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Coaching Senna
Anatomia di un campione attraverso la metodologia del coaching
Marco Cucchi
Questo libro è liberamente tratto
dalle pubblicazioni disponibili
sulla vita di Ayrton Senna.
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Indice
Prologo
Introduzione
La vita di Senna attraverso 13 anni di interviste
La ruota della vita di Ayrton
Le prestazioni di Ayrton secondo la Flow Theory
Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton
Conclusioni
La passione per il talento
pag. 5
pag. 7
pag. 9
pag. 61
pag. 69
pag. 75
pag. 83
pag. 87
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Prologo
“Buongiorno Ayrton, come stai?”
“…Abbastanza bene, alla fine me la sono cavata con qualche acciacco…”
“Per il resto come ti senti?”
“Mi sento a pezzi, è per questo che ti ho chiesto di iniziare questo percorso di coa-
ching….”
“Prima di decidere come procedere cosa ne dici di condividere i tuoi pensieri di queste
ore?”
“Ok.…Ieri in ospedale mi ero convinto del fatto che il mio ‘malessere’ fosse legato
esclusivamente alla morte di Ratzenberger. Oggi invece penso a come ho trascinato,
nella mia folle ricerca della perfezione, anche i tecnici della Williams facendomi
modificare in soli due giorni il piantone dello sterzo. Sono io che li ho portati all’erro-
re…”
“Mi stai dicendo che non avrebbero potuto dirti: No Ayrton, per questa modifica devi
aspettare la prossima gara?”
“Si, esatto! La stessa determinazione con cui porto le persone intorno a me a dare il
110%, questa volta stava per uccidermi. A 34 anni, con tre titoli mondiali alle spalle,
mi chiedo… cosa sto facendo…”
Bologna, 2 Maggio 1994
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Introduzione
Il precedente dialogo potrebbe essere l’inizio di un immaginario percorso di coaching
a pochi giorni dall’incidente di Imola.
Nelle pagine che seguono verranno analizzati tutti gli elementi che hanno portato
Senna ad elevare così tanto il suo talento di pilota e le sue potenzialità di uomo.
Attraverseremo i suoi pensieri e le esperienze più significative della sua vita, filtrando
più di 100 interviste rilasciate in tredici anni e i contributi giornalistici di Giorgio
Terruzzi e Leo Turrini. I loro testi sono stati pubblicati nel 2014 a vent’anni dalla
morte di Ayrton.
Grazie alla completezza delle risposte nelle interviste, utilizzeremo tre diversi stru-
menti di autovalutazione impiegati nel coaching per comprendere a che punto fosse
arrivato Ayrton nella sua ricerca della felicità e quanto davvero fosse vicino alla sua
autorealizzazione.
Utilizzeremo La ruota della vita, La Flow Theory e Le Virtù e Potenzialità.
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9
La vita di Senna attraverso 13 anni di interviste
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La famiglia di Ayrton
Ayrton ha un’intesa speciale con la madre Neyde ma a casa
Da Silva domina la figura di papà Milton, un patriarca,
uno deciso, che guida e comanda sul lavoro come in fami-
glia. Figlio di un autista, inizia commerciando automobili
e poi immobili fino a diventare costruttore, industriale
metallurgico e titolare di aziende agricole. La famiglia
vive in un benessere rassicurante senza sfarzo esagerato
e ostentazioni gratuite. Ayrton, mancino e iperattivo, in
famiglia viene chiamato “Beco”, nomignolo dato da una
cuginetta che non riusciva a pronunciarne il nome. “Se
una cosa la fai, falla bene”, Milton non immagina che con
questo “mantra” sta creando un pilota.
Ayrton a 34 anni definisce Milton “il suo più grande ami-
co”. Ma è davvero così? Ha sempre patito quella persona-
lità solida, come quella volta in cui viene rimproverato in
un momento di gioia per aver spruzzato champagne al
principe Ranieri sul podio di Montecarlo 1987.
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Il carattere
Da ragazzino, in un pomeriggio di pioggia, mentre é
dentro un negozio, nota dall’altra parte della strada una
famiglia poverissima che attende l’autobus diretto ai
sobborghi. Si rende conto della reale situazione del suo
paese.
E’ un uomo con un’ ombra lunga, consapevole del suo
talento e della sua ricchezza, con la smania di voler resti-
tuire agli altri.
