Duncan McLaren- A Case for Truly Smart and Sustainable Cities
ShaRevolution - Io condivido ! E voi ?
1. L’indagine “Io condivido ! E voi ?” è stata lanciata da la Fing e OuiShare nel quadro
di ShaREvolution, con lo scopo di comprendere motivazioni, abitudini e percorsi dei
consumatori collaborativi. L’indagine è rimasta aperta online per quasi tre mesi e ha
permessodiraccogliere2150rispostedapartedegliutentidelconsumocollaborativo.
Questa indagine non è stata condotta su un campione rappresentativo della popolazione francese.
Una spedizione di la Fing e OuiShare
L’indagine « io condivido ! e voi ? »
Design by Collectif Bam
Con il sostegno dei principali partner di La Fing
2. Design by Collectif Bam
i rispondenti
Le principali caratteristiche dei rispondenti dell’indagine
« Io condivido ! E voi ? »
Abitazione vs Situazione familiare uso dei social network
Per contro, solo il 15,2% posta contenuti con
frequenza giornaliera, il 20,4% regolarmente e il
35,1% occasionalìmente. Il 29,3% non posta mai.
REDDITO
Professione
età
residenza
54,7%
36,8%
8,5%
50%
25 35 50 65 +
16,8%
15,9%
47,8%
19,5%
16,6 %
19,5 %
40%
dichiara di essere bendisposta
Donne Uomini
Regolarmente
Giornalmente
Occasionalmente
persona
50,6% sono
proprietari
36,5% sono
affittuari
7,4% alloggiano
gratis 3 o +
da 1 a 2
non hanno
figli
vivono in coppia
o in famiglia
coabitano
soli
Sono quadri
superiori
18 anni
In città di
20 000 abitanti
< 20 000
abitanti
Territorio
rurale
In città di oltre
100 000 abitanti
In Ile-de-France
di cui metà a Parigi
Mai
oltre 5000 €
da 2500 a 5000 €
da 1800 a 2500 €
da 1200 a 1800 €
da 2500 € a 5000 €
7% professioni intermedie
5,8% liberi professionisti
9,5% altro (pensionati...)
10% studenti
16,6% impiegati
7,2% non sono preoccupati.
12,8% lo sono a fine mese
18% sono sempre sotto pressione
25,3% a seconda del momento
36,6% non si sentono sotto
pressione ma fanno attenzione
Le persone sono molto attente al loro budget
3. caractéristiques des pratiques collaboratives
Design by Collectif Bam
Le abitudini collaborative digitali tra i rispondenti
Ridesharing
Ospitalità
presso privati
Noleggio auto
tra privati
Carsharing
Bikesharing
47,4 %
49 %
11,1 %
28,6 %
27 %
25 %
Praticano
Praticano
Praticano
Praticano
Non praticano ma dichiara-
no che un giorno lo faranno
Non praticano ma dichiara-
no che un giorno lo faranno
motivazione
principale
frequenza
frequenza
frequenza
frequenza
di cui...
di cui...
di cui...
di cui...
La grande maggioranza vive in città
(l’offerta è essenzialmente urbana)
CARATTERISTICHE DELLE abitudini COLLABORATIVE
31,9 % meno di una volta a trimestre
30,9 % più di una volta a trimestre
23,8 % più di una volta al mese
13,4 % più di una volta a settimana
è una abitudine occasionale
Praticano meno di
una volta a trimestre
è una abitudine poco frequente
Praticano meno di
una volta a trimestre
è una abitudine frequente
Praticano più di
una volta a settimana
Economica
Ecologica Pratica
PasseggeriConducenti Alternano passeggero/conducente
Ospite e viaggiatore ViaggiatoreOspite
Scambio di alloggio
tra privati
Ospitalità gratuita
presso privati
Affitto di
appartamento
tra privati
Affittuari Locatari
4. caractéristiques des pratiques collaboratives
Design by Collectif Bam
Altre abitudini di consumo collaborativo tra i rispondenti
Vendita di oggetti
tra privati
Scambio / Dono
/ Noleggio
Filiere corte
collaborative*
Scambio di
servizi
tra privati
92 %
83 % 17 % 11 % 7 %
33 %
20 %
Praticano
Hanno già donato un bene che
non utilizzavano
Hanno già prestato a qualcuno che
non conoscevano
Hanno già preso in prestito da
qualcuno che non conoscevano
Hanno già preso a noleggio da un
privato
Praticano
Praticano
di cui ...
di cui...
di cui...
