1. L' anima errante
(Testo tratto da “Dio=mc2”,di Fausto Intilla)
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quot;Tutto ciò che so e ho appreso mi conduce a pensare che il mondo della nostra presente
coscienza è solo uno dei tanti mondi di coscienza esistenti e che quegli altri mondi devono
contenere esperienze valide anche per la nostra vita; e, sebbene in genere quelle esperienze e
quelle di questo mondo rimangano separate, ci sono comunque fra i due dei punti di contatto
in cui le energie filtrano dall' uno all'altro rendendoli così un unicumquot;.
William James
Vorrei ora passare ad analizzare quel concetto tanto caro ai teologi e a
milioni di credenti di ogni religione, il concetto di quot;animaquot;.7
Secondo i teologi, ogni essere umano, a differenza di tutte le altre specie
animali, possiede un'anima; quest'ultima secondo costoro, è paragonabile
ad una sorta di quot;energiaquot; inosservabile, inquantificabile e soprattutto
inestingui-bile che ogni essere umano possiede durante la propria vita
terrena e, essendo inestinguibile, anche dopo la morte.
Essa è quindi considerata, sempre secondo i teologi, come una sorta di
energia che pervade il nostro corpo (taluni invece credono che essa sia
concentrata unicamente nel cervello) capace, nel momento in cui muoriamo
(ossia quando il nostro elettroencefalogramma8 si presenta piatto e quindi
non vi è più alcuna attività neuronale) di dissociarsi dal corpo e di
continuare ad esistere eternamente in un mondo che rappresenta il lato
oscuro della medaglia: quello della Non Esistenza.
Tale forma di energia9 viene inoltre considerata, secondo la religione
cristiana e moltre altre religioni, colei che consente alla vita di manifestarsi
come tale, in parole povere: Essa è la Vita. Ogni essere umano quindi, viene
considerato come una specie di macchina il cui carburante in questo caso
prende il nome di: quot;animaquot;; senza la quale essa (la macchina) non potrebbe
muoversi, non potrebbe interagire con l'ambiente in cui vive e quindi, per
dirla in termini un po' più umani, non potrebbe vivere.
Quando si arriva al concetto di anima, la visione meccanicistica della vita
(in questo caso riferita al singolo essere umano), è riscontrabile in quasi
tutte le religioni (quasi a voler testimoniare che l'uomo, sin dalla notte dei
tempi10, non ha mai voluto accettare l'idea di dover prima o poi, con la
morte, scomparire definitivamente nel nulla); anche se alcune di esse, come
il Buddhismo, lo Zen, il Tao e in genere tutte le religioni orientali, sembre-
2. rebbero divergere nel modo più assoluto dalla visione meccanicistica della
vita, del Mondo e dell' intero Universo.
Tutte queste religioni o filosofie di vita infatti non seguono, gli schemi
classici e per ora naturali del pensiero umano in cui quest' ultimo, si ritrova
costantemente intrappolato e in lotta continua con le solite strutture binarie
(proprie di ogni specie animale ancor giovane); ma tale contrasto con
l'usuale modello di pensiero umano, lo si riscontra unicamente su un piano
in cui vengono considerati gli aspetti globali dell'intera esistenza.
La teologia, ammette quindi l'esistenza di due forme di anima: una quot;terrenaquot;
(che è quella che ci consente di vivere, poiché essa è la vita e ci accompagna
fino alla morte), fusa nel modo più assoluto e indissociabile con corpo e
mente; e una quot;extracorporeaquot;, ossia quella che nel momento in cui
muoriamo, si dissocia dal nostro corpo per poi continuare ad esistere in
eterno in un mondo extrafisico.
Analizziamo ora il concetto di anima terrena, associata al corpo di ogni
essere umano durante tutta la sua vita, con quanto viene comunemente
ritenuto in ambito scientifico sul manifestarsi della vita. Sembrerebbe quasi
incredibile, ma in questo caso la scienza ci propone una visione
assolutamente sistemica della vita di un singolo essere umano (Tutto é
correlato al tutto); analizziamo il seguente assunto medico:
quot;Nel momento in cui un essere vivente animale non presenta più alcuna
attività a livello neuronale e quindi il suo elettroencefalogramma ci appare
piatto, lo si può definire clinicamente mortoquot;.
In termini scientifici quindi, l'anima, si potrebbe definire come una sorta di
energia psichica prodotta dall’attività dei neurotrasmettitori11 nel cervello
[nel modo in cui una determinata quantità di lavoro meccanico12,si
trasforma (produce) in una determinata quantità di energia calorica; così
una determinata quantità di lavoro cerebrale o neuronale, si trasforma
(produce) in una determinata quantità di energia psichica]. quot;Nulla si crea e
nulla si distrugge, tutto si trasformaquot;13.
Essa quindi può esistere (anima o energia psichica, che dir si voglia), solo ed
esclusivamente durante l'attività neuronale; nel momento in cui quest'ultima
dovesse cessare, qualsiasi forma di energia psichica (frutto di un'attività
neuronale e inconcepibile come entità indipendente e auto-organizzantesi,
poiché tutto è correlato al tutto) si dissiperebbe immediatamente
nell'ambiente circostante; ovvero si trasformerebbe immediatamente,
interagendo e quindi divenendo parte dell' ambiente circostante.
