Lo psicologo che lavora sul comportamento alimentare, a contatto con target quali infanzia e adolescenza, si trova spesso di fronte a genitori che vivono con ansia e difficoltà il rapporto con il cibo dei loro figli.
E’ fondamentale che anche noi in quanto psicologi, lavorando prettamente sul comportamento umano, affrontiamo attivamente questa tematica di fondamentale importanza per il futuro di tutti. Come si può ben immaginare la cura dell’alimentazione dei bambini e degli adolescenti è prettamente in mano ai genitori e alle scuole; è perciò essenziale che noi psicologi lavoriamo in stretto rapporto con le famiglie e le istituzioni, per supportare il più possibile il perseguimento di stili di vita sani.
Accade quotidianamente di incontrare genitori (ma anche nonni) che lamentano difficoltà nella gestione del cibo dei figli, tanto che spesso ci si trova di fronte a vere e proprie discussioni e liti interne alla famiglia su questo momento così importante ma anche delicato.
Le problematiche che sempre più frequentemente presentano i genitori sono figli che mangiano troppo o troppo poco, che si alimentano solo con alcuni alimenti o che non mangiano frutta e verdura (o altri alimenti ritenuti tendenzialmente sani).
C'è poi tutta la questione dell’Emotional Eating (fame emotiva) dove, sia bambini che adulti, si trovano a consumare cibi poco sani per colmare il bisogno di altro.
Affrontando invece specificatamente il comportamento alimentare dell’adolescente entriamo in tutto il discorso della responsabilizzazione, dell’immagine corporea legata al rapporto con l’altro, delle scelte alimentari che da subite diventano agite in prima persona.
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Introduzione al lavoro psicologico con il comportamento alimentare nei bambini. Sessione 3
1. Introduzione al lavoro psicologico con il
comportamento alimentare nei bambini
1° Sessione: Martedì 27 Febbraio 2018
2° Sessione: Martedì 06 Marzo 2018
3° Sessione: Martedì 13 Marzo 2018
4° Sessione: Martedì 20 Marzo 2018
Dott.ssa Monica Pirola
monicapirola@yahoo.it
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Obiettivo Psicologia s.r.l.
webinar@obiettivopsicologia.it
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2. PROGRAMMA DI OGGI…
3^ sessione: Martedì 13 Marzo 2018
• Lavorare attivamente nel comportamento alimentare degli adolescenti.
Supportare scelte consapevoli e responsabili
• L’immagine corporea nell’adolescente e il ruolo del comportamento
alimentare
• Tematiche fondamentali da trattare e tematiche tabù. Sapere entrare in
relazione con l’adolescente
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ADOLESCENZA
fase evolutiva che segna il passaggio dell’individuo dal mondo infantile a quello adulto
Caratterizzata dalle grandi teorizzazioni e ideali ma anche da
preoccupazioni e ansietà, inscritte all’interno di un non sempre facile
confronto con i cambiamenti legati all’aspetto fisico, cognitivo e sociale.
Fase a volte CRITICA caratterizzata
dalle grandi teorizzazioni e ideali ma
anche da preoccupazioni e ansia,
inscritte all’interno di un non sempre
facile confronto con i cambiamenti
legati
all’aspetto fisico, cognitivo e sociale…
(N.B. A CHE ETA’ INIZIA
L’ADOLESCENZA??)
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Molteplici i sentimenti, a volte anche ambivalenti:
nostalgia per i benefici legati all’infanzia ma anche
interesse per le novità che la nuova fase riserva,
inquietudine per la perdita della sicurezza
dell’infanzia ma anche esigenza di una nuova identità.
E’una fase in cui il corpo gioca il ruolo di grande
protagonista: con trasformazioni, a volte, anche
imbarazzanti e l’irrompere della sessualità.
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IL CORPO GIOCA IN ADOLESCENZA UN RUOLO CENTRALE
• IL CORPO CHE CAMBIA (lutto del corpo bambino; passaggio del concetto di sé costruito sull’opinione
dei genitori al concetto di sé ricavato dal giudizio dei coetanei)
• IL CORPO SESSUATO (nuove pulsioni e desideri spingono all’esterno della famiglia; una
svalorizzazione temporanea dei genitori facilita il trasferimento degli investimenti affettivi su persone
esterne all’ambiente familiare)
• IL CORPO E L’IDENTITA’: la sensazione di estraneità legata al corpo si accompagna all’insicurezza
nella percezione della propria identità. Per questo il corpo viene utilizzato sia per differenziarsi, sia per
cercare una rassicurante somiglianza con gli altri (gruppo dei coetanei)
• IL CORPO CHE COMUNICA: all’interno del gruppo amicale il corpo è “addobbato” di tutte le insegne
che esprimono una precisa appartenenza
• IL CORPO E IL NARCISISMO: il tempo passato allo specchio, l’interesse esagerato per l’aspetto fisico
denotano un grande investimento su di sé (l’adolescente deve scegliere anche se stesso come oggetto di
interesse, rispetto e stima)
• IL CORPO PATOLOGICO: in adolescenza conflitti e ansie spesso assumono un’espressione corporea
(ipocondria, dismorfofobie, disturbi delle condotte alimentari)
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IMMAGINE CORPOREA:
il modo in cui una persona sperimenta e
considera il proprio corpo.