*Filiere corte tramite Amap o piattaforme. La vendita diretta presso fattorie non è stata considerata.
CARATTERISTICHE DELLE abitudini COLLABORATIVE
Acquisto/vendita
essenzialmente su
piattaforma digitale
Acquisto/vendita in tempo
reale (mercatini, garage sale...)
e tramite piattaforma digitale
Acquisto/vendita
pressoché in
tempo reale
Tramite Amap Tramite
piattaforma
Fornitori e beneficiari FornitoriBeneficiari
5. caractéristiques des pratiques collaboratives
Design by Collectif Bam
Le abitudini multiple
Quale percentuale di rispondenti cumula più abitudini differenti ?
2
3
4
5
Abitudini
Abitudini
AbitudiniAbitudini
46 %
25 %
22 %
11 %
11 %
3 %
45 %
26 %
19 %
Almeno
Almeno
Almeno
Almeno
CARATTERISTICHE DELLE abitudini COLLABORATIVE
Vendite-acquisti di
oggetti tra privati
Scambio / Dono / NoleggioRidesharing
Ospitalità
presso privati
Scambio di servizi
tra privati
Filiere corte
6. caractéristiques des pratiques collaboratives
Design by Collectif Bam
Motivazioni, ostacoli e visione del consumo collaborativo
motivazioni
Guadagno atteso per un
servizio a privato
Impatto sul budget Parte del reddito derivato
da consumo collaborativo
reddito mensile
principali ostacoli Ruolo futuro del consumo
collaborativo
La tua motivazione
principale è...
La ricerca di senso per
il 40% dei rispondenti,
mentre la motivazione
economica prevale per il
36% dei rispondenti
I rispondenti non si aspettano guadagni
significativi dal consumo collaborativo
Secondo i rispondenti, il consumo
collaborativo è costituito principalmente
da economie marginali... ... e guadagni marginali
La maggioranza dei rispondenti
dichiara di non ricavare alcun guadagno
significativo dalle proprie abitudini
collaborative
Non si pronuncia
CARATTERISTICHE DELLE abitudini COLLABORATIVE
Citano le motivazioni economiche
Citano la ricerca di senso
Citano ragioni pratiche
Citano la curiosità
Si aspettano da
15 a 100 €
Da 1 a 15 €
Gratuito
Più di 100 €
Nessun
risparmio
Guadagno
marginale
Utilizzo di
una piattaforma Si svilupperà, ma
resterà marginale
Meno di 30 €
Risparmi che
aumentano il
potere di acquisto
Aiuta ad arrivare
a fine mese
Da 30 a 100 €
Non possedere
ciò che si usa
Supererà
l’economia
tradizionale
Reddito principale
Da 100 a oltre
1000 €
Valutazione
tra pari
Sparirà
Risparmi
marginali
Nessun reddito Nessun reddito
Importante tanto
quanto l’economia
tradizionale
Non sa
Tempo necessario
per la ricerca
& transazione
7. Design by Collectif Bam
in dettaglio
10 miti sul consumo collaborativo
1
2
“Il carpooling è roba da giovani”
“Il consumo collaborativo è un fenomeno urbano”
Abbastanza Vero
In proporzione e a confronto, i giovani praticano il ridesharing più spes-
so rispetto agli adulti , sia quelli tra 18 e 24 anni (soprattutto come
passeggeri), sia quelli tra 25 e 34 anni (la maggior parte sia come pas-
seggero che come conducente).
Chi risiede in città (con più di 100 000 abitanti) pratica molto più spesso
il consumo collaborativo rispetto a chi abita nei piccoli centri. Su alcune
comportamenti, lo scarto è effettivamente importante :
• Il carsharing e il bikesharing (soprattutto a Parigi e nei grandi agglo-
merati, in ragione dell’esistenza di una offerta)
• L’acquisto da filiera corta collaborativa tramite amap
• Il ridesharing
• Il noleggio di un’auto a privato, in veste di noleggiatore (soprattutto a
Parigi) tramite piattaforme digitali.
