1. HOME CARE PROJECT. ALLIANCE FOR THE QUALITY OF LIFE IN SENIOR AGE
Premessa
Allo stato attuale di crisi sociale ed economica, il tema dell’incremento della qualità della vita delle persone non autosufficienti / semi autosufficienti si trova in un momento di riflessione e ridefinizione a partire dalle
crescenti necessità e dalle risorse in diminuzione.
Assistere all’allungamento del tempo di vita ci costringe a prendere atto che complessivamente ed in termini generali la qualità della vita delle persone, nel nostro sistema socio-economico è decisamente migliorato. La
nostra attenzione oggi si pone sul fatto che a fronte dell’invecchiamento della popolazione è nostro dovere e obbligo individuare risorse e strumenti per far si che questa qualità della vita accompagna la persona anche
nell’età più anziana. Questo fenomeno ci interroga particolarmente quando serviamo le fasce più deboli della popolazione (anziani soli, persone disabili ecc.). Diventa quindi importante conoscere le dimensioni,
utilizzando fonti statistiche demografiche e le previsioni per i prossimi decenni.
In solo venti anni (1990 – 2010) vi è stato un incremento dell’età mediana nell’Unione Europea dal 35,2 al 40,9 anni, con una prospettiva per il 2060 di arrivare a 47,6 anni, mentre Italia, nel 2009 era la terza nel mondo,
con un’età mediana di 44,3(Eurostat 2011).
Nel 2010, 17,4% della popolazione europea aveva più di 65 anni; in Italia la percentuale era di 20,2%.Anche se la concentrazione di popolazione anziana è maggiore nelle nazioni a sviluppo avanzato, i paesi dell’est,
per esempio, esperimentano ritmi di crescita economica e di allungamento della vita molto accentuanti, mentre i servizi dedicati alle fasce deboli sono ridotti e con un scarso livello di competenza. Le previsioni Eurostat
(2011) per 2060 segnalano un aumento della popolazione anziana del 12,4% a livello europeo, raggiungendo in Italia il 31,6%. Gliover 80enni che nel 2010 contavano5.8% della popolazione italiana (percentuale più
alta in Europa; Svezia 5,3%, Francia 5,2%, Germania 5,1%, Spania 4,9%, Romania 3,1%, Polonia 3,3%) nel 2060 si triplicheranno, raggiungendo 14,1 punti percentuali. A Milano, il numero di anziani non
autosufficienti aumenta ogni anno di circa 500 unità (31.000 nel 2011, 31.465 nel 2012, 31.936 nel 2013; Fiorentini e Calò, 2012).
Negli ultimi due decenni, la proporzione della popolazione attiva nel EU27 è incrementata del 0,3%, mentre quella degli anziani è aumentata del 3,7% (Eurostat 2011).
Al momento della nascita, la speranza di vita continua a crescere: 76,7 per gli uomini, rispettivamente 82,5 per le donne nel 2010 a livello EU27, con un incremento previsto del 7,9, rispettivamente del 6,5 per il 2060. In
Italia, la speranza di vita era nel 2010 del 78,9, rispettivamente 84,2, raggiungendo nel 2060 85,5 per gli uomini e 89,7 per le donne (EC et al. 2011).
In quanto all’indice di dipendenza strutturale degli anziani, nel 2010 in EU27 questo registrava il 25,9, significando che circa 4 persone erano attive per ogni persona over 65 anni. In Italia, l’indice era del 30,8
(Germania 31,4, Spania 24,7, Romania 21,4, Polonia 19). Fino al 2060, gli scenari EUROPOP2010 proiettano il raddoppio del’indice di dipendenza strutturale degli anziani, con un indice totale di dipendenza (inclusa
quella dei giovani) che arriverà al 77,9% (nel 2010 49,3%).
In aggiunta, incrementa anche la percentuale di famiglie composte di soli anziani; in Italia ISTAT registrava nel 2010 in questa categoria 28,06% delle famiglie italiane (Mangano, 2012), mentre 5,5% degli anziani
risultavano in condizione di povertà assoluta.
L’assistenza domiciliare integrata raggiungeva nel 2009 solo 3,66% della popolazione a livello nazionale (442.129 persone), di cui 1,8% rappresentava assistenza domiciliare sociale, organizzata dai comuni.
