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IL MODELLO DI GLASSER PER
LA GESTIONE DEI
COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
IN CONTESTI EDUCATIVI
ADRIANA SABA
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PROGRAMMA
- modalità attraverso cui si manifesta un
comportamento aggressivo e cause
principali
- Interventi per la gestione dei
comportamenti aggressivi
- modello a 8 passi di Glasser integrato
al problem solving
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COME SI MANIFESTA UN
COMPORTAMENTO AGGRESSIVO?
Ragazzi/bambini che:
- Fanno intimidazioni e minacce
- Colpiscono e spingono
- Danneggiano le cose degli altri
- Si pongono in antagonismo
- Si arrabbiano facilmente
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COME SI MANIFESTA UN
COMPORTAMENTO AGGRESSIVO?
La distinzione tra diversi livelli di
aggressività e rabbia costituisce una prima
manovra importante per la predisposizione
di un intervento efficace
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COME SI MANIFESTA UN
COMPORTAMENTO AGGRESSIVO?
Classificazione dei livelli di rabbia, aggressività e
violenza nei bambini (Price, 1996).
- Bambino insofferente/fastidioso/irritante
- Bambino testardo/drammatico
- Bambino minacciante e l’inizio della dannosità
- Bambino «che sta imboccando il sentiero»
- Bambino che aggredisce
- Bambino violento
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PRINCIPALI CAUSE
Fattori di rischio individuali
Anomalie genetiche e neurobiologiche
«temperamento difficile»
Attribuzione di un’intenzionalità ostile alle azioni dei pari
Scarsa empatia
 Incompetenza sociale ed emozionale
 Distorsioni interpretative
 Scarso autocontrollo
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PRINCIPALI CAUSE
Fattori di rischio familiari
- Alti livelli di depressione nelle madri
- Comportamenti antisociali e di abuso di sostanze nei genitori, specialmente i padri
- Presenza di cognizioni disfunzionali nelle madri
- Credenze disfunzionali su sé stessi e i propri figli
- Attaccamenti insicuri in età pre-scolare e scolare
- Interazioni coercitive
- Abuso fisico esercitato dai genitori
- Problemi della coppia genitoriale (liti, disaccordi, ecc.)
- Alti livelli di disaccordo circa l’educazione dei figli
- Genitori senza partner
- Numero di spostamenti che la famiglia compie da un posto all’altro
- Numero di relazioni sentimentali che la figura di riferimento più importante per il bambino ha instaurato nel corso del
tempo
- Numero di individui che fanno ingresso o che abbandonano la famiglia e la casa
- Divorzi e separazioni
- Valori genitoriali che accettano l’aggressività
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PRINCIPALI CAUSE
Fattori di rischio ambientali
- Basso livello socioeconomico
- Esposizione a modelli aggressivi
- Esposizione precoce a coetanei con
comportamento aggressivo
- Rifiuto del gruppo dei pari
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INTERVENTI PER LA GESTIONE DEI
COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
- Strategie di modificazione del
comportamento
- Insegnamento di strategie di controllo
emotivo
- Training di abilità sociali
- Interventi in situazioni di crisi
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STRATEGIE DI MODIFICAZIONE DEL
COMPORTAMENTO
- Suggerimenti
- Rinforzi positivi e negativi
- Punizioni
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STRATEGIE DI CONTROLLO EMOTIVO
Fanno parte di queste strategie tutti gli
strumenti e le tecniche che hanno come
finalità quella di insegnare alla persona a
mantenere il controllo del comportamento
mediante l’autoistruzione cognitiva
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TRAINING DI ABILITÀ SOCIALI
Programmi esperienziali di potenziamento di
competenze sociali che includono la
promozione di capacità cooperative, capacità
di risolvere i problemi, competenza emotiva.
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INTERVENTI IN SITUAZIONI DI CRISI
Tecniche che si propongono di risocializzare le
credenze o gli atteggiamenti. Sono molto adatte
per un’applicazione in situazioni di counseling
individuale e di gruppo classe.