Tuttavia, si osserva una ripresa della pratica del ridesharing dopo l’età
della pensione : le persone oltre i 65 anni in maggioranza praticano il
ridesharing, sia in veste di conducente che di passeggero, mentre i più
giovani lo fanno soprattutto come passeggero.
Al contrario, non è corretto affermare che chi abita in aree rurali e
nei piccoli centri non adotta comportamenti collaborativi. Questi sono
spesso al di sotto della media nazionale, ma presentano comunque ci-
fre elevate per quanto concerne il ridesharing (soprattutto in veste di
conducente) o per le filiere corte non collaborative.
Abitudini collaborative
Abbastanza Vero
8. Design by Collectif Bam
in dettaglio
10 miti sul consumo collaborativo
3
4
“Le abitudini di consumo collaborativo sono esplose con l’arrivo
delle piattaforme digitali”
“Le persone con abitudini digitali più sviluppate sono
le più collaborative”
Vero
Vero
Il 70% dei rispondenti ha visto aumentare le proprie abitudini collabo-
rative negli ultimi anni. Più di metà dei rispondenti (53%) afferma che
le sue abitudini collaborative sono aumentate abbastanza negli ultimi
anni, mentre il 21% che sono aumentate molto; solo l’1% afferma che
sono diminuite.
Ma bisogna operare delle distinzioni tra abitudini : la pratica del ride-
sharing e dell’ospitalità tra privati, o l’acquisto o la rivendita di beni di
seconda mano, aumenta con il livello di connessione, ed è tra le perso-
ne meno connesse che si trovano i più reticenti a farsi coinvolgere. D’al-
tra parte le persone più connesse avranno una maggiore tendenza a
impegnarsi in comportamenti multipli (al tempo stesso come offerente
e come ricevente) o almeno come ricevente (passeggero, ospite, ecc.).
Concentrandoci sugli acquisti da filiera corta, non sorprende che le
forme collaborative digitali siano più sviluppate tra le persone mag-
giormente connesse (come per l’acquisto o la vendita di beni di secon-
Si vede, d’altra parte, che le abitudini di consumo collaborativo sono
aumentate molto di più tra coloro che usano le piattaforme digitali che
tra coloro che non le usano ! Il 93,5% dei rispondenti che usano piat-
taforme da almeno 1 anno e fino a 4, affermano che le loro abitudini
collaborative sono aumentate, e per il 33% dei rispondenti sono addi-
rittura “molto aumentate”.
da mano). La differenza è meno tangibile per le abitudini collaborative
non digitali (amap, ecc.). Allo stesso modo, vi è una differenza tra chi è
maggiormente connesso e chi meno, ma è meno marcata per quanto
riguarda lo scambio di oggetti o di servizi, che è una pratica più margi-
nale.
Questa correlazione tra comportamenti collaborativi e abitudini digitali
è veramente legata alle abitudini stesse, o solo al fatto che i giovani
tendono ad essere maggiormente connessi ? Nei fatti, queste tendenze
si osservano in tutte le fasce di età considerate (24- 35 anni, 50-64 anni,
ad es. per il ridesharing), ma è proprio tra i giovani e i più connessi
(es.: l’ospitalità) che le abitudini di consumo collaborativo tendono a
concentrarsi.
Comportamenti digitali
9. Design by Collectif Bam
in dettaglio
10 miti sul consumo collaborativo
6“Il consumo collaborativo fa risparmiare”
Vero
La maggioranza dei rispondenti (65 %) affermano che le loro pratiche
collaborative permettono loro risparmi marginali. 17 % dichiarano di
fare risparmi che accrescono in misura sostanziale il loro potere d’ac-
quisto. Ciononostante i loro redditi non permettono di arrivare a fine
mese, o quanto meno ciò non viene percepito. Molti (42,5%) dichiarano
che il consumo collaborativo frutta loro un guadagno marginale, ma
solo il 6% dichiara che è determinante per arrivare a fine mese. Si trat-
ta di un’affermazione soggettiva, che dipende certo dagli stili di vita (e
dal tenore di vita) dei rispondenti. Per le persone con un budget ristret-
to, i risparmi sono quindi più sostanziali che non per coloro che non
hanno problemi di soldi.
