1. 1) LE RADICI DELLA PSICOLOGIA RELAZIONALE
1) LE ORIGINI DELLE TEORIE SISTEMICHE
Antropologia e sociologia sono la base conoscitiva dei contesti socio-culturali nei quali
l’individuo vive e delle influenze che le relazioni e le organizzazioni familiari sembrano
avere nello sviluppo della personalità.
Con la teoria dei sistemi emerge la tendenza del ricercatore a spostare la sua
attenzione sulle problematiche interpersonali e sui contesti in cui esse hanno luogo.
La teoria generale dei sistemi viene elaborata negli anni 30 dal biologo Von
Bertalanffy, il quale si basa sui concetti di sistema, organizzazione, autoregolazione,
causalità circolare ed equifinalità, nel tentativo di valutare ogni fenomeno nella
prospettiva dell’intero analizzabile in termini di causa-effetto.
La concezione di Von Bertalanffy viene definita, proprio per questo, concezione
“organistica”.
Il concetto di sistema evidenzia l’importanza del tutto integrato le cui proprietà non
possono essere ridotte a quelle delle sue parti.
SCHEMA:
SISTEMA
Tutto integrato le cui proprietà
non possono essere ridotte
a quelle delle sue parti
VON BERTALANFFY
Anni ’30
Teoria generale dei sistemi
Valutare ogni fenomeno in base
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2. alla concezione ORGANISMICA,
basandosi quindi su concetti come:
sistema, organizzazione, autoregolazione,
causalità circolare ed equifinalità.
2) RELAZIONI INTERPERSONALI E TEORIE SISTEMICHE
Gli studiosi delle relazioni interpersonali evidenziano che anche l’interazione umana si
“organizza” secondo i criteri e le modalità di un “sistema”.
Questa nuova prospettiva si deve al gruppo di Palo Alto, i cui componenti vedono come
causa diretta dell’”omeostasi” familiare, il disagio psichico individuale in termini di
distorsione del comportamento comunicativo. Il modello proposto incentra il focus sulle
interazioni e quindi sui comportamenti comunicativi osservabili. Il gruppo di Palo Alto
infatti, si basa sul concetto batesoniano di “doppio legame”, ovvero la comunicazione
disfunzionale tipica delle relazioni diadiche.
Tuttavia il gruppo non coglie la complessità del pensiero di Bateson, rimanendo
intrappolato in una prospettiva meccanicistica di causalità lineare. Quindi nello studio
del sistema familiare, l’idea guida rimane l’ottica eziopatogenetica; se nel sistema
familiare esiste una comunicazione disturbata subentra inevitabilmente una patologia.
Grazie ad Haley, si inizia a considerare l’interazione come comunicazione, non più solo
diadica, ma triadica. Inoltre, la famiglia non viene più osservata nel qui ed ora, ma
viene studiata come un gruppo con una storia, concretizzato dal dipanarsi, nel tempo,
di legami affettivi.
I sintomi appaiono adesso, come un segnale del disagio relazionale dell’intera famiglia
che tenta di comunicare un conflitto tra continuità e cambiamento.
La “psicologia relazionale” si basa su alcune idee condivise:
• La famiglia viene considerata come se fosse un sistema;
• Ogni comportamento viene letto come funzione della relazione (fenomeno calato nel suo
contesto).
Il contesto diventa importante proprio perché viene considerato come l’aspetto della
relazione che qualifica la comunicazione verbale e che definisce il livello di contenuto.
I contenuti stessi acquisiscono dignità relazionale perché modificano il contesto e
diventano “marche” di contesto.
SCHEMA:
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3. RELAZIONI INTERPERSONALI
Interazioni umane organizzate secondo
i criteri e le modalità di un sistema
PALO ALTO
I sintomi all’interno di una famiglia
dipendono dal disagio psichico
individuale determinato da
una distorsione del comportamento comunicativo
nella diade madre-bambino
si basa su una prospettiva meccanicistica
di causalità lineare
HALEY
L’interazione viene considerata come
comunicazione triadica
La famiglia come gruppo con una storia,
plasmato dai legami affettivi che
si sono dipanati nel tempo
i sintomi come segnale di un disagio relazionale
dell’intera famiglia che vive un conflitto
PSICOLOGIA RELAZIONALE
3) LE DUE ANIME DEL MOVIMENTO FAMILIARE
Lo studio delle relazioni familiari viene intrapreso da due correnti di pensiero.
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4. La prima è rappresentata dal gruppo di Palo Alto il quale nega attraverso lo studio
dell’individuo nel presente, l’esistenza di un mondo interiore e quindi la veridicità di una
prospettiva psicoanalitica.
La seconda è rappresentata da tutti coloro che cercano di integrare la tradizione
psicoanalitica e la prospettiva sistemico-relazionale allargando lo studio alla famiglia
come contesto nel quale l’individuo si relaziona e si costituisce nel tempo.
Quest’ultimi cercano di volgere l’attenzione agli aspetti soggettivi e storici della
famiglia: “il tempo viene reintrodotto nella famiglia”.
SCHEMA:
PROSPETTIVA SISTEMICO-RELAZIONALE
Due correnti di pensiero:
PALO ALTO TEORICI RELAZIONALI
Negazione della tradizione
Integrazione della prospettiva
psicoanalitica e affermazione
psicoanalitica e della prospettiva
dello studio dell’individuo
sistemico relazionale
nel presente privo il
tempo viene reintrodotto nella
di un mondo interiore
sistema familiare
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5. 4) I CONCETTI DI INTERAZIONE E DI RELAZIONE
Ora l’attenzione tende a focalizzarsi sui concetti di interazione e relazione:
• Per interazione si intende la parte del comportamento che è osservabile nel qui ed
ora;
• Per relazione, invece, si intende l’aspetto profondo che sottostà all’interazione che
non è sempre osservabile, a cui l’individuo partecipa con le sue emozioni,
aspettative, motivazioni, con tutto ciò che attiene alla sua soggettività.
Sulla base di questi due concetti troviamo due filoni teorici.
Il primo, Palo Alto, si basa sull’interazione e ne fa l’oggetto di studio, ponendosi in una
posizione di distanza da tutto ciò che ci può essere di introspettivo ed emotivo.
Il secondo è rappresentato da quegli studiosi che usano la propria personalità come
strumento per la valutazione e l’intervento nelle relazioni familiari; essi partecipano alla
costruzione di uno spazio condiviso con la famiglia nel quale quest’ultima possa
crescere considerando la conoscenza che ogni componente ha di sé.
SCHEMA:
INTERAZIONE E RELAZIONE
Due concetti basilari nella prospettiva
sistemico-relazionale
INTERAZIONE
RELAZIONE
Parte del comportamento Aspetto
profondo del
osservabile nel qui ed ora
comportamento, non sempre
osservabile a cui l’individuo
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6. partecipa con emozioni,
aspettative e motivazioni
PALO ALTO TEORICI
RELAZIONALI
Si basa sull’INTERAZIONE e Si basano sulla
RELAZIONE
ne fa l’oggetto di studio usando la
propria personalità
distaccandosi dalla sfera introspettiva come
strumento attraverso il
quale
creare uno spazio condiviso
con la
famiglia nel quale questa
ultima
possa crescere e progredire
MODELLO SISTEMICO
5) SULL’INTERSOGGETTIVITA’ DELL’OSSERVAZIONE
Con la prima cibernetica e Palo Alto l’osservazione viene vista come un’azione a senso
unico, esterna e naturale, unico mezzo per raggiungere una conoscenza obbiettiva della
realtà fondata sulla separazione tra osservatore ed osservato.
