1. ARCHITETTURA GOTICA
L'architettura gotica è quella fase dell'architettura europea caratterizzata
da particolari forme strutturali e espressive, in un periodo compreso fra la
metà del XII secolo e, in alcune aree europee, i primi decenni del XVI
secolo.
Gli edifici gotici sono contrassegnati dall'uso della volta a crociera ad arco
acuto, su campate prevalentemente rettangolari; di costoloni (o nervature)
a sostegno della vela; archi rampanti innestati su contrafforti, e dall'uso di
pilastri a fascio.
Periodizzazioni e diffusione
L'architettura gotica continentale viene suddivisa in diverse fasi:
Protogotico
Gotico classico
Gotico radiante
Tardo gotico
Esistono inoltre diverse varietà nazionali e anche regionali dell'architettura
gotica:
Gotico francese
Gotico inglese
Gotico italiano
Gotico tedesco nei territori del Sacro Romano Impero e nell'Europa
centrale
Gotico spagnolo e portoghese
Gotico baltico (architettura in mattoni dell'Europa settentrionale)
Gotico degli stati crociati (in Siria, Libano, Israele, Rodi e isole della
Grecia)
Gotico in America, in particolare nelle colonie spagnole e portoghesi,
senza considerare i numerosissimi edifici neogotici del XIX e XX secolo,
soprattutto in America del Nord.
Ognuna delle quali con caratteristiche particolari e con fasi proprie talvolta
ben distinte (come ad esempio il gotico inglese), sebbene sia possibile
identificare gli influssi reciproci delle varie componenti regionali. Fra tutte
queste varietà la più importante è senza dubbio quella francese, poiché
l'architettura gotica dei diversi paesi europei può essere vista come il
recepimento, spesso estremamente originale, degli stimoli provenienti dal
nuovo linguaggio formatosi verso la metà del XII secolo nell'Ile de France.
2. Con architettura gotica si intende l’architettura compresa fra il XII e il XIV
secolo.
Essa nasce nell' Ile-de-France, una regione attorno a Parigi. Questa era
un dominio diretto della monarchia francese, pertanto l’arte gotica divenne
una sorta di arte nazionale.
Dalla Francia il Gotico si diffuse in Europa.
Il Gotico, come il Romanico, è un’architettura regionalistica che conserva
dei caratteri inalterati.
La nuova arte si accompagna sia ad un impulso edilizio, sia ad un
rinnovato interesse per la cultura, specialmente per le discussioni
filosofiche e teologiche che si svolgono all’interno di cattedrali gotiche.
Si vedono anche la costruzione di nuove e prestigiose sedi.
Il termine gotico viene adoperato per la prima volta da Giorgio
Vasari (scrittore, pittore e architetto) per indicare in modo negativo
l’arte degli anni che aveva preceduto il Rinascimento:
“E’ una specie di lavoro tipicamente tedesco, in quanto gli ornamenti e le
proporzioni sono differenti dall’arte antica e moderna; né vengono
considerati eccellenti. È uno stile dove l’ordine si può chiamare disordine;
facevano delle porte che non erano capaci di reggere peso di alcun tipo, e
in esse ci facevano delle mensoline, dei risalti, sproporzionando le opere.
Questa maniera fu trovata dai Goti, che trasformarono le fabbriche
antiche dopo che furono morti gli antichi e ne fecero un’arte...”
I Goti, quindi, erano i barbari.
L’architettura gotica viene vista dagli uomini del Rinascimento italiano,
come quell’architettura che aveva cancellato le convenzioni proprie
dell’arte classica degli antichi fino a che quest’ultima non era rinata (da
qui il termine Rinascimento) nel IV secolo. Oggi questo termine non ha un
significato negativo, ma è entrato nel linguaggio comune e viene
adoperato semplicemente per comodità ed esposizione.
Fra le varianti regionali francesi, un peso particolare nell'origine del gotico
ha anche l'architettura normanna, le cui tecniche costruttive verrano
riprese nella ricostruzione di Saint Denis, l'abbazia che è diventata il primo
edificio consapevolmente gotico.