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INTERVENTI IN SITUAZIONI DI CRISI
Modello a 8 passi di Glasser integrato al
problem solving
1. Coinvolgersi con il ragazzo, manifestare interesse e
vicinanza, comunicargli la propria convinzione circa la
possibilità di risolvere le difficoltà
2. Trattare il comportamento attuale del ragazzo
evitando di ricordare le volte in cui ha trasgredito in
passato
3. Portare il ragazzo a dare un giudizio di valore a ciò
che sta facendo
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STRATEGIE DI MODIFICAZIONE DEL
COMPORTAMENTO
4. Aiutare il ragazzo a elaborare un piano per cambiare il suo
comportamento inadeguato (generare soluzioni alternative-
valutare le soluzioni-prendere la decisione)
5. Ottenere da parte del ragazzo l’impegno a restare fedele al
piano prescelto (stabilire «cosa fare», «quando», «chi»)
6. Non accettare scuse, né andare alla ricerca dei perché quando
un ragazzo fallisce nel mantenere un piano
7. Non punire e non criticare il ragazzo per piani interrotti, ma non
impedire il verificarsi di conseguenze naturali
8. Mai darsi per vinti. Tornare al terzo passo e ricominciare di
nuovo
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IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL
CASO DI ROBERTO
Sintesi del caso
Una volta al giorno, 10 minuti prima del suono
della campanella della ricreazione, Roberto si
alza dalla sedia senza il permesso
dell’insegnante, gira per la classe, prende il
cellulare di un compagno e minaccia di gettarlo
dalla finestra.
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IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL
CASO DI ROBERTO
1. Coinvolgersi con il ragazzo, manifestare interesse e vicinanza,
comunicargli la propria convinzione circa la possibilità di risolvere
le difficoltà: R. non viene rimproverato dall’insegnante; l’insegnante non crea
competizione per il potere. Gli dedica uno spazio di tempo individuale
invitandolo ad esprimere i propri bisogni e gli chiede “cosa ti spinge ad
alzarti?”, “che cosa pensi di fare o di ottenere con il tuo comportamento?”. R.
dice di essere stanco e stufo di stare seduto e di trovare divertente scherzare
con i compagni.
2. Trattare il comportamento attuale del ragazzo, evitando di
ricordare le volte in cui ha trasgredito in passato: Chiedere
esplicitamente a R. di descrivere il suo comportamento “cosa è successo oggi
prima della ricreazione?”. R. descrive il suo comportamento.
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IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL
CASO DI ROBERTO
3. Portare il ragazzo a dare un giudizio di valore a ciò che stava facendo:
L’insegnante fa valutare a R. il proprio comportamento chiedendogli “ciò che fai
ti è d’aiuto, ti torna utile? R. risponde si, dicendo che gli è utile per spezzare la
routine. L’insegnante chiede a R. se allora il suo comportamento è utile agli
altri. Di fronte a questa seconda domanda R. dice che non lo è, in quanto il
compagno a cui ha preso il cellulare si innervosisce, gli altri si distraggono e si
perde tempo.
4. Aiutare il ragazzo a elaborare un piano per cambiare il suo comportamento
inadeguato: l’insegnante propone a R. di pensare a modi alternativi di
raggiungere ciò che desidera senza interrompere il lavoro di tutti. Insieme
stabiliscono che quando R. sente la necessità di alzarsi può avvisare
l’insegnante con un cenno e in silenzio per due minuti potrà fare una breve
passeggiata. Se poi tornato a posto non riuscisse proprio più a seguire avrà
l’autorizzazione di chiudere gli occhi e pensare ad altro.
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IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL CASO DI
ROBERTO
5. Ottenere da parte del ragazzo l’impegno a restare fedele al piano prescelto:
una volta presa la decisione l’insegnante esplora ogni timore o riserva prima
che R. si assuma un impegno. “Pensi che questo sia fattibile?”, “Hai qualche
dubbio?”. R. non ha dubbi e appare contento di questa decisione. L’insegnante
stringe la mano di R. per suggellare l’accordo. Per concordare l’inizio della
messa in atto del piano l’insegnante chiede a R.: “Quando credi di poter
cominciare?” e scelgono un giorno per fare una prima verifica dell’andamento.
Inoltre l’insegnante stabilisce con R. cosa potrebbe succedere se il piano non
venisse messo in atto: “che ne dici di stabilire una norma rispetto al nostro
piano? Se non dovessi prestare fede all’impegno cosa potrebbe accadere?”. R.
stesso dice che potrebbe poi non fare la ricreazione e rimanere in classe
anzichè uscire in cortile.
6. Non accettare scuse, né andare alla ricerca dei perché quando un ragazzo
fallisce nel mantenere un piano; cercare di capire cosa sta accadendo: se R.
non rispettasse il piano concordato l’insegnante potrebbe dirgli: “Sono
dispiaciuto ma non scoraggiato in quanto oggi non hai mantenuto il tuo
impegno. Come sarà domani? “Cosa puoi fare per stare entro il piano che ti sei
prefissato?”.
