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I Disturbi Specifici
dell’Apprendimento:
caratteristiche e strategie di aiuto
Dott.ssa Silvia Zanette
Psicologa - Psicoterapeuta, Esperta in Psicopatologia dell’Apprendimento
Dott.ssa Silvia Zanette
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1. Un grado clinicamente significativo di
compromissione (età e classe)
2. La compromissione deve essere specifica
3. La compromissione deve riguardare lo sviluppo
della competenza e non la perdita di una abilità
precedentemente acquisita
4. Non devono essere presenti fattori esterni capaci
di fornire una sufficiente motivazione per le
difficoltà scolastiche
5. Il Disturbo non deve essere direttamente dovuto
a difetti non corretti della vista e dell'udito
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I segni indicatori da osservare sono:
- ammiccamento frequente;
- rotazione/inclinazione del capo;
- avvicinamento o allontanamento del capo dal testo -
verticalizzazione del testo per aiutarsi;
- occhio arrossato;
- lacrimazione eccessiva;
- chiusura di un occhio;
- accentuati movimenti della testa durante la lettura;
I sintomi da prendere in considerazione sono:
- fotofobia;
- vista annebbiata o che va e viene
Acuità visiva
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DSM-V
Lieve – difficoltà nelle abilità di apprendimento che coinvolgono uno o due
discipline scolastiche  il soggetto è in grado di compensare e funzionarne
adeguatamente con il semplice adattamento del metodo didattico e supporti
compensativi durante la frequenza scolastica.
Moderato – marcate difficoltà nelle abilità di apprendimento che coinvolgono
uno o più discipline scolastiche. Il soggetto è in difficoltà con il sufficiente
apprendimento durante le frequenza scolastica. Possono essere necessarie
alcuni adattamenti e supporti compensativi, sia a scuola che a casa.
Grave – evidenti difficoltà nell’apprendimento in diverse discipline scolastiche
 il soggetto è in forte difficoltà con il sufficiente apprendimento durante le
frequenza scolastica. Nonostante l’uso di adattamenti e supporti compensativiil
soggetto non in grado di completare le proprie attività in modo efficiente.
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La diagnosi non può essere fatta prima
di due anni di regolare scolarizzazione
per quanto riguarda Dislessia e
Disortografia e di tre anni per quella di
Discalculia → prima di così è possibile
comunque individuare fattori di rischio e
indicatori precoci
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Fattori di rischio:
Associazione con DSA
2 o più anestesie generali dopo il parto entro i 4 anni
Disturbo del linguaggio (<5° tra i 5 e gli 8 anni)
Sesso maschile
Alcolismo o uso di sostanze nei genitori
Familiarità (genitore affetto da dsa)
Implicati nello sviluppo di ritardi di lettura, scrittura e
calcolo
Basso peso alla nascita e/o prematurità
Esposizione al fumo materno in gravidanza
Esposizione a fattori traumatizzanti ϕ durante l'infanzia
Familiarità
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Dislessia
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La lettura è caratterizzata da distorsioni,
sostituzioni o omissioni e/o da lentezza
Discalculia e Disortografia/Disgrafia sono comunemente
associati con la Dislessia, è relativamente raro che uno di
questi disturbi si presenti isolatamente
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Ingresso alla primaria: lento sviluppo del
linguaggio, estrema lentezza nei compiti,
numerosi errori visivi, inversioni e spostamenti di
lettere. Il bambino sembra dipendere totalmente
dall'insegnante o dal genitore
Secondo ciclo della primaria: frequenti errori in
lettura/scrittura, lettura ad alta voce
problematica/rifiuto, lentezza e difficoltà/rifiuto a
portare a termine le consegne
Come si presentano?
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Secondo ciclo della primaria:
Come si presentano?
ATTENZIONE!