L’assistenza agli anziani in strutture residenziali era disponibile nel 2009 per ogni 4 utenti su 100 in Lombardia, con una media nazionale di 1,97 utenti su 100(Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 2011). In
quanto alla spesa pubblica per illong term care, nel 2010 questa ammontava il 1,86% del PIL italiano, di cui 1,28% dedicato agli ultra 65enni. Fino al 2060 si prevede un aumento del 1,14% (ibidem).
Come rimarcavano Prof. Giorgio Fiorentini e Dott.ssa Francesca Calò nella presentazione “Badanti & Badanti: Esercizi di welfare alternativo”, l’allungamento della vita non porta solo l’aumento del numero dei anziani
non autosufficienti, ma anche l’incremento delle patologie connesse, specialmente di tipo cognitive. Inoltre, in Italia la “socializzazione” del rischio di non autosufficienza è particolarmente bassa, poiché la cura del
anziano è sostanzialmente in carico alla famiglia e soprattutto delle donne.
Interviene quindi la figura delcaregiver,“parente o affine che si prende cura a domicilio, o per situazioni definite e particolari all’interno delle strutture della rete, del proprio familiare, persona fragile non autosufficiente,
di qualunque età in modo prevalente e continuativo, seppur per livelli di intensità diversi, provvedendo a tutte le funzioni quotidiane dei bisogni primari (igiene personale, alimentazione ecc) alla cura della persona,
aiutando ed integrando prestazioni di carattere sanitario-assistenziali” (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, 2011). Tuttavia, siccome la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro è incrementata
significativamente negli ultimi decenni, molto spesso gli anziani sono stati curati da persone estranee, frequentemente straniere, che oggi vengono chiamate badanti o assistenti familiari.
Conforme al “Secondo Rapporto sulla Non Autosufficienza in Italia. Assistenza territoriale e cure domiciliari” del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (2011), è stato stimato un aumento di 400.000 assistenti
familiari dal 2001 al 2008, raggiungendo oggi circa 770.000 unità (stima per difetto), molte delle quali senza un regolare contratto di lavoro o con un contratto di lavoro non corrispondente alla reale occupazione (area
greggia). Tra i motivi principali per lo sviluppo del lavoro sommerso nel mercato della cura domiciliare c’è l’incontro di due bisogni: da una parte il bisogno dell’utente di essere seguito in modo continuativo, a volte non-
2. HOME CARE PROJECT. ALLIANCE FOR THE QUALITY OF LIFE IN SENIOR AGE
stop, situazione costosa e difficile da gestire sul mercato regolare con una sola figura professionale, e dall’altra il bisogno da parte dell’assistente straniera di trovare un lavoro redditizio più rapido possibile (quindi
evitando i costi e tempi burocratici e fiscali e assicurandogli, eventualmente, il vitto e l’alloggio). In aggiunta, il modello di sostegno pubblico alle famiglie per i servizi di cura domiciliare non impone al beneficiario di
rendicontare come quel contributo si è stato effettivamente speso, partecipando cosi al mantenimento di un sistema di retribuzione irregolare. Tale fenomeno impedisce la creazione di un sistema di cura integrato intorno
alla persona anziana, rendendo molto difficile l’analisi dei bisogni degli assistiti, delle competenze che le badanti dovrebbero possedere e del monitoraggio di ogni caso.
Frequentemente, le donne straniere arrivano in Italia senza conoscere la lingua, la cultura, le abitudini o il territorio di destinazione1, limitando quindi le azioni positivi a sostegno di una qualità della vita della persona
anziana. La scarsa o assenza di professionalità legittima anche il basso valore sociale che viene attribuito a queste figure professionali. Ciò è fortemente contradditorio rispetto a due fattori:
1. la qualità della vita dell’anziano come portatore di diritti inalienabili affinché la qualità della vita sia mantenuta per tutto l’arco della vita stessa
2. la scarsa attrattività di questa professione per i lavoratori/lavoratrici italiani che non si sentono motivati ad intraprendere in modo professionale i servizi di cura.
Non dimentichiamoci inoltre che la migrazione delle donne straniere in cerca di un lavoro meglio remunerato all’estero, abbandonando i loro anziani e i loro figli, genera una esternalità negativa, impoverendo
culturalmente e socialmente la qualità di vita locale. Viste anche le previsioni demografiche, si impone la necessità di analizzare i rischi sociali provocati o potenziali e di cercare di trovare dei meccanismi per contenerli.