Osservando i redditi mensili, il 24% dei rispondenti dichiara di gua-
dagnare da 0 e 30€ grazie alle abitudini collaborative, l’11% tra 30 e
100€… solo il 2% dichiara di guadagnare più di 300 € al mese. Non
tutte le pratiche si situano allo stesso livello. Chi pratica il ridesharing,
chi ricorre al noleggio di un’automobile da privati o all’ospitalità presso
privati, afferma per lo più di ottenere dei risparmi marginali o sostan-
ziali. Questo è meno vero per quanto riguarda coloro che ricorrono alle
filiere corte o praticano lo scambio di servizi.
Impatto delle abitudini collaborative sul budget
5
“Gli early adopters, rispetto agli utilizzatori recenti, non hanno
le medesime attese rispetto al consumo collaborativo”
Piuttosto falso
Le motivazioni che spingono ad adottare alcuni comportamenti, in par-
ticolare il ridesharing (motivazione anzitutto economica) sono marca-
tamente simili, a prescindere dalla loro anzianità di adozione ; nel com-
plesso, le motivazioni economiche e la “ricerca di senso” vengono al
primo posto, seguite dall’aspetto pratico e dalla curiosità.
Invece, i comportamenti differiscono in base a questi profili : la prati-
ca collaborativa è spesso più frequente (senz’altro più consolidata) e
più multiforme tra i pionieri del consumo collaborativo; che si tratti di
carpooling o di ospitalità, i pionieri sono allo stesso tempo offerenti e
beneficiari, molto più rispetto agli utenti più recenti (questi ultimi han-
no un atteggiamento più da consumatori ? ), i quali sono o conducenti o
passeggeri/ospiti. D’altra parte, i pionieri ricavano guadagni maggiori
dalle loro abitudini rispetto ai consumatori recenti...
Per contro, per altre pratiche collaborative (acquisto o vendita di beni di
seconda mano, acquisti da filiera corta, scambio di servizi...), il caratte-
re recente non sembra incidere.
Anzianità di adozione delle piattaforme digitali del consumo collaborativo
10. Design by Collectif Bam
in dettaglio
10 miti sul consumo collaborativo
7
8
“Le persone non si impegnano nel consumo collaborativo perché
preferiscono possedere piuttosto che noleggiare o prendere in prestito”
“Le esperienze negative portano ad
abbandonare le pratiche collaborative”
Il fatto di utilizzare qualcosa che non si possiede, in realtà non è per-
cepito come un grosso inconveniente... Il primo ostacolo è il tempo da
impiegare nella ricerca e nella transazione (per il 67% circa dei rispon-
denti) ; solo dopo viene il fatto di dover passare attraverso piattaforme
Se un terzo degli intervistati dicono di aver avuto un’esperienza nega-
tiva, solo il 10% ha rinunciato di conseguenza a quella specifica pratica
collaborativa o alle abitudini collaborative in generale. La maggioranza
ha continuato come prima, mentre un quarto ha ridotto o cambiato le
proprie abitudini.
digitali, e in misura minore; solo il 10% dei rispondenti dichiara che
questo è il principale ostacolo al loro coinvolgimento nel consumo col-
laborativo.
Chi sono i “fuoriusciti” del consumo collaborativo ?
Sono più che altro persone per cui le abitudini collaborative non por-
tavano alcun vantaggio economico ; tra loro sono sovra-rappresentati i
proprietari di una certa età, spesso residenti in città di piccole dimen-
sioni. Ugualmente troviamo - e ciò non sorprende - un certo numero
di persone che non hanno (o non hanno più?) fiducia negli altri ; questi
profili sono anche relativamente poco ”digitalizzati”.