3. Origine e sviluppo
Diversamente da quanto avvenne per l'architettura romanica, policentrica e senza
che si possa ritenere una regione europea come più rappresentativa, è invece quasi
possibile identificare una località e un "padre" dell'architettura gotica.
La ricostruzione del coro dell‘Abbazia di Saint Denis, vicino Parigi,
nell'anno 1140 per opera dell'abate Suger, è infatti generalmente
considerata come la data di inizio di questa architettura,
consapevolmente diversa da quella precedente, caratterizzata dall'uso di tecniche
costruttive già note (come l'arco a sesto acuto e la volta a crociera), ma in un
sistema coerente e logico e con nuovi obiettivi estetici e simbolici, e che da li a poco
si diffonderà prima nelle diocesi dell'Ile de France e poi nel resto della Francia, in
Inghilterra, nell'Impero e nel resto d'Europa, incontrando resistenze significative solo
in Italia.
Nel 1140 l'abate Sugeri decide di ricostruire il coro e la facciata di Saint Denis,
l'abbazia benedettina che conservava le reliquie del patrono della Francia San
Dionigi.
Si riteneva inoltre che l'abbazia
fosse stata consacrata da Gesù
Cristo in persona ed era utilizzata
come sacrario dei re Capetingi che
qui venivano sepolti.
L'abate Sugeri, lettore dei testi dello
Pseudo Dionigi, volle ricostruire la
sua abbazia ispirandosi alle teorie
del filosofo, progettando un nuovo
coro con una serie di cappelle
radiali a forma trapezoidale
direttamente collegate ad un
deambulatorio che permetteva ai
fedeli di muoversi liberamente
anche dietro il recinto del coro.
Le cappelle radiali erano coperte
da volte a crociera e sulle pareti si
aprivano ampie finestre che davano
una grande luminosità allo spazio
interno.
Le vetrate colorati alle aperture
rendevano l'atmosfera interna quasi
soprannaturale, riuscendo a dare
una forma sensibile alle teorie dello
Pseudo Dionigi.
Era la prima volta che si realizzava
una costruzione di quel tipo.
Cattedrale di St DENIS
4. Innovazioni tecniche
Ciò che rende affascinante l'architettura gotica è la stretta corrispondenza
fra idee estetiche e innovazioni tecnologiche.
L'obiettivo di rendere gli interni degli edifici sacri luminosi e ampi è
raggiunto grazie all'utilizzo, sempre più perfezionato e rivoluzionario, dei
principi costruttivi della volta a crociera e dell'arco acuto.
L'integrazione di queste due tecniche permetterà la costruzione di
flessibili campate rettangolari (non più soggette alla limitazione
dell'impiego della forma quadrata come in età romanica) e la costituzione
di organismi architettonici puntiformi, senza cioè che il muro abbia più
funzioni portanti, svolte unicamente dai pilastri, riservando ai muri esterni
una mera funzione di tamponamento.
L'assenza di carico da parte della volta sui muri perimetrali, assorbito dai
pilastri e dai contrafforti esterni, permetterà la sostituzione della pietra del
muro col vetro delle finestre, che raggiungeranno dimensioni mai viste
prima.
Tutto il sistema di spinte e controspinte generato dalle volte a crociera e
dai contrafforti, realizzati con pinnacoli e archi rampanti spostati
all'esterno, costituirà un altro capitolo dell'estetica gotica, strettamente
legata ad un pragmatismo strutturale che affascinerà gli ingegneri del
ferro e dei nuovi materiali del XIX secolo.
5. ELEMENTI STRUTTURALI
1. VOLTA A CROCIERA COSTOLONATA AD ARCO ACUTO
2. ARCO ACUTO
3. CAMPATE PREVALENTEMENTE RETTANGOLARI
4. COSTOLONI O NERVATURE a sostegno della vela
5. ARCHI RAMPANTI innestati su CONTRAFFORTI
6. PILASTRI A FASCIO
7. CLARISTORIO
8. TRIFORIO
9. ELEMENTI DISTRIBUTIVI
10. DEAMBULATORIO o AMBULACRO
Gli elementi costitutivi dell'architettura gotica sono la campata con volta a
crociera costolonata ad arco a sesto acuto. La costruzione di grandi edifici
attraverso l'utilizzo di campate con volta a crociera era una tecnica già
diffusa nell'architettura romanica. In questo caso però le crociere erano
solitamente a tutto sesto, e ciò comportava la limitazione planimetrica di
impiegare esclusivamente campate a base quadrata. Inoltre la crociera a
tutto sesto comporta una rilevante spinta orizzontale, e
conseguentemente la necessità di rinforzare i muri perimetrali per
contrastare questo genere di spinte.