È ormai da molti secoli che l'uomo sta cercando di dare una spiegazione,
soprattutto abusando di termini scientifici, al concetto di anima14 e in
3. special modo a quella extracorporea. Sovente, nel tentare di dare una
spiegazione a tutti i costi a tale concetto assai delicato che da parecchi
millenni è caro ad ogni essere umano, si commette quell'imperdonabile
errore, di usare dei termini scientifici per spiegare qualcosa che non ha
nulla a che vedere con la realtà fisica in cui noi viviamo; una realtà, in cui
non è assolutamente possibile osservare ciò che appartiene al lato oscuro
della medaglia: quello della Non Esistenza.
Ciò che comunemente sentiamo dire o leggiamo a proposito de l'anima
umana, è che essa sia una sorta di energia psichica inestinguibile, o di sfera
energetica auto-organizzantesi... energia, energia, energia...
Generalmente i sostenitori dell'anima energetica, ci parlano di questa’ultima
come di qualcosa di etereo, inosservabile dalla nostra realtà fisica ma
comunque, paradossalmente, in stretta correlazione con essa; usufruendo
(ma forse sarebbe meglio dire abusando) del termine quot;energiaquot;, ogni
qualvolta tentano di definire questa eterna sopravvivenza oltre la vita.
Ammettere l'esistenza di una qualsivoglia forma di energia, che non sia
essenzialmente il frutto della trasformazione di un'altra forma di energia,
sarebbe come voler ammettere che in natura possano esistere, sparse qua e
la nello spazio, delle sfere di energia calorica, auto-organizzantesi e inestin-
guibili; il che andrebbe contro tutte le leggi e i principi della
termodinamica15, i quali sono degli assunti,che vengono presi per buoni
finchè non si verifica sperimentalmente una contraddizione.La forma più
moderna per esempio per il II Principio della Termodinamica è la
seguente:”È estremamente improbabile (non a priori impossibile) che il
calore passi spontaneamente da un corpo più freddo ad un corpo più
caldo”.
Infatti persino l' energia psichica si potrebbe definire come la
trasformazione di una parte di ogni singolo neurotrasmettitore, in una altra
forma di energia; se è vero che E=mc2, ogni neurotrasmettitore non
rappresenta nient'altro che una forma complessa di energia16.
Persino l'uomo rappresenta sostanzialmente una forma complessa di
energia (auto-organizzantesi ma non per questo inestinguibile); calcolando
che in 1 kg di massa17 sono quot;racchiusiquot;*1 qualcosa come venticinque
miliardi di kWh di energia, lascio a voi fare il calcolo di quanta energia
rappresenti un uomo che pesi circa settanta kg.
*1 Stando all'equivalenza di massa-energia, non sarebbe propriamente giusto parlare di energia
racchiusa in una massa, visto che fondamentalmente massa ed energia rappresentano un unico
concetto,definito con due parole diverse.
4. Infine, tornando al concetto di anima, dobbiamo concludere che esso non è
assolutamente definibile in termini fisici o comunque scientifici. Se vogliamo
considerare che l'uomo abbia davvero un'anima che si dissocia dal corpo
dopo la morte (accettando quindi ciò che William Blake circa duecento anni
fa ebbe a dire, ossia che: quot;Tutto ciò che possa essere creduto, è un'immagine
della realtàquot;), essa non potrà mai e poi mai rivelarsi alla realtà fisica in cui
noi viviamo; e mai potrà essere osservata o rilevata con strumenti fisici18.
Qualcuno ora potrebbe ricordare quanto ho detto precedentemente sul
concetto di Esistenza e Non Esistenza, ovvero che entrambe non siano
nient'altro che le due facce di una stessa medaglia (comprendente una realtà
fisica ed una extrafisica); chiedendosi quindi: quot;Ma se l'anima appartiene al
lato oscuro della medaglia, ossia a quello della Non Esistenza, e se è vero
che Esistenza e Non Esistenza si potrebbero concepire come due rette
parallele (di lunghezza infinita) tangenti, per quale motivo Esistenza e Non
Esistenza non possono interagire fra loro?quot;
Bè, io credo che in ogni istante della nostra vita, noi interagiamo con tutto
ciò che appartiene al mondo dell'Inesistenza; e tutto ciò che noi quot;compiamoquot;
nella nostra vita, non è nient'altro che il frutto dell'interazione che sussiste
tra Esistenza e Non Esistenza.
Tutte le nostre azioni, il movimento in sè di un'intera vita di ogni essere
umano, è paragonabile a quello di una particella elementare19 ; essa infatti
può esistere unicamente in quanto frutto di interazioni e interdipendenze fra
altre particelle subatomiche. Ogni interazione tra Esistenza e Non Esistenza,
si manifesta quindi contemporaneamente su due piani fondamentalmente
diversi: quello fisico (reale) e quello extrafisico.20-22
Ecco quindi risolto l'enigma del dualismo onda-particella; ecco che
riusciamo a concepire diversamente, il fatto che un elettrone possa passare
da un orbitale atomico 1s ad un orbitale 2s, scomparendo21 da un punto
nello spazio per poi ricomparire in un altro; ecco che riusciamo a
concepire diversamente, il fatto che un singolo elettrone possa passare
contemporaneamente, attraverso due fori di una lastra metallica; ecco che
riusciamo a concepire diversamente ... il quot;gatto morto-viventequot;22 di
Schrödinger, e così via.