In una logica di maggior integrazione nei paesi dell’Unione Europea e viste anche le previsioni di sviluppare delle buone pratiche di assistenza domiciliare anche nei paesi dell’est rappresenta un punto di importanza
strategica sulla sostenibilità e la crescita sociale ed economica.
In conclusione, l’assistenza domiciliare presuppone una condizione di fragilità per almeno tre soggetti distinti: l’anziano non autosufficiente, l’assistente familiare e il caregiver/ nucleo famigliare, a cui si aggiunge una
quarta nuova figura, quella dell’amministratore di sostegno. Questa dimensione di fragilità comporta che ognuno dei soggetti coinvolti faccia fatica a vedere e comprendere il punto di vista dell’altro, impedendogli di
assumere la funzione di mediatore. L’assenza del ruolo di mediazione ostacola l’attenzione mirata ai bisogni e alle risorse - competenze di ciascuno, impedendo la buona riuscita dei contratti e degli accordi di lavoro non
detti, ambiguità e malintesi che, col tempo, possono generare condizioni di conflitti che potrebbero sfociare in cause di lavoro.
Perciò per garantire un’alta e sostenibile qualità della vita delle persone non autosufficienti, bisogna agire non solo su di loro, ma anche sugli altri soggetti coinvolti nella loro cura e accudimento, riguardando aspetti fisici,
psicosociali, spirituali, culturali2, cosi come tecnici, organizzativi ed economici, specifici all’assistenza domiciliare.
Quale ruolo per l’imprenditoria sociale?
La particolarità del mercato riferito al sistema delle Assistenti Famigliari, ha di fatto escluso un ruolo attivo delle imprese sociali e della cooperazione sociale in particolare quale soggetto capace di erogare servizi di
assistenza famigliare a costi sostenibili per le famiglie. Il rapporto diretto tra famiglia e Assistente Famigliare se da un lato ha consentito di calmierare il costo dall’altro ha generato un fenomeno di isolamento del “sistema
badante” dal resto dei mercati di cura.
Solo oggi, a distanza di molti anni, la cooperazione sociale ha finalmente individuato un ruolo chiaro, agendo più da mediatore di relazione cha da soggetto erogatore di un servizio di cura. Quello che si sta delineando è
un doppio mercato: quello del matching domanda offerta attraverso il sistema accreditato delle agenzie per il lavoro, e quello della qualità della vita dell’anziano attraverso un sistema di monitoraggio che tutela anziano-
famiglia-assistente famigliare nell’esecuzione del proprio operato. Infine, anche a livello europeo 3 il ruolo delle imprese dell’economia sociale si distingue come uno con alto potenziale innovativo, capace di rispondere
alle esigenze sociali in un processo partecipativo.
1
Conforme alla ricerca svolta dall’Istituto per la Ricerca Sociale nell’ambito del progetto Equal “Qualificare il lavoro privato di cura”, tra le badanti prevale la mentalità secondo cui il lavoro di cura non richiede specifiche competenze, la scelta professionale
essendo dovuta a una elevata richiesta del mercato e all’accessibilità in termini di qualifica professionale.
2
Macrocomponenti del concetto di qualità della vita; Bertolini, Lina e Pagani, Marco apudSchwarts, 2007.
3
European Commission. (2010). EUROPE 2020 Flagship Initiative “An Agenda for new skills and jobs: A European contribution towards full employment”. COM (2010) 682 final. Strasbourg.
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Di seguito, una mappatura degli obiettivi e delle strategie europee che justifichino la nostra proposta progettuale.