1. LIEVE: l'insegnante considerala prestazione
del bambino il risultato di uno da scarso
esercizio → invito a leggere di più → possibile
diminuzione della motivazione
2. SEVERO: l'insegnante indica serie difficoltà
scolastiche spesso unite a problemi psicologici
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Ingresso alla secondaria di I grado: netta
caduta delle prestazioni scolastiche, il r non
regge più lo sforzo dovuto all'aumento del
carico di lavoro e/o deve studiare fino a tarda
sera
Scuola superiore e università: impiega
tantissimo tempo nello studio, molte strategie
diverse utilizzate per ovviare alla difficoltà di
lettura, spesso il r appare disinteressato,
demotivato, affaticato
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Come conseguenze secondarie della
dislessia ci possono essere:
•Difficoltà di comprensione
• Scarso accrescimento del vocabolario e delle
conoscenze generali (scarsa abitudine/motivazione
alla lettura)
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Disgrafia
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Normalmente si usa il termine disgrafia per
indicare qualsiasi disturbo o difficoltà che
riguardi l’ambito della scrittura
Siamo più precisi:
Disortografia: disturbo di scrittura che riguarda
gli aspetti ortografici
Disgrafia: disturbo di scrittura che riguarda la
realizzazione del segno grafico
Disturbo dell’espressione scritta
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Cosa c’è alla base di una cattiva grafia?
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Le difficoltà a questo livello vengono definite
propriamente disgrafia:
difficoltà a riprodurre segni alfabetici e numerici
e, in un secondo momento, generica difficoltà
nello scrivere, rifiuto verso l’attività di scrittura.
QI nella media, assenza di deficit, danni
neurologici, o disturbi percettivo-motori,
istruzione scolastica adeguata
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Per quanto riguarda la disgrafia, è possibile
porre diagnosi prima della seconda/terza
classe della scuola primaria solo in presenza
di un tratto grafico irregolare e poco leggibile
anche in stampato, mancato rispetto di
margini e righe, lettere di dimensioni
fortemente irregolari,
mancata discriminazione degli allografi in
stampato
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Disortografia
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La disortografia è un disturbo specifico della
scrittura caratterizzato da una significativa
compromissione della automatizzazione delle
regole ortografiche
di trasformazione dei suoni in segni connessi a
formare parole; questo disturbo fa si che il
bambino abbia una minore correttezza ortografica
rispetto
ai coetanei con pari opportunità educative e pari
caratteristiche cognitive
La disortografia è un disturbo specifico della
scrittura caratterizzato da una significativa
compromissione della automatizzazione delle
regole ortografiche
di trasformazione dei suoni in segni connessi a
formare parole; questo disturbo fa si che il
bambino abbia una minore correttezza ortografica
rispetto
ai coetanei con pari opportunità educative e pari
caratteristiche cognitive
La disortografia è un disturbo specifico della
scrittura caratterizzato da una significativa
compromissione della automatizzazione delle
regole ortografiche
di trasformazione dei suoni in segni connessi a
formare parole; questo disturbo fa si che il
bambino abbia una minore correttezza ortografica
rispetto
ai coetanei con pari opportunità educative e pari
caratteristiche cognitive
La disortografia è un disturbo specifico della
scrittura caratterizzato da una significativa
compromissione della automatizzazione delle
regole ortografiche
di trasformazione dei suoni in segni connessi a
formare parole; questo disturbo fa si che il
bambino abbia una minore correttezza ortografica
rispetto
ai coetanei con pari opportunità educative e pari
caratteristiche cognitive
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Errori fonologici: Scambio di grafemi (folpe per volpe);
Omissione/aggiunta di lettere/sillabe (taolo per tavolo),
Inversioni (dinova per divano), Grafema inesatto (pese
per pesce)
Errori non fonologici: Separazioni illegali (in sieme per
insieme), Fusioni illegali (alluomo per all’uomo),
Scambio di grafema omofono (squola per scuola),
Omissione o aggiunta di h (ciesa per chiesa)
Errori altri (doppie e accenti): Omissione e aggiunta di
accenti (perche per perchè), Omissione e aggiunta di
doppie (pala per palla)
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Caratteristiche scolastiche:
Restano indietro nei compiti di dettatura
(es: dettato, scrittura del diario) e fanno
molti errori
Lentezza e errori nella copiatura dalla
lavagna
Numerosi errori nei compiti di scrittura
Temi e scrittura spontanea povera e ridotta
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1^-3^ primaria: problemi di natura fonologica
(scambio, omissione, aggiunta, inversione),
poco autonomi nella scrittura, molti errori,
produzione di parole senza significato
4^-5^ primaria e classi successive: frequenti
errori non fonologici (separazione e fusione
illegale), lenti nel copiare e nello scrivere sotto
dettatura
Come arrivano alla consulenza?
