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IL	PROTOCOLLO	‘ARIA	PULITA’	IN	SINTESI	
Il	protocollo	‘Aria	pulita’	è	sottoscritto	dalla	Presidenza	del	Consiglio	dei	Ministri	con	sei	
Ministeri	(Ambiente,	Economia,	Sviluppo	economico,	Infrastrutture	e	trasporti,	Politiche	
agricole,	alimentari	e	forestali	e	del	turismo,	Salute),	le	Regioni	e	le	Province	autonome.	
	
Presso	 la	 Presidenza	 del	 Consiglio	 dei	 Ministri	 è	 istituita	 l’Unità	 di	 coordinamento	 del	
Piano	 di	 azione	 per	 il	 miglioramento	 della	 qualità	 dell’aria:	 una	 segreteria	 politica	 e	
operativa	 a	 tutti	 gli	 effetti,	 che	 ha	 compiti	 di	 impulso	 e	 raccordo	 fra	 tutte	 le	
amministrazioni,	e	soggetti	comunitari.	
È	 previsto	 un	 periodo	 di	 sei	 mesi	 per	 l’individuazione	 di	 altre	 misure	 rispetto	 a	 quelle	
stabilite	nel	piano.	
	
Il	Protocollo	prevede	interventi	mirati	in	cinque	settori,	uno	trasversale	quattro	tematici,	
con	una	dotazione	di	400	milioni.	
	
Ambito	d’intervento	1,	Misure	trasversali	
Tra	le	misure	previste,	la	razionalizzazione	dei	sussidi	ambientalmente	dannosi.	
I	 sussidi	 ambientalmente	 dannosi	 sono	 quelli	 che,	 impiegati	 per	 un	 aumento	 della	
produzione,	 provocano	 un	 crescente	 consumo	 di	 risorse	 naturali	 e	 una	 maggiore	
produzione	di	rifiuti	e	inquinamento.	I	combustibili	fossili	rientrano	in	questa	categoria.	
È	 stato	 da	 poco	 pubblicato	 l’elenco	 aggiornato	 dei	 sussidi,	 ed	 entro	 il	 31	 dicembre	 il	
gruppo	di	lavoro	dovrà	ulteriormente	aggiornarlo	e	razionalizzarlo.	I	combustibili	fossili	
rientrano	in	questa	categoria.	E’	stato	da	poco	pubblicato	l’elenco	aggiornato	dei	sussidi,
ed	 entro	 il	 31	 dicembre	 il	 gruppo	 di	 lavoro	 dovrà	 ulteriormente	 aggiornarlo	 e	
razionalizzarlo.		
	
Tra	le	altre	misure,	gli	accordi	con	le	Regioni.	Il	Ministero	dell’Ambiente	ha	già	sottoscritto	
accordi	per	la	qualità	dell’aria	con	le	Regioni	Lazio	(area	metropolitana	di	Roma,	Valle	del	
Sacco)	 e	 Umbria	 (Terni	 e	 area	 metropolitana).	 Sono	 già	 in	 programma	 accordi	 con	 le	
regioni	Campania,	Sicilia,	Toscana.	
Ambito	d’intervento	2,	Agricoltura	
Per	il	settore	dell’agricoltura	sono	previsti	interventi	per	l’abbattimento	della	produzione	
di	ammoniaca.	
	
L’ammoniaca	può	formarsi	a	diversi	livelli	del	processo	di	produzione	agricolo:	in	stalla	o	
al	pascolo,	quando	gli	animali	urinano	e	defecano;	negli	impianti	di	stoccaggio	del	liquame	
e	del	letame;	all’atto	dello	spandimento	dei	concimi	aziendali	e	sui	suoli	gestiti	nel	quadro	
della	produzione	vegetale.	
	
Negli	 ultimi	 23	 anni	 le	 emissioni	 provenienti	 dalle	 stalle	 sono	 aumentate	 (+34%).	 Tale	
evoluzione	è	riconducibile	alla	crescente	diffusione	di	stalle	a	stabulazione	libera	e	corti	
nonché	 al	 conseguente	 aumento	 delle	 superfici	 emittenti.	 Le	 emissioni	 correlate	 allo	
spandimento	di	concimi	aziendali,	invece,	sono	diminuite	(-32%)	a	causa,	da	un	lato,	del	
calo	 del	 numero	 di	 animali,	 di	 un	 migliore	 foraggiamento,	 dell’uscita	 più	 frequente	 al	
pascolo	e	delle	maggiori	perdite	in	stalla	con	conseguente	diminuzione	dell’azoto	presente	
negli	impianti	di	stoccaggio	dei	concimi	aziendali	e,	dall’altro,	di	una	maggiore	diffusione	
delle	tecniche	di	spandimento	di	liquame	a	basse	emissioni,	come	ad	esempio	quella	che	
prevede	l’utilizzo	di	tubi	flessibili	a	strascico.	
	
