7. Quando gli esseri umani giudicano, secondo Kant, ciò avviene in due modi: o secondo un giudizio determinante , oppure secondo un giudizio riflettente
8. Ogni giudizio, determinante o riflettente, che gli esseri umani proferiscono pensa il particolare come contenuto nell’universale
9.
10. IL giudizio determinante è conoscitivo , costituisce i fenomeni unificando il molteplice empirico, i dati sensibili, sotto le categorie.
11. Il giudizio riflettente parte dal particolare per ritrovarvi l’universale. Non determina, non conosce , riflette
12.
13. Riflettendo scopre in sé unità e universalità unità che non è precostituita come le categorie, universalità che non è inerente all’intelletto, ma che comunque dipende da un principio a priori
14. Si tratta di un principio a priori non intellettuale, che è la FINALITA’ FORMALE DELLA NATURA essa nasce solo dal nostro modo di considerarla
15. GRAZIE ALLA FINALITA’ FORMALE DELLA NATURA gli oggetti appartengono a una sistema unitario, come se un intelletto superiore li avesse ordinati così
16.
17. Il giudizio riflettente è estetico quando un oggetto viene percepito come finalizzato agli obiettivi del gusto, ovvero quando la finalità formale della natura risulta dal rapporto tra soggetto e oggetto: FINALITA’ SOGGETTIVA
18.
19.
20. teleologico quando un oggetto è percepito come finalizzato all’ordinamento organico e teleologico della natura, ovvero quando la finalità formale della natura risulta intrinseca all’oggetto: FINALITA’ OGGETTIVA
21.
22.
23.
24. SCHEMATISMO TRASCENDENTALE “Deve sussistere un terzo elemento, il quale occorre che sia omogeneo, da un lato rispetto alla categoria e dall’altro rispetto al fenomeno”.
25. Le forme pure dell’intelletto già nella critica della Ragione Pura risultavano eterogenee all’ esperienza , ed era necessario cercare una mediazione: lo schema , il quale partecipa sia delle categorie che dell’esperienza
27. Già la Critica della Ragione Pura risulta dunque sorretta interamente dalla ricerca di un principio analogico che possa svelare lo statuto originario della realtà , che comprende sia il noumeno che il fenomeno
28. Nello schematismo trascendentale vediamo che Kant già sta cercando di condurci verso un’apertura che sveli uno stesso principio, una stessa regolarità sia dell’intelletto che dell’intuizione,
29. Lo schematismo trascendentale già risponde al preciso intento di Kant di rintracciare analogie e pertanto di svelare la sorpresa di un unico principio sotteso alla natura
30.
31. Nella finalità della natura il fine ultimo è l’essere umano che si serve della natura per realizzare la cultura, COME SE dunque si realizzasse l’accordo tra meccanicismo e libertà, si riempisse l’abisso tra fenomeno e noumeno .
32.
33. Il giudizio riflettente non conosce , esso non opera come facoltà conoscitiva, ma come sentimento di piacere o dispiacere : è tale sentimento che scopre non solo il bello ma anche la finalità intrinseca della natura
34.
35.
36.
37. Pertanto IL SENTIMENTO DI PIACERE O DISPIACERE , che fonda sia il giudizio estetico sia quello teleologico, essendo alla base della finalità della natura PUO’ MEDIARE TRA L’INTELLETTO E LA RAGIONE
38.
39. PUO’ MEDIARE TRA LE POSSIBILITA’ CONOSCITIVE DELL’INTELLETTO VINCOLATE A LEGGI E IL DESIDERIO DELLA RAGIONE DI UN FINE ULTIMO PER LA SUA LIBERTA’
40.
41.
42.
43.
44. Nel giudizio estetico una rappresentazione una sensazione,un’immagine non vengono riferite all’oggetto in vista della conoscenza ma solo al sentimento di piacere che suscitano nell’animo.
45. Si tratta qui di un libero gioco tra immaginazione e intelletto : quando immaginazione e intelletto sono in accordo ecco il bello , quando essi discordano ecco il sublime .