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Discalculia
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1.Debolezza nella strutturazione cognitiva
delle componenti di cognizione numericacognizione numerica
(subitizing,
meccanismi di quantificazione,
comparazione, seriazione, strategie di
calcolo a mente);
Incapacità di comprendere laIncapacità di comprendere la
numerosità e dinumerosità e di
manipolarlamanipolarla
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2.Debolezza delle
procedureprocedure
esecutiveesecutive
(lettura, scrittura e
messa in colonna
dei numeri) e deldel
calcolocalcolo (recupero
dei fatti numerici e
procedure del
calcolo
scritto).
stabilire cosa fare, prestito
e riporto, passaggio a una
nuova operazione, ecc
Difficoltà di
recupero
da MLT, cattivo
padroneggiamento
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Per l’analisi dei disturbi delle procedure
esecutive e di calcolo la Consensus Conference
identifica la prassi comune di definire l’età
minima per porre la diagnosi non prima della
fine del 3° anno della scuola primaria
soprattutto per evitare
l’individuazione di molti falsi positivi.
Per quanto riguarda la cognizione numerica è
possibile ed è bene (!) individuare soggetti a
rischio già alla fine della scuola dell'infanzia
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Le ricerche dimostrano una significativa
riduzione delle difficoltà in ambito matematico
nei paesi (NON l'Italia...) in cui viene privilegiata
l'intelligenza numerica, il calcolo a mente e il
metodo analogico
→ consigliato anche dalle Linee Guida
Per molti bambini è utile/semplice il metodo
analogico del maestro Bortolato
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Cosa si osserva nei quaderni?
Difficoltà a recuperare la sequenza corretta nelle
modalità di incolonnamento
Non viene considerato il valore posizionale delle cifre
Errori nella direzione in cui procedere nello
svolgimento dei calcoli
Confusione tra operazioni
Applicare la procedura dell'ultimo calcolo eseguito
Assenza di controllo e monitoraggio dell'operazione
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Il Percorso
Possibile...
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Cosa fa la scuola quando riceve la diagnosi?
1. Protocolla la relazione ricevuta
2. Restituisce alla famiglia una copia con num. di prot.
3. Avvisa i docenti della classe
4. Invita la famiglia e chi ha fatto la diagnosi o segue il
bambino a partecipare alla stesura del PDP
5. Steso il PDP ne consegna una copia firmata (da
insegnanti, famiglia e tecnico se presente) alla famiglia e
al tecnico
6. Fissa incontri di monitoraggio con la famiglia e il
tecnico
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L'evoluzione dei diversi tipi di prognosi può
essere differente ai diversi livelli considerati ed
influenzata da fattori diversi:
• “gravità” iniziale del DSA,
• tempestività e adeguatezza degli interventi,
livello cognitivo e metacognitivo, associazione di
difficoltà
nelle tre aree (lettura, scrittura, calcolo),
• presenza di comorbilità psichiatrica
• adesione e sostegno dell’ambiente
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La scelta di usare strumenti compensativi va
fatta quando:
•c’è una limitazione importante dell’autonomia
rispetto alle esigenze personali e le richieste
ambientali
•non sono sufficienti semplici adattamenti didattici
• c’è la possibilità di un training di formazione
personalizzata all’uso in autonomia possibilmente
esteso anche ai familiari;
•c’è accordo con il b/r, i familiari e gli insegnanti
•l’utilizzo non viene percepito come stigma
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Ci sono 2 tipi di strumenti compensativi:
SpecificiSpecifici: vicariano o ausiliano in modo diretto e
specifico una delle abilità
FunzionaliFunzionali: in supporto alla memoria procedurale
o a altre abilità cognitive
es. tavola pitagorica, promemoria verbi,
sequenza giorni, sequenze mesi, quaderni
speciali, testi con carattere più leggibile, ecc
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Le misure dispensative vengono scelte quando
gli strumenti compensativi non sono sufficienti
per
permettere una sufficiente autonomia e dei
risultati scolastici compatibili con le potenzialità
di apprendimento e l’impegno nello studio
Vanno comunque suggerite in collaborazione
con gli insegnanti
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Ci sono diversi aspetti psicologici e sociali che
possono avere un forte peso sull’evoluzione e
sulla crescita (scolastica e personale):
• paura di non farcela
• mancata richiesta di aiuto per
vergogna/imbarazzo
• rabbia e ansia (come conseguenze delle
frustrazioni)
• scarsa autostimaautostima
