2. 2Dr. Massimiliano Di Liborio
CONOSCENZE DI BASE
Tenenbaum, G., Lidor, R., Papaianou, A., & Samulski, D. (2003)
Ansia da
prestazione,
leadership…
Motivazione,
apprendime
nto, arousal
…
Apprendime
nto motorio,
elementi
sulla
nutrizione…
Sapere specifico
Psicologia dello Sport
Sapere della
Psicologia
Sapere relativo all’area delle
scienze dello sport
e dell’esercizio fisico
Psicologia dello Sport
Nasce negli anni 60 come disciplina specifica
all’interno delle scienze delle attività motorie e
sportive
4. 4
LE ABILITA’ MENTALI IMPORTANTI NELLO SPORT
MARTENS 1987
01
Formulazione
degli obiettivi
03
Modulazione
arousal
.
02
Gestione dello
Stress
04
Controllo
dell’attenzione
06
Controllo delle
immagini
05
Controllo
dei pensieri
Dr. Massimiliano Di Liborio
5. 5
MENTALTRAINING: UNA DEFINIZIONE
MENTAL TRAINING
Il Mental Training si può definire come ” il sistematico e specifico
allenamento di abilità mentali o psicologiche con lo scopo di
migliorare le performance”, ha inoltre lo scopo di “aumentare il
piacere e di raggiungere una crescente soddisfazione nella
pratica delle attività fisiche e sportive” (Weinberg e Gould,2007)
Train Eat Sleep Repeat …Train Eat Sleep Repeat…Train Eat
Sleep Repeat..
Dr. Massimiliano Di Liborio
6. Quali
1. Concentrazione
2. controllo dell’ansia
3. fiducia nelle proprie capacità
4. preparazione mentale
5. Motivazione
6
Come
Tentativi ed errori
Esperienza
Strategie spontanee
Mahoney, Gabriel e Perkins (1987) attraverso
l’utilizzo di un questionario somministrato a più di
700 atleti hanno evidenziato che gli sportivi di
alto livello si differenziano da quelli di basso
livello in cinque dimensioni psicologiche:
Dr. Massimiliano Di Liborio
7. 7
IL GOAL SETTING: PERCHE’?
“NON ESISTE
VENTO
FAVOREVOLE PER
IL MARINAIO CHE
NON SA DOVE
ANDARE”
Seneca
2008 Summer Olympic Games
Thompson
9.89 sec
Bolt
9.69 sec
Dix
9.91 sec
0.2 sec
Tra il primo
ed il
secondo
Dr. Massimiliano Di Liborio
8. 8
INTERNAL MOTOR IMAGERY
Dr. Massimiliano Di Liborio
ROBAZZA,BORTOLI, GRAMACCIONI (1994)
“Una rassegna di più di 100 studi effettuati nel settore della psicologia generale e del
lavoro (Locke et al., 1981) ha messo in evidenza come gli effetti vantaggiosi del goal
setting sulla prestazione siano una delle scoperte più consistenti e replicabili.Nel
90% degli studi considerati, infatti, riferiti sia a setting di campo che di
laboratorio, sono stati riscontrati effetti completamente o parzialmente positivi:
obiettivi specifici e stimolanti determinano una migliore prestazione rispetto ad
obiettivi facili, a semplici incoraggiamenti a fare del proprio meglio, alla
genericità o alla mancanza di obiettivi. Anche una più ampia rassegna successiva
relativa a circa 400 lavori (Locke e Latham, cit. da Anshel, Weinberg e Jackson,1992)
ha confermato tali risultati”
9. 9
INTERNAL MOTOR IMAGERY
Dr. Massimiliano Di Liborio
“Le persone che nutrono fiducia nelle proprie capacità tendono a
perseguire con maggiore tenacia i propri obiettivi, anche nel
momento in cui si presentano ostacoli, delusioni o esperienze
negative.”
Bandura, (1977, 1982)
10. 10
OBIETTIVI S.M.A.R.T.
A
M R
S T
SPECIFICO
L’obiettivo fissato deve
essere specifico, quindi
deve essere chiaro,
non vago e
possibilmente proposto
in positivo.