“Il quadro mentale che ci facciamo del nostro corpo, vale a
dire il modo in cui il corpo appare a noi stessi”
(Schilder)
“L’insieme delle percezioni, affetti e idee che, attraverso la
sua storia personale e gli atteggiamenti della collettività,
un individuo attribuisce al suo corpo” (Allamani)
Quindi l’immagine corporea non è un semplice concetto
cognitivo ma è strettamente legata al mondo emotivo
interno, alla relazione con le figure significative del
mondo esterno e alla storia personale di ciascuno.
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FATTORI CHE INFLUENZANO LO SVILUPPO
DELL’IMMAGINE CORPOREA IN ADOLESCENZA
• FATTORI PSICO-SOCIALI: l’adolescente costruisce l’immagine del corpo
osservando il corpo degli altri, identificandosi con persone che ammira e recependo
le indicazioni dei media e del suo ambiente culturale relativamente alla bellezza e
alla prestanza fisica
• FATTORI PSICOLOGICI: la sicurezza di sé gioca un ruolo importante nella
ristrutturazione della personalità in adolescenza; distorsioni della rappresentazione
del corpo spesso riflettono problemi di ordine diverso
• FATTORI FISICI: la difficoltà a percepire e accettare il proprio corpo, vissuto
come poco familiare, può far sì che fenomeni transitori dello sviluppo fisico (acne,
sovrappeso) possano acquistare forte risonanza psicologica e generare ansia e
disagio
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PAURE LEGATE ALL’IMMAGINE CORPOREA
• PAURA DEL CORPO CHE CAMBIA: può portare l’adolescente a considerare il corpo come un
oggetto da controllare. Il corpo può apparire talmente estraneo che può essere attaccato
• PAURA DI PERDERE IL CONTROLLO: molti comportamenti a rischio, come le diete
sconsiderate, hanno lo scopo di dimostrare la propria capacità di controllo sulla realtà, in un
momento in cui le incertezze sulla propria identità sono grandi
• PAURA DI CRESCERE: un corpo che si trasforma e cresce è colpevole perché ordina la
separazione dalle illusioni, dalla madre, dall’infanzia (Charmet). L’insicurezza sulla propria
capacità di essere davvero autonomi contribuisce all’attuazione di comportamenti vistosi e
talvolta plateali
• PAURA DI NON ESSERE NORMALI: i cambiamenti fisici dello sviluppo avvengono proprio
quando è maggiore il bisogno di percepirsi simili e apprezzati dai coetanei: nel confronto con i
pari, peso e altezza, possono essere usati come indicatori dell’adeguatezza del proprio sviluppo
(problemi se questo è precoce o tardivo)
• PAURA DI ESSERE BRUTTI: vuol dire sentirsi lontani dall’immagine ideale di sé (spesso
troppo esigente). Rischio di inibizione sociale per non esporsi a sentimenti di vergogna
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A tutto ciò si aggiungono modelli culturali di bellezza irraggiungibile, che rinforzano
un’immagine corporea ideale, corrispondente ad un corpo magro e prestante…
le giovani donne di tutto il mondo si trovano a fare i conti con un corpo “diverso” da
quello presentato, entrando a volte in una strada la cui uscita è molto difficile...
Per un ripasso/approfondimento sui DCA: Dalle Grave, Dsm V…
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SITI PRO ANA e PRO MIA
Nascono negli USA, negli anni 1998/1999, espandendosi poi al
continente europeo nel 2002/2003. Precisamente, quelli a favore
dell’anoressia vengono chiamati siti pro-Ana e quelli a favore della
bulimia, meno diffusi, sono invece detti pro-Mia.
In Italia si stimano oltre 300mila siti web, tra blog e forum che
incitano, più o meno volontariamente, al disagio alimentare per mezzo
di pratiche che portano all’anoressia o alla bulimia.
Attualmente tali siti, tantissimi, sono tutti inneggianti all'anoressia e
alla bulimia, considerando tali pratiche un vero e proprio “stile di
vita”. Internet, per mezzo di blog e forum, diviene un potente mezzo di
normalizzazione, mezzo che ha il potere di rendere normale ciò che
non dovrebbe esserlo.
