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TIPOLOGIE DI SCUOLE
Paola Muzzioli, Donatella Poliandri, Isabella
Quadrelli, Stefania Sette e Marco Sideri - INVALSI
Verso il Sistema Nazionale di Valutazione
Roma 25 Giugno 2014
Diverse scuole, diverse modalità
organizzative
 Individuare, a partire da dati disponibili, gruppi
di scuole simili per tipologie di modelli
organizzativi attuati e che insistono su specifici
contesti
 Individuare delle tipologie empiriche cui è
possibile ricondurre le scuole per le quali sono
disponibili i dati di partenza
 Studiare queste tipologie per fornire indicazioni
mirate su strumenti da utilizzare e modalità di
supporto per il costituendo Sistema Nazionale di
Valutazione
Individuare tipologie di scuole a partire dalle modalità organizzative
attuate
 Scelta delle variabili
 Individuazione di tipologie di scuole, Paletta (2007)
 Validazione del modello della cluster
 Estensione del modello della cluster anche alle altre
scuole
La scelta delle variabili
 Quadro di riferimento ValSiS e Vales
 Variabili sulle caratteristiche della scuola, sul contesto ove la
scuola opera, sul DS, sulle modalità di gestione della scuola,
sul personale, ecc.
 Fonte: Questionario scuola INVALSI, Servizio Nazionale di
Valutazione INVALSI, MIUR, ISTAT
 Coprono tutte le aree del Questionario scuola
 Caratterizzanti diverse modalità organizzative
 Variabili quantitative sintetiche e indicatori
 Variabilità
 Procedura sostituzione missing
L’analisi dei cluster -1
 Per l’individuazione delle diverse tipologie di scuole è
stata utilizzata una cluster analysis
 Metodo di ward per minimizzare al massimo la varianza
interna ai gruppi
 Applicati metodi differenti che hanno portato a conclusioni
analoghe
 Applicati diversi software di elaborazione dei dati che
hanno portato a medesime conclusioni
 Dendrogramma e pseudoF suggeriscono 3 gruppi
 Metodo finale kmedie
 Risultati più robusti
 Numerosità dei gruppi più equilibrata
L’analisi dei cluster -2
 In analisi 412 scuole incluse nel campione nazionale
del Progetto Valutazione e Miglioramento
 La variabili scelte da includere nell’analisi sono
state selezionate da un set iniziale più ampio:
 Escluse quelle con ridotta variabilità
 Escluse quelle poco discriminanti
 Ambito contesto e risorse
 Ambito modalità di organizzazione
 Variabili incluse nell’analisi
Le variabili – contesto e risorse
 Comune rurale - densità di popolazione minore di 100 abitanti per kmq o percentuale
di occupati in agricoltura superiore alla media comunitaria
 Grado di urbanizzazione - si basa sulla densità di popolazione e sulla
contiguità di queste aree
 ESCS – indice socio-economico-culturale: status occupazionale dei genitori, livello
d’istruzione dei genitori espresso in anni d’istruzione formale, possesso di alcuni beni
materiali intesi come proxy di un contesto economico-culturale favorevole all’apprendimento
 Dimensione istituto – numero di alunni iscritti
 Numero sedi – per sede si intende ciascuna scuola individuata dal MIUR con un
codice meccanografico proprio
 Percentuale alunni stranieri
 Anzianità del Dirigente scolastico – anni di esperienza come DS
 Continuità lavorativa – percentuale di docenti trasferiti a seguito di domanda
 Assenteismo del personale – numero giorni di assenza pro capite medio
annuo docenti e ATA
Le variabili – modalità di organizzazione
 Prevalenza di decisioni prese dal Dirigente e/o dal suo staff
 Tempo dedicato dal Dirigente a questioni educative
 Gestione del FIS – percentuali di insegnanti che usufruiscono del FIS
 Formazione dei docenti – percentuale media di insegnati che
partecipano alla formazione
 Gestione oraria – percentuale di ore di supplenza non coperte
 Partecipazione a reti – indice sintetico di aspetti quali essere capofila,