TEMPORALE
Fissare una data entro quale
raggiungere il proprio obiettivo
svolgendo o che si intende
svolgere
MISURABILE
Misurare prima, durante e
dopo, in modo da rendersi
conto di quale è la direzione
del lavoro che si sta
svolgendo o che si intende
svolgere
REALISTICO
Un obiettivo deve essere
sfidante, obiettivi semplici
demotivano, obiettivi troppo
difficili sono frustranti, con il
medesimo effetto di far
desistere.
ACCESSIBILE
Obiettivo accessibile
rispetto le proprie
disponibilità̀ (tempo,
struttura, conoscenze,
ecc.)
Dr. Massimiliano Di Liborio
11. 11
PROCESSO, PERFORMANCE,RISULTATO
OBIETTIVO PERFORMANCE
Maggiore controllo. Un esempio è
l’allenatore che chiede di migliorare la
verticalizzazione del gioco.
OBIETTIVO PROCESSO
obiettivo legato a ciò̀ che è necessario
fare per raggiungere un obiettivo
performance (esempio gesto tecnico).
Obiettivo
risultato
!!!
Obiettivo
Performance
Obiettivo
Processo
OBIETTIVO RISULTATO
Tipo di obiettivo nel quale vi è poco
controllo. Troppe energie su questo tipo di
obiettivo rischiano di portare pressione.
FLESSIBILE
+
CONTROLLO
FLESSIBILE
+
CONTROLLO
Dr. Massimiliano Di Liborio
12. 12
OBIETTIVI NEL TEMPO
Final Goal
BREVE TERMINE
obiettivo che s’intende raggiungere nell’arco di
30 giorni
MEDIO TERMINE
Obiettivo che s’intende raggiungere nell’arco di
6 mesi
.
LUNGO TERMINE
Obiettivo che s’intende raggiungere
entro un anno.
Dr. Massimiliano Di Liborio
13. 13
PERCHE’ IL GOAL SETTING?
Migliorare la
Prestazione
θ Meno ansia
∫ Modulare al
meglio le energie
ν
Rimanere
focalizzati su
aspetti importanti
del compito
Verifica progressi
Migliorare
allenamenti
Aumento
motivazione
intrinseca
Aumento fiducia
Aumento
controllo
Dr. Massimiliano Di Liborio
14. 14
La condivisione degli obiettivi
Nel professionismo in modo particolare, la condivisione degli obiettivi tra l’atleta e tutte le figure professionali che
lo circondano è di fondamentale importanza.
01
Livello di partenza
.
02
Miglioramenti
.
Risultati da raggiungere
03
.
Dr. Massimiliano Di Liborio
15. 15
IMAGERY
«Quando sono in un campo da Golf, vedo un prato verde, una buca enorme e solo
pensieri positivi. Io non vedo la zona di campo che è interdetta dal gioco e non
vedo l’acqua pericolosa là in fondo. Ho messo la pallina giù, vedendo solo quella
che era la traiettoria giusta, ho tirato e mi sono fidata.»
Annika Sorenstam
Dr. Massimiliano Di Liborio
16. Hall, Rodgers e
Barr, 1990
Studio su
381 atleti
Quasi tutti gli atleti hanno
indicato di usare le immagini
mentali, più alto era il livello e
più le immagini venivano usate,
specialmente prima delle gare
Risultati ottenuti integrando attività pratica al modeling (vedere video) e
la motor imagery (un soggetto immagina di effettuare un movimento
senza eseguirlo realmente e senza che sia presente nessuna variazione
nel tono muscolare), risultati che indicano come la motor imagery possa
essere considerata come un training tool anche per i più giovani (lo studio
è stato effettuato su ragazzi di età 9-10 anni).
(Gentili, Han, Schweighofer, & Papaxanthis, 2010; Mulder, Zijlstra, & Hochstenbach, 2004; Toussaint, 2010; Vieilledent, Kosslyn,
Berthoz, & Giraudo, 2003; Yaguez, Nagel, & Hoffman, 1998; Yue & Cole, 1992).
Dr. Massimiliano Di Liborio
17. 17
IMAGERY
Imagery
L’uso di tutti i sensi per creare o
ricreare
un’ esperienza nella mente
Velaley e Greenleaf 2006
Mental practice, Mental rehearsal, Mental imagery,
allenamento ideomotorio
Dr. Massimiliano Di Liborio
18. L’allenamento all’imagery
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Aliquam nec sem.