Per	 quanto	 concerne	 le	 limitazioni	 all’abbruciamento	 dei	 residui	 vegetali,	 è	 prevista	 la	
formulazione	di	una	proposta	normativa	entro	180	giorni.	
Ambito	d’intervento	3,	Mobilità	
Entro	 90	 giorni	 dalla	 sottoscrizione	 del	 Protocollo	 ‘Aria	 Pulita’,	 il	 ministero	 delle	
Infrastrutture	e	il	ministero	dell’Ambiente	dovranno	formulare	una	proposta	normativa	
per	introdurre	il	criterio	ambientale	per	l’adozione	di	provvedimenti	di	limitazione	della	
circolazione	 nei	 tratti	 autostradali	 vicini	 ai	 centri	 urbani,	 con	 riferimento	 particolare	 ai	
limiti	di	velocità.	Sempre	entro	tre	mesi,	è	prevista	anche	la	formulazione	di	una	proposta	
per	l’utilizzo	di	dispositivi	di	controllo	all’interno	delle	ZTL	e	non	solo	ai	varchi.	Entro	180
giorni	i	due	ministeri	dovranno	poi	adottare	le	linee	guida	per	la	classificazione	dei	veicoli	
elettrici,	 per	 meglio	 orientare	 gli	 incentivi	 verso	 le	 autovetture	 a	 minor	 impatto	
ambientale.	
	
Entro	180	giorni	il	Mit	dovrà	adottare	il	decreto	per	diffondere	la	micromobilità	elettrica	e	
mezzi	di	trasporto	alternativi	come	ad	esempio	segway	e	monopattini	nelle	città.	
	
Ministero	dell’Economia	e	delle	Finanze,	Ministero	dell’	Sviluppo	Economico	e	Ministero	
dell’Ambiente	 dovranno	 introdurre	 entro	 180	 giorni	 il	 bonus	 malus	 per	 disincentivare	
l’uso	di	auto	ad	alte	emissioni	inquinanti.	
	
Il	Ministero	della	Salute	deve	promuovere	entro	180	giorni	la	mobilità	attiva:	percorsi	in	
bici	o	a	piedi	tra	casa	lavoro	con	adozione	di	linee	guida	per	buone	pratiche.	
Ambito	d’intervento	4	Riscaldamento	civile	
I	 principali	 responsabili	 della	 presenza	 di	 Pm10	 nell’aria	 delle	 città	 italiane	 sono	 gli	
impianti	di	riscaldamento	Caldaie,	stufe	e	caminetti.	Attivi	solo	da	metà	ottobre	a	metà	
aprile,	eppure	responsabili	di	più	del	60%	delle	polveri	sottili.	
	
Il	protocollo	prevede	quindi	incentivi	e	detrazioni	fiscali,	soprattutto	nelle	zone	oggetto	di	
maggiori	sforamenti,	per	la	sostituzione	di	stufe	a	biomassa	con	modelli	più	performanti.	
Previste	 anche	 eventuali	 limitazioni	 all’uso	 della	 biomassa	 per	 la	 produzione	 di	 calore	
nelle	zone	di	maggiore	sforamento	e	nel	periodo	di	durata	dell’infrazione.	
	
Tra	le	altre	misure	in	capo	al	Mise	e	Mattm,	la	qualificazione	degli	installatori	di	impianti	
alimentati	da	fonti	rinnovabili	e	la	limitazione	degli	impianti	alimentati	a	gasolio.		
Ambito	d’intervento	5,	Uscita	dal	carbone	
Entro	 180	 giorni	 dal	 protocollo	 Mise	 e	 Mattm	 devono	 provvedere	 a	 emanare	
provvedimenti	per	accelerare	l’uscita	dal	carbone	per	quegli	impianti	che	ricadono	nelle	
aree	oggetto	di	procedura	di	infrazione,	anche	attraverso	la	velocizzazione	degli	atti.	
	
La	proposta	della	Commissione	Europea	di	istituire	i	“Clean	Air	Dialogues”	è	nata	nel	2015	
nell’ambito	del	gruppo	di	esperti	degli	Stati	Membri	dell’Unione	Europea	-	tra	cui	l’Italia	-	
che	regolarmente	si	incontrano	per	condividere	le	modalità	di	attuazione	della	normativa	
europea	sulla	qualità	dell’aria.

