4. Le quattro aree dell’alleanza
Legame: tipo di alleanza instaurata; stile
interpersonale; compatibilità cliente/terapeuta
Opinioni: modello di riferimento e aspettative
del cliente;
Obiettivi: guidare il paziente a definire obiettivi
chiari specifici e misurabili
Compiti: importanza compiti e ruolo attivo
cliente.
5. Legame: fonti di resistenze e strategie
Tipo di alleanza non consono (richiesta d’amore
eccessiva, amicizia) Non colludere con l’alleanza
richiesta;
Stile del cliente (passivo, iper-eccitabile, intellettuale,
dominante) Passivo: ridurre la direttività, Iper-
eccitabile: ridurre l’attivazione emotiva, razionale:
tecniche emotive
Abbinamento terapeuta-cliente non apprezzato dal
cliente Proporre di provare per alcune sedute,
adattare il proprio stile o inviare.
Il cliente dubita della credibilità e/o affidabilità del
terapeuta Documentare la propria credibilità.
Promuovere un clima di fiducia.
Vissuti di vergogna Mostrare accettazione
incondizionata
6. Legame: fonti di resistenze e strategie
Il cliente è volontariamente resistente mette tutto in
discussione Non raccogliere le sfide e aiutare il
paziente a capire quanto ciò sia autolesionista.
7. Legame: fonti di resistenze e strategie
Il cliente non si è rivolto volontariamente al
terapeuta Mostrare comprensione e
aiutare il cliente ad assumere un ruolo più
attivo.
Presenza di un obiettivo nascosto Creare
un clima di fiducia che aiuti ad aprirsi.
Proiezioni transferali Interrompere gli
automatismi del transfert
Sentimenti inadeguati Chiarire i confini;
evitare gli agiti
8. Opinioni: fonti di resistenza e strategie
Aspettativa di essere destinatario passivo
dell’intervento Spiegare l’importanza del suo
ruolo attivo e della sua responsabilità nel
processo
Il cliente vuole solo parlare dei suoi sentimenti e
problemi oppure vuole solo affrontare i problemi
pratici illustrare la struttura e la finalità del
trattamento, adattandolo alle esigenze del
cliente quando opportuno
Il cliente attribuisce i suoi problemi agli eventi o
agli altri Chiarire il reale rapporto di causa ed
effetto che lega eventi, pensieri e conseguenze.
9. Obiettivi: fonti di resistenza e strategie
Incapacità di definire obiettivi;
obiettivi vaghi e non definiti;
obiettivo di cambiare gli altri o gli eventi;
Focus solo sul comportamento;
desiderio di sviluppare indifferenza invece di emozioni
negative sane e reazioni costruttive;
Focus su obiettivi a breve termine, cambiamento non
elegante (dei sintomi e insight intellettuale Accogliere
il contributo del cliente e gli obiettivi che egli pone;
illustrare la necessità di definire obiettivi più adeguati;
proporre o individuare con il cliente alternative agli
obiettivi proposti.
10. Compiti: fonti di resistenza e strategie
Accezione negativa dei compiti, associati a quelli scolastici usare una
terminologia differente (es. attività al di fuori della terapia);
Non riconoscerne l’importanza spiegare l’importanza dei compiti
Mancata comprensione dello scopo del compito o di come realizzarlo
Verificare la comprensione, prevedere gli ostacoli.
Rifiuto a definire la struttura del trattamento e delle sedute Verificare la
comprensione, prevedere gli ostacoli.
Aspettativa di realizzare attività non stressanti e non spiacevoli Esplorare
le credenze irrazionali di intolleranza al distress.
Accettazione apparente e poco convinta del compito Tecnica della
confutazione del Ma: mettere in discussione i Sì Ma, promuovere
l’impegno;
Demoralizzazione per non essere riuscito a portare a termine il compito
Illustrare la formula vinci-vinci dei compiti: anche il fallimento è
un’occasione di apprendimento.
11. Gestire il cambiamento imperfetto
Il terapeuta deve abbandonare un atteggiamento
perfezionista o il pensiero tutto o nulla (o è
completamente guarito o la terapia non è valsa a
nulla;
A volte i percorsi di cambiamento si interrompono
quando esso non è completo sotto tutti gli aspetti:
cognitivo, emotivo o comportamentale.
L’atteggiamento più giusto è quello di accettare il
cambiamento imperfetto del paziente, rimanendo
aperto e disponibile a sostenerlo quando sarà
disponibile a perfezionarlo.
12. Cambiamento imperfetto: 8 strategie
di gestione
1. Ritiro del permesso di cambiare: il terapeuta deve
manifestare il proprio disaccordo per questo atteggiamento
senza però divenire punitivo o accusatorio;
2. Deficit di metacognizione in prima persona: il terapeuta
deve avere una funzione pedagogica, costituendo una sorta
di memoria esterna per il paziente;
3. Difficoltà nella condivisione: il terapeuta deve valorizzare i
tentativi di espressione di sé e prestare attenzione al
consenso se dipende dalla difficoltà ad esprimersi;
4. Problemi relazionali: il terapeuta deve esplorare con il
paziente il motivo delle sue lamentale verso la terapia o il
terapeuta, non lasciandosi influenzare dai suoi attacchi;
13. Cambiamento imperfetto: 8 strategie
di gestione
1. Cambiamento imperfetto cognitivo: l’obiettivo del terapeuta è di integrare
i due emisferi, portando il paziente a realizzare una consapevolezza
integrata e completa;
2. Cambiamento imperfetto comportamentale: il terapeuta dovrà non
colludere con il passaggio all’azione, facilitando l’analisi del mondo
interiore che il paziente rifugge;
3. Ricadute sintomatologiche: è necessario spiegare al paziente che le
ricadute sono inevitabili in quanto i vecchi meccanismi coesistono con
quelli nuovi, affinché impari a reagire non scoraggiandosi e riportando in
figura le nuove modalità;
4. Drop-out: quando il terapeuta intuisce un possibile esito di questo tipo, può
intervenire per discuterne con il paziente e rinforzare la motivazione; se
invece, il paziente abbandona il trattamento, è importante che il
terapeuta si mostri disponibile a una ripresa del percorso in futuro, evitando
atteggiamenti di biasimo e di critica