Intervento al workshop "Culture giovanili e mondi digitali: ripensare il rapporto media-minori" (facoltà di Scienze della Comunicazione della Università "Sapienza"), 12 maggio 2009.
3. Tra educazione e comunicazione le relazioni sono continue e spesso problematiche Tanto più se si parla di educazione in senso lato e si evita di mettere sempre e solo al centro l’educazione istituzionale
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6. Probabilmente abbiamo idee non totalmente coincidenti su la seconda figura (media = oggetti) la terza figura (media = ambienti) Personalmente non mi riconosco pienamente nella seconda figura Opto per la terza … ma non ne faccio una guerra di religione!
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12. E allora, si cambi registro! Ammettiamolo: le tecnologie nella didattica sono un supporto rivoluzionario, non fosse altro per la capacità che hanno di portare alla luce il ridicolo di certe pratiche scolastiche, di certi riti di classe (in tutti i sensi). Addomesticare i media? Non se ne parli proprio. Una seconda vita per la formazione, di Benedetta Cosmi e Roberto Maragliano http://www.nimmagazine.it/?q=node/572
14. Ogni generazione cresce e si forma dentro un suo sistema dei media sociali Dall’inizio del ‘900 tutti possiamo definirci esseri multimediali
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18. Tutti e tre siamo esseri multimediali (al di là della vocazione libresca della scuola) ma la vera, grossa differenza tra di noi avviene nel passaggio dai media della comunicazione unidirezionale ai media della comunicazione interattiva
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20. L’educazione deve trarre vantaggio da questa pluralità di epistemologie Ciascuna di esse permette di cogliere i punti di forza e di debolezza dell’altra Abbiamo bisogno di pedagogie più immersive e aperte , meno reticenti e censorie rispetto al problema della moltiplicazione dei punti di vista, più disposte ad affrontare il tema della complessità
21. Sono dell’idea che la battaglia per la cultura vada condotta con tutti gli strumenti possibili. Le armi delle immagini sono aguzze quanto le armi delle parole scritte . Soltanto, si tratta di tagli diversi e dunque di brecce diverse che queste e quelle possono fare, il giorno della battaglia (che è poi ognuno dei nostri giorni)