Solo con la seconda cibernetica e l’introduzione di fenomeni quali la soggettività
individuale si giunge alla concezione di un’osservazione come attività di scambio e
produzione di informazioni tra soggetti “attivi”. L’osservatore entra a far parte del
sistema osservato portando con se anche l’immaginazione creativa, prima
rappresentante della soggettività.
Si mette in rilievo quindi, l’importanza della relazione osservatore-osservato.
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7. L’osservazione in questo modo diventa autoreferente, ovvero, l’osservatore si confronta
con le esperienze passate che hanno contribuito alla formazione del proprio sé, utilizza
se stesso come mezzo di conoscenza.
L’oggettività è illusoria perché è l’osservatore che decide cosa osservare e a quale
metodo e teoria far riferimento.
La qualità delle informazioni che vengono raccolte, dipende soprattutto dalla natura del
rapporto che si va stabilendo tra lui e chi viene osservato.
Scegliere la relazione come oggetto e luogo dell’osservazione comporta delle
implicazioni:
• Compito dello psicologo relazionale è quello di osservare in che modo i singoli componenti
della famiglia percepiscono, spiegano, interpretano e attribuiscono significato ed
intenzionalità ai rapporti interpersonali in cui sono coinvolti;
• È importante osservare l’interdipendenza degli stati mentali di ciascun membro e le
premesse comuni a tutto il nucleo familiare;
• Psicologo relazionale e cliente partecipano entrambi alla co-creazione di una nuova realtà
di significati e pattern comportamentali che permette alla famiglia di riorganizzarsi secondo
modalità più funzionali.
La Psicologia relazionale si configura come la disciplina più adeguata a cogliere i
processi di crescita di una persona all’interno dei suoi contesti relazionali.
SCHEMA:
OSSERVAZIONE
Attività di scambio e produzione
Di informazioni tra soggetti attivi
RELAZIONE OSSERVATORE-OSSERVATO
La relazione si pone come oggetto e luogo della
Osservazione e la qualità delle informazioni
Raccolte dipende dalla natura del rapporto
Psicologo-paziente che si viene a creare
Per garantire tale tipo di osservazione
Bisogna:
osservare come i membri attribuiscono
significato ed intenzionalità
ai rapporti interpersonali in cui sono
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8. coinvolti;
osservare l’interdipendenza degli stati
mentali di ciascun membro e le
premesse comuni;
determinare una co-creazione di una
nuova realtà nella quale
la famiglia possa riorganizzarsi.
2) CICLO VITALE E PROCESSI EVOLUTIVI DELLA FAMIGLIA
1) IL TEMPO FAMILIARE
Ogni sistema familiare possiede una propria architettura temporale, ovvero, un tempo
che si organizza su due diverse linee, quella di un passato antico e quella di un futuro
basato sulle speranze e le aspettative delle generazioni più anziane.
Il passato della nuova coppia è formato dall’intreccio delle storie delle due famiglie
d’origine; il nuovo nucleo ne rappresenta il punto d’incontro.
Da qui, si arriva al “concetto di vita familiare” che implica l’adozione di una visione
processuale della famiglia.
Bisogna considerare la correlazione tra fattori di cambiamento come evoluzione dei
singoli individui e fattori legati ai compiti del gruppo familiare come sistema.
Il “processo evolutivo” della famiglia consiste in spostamenti in avanti, verso nuovi
stadi di sviluppo e in spostamenti all’indietro, per integrare il “vecchio” con il “nuovo”.
SCHEMA:
TEMPO FAMILIARE
Tempo che si basa su due linee
Un passato antico ed
Un futuro fatto di speranze e
Aspettative
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9. VISIONE PROCESSUALE
Bisogna considerare le correlazioni
Fra evoluzione individuale all’interno
Del sistema ed evoluzione dei fattori
Legati ai compiti del gruppo familiare
PROCESSO EVOLUTIVO
La famiglia effettua spostamenti in avanti
Per raggiungere nuovi stadi di sviluppo
Spostamenti all’indietro
Per riorganizzarsi e integrare vecchio con nuovo
2) IL CICLO DI VITA: LA FAMIGLIA COME SISTEMA CHE SI MODIFICA NEL TEMPO.
La famiglia è un sistema vivente che si sviluppa seguendo un processo per stadi inseriti
in una dimensione temporale.
Passa attraverso una serie di epoche definite:
• Plateau, ovvero periodi di stabilità strutturale;
• Transizione, ovvero periodi caratterizzati da profonde trasformazioni psicologiche e
strutturali.
Nello sviluppo del sistema familiare ci sono, quindi, periodi di equilibrio nei quali vige
una profonda padronanza di funzioni e capacità e periodi di squilibrio grazie ai quali il
sistema, si dirige verso un nuovo stadio più complesso.
Quindi la famiglia è un sistema complesso predisposto ad una stabilità dinamica in
grado di perseguire una evoluzione attraverso un processo di perdita dell’equilibrio e di
riorganizzazione verso un nuovo ordine di equilibrio instabile.
Sono di due tipi gli eventi che spingono al passaggio in una nuova fase:
• Eventi normativi, ovvero quegli eventi che sono noti e prevedibili e che innescano
periodiche trasformazioni della struttura;
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10. • Eventi paranormativi, ovvero quegli eventi che non sono prevedibili e che moltiplicano le
modificazioni della struttura relazionale del sistema familiare.
Queste situazioni critiche mettono a dura prova il sistema relazionale e richiedono un
cospicuo utilizzo di energie per poterle superare e per poter riorganizzare tutta la
struttura familiare.
L’entità dell’evento critico comunque è determinata dal significato che viene attribuito
loro dalla famiglia e dal momento in cui si verifica. Il superamento dei momenti critici
dipende dal grado di minaccia attribuitogli e dalle risorse a disposizione della famiglia
stessa.
Quando la famiglia si blocca e non attua un cambiamento, possono sorgere problemi e
disturbi.
Il modello del ciclo vitale consiste proprio nel poter osservare il cambiamento e la
riorganizzazione nel passaggio da una fase all’altra. Inoltre lo stress legato alle
trasformazione costituisce un potenziale di sviluppo. Tale stress è generato
dall’opposizione di due diverse tendenze nel periodo di transizione tra il cambiamento e
la riorganizzazione:
• Il desiderio di tornare indietro a situazioni note e familiari;
• L’aspettativa della conquista di nuove possibilità che si prospettano cariche di potenziali
positivi.
La visione temporale della famiglia ha conferito al termine “crisi” un significato positivo.
La crisi è solo il momento iniziale, ovvero la scintilla che apre le porte di un nuovo
stadio tutto da conoscere. Questa comporta la ripresa della crescita verso livelli di
differenziazione più elevati.
Il superamento di tali momenti dipende dalle risorse interne della famiglia.
Infine, ogni fase del ciclo vitale riguarda almeno tre diverse generazioni, questo perché
ogni evento critico ha un impatto diverso sulle persone che vivono ruoli diversi.