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Rif. Normativi: Direttiva Ministeriale sui BES (Bisogni Educativi Speciali) del 27 dicembre 2012 (“Strumenti
d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”),
Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013,Documento MIUR del 22 Novembre 2013
In ogni classe ci sono alunni che presentano una
richiesta di speciale attenzione per una varietà di
ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi
specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi
specifici,
difficoltà derivanti dalla non conoscenza della
cultura e della lingua italiana perché appartenenti a
culture
Diverse → area dei BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
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Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi,
può manifestare Bisogni Educativi Speciali: per
motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi
psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che
le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta
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Esistono 3 categorie di problematiche che rientrano nei
BES
1. Disabilità
2. Disturbi evolutivi specifici
3. Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale
Per questi alunni gli insegnanti possono mettere in atto
strategie didattiche personalizzate ed individualizzate
(compreso PDP) finalizzate al raggiungimento del
miglior livello possibile di apprendimento
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1. DSA (Legge 170/2010)
2. Area verbale: Disturbi specifici del linguaggio o
bassa intelligenza verbale
3. Area non-verbale: Disturbo della coordinazione
motoria, Disturbo non-verbale, disprassia, o
bassa intelligenza non-verbale
4. Disturbi dello spettro autistico lieve
5. ADHD
6. FIL (Funzionamento intellettivo limite)
Nei disturbi evolutivi specifici rientrano
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Il bambino ha cadute specifiche in compiti di natura
non-verbale (ad es. incolonnamento dei numeri,
geometria, comprensione di grafici e tabelle,
disegno, scrittura, ricordo di posizioni nello spazio,
lettura dell’orologio) associate a prestazioni
sufficienti in compiti verbali (ad es. lettura, ricordo di
informazioni verbali). Spesso ci sono difficoltà anche
nella comprensione dei testi (richiede rappresentazione
mentale di ciò che viene detto)
DISTURBO NON VERBALE (VISUO-SPAZIALE)
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Caratteristiche:
1. Un’intelligenza verbale superiore a quella spaziale,
cadute significative in compiti di memoria visuospaziale
2. Difficoltà scolastiche nell'area della matematica o in
altre discipline che sottendono il coinvolgimento di
abilità visuo-spaziali e grafo-motorie, quali geometria,
disegno, scienze, comprensione di testi che implicano
una rappresentazione spaziale.
3. Criteri di esclusione per gli altri DSA
DISTURBO NON VERBALE (VISUO-SPAZIALE)
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DISTURBO D'ATTENZIONE CON IPERATTIVITA'
(ADHD o DDAI)
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DISTURBO D'ATTENZIONE CON
IPERATTIVITA' (ADHD o DDAI)
 Deficit di attenzione selettiva e sostenuta
 Facile distraibilità
 Ridotte capacità esecutive (compiti scolastici,
attività quotidiane, gioco)
 Difficoltà nel seguire un discorso
 Interruzione frequente di attività
 Dimenticanza del necessario per compiti e
attività
 Evitamento di ciò che richiede sforzo cognitivo
d
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s
a
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t
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DISTURBO D'ATTENZIONE CON
IPERATTIVITA' (ADHD o DDAI)
 Incapacità di stare fermi (non riesce a
stare seduto)
 Attività motoria incongrua e afinalistica
(corre in situazioni in cui non è opportuno)
 Gioco rumoroso e disorganizzato
 Eccessive verbalizzazioni
 Ridotte possibilità di inibizione motoria
i
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à
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DISTURBO D'ATTENZIONE CON
IPERATTIVITA' (ADHD o DDAI)
 Incapacità di inibire le risposte
automatiche
 Scarsa capacità di riflessione
 Difficoltà a rispettare il proprio turno
Tendenza ad interrompere gli altri e ad
intromettersi nei loro discorsi
i
m
p
u
l
s
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t
à
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La scuola non dichiara gli alunni BES, né
tanto meno li certifica, ma individua quelli
per i quali è "opportuna e necessaria" una
personalizzazione formalizzata e può metterla in
pratica anche in assenza di diagnosi
specialistica (es: situazioni di svantaggio socio-
culturale o linguistico).