Le immagini sembrano essere più efficaci nei loro
effetti sul comportamento quando sono vivide e
controllabili, e quando gli obiettivi del compito sono
definiti precisamente. (Corbin 1972)
Un requisito importante perché le immagini risultino
efficaci è la loro polisensorialità. Esse devono
coinvolgere tutti i sensi per creare o ricreare nella
mente un’esperienza quanto più ricca possibile; non
solo sensazioni visive, ma anche cinestesiche, tattili,
uditive, vestibolari. Robazza, Bortoli,Gramaccioni
1994
Vivide e
Controllabili
Polisensoriali
18
18
19. L’allenamento all’imagery
E’ molto importante non solo immaginare la corretta
esecuzione, ma visualizzare gli esiti positivi
dell’azione. Ad esempio, nel confronto fra alcuni
soggetti che dovevano immaginare di centrare
esattamente un bersaglio ed altri che dovevano
invece immaginare di sbagliare, i primi (pratica
positiva) incrementarono del 28% la loro prestazione,
mentre i secondi (pratica negativa) peggiorarono del
3% (Powell, 1973). Robazza,Bortoli,Gramaccioni
1994
Nella pratica mentale bisogna porre attenzione alla
correttezza delle immagini, in quanto se sono rappre-
sentati risposte sbagliate o esiti negativi del
movimento la prestazione scade.
Robazza, Bortoli,Gramaccioni 1994
Esiti
positivi
Correttezza
Del gesto
19
19
20. 20
IMAGERY
PUNTO DI VISTA INTERNO
Immaginare la prestazione come se la si
stesse vivendo realmente ( in soggettiva)
IMAGERY
Processo mentale
PUNTO DI VISTA ESTERNO
Si vede la propria prestazione come se si
vedesse un filmato
MENTAL PRACTISE
Apprendimento o allenamento di un
abilità attraverso l’imagery(tecnica)
Nonostante sia stato evidenziato che gli atleti di alto livello utilizzino maggiormente la
prospettiva interna, entrambe le prospettive migliorano la performance (Hardy e Callow
1999). -E’ molto importante che Il training immaginativo coinvolga diverse modalità sensoriali
TERMINOLOGIA
Mahoney e Avener (1987)
Dr. Massimiliano Di Liborio
21. 21
01 Teoria Psiconeuromuscolare
Durante il processo di imagery si verificano deboli pattern neuromuscolari simili a quelli generati
durante l’azione.
TEORIE SULL’IMAGERY.
02 Teoria apprendimento simbolico
Attraverso la Mental Practise favorisce l’acquisizione degli aspetti cognitivi e simbolici del compito .
03 Attentional-Arousal Theory
Attraverso la Mental Practise è migliorare l’autoregolazione dell’arousal e la concentrazione
Altre Teorie: Triple code ISM-Teoria Bioinformazionale….
Dr. Massimiliano Di Liborio
22. IL MODELLO PETTLEP (Holm e Collins 2001)
Le componenti che possono essere esplorate nella creazione di un lavoro basato sull’Imagery sono, secondo il
modello PETTLEP Holmes e Collins (2001):
Ø Fisico ( sensazioni, quali ad esempio; spalle tese, stanchezza alla gambe, cuore in gola ecc..)
Ø Ambiente ( l’ambiente dove avverrà la prestazione)
Ø Compito ( visualizzare tutte le componenti che rendono possibile la realizzazione del compito)
Ø Tempistica ( corrispondenza tra velocità gesto fatto e immaginato o spezzare l’esecuzione in diversi
momenti e scorrerli a rallentatore)
Ø Apprendimento ( aspetti tecnici e sensazioni ed emozioni legate alla prestazione)
Ø Emozione ( vivere emozioni positive)
Ø Prospettiva ( vedere in prima o in terza persona)
E’ consigliato, prima di effettuare un training immaginativo, di far procedere l’atleta verso uno stato di rilassamento psicofisico.
23. Le favole non dicono ai bambini che i draghi
non esistono.
Perchè i bambini lo sanno già.
Le favole dicono ai bambini che i draghi
possono essere sconfitti
G.K. Chesterton