SCHEMA:
PROCESSO PER STADI
Tra uno stadio e l’altro troviamo:
MOMENTI DI PLATEAU MOMENTI DI
TRANSIZIONE
DUE EVENTI CHE SPINGONO
AD UNA NUOVA FASE
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11. Normativi
Paranormativi
Eventi attesi e prevedibili
eventi non prevedibili che
Che innescano periodiche
moltiplicano le modificazioni
Trasformazioni della struttura
della struttura familiare
SITUAZIONI CRITICHE
Il loro superamento dipende
Dal grado di minaccia attribuitogli dalla
Famiglia e dalle risorse possedute
Da quest’ultima
RISORSE
Determinate della stress
Legato alla situazione di crisi
STRESS
Determinato dall’opposizione di
Due diverse tendenze nel
Momento di transizione tra
Il vecchio e il nuovo stadio
Il desiderio di tornare indietro
l’aspettativa di conquista di nuove
A fasi di sviluppo conosciute e
possibilità cariche di potenziale
Meno spaventose
positivo
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12. 3) DIMENSIONE PLURIGENERAZIONALE DEL CICLO DI VITA FAMILIARE
La storia di ogni sistema familiare è caratterizzata “dall’intreccio di storie individuali,
legami intergenerazionali ed esperienze condivise”, che si susseguono in un tempo che
trova forma nel “perpetuarsi delle generazioni”.
Anche se la famiglia è suddivisa in diversi nuclei, essa rimane legata attraverso “fili
invisibili” che ricollegano tutte le generazioni ad un unico tempo familiare.
Ogni individuo, che nasce in una famiglia, è chiamato a rispettare aspettative e ruoli e
a sottostare a norme, valori e comportamenti prestabiliti.
L’osservazione trigenerazionale di una famiglia, ci permette di studiare il riproporsi
ciclicamente dei cosiddetti nodi da sciogliere ovvero, le modalità con cui vengono
affrontati i momenti di crisi di una famiglia.
L’individuo deve interiorizzare le regole del sistema relazionale in cui è inserito e
sviluppare una serie di lealtà nei suoi confronti.
Viene a crearsi così, un sistema di crediti e debiti da saldare tra genitori e figli.
Questi ultimi una volta cresciuti dovranno trovare il modo per saldare il debito
accumulato durante la permanenza a casa dei genitore anche dopo lo svincolo dalla
famiglia.
Difficile inoltre è trovare un equilibrio tra lealtà orizzontali quali quelle con il coniuge e
lealtà verticali quali quelle con le generazioni precedenti.
Di solito, il mettere al mondo una nuova generazione è visto come la “restituzione” alla
generazione precedente di ciò che si è ricevuto.
SCHEMA:
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13. DIMENSIONE PLURIGENERAZIONALE
Intreccio di storie individuali, legami
Intergenerazionali e esperienze condivise
In un unico tempo familiare
INDIVIDUO COME MEMBRO
DELLA FAMIGLIA
Interiorizzare regole e sviluppare lealtà
Deve rispettare aspettative e ruoli stabiliti
FIGLI DEBITORI
NUOVA COPPIA
Restituiscono ciò che hanno ricevuto
l’individuo sviluppa delle lealtà
Attraverso la creazione di una
con il rispettivo partner
Nuova generazione
LEALTA’ VERTICALI LEALTA’
ORIZZONTALI
4) I MITI FAMILIARI COME ESPRESSIONE E VEICOLO DELLA CULTURA FAMILIARE
L’identità culturale di una famiglia è caratterizzata da un sistema di valori ideo-affettivi
modellato nel tempo da più generazioni che riguarda comportamenti e aspettative
caratterizzanti l’esercizio dei ruoli e il modo di affrontare gli eventi significativi.
Il modello normale della famiglia può essere costruito sulla base di una condivisione di
un’immagine idealizzata ovvero il mito. Attraverso il mito, vengono trasmesse alle
nuove generazioni, modalità di comportamento relazionale, valori, ruoli e funzioni.
Il mito può essere considerato un modello interpretativo necessario per interpretare la
realtà familiare.
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14. Importante per lo psicologo relazionale è lo studio della funzione del mito, che è quella
di trasmettere significati attraverso un materiale “significante” condiviso.
Il mito nasce grazie all’esaltazione nel tempo, di aspetti significativi di un oggetto in cui
spiccano elementi “organizzatori” capaci di tracciare un tema o una trama.
Essendo un prodotto di un pensiero collettivo, conduce alla cristallizzazione di alcune
idee che non riguardano l’oggetto mitico in sé, ma l’insieme dei soggetti che
contribuiscono a mantenere il mito in vita.
Il mito possiede un significato interpersonale molto importante dato dalla cooperazione
di più soggetti e dall’unione di una rete di rapporti dispiegata nel tempo.
Il tempo è un elemento fondamentale: più passa il tempo più il mito si rafforza.
Caratteristiche principali del mito sono:
• Ridondanza, ovvero riproposizione nel tempo del mito;
• Astoricità, ovvero il mito fa parte del patrimonio storico di più di una generazione;
• Uso del concreto, ovvero il mito utilizza personaggi, eventi, cose reali;
• Rappresentatività, ovvero il mito è capace di rappresentare la visione condivisa della realtà
sulla quale è costituita l’identità dei singoli.
SCHEMA:
MITO
Condivisione di una
Immagine idealizzata;
rappresentate di modalità
di comportamento relazionale
valori, ruoli e funzioni
PRODOTTO DEL
PENSIERO COLLETTIVO
Porta alla cristallizzazione
Di idee che riguardano i
Soggetti che mantengono
In vita il mito stesso
CARATTERISTICHE
RIDONDANZA ASTORICITA’ USO DEL
RAPPRESENTATIVITA’
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15. CONCRETO
I VALORI MITICI: OSTACOLO O RISORSA NEL PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE
Il mito viene vissuto dall’individuo come una “nicchia protettiva” e dalla famiglia come
la propria “identità culturale” alla quale tutti possano attingere.
I miti familiari proprio per la loro onnipresenza possono essere una risorsa o un
ostacolo nel processo di individualizzazione dei singoli membri del nucleo familiare.
Tale processo vede lo sviluppo della personalità dell’individuo inserito in un duplice
processo di continuità e crescita, che porta al congiungersi di sentimenti di
appartenenza e desiderio di separazione. Se il mito viene assimilato, diventerà una
grande risorsa per la persona che ha scelto di seguirlo. Se, invece, prevalgono gli
aspetti di vincolo, lo squilibrio tra vicinanza e separazione si evidenzia portando
l’individuo ad inglobare il mito come un insieme di conoscenze a lui estranee e
distaccate. Elaborare il mito familiare significa accettarlo e farlo proprio come base del
processo di separazione. Credere nel mito significa sentirsi meno soli, non abbandonati
a se stessi, ma rassicurati dalla presenza costante della famiglia.
È all’interno di questa fitta rete di relazioni “trigenerazionali” che nasce e si sviluppa
l’identità del singolo individuo; è da qui che si avvia il processo di differenziazione del
sé.
SCHEMA:
MITO
Identità Culturale
Nicchia Protettiva
Famiglia
Individuo
PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE
Il mito può essere una RISORSA
o un OSTACOLO
RISORSA
OSTACOLO
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16. Prevale un senso di
il mito viene vissuto
Appartenenza al sistema
come insieme di elementi
familiare e quindi una
estranei alla propria individualità
Accettazione del mito
quindi di intralcio al processo
Come proprio
di differenziazione del sé
5) DIFFERENZIAZIONE DEL SE’
Differenziazione sta ad indicare il processo di svincolo dell’individuo attraverso il lavoro
continuo di autodefinizione e di individualizzazione.
Tale processo è influenzato da diversi fattori tra i quali il principale è rappresentato
dalla reazione del sistema emotivo della famiglia nucleare a sua volta influenzato dal
clima della famiglia d’origine.
Colui che si interessò principalmente al concetto di differenziazione è Bowen il quale
coniò il concetto di “massa indifferenziata dell’Io familiare” e il concetto di “ritorno a
casa sistematico”.