Solo in macchina riesce a liberarsi della sua inquietudine
e lo fa con ferocia.
Una dedizione impressionante di chi non si accontenta
mai, autocritico verso il miglioramento e desideroso di
soddisfare suo padre Milton nel profondo.
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L’inizio con i kart
Il primo kart a 4 anni. Fin da subito impressiona la sua concentrazione assoluta.
A otto anni la prima gara con il sorteggio delle qualifiche. Un segnale del destino:
parte in Pole e resta in testa per 35 giri prima di essere buttato fuori da un avversario.
Furioso passa il resto della gara con il casco in testa a bordo pista.
Milton lo affida ad un istruttore professionista, Lucio Pascul detto “Tché”. Gli insegna
la fluidità della guida senza sbavature dividendo la pista in numerosi settori.
Dopo alcune gare un altro pilota lo definisce una schiappa sul bagnato. Da quel gior-
no per oltre un anno, ogni pomeriggio piovoso si reca al kartodromo e si allena fino a
sera per capire come si guida in condizioni estreme. Arriva a far bagnare l’asfalto per
allenarsi.
Diviene un pilota professionista del Kart, corre per l’italiana DAP e conquista 4 titoli
Brasiliani, 2 titoli Sud Americani e per 2 volte è vice-campione del mondo.
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1981: verso l’Europa
Dopo un matrimonio fulmineo con Lilian, figlia di amici di famiglia, parte con lei per
andare a conquistare nel vecchio continente l’accesso all’Olimpo dell’automobilismo.
Nel 1981 il bilancio delle corse è ottimo: vince due campionati di Formula Ford 1600.
La vita privata è invece un disastro. Nella grigia Eaton nel Norfolk, “parcheggia”
Lilian in un tristissimo appartamento pensando solo a farsi largo nel poco etico,
opportunista e menzognero mondo delle corse. Reagisce malissimo anche al rischio
paventato di diventare papà. E’ di fatto un ragazzino e in quella infelice cittadina ab-
bandona alla deriva il suo matrimonio.
Milton fa una sola visita in UK e, constatata la condizione generale disagiata, decide
di far rientrare definitivamente il figlio per cambiare vita e dirigere un’azienda di
famiglia.
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1982-83: La crescita
Ayrton obbedisce al padre ma è distrutto e non riesce ad accettare di dover rinunciare
alla sua carriera sulle auto.
Interviene a perorare la sua causa uno dei soci di Milton che lo convince sul futuro
di Ayrton offrendosi di seguire personalmente i delicati rapporti con team, sponsor e
stampa.
Con Lilian va come doveva andare: si lasciano e lui torna in Uk solo come non mai.
La sua vita é quella: una totale immersione nelle corse.
1982 ancora Formula Ford: 27 gare, 23 vittorie, 14 pole position, 25 giri veloci.
Si ripete nel 1983 nella Formula 3 inglese, vincendo il campionato dopo aver surclas-
sato l’inglese Martin Brundle.
Ottiene il suo primo test di Formula 1 a Donington con la vettura che in futuro gli
sarà fatale: la Williams. A fine giornata batte il tempo fatto sul circuito dal pilota uffi-
ciale Jonathan Palmer.
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La preparazione psico-fisica
Già dal 1983 Milton gli affianca Nuno Cobra, un esperto preparatore fisico che lo
trasforma nel fisico e nello spirito.
Dal corpo gracile e poco resistente, Nuno lo porta con l’allenamento ad essere un at-
leta eccezionale. 22 km di running in 90 minuti, 48 pulsazioni a riposo per abbassare
il ritmo di gara da 198 a 150 battiti al minuto. Circonferenza toracica aumentata di
quasi il venti percento.
Ma tutto questo non è sufficiente, il ragazzo a contatto con la Formula Uno è una
corda di violino: nel 1984 a soli 24 anni manifesta una paresi facciale. Nuno Cobra
capisce che la resilienza alle situazioni di stress psico-fisico va aumentata e interviene
più pesantemente, un coach a 360 gradi. Stabilisce con lui precise regole del sonno e
dell’alimentazione abbinate alla pratica della meditazione e alla tecnica della visualiz-
zazione per preparare le gare.
Fa sue le tecniche di focalizzazione e quando rientra ai box sa descrivere minuziosa-
mente ai suoi tecnici il comportamento del propulsore e del telaio in ogni punto della
pista. Le sue sensazioni corrispondono in modo preciso con i dati della telemetria.
