2. Beker :
è un diffuso strumento in vetro utilizzato nei laboratori
chimici generalmente come recipiente.
È generalmente di vetro o di vetro borosilicato che
permette l'utilizzo a temperature elevate. Sono diffusi
anche beker in materie plastiche. È di forma
cilindrica con un beccuccio, di varia capacità e
generalmente si trova tarato o graduato, anche se,
a causa del diametro piuttosto grande, le
graduazioni vengono utilizzate solo a scopo
indicativo.
Serve soprattutto per prendere sostanze in grande
quantità, per poi immetterle in un recipiente più
piccolo al fine di effettuare misure più precise.
Il nome becher deriva dal termine
tedesco Beker che indica un contenitore cilindrico.
3. Beuta :
La beuta è un recipiente (generalmente graduato) con
base tronco-conica e collo cilindrico, usato frequentemente
nei laboratori chimici.
Esistono vari tipi e dimensioni di beute; solitamente si
utilizzano capacità da 10 ml a 1 l, anche se è possibile
ottenerne di più capienti.
La forma e il collo stretto permettono di agitarne il contenuto
senza spanderlo, caratteristica che la rende di uso ottimale
nell'ambito delle titolazioni. Inmicrobiologia sono utilizzate
nella produzione di colture microbiche. Le beute possono
essere comodamente tappate utilizzando una pellicola
Parafilm o un tappo di gomma oplastica.
Generalmente è prodotta in vetro chiaro, ma ne esistono
anche in vetro scuro o materiale plastico. Le beute in vetro
Pyrex possono essere poste a riscaldare in contatto con la
fiamma di un becco Bunsen, utilizzando un treppiede.
Varianti della beuta classica sono: la beuta da vuoto (o
beuta codata), che possiede un attacco laterale per un
tubo da vuoto, utilizzata nella filtrazione con filtro Büchner o
per altre filtrazioni sottovuoto; la beuta con tappo a
smeriglio.
4. La buretta è uno strumento di misura utilizzato nei
laboratori chimici per il dosaggio accurato di volumi dei
liquidi.
Viene utilizzata di solito nelle titolazioni ed in prove
sperimentali, nelle quali sia necessario dosare un liquido.
È formata da un tubo di vetro graduato a diametro
costante, ad una estremità è presente un'apertura
dall'altra un rubinetto. Da una parte è presente la
gradazione e, in alcune tipologie, dall'altra una banda di
colore bianco con una striscia verticale di colore scuro
detta riga di Schellbach.
Le burette sono classificate per accuratezza: una buretta
di classe A è accurata fino ad 1/20 di millilitro (±0,05 mL),
mentre una di classe B è accurata fino al 1/10 dimillilitro.
La buretta, una volta lavata e pulita, viene avvinata con
la soluzione che si andrà ad immettere nella buretta. Si
procede poi con il riempimento, caricando la buretta
dall'alto, spesso tenendola inclinata per far scorrere il
liquido sulla superficie interna in modo che non abbia
turbolenze e quindi non catturi bolle d'aria al suo interno.
Nel restringimento in fondo alla buretta (vicino al
rubinetto dosatore) possono formarsi bolle d'aria che è
necessario eliminare. Si procede quindi all'azzeramento
della buretta.
Buretta : :
5. Deve poi essere posizionata in verticale e fissata con
l'apposito sostegno. Agendo sul rubinetto posto in fondo, si
eroga un volume di liquido esattamente misurato. Questo
deve essere azionato con la mano sinistra mentre con la
destra si maneggia il contenitore che riceve il liquido,
solitamente una beuta, sostenendolo e facendolo oscillare
per facilitare il mescolamento.
Dopo ogni utilizzo deve essere lavata accuratamente e fatta
asciugare per bene, smontando il rubinetto se necessario.
Il menisco concavo
La lettura del valore di volume sulla scala graduata deve
essere effettuata con attenzione, ponendo l'occhio alla stessa
altezza del livello del liquido. Se è presente la riga di
Schellbach in corrispondenza del menisco formato dal liquido,
per effetto della rifrazione, si vedono due triangoli
contrapposti (talvolta descritti come due frecce che
convergono), il punto in cui i triangoli si uniscono viene
utilizzato per leggere il valore.