Con l'uso sistematico dell'arco acuto nella realizzazione delle volte a
crociera si risolvono due tipi di problemi:
1) la proiezione orizzontale della volta non è più solo quadrata ma può
essere rettangolare, o al limite poligonale (come nel caso del
deambulatorio di Saint Denis),
2) e la spinta verticale dell'arco prevale su quella orizzontale,
permettendo quindi una struttura più efficiente dal punto di vista statico.
In questo modo è possibile realizzare edifici più alti e più ampi, a schema
strutturale puntiforme, cioè con il carico verticale concentrato sui pilastri, a
loro volta rinforzati all'esterno da archi rampanti e pinnacoli, necessari per
contrastare la spinta verticale, elementi strutturali che assumeranno
anche una connotazione estetica, dando all'esterno dell'edificio l'aspetto
complesso di selva di pinnacoli. Fra un pilastro e l'altro è possibile a
questo punto aprire grandi finestre, poiché la muratura non è altro che un
tamponamento che non assolve a nessuna funzione statica. In questo
modo l'edificio può diventare luminosissimo all'interno, e l'arte della
vetrata diventerà la forma più importante di espressione pittorica.
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8. ARCO A SESTO ACUTO
Con arco a sesto acuto si intende - in architettura - un arco bicentrico
che contempli arcate appartenenti a circonferenze con raggio maggiore o
uguale alla base dell'arco stesso.
L'arco a sesto acuto è un arco bicentrico che contempli arcate
appartenenti a circonferenze con raggio maggiore o uguale alla base
dell'arco stesso.
L'uso di archi a sesto acuto è tipico dell'architettura gotica e permette
rispetto all'arco a tutto sesto, a parità di lunghezza della corda, di avere
un'apertura più alta e slanciata. Grazie all'uso dell'arco a sesto acuto e
delle volte a crociera le fisionomie degli edifici divennero proiettate tutte
verso l'alto, in particolare nelle famose cattedrali di quel periodo. La
maggiore verticalità generava un maggiore peso e maggiori spinte sia
verticali che laterali[senza fonte], per questo vennero ampiamente usati in
quel periodo elementi di controspinta quali archi rampanti e contrafforti.
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12. Il costolone (detto anche ogiva o nervatura) è un
elemento architettonico tipico dell'architettura romanica e
gotica; costituisce la struttura di una volta o di una cupola,
di cui suddivide la superficie, convogliando le spinte ai
pilastri di sostegno.
I costoloni si trovano spesso nelle volte degli edifici gotici,
dove spesso proseguono idealmente nei pilastri a fascio
della campata.
Nell'architettura tardo gotica, soprattutto inglese e tedesca,
i costoloni divennero un importante elemento decorativo,
sciolto da esigenze di statica, per formare complessi
disegni astratti e geometrici.
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14. La volta a crociera è un tipo di copertura architettonica formata dall'intersezione
longitudinale di due volte a botte.
La sua superficie è costituita quindi, nella forma più semplice, da un'ossatura di
quattro archi perimetrali e due archi diagonali. Questi ultimi passano per il centro
della volta e sono più grandi di quelli perimetrali. Il centro è chiuso da una pietra a
forma di cuneo o tronco di piramide, detta chiave di volta: dopo la messa della
chiave di volta, la struttura si autosorregge, scaricando il proprio peso sui sostegni
(colonne, pilastri o altro). Gli spazi tra gli archi diagonali e quelli perimetrali sono detti
spicchi o vele e, talvolta, sono separati da nervature che evidenziano le superfici
architettoniche, dette costoloni.