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IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL
CASO DI ROBERTO
7. Non punire e non criticare il ragazzo per piani
interrotti, ma non impedire il verificarsi di conseguenze
naturali: senza muovere critiche nei confronti di R.,
l’insegnante gli ricorda la norma stabilita e fa in modo
che si metta in atto la conseguenza stabilita.
8. Mai darsi per vinti. Tornare al terzo passo e
ricominciare di nuovo.
L’insegnante non si scoraggia ma crede e sostiene R.
nella possibilità di cambiare il suo comportamento.
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BIBLIOGRAFIA
Colasanti A.R. (2016). La prevenzione dei comportamenti aggressivi, in
Becciu M., Colasanti A.R., Prevenzione e salute mentale. Manuale di
psicologia preventiva, Milano, Franco Angeli, pp.269-296.
Brofhy J. (1999). Insegnare a studenti con problemi, Roma, LAS.
Capo R. (2007). Problemi di aggressività e di condotta: il disturbo oppositivo
provocatorio e il disturbo della condotta, in Isola L., Mancini F., Psicoterapia
cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza, Franco Angeli, Milano, pp. 295-340.
Lovejoy M.C. et All. (2000). Mental depression and parenting behavior: a
meta-analityc review, in Clinical Psycology Review, 20, pp. 561-592.
Muscella I., Saba A. (2008). I comportamenti problema degli alunni: l’analisi
funzionale come strumento di osservazione e valutazione, in Psychomed,
anno III, n.1, pp. 48-53.
Price J.A. (1996). Power and compassion: working with difficult adolescents
and abused parents, New York, Guilford Press.
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Seconda prova dell’Esame di Stato: come impostare il progetto
Dott. Emanuele Tomasini - 25 Maggio
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L’analisi funzionale e il modello di Glasser: due strumenti per la gestione dei comportamenti aggressivi in contesti educativi (2^ sessione)

  • 1. IL MODELLO DI GLASSER PER LA GESTIONE DEI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI IN CONTESTI EDUCATIVI ADRIANA SABA www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 2. PROGRAMMA - modalità attraverso cui si manifesta un comportamento aggressivo e cause principali - Interventi per la gestione dei comportamenti aggressivi - modello a 8 passi di Glasser integrato al problem solving www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 3. COME SI MANIFESTA UN COMPORTAMENTO AGGRESSIVO? Ragazzi/bambini che: - Fanno intimidazioni e minacce - Colpiscono e spingono - Danneggiano le cose degli altri - Si pongono in antagonismo - Si arrabbiano facilmente www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 4. COME SI MANIFESTA UN COMPORTAMENTO AGGRESSIVO? La distinzione tra diversi livelli di aggressività e rabbia costituisce una prima manovra importante per la predisposizione di un intervento efficace www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 5. COME SI MANIFESTA UN COMPORTAMENTO AGGRESSIVO? Classificazione dei livelli di rabbia, aggressività e violenza nei bambini (Price, 1996). - Bambino insofferente/fastidioso/irritante - Bambino testardo/drammatico - Bambino minacciante e l’inizio della dannosità - Bambino «che sta imboccando il sentiero» - Bambino che aggredisce - Bambino violento www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 6. PRINCIPALI CAUSE Fattori di rischio individuali Anomalie genetiche e neurobiologiche «temperamento difficile» Attribuzione di un’intenzionalità ostile alle azioni dei pari Scarsa empatia  Incompetenza sociale ed emozionale  Distorsioni interpretative  Scarso autocontrollo www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 7. PRINCIPALI CAUSE Fattori di rischio familiari - Alti livelli di depressione nelle madri - Comportamenti antisociali e di abuso di sostanze nei genitori, specialmente i padri - Presenza di cognizioni disfunzionali nelle madri - Credenze disfunzionali su sé stessi e i propri figli - Attaccamenti insicuri in età pre-scolare e scolare - Interazioni coercitive - Abuso fisico esercitato dai genitori - Problemi della coppia genitoriale (liti, disaccordi, ecc.) - Alti livelli di disaccordo circa l’educazione dei figli - Genitori senza partner - Numero di spostamenti che la famiglia compie da un posto all’altro - Numero di relazioni sentimentali che la figura di riferimento più importante per il bambino ha instaurato nel corso del tempo - Numero di individui che fanno ingresso o che abbandonano la famiglia e la casa - Divorzi e separazioni - Valori genitoriali che accettano l’aggressività www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 8. PRINCIPALI CAUSE Fattori di rischio ambientali - Basso livello socioeconomico - Esposizione a modelli aggressivi - Esposizione precoce a coetanei con comportamento aggressivo - Rifiuto del gruppo dei pari www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 9. INTERVENTI PER LA GESTIONE DEI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI - Strategie di modificazione del comportamento - Insegnamento di strategie di controllo emotivo - Training di abilità sociali - Interventi in situazioni di crisi www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 10. STRATEGIE DI MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO - Suggerimenti - Rinforzi positivi e negativi - Punizioni www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 11. STRATEGIE DI CONTROLLO EMOTIVO Fanno parte di queste strategie tutti gli strumenti e le tecniche che hanno come finalità quella di insegnare alla persona a mantenere il controllo del comportamento mediante l’autoistruzione cognitiva www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 12. TRAINING DI ABILITÀ SOCIALI Programmi esperienziali di potenziamento di competenze sociali che includono la promozione di capacità cooperative, capacità di risolvere i problemi, competenza emotiva. www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 13. INTERVENTI IN SITUAZIONI DI CRISI Tecniche che si propongono di risocializzare le credenze o gli atteggiamenti. Sono molto adatte per un’applicazione in situazioni di counseling individuale e di gruppo classe. www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 14. INTERVENTI IN SITUAZIONI DI CRISI Modello a 8 passi di Glasser integrato al problem solving 1. Coinvolgersi con il ragazzo, manifestare interesse e vicinanza, comunicargli la propria convinzione circa la possibilità di risolvere le difficoltà 2. Trattare il comportamento attuale del ragazzo evitando di ricordare le volte in cui ha trasgredito in passato 3. Portare il ragazzo a dare un giudizio di valore a ciò che sta facendo www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 15. STRATEGIE DI MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO 4. Aiutare il ragazzo a elaborare un piano per cambiare il suo comportamento inadeguato (generare soluzioni alternative- valutare le soluzioni-prendere la decisione) 5. Ottenere da parte del ragazzo l’impegno a restare fedele al piano prescelto (stabilire «cosa fare», «quando», «chi») 6. Non accettare scuse, né andare alla ricerca dei perché quando un ragazzo fallisce nel mantenere un piano 7. Non punire e non criticare il ragazzo per piani interrotti, ma non impedire il verificarsi di conseguenze naturali 8. Mai darsi per vinti. Tornare al terzo passo e ricominciare di nuovo www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 16. IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL CASO DI ROBERTO Sintesi del caso Una volta al giorno, 10 minuti prima del suono della campanella della ricreazione, Roberto si alza dalla sedia senza il permesso dell’insegnante, gira per la classe, prende il cellulare di un compagno e minaccia di gettarlo dalla finestra. www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 17. IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL CASO DI ROBERTO 1. Coinvolgersi con il ragazzo, manifestare interesse e vicinanza, comunicargli la propria convinzione circa la possibilità di risolvere le difficoltà: R. non viene rimproverato dall’insegnante; l’insegnante non crea competizione per il potere. Gli dedica uno spazio di tempo individuale invitandolo ad esprimere i propri bisogni e gli chiede “cosa ti spinge ad alzarti?”, “che cosa pensi di fare o di ottenere con il tuo comportamento?”. R. dice di essere stanco e stufo di stare seduto e di trovare divertente scherzare con i compagni. 2. Trattare il comportamento attuale del ragazzo, evitando di ricordare le volte in cui ha trasgredito in passato: Chiedere esplicitamente a R. di descrivere il suo comportamento “cosa è successo oggi prima della ricreazione?”. R. descrive il suo comportamento. www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 18. IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL CASO DI ROBERTO 3. Portare il ragazzo a dare un giudizio di valore a ciò che stava facendo: L’insegnante fa valutare a R. il proprio comportamento chiedendogli “ciò che fai ti è d’aiuto, ti torna utile? R. risponde si, dicendo che gli è utile per spezzare la routine. L’insegnante chiede a R. se allora il suo comportamento è utile agli altri. Di fronte a questa seconda domanda R. dice che non lo è, in quanto il compagno a cui ha preso il cellulare si innervosisce, gli altri si distraggono e si perde tempo. 