adesione a reti aperte ad altri soggetti (es. Autonomie locali, Università,
soggetti privati), entrata principale della rete proveniente da privati o da
scuole componenti la rete
I gruppi 1/3
 Cluster 2 – Struttura aperta con leadership
organizzativa
 Scuole di grandi dimensioni, alto numero di sedi, alto grado
di urbanizzazione, grande città
 ESCS alto e alta percentuale di studenti stranieri
 DS con più di 11 anni di esperienza, basso tasso di
trasferimento e assenteismo in media
 FIS distribuito in modo concentrato e mirato
 Attenzione a questioni amministrative e di gestione del
personale
 Ruolo importante delle reti
 DS autorevole con poche ore di supplenza non coperte e
decisioni autonome o con staff ristretto
I gruppi 2/3
 Cluster 3 – Learning organization instabile
 Scuole piccole, poche sedi, zone rurali
 Studenti stranieri e ESCS medio-basso
 DS con esperienza inferiore ai 9 anni, tasso di
trasferimento del personale alto
 Assenteismo più basso fra i tre cluster
 DS che gestisce in collaborazione con il personale della
scuola
 FIS utilizzato in maniera diffusa e grande importanza
alla formazione dei docenti
 Attenzione a questioni educative
 Bassa apertura della scuola, poca importanza alle reti
 Ingente numero di ore di assenza non coperte
I gruppi 3/3
 Cluster 1 – Struttura non coordinata con leadership
diffusa
 Scuole medio-grandi sia per studenti che per sedi
 Territorio urbanizzato, in centro città o in periferia e con
ESCS medio-alto
 Presenza media di studenti stranieri
 DS con circa 10 anni di esperienza e tasso di
trasferimento basso
 Assenteismo del personale particolarmente alto
 DS che decide in autonomia ma anche con l’aiuto delle
altre componenti
 FIS utilizzato in maniera diffusa
 Discreto grado di apertura al territorio
Descrizione gruppi – alcune analisi a posteriori
Cluster 1
Leadership
diffusa non
coordinata
Cluster 2
Leadership
organizzativa
aperta
Cluster 3
Learning
organization
instabile
Totale
Risultati
prove SNV
ITALIANO V prim. 72.8 73.65 70.25 72.16
MATEMATICA V prim. 54.97 55.1 51.96 54.01
ITALIANO I sec. I grado 62.41 63.72 60.89 62.2
MATEMATICA I sec. I grado 43.02 44.46 41.18 42.74
Area
geografica
Nord Nord 36.80% 44.60% 30.40%
Centro Centro 23.20% 26.10% 11.90%
Sud Sud 40.00% 29.30% 57.80%
Numero scuole 185 92 135 412
L’analisi discriminante
Attribuire altre scuole alle tipologie individuate con l’analisi
dei cluster
 analisi discriminante: permette di assegnare
un’osservazione ad una e una sola delle possibili
popolazioni, cioè di decidere da quale popolazione
provenga l’osservazione (Fischer 1936; Wong, Ho 2003)
 Applicata alle scuole del campione di VM, utilizzando le
stesse variabili, per confrontare i risultati di attribuzione
ai gruppi  94,6% casi assegnati allo stesso gruppo
dalle 2 procedure
Distribuzione geografica
Scuole VALES
Scuole VM
36.8
44.6
30.4
36.41
23.2
26.1
11.9
20.15
40
29.3
57.8
43.45
0
10
20
30
40
50
60
70
Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3 Totale
Nord Centro Sud
25.3
42.31
12.16
19.46
8.43
3.85
11.49 9.73
66.27
53.85
76.35
70.82
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3 Totale
Nord Centro Sud
Cluster Numero scuole
1 – – struttura non
coordinata con
leadership diffusa
83
2 – struttura aperta
con leadership
organizzativa
26
3 – learning
organization instabile
148
Totale 257
Cluster Numero scuole
1 – struttura non
coordinata con
leadership diffusa
185
2 – struttura aperta
con leadership
organizzativa
92
3 – learning
organization instabile
135
Totale 412
Esiti studenti
Scuole VALES
Scuole VM
ITALIANO
V primaria
MATEMATICA
V primaria
ITALIANO
I secondaria I grado
MATEMATICA
I secondaria I grado
Media Media Media Media
cluster
1– struttura non coordinata
con leadership diffusa
72.16 53.03 62.26 42.70
2 – struttura aperta con