Secondo Bowen, le forze transgenerazionali sono alla base delle relazioni attuali, ovvero
le difficoltà presenti nel rapporto di coppia attuale, rappresentano una sorta di
riparazione o cancellazione degli antichi paradigmi relazionali, sentiti come disturbanti.
Bowen rappresenta questo processo come parte di un continuum che va dalla fusione
estrema alla totale differenziazione del sé. L’ultimo stadio di questa scala rappresenta
la perfezione ovvero una maturità emotiva completa che è quasi impossibile riscontrare
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17. nella realtà. La cosa più importante è raggiungere un giusto equilibrio tra appartenenza
e separazione.
SCHEMA:
DIFFERENZIAZIONE DEL SE’
Processo di svincolo dell’individuo
Attraverso individualizzazione e autodefinizione
È influenzato della reazione del sistema
Emotivo della famiglia nucleare
BOWEN
1° CONCETTO
2° CONCETTO
“Massa indifferenziata dell’Io familiare” “ritorno a
casa sistematico”
Forze transgenerazionali
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18. Influenzano le relazioni attuali
Della nuova coppia che
Le percepisce come disturbanti
CONTINUUM
Fusione completa
Totale differenziazione del sé
6) TAGLIO EMOTIVO
Il taglio emotivo subentra dopo una separazione prematura dell’individuo dal nucleo
familiare, attraverso la quale si cerca di evitare il confronto e la risoluzione dei problemi
insorti durante il processo di separazione-individuazione.
Ne conseguirà la nascita di un sistema relazionale difettoso nel rapporto di coppia
formatosi dopo la improvvisa separazione dell’individuo.
Quest’ultimo cercherà di trovare nella nuova relazione la chiave per risolvere i
problemi.
Questa sorta di sradicamento parziale o totale, porta il soggetto a vivere in una
condizione di inquietudine esistenziale che si ripercuote su tutti i rapporti da
quest’ultimo condivisi.
Secondo Bowen l’unico modo per poter superare il taglio emotivo è quello di far
riconnettere l’individuo al momento in cui il taglio è avvenuto cercando di intraprendere
una ricostruzione attiva dei legami emotivi intergenerazionali ed una elaborazione
attiva delle perdite che non devono essere negate, ma comprese e fatte proprie.
SCHEMA:
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19. TAGLIO EMOTIVO
Separazione prematura dell’individuo
Dal nucleo familiare
Conseguenze sul rapporto di coppia
E creazione di uno stato di
Inquietudine esistenziale
BOWEN
Ricostruzione attiva dei legami
Intergenerazionali
Elaborazione del lutto
7) FIGLIO CRONICO
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20. Condizione che si manifesta nell’adulto incapace di superare la fase precedente quella
della maturità. Comporta meccanismi di negazione che giustificano la dipendenza dai
propri genitori come dovuta; una sorta di lealtà che sarà la causa di disfunzioni sociali,
coniugali e familiari.
Il rapporto coniugale soprattutto, tende al deterioramento per via della permanente
intrusione della famiglia d’origine dell’uno o dell’altro coniuge. Tale intrusione non potrà
essere evitata fino a quando non avverrà una vera e propria separazione dell’individuo
dal nucleo familiare d’origine.
SCHEMA:
FIGLIO CRONICO
Mancata separazione dal
Nucleo genitoriale d’origine
E conseguente intrusione
Della famiglia d’origine nel
Rapporto coniugale
DETERIORAMENTO DELLA COPPIA
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21. 3) EVOLUZIONE DEL SISTEMA FAMIGLIA: CONSOLIDAMENTO DI NUOVE FORME FAMILIARI
1) PREMESSA
Famiglia e società sono in stretta correlazione: al mutare della società cambiano anche
tutte le strutture e le funzioni familiari.
Ma questa correlazione non è a senso unico, infatti la famiglia rappresenta un elemento
attivo responsabile del mutamento sociale, è uno degli attori principali che
contribuiscono a definirne i modi e i sensi.
Negli ultimi cinquant’anni è iniziato un processo di trasformazione della famiglia
lasciandola comunque, il primo sistema di reti di solidarietà sul quale “le persone
continuano ad investire e costruire il proprio senso di identità ed appartenenza”.
SCHEMA:
FAMIGLIA E SOCIETA’
Stretta correlazione
Al variare dell’una
Varia anche l’altra
FAMIGLIA
Si sta modificando
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22. Pur rimanendo
Il primo sistema
Di solidarietà dove
L’individuo può formare
La propria identità e
Senso di appartenenza
2) CAMBIAMENTI DEMOGRAFICI E NUOVE FORME DI FAMIGLIA
Le trasformazioni della struttura familiare dipendono anche, dal cambiamento di alcuni
fenomeni demografici.
Il primo è il rinvio della nascita del primogenito con il continuo calo della fecondità nei
primi anni di matrimonio; questo porta all’innalzamento dell’età media delle madri alla
nascita del primogenito e caduta delle nascite di ordine superiore a due.
Un altro fattore demografico è la crisi della nuzialità rappresentata dal calo del numero
di matrimoni e dalla fragilità dell’unione coniugale.
Queste trasformazioni demografiche hanno portato ad una pluralità di forme familiari.
SCHEMA:
FENOMENI DEMOGRAFICI
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23. Rinvio della nascita del Calo della fecondità nei Innalzamento
dell’età Crisi della nunzialità
Primogenito primi anni di matrimonio delle madri al
1°f
PLURALITA’ DI FORME FAMILIARI
3) FAMIGLIE MONOGENITORIALI
La prima forma di famiglia è quella monogenitoriale, ovvero la famiglia avente un solo
genitore ed almeno un figlio.
Tale famiglia è tra le più rinomate per via delle difficoltà che incontra a livello sia
relazionale che sociopolitico.
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24. Derivano, comunque, da scelte individuali volontarie e si rispecchiano nella fragilità
coniugale che sta diventando sempre più comune.
Un elemento ricorrente in questo tipo di famiglia è la femminilizzazione del nucleo
familiare perché nell’80% dei casi l’unico genitore è di sesso femminile.
Importante inoltre, è considerare le problematiche derivanti dal divorzio che vede
principalmente l’affidamento dei figli alla madre anche e soprattutto a livello
consensuale; così il divorzio oltre ad essere un evento critico a livello sociale ed
economico, lo diventa anche sul piano psicologico.
I figli devono superare difficoltà sotto molti punti di vista soprattutto se fra i genitori
vige una forte conflittualità.
Anche la qualità delle relazioni genitore-figlio viene toccata, infatti si rischia di produrre
relazioni o di eccessiva dipendenza o di troppa disinvolta emancipazione che porta il
figlio ad assumersi un ruolo che non gli compete, quello di compagno sostitutivo
accanto al genitore rimasto solo.
Inoltre, molte madri con figlio ritornano a casa dai genitori dopo il divorzio creando una
sorta di dispersione dei confini: madre e figlio si trovano sullo stesso piano
generazionale, si perdono i ruoli originari dando inizio al rinvio delle responsabilità
materne che vengono sostituite dalla famiglia estesa.
SCHEMA:
FAMIGLIE MONOGENITORIALI
Famiglie formate da un unico
Genitore, principalmente di
Sesso femminile ed almeno
Un figlio
Deriva da una scelta
Individuale volontaria
Porta problematiche di tipo
Sociale ed economico
Oltre che psicologico
Si perdono i ruoli
Originari e vi è confusione
Dei confini generazionali
Madre e figlio si
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25. Ritrovano sullo stesso
Piano generazionale
RITORNO ALLA FAMIGLIA DI ORIGINE
4) FAMIGLIE RICOSTITUITE
La famiglia ricostituita è formata da due persone provenienti entrambe o solo una di
esse da un precedente matrimonio che vivono insieme ai figli nati da questo precedente
matrimonio e molte volte ai figli nati dalla più recente unione.