EUROPE - Crescita intelligente attraverso più efficaci investimenti in - Crescita inclusiva con una forte enfasi
20204 istruzione, ricerca e innovazione sulla creazione di posti di lavoro e la
priorità e - 3% del PIL dell'UE deve essere investito in R & S riduzione della povertà
obiettivi - Almeno il 40% dei 30 – 34enni devono completare il terzo - Iniziativa faro "Un'agenda per nuove
livello di istruzione competenze e nuovi posti di lavoro"
- iniziativa faro "Unione dell’innovazione" - Rimuovere l'ostacolo - Iniziativa Faro "Piattaforma europea
all'innovazione (carenza di competenze) e sostenere le idee contro la povertà" - ridurre l'esclusione
innovative a diventare nuovi prodotti e servizi e quindi a sociale e rafforzare la partecipazione attiva
stimolare la crescita e l'occupazione dei cittadini nella società
- Promuovere partenariati per l'innovazione (pubblico-privato) - Almeno 20 milioni di persone in meno in
rischio di povertà ed esclusione sociale
- Il 75% dei 20-64enni devono essere
impiegati
Iniziativa - Migliorare l'accesso e l'attrattività per l'apprendimento - Approcci mirati per i lavoratori più - Migliorare il coinvolgimento degli - Migliorare la mobilità geografica in tutta - Sostenere la creazione di
faro permanente e l’i-VET per aiutare le persone a muoversi nei settori vulnerabili, in particolare i lavoratori stakeholder e il dialogo sociale l'UE e garantire una offerta equilibrata per la posti di lavoro e
“Un'agenda ad alto valore aggiunto e in quelli in espansione scarsamente qualificati, disoccupati - Una migliore cooperazione regionale e domanda di lavoro attraverso una corretta promuovere
per nuove - Percorsi di apprendimento più flessibili che possano facilitare le -> Riqualificazione dei genitori che locale (partnership) tra i servizi pubblici, informazione e adeguata dei cittadini l'imprenditorialità, il lavoro
competenze transizioni tra le fasi di lavoro e di apprendimento, anche ritornano al lavoro dopo un periodo in cui il sistema di istruzione e formazione ed i - Cogliere il potenziale della mobilità autonomo e l'innovazione
e per attraverso la modularizzazione dei programmi di apprendimento si sono presi cura di familiari a carico datori di lavoro in grado di identificare le geografica delle persone - massimizzare il - Riesaminare e monitorare
l'occupazion - Validazione dell'apprendimento non formale e informale basato esigenze di formazione, migliorare la contributo potenziale della mobilità alla l'efficienza dei sistemi
e:Un sui risultati dell'apprendimento (EQF) pertinenza dell'istruzione e della piena occupazione fiscali e previdenziali per
contributo - Integrazione dei sistemi di apprendimento e orientamento formazione, aumentare la trasparenza nel rendere il lavoro proficuo,
europeo - Dotare le persone di giuste competenze per l'occupazione mercato del lavoro e facilitare l'accesso in particolare per i lavori
verso la - Rafforzare la capacità dell'Unione di prevedere e rispondere al di ciascuno all'istruzione e alla meno qualificati
piena bisogno di competenze formazione
occupazione del mercato del lavoro - Promuovere nuove forme di equilibrio
”5 - Sostegno alla creazione di competenze settoriali tra lavoro e vita privata, così come
- Attuazione degli schemi nazionali delle qualifiche basato sui sfruttare le potenzialità della forza lavoro
Priorità / risultati dell'apprendimento (EQF) europea per far fronte all’invecchiamento
obiettivi / - Adeguamento delle competenze delle persone e opportunità di della popolazione
azioni lavoro, e sfruttamento dei potenziali posti di lavoro in Europa
“Un nuovo - Accesso flessibile alla formazione e alle qualifiche ->customer- - Rendere l'offerta di VET più rispondente - L'efficienza e l'adeguatezza al mercato - Entro il 2020, l'uso sistematico di EQF, - Promuovere l'evoluzione
slancio per oriented in grado di aumentare la partecipazione delle donne, la alle esigenze in evoluzione del mercato del lavoro attraverso degli partnership ECVET eEuropass mira a garantire la dei ruoli degli insegnanti e
la convalida dell'apprendimento non formale e informale consente del lavoro basata sui strumenti di - Sviluppare la cooperazione trasparenza delle qualifiche e la portabilità dei formatori - sviluppare
cooperazion la riqualificazione e il reinserimento nel mercato del lavoro, pianificazione, in collaborazione con le internazionale nel settore della dei risultati dell'apprendimento un quadro di competenze
e europea in l'approccio integrato di i / c-VET con servizi di orientamento e parti sociali e dei servizi pubblici per formazione professionale - Garanzia della qualità di esecuzione in per insegnanti e formatori
materia di consulenza al fine di facilitare la transizione dalla formazione al l'impiego - Sviluppare delle strategie di mobilità materia di VET (EQAVET) in iniziale e continua
IFP a lavoro e -Rafforzare lo sviluppo di competenze transnazionale a livello di fornitori di VET
sostegno tra i lavori chiave per assicurare l'adattabilità e la VET e facilitarla attraverso appropriate
della flessibilità strutture di supporto alla mobilità
strategia dei discenti e dei lavoratori;
Europa - Work-basedlearning incentrato
2020”6 sull'acquisizione di competenze chiave;
Priorità/
azioni/
obiettivi
4
European Commission .(2010). “EUROPE 2020.A strategy for smart, sustainable and inclusive growth”.COM(2010) 2020 final. Brussels.