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  • 1. IL PROTOCOLLO ‘ARIA PULITA’ IN SINTESI Il protocollo ‘Aria pulita’ è sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con sei Ministeri (Ambiente, Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti, Politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo, Salute), le Regioni e le Province autonome. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è istituita l’Unità di coordinamento del Piano di azione per il miglioramento della qualità dell’aria: una segreteria politica e operativa a tutti gli effetti, che ha compiti di impulso e raccordo fra tutte le amministrazioni, e soggetti comunitari. È previsto un periodo di sei mesi per l’individuazione di altre misure rispetto a quelle stabilite nel piano. Il Protocollo prevede interventi mirati in cinque settori, uno trasversale quattro tematici, con una dotazione di 400 milioni. Ambito d’intervento 1, Misure trasversali Tra le misure previste, la razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi. I sussidi ambientalmente dannosi sono quelli che, impiegati per un aumento della produzione, provocano un crescente consumo di risorse naturali e una maggiore produzione di rifiuti e inquinamento. I combustibili fossili rientrano in questa categoria. È stato da poco pubblicato l’elenco aggiornato dei sussidi, ed entro il 31 dicembre il gruppo di lavoro dovrà ulteriormente aggiornarlo e razionalizzarlo. I combustibili fossili rientrano in questa categoria. E’ stato da poco pubblicato l’elenco aggiornato dei sussidi,
  • 2. ed entro il 31 dicembre il gruppo di lavoro dovrà ulteriormente aggiornarlo e razionalizzarlo. Tra le altre misure, gli accordi con le Regioni. Il Ministero dell’Ambiente ha già sottoscritto accordi per la qualità dell’aria con le Regioni Lazio (area metropolitana di Roma, Valle del Sacco) e Umbria (Terni e area metropolitana). Sono già in programma accordi con le regioni Campania, Sicilia, Toscana. Ambito d’intervento 2, Agricoltura Per il settore dell’agricoltura sono previsti interventi per l’abbattimento della produzione di ammoniaca. L’ammoniaca può formarsi a diversi livelli del processo di produzione agricolo: in stalla o al pascolo, quando gli animali urinano e defecano; negli impianti di stoccaggio del liquame e del letame; all’atto dello spandimento dei concimi aziendali e sui suoli gestiti nel quadro della produzione vegetale. Negli ultimi 23 anni le emissioni provenienti dalle stalle sono aumentate (+34%). Tale evoluzione è riconducibile alla crescente diffusione di stalle a stabulazione libera e corti nonché al conseguente aumento delle superfici emittenti. Le emissioni correlate allo spandimento di concimi aziendali, invece, sono diminuite (-32%) a causa, da un lato, del calo del numero di animali, di un migliore foraggiamento, dell’uscita più frequente al pascolo e delle maggiori perdite in stalla con conseguente diminuzione dell’azoto presente negli impianti di stoccaggio dei concimi aziendali e, dall’altro, di una maggiore diffusione delle tecniche di spandimento di liquame a basse emissioni, come ad esempio quella che prevede l’utilizzo di tubi flessibili a strascico. Per quanto concerne le limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali, è prevista la formulazione di una proposta normativa entro 180 giorni. Ambito d’intervento 3, Mobilità Entro 90 giorni dalla sottoscrizione del Protocollo ‘Aria Pulita’, il ministero delle Infrastrutture e il ministero dell’Ambiente dovranno formulare una proposta normativa per introdurre il criterio ambientale per l’adozione di provvedimenti di limitazione della circolazione nei tratti autostradali vicini ai centri urbani, con riferimento particolare ai limiti di velocità. Sempre entro tre mesi, è prevista anche la formulazione di una proposta per l’utilizzo di dispositivi di controllo all’interno delle ZTL e non solo ai varchi. Entro 180
  • 3. giorni i due ministeri dovranno poi adottare le linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici, per meglio orientare gli incentivi verso le autovetture a minor impatto ambientale. Entro 180 giorni il Mit dovrà adottare il decreto per diffondere la micromobilità elettrica e mezzi di trasporto alternativi come ad esempio segway e monopattini nelle città. Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dell’ Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente dovranno introdurre entro 180 giorni il bonus malus per disincentivare l’uso di auto ad alte emissioni inquinanti. Il Ministero della Salute deve promuovere entro 180 giorni la mobilità attiva: percorsi in bici o a piedi tra casa lavoro con adozione di linee guida per buone pratiche. Ambito d’intervento 4 Riscaldamento civile I principali responsabili della presenza di Pm10 nell’aria delle città italiane sono gli impianti di riscaldamento Caldaie, stufe e caminetti. Attivi solo da metà ottobre a metà aprile, eppure responsabili di più del 60% delle polveri sottili. Il protocollo prevede quindi incentivi e detrazioni fiscali, soprattutto nelle zone oggetto di maggiori sforamenti, per la sostituzione di stufe a biomassa con modelli più performanti. Previste anche eventuali limitazioni all’uso della biomassa per la produzione di calore nelle zone di maggiore sforamento e nel periodo di durata dell’infrazione. Tra le altre misure in capo al Mise e Mattm, la qualificazione degli installatori di impianti alimentati da fonti rinnovabili e la limitazione degli impianti alimentati a gasolio. Ambito d’intervento 5, Uscita dal carbone Entro 180 giorni dal protocollo Mise e Mattm devono provvedere a emanare provvedimenti per accelerare l’uscita dal carbone per quegli impianti che ricadono nelle aree oggetto di procedura di infrazione, anche attraverso la velocizzazione degli atti. La proposta della Commissione Europea di istituire i “Clean Air Dialogues” è nata nel 2015 nell’ambito del gruppo di esperti degli Stati Membri dell’Unione Europea - tra cui l’Italia - che regolarmente si incontrano per condividere le modalità di attuazione della normativa europea sulla qualità dell’aria.