Se gli archi che compongono la volta sono a tutto sesto, la proiezione della volta
avrà di solito forma quadrata; nel caso di volte fatte a partire da archi a sesto acuto,
è frequente ottenere in proiezione basi rettangolari. Questo spazio è detto campata,
delimitato dai quattro (o sei o più) piedritti sui quali si sostiene la volta. Il rapporto tra
lunghezza e larghezza dei lati contigui di una volta a crociera deve essere contenuto
e in genere non esce dall'intervallo tra 1:1 e 1:5. Questa necessità può essere
spiegata in via semplificata considerando i due archi diagonali della volta: in caso di
volte strette ma molto lunghe, le diagonali diventerebbero archi molto ribassati o, al
contrario, sproporzionatamente alti rispetto agli archi di perimetro: in entrambi i casi,
si avrebbe un forte indebolimento della struttura.
Se la chiave di volta è più alta rispetto a quelle perimetrali, si parla di volta
cupoliforme: è il caso tipico di archi di perimetro e di diagonale che siano a tutto
sesto.
Se gli archi trasversali sono a sesto acuto, in tal caso la volta viene detta Volta a
crociera gotica
CAMPATA: definizione
Il termine campata è usato in architettura ed in ingegneria civile pe Quando si parla
di volte a crociera la campata è quello spazio rettangolare (o quadrangolare)
delimitato dai quattro piedritti sui quali la volta si appoggia. Quindi le navate di una
chiesa coperta da volte a crociera possono essere divise in campate (per esempio si
può dire: "seconda campata della navata sinistra"). Questa struttura modulare è
stata molto importante per l'architettura gotica e medioevale in genere. r definire lo
spazio che si trova fra due o più elementi portanti di una struttura.
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19. L'arco rampante è un elemento architettonico asimmetrico
utilizzato per contenere e scaricare al suolo spinte laterali e
verso l'esterno delle parti superiori dell'edificio; a tal fine i
piani di imposta su ciascun piedritto sono posti a livelli
differenti, frequentemente con un notevole dislivello, tanto
da assomigliare talvolta a un semiarco.
L'arco rampante controbilancia le spinte laterali di altre
struttura spingenti (archi, volte), frazionando gradualmente
le spinte orizzontali fino ad annullarle. Si favorisce così
l'elevazione dell'edificio contenendo l'energia di spinta, e
permette in tal modo alla costruzione di innalzarsi in uno
slancio verticale altrimenti impossibile da realizzare in un
edificio semplice in muratura.
L'arco rampante, apparve per la prima volta nel coro della
cattedrale di Durham intorno al 1100, come prima
evoluzione del contrafforte con apertura passante. Qui non
aveva ancora la funzione di equilibrio delle spinte laterali
delle murature, ma di pura e semplice facilitazione
funzionale alla posa della copertura.
Successivamente l'arco rampante partecipò
prepotentemente alla definizione estetico formale
dell'architettura gotica, contribuendo alla
smaterializzazione e riverberazione spaziale dell'edificio,
con valenze simboliche oltre che strutturali.
La nuova immagine estetica che ne risulta, derivata dalla
ricerca di puntare tutto sulla struttura portante, riducendo
l'intera struttura al suo scheletro progettuale, divenne
profondamente diversa dalla solida architettura romanica
che l'aveva preceduta.
20. In architettura il contrafforte è un sostegno, a sezione
quadrangolare, collocato in determinati punti della muratura
di un edificio con funzione di rinforzo e di controspinta.
Viene utilizzato a partire dalla tarda antichità per la
costruzione di basiliche (per esempio la Basilica di
Costantino) e ha raggiunto il suo culmine nella costruzione
delle chiese gotiche.
Originariamente il contrafforte consisteva soltanto di pilastri
rafforzati, ad angolo retto e sporgenti sulla parete esterna in
sporgenze murarie regolari che stabilizzano lateralmente la
parete.