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Il PDP
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- Interventi pregressi: vanno indicate tutte
le attività di potenziamento o recupero
finora svolte con l’indicazione di chi ha
condotto l’attività e con quali tempi e
modalità  (es: in attività scolastiche, progetti
o altro, come previsto dall'Art3, comma 3
legge 170/10 o extrascolastiche);
- Scolarizzazione pregressa: vanno indicate
eventuali bocciature, cambi di
scuola/sezione ed ogni altra informazione
rilevante;
- Rapporti scuola-famiglia: va indicato
quando la scuola ha avvisato la famiglia di
difficoltà a scuola (vedi Art3, comma 2,
legge 170/10); quando la famiglia ha
protocollato la diagnosi;
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Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA): caratteristiche e strategie d’aiuto

  • 1. www.obiettivopsicologia.itwww.obiettivopsicologia.itwww.obiettivopsicologia.itwww.obiettivopsicologia.it I Disturbi Specifici dell’Apprendimento: caratteristiche e strategie di aiuto Dott.ssa Silvia Zanette Psicologa - Psicoterapeuta, Esperta in Psicopatologia dell’Apprendimento
  • 3. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it 1. Un grado clinicamente significativo di compromissione (età e classe) 2. La compromissione deve essere specifica 3. La compromissione deve riguardare lo sviluppo della competenza e non la perdita di una abilità precedentemente acquisita 4. Non devono essere presenti fattori esterni capaci di fornire una sufficiente motivazione per le difficoltà scolastiche 5. Il Disturbo non deve essere direttamente dovuto a difetti non corretti della vista e dell'udito
  • 4. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it I segni indicatori da osservare sono: - ammiccamento frequente; - rotazione/inclinazione del capo; - avvicinamento o allontanamento del capo dal testo - verticalizzazione del testo per aiutarsi; - occhio arrossato; - lacrimazione eccessiva; - chiusura di un occhio; - accentuati movimenti della testa durante la lettura; I sintomi da prendere in considerazione sono: - fotofobia; - vista annebbiata o che va e viene Acuità visiva
  • 5. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it DSM-V Lieve – difficoltà nelle abilità di apprendimento che coinvolgono uno o due discipline scolastiche  il soggetto è in grado di compensare e funzionarne adeguatamente con il semplice adattamento del metodo didattico e supporti compensativi durante la frequenza scolastica. Moderato – marcate difficoltà nelle abilità di apprendimento che coinvolgono uno o più discipline scolastiche. Il soggetto è in difficoltà con il sufficiente apprendimento durante le frequenza scolastica. Possono essere necessarie alcuni adattamenti e supporti compensativi, sia a scuola che a casa. Grave – evidenti difficoltà nell’apprendimento in diverse discipline scolastiche  il soggetto è in forte difficoltà con il sufficiente apprendimento durante le frequenza scolastica. Nonostante l’uso di adattamenti e supporti compensativiil soggetto non in grado di completare le proprie attività in modo efficiente.
  • 8. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it La diagnosi non può essere fatta prima di due anni di regolare scolarizzazione per quanto riguarda Dislessia e Disortografia e di tre anni per quella di Discalculia → prima di così è possibile comunque individuare fattori di rischio e indicatori precoci
  • 9. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Fattori di rischio: Associazione con DSA 2 o più anestesie generali dopo il parto entro i 4 anni Disturbo del linguaggio (<5° tra i 5 e gli 8 anni) Sesso maschile Alcolismo o uso di sostanze nei genitori Familiarità (genitore affetto da dsa) Implicati nello sviluppo di ritardi di lettura, scrittura e calcolo Basso peso alla nascita e/o prematurità Esposizione al fumo materno in gravidanza Esposizione a fattori traumatizzanti ϕ durante l'infanzia Familiarità
  • 11. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it La lettura è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni o omissioni e/o da lentezza Discalculia e Disortografia/Disgrafia sono comunemente associati con la Dislessia, è relativamente raro che uno di questi disturbi si presenti isolatamente
  • 12. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Ingresso alla primaria: lento sviluppo del linguaggio, estrema lentezza nei compiti, numerosi errori visivi, inversioni e spostamenti di lettere. Il bambino sembra dipendere totalmente dall'insegnante o dal genitore Secondo ciclo della primaria: frequenti errori in lettura/scrittura, lettura ad alta voce problematica/rifiuto, lentezza e difficoltà/rifiuto a portare a termine le consegne Come si presentano?