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I 10 COMANDAMENTI DELLA DEA ANA
1) Non essere magri vuol dire non essere attraenti
2) Essere magri è molto più importante che essere sani
3) Devi comprare vestiti, tagliarti i capelli, assumere lassativi, morire di fame, fare
qualsiasi cosa per farti sembrare più magro
4) Non devi mangiare senza sentirti in colpa
5) Non devi mangiare cibo ingrassante senza autopunirti dopo
6) Devi contare le calorie e quindi restringerne l'assunzione
7) Quello che dice la bilancia è la cosa più importante
8) Perdere peso è bene/ prendere peso è male
9) Non puoi mai essere troppo magro
10) Essere magro e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e successo
COME CONTRASTARE TUTTO QUESTO?
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FATTORI DI PROTEZIONE…
FAMIGLIA:
1. Modelli positivi
2. Disincentivazione esplicita di comportamenti a rischio
3. Stile educativo autorevole (regole esplicite e costante apertura al dialogo)
SCUOLA:
1. Soddisfazione per l’esperienza scolastica
2. Benessere a scuola
3. Successo scolastico
COMUNITA’:
1. Riduzione della spinta verso l’anticipazione dell’adultità
2. Richiesta di comportamenti responsabili nei confronti della comunità locale
Tutto questo grazie anche alla PREVENZIONE svolta da noi psicologi
(COME VEDREMO NEL PROSSIMO INCONTRO)
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COME ENTRARE IN RELAZIONE CON GLI ADOLESCENTI?
-Responsabilità
-Fiducia
-Reciprocità
-Interdipendenza
-Spinta al cambiamento
-Ascolto
-Accoglienza
-Rispecchiamento
-Autenticità
-Tempo
-Modello educativo flessibile
Testi per approfondire il tema:
Anna Fabbrini, Alberto Melucci – L’età dell’oro
Jesper Juul, La famiglia è competente
www.genitorialmente.it
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Importanza della famiglia =
porre le basi prima di arrivare all’adolescenza
• Crescita aspettative nei confronti dei figli e riduzione del tempo della cura (tempo di
qualità);
• «indebolimento» della figura del padre come modello autorevole o eccessivamente
aggressivo = a casa permissivismo o autoritarismo;
• aumento separazioni e divorzi e ricostruzione altri nuclei famigliari;
• Generazione di giovani fragili, con scarso principio di realtà, incapaci di
«autoregolarsi» e ripiegati narcisiticamente (secolo del narcisismo).
• Delega agli altri
Le regole solo in parte possono essere trasmesse con l’insegnamento esplicito verbale:
• Soprattutto dall’adolescenza fondamentale è l’esempio dato dalle figure parentali e i
conseguenti processi imitativi ed identificatori.
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• Importanza della famiglia e scuola:
1. Migliorare le abilità educative dei genitori.
2. Stabilire buoni rapporti tra scuola e famiglia.
3. Sviluppare le abilità sociali e cognitive.
4. Migliorare le relazioni sociali
5. Promuovere un clima famigliare, scolastico ed extra scolastico positivo
• Importanza Buona qualità delle relazioni
amicali (individuo è maggiormente soggetto all’influenza
del gruppo dei pari ).
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Tematiche tabù…
ADOLESCENTI,CORPO E SESSO
“La sessualità è parte della vita degli esseri umani. Dalla relazione che gli
adulti hanno con i bambini, dipende anche il tipo di messaggio che i
bambini ricevono intorno alla sessualità, quale idea essi si fanno del sesso.
Cosa può fare allora l’adulto a proposito della sessualità nel rapporto con i
bambini? Noi suggeriamo che innanzitutto verifichi la propria idea riguardo
alla correlazione tra sessualità e progetto di vita per verificare se la
sessualità è per lui un fatto espansivo, di realizzazione di sé, di
raggiungimento della pienezza del proprio essere. La seconda cosa che
suggeriamo è che l’adulto dia segnali che il sesso non è una cosa sporca, da
nascondere, da negare, da proibire senza dare spiegazioni o motivazioni. Il
cattivo uso del sesso può diventare un fatto negativo, ma il sesso è un fatto
positivo ed è parte integrante della vita. La terza cosa: dare segnali che la
vita è anche piacere, e non solo fatica, sofferenza delusioni.”
Giommi, M.Perrotta (1994)
Guida all’educazione sessuale. Juvenilia, Milano
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“Se vogliamo parlare con i figli adolescenti di sesso “dobbiamo avere in mente
qualcosa di molto bello che ancora ci appassiona. Dobbiamo poter trasmettere loro
il gusto per un grande piacere che si può raggiungere soltanto se si è disposti a
spendere un po’ di impegno e di fatica. Dobbiamo far nascere in loro il desiderio
di una sessualità fatta di gioia, di corpi che si prendono, di emozioni, di piacere dei
sensi e di gioco, d’amore, di stupore e di doni. Dobbiamo convincerli che ne vale
la pena, anche quando il cammino può sembrare un po’ troppo lungo e difficile.