leadership organizzativa
72.98 55.62 63.79 45.26
3 – learning organization
instabile
70.75 52.29 60.63 40.91
ITALIANO
V primaria
MATEMATICA
V primaria
ITALIANO
I secondaria I grado
MATEMATICA
I secondaria I grado
Media Media Media Media
cluster
1 – struttura non coordinata
con leadership diffusa
72.80 54.97 62.41 43.02
2 – struttura aperta con
leadership organizzativa
73.65 55.10 63.72 44.46
3 – learning organization
instabile
70.25 51.96 60.89 41.18
Apertura all’esterno
 Cluster 2 – Struttura aperta con leadership organizzativa - mostra sia per le
scuole VALES che per quelle VM un coinvolgimento maggiore di soggetti
esterni con cui stringe accordi
 Coinvolgimento genitori:
 VM
 Cluster 2 – Struttura aperta con leadership organizzativa:
79% coinvolgimento medio-alto
 Cluster 1 Struttura non coordinata con leadership diffusa e 3 learning organization
instabile:
70% coinvolgimento medio-alto
 VALES
 Cluster 2 Struttura aperta con leadership organizzativa :
50% coinvolgimento medio-alto
 Cluster 1 Struttura non coordinata con leadership diffusa e 3 learning organization instabile:
40% coinvolgimento medio-alto
Conclusioni
 Possibilità di individuare tre tipologie di modalità
organizzative nelle scuole
 Possibilità di stabilire a quale tipologia appartiene ciascuna
scuola, a patto che per questa siano disponibili i dati sulle
variabili necessarie
 Possibilità di individuare interventi mirati per diverse
modalità organizzative attuate dalle scuole, individuando
contesti specifici
 Possibilità di osservare per scopi descrittivi come queste
differenti tipologie di sono mosse all’interno delle fasi del
percorso valutativo così come descritto dal DPR 80/2013
(dall’autovalutazione alla valutazione esterna), al fine di
proporre interventi mirati di supporto e/o di valorizzazione
Grazie per l’attenzione!

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Progetto Vales: le tipologie di scuole

  • 1. TIPOLOGIE DI SCUOLE Paola Muzzioli, Donatella Poliandri, Isabella Quadrelli, Stefania Sette e Marco Sideri - INVALSI Verso il Sistema Nazionale di Valutazione Roma 25 Giugno 2014
  • 2. Diverse scuole, diverse modalità organizzative  Individuare, a partire da dati disponibili, gruppi di scuole simili per tipologie di modelli organizzativi attuati e che insistono su specifici contesti  Individuare delle tipologie empiriche cui è possibile ricondurre le scuole per le quali sono disponibili i dati di partenza  Studiare queste tipologie per fornire indicazioni mirate su strumenti da utilizzare e modalità di supporto per il costituendo Sistema Nazionale di Valutazione
  • 3. Individuare tipologie di scuole a partire dalle modalità organizzative attuate  Scelta delle variabili  Individuazione di tipologie di scuole, Paletta (2007)  Validazione del modello della cluster  Estensione del modello della cluster anche alle altre scuole
  • 4. La scelta delle variabili  Quadro di riferimento ValSiS e Vales  Variabili sulle caratteristiche della scuola, sul contesto ove la scuola opera, sul DS, sulle modalità di gestione della scuola, sul personale, ecc.  Fonte: Questionario scuola INVALSI, Servizio Nazionale di Valutazione INVALSI, MIUR, ISTAT  Coprono tutte le aree del Questionario scuola  Caratterizzanti diverse modalità organizzative  Variabili quantitative sintetiche e indicatori  Variabilità  Procedura sostituzione missing
  • 5. L’analisi dei cluster -1  Per l’individuazione delle diverse tipologie di scuole è stata utilizzata una cluster analysis  Metodo di ward per minimizzare al massimo la varianza interna ai gruppi  Applicati metodi differenti che hanno portato a conclusioni analoghe  Applicati diversi software di elaborazione dei dati che hanno portato a medesime conclusioni  Dendrogramma e pseudoF suggeriscono 3 gruppi  Metodo finale kmedie  Risultati più robusti  Numerosità dei gruppi più equilibrata