  • 13. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Secondo ciclo della primaria: Come si presentano? ATTENZIONE! 1. LIEVE: l'insegnante considerala prestazione del bambino il risultato di uno da scarso esercizio → invito a leggere di più → possibile diminuzione della motivazione 2. SEVERO: l'insegnante indica serie difficoltà scolastiche spesso unite a problemi psicologici
  • 14. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Ingresso alla secondaria di I grado: netta caduta delle prestazioni scolastiche, il r non regge più lo sforzo dovuto all'aumento del carico di lavoro e/o deve studiare fino a tarda sera Scuola superiore e università: impiega tantissimo tempo nello studio, molte strategie diverse utilizzate per ovviare alla difficoltà di lettura, spesso il r appare disinteressato, demotivato, affaticato
  • 15. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Come conseguenze secondarie della dislessia ci possono essere: •Difficoltà di comprensione • Scarso accrescimento del vocabolario e delle conoscenze generali (scarsa abitudine/motivazione alla lettura)
  • 17. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Normalmente si usa il termine disgrafia per indicare qualsiasi disturbo o difficoltà che riguardi l’ambito della scrittura Siamo più precisi: Disortografia: disturbo di scrittura che riguarda gli aspetti ortografici Disgrafia: disturbo di scrittura che riguarda la realizzazione del segno grafico Disturbo dell’espressione scritta
  • 18. www.obiettivopsicologia.it Cosa c’è alla base di una cattiva grafia?
  • 19. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Le difficoltà a questo livello vengono definite propriamente disgrafia: difficoltà a riprodurre segni alfabetici e numerici e, in un secondo momento, generica difficoltà nello scrivere, rifiuto verso l’attività di scrittura. QI nella media, assenza di deficit, danni neurologici, o disturbi percettivo-motori, istruzione scolastica adeguata
  • 20. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Per quanto riguarda la disgrafia, è possibile porre diagnosi prima della seconda/terza classe della scuola primaria solo in presenza di un tratto grafico irregolare e poco leggibile anche in stampato, mancato rispetto di margini e righe, lettere di dimensioni fortemente irregolari, mancata discriminazione degli allografi in stampato
  • 22. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it La disortografia è un disturbo specifico della scrittura caratterizzato da una significativa compromissione della automatizzazione delle regole ortografiche di trasformazione dei suoni in segni connessi a formare parole; questo disturbo fa si che il bambino abbia una minore correttezza ortografica rispetto ai coetanei con pari opportunità educative e pari caratteristiche cognitive La disortografia è un disturbo specifico della scrittura caratterizzato da una significativa compromissione della automatizzazione delle regole ortografiche di trasformazione dei suoni in segni connessi a formare parole; questo disturbo fa si che il bambino abbia una minore correttezza ortografica rispetto ai coetanei con pari opportunità educative e pari caratteristiche cognitive La disortografia è un disturbo specifico della scrittura caratterizzato da una significativa compromissione della automatizzazione delle regole ortografiche di trasformazione dei suoni in segni connessi a formare parole; questo disturbo fa si che il bambino abbia una minore correttezza ortografica rispetto ai coetanei con pari opportunità educative e pari caratteristiche cognitive La disortografia è un disturbo specifico della scrittura caratterizzato da una significativa compromissione della automatizzazione delle regole ortografiche di trasformazione dei suoni in segni connessi a formare parole; questo disturbo fa si che il bambino abbia una minore correttezza ortografica rispetto ai coetanei con pari opportunità educative e pari caratteristiche cognitive
  • 23. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Errori fonologici: Scambio di grafemi (folpe per volpe); Omissione/aggiunta di lettere/sillabe (taolo per tavolo), Inversioni (dinova per divano), Grafema inesatto (pese per pesce) Errori non fonologici: Separazioni illegali (in sieme per insieme), Fusioni illegali (alluomo per all’uomo), Scambio di grafema omofono (squola per scuola), Omissione o aggiunta di h (ciesa per chiesa) Errori altri (doppie e accenti): Omissione e aggiunta di accenti (perche per perchè), Omissione e aggiunta di doppie (pala per palla)
  • 24. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Caratteristiche scolastiche: Restano indietro nei compiti di dettatura (es: dettato, scrittura del diario) e fanno molti errori Lentezza e errori nella copiatura dalla lavagna Numerosi errori nei compiti di scrittura Temi e scrittura spontanea povera e ridotta
  • 25. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it 1^-3^ primaria: problemi di natura fonologica (scambio, omissione, aggiunta, inversione), poco autonomi nella scrittura, molti errori, produzione di parole senza significato 4^-5^ primaria e classi successive: frequenti errori non fonologici (separazione e fusione illegale), lenti nel copiare e nello scrivere sotto dettatura Come arrivano alla consulenza?