Le problematiche scaturite da questo tipo di famiglia sono principalmente tre ovvero,
incertezza nei confini, nei termini da utilizzare e nei ruoli assunti.
La famiglia ricostituita può essere vista come una risorsa sia a livello affettivo che
relazionale, perché i figli possono rapportarsi con una famiglia più estesa rispetto ad
una famiglia tradizionale e può crearsi una fitta rete di solidarietà familiare.
Tuttavia la nascita di queste nuove relazioni può causare svariati problemi.
Primo fra tutti è la difficoltà di stabilire il ruolo del genitore acquisito; gli adulti
dovranno sforzarsi di trovare un sistema equilibrato che non vada ad infierire in
maniera traumatica sui figli che si troveranno confusi in presenza di una persona che
all’apparenza cerca di prendere il posto del proprio genitore biologico.
Un altro problema molto sentito è la funzione educativa del genitore non biologico;
quest’ultimo non ha un ruolo stabile, ma flessibile e non sovrapponibile a quello del
genitore biologico.
Mancano norme sociali e giuridiche alle quali tali famiglie possano far riferimento e che
regolino in modo organico la loro vita.
SCHEMA:
FAMIGLIE RICOSTITUITE
Due persone provenienti entrambe
O solo una da un precedente
Matrimonio con figli nati da
Quest’ultimo e dalla nuova unione
RISORSA RELAZIONALE
I figli godono di una
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26. Fitta rete di relazioni familiare
Per via dell’estensione
Dei membri della famiglia
Dopo la seconda unione
PROBLEMATICHE
RUOLO: il nuovo genitore
Non potrà mai sovrapporsi al
Genitore biologico;
verrà visto come un intruso
inizialmente
EDUCAZIONE: il genitore acquisito
Avendo un ruolo flessibile
Non potrà essere visto come
Una figura educativa inizialmente
MANCANZA DI NORME SOCIALI E GIURIDICHE
5) FAMIGLIE UNIPERSONALI
Tali famiglie sono composte da un solo membro che vive solo.
Si distinguono in base all’età: i giovani tendono a rimanere celibi o nubili per via del
rinvio provvisorio nell’assunzione di responsabilità adulte; gli adulti dopo una
separazione o un divorzio non si sentono pronti ad affrontare una nuova relazione; gli
anziani vivono soli per via della perdita del loro coniuge.
I giovani vivono così una sorta di condizione che funge da intermezzo tra più
esperienze di vita di coppia con caratteristiche di instabilità e breve durata.
Per Louis Roussel è una “modalità di realizzazione personale provvisoria” in attesa di
un nuovo rapporto.
SCHEMA:
FAMIGLIE UNIPERSONALI
Sono quelle famiglie formate
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27. Da una sola persona
GIOVANI: rinvio delle responsabilità
Di una persona adulta
Utilizzano questa forma familiare
Come una modalità di realizzazione
Personale provvisoria
ADULTI: rimasti soli dopo
Un divorzio o una separazione
Non hanno il coraggio o la voglia
Di ricostruirsi una vita di coppia
ANZIANI: per lo più vedove/i
Che hanno perso il proprio coniuge
6) FAMIGLIE DI FATTO
Le famiglie di fatto scaturiscono dalla crisi della nuzialità e sono rappresentate da quelle
coppie che scelgono di non istituzionalizzare la loro unione nel timore di un fallimento.
La minore presenza di figli è un’altra caratteristica di queste famiglie rispetto alle
coppie coniugate. Questo perché le famiglie di fatto basano il loro rapporto sulla vita di
coppia e sull’autorealizzazione personale non sulla procreazione.
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28. Nel nostro paese questa nuova forma familiare sta prendendo piede anche se in
maniera impercettibile. Rappresentano un tasso molto basso e questo per svariati
motivi.
La non completa accettazione sociale di questo tipo di vita di coppia; la tendenza dei
giovani di permanere a casa anche dopo il raggiungimento dell’età adulta e la tendenza
di vivere quindi rapporti di coppia sotto tetti diversi.
Anche dopo la fine un precedente matrimonio vi è la propensione a formare un nucleo
familiare senza vincoli matrimoniali e senza una stabile convivenza per timore di
incappare in un ulteriore fallimento. A risentirne, di questa nuova situazione sono i figli
i quali saranno circondati principalmente da figure femminili stabili e figure maschili
mobili.
SCHEMA:
FAMIGLIE DI FATTO
(convivenza)
coppie che non scelgono
di istituzionalizzare
la loro unione
e che convivono sotto
lo stesso tetto
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29. CARATTERISTICHE
Minore presenza di figli
Maggiore propensione alla
Autorealizzazione personale
E alla vita di coppia
7) FAMIGLIE ADOTTIVE
Ogni singola esperienza adottiva rappresenta una storia unica ed irripetibile.
Ogni coppia che accoglie un bambino rappresenta un microcosmo che dovrà abituarsi
alla presenza di un nuovo membro nel nucleo familiare.
Per effetto dell’adozione il sistema famiglia si modifica e non si ferma a questa prima
tappa. L’adozione è solo l’inizio di una serie di cambiamenti nella ricerca di una
dimensione nella quale venga salvaguardato il senso di appartenenza.
La qualità della relazione nell’esperienza adottiva dipende dai vissuti precedenti la
scelta dell’adozione.
La coppia deve scegliere se affrontare il problema della sterilità ed elaborarlo, oppure
negarlo arrivando così alla creazione di un ambiente sfavorevole e poco accogliente per
il bambino adottato.
Quest’ultimo porta con sé un bagaglio, un’esperienza delle volte traumatica che va dal
ricordo della perdita della precedente famiglia a l’aver vissuto situazioni particolari
prima di essere adottato.
I genitori adottivi dovranno avere la forza di gettare un ponte tra la storia passata del
bambino e l’esperienza adottiva per far sì che il bambino possa esprimersi liberamente,
possa esprimere liberamente le proprie emozioni.
Importante per la famiglia adottiva è il supporto della propria famiglia allargata e per
quanto riguarda il nuovo arrivato è importante anche il supporto fraterno qualora
fossero presenti figli naturali.
SCHEMA:
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30. FAMIGLIE ADOTTIVE
Rappresentate da quelle
Coppie che per problemi
Di qualsiasi natura
Non possono avere figli
Naturali e per questo decidono
Di adottare un bambino
Nato da un altro rapporto
La coppia per forza di cose
Dovrà modificare il proprio
Stile di vita per far sì
Che il bambino possa integrarsi
Più facilmente
I cambiamenti continuano
Fino a quando non si arriva
Ad una dimensione in cui
Possa essere salvaguardato
Il senso di identità ed appartenenza
IL BAMBINO
Porta con se una storia
Delle volte anche difficile
Si deve costruire un ponte tra
Passato e presente così che il bambino possa sentirsi
Libero di esprimere se stesso.
8) MATRIMONI MISTI
Per matrimonio misto si intende l’unione di un individuo autoctono e di un individuo
straniero in un “contesto migratorio”.
Determina l’incontro di due culture diverse e quindi rappresenta la spia di un
mutamento evidente dell’istituzione famiglia.
È possibile identificare alcune tematiche di rilievo che la coppia mista dovrà
continuamente affrontare diversamente dalle altre tipologie di coppia.