Gli ostacoli
Esperienze negative con il consumo collaborativo
Falso
Falso
11. Design by Collectif Bam
in dettaglio
10 miti sul consumo collaborativo
9
10
“Le persone che condividono un’abitazione in affitto o vivono in comu-
nità praticano più delle altre il consumo collaborativo”
“Le persone già impegnate in forme di condivisione (volontariato) saran-
no più propense a coinvolgersi nel consumo collaborativo”
Guardando alla varietà delle abitudini legate al consumo collaborativo,
le persone che vivono in coabitazione on in comunità sono le più nume-
rose a farvi ricorso.
Lo scarto più significativo è sull’auto in condivisione, sia tra i proprietari
che tra i noleggiatori “individuali”. Riguardo al subaffitto presso un pri-
vato, lo scarto è sempre importante anche se in questo caso occorre in
teoria l’assenso del proprietario per poter affittare il bene.
Per altre abitudini invece (scambio di servizi e beni tra privati), le diffe-
renze sono poche.
Le pratiche di ridesharing, scambio di servizi, acquisto di prodotti fre-
schi in filiera corta (in particolare tramite Amap) da parte di persone
impegnate in forme di volontariato sono più significative rispetto alle
persone che non fanno volontariato.
In realtà, queste differenze tra coloro che abitano in comunità e coloro
che abitano da soli si spiegano anche attraverso il profilo dei coaffit-
tuari / proprietari. I primi sono soprattutto giovani, non sposati e con
redditi modesti, mentre i proprietari sono soprattutto adulti, sposati
con figli, in genere con redditi abbastanza elevati. È importante notare,
inoltre, come coloro che condividono un affitto, oltre a praticare spesso
il consumo collaborativo, si collochino sia nel ruolo di offerenti, che
come utenti.
Ciò avviene, in misura minore, anche per l’ospitalità presso un privato.
I “volontari” inoltre tenderanno ad impegnarsi in queste forme collabo-
rative allo stesso tempo come offerenti e come utenti: ospite e ospitan-
te, passeggero e conducente, ecc.
Vero
Vero
Volontariato e consumo collaborativo
12. Design by Collectif Bam
in dettaglio
Pratiche tipizzate
Alcune abitudini collaborative sono maggiormente tipizzate di altre.
Zoom sulle abitudini più tipizzate
Il ridesharing
passeggero
Ospitalità
presso privati
vs
vs
Praticanti
Praticanti
Non praticanti
Non praticanti
Famiglie
con figli
Redditi alti
oltre 5000 €
Quadri e liberi professionisti
di fascia elevata
(più per convinzione che
per motivi economici)
Giovani tra
18-24 anni
25-34 anni 35-64 anni
Abitanti
di grandi città
o Parigini
In misura minore, vi
troviamo persone oltre
i 65 anni sia come
conducenti che come
passeggeri
Persone connesse,
che utilizzano regolarmente
i social network
Persone molto poco
connesse, che non
utilizzano social network
Redditi bassi
(meno di 1200€)
I proprietari
Quanto ai conducenti, è da notare che non si ritrovano necessariamente questi profili e la pratica è molto meno tipizzata.
L’ospitalità collaborativa è una abitudine
relativamente poco tipizzata
Tuttavia, in quanto pratica duplice (ospite/
ospitante), è maggiormente praticata da :
• Giovani tra 25 e 34 anni
• Persone senza figli
• Liberi professionisti / dirigenti
• Persone connesse (utilizzo quotidiano dei
social network)
• Gli affittuari
In qualità di ospite da :
• I Parigini
• Persone che vivono in affitto
In questa forma è molto meno praticata da :
• I proprietari
• Persone nella fascia 35-49 anni
• Abitanti di piccole città
13. Design by Collectif Bam
in dettaglio
Il noleggio auto
tra privati
Le filiere corte
collaborative (tramite piatteforme digitali)
I noleggiatori
I Parigini
Giovani tra 25 e 34 anni
I Parigini
Persone connesse
che utilizzano i social network e
vi pubblicano regolarmente dei
contenuni.