  • 27. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it 1.Debolezza nella strutturazione cognitiva delle componenti di cognizione numericacognizione numerica (subitizing, meccanismi di quantificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo a mente); Incapacità di comprendere laIncapacità di comprendere la numerosità e dinumerosità e di manipolarlamanipolarla
  • 28. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it 2.Debolezza delle procedureprocedure esecutiveesecutive (lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri) e deldel calcolocalcolo (recupero dei fatti numerici e procedure del calcolo scritto). stabilire cosa fare, prestito e riporto, passaggio a una nuova operazione, ecc Difficoltà di recupero da MLT, cattivo padroneggiamento
  • 29. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Per l’analisi dei disturbi delle procedure esecutive e di calcolo la Consensus Conference identifica la prassi comune di definire l’età minima per porre la diagnosi non prima della fine del 3° anno della scuola primaria soprattutto per evitare l’individuazione di molti falsi positivi. Per quanto riguarda la cognizione numerica è possibile ed è bene (!) individuare soggetti a rischio già alla fine della scuola dell'infanzia
  • 30. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Le ricerche dimostrano una significativa riduzione delle difficoltà in ambito matematico nei paesi (NON l'Italia...) in cui viene privilegiata l'intelligenza numerica, il calcolo a mente e il metodo analogico → consigliato anche dalle Linee Guida Per molti bambini è utile/semplice il metodo analogico del maestro Bortolato
  • 31. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Cosa si osserva nei quaderni? Difficoltà a recuperare la sequenza corretta nelle modalità di incolonnamento Non viene considerato il valore posizionale delle cifre Errori nella direzione in cui procedere nello svolgimento dei calcoli Confusione tra operazioni Applicare la procedura dell'ultimo calcolo eseguito Assenza di controllo e monitoraggio dell'operazione
  • 34. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Cosa fa la scuola quando riceve la diagnosi? 1. Protocolla la relazione ricevuta 2. Restituisce alla famiglia una copia con num. di prot. 3. Avvisa i docenti della classe 4. Invita la famiglia e chi ha fatto la diagnosi o segue il bambino a partecipare alla stesura del PDP 5. Steso il PDP ne consegna una copia firmata (da insegnanti, famiglia e tecnico se presente) alla famiglia e al tecnico 6. Fissa incontri di monitoraggio con la famiglia e il tecnico
  • 35. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it L'evoluzione dei diversi tipi di prognosi può essere differente ai diversi livelli considerati ed influenzata da fattori diversi: • “gravità” iniziale del DSA, • tempestività e adeguatezza degli interventi, livello cognitivo e metacognitivo, associazione di difficoltà nelle tre aree (lettura, scrittura, calcolo), • presenza di comorbilità psichiatrica • adesione e sostegno dell’ambiente
  • 36. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it La scelta di usare strumenti compensativi va fatta quando: •c’è una limitazione importante dell’autonomia rispetto alle esigenze personali e le richieste ambientali •non sono sufficienti semplici adattamenti didattici • c’è la possibilità di un training di formazione personalizzata all’uso in autonomia possibilmente esteso anche ai familiari; •c’è accordo con il b/r, i familiari e gli insegnanti •l’utilizzo non viene percepito come stigma
  • 37. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Ci sono 2 tipi di strumenti compensativi: SpecificiSpecifici: vicariano o ausiliano in modo diretto e specifico una delle abilità FunzionaliFunzionali: in supporto alla memoria procedurale o a altre abilità cognitive es. tavola pitagorica, promemoria verbi, sequenza giorni, sequenze mesi, quaderni speciali, testi con carattere più leggibile, ecc
  • 39. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Le misure dispensative vengono scelte quando gli strumenti compensativi non sono sufficienti per permettere una sufficiente autonomia e dei risultati scolastici compatibili con le potenzialità di apprendimento e l’impegno nello studio Vanno comunque suggerite in collaborazione con gli insegnanti
  • 40. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Ci sono diversi aspetti psicologici e sociali che possono avere un forte peso sull’evoluzione e sulla crescita (scolastica e personale): • paura di non farcela • mancata richiesta di aiuto per vergogna/imbarazzo • rabbia e ansia (come conseguenze delle frustrazioni) • scarsa autostimaautostima