Prima di tutto la diversità che può contribuire a far nascere l’attrazione tra de persone.
Successivamente però, tale scelta di condividere la propria vita insieme ad una persona
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31. diversa dal proprio gruppo può rappresentare un problema in quanto può essere vista
dalla famiglia d’origine come una sorta di tradimento o rifiuto delle proprie radici.
La nascita dei figli può essere l’elemento necessario per un riavvicinamento alle proprie
famiglie d’origine, ma può essere anche la fonte di ulteriori tensioni all’interno della
coppia mista.
Tali tensioni scaturiscono principalmente in rapporto al tipo di educazione che si dovrà
attuare con i figli, se quella della madre o del padre.
Principalmente il problema nasce se vi è, nella coppia, differenza di religione. Si
potrebbe arrivare addirittura all’estromissione di una delle due culture.
In caso di divorzio i problemi aumentano ed i figli che dovrebbero trarre maggiori
risorse da questo tipo di unione, si trovano contesi fra due fuochi ed in attesa di
continui trasferimenti.
Se la coppia comprende che ciò che c’è di diverso sono solo i punti di vista può solo che
trarre beneficio dalle diversità usandole come punti di forza e non di scontro.
SCHEMA:
MATRIMONI MISTI
Coppia formata da un individuo
Autoctono ed un individuo straniero
Diversità, educazione, nascita di figli, divorzio
Sono le principali tematiche affrontate
Da questo tipo di sistema familiare
Tali tematiche potrebbero tramutarsi
In problematiche allorquando la
Coppia non riesca a comprendere
Che ciò che c’è di diverso sono
Solo i punti di vista
I figli dovrebbero uscirne avvantaggiati
In quanto vivere conoscendo due
Diverse culture può portare
All’ampliamento delle risorse
Relazionali e affettive
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32. 9) FAMIGLIE IMMIGRATE
La famiglia migrante si situa tra la società d’origine e la società che l’accoglie e questo
tende ad incidere sulle normali fasi del ciclo di vita familiare. Il passato vissuto nella
terra natia determinerà il futuro e il tipo di aspettative di questa forma familiare.
Per questo il migrante ha il dovere di non dimenticare le tradizione della propria
famiglia e del proprio paese d’origine pur cercando di vivere in modo completo e
soddisfacente la nuova realtà che lo circonda.
Vi sono diversi modelli adattivi per la famiglia immigrata:
• Inclusivo, ovvero caratterizzato dal tentativo di instaurare rapporti molto stretti ed esclusivi
con persone provenienti dallo stesso Paese d’origine;
• Espansivo, ovvero caratterizzato da un’apertura nei confronti dell’ambiente circostante.
Chi subisce maggiori conseguenze determinate dalla migrazione è la prima
generazione, la quale deve affrontare la mediazione tra l’impatto con l’esterno, la
gestione della relazione con i figli e la ridefinizione dei rapporti con la famiglia d’origine.
Un altro problema importante è quello dell’educazione dei figli, spia del modello
adattivo scelto dalla famiglia immigrata.
La seconda generazione è a rischio, perché dipende completamente dalle scelte dei
genitori e contraddire queste scelte comporterebbe la difficoltà a riconoscersi
pienamente appartenenti alla cultura d’origine o a quella ospitante.
Contraddire la prima generazione sembrerebbe quasi tradire la lealtà dovuta alla
famiglia. Sarà compito della terza generazione trovare i giusti collegamenti tra passato
e futuro e tra esigenze della cultura familiare di appartenenza e esigenze del nuovo
ambiente sociale.
SCHEMA:
FAMIGLIE IMMIGRATE
Famiglie che si trovano in sospeso
Tra la società d’origine e la
Società che accoglie
MODELLI ADATTIVI
Inclusivo: esclusione dell’ambiente ospitante
preferenza persone stesso paese d’origine
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33. Espansivo: apertura al nuovo ambiente sociale
PROBLEMATICHE:
• Impatto con l’esterno
• Gestione della relazione con i figli
• Ridefinizione dei rapporti con la famiglia d’origine
• Educazione dei figli come spia del modello adattivo
10) COPPIE OMOSESSUALI
L’omosessualità oggi è vista come una condizione esistenziale caratterizzata da
affettività, progettualità e relazione.
Le coppie omosessuali si pongono come una sfida al tradizionale modo di concepire la
relazione intima duale.
Comunque la maggioranza degli eterosessuali riserva ancora oggi un trattamento
discriminatorio alle coppie gay; esiste ancora una sorta di rifiuto che costringe queste
persone a vivere la propria vita sentimentale ed affettiva in un contesto di marginalità
sociale.
Questo deriva da un’errata lettura patologica dell’omosessualità che ha portato a
considerare come cause della “malattia omosessuale” le relazioni disfunzionali della
famiglia d’origine.
Per la coppia omosessuale la confessione ai genitori della propria omosessualità è la
fase più dura da affrontare. Tale confessione è in grado di provocare forti mutamenti
nel sistema familiare a livello sia individuale che interpersonale.
Diciamo che la dichiarazione d’essere omosessuali è strettamente correlata con il
desiderio dell’individuo omosessuale di differenziarsi e di stabilire nuovi rapporti
emotivamente significativi. Il non riuscire a confessare la propria omosessualità è indice
di stallo evolutivo nel processi di separazione-individuazione.
SCHEMA:
COPPIE OMOSESSUALI
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34. Si pongono come sfida al tradizionale
Modo di concepire la relazione
Affettiva duale
Ancora oggi viene vista come
Coppia malata a causa di
Disfunzioni nelle relazioni
Vissute con la famiglia d’origine
CONFESSIONE
Mezzo per raggiungere la differenziazione
E la costruzione di nuovi rapporti
Emotivamente significativi
NON CONFESSIONE
Evidenzia una situazione di stallo
Evolutivo nel processo
Di separazione-individuazione
4) MODALITA’ DI OSSERVAZIONE DELLA FAMIGLIA
1) PREMESSA
Per conoscere un individuo, anche in un contesto individualista come il nostro, bisogna
conoscere la sua storia familiare.
Punto di osservazione privilegiato di uno psicologo relazionale è il mondo interpersonale
e il contesto in cui tali relazioni vengono a svilupparsi.
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35. Secondo gli studiosi e gli psicologi relazionali basare la propria osservazione sul modello
diadico equivarrebbe a dividere in piccole parti un intero sistema perdendo il senso
totale delle relazioni.
SCHEMA:
INDIVIDUO
Per conoscerlo bisogna
Osservare e conoscere la
Sua storia familiare
Costruisce la propria individualità
Sulla base di un contesto
Relazionale emotivamente significativo
PSICOLOGO RELAZIONALE
Studia il mondo interpersonale
E il contesto relazionale
Per arrivare a conoscere l’individuo
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36. 2) IL TRIANGOLO COME UNITA’ MINIMA DI OSSERVAZIONE
Utilizzare il triangolo come unità minima di osservazione permette di studiare il sistema
familiare nei suoi processi normali prima e patologici poi.
Questo permette di guardare all’individuo nella sua dimensione trigenerazionale
portando ad una rilettura delle relazioni attuali in modo più efficace e complesso.
L’individuo appare come un’entità più ricca e completa, libero di spaziare nel tempo.
Quindi l’unità di osservazione da considerare non è più il singolo, ma l’insieme dei
rapporti in cui la persona è coinvolta costantemente.