5
European Commission. (2010). EUROPE 2020 Flagship Initiative “An Agenda for new skills and jobs: A European contribution towards full employment”. COM (2010) 682 final. Strasbourg.
6
European Commission.(2010). “A new impetus for European cooperation in Vocational Education and Training to support the Europe 2020 strategy”.COM(2010) 296 final. Brussels.
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Bruges Duplice obiettivo di istruzione e formazione professionale: - Una visione globale per l'istruzione e la - Promuove partenariati in modo da - Rete facilmente accessibile e di alta qualità - I paesi partecipanti
communiqué condividere il duplice obiettivo di contribuire all'occupabilità e formazione professionale nel 2020 - entro rendere il curriculum di formazione dei servizi per tutta la vita - informazioni, devono - entro la fine del
7
alla crescita economica e di rispondere alle sfide sociali più il 2020, i sistemi di istruzione e professionale orientato ai risultati e più orientamento e consulenza 2015 - istituire a livello
ampi, in particolare per promuovere la coesione sociale formazione professionale europei rispondente alle esigenze del mercato - Trasformare il c-VET in servizi orientati nazionale, un quadro
Priorità / - Promuovere l'equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva dovrebbero essere più attraenti, pertinenti, del lavoro e per promuovere alla carriera e rendere l’i-VET più attraente comune di garanzia della
obiettivi / orientati alla carriera, innovativi, l’apprendimento basato sul lavoro qualità per i fornitori di
azioni accessibili e flessibili rispetto al 2010, e (imprese e organizzazioni non-profit) IFP, che valga anche per
dovrebbero contribuire all'eccellenza e per tutti i corsi di formazione l'apprendimento sul posto
all'equità nel campo dell'apprendimento professionale iniziale di lavoro associato e che sia
permanente - Una migliore comprensione dei settori compatibile con il quadro
- Sistemi trasparenti di qualifiche emergenti e in evoluzione e delle EQAVET
all'interno dello spazio europeo competenze richieste
dell'istruzione e della formazione - un migliore meccanismo per tradurre
questa consapevolezza in offerta di
formazione corrispondente
LLP 8 - Contribuire, attraverso l'apprendimento permanente, allo - Sostenere la realizzazione di uno spazio - Rafforzare il contributo - Contribuire a promuovere la creatività, la - Promuovere la
sviluppo della Comunità quale società avanzata basata sulla europeo dell'apprendimento permanente dell'apprendimento permanente alla competitività, l'occupabilità e lo sviluppo di cooperazione in materia di
Priorità / conoscenza, con uno sviluppo economico sostenibile, nuovi e - Aiutare a migliorare la qualità, coesione sociale, alla cittadinanza attiva, uno spirito imprenditoriale garanzia della qualità in
obiettivi / migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale, l'attrattiva e l'accessibilità delle al dialogo interculturale, alla parità di tutti i settori dell'istruzione
azioni garantendo nel contempo una valida tutela dell'ambiente per le opportunità di apprendimento permanente genere e alla realizzazione personale e della formazione in
generazioni future. disponibili negli Stati membri - Contribuire a una maggiore Europa
- Favorire scambi, la cooperazione e la mobilità tra i sistemi di partecipazione alla formazione - Incoraggiare il migliore
istruzione e formazione all'interno della Comunità in modo che permanente di persone di tutte le età utilizzo dei risultati, i
essi diventino un riferimento mondiale di qualità. prodotti e i processi
innovativi e scambiare le
buone practiche
Erasmus for - Aumentare la coerenza e rafforzare l'approccio per - Ampliare le possibilità di partenariati - Rafforzare il sostegno ai progetti di
all9 l'apprendimento permanente, collegando il sostegno strutturati, sia tra i diversi settori cooperazione finalizzati allo sviluppo, il
all'apprendimento formale e non formale in tutto lo spettro di dell'istruzione e con le imprese e altri trasferimento e l'attuazione di pratiche
Priorità / istruzione e formazione attori interessati; innovative di istruzione, formazione e
obiettivi / -> Maggiore attenzione per il gioventù
azioni rafforzamento dei partenariati innovativi - 200 alleanze settoriali delle abilità e
tra istituzioni educative e imprese 2000 istituzioni
- Sostenere progetti settoriali tra aziende
e fornitori di istruzione e formazione per