Sia pure la nostra, una battaglia contro il fast food del sesso, contro l’inevitabile
delusione del tutto e subito, ma sia combattuta con la forza del piacere più che con
codici e divieti. Soltanto per qualcosa che merita i ragazzi sono disposti ad
accettare la scommessa con se stessi e con la vita. Qualcosa che dia un senso al
sesso.
Fabio Veglia, Rossella Pellegrini (2003)
C’era una volta la prima volta.
Come raccontare il sesso e l’amore
a scuola, in famiglia, a letto insieme.
Erickson, Trento
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Nel passaggio da infanzia a
preadolescenza tutte le sfide
evolutive ruotano intorno ai
cambiamenti corporei e alle nuove
funzioni che il corpo deve
assolvere.
La tappa conclusa dell’acquisizione
dello schema corporeo evolve ora
nella nuova sfida:
la mentalizzazione corporea
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“Pensare al proprio corpo non significa pensare il corpo. Pensarci è facile,
pensarlo è arduo perché significa tentare di rappresentarlo nel suo
insieme, nel suo aspetto complessivo, partitamene nelle sue funzioni,
regalargli un significato relazionale, sociale, sentimentale, erotico,
generativo ed etico: e riuscire a ipotizzare il suo sviluppo, la sua
decadenza e la sua morte, raccogliere e dare senso alle nuove esperienze
del desiderio ingovernabile e del piacere perturbante.
L’adolescente prevede di affrontare e riuscire a realizzare questo compito di
sviluppo che definiamo “mentalizzazione del corpo”, per sottolinearne
l’aspetto centrale e cioè la costruzione mentale di un’immagine, di una
rappresentazione ricca di affetti; un evento psichico diverso da quello
previsto dalla costruzione dello schema corporeo”
G.Pietropolli Charmet
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“Gli adolescenti vivono immersi in un bagno di suoni provenienti
da congegni elettronici che incanalano verso le orecchie un
flusso di sonorità musicale mentre i loro occhi sono
bombardati da uno stormo di immagini televisive. Il loro
spazio sociale di incontro e di apprendimento sta diventando
sempre più Internet e il loro modo di comunicare è quello
legato alla posta elettronica. Una delle immediate conseguenze
di questa esperienza è la diminuzione dell'importanza del
corpo. Il corpo naturale rimane punto d‘appoggio di immense
protesi elettroniche che creano un nuovo concetto di corpo dai
confini assai indefinibili”.
G. Pietropolli Charmet Ragazzi cibernetici ascoltate il vostro corpo.
Corriere Salute, 17/1/1999
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“Chi ha figli adolescenti spesso tende a punteggiare sui loro mutamenti e si pone
come osservatore esterno di ciò che accade, dimenticando di essere parte di un
sistema in interazione costante e in cui i singoli membri vivono una condizione
di INTERDIPENDENZA, in cui il comportamento e le emozioni di ognuno sono
fortemente collegati a quelli degli altri”.
“Questo momento di passaggio ha bisogno della collaborazione di tutto il sistema
familiare: i ragazzi hanno diritto di attraversare il loro momento di crisi e i
genitori devono ricostruire l’equilibrio tra distanza e vicinanza, ma spesso si
sentono in difficoltà perché fanno fatica a contattare gli adolescenti che sono stati
per poter entrare in contatto con i propri figli”.
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“Noi adulti tendiamo a vedere gli adolescenti in due modi: o come creature
inquiete, in guerra col mondo, o come esseri fragili e insicuri alla ricerca della
propria identità. Ma questa età ha anche il volto della creatività, del desiderio di
costruire se stessi e il proprio futuro, di fare progetti, di mettersi alla prova e di
inseguire i propri sogni e con essi costruire una vita che valga la pena di essere
vissuta”.
I genitori per aiutare davvero i ragazzi devono saper reggere lo stare nel tempo
sospeso dell’incertezza, dell’ambivalenza e della confusione.
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SEPARARE LE PROPRIE FERITE DA
QUELLE DEI FIGLI per poterli aiutare
senza spaventarsi e senza irrigidirsi. Se
trovano un buon terreno di confronto e non
vengono represse, le richieste d’aiuto degli
adolescenti possono diventare assunzione
consapevole dell’interdipendenza come
sistema di relazioni di scambio.
Se si arriva a questa condizione si giungerà
ad un punto di svolta fondamentale: la
tolleranza dei propri limiti e il
riconoscimento dei propri bisogni permette
di riconoscere se stessi e l’altro come
persone reali con le quali si può entrare in
contatto autentico, senza correre il rischio di
costruire relazioni fusionali.