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Il rapporto con il rischio
Ayrton è a Zolder in quel maledetto week end del 1982 in cui perde la vita Gilles Vil-
leneuve: corre con la Formula Ford 2000. La morte di Villeneuve non lo tocca, in quel
momento è solo un forsennato senza un particolare credo e respinge quell’emozione.
Il caso vuole che in gara esca di pista proprio nello stesso punto dell’incidente del
canadese.
Negli anni il rapporto con il rischio cambia: nel ‘90 piange al centro medico osser-
vando Donnelly che lotta tra la vita e la morte, nel ‘91 ad Hockenheim decolla con la
sua McLaren a 5 metri d’altezza e dichiara: “L’auto è atterrata capottata, attendevo il
colpo mortale”, nel ‘92 a Spa scende dall’auto e salva Comas intrappolato.
Ad Imola nel ‘94 il venerdì visita Barrichello al centro medico e il sabato va a vedere
Ratzenberger in pista dopo lo schianto. Nel pomeriggio, quando viene avvisato della
morte dell’austriaco, piange nel suo box.
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Il talento
Sedere, fianchi e schiena fusi con il telaio. Le giunture
dell’asfalto come briciole nel letto, individuate una
per una, segnate, memorizzate, una mappa del tesoro.
Gomme pizzicate come corde di uno strumento ad
arco.
Millesimi raccolti come pepite d’oro, messi via, in
tasca, sino ad avvertirne il peso.
Ma qual è il senso di questa ricerca della perfezione?
Il senso sta in un confronto personale capace di seda-
re quella perenne inquietudine.
La sua vita è quella, consapevole di essere un porten-
to.
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Il debutto in F1
Nel 1984 debutta finalmente nel dorato mondo della Formula 1 con la Toleman, vet-
tura da metà schieramento.
A Montecarlo sul bagnato mostra per la prima volta il suo talento al mondo intero.
Jackie Ickx, pilota Porsche, amico di Prost, nell’occasione direttore di gara, lo priva
della vittoria interrompendo la competizione mentre Senna, dopo aver superato oltre
dieci piloti, si appresta a sorpassare anche il francese in testa alla gara. Sul podio non
nasconde la sua delusione.
Sta comunque scrivendo la storia della Formula 1.
Viene cercato dalla Ferrari su diretto interessamento del “Grande Vecchio”. Purtroppo
per l’85 ha già firmato con la Lotus.
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La prima vittoria
Estoril 1985, ancora una volta sul bagnato, arriva la prima vittoria. Una supremazia
assoluta su tutti i contendenti: dal terzo in poi tutti doppiati.
Da poco in Brasile è caduta la dittatura militare e il paese è alla ricerca di un riscatto,
di una rinascita.
Ayrton sventola dalla sua auto la bandiera nazionale e diventa subito un idolo na-
zionale. Un altro pezzo del suo sogno si realizza: donare un pizzico di gioia al suo
popolo.
Capita anche nel 1986 a Detroit con il Brasile battuto il giorno prima dalla Francia ai
Mondiali. Ayrton con orgoglio sventola il riscatto nazionale. Piquet esce praticamente
annientato nell’immaginario brasiliano.
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La guerra con Piquet
Da alcuni anni Milton spinge Jacoto, amico di Ayrton a seguirlo per il mondo in
qualità di suo segretario affinché il figlio abbia sempre accanto una persona di fiducia.
Sono sempre assieme e la cosa stimola Piquet nel creare illazioni sul loro conto.
Ayrton concentratissimo sulle gare, effettivamente non è fidanzato, la sua vita privata
si svolge lontano dai riflettori, in Brasile, dove ha un susseguirsi di flirt ma ai box è
sempre e solo assieme a Jacoto.
Nell’87 Ayrton, un po’ scocciato, si lascia andare ad una provocazione dichiarando
ad un giornalista di farsi un po’ da parte durante l’inverno “…per lasciare un po’ di
spazio mediatico anche a Piquet”.
La risposta è immediata. Piquet toccato sull’orgoglio in un’intervista lo definisce
omosessuale. In quegli anni è una bomba mediatica che fa fatica a spegnersi. Milton
invita subito Jacoto a rientrare in Brasile.