  • 41. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Rif. Normativi: Direttiva Ministeriale sui BES (Bisogni Educativi Speciali) del 27 dicembre 2012 (“Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”), Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013,Documento MIUR del 22 Novembre 2013 In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture Diverse → area dei BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
  • 42. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta
  • 43. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Esistono 3 categorie di problematiche che rientrano nei BES 1. Disabilità 2. Disturbi evolutivi specifici 3. Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale Per questi alunni gli insegnanti possono mettere in atto strategie didattiche personalizzate ed individualizzate (compreso PDP) finalizzate al raggiungimento del miglior livello possibile di apprendimento
  • 44. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it 1. DSA (Legge 170/2010) 2. Area verbale: Disturbi specifici del linguaggio o bassa intelligenza verbale 3. Area non-verbale: Disturbo della coordinazione motoria, Disturbo non-verbale, disprassia, o bassa intelligenza non-verbale 4. Disturbi dello spettro autistico lieve 5. ADHD 6. FIL (Funzionamento intellettivo limite) Nei disturbi evolutivi specifici rientrano
  • 45. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Il bambino ha cadute specifiche in compiti di natura non-verbale (ad es. incolonnamento dei numeri, geometria, comprensione di grafici e tabelle, disegno, scrittura, ricordo di posizioni nello spazio, lettura dell’orologio) associate a prestazioni sufficienti in compiti verbali (ad es. lettura, ricordo di informazioni verbali). Spesso ci sono difficoltà anche nella comprensione dei testi (richiede rappresentazione mentale di ciò che viene detto) DISTURBO NON VERBALE (VISUO-SPAZIALE)
  • 46. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it Caratteristiche: 1. Un’intelligenza verbale superiore a quella spaziale, cadute significative in compiti di memoria visuospaziale 2. Difficoltà scolastiche nell'area della matematica o in altre discipline che sottendono il coinvolgimento di abilità visuo-spaziali e grafo-motorie, quali geometria, disegno, scienze, comprensione di testi che implicano una rappresentazione spaziale. 3. Criteri di esclusione per gli altri DSA DISTURBO NON VERBALE (VISUO-SPAZIALE)
  • 48. www.obiettivopsicologia.it DISTURBO D'ATTENZIONE CON IPERATTIVITA' (ADHD o DDAI)  Deficit di attenzione selettiva e sostenuta  Facile distraibilità  Ridotte capacità esecutive (compiti scolastici, attività quotidiane, gioco)  Difficoltà nel seguire un discorso  Interruzione frequente di attività  Dimenticanza del necessario per compiti e attività  Evitamento di ciò che richiede sforzo cognitivo d i s a t t e n z i o n
  • 49. www.obiettivopsicologia.it DISTURBO D'ATTENZIONE CON IPERATTIVITA' (ADHD o DDAI)  Incapacità di stare fermi (non riesce a stare seduto)  Attività motoria incongrua e afinalistica (corre in situazioni in cui non è opportuno)  Gioco rumoroso e disorganizzato  Eccessive verbalizzazioni  Ridotte possibilità di inibizione motoria i p e r a t t i v i t à
  • 50. www.obiettivopsicologia.it DISTURBO D'ATTENZIONE CON IPERATTIVITA' (ADHD o DDAI)  Incapacità di inibire le risposte automatiche  Scarsa capacità di riflessione  Difficoltà a rispettare il proprio turno Tendenza ad interrompere gli altri e ad intromettersi nei loro discorsi i m p u l s i v i t à
  • 51. www.obiettivopsicologia.it La scuola non dichiara gli alunni BES, né tanto meno li certifica, ma individua quelli per i quali è "opportuna e necessaria" una personalizzazione formalizzata e può metterla in pratica anche in assenza di diagnosi specialistica (es: situazioni di svantaggio socio- culturale o linguistico).
  • 54. Dott.ssa Silvia Zanette www.obiettivopsicologia.it - Interventi pregressi: vanno indicate tutte le attività di potenziamento o recupero finora svolte con l’indicazione di chi ha condotto l’attività e con quali tempi e modalità  (es: in attività scolastiche, progetti o altro, come previsto dall'Art3, comma 3 legge 170/10 o extrascolastiche); - Scolarizzazione pregressa: vanno indicate eventuali bocciature, cambi di scuola/sezione ed ogni altra informazione rilevante; - Rapporti scuola-famiglia: va indicato quando la scuola ha avvisato la famiglia di difficoltà a scuola (vedi Art3, comma 2, legge 170/10); quando la famiglia ha protocollato la diagnosi; eventuali altre comunicazioni ufficiali.