  • 6. L’analisi dei cluster -2  In analisi 412 scuole incluse nel campione nazionale del Progetto Valutazione e Miglioramento  La variabili scelte da includere nell’analisi sono state selezionate da un set iniziale più ampio:  Escluse quelle con ridotta variabilità  Escluse quelle poco discriminanti  Ambito contesto e risorse  Ambito modalità di organizzazione  Variabili incluse nell’analisi
  • 7. Le variabili – contesto e risorse  Comune rurale - densità di popolazione minore di 100 abitanti per kmq o percentuale di occupati in agricoltura superiore alla media comunitaria  Grado di urbanizzazione - si basa sulla densità di popolazione e sulla contiguità di queste aree  ESCS – indice socio-economico-culturale: status occupazionale dei genitori, livello d’istruzione dei genitori espresso in anni d’istruzione formale, possesso di alcuni beni materiali intesi come proxy di un contesto economico-culturale favorevole all’apprendimento  Dimensione istituto – numero di alunni iscritti  Numero sedi – per sede si intende ciascuna scuola individuata dal MIUR con un codice meccanografico proprio  Percentuale alunni stranieri  Anzianità del Dirigente scolastico – anni di esperienza come DS  Continuità lavorativa – percentuale di docenti trasferiti a seguito di domanda  Assenteismo del personale – numero giorni di assenza pro capite medio annuo docenti e ATA
  • 8. Le variabili – modalità di organizzazione  Prevalenza di decisioni prese dal Dirigente e/o dal suo staff  Tempo dedicato dal Dirigente a questioni educative  Gestione del FIS – percentuali di insegnanti che usufruiscono del FIS  Formazione dei docenti – percentuale media di insegnati che partecipano alla formazione  Gestione oraria – percentuale di ore di supplenza non coperte  Partecipazione a reti – indice sintetico di aspetti quali essere capofila, adesione a reti aperte ad altri soggetti (es. Autonomie locali, Università, soggetti privati), entrata principale della rete proveniente da privati o da scuole componenti la rete
  • 9. I gruppi 1/3  Cluster 2 – Struttura aperta con leadership organizzativa  Scuole di grandi dimensioni, alto numero di sedi, alto grado di urbanizzazione, grande città  ESCS alto e alta percentuale di studenti stranieri  DS con più di 11 anni di esperienza, basso tasso di trasferimento e assenteismo in media  FIS distribuito in modo concentrato e mirato  Attenzione a questioni amministrative e di gestione del personale  Ruolo importante delle reti  DS autorevole con poche ore di supplenza non coperte e decisioni autonome o con staff ristretto
  • 10. I gruppi 2/3  Cluster 3 – Learning organization instabile  Scuole piccole, poche sedi, zone rurali  Studenti stranieri e ESCS medio-basso  DS con esperienza inferiore ai 9 anni, tasso di trasferimento del personale alto  Assenteismo più basso fra i tre cluster  DS che gestisce in collaborazione con il personale della scuola  FIS utilizzato in maniera diffusa e grande importanza alla formazione dei docenti  Attenzione a questioni educative  Bassa apertura della scuola, poca importanza alle reti  Ingente numero di ore di assenza non coperte
  • 11. I gruppi 3/3  Cluster 1 – Struttura non coordinata con leadership diffusa  Scuole medio-grandi sia per studenti che per sedi  Territorio urbanizzato, in centro città o in periferia e con ESCS medio-alto  Presenza media di studenti stranieri  DS con circa 10 anni di esperienza e tasso di trasferimento basso  Assenteismo del personale particolarmente alto  DS che decide in autonomia ma anche con l’aiuto delle altre componenti  FIS utilizzato in maniera diffusa  Discreto grado di apertura al territorio