Se non è presente la riga di Schellbach si prende come
riferimento la parte inferiore del menisco per le soluzioni
trasparenti, altrimenti la parte superiore.
Lo stesso metodo deve essere utilizzato sia per l'azzeramento
che per la lettura successiva.
6. Cilindro
graduato :
l cilindro graduato è uno degli
strumenti di precisione media che il
chimico o il fisico utilizza in laboratorio.
Si tratta di un tubo con una estremità
chiusa dotata di supporto e l'altra
aperta con un piccolo beccuccio per
facilitare le operazioni di travaso.
È generalmente costruito con vetro
borosilicato o polietilene e viene usato
per misurazioni o dosaggi di volumi di
liquidi.
Ne esistono anche varianti
incamiciate, nella cui camicia far
scorrere liquidi (generalmente acqua)
a temperatura controllata, per poter
effettuare misure di densità tramite
densimetro a temperature
esattamente note.
7. Matraccio :
Un matraccio (flask in inglese) è un contenitore tarato, solitamente
di vetro trasparente o color ambra (spesso per contenere liquidi
fotosensibili), ma anche di materiali plastici (ad esempio
polipropilene), usato nei laboratori chimici.
Provvisti di tappo ermetico, sono contenitori il cui volume è fisso ed
indicato da una tacca sul collo. Vengono usati per la
preparazione di soluzioni a titolo noto. Vengono utilizzati anche per
diluire campioni ad un volume esatto desiderato nella chimica
analitica quantitativa.
Le capacità più comuni dei matracci sono: 50, 100, 200, 250, 500 e
1000 millilitri, ma ne esistono sia di più capienti, che di
enormemente più capienti.
Sono tarati per "riempimento" e generalmente, oltre al volume di
taratura, vengono indicate sul matraccio la tolleranza di misura del
volume (accuratezza, o sensibilità) e la temperatura alla quale la
taratura è stata effettuata (normalmente 20°C).
Per portare a volume la soluzione in un matraccio occorre riempirlo
fino a quando il menisco inferiore della soluzione di riempimento
diventa tangente alla tacca di misura tracciata sul collo del
matraccio stesso.
8. Pipetta :
Una pipetta è uno strumento da laboratorio
mediante il quale è possibile prelevare quantità
definite o non definite di un liquido. Ne esistono di
varie forme e dimensioni e possono essere in
materiale plastico o in vetro.
Le pipette graduate, come quella in
foto, presentano una scala graduata che permette
di misurare la quantità esatta di liquido prelevato.
Nella misura è prevista dal costruttore una
tolleranza, o errore sistematico, che ne inficia la
precisione e che è funzione di vari fattori, come il
grado di precisione della scala graduata, la
capienza della pipetta, la tipologia di materiale
usato. La lettura della misura sulla scala graduata va
inoltre incontro ad un errore dovuto alla precisione
dell'operatore, sebbene siano state
convenzionalmente adottate delle convenzionali
modalità di lettura della scala (la cosiddetta lettura
del menisco). Le pipette classiche di vetro esistono
principalmente di 3 tipi: graduata come quella nella
foto, tarata a scolamento e tarata a 2 tacche.
9. Le pipette tarate non presentano la graduazione,
ma solo l'indicazione della portata massima: sono
del tipo "a scolamento" se il volume (portata) è
compreso tra la tacca e la punta, sono del tipo
tarata "a due tacche" se il volume (portata) è
compresa tra la tacca e una seconda tacca a 1-2
cm dalla punta.
Questo genere di pipette necessitano, per il loro
funzionamento, di particolari aspiratori/dosatori,
che si applicano sull'estremità superiore dello
strumento. Tra essi, il più diffuso è stato a lungo la
pompetta a tre valvole (chiamata anche Palla di
Peleo, "propipetta" o "porcellino"), che ancora si
trova in molti laboratori. Da qualche anno sono
stati introdotti in commercio degli aspiratori più
funzionali, che vanno rimpiazzando le pompette
sopracitate.
In biologia cellulare vengono utilizzate delle
pipette automatiche per volumi di liquido molto
piccoli dell'ordine del microlitro μL, chiamate
appunto micropipette.