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Prost: la figura di confronto
Nel 1984, appena si affaccia al mondo della Formula ,1 viene invitato con tutti i nuovi
colleghi al Nurburgring per una gara alla guida delle Mercedes stradali. Prost, già
pilota affermato, fa gli onori di casa con il neo arrivato e gli da uno strappo dall’aero-
porto di Francoforte alla pista.
Prost in pole, Senna secondo. Al via Ayrton parte meglio, “accompagna” il francese
fuori pista e vince. Prost undicesimo. Fine dei riguardi per il giovane brasiliano.
Prost, chiamato il professore, è il vero uomo da battere per affermarsi davvero in For-
mula 1. Più di Piquet, più di Mansell, più di chiunque altro.
Lo stesso tipo di confronto lo cercherà anche Schumacher nei confronti di Senna
negli anni a venire.
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’88: Campione di F1
Per lottare per il titolo occorre guidare una McLaren. Vi arriva nel 1988 e si porta in
eredità l’affinità con i tecnici della Honda che lo conoscono già dai tempi della Lotus.
Mai sazi, come lui, nella ricerca del dettaglio, nell’analisi dei dati protratta per ore.
Vince finalmente il titolo dopo un difficilissimo confronto con Prost. 16 gare, 13 pole
position, 8 vittorie.
E’ una stagione di prestazioni straordinarie con qualche errore clamoroso come la
distrazione di Montecarlo e un maldestro doppiaggio a Monza che gli costeranno il
ritiro in entrambe le gare.
Il capolavoro in Giappone. Ad Ayrton si spegne il motore al via e precipita in 14° po-
sizione. Con la consueta determinazione e l’aiuto della pioggia supera tutti compreso
Prost. Va a realizzare un altro pezzo del suo sogno: essere campione del mondo di
Formula 1.
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Senna incontra Dio
Nell’88 a Montecarlo in prova stabilisce la pole e invece di rientrare ai box resta in
pista per altri 5 giri nei quali abbassa sempre il suo tempo fino ad infliggere a Prost
un distacco di 1,5 secondi. Un’eternità.
“Per la prima volta nella mia vita mi sentivo in un’altra dimensione, come in trance,
senza essere cosciente dei gesti che facevo per guidare”. In gara sopravvaluta questa
sensazione e dopo aver distaccato Prost di quasi 1 minuto, abbassa la guardia e sbatte
alla curva del Portier. Era rabbioso verso se stesso.
Prost dichiara: “non voleva solo battermi voleva umiliarmi”.
La sorella Vivienne, molto religiosa, interpreta l’episodio del sabato come un segno
del Signore riservato ad una persona speciale e lo convince ad avvicinarsi maggior-
mente alla fede.
Aiutato da Alex Dias Ribeiro, un ex pilota molto religioso e amico di famiglia, impa-
ra a leggere la Bibbia e a cercare un contatto con Dio.
A fine gara in Giappone, racconta di aver ringraziato Dio e di aver sentito che questi
si manifestava a lui. Molti lo bollano come un esaltato.
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Arriva Xuxa
Nel Natale del 1988, Ayrton conosce Xuxa, nota conduttrice televisiva brasiliana.
Dopo tante brevi avventure nasce un grande sentimento che lo lega alla showgirl fino
al 1990.
Purtroppo anche Xuxa ha una figura “genitoriale” di assoluto controllo: la direttrice
della rete televisiva per cui lavora.
Sia Milton che la direttrice in questione preferiscono vederli separati in quanto im-
pegnati nelle loro rispettive carriere. Quasi una relazione nascosta: il rigore dei due
lavori li separa.
L’epilogo finale a New York. Litigano prima di Natale, lei vola a NY per un evento a
casa di un produttore televisivo. Ayrton nel cercare di riconquistarla fa un “colpo di
testa”: lascia San Paolo, senza avvisare nessuno, portandosi con se solo un costume
da Babbo Natale. Si cambia su un taxi presentandosi senza preavviso alla festa dove
si trova Xuxa. Lei reagisce male, si sente messa in imbarazzo e non lo fa neanche
entrare. Ayrton, neo campione del mondo di F1, questa volta torna in Brasile con la
consapevolezza di aver perso.
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’89: La guerra fredda
Nel 1989 la sfida continua: Ayrton sempre al top delle prestazioni in pista e Alain
grande politico e con potentissime amicizie nella FIA.