4. Aiutare il ragazzo a elaborare un piano per cambiare il suo comportamento inadeguato: l’insegnante propone a R. di pensare a modi alternativi di raggiungere ciò che desidera senza interrompere il lavoro di tutti. Insieme stabiliscono che quando R. sente la necessità di alzarsi può avvisare l’insegnante con un cenno e in silenzio per due minuti potrà fare una breve passeggiata. Se poi tornato a posto non riuscisse proprio più a seguire avrà l’autorizzazione di chiudere gli occhi e pensare ad altro. www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 19. IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL CASO DI ROBERTO 5. Ottenere da parte del ragazzo l’impegno a restare fedele al piano prescelto: una volta presa la decisione l’insegnante esplora ogni timore o riserva prima che R. si assuma un impegno. “Pensi che questo sia fattibile?”, “Hai qualche dubbio?”. R. non ha dubbi e appare contento di questa decisione. L’insegnante stringe la mano di R. per suggellare l’accordo. Per concordare l’inizio della messa in atto del piano l’insegnante chiede a R.: “Quando credi di poter cominciare?” e scelgono un giorno per fare una prima verifica dell’andamento. Inoltre l’insegnante stabilisce con R. cosa potrebbe succedere se il piano non venisse messo in atto: “che ne dici di stabilire una norma rispetto al nostro piano? Se non dovessi prestare fede all’impegno cosa potrebbe accadere?”. R. stesso dice che potrebbe poi non fare la ricreazione e rimanere in classe anzichè uscire in cortile. 6. Non accettare scuse, né andare alla ricerca dei perché quando un ragazzo fallisce nel mantenere un piano; cercare di capire cosa sta accadendo: se R. non rispettasse il piano concordato l’insegnante potrebbe dirgli: “Sono dispiaciuto ma non scoraggiato in quanto oggi non hai mantenuto il tuo impegno. Come sarà domani? “Cosa puoi fare per stare entro il piano che ti sei prefissato?”. www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 20. IL MODELLO DI GLASSER APPLICATO AL CASO DI ROBERTO 7. Non punire e non criticare il ragazzo per piani interrotti, ma non impedire il verificarsi di conseguenze naturali: senza muovere critiche nei confronti di R., l’insegnante gli ricorda la norma stabilita e fa in modo che si metta in atto la conseguenza stabilita. 8. Mai darsi per vinti. Tornare al terzo passo e ricominciare di nuovo. L’insegnante non si scoraggia ma crede e sostiene R. nella possibilità di cambiare il suo comportamento. www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 21. BIBLIOGRAFIA Colasanti A.R. (2016). La prevenzione dei comportamenti aggressivi, in Becciu M., Colasanti A.R., Prevenzione e salute mentale. Manuale di psicologia preventiva, Milano, Franco Angeli, pp.269-296. Brofhy J. (1999). Insegnare a studenti con problemi, Roma, LAS. Capo R. (2007). Problemi di aggressività e di condotta: il disturbo oppositivo provocatorio e il disturbo della condotta, in Isola L., Mancini F., Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza, Franco Angeli, Milano, pp. 295-340. Lovejoy M.C. et All. (2000). Mental depression and parenting behavior: a meta-analityc review, in Clinical Psycology Review, 20, pp. 561-592. Muscella I., Saba A. (2008). I comportamenti problema degli alunni: l’analisi funzionale come strumento di osservazione e valutazione, in Psychomed, anno III, n.1, pp. 48-53. Price J.A. (1996). Power and compassion: working with difficult adolescents and abused parents, New York, Guilford Press. www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 22. CONTATTI Email: adriana.saba30@gmail.com Sito internet: adrianasabapsicoterapia.wordpress.com facebook: www.facebook.com/saba.adriana www.obiettivopsicologia.it Obiettivo Psicologia s.r.l. webinar@obiettivopsicologia.it www.opsonline.it www.scuoladicounselingpsicologico.it
  • 23. www.obiettivopsicologia.it  Prima prova dell’Esame di Stato: come impostare l’elaborato Dott. Emanuele Tomasini - 24 Maggio Seconda prova dell’Esame di Stato: come impostare il progetto Dott. Emanuele Tomasini - 25 Maggio Terza prova dell’Esame di Stato: come inquadrare e analizzare il caso Dott. Emanuele Tomasini - 31 Maggio Come scegliere la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia: modelli teorici e sbocchi lavorativi Dott.ssa Veronica Giusti – 23 Giugno Psicologia del comportamento alimentare: il colloquio motivazionale nel supporto al dimagrimento Dott.ssa Monica Pirola – 14 Luglio I prossimi appuntamenti Webinar:
  • 24. www.obiettivopsicologia.it  Alla ricerca del Tempo perduto: tecniche e strumenti di Time Management  Come prendere una decisione. Tecniche e strumenti di decision making  Come scrivere il proprio curriculum, la lettera di motivazione e la lettera di presentazione Docente: Dott. Edoardo Ercoli Webinar registrati:
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