Persone non connesse
Fasce di età intermedie
(35-49 anni e 50-64 anni)
I proprietari
Soprattutto giovani
(25-34 anni)
Persone senza figli
Fasce di età intermedie
(34-64 anni)
Gli abitanti di piccole città (da 2000
a 20 000 abitanti) e di aree rurali
I proprietari
L’acquisto diretto da filiera corta, via amap e/o cooperative alimentari, è meno tipizzato. Tuttavia, è molto più
praticato tra le persone che vivono in grandi agglomerati (eccetto Parigi), peraltro impegnate nel volontariato
e molto attente alle questioni ambientali
Pratiche tipizzate
Alcune abitudini collaborative sono maggiormente tipizzate di altre.
Zoom sulle abitudini più tipizzate
vs
Praticanti Non praticanti
vs
Praticanti Non praticanti
14. Design by Collectif Bam
Lo scambio di servizi P2P
In qualità di fornitore
Lo scambio di servizi P2P
Dal lato dei beneficiari o clienti
vs
vs
Praticanti
Praticanti
Non praticanti
Non praticanti
in dettaglio
Giovani (18-24 anni) e gli studenti,
probabilmente anche come lavoro
affiancato allo studio
Persone senza figli
Persone connesse
Redditi medio-bassi
Abitanti di piccole città (da 2000 a
20000 abitanti)
Famiglie, con uno o due figli
Persone con relativo benessere
economico (oltre 5000€)
Fasce di età intermedie
(35-49 anni)
Quadri e liberi professionisti
di fascia elevata
Giovani (25-34 anni)
Abitanti di grandi città (eccetto i
Parigini)
Dal lato delle persone che scambiano dei servizi (a volte come fornitori, a volte come beneficiari), il profilo socio-professio-
nale è meno discriminante. Tuttavia, è molto più praticato da persone già impegnate in forme di volontariato, con una forte
attenzione alle questioni ambientali (citata in particolare per le scelte realtive ai trasporti quotidiani, ecc.).
Pratiche tipizzate
Alcune abitudini collaborative sono maggiormente tipizzate di altre.
Zoom sulle abitudini più tipizzate
15. Design by Collectif Bam
in dettaglio
I profili dei consumatori collaborativi
focus sui profili “multipraticanti“
Le fasce 35-49 e 50-64 anni sono molto meno
rappresentate tra i multipraticanti, tranne quando si
tratta di pratiche collaborative nelle quali mantengono
forme di proprietà : ad es. conducente di ridesharing +
padrone di casa nell’ospitalità P2P.
La discriminante principale tra i consumatori collaborativi “mono-
pratica” e quelli multipratica sembra essere l’età.
La fascia 25-34 anni è molto più
rappresentata tra i multipraticanti
rispetto alla media dei rispondenti :
Soprattutto se ci si concentra
sull’accesso anziché sul possesso:
passeggero di ridesharing + ospite
presso un privato, o le pratiche
doppie (a volte passeggero, a volte
conducente).
Rappresentano circa la metà dei
rispondenti con almeno 3 (42-43%)
o 4 pratiche (46-47% ) collaborative.
Gli urbani, abitani di grandi città (con
+ di 100 000 abitanti) in provincia o a
Parigi, sono sovrarappresentati tra i
multipraticanti (specialmente quelli che
praticano allo stesso tempo ridesharing,
ospitalità P2P, scambio P2P di oggetti e
filiere corte collaborative)
Il “multipraticante” tipo ha tra 25 e 34 anni, vive di preferenza in città, svolge una professione con
qualifica intermedia o superiore (quadri, liberi professionisti, ecc.), ma non ha redditi particolar-
mente elevati (le persone che guadagnano meno di 2500 € al mese sono sovra-rappresentate).
Ha una certa fiducia riguardo al posto che il consumo collaborativo è destinato ad occupare.
Anche il luogo in cui si vive sembra giocare un ruolo :
16. Design by Collectif Bam
in dettaglio
Motivazioni e opinioni: dei profili specifici
Cercano in primo luogo il
carattere pratico del
consumo collaborativo
Cercano in primo luogo di
ritrovare un senso attra-
verso queste abitudini
Vi fanno ricorso soprattutto
per ragioni economiche
Hanno provato il consumo
collaborativo per curiosità
Praticano un po’ meno il ridesharing ma
lo usano spesso per spostarsi (18% più di
una volta a settimana), per ragioni econo-
miche, ma anche perché nel loro caso è
il mezzo più pratico per spostarsi (molto
più che per gli altri rispondenti). Per le al-
tre abitudini anche loro si collocano nella
media dei rispondenti.