  • 12. Descrizione gruppi – alcune analisi a posteriori Cluster 1 Leadership diffusa non coordinata Cluster 2 Leadership organizzativa aperta Cluster 3 Learning organization instabile Totale Risultati prove SNV ITALIANO V prim. 72.8 73.65 70.25 72.16 MATEMATICA V prim. 54.97 55.1 51.96 54.01 ITALIANO I sec. I grado 62.41 63.72 60.89 62.2 MATEMATICA I sec. I grado 43.02 44.46 41.18 42.74 Area geografica Nord Nord 36.80% 44.60% 30.40% Centro Centro 23.20% 26.10% 11.90% Sud Sud 40.00% 29.30% 57.80% Numero scuole 185 92 135 412
  • 13. L’analisi discriminante Attribuire altre scuole alle tipologie individuate con l’analisi dei cluster  analisi discriminante: permette di assegnare un’osservazione ad una e una sola delle possibili popolazioni, cioè di decidere da quale popolazione provenga l’osservazione (Fischer 1936; Wong, Ho 2003)  Applicata alle scuole del campione di VM, utilizzando le stesse variabili, per confrontare i risultati di attribuzione ai gruppi  94,6% casi assegnati allo stesso gruppo dalle 2 procedure
  • 14. Distribuzione geografica Scuole VALES Scuole VM 36.8 44.6 30.4 36.41 23.2 26.1 11.9 20.15 40 29.3 57.8 43.45 0 10 20 30 40 50 60 70 Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3 Totale Nord Centro Sud 25.3 42.31 12.16 19.46 8.43 3.85 11.49 9.73 66.27 53.85 76.35 70.82 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3 Totale Nord Centro Sud Cluster Numero scuole 1 – – struttura non coordinata con leadership diffusa 83 2 – struttura aperta con leadership organizzativa 26 3 – learning organization instabile 148 Totale 257 Cluster Numero scuole 1 – struttura non coordinata con leadership diffusa 185 2 – struttura aperta con leadership organizzativa 92 3 – learning organization instabile 135 Totale 412
  • 15. Esiti studenti Scuole VALES Scuole VM ITALIANO V primaria MATEMATICA V primaria ITALIANO I secondaria I grado MATEMATICA I secondaria I grado Media Media Media Media cluster 1– struttura non coordinata con leadership diffusa 72.16 53.03 62.26 42.70 2 – struttura aperta con leadership organizzativa 72.98 55.62 63.79 45.26 3 – learning organization instabile 70.75 52.29 60.63 40.91 ITALIANO V primaria MATEMATICA V primaria ITALIANO I secondaria I grado MATEMATICA I secondaria I grado Media Media Media Media cluster 1 – struttura non coordinata con leadership diffusa 72.80 54.97 62.41 43.02 2 – struttura aperta con leadership organizzativa 73.65 55.10 63.72 44.46 3 – learning organization instabile 70.25 51.96 60.89 41.18
  • 16. Apertura all’esterno  Cluster 2 – Struttura aperta con leadership organizzativa - mostra sia per le scuole VALES che per quelle VM un coinvolgimento maggiore di soggetti esterni con cui stringe accordi  Coinvolgimento genitori:  VM  Cluster 2 – Struttura aperta con leadership organizzativa: 79% coinvolgimento medio-alto  Cluster 1 Struttura non coordinata con leadership diffusa e 3 learning organization instabile: 70% coinvolgimento medio-alto  VALES  Cluster 2 Struttura aperta con leadership organizzativa : 50% coinvolgimento medio-alto  Cluster 1 Struttura non coordinata con leadership diffusa e 3 learning organization instabile: 40% coinvolgimento medio-alto
  • 17. Conclusioni  Possibilità di individuare tre tipologie di modalità organizzative nelle scuole  Possibilità di stabilire a quale tipologia appartiene ciascuna scuola, a patto che per questa siano disponibili i dati sulle variabili necessarie  Possibilità di individuare interventi mirati per diverse modalità organizzative attuate dalle scuole, individuando contesti specifici  Possibilità di osservare per scopi descrittivi come queste differenti tipologie di sono mosse all’interno delle fasi del percorso valutativo così come descritto dal DPR 80/2013 (dall’autovalutazione alla valutazione esterna), al fine di proporre interventi mirati di supporto e/o di valorizzazione