Nell'architettura gotica, che rinunciava ampiamente nella
costruzione delle chiese a muri portanti e che progettava al
suo posto una costruzione a lisca di pesce, i pilastri rafforzati
sono un elemento portante ed essenziale. Per deviare le
forze laterali dalle pareti della navata centrale sui pilastri
rafforzati, vennero collegate ulteriormente ad archi rafforzati
con le loro capriate. Le parti laterali superiori delle arcate
portavano ulteriormente l'acqua piovana dal tetto nello scolo
dell'acqua dei pilastri rafforzati. Per la stabilizzazione questi
furono caricati verticalmente al di sopra delle arcate con fiale,
perlopiù torrette ampiamente ornate che sottolineano
ulteriormente il rafforzamento delle chiese gotiche.
Nelle chiese a doppia navata laterale questa prescrizione dei
pilastri rafforzati viene spesso ripetuta. Per questo vi sono
pilastri rafforzati sottili e supplementari tra le navate laterali
che livellano soltanto le forze verticali sopra i pilastri
all'interno delle chiese.
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22. I pilastri a fascio o polistili sono pilastri di sezione
complessa, spesso polilobata. Il pilastro appare
composto da un insieme di colonnette sottili.
Nell'architettura gotica, dove è largamente utilizzato,
spesso alcune di queste colonnette proseguono senza
soluzione di continuità fino al soffitto, raccordandosi
con i costoloni degli archi trasversali delle volte a
crociera.
Da un punto di vista strutturale non esiste una grande
differenza fra un pilastro a sezione circolare o
quadrata e un pilastro a fascio, mentre da un punto di
vista estetico la continuità che si instaura tra la
copertura voltata e il pilastro contribuisce a dare
unitarietà allo spazio dell'edificio gotico e a rendere
evidenti le linee di forza di scarico delle tensioni dalla
volta al terreno.
24. Il cleristorio o claristorio, in architettura, è il livello più alto della navata in una
basilica romana o in una chiesa romanica o gotica. Il suo nome si deve al fatto che la
sua traforazione di finestre permette al chiarore della luce di illuminare l'interno
dell'edificio. Era già stato usato dai Romani, in ciò probabilmente influenzati
dall'architettura ellenistica, nelle basiliche, nelle terme o nei palazzi.
Stralsund, San Nikolai
A volte le finestre sono piccole, semplici tondi, quadrilobi o triangoli sferici. Nei grandi
edifici, tuttavia, il cleristorio è una struttura importante. Le volte a crociera
dell'architettura gotica concentrano il peso e la spinta del tetto, liberando spazio sui
muri per una finestrazione più ampia del cleristorio. Nelle chiese gotiche, il cleristorio
è generalmente diviso in vani dai piloni della volta che continuano le stesse alte
colonne che formano le arcate che separano le navate laterali da quella centrale.
Sotto il cleristorio e sopra l'arcata, poteva essere inserito un piano addizionale, il
triforio, che contribuiva notevolmente ad incrementare l'altezza della navata gotica. Il
triforio consiste di uno stretto passaggio inserito nel muro, sotto le finestre del
cleristorio e sopra l'ampia galleria che sovrasta le navate laterali. Il triforio è aperto
sulla navata attraverso una sua arcata, spesso raddoppiando o triplicando il numero
di archi del vano. Il termine è applicabile anche ai templi egizi, in cui la luce
penetrava negli ambienti colonnati attraverso aperture nelle pareti verticali vicino alla
copertura.
Per estensione sono oggi considerate "luci di cleristorio" tutte le file di finestre che si
trovano sopra il livello orizzontale.
In architettura il triforio è una galleria ricavata nello spessore murario, posta sotto le
finestre del cleristorio e situata sopra le navate laterali di una chiesa mediante una
teoria di loggette.
È presente in alcune chiese romaniche (il duomo di Modena è uno degli esempi di
maggior rilievo) e soprattutto nelle cattedrali gotiche d'Oltralpe, abbinato o in
sostituzione alla struttura affine del matroneo, dove però la galleria aveva dimensioni
più ampie e correva per tutta la larghezza della navata laterale.
Generalmente il triforio precede una piccola galleria percorribile, che invece può
venire a mancare nel caso del triforio cieco.
L'etimologia del termine è sconosciuta, ma probabilmente deriva dal termine
thoroughfarum, che veniva usato per indicare il passaggio da un'estremità all'altra
dell'edificio. L'etimologia dal latino tres ("tre") e foris ("porta", "entrata"), risulta meno
accreditata.