SCHEMA:
TRIANGOLO
Unità minima di osservazione
In grado far guardare all’individuo
Nella sua dimensione trigenerazionale
Capace di dare il giusto significato alle
Relazioni attualmente vissute dal soggetto
UNITA’ DI OSSERVAZIONE
L’insieme dei rapporti che
Coinvolgono l’individuo
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37. 3) IL GENOGRAMMA E LA SCULTURA FAMILIARE
Compito dello psicologo relazionale è quello di partecipare attivamente all’osservazione
del sistema familiare arrivando insieme ad esso, alla creazione di una nuova trama
narrativa e di una nuova realtà di significati.
Questa rivisitazione della storia evolutiva famigliare e consecutiva creazione di una
nuova trama arricchita da nuovi significati, viene rappresentata attraverso la
costruzione del genogramma, ovvero, un supporto grafico che stimoli la narrazione e la
comunicazione verbale dei membri del sistema familiare.
Diverse modalità di rappresentazione sono:
• scultura familiare
• role-playing
• gioco psicodrammatico
sono modalità che consentono la “ricostruzione familiare”, ovvero il ripercorre tappe
importanti della storia familiare partendo da ricordi specifici di avvenimenti accaduti in
epoche precise.
Queste diverse forme di rappresentazione sono considerate analogiche, in grado di
suscitare emozioni e di far riscoprire nuovi significati.
SCHEMA:
GENOGRAMMA
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38. Mezzo di rappresentazione grafica
Che funge da supporto nella
Narrazione della propria storia
Familiare
MODALITA’ ANALOGICHE
→Scultura familiare
→Role-playing
→Gioco psicodrammatico
Sono modalità che permettono non
Solo di rappresentare la storia
Familiare, ma anche di provare
Sensazioni, emozioni e di far riscoprire
Nuovi significati da attribuire
4) DALL’ALBERO GENEALOGICO AL GENOGRAMMA
Il genogramma può essere definito anche “albero psicologico” che si differenzia
dall’albero genealogico per la presenza di eventi significativi e altri particolari
importanti. Attraverso il genogramma l’individuo può descrivere lo sviluppo storico della
propria famiglia, essendo una rappresentazione grafica dei rapporti trigenerazionali.
Questo strumento permette una rilettura della propria storia famigliare che possa
svelare blocchi emotivi, segreti, miti ed alleanze in modo tale da poterli rielaborare per
strutturare, insieme con lo psicologo relazionale, un nuovo e più adatto progetto di
vita.
Diciamo che il genogramma è un mezzo per scoprire quanto si vive la propria storia e
quanto quella che altri hanno deciso per noi.
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39. Riesce a rendere l’individuo cosciente del fatto che è un membro di un complesso
sistema, il quale lo influenza nelle scelte e nel modo di vivere la propria vita.
È uno strumento che permette allo psicologo relazionale di individuare nuove
configurazioni tra i triangoli, ovvero può osservare ogni membro come elemento di
diversi triangoli contemporaneamente.
Varianti del genogramma classico sono: il genogramma sessuale, il genogramma
vivente, il genogramma fotografico. Tale strumento può essere utilizzato anche nelle
terapie di gruppo, ma in realtà è di ottimo utilizzo principalmente nelle terapie di
coppia.
SCHEMA:
GENOGRAMMA
Strumento di rappresentazione
Grafico dei rapporti trigenerazionali
Esistenti nella famiglia di un soggetto
Permette di visualizzare il processo
Evolutivo di una famiglia e di
Evidenziare eventi significativi
Che se riletti danno la possibilità al soggetto
Di costruire un nuovo progetto di vita
STRUMENTO TRIGENERAZIONALE
Tiene in considerazione almeno tre
Generazioni di una stessa famiglia
Così che l’individuo possa visualizzarsi
All’interno di un contesto molto più
Ampio e dettagliato
VARIANTI
Genogramma sessuale
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40. Genogramma vivente
Genogramma fotografico
5) LA SCULTURA FAMILIARE
La scultura famigliare fu introdotta da Virginia Satir negli anni ’70 ed è uno strumento
in grado di rappresentare in modo visivo e spaziale l’immagine della coppia attraverso
la disposizione dei corpi nello spazio, il tipo di postura e il gioco delle vicinanze e
distanze. È quindi una rappresentazione analogica dei normali comportamenti
all’interno del contesto familiare, accompagnata spesso dal commento dei singoli
membri che costituiscono il sistema familiare stesso.
Attraverso questo strumento di osservazione si da la possibilità di unire al resoconto
verbale l’emergere di emozioni vere suscitate da questa nuova modalità di rapportarsi.
Riesce ad introdurre nuove informazioni che saranno la base sulla quale poter lavorare
e creare un nuovo progetto di vita. Mette in luce le immagini internalizzate della
famiglia, i vuoti che si sono creati. Grazie alla scultura familiare i membri della famiglia
si trovano coinvolti in un’area transizionale, nella quale l’esperienza vissuta è vissuta
“come se” fosse reale.
Alla Satir si deve l’introduzione della scultura famigliare trigenerazionale nella quale si
può osservare anche la partecipazione della famiglia d’origine. A Onnis si deve il
tentativo di reintrodurre il tempo in un sistema familiare che sembra averlo perso,
attraverso un metodo definito “le sculture del tempo”. Il soggetto deve rappresentare la
sua visione del sistema familiare nel passato, presente e futuro.
Questo muovere dal concreto all’astratto e viceversa è la chiave necessari per poter
attuare dei cambiamenti. Attraverso questo spostamento si introduce nella famiglia un
senso di incertezza e probabilità che sta alla base del cambiamento.
SCHEMA:
SCULTURA FAMILIARE
Altro modo di rappresentazione
Che precede il resoconto verbale;
rappresentazione analogica dei
comportamenti all’interno del contesto
familiare attraverso un gioco di
posture, posizioni nello spazio,
vicinanze e distanze
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41. CARATTERISTICHE
Fa emergere EMOZIONI
Introduce nuove INFORMAZIONI
Mette in luce i VUOTI e le IMMAGINI INTERNALIZZATE
AREA TRANSIZIONALE
La famiglia vive questa
Nuova esperienza “come se”
Fosse reale
Si introduce incertezza e probabilità
Che stanno alla base del cambiamento
ONNIS
Reintroduce il tempo
Nel sistema familiare
6) IL ROLE-PLAYING
Il role-playing è una tecnica relazionale attiva che si distingue dalla scultura familiare
per il suo aspetto pragmatico.
È una sorta di rappresentazione recitata, una simulazione di azioni attraverso
l’interazione verbale e comportamentale tra due o più ruoli ricoperti da persone diverse.
Il suo scopo è quello di far comprendere al soggetto il suo modo di porsi nelle situazioni
relazionali. Il role-playing viene considerato una tecnica di rappresentazione “ludica”
che ha insita in se la presenza di un elemento di finzione che permette, però, ai
partecipanti di vivere emozioni vere e a volte anche dolorose da poter associare ad
eventi vissuti nella vita reale per poterli superare. Attraverso la messa in scena di una
determinata azione collettiva si può osservare l’esplosione di sensazioni, emozioni e
comportamenti reali.
SCHEMA:
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42. ROLE-PLAYING
Rappresentazione recitata
Di azioni collettive
Che permette l’osservazione
Di comportamenti e modi
Si porsi dei membri di una famiglia
ELEMENTO DI FINZIONE
È presente un elemento di finzione
Che fa sentire liberi di esprimersi
Senza doversi preoccupare e
Senza temere di non assecondare
Le aspettative dello psicologo o
Della famiglia
5) LA DIAGNOSI RELAZIONALE
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43. 1) VERSO UNA DIAGNOSI DINAMICO-EVOLUTIVA
L’osservazione relazionale cerca di evidenziare l’impalcatura che ogni famiglia presenta,
scandita da un tempo familiare che le appartiene e che dà origine ad una più complessa
architettura.