Senna nell’88 ha manifestato il suo lato spirituale ma l’uomo non è perfetto e alla se-
conda gara del ‘89 ad Imola non rispetta un accordo verbale preso con Prost per non
superarsi nei primi giri. Da quel momento Prost porta la sfida sul piano psicologico
e mediatico descrivendo Senna come una persona poco corretta. Durante tutta la
stagione cerca di smitizzare l’uomo prima che il pilota. Con 4 ritiri per cause tecniche
e due incidenti di troppo, Senna a fine di stagione deve inseguire.
Al Gran Premio del Giappone la tensione è alle stelle e Prost guida la gara. Senna
attacca, Prost chiude la strada: i due si toccano ed escono. Ayrton, riesce a ripartire
e a recuperare la testa della gara. Una prestazione magnifica che il francese della FIA
Balestre , riesce a vanificare. Senna perde il mondiale per un articolo del regolamento
mai applicato prima: rientro dalla via di fuga con salto di chicane.
Senna furioso grida allo scandalo. Balestre rincara la dose: 100.000 $ di multa e ri-
chiesta di scuse formali pena il ritiro della licenza di correre.
Per la prima volta Ayrton medita il ritiro dalla F1.
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‘90: La vendetta
Nei primi mesi del ’90 ripensa a ciò che è successo in Giappone l’anno prima, a ciò
che gli hanno tolto, sotto gli occhi di tutti. Medita vendetta interpretando la sua fidata
Bibbia nel peggiore dei modi.
E all’ultima gara va proprio così. Si trova in vantaggio in classifica anche se la Ferrari
di Prost adesso è più competitiva.
In Giappone decide che Prost non uscirà in testa dalla prima curva e così è: Prost
cerca di sorpassarlo, lui lo sperona in fondo al rettilineo. Entrambi ritirati e Ayrton
campione del mondo. Nella sua testa giustizia è fatta.
Dopo alcuni mesi si accorge che con quell’atto ha manifestato il lato più oscuro del
suo carattere.
Di fatto Senna avrebbe meritato il titolo nel 1989 e Prost nel 1990. Per le statistiche
non cambia nulla se non il danno subito dalla Ferrari che dovrà attendere altri dieci
anni per vincere un titolo.
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I luoghi più cari
Nella località Angra Dos Reis, a Sud di Rio, Ayrton acquista una villa sul mare al
centro della baia.
La località dove si ricarica durante l’inverno non è un centro mondano e per Ayrton
questo è il suo angolo di paradiso, lontano da tutti, con un mare incontaminato in cui
nuotare, guidare la moto d’acqua e andare a pesca con il motoscafo.
La villa, inconfondibile con il suo particolare eliporto sul prato all’inglese, è in grado
di ospitare tutti i suoi cari e gli amici più intimi.
Nelle pause tra un Gran Premio e l’altro sceglie un altro luogo di luce e mare: una
bellissima villa nell’Algarve in Portogallo. Questa è il nido che condivide con le donne
più importanti della sua vita. Venduta dalla famiglia Senna, oggi la villa è un Luxury
Resort.
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Cristine Ferracciu
Nel ‘91 conosce a Monaco Christine Ferracciu, una donna solida, centrata, realizzata.
Con lei Ayrton trova un equilibrio da vera coppia. Diciotto mesi di una relazione
coinvolgente e rassicurante.
Con lei trascorre giornate magnifiche nella villa dell’Algarve in Portogallo.
Quando la madre di Christine si ammala di cancro, lui è superficiale ed egoista non
curante della presenza e dell’appoggio di cui lei ha bisogno.
Viene lasciato dolorosamente. Ancora una volta non è stato in grado di dare certezze
alla donna che ama e non manifesta il reale interesse a costruire una vita assieme.
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’92: La gratitudine
Alla fine del 2001, dopo aver conquistato il terzo titolo, arriva l’offerta della Williams
20 milioni di dollari e la certezza della macchina migliore. Ayrton rifiuta e resta nel
team che lo ha trasformato in un campione affermato.
La gratitudine e il rispetto per le persone che ti hanno sostenuto è un altro di quei
valori trasmessi nel profondo da papà Milton.
Questa sua scelta non paga, la Honda sta per lasciare la Formula 1 e non sviluppa più
i suoi propulsori. Con sette ritiri e sole 3 vittorie arriva 4° in un campionato domina-
to dalle Williams di Mansell e Patrese.