Per loro queste abitudini non sono esplo-
se negli ultimi anni, avevano già abitudini
collaborative prima del boom delle piat-
taforme.
La maggioranza ritiene che il consumo
collaborativo crescerà fino al livello del
consumo tradizionale, ma sono in molti
(39%) a ritenere che resterà un fenomeno
marginale.
La fascia di età 35-49 e i parigini sono leg-
germente sovrarappresentati.
Hanno abitudini multiformi: conducente e
passeggero,...
Se la maggioranza ricorre a certe abitu-
dini di consumo collaborativo, come il ri-
desharing, per ragioni economiche, sono
molto più numerosi rispetto agli altri ri-
spondenti (oltre il 30%) quelli che lo fanno
per ragioni ecologiche.
Praticano molto più degli altri risponden-
ti le filiere corte collaborative, soprattutto
tramite Amap o cooperative alimentari,
ma anche, in minor misura, tramite piat-
taforme digitali.
Sono ugualmente impegnati in altre for-
me di azione collettiva (volontariato, ecc.)
e guardano volentieri al consumo col-
laborativo come ad una forma di solida-
rietà, accettando di offrire servizi a titolo
gratuito.
Le loro abitudini non si allontanano trop-
po da quelle della media dei rispondenti,
ma praticano molto meno quelle che non
permettono di ottenere risparmi o di ri-
cavare un guadagno, come l’acquisto da
filiera corta.
Sono dunque meno impegnati in forme
di solidarietà (volontariato) e accettano
molto meno di offrire i loro servizi gratu-
itamente; ne ricavano guadagni maggiori
degli altri rispondenti. Non a caso, si di-
chiarano preoccupati per il loro budget.
La fascia di età 18-24 è leggermente so-
vra-rappresentata.
Sono più numerosi rispetto agli altri pro-
fili (39%) coloro che hanno avuto un’e-
sperienza negativa con il consumo colla-
borativo… e hanno abbandonato queste
abitudini. Sulla base delle loro esperienze
collaborative, dichiarano di avere meno
fiducia negli altri rispetto agli altri profili.
Si dicono curiosi… ma, nonostante tutto,
sono più reticenti degli altri ad essere
coinvolti in abitudini collaborative.
Hanno difficoltà a prendere una posizione
nei confronti del consumo collaborativo, e
credono abbastanza poco al suo sviluppo.
Sovra-rappresentati i giovani (18-24) e gli
anziani (50-64 ans), senza figli.
Quest’ultimo profilo è comunque scarsa-
mente rappresentato (5 % dei risponden-
ti).
I
PRAGMATICI
Gli
impegnati
Gli Gli
SCETTICI
17. Credits
Pittogrammi
Noun Project
Thomas Le Bas - Iain Hector - Jon trillana - John Caserta
Jane Pellicciotto - Dan Hetteix - George Agpoon - Edward Boatman - Chris Kerr
Kaio Fialho - Natalia Bourges - Edward Boatman - Michael Stüker - Aneeque Ahmed
Progettazione grafica
Coordinamento scientifico
Nathan Stern
Strumenti di elaborazione dati
Nathan Stern / Shoppermind / DataPublica
Indagine realizzata da
Con il sostegno dei principali partner di La Fing
Il team ShaREvolution ringrazia i suoi partner (La Poste, ADE-
ME, Nord Pas De Calais, Orange, Bouygues Immobilier, Bouy-
gues Construction, Renault et EDF) e le piattaforme di consu-
mo collaborativo (BlaBlaCar, Drivy, AirBnb et Zenweshare) che
hanno inoltrato l’indagine ai propri networks, consentendoci di
raggiungere un numero significativo di rispondenti.
In una prospettiva di open knowledge, i dati dell’indagine sono
stati analizzati in un primo momento in maniera aperta e
collettiva presso il NUMA a Parigi. In un secondo momento, i
dati connessi all’inchiesta saranno liberamente accessibili sul
sito di la FING.