La coppia, secondo Whitaker, è la risultante dello sforzo di unire insieme due diverse
culture; questo perché ogni famiglia d’origine ha le proprie storie, i propri miti, le
proprie tradizioni che nell’unione della coppia tendono a scontrarsi.
Lo psicologo relazionale dovrà muoversi lungo tre generazioni se vorrà capire le origini
dei problemi riguardanti una famiglia. Dovrà eseguire dei veri e propri “salti temporali”
per arrivare alla formulazione di una giusta diagnosi. Dovrà essere in grado di cogliere
assetti affettivi presenti, ricondurli nel passato e riportarli nel presente carichi di nuovi
significati.
SCHEMA:
DIAGNOSI RELAZIONALE
È determinata dall’osservazione
Dell’impalcatura familiare
E del modo in cui viene gestita
La variabile tempo
LA COPPIA
Osservare una coppia significa
Osservare l’unione di due
Culture diverse
Vi è lo scontro tra tradizioni
Miti e storie di due
Famiglie completamente diverse
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44. TRE GENERAZIONI
Lo psicologo per cogliere
I veri problemi deve
Eseguire dei salti temporali
Che gli permettano di comprendere
L’origine di determinati comportamenti
2) LA COSTRUZIONE DELLA RELAZIONE DI COPPIA
La coppia coniugale è formata da due partner che non possono essere considerati solo
come tali, vanno considerati anche come figli e genitori.
La struttura è osservabile lungo due assi, quello orizzontale in cui si collocano i legami
di pari livello gerarchico e quello verticale in cui vengono collocati legami di natura
trigenerazionale quindi tra diversi livelli gerarchici.
In base ad un “criterio dinamico di posizioni bilanciate o sbilanciate” vengono a
costituirsi tre tipi di coppie coniugali:
• ARMONICA;
• CONFLITTUALE;
• INSTABILE.
La coppia armonica è composta da quegli individui che pur rimanendo radicati nei
propri sistemi di appartenenza, sono in grado di guardare a quest’ultimi con occhio
critico e di attuare proprie scelte indipendentemente. In pratica sono quelle coppie che
hanno raggiunto un sufficiente “equilibrio” tra appartenenza e separazione.
La coppia conflittuale è composta da quegli individui che non sono stati in grado di
risolvere i problemi nati durante la loro permanenza nella rispettiva famiglia d’origine.
Da un lato si osserva un individuo che ha subito un taglio emotivo precoce e dall’altro
un individuo che vive in uno stato di dipendenza affettiva completa. La coppia quindi
rischia di essere “adottata” dalla famiglia d’origine di quest’ultimo in quanto incapace di
proteggere la loro individualità dell’intrusione delle rispettive famiglie.
La coppia instabile è caratterizzata dalla presenza di due “orfani psicosociali”, i quali
non sono realmente autonomi a livello affettivo e scaricano questa carenza sul rapporto
di coppia. Viene a crearsi una sorta di “matrimonio di interesse” dove l’intimità ne paga
le conseguenze.
L’equilibrio di una coppia parte dalle fondamenta; senza una solida base non si può
pensare in termini di differenziazione ed individualità.
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45. SCHEMA:
COSTRUZIONE DELLA COPPIA
Due assi:
orizzontale, ovvero i legami tra uguali generazioni
verticale, ovvero i legami tra generazioni diverse
COPPIE CONIUGALI
Coppia armonica, coppia radicata nei sistemi di appartenenza
Che guarda a questi con occhi critico
Coppia conflittuale, coppia con un partner che ha subito un taglio emotivo
Ed un partner che non è indipendente a livello affettivo: “adozione”
Da parte di quest’ultima famiglia.
Coppia instabile, coppia formata da due “orfani psicosociali” con
Carenze a livello affettivo che vanno ad intaccare il
Rapporto di coppia: “matrimonio d’interesse”
EQUILIBRIO = DIFFERENZIAZIONE E INDIVIDUALITA’
3) IL PASSAGGIO DAL RAPPORTO DI COPPIA ALLE RELAZIONI FAMILIARI
Esiste un equilibrio tra coniugalità e genitorialità che deve essere portato avanti di pari
passo. All’irrigidirsi dell’una anche l’altra tende a subire conseguenze negative.
Questo perché il divenire genitori comporta, oltre che l’entrata in scena di nuove
regole, anche il richiamare in causa le famiglie d’origine e se la coppia non ha stabilito
dei confini solidi rischia di paragonare il nascituro ad un nuovo fratellino piuttosto che
ad un figlio. Una famiglia armonica sarà in grado di creare una famiglia dove gli affetti
possono circolare liberamente da un piano generazionale all’altro. In una famiglia sia
conflittuale che instabile invece si assisterà alla creazione di un nucleo familiare nel
quale i confini sono indeterminati e il primo figlio rischia di ricoprire due ruoli quello di
figlio bisognoso di cure e quello di “figlio-genitore” dispensatore delle stesse. Si può
arrivare anche alla cristallizzazione di questa modalità relazionale dove il figlio è
continuamente messo al centro dei contrasti esistenti nella coppia.
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46. SCHEMA:
COPPIA COME GENITORI
Diventare genitori vuol dire
Ridefinire il rapporto di coppia
E richiamare in causa le
Famiglie d’origine
CONFINI CONIUGALI STABILI
Famiglie armoniche dove
Gli affetti circolano liberamente
Da un piano generazionale
All’altro
CONFINI CONIUGALI INDEFINITI
Famiglia d’origine invischiata
Nel rapporto di coppia e
Il figlio ricopre due ruoli generazionali
Quello di figlio bisognoso di cure
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47. Quello di figlio-genitore dispensatore delle stesse
4) LA RELAZIONE TRA FRATELLI
Il tipo di relazione esistente tra fratelli è indice del tipo di famiglia in cui questi sono
cresciuti.
Il rapporto tra fratelli è molto importante ed è caratterizzato da una certo grado di
autonomia rispetto ai rapporti inerenti il sistema parentale.
Le funzioni svolte da ogni fratello o sorella dipendono in modo decisivo dal ruolo che
quest’ultimi hanno consolidato. Tale ruolo deriva da due fattori condizionanti: le
aspettative di genitori e famiglia estesa prima della nascita del figlio e l’anticipazione da
parte sempre del genitore di come sarà l’identità e il ruolo svolto dal figlio nelle
dinamiche familiari.
Nelle famiglie “normali” questi ruoli sono assegnati e modificati in modo flessibile tanto
da garantire una crescita equilibrata per tutti i membri della famiglia; nel caso in cui
non esista tale flessibilità si va incontro alla nascita di un sintomo, dettato dalla
tendenza della famiglia all’“omeostasi”. La lealtà tra fratelli può essere reciproca o a
senso unico e in questo caso ci troveremo di fronte ad un fratello genitoriale che
dispensa cure e attenzioni senza chiedere nulla in cambio e in modo freddo e rigido.
Se infine, alcune o tutte le responsabilità genitoriali vengono assunte dal figlio-fratello,
allora si assisterà ad un “ipercoinvolgimento” fra fratelli.
SCHEMA:
RELAZIONI FRATERNE
Indici del tipo di famiglia,
autonome dai rapporti inerenti
il sistema parentale
Dipendono dal ruolo e l’identità
Consolidata, derivanti dalle
Aspettative e anticipazioni
genitoriali prima della nascita del figlio
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