2. ...alla cultura aziendale
“Un risultato nuovo ha valore, se ne ha, nel caso in cui stabilendo un legame tra elementi noti da tempo, ma fino
ad allora sparsi e in apparenza estranei gli uni agli altri, mette ordine, immediatamente, là dove sembrava
regnare il disordine [...]. Inventare consiste proprio nel non costruire le combinazioni inutili e nel costruire
unicamente quelle utili [...] Soltanto alcune di esse sono armoniose, ossia utili e belle insieme”.
Henry Poincaré
La creatività e l'innovazione nascono dall’attenta osservazione dell’esistente.
L'adozione di un approccio al business responsabile e sostenibile ci permette di integrare nei processi decisionali
le istanze sociale e ambientali, per cui ci dà una chiave di lettura sui bisogni della società, espressi ed inespressi.
3. L'approccio distribuito e la responsabilità diffusa
Per distribuire a tutta la cultura aziendale questa prospettiva, è importante avere una struttura organizzativa
che permetta tutto ciò.
Le aziende oggi possono optare per modelli di gestione del lavoro, delle responsabilità e dei ruoli definiti in base
al capacity building relazionale (che mette insieme allineamento valoriale, competenze e attitudini)
La prospettiva? Verso un approccio bossless e un sistema di leadership situazionale. Non esiste un leader per
tutto, ma il management è organizzato in base alle attitudini e a gruppi di lavoro per fare fronte a una
progettualità specifica
4. L'approccio distribuito e la responsabilità diffusa
Come si fa?
> strumenti di co-design e di design relazionale interni all’azienda (es: Morning Star usa Collaborative Letter of
Understanding tra dipendenti; ma anche Netflix e le vacanze illimitate)
> rinegoziare i bisogni interni con i bisogni esterni
> IBRIDARSI! sia da un punto di vista di governance che di target
5. cosa intendiamo con capacity building
Capacity building (clicca qui per approfondire) significa per noi valorizzare le
competenze e le attitudini di un gruppo di lavoro, per renderlo più efficiente ma
anche più allineato alla proposta di valore di un’impresa.
6. quando si applica
Il capacity building è ottimo strumento in momenti di riallineamento di
un’organizzazione, riorganizzazione aziendale o sviluppo di nuovi
servizi/prodotti, in particolare quando:
- si avviano nuove attività (e quindi quando si creano gruppi di lavoro per
obiettivo)
- si fondono o accorpano realtà già esistenti
- in generale, quando si lavora per la prima volta insieme
- si vuole condividere e diffondere un’immagine condivisa dell’organizzazione
7. da dove viene il capacity building
Il capacity building nasce con la messa a punto dell’approccio di lavoro “lean”,
nato per efficientare le dinamiche di decisione e progettazione aziendali, si è
sviluppato nel contesto di organizzazioni con approccio “bossless” (clicca qui per
approfondire) e si è affermato molto oggi nel mondo delle startup e
delll’innovazione disruptive.
8. Quali approcci utilizziamo
Il nostro capacity building mixa diversi approcci, strumenti e metodologie
affermate, che abbiamo internalizzato e riletto costruendo un metodo nostro.
Alla base c’è l’unione di alcuni strumenti di lavoro di gruppo del design dei servizi
nord-europeo (clicca qui per approfondire) con approccio denominato cultural
probes (clicca qui per approfondire), con quelli provenienti dalla co-creation
methodology (clicca qui per approfondire) proveniente dall’arte relazionale.
9. da dove viene il capacity building
La prima organizzazione bossless della storia è Gore-tex.
Bossless non vuol dire non avere una gerarchia aziendale.
Significa creare un sistema decisionale e progettuale altamente efficace, dove
non esiste un “leader” unico per tutto, ma dove il management è organizzato in
base alle attitudini, reali e riconosciute dal gruppo, e in gruppi di lavoro per fare
fronte a una progettualità specifica.
clicca qui per approfondire
10. le fasi di realizzazione del capacity building
1. condivisione della proposta di valore dell’azienda (o del prodotto/servizio
che si vuole realizzare), attraverso lo strumento del value proposition canvas
sviluppato dalla Business Model Canvas organization, per fare emergere la
relazione tra i valori della vision dell’organizzazione e il valore potenzialmente
percepito sul mercato;
2. utilizzo degli strumenti del lean approach (per approfondire clicca qui) per
stabilire una to do list o un gantt condiviso
3. capacity building vero e proprio, serve a costruire l’intelaiatura della
distribuzione delle cosiddette “leadership situazionali”, ossia la
distribuzione dei ruoli in base alle attitudini e alle competenze di tutte le
persone che fanno parte del gruppo di lavoro
11. gli output del capacity building di Kilowatt
- lavoro di riconoscimento reciproco di talenti e competenze, quel valore
intangibile che rende un gruppo di lavoro o un’organizzazione snella e fluida
- mappatura delle competenze del team
- mappatura dei talenti
- Condivisione di fattori di stress e ANTIDOTI!
12. Alcuni riferimenti
> sui tipi psicologici: l’enneagramma di Claudio Naranjo (vedi Claudio Naranjo,
Caratteri e nevrosi: l’enneagramma dei tipi psicologici)
> approccio sistemico di Palo Alto (vedi Gregory Bateson, tra gli altri) ma anche gli
studi sulla sistemica africana (intanto: Serge Latouche, L’altra Africa. Tra dono e
mercato; ancora prima: il Saggio sul dono di Mauss)
> approccio di osservazione dei loop comportamentali (su questo c’è
l’antipsichiatria di R. D. Laing: anche il divertentissimo Nodi)
> l’arte relazionale e la co-creation methodology (vedi il lavoro di artway of
thinking, già pluri-citato)