima,
i riferimenti alla cornice interpretativa dell’amore (non
corrisposto), la presenza di rimandi alla follia come causa della
violenza, la deresponsabilizzazione del colpevole e la
colpevolizzazione della vittima, la centralità della dimensione
intima della vicenda e l’invisibilità del contesto socio-culturale della
violenza) e nella critica di rimandi alla prospettiva femminista
12. Himpathy (Manne, 2019) e ordine di genere che
aDribuisce a donne e uomini, spazi, modelli e aspeDaEve
diversi e non equilibraE.
13. Negli ar>coli di cri>ca persistono il
depotenziamento della donna, i riferimen> al
frame dell’amore roman>co e la parziale
deresponsabilizzazione dell’assassino
14. Ricerca sulle immagini femminili nella pubblicità
di moda su Vogue Italia in oltre 50 anni.
Obiettivi:
§ esplorare l'evoluzione delle rappresentazioni
femminili nel tempo;
§ rilevare la persistenza dei “display di genere”
(Goffman 1976, 1979)
§ accertare l'esistenza, negli anni 2000, del
regime visivo del confident appearing (Kohrs e
Gill 2021).
15. § «I modelli propos> dai media e dalla
pubblicità contribuiscono a definire il
significato dell’appartenenza di
genere, imponendosi con forza per il
faJo di essere pubblicamente diffusi»
(Goffman, 1976, p. 76).
§ I display di genere di Goffman
poggiano su dimensioni semio>che
(prospeGva, composizione, sguardo) che
contribuiscono a costruire stereo>pi di
genere nelle immagini pubblicitarie
16. Goffman rivela che le donne sono =picamente
presentate come più basse, più piccole, in pose
deferen=, infan=li o distraBe e disorientate.
Lo si vede in genderismi quali la dimensione
rela=va, la classificazione delle funzioni, il tocco
femminile, la ritualizzazione della subordinazione e
il ri=ro autorizzato
17. Analisi qualitativa del contenuto (112 numeri,
1963 annunci e 2568 modelli/e)
Schema di codifica con variabili di Goffman e
variabili relative a pose e inquadrature
stereotipicamente femminili (sorriso, broncio,
testa inclinata, posizione distesa, auto-tocco,
sguardo distolto) e maschili (o indicative
dell’apparire sicuro): contatto visivo, corpo eretto,
posa attiva e figura intera (Kohrs e Gill 2021; Kuipers,
van der Laan e Arfini 2016; Mager e Helgerson 2011).
18. Si rilevano:
• sessualizzazione delle immagini femminili
• persistenza di alcuni genderismi (come il tocco
femminile, la ritualizzazione della
subordinazione, il ritiro autorizzato) e
riduzione di altre (come la dimensione relativa
o la classificazione delle funzioni)
• Presenza, negli ultimi due decenni, del tropo
postmoderno dell’apparire sicuro (Khors e Gill,
2021) affiancato a una rinnovata
sessualizzazione
19. Messaggi ambivalenti sulla femminilità
L'ideologia della bellezza si fonde con
istanze di emancipazione.
20. La «sessualizzazione sicura» degli anni
2000 è un nuovo regime visivo di
genere
La donna sessualizzata sicura di sé è
bianca, giovane, magra ed
eterosessuale, e opera all'interno di
un regime giovanilis=co ed
eteronorma=vo.
21. Ammesso che le donne
"scelgano" di essere
sessualizzate, la ripe=zione e
l'intensità della loro
sessualizzazione
suggeriscono un'influenza
sociale
22. La potenza della retorica della scelta, in una società che esalta l’individualismo e
la libertà individuale, agisce come inibitore della capacità di formulare giudizi
23. Solo cercando modelli culturali e interazioni
mul=ple, si può spostare il diba%to dalla
scelta individuale o la dimensione priva=s=ca
delle relazioni tra donne e uomini alle forze
sociali che normalizzano pra=che penalizzan=