creare curriculum per nuovi settori
specifici, sviluppare dei metodi
innovativi di insegnamento e formazione
professionale e predisporre gli strumenti
comunitari di riconoscimento
Sector skills - Acquisire esperienza di partenariati transnazionali che - Generare un impatto sistemico - Riunire enti con esperienza specifica - Sviluppare strumenti e principi europei di
alliance affrontino le sfide della insufficienza delle competenze e carenze sull'offerta formativa al fine di nel settore provenienti da tre ambiti trasparenza (ECVET e EQAVET)
call10 promuovere la sua rilevanza per il settore complementari: il mondo dell'istruzione
e incoraggiare la competitività economica e della formazione, il mercato del lavoro
Obiettivi (compresi gli enti di anticipazione delle
competenze) e formazione
professionale, i responsabili delle
politiche VET
PROGETTO 1. Garantire un alto livello di qualità e sicurezza del sistema 2. Sviluppare la professione del Case 3. Validare il percorso formativo 4. Favorire/promuovere il riconoscimento culturale del valore professionale
delle cure domiciliari e conciliarlo con le esigenze professionali Manager nel sistema di cura domiciliare, necessario alla preparazione del ruolo del personale che opera nel sistema di cura domiciliare e della sua
Obiettivi e della vita privata dei care givers. con una funzione di facilitazione e professionale di Case Manager, che qualificazione, stimolando il superamento del lavoro in nero, in modo da
7
The Bruges communiqué on enhanced European cooperation in Vocational Education and training for the period 2011-2020”. (2007). Ministers responsible for Vocational Education and Training of the EU Member States, of the EU candidate countries and of the
EFTA/EEA countries, as well as the EC and the European Social Partners.
8
European Parliament and The Council. (2006). Decision No 1720/2006/EC of 15 November 2006 establishing an action programme in the field of lifelong learning.Official Journal of the European Union, L 327/45, 24.11.2006.
9
European Commission. (2011). “ERASMUS FOR ALL: The EU Programme for Education, Training, Youth and Sport”. COM(2011) 787 final. Brussels.
10
European Commission (DG EAC).(2012). Call for proposals DG EAC No EAC/S01/2012.Pilot projects for the development of “Sector skills alliances
5. HOME CARE PROJECT. ALLIANCE FOR THE QUALITY OF LIFE IN SENIOR AGE
mediazione tra l'Assistente Famigliare, le fornisca conoscenze, competenze e consentire la mobilità geografica in tutta l'UE garantendo occupabilità.
famiglie, i care giver, il territorio e i qualifica adeguate alla richiesta del
servizi territoriali sanitari, sociali e mercato del lavoro.
culturali.
AZIONI WP1. ANALISI DEL HOME CARE SECTOR WP2. MODELLIZZAZIONE- WP3. SPERIMENTAZIONE - WP4. DISSEMINAZIONE
SVILUPPO DEL CURRICULUM FORMAZIONE
Definizione del profilo della figura professionale (competenze, Diffondere il modello formativo del Case Manager in un’ottica di
abilità, conoscenze) del Case Manager nel settore di cura Sviluppo di un curriculum congiunto e Sperimentare gli standard formativi per promozione e riconoscimento delle figure professionali qualificate
domiciliare attraverso un’analisi dei bisogni richiesti dal innovativo per la formazione dei Case la qualificazione dei Case Manager. all’interno dei sistemi di cure domiciliari con un focus d’attenzione sui
mercato. Manager, con indicazione dei requisiti seguenti quattro punti: a) sensibilizzare la cittadinanza riguardo il ruolo
specifici per i diversi paesi coinvolti e delle figure professionali nella cura dell’anziano, b) sensibilizzare le
trasversali a tutti, utilizzando gli strumenti famiglie e il personale riguardo l’emersione dal mercato sommerso
di trasparenza ECVET. (Marketing sociale), c) promuovere il potenziale delle reti territoriali per
stimolare l’invecchiamento attivo, d) diffondere il modello di formazione
creato.
Bibliografia
EuropeanCommission (DG EAC). (2012). Call for proposals DG EAC No EAC/S01/2012. Pilot projects for the development of “Sector skills alliances.
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The Bruges communiqué on enhanced European cooperation in Vocational Education and training for the period 2011-2020”. (2007). Ministers responsible for Vocational Education and Training of the EU Member
States, of the EU candidate countries and of the EFTA/EEA countries, as well as the EC and the European Social Partners.