Davanti a lui anche il tedesco Schumacher. Tra i due cominciano subito le scintille.
Non si sa per quale strana alchimia ma i campioni si riconoscono subito tra di loro.
Nel GP di Francia il tedesco tampona il brasiliano. Prima del secondo via Senna si av-
vicina a Schumacher per un chiarimento faccia a faccia. Più che altro una “lezione di
forma” al tedesco che é solito lamentarsi con i giornalisti invece di parlare di persona.
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La leggerezza di Adriane
Con Adriane Galisteau è una cosa sorprendente anche per Ayrton.
Conosciuta all’inizio del 1993 durante il GP del Brasile. Lei, ventenne è hostess della
Shell. Lui trentatreenne è un mito dell’automobilismo.
Quella ragazzina vivace e spensierata lo rende felice. Sa trasmettergli quella leggerez-
za che nella sua vita è sempre mancata.
Neanche a dirlo, Milton non approvava la relazione con questa ragazza “inadeguata
per l’ambiente selettivo della Formula 1” e che addirittura ha posato per Playboy.
Molti giornalisti la ricordano ad un evento di Montecarlo nel 1993 silenziosa e in im-
barazzo seduta tra Richard Gere, Cindy Crawford e i membri della famiglia Ranieri.
Ayrton, quasi per provocare Milton, si fa riprendere con lei in pose da innamorati dal
suo fotografo di fiducia, il giapponese Norio Koike, nella casa all’Algarve e mette le
foto a disposizione di una rivista brasiliana.
Il futuro smentirà Milton: nella vita la “leggera” Adriane si realizza come presentatri-
ce tv ed è tuttora molto apprezzata dal pubblico.
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‘93: La consacrazione
Nella stagione precedente ha capito che deve cambiare team per poter ritornare a
lottare per il titolo e realizzare il suo grande obiettivo: vincere 5 titoli come il mitico
Fangio. Al momento l’unica vettura possibile per farlo è la Williams ma Prost, che ha
già firmato per loro, ha preteso nel contratto una clausola che impedisce di assumere
anche Senna.
Ancora una volta condizionato dagli inciuci del francese.
Nel 1993, deluso, continua quindi con la McLaren che ha perso i motori Honda ed è
palesemente in difficoltà.
Quella, per Ayrton, è una stagione frustrante ma incredibile. Prost sulla Williams
vince il titolo in scioltezza ma Senna, con una vettura nettamente inferiore, fa la sua
più bella stagione di sempre. Secondo in campionato riuscendo a vincere 5 gare che
entrano negli annali della Formula 1. A Donington sotto l’acqua il capolavoro di una
vita: supera 5 avversari durante il primo giro. Fine dei giochi: vince con 1’23” su Da-
mon Hill e doppia addirittura Prost terzo classificato.
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La pace con Prost
Il GP d’Australia del 1993 è l’ultima gara di Prost prima del ritiro. Senna vince e lancia
un chiaro segno di definitiva distensione nei confronti del francese invitandolo a con-
dividere il gradino più alto del podio. La sera il francese restituisce il pensiero quando
durante il concerto di Tina Turner, che chiude l’evento del Gran Premio, fa salire sul
palco Senna al suo posto, sulle note di “The Best”.
Durante quell’inverno cominciano a sentirsi telefonicamente e a condividere eventi
promozionali come la gara di kart di Bercy.
Hanno combattuto una lunghissima guerra su fazioni diverse scrivendo le pagine più
belle della Formula 1. Ora è il tempo di manifestare la stima e il rispetto per l’avversa-
rio più forte.
La mattina del 1° maggio 1994 durante il warm up, collegato dalla sua auto con la
diretta della televisione francese, Ayrton dice: “Un saluto speciale al mio amico Alain
Prost. Alain mi manchi!”
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‘94: La delusione
Finalmente nel 1994 si guadagna il volante della Williams ma in quell’anno avviene
un cambio di regolamento: via le sospensioni attive dalle vetture e via il sistema an-
ti-pattinamento. In pratica via l’elettronica e torniamo all’antico. La Williams smette
immediatamente di essere la vettura imbattibile dei due anni precedenti. Anche nel
team Ayrton non si sente a casa sua. Nelle due prime gare due ritiri, uno dei quali
per un suo errore di guida quando insegue Schumacher con la Benetton che è a otto
secondi davanti a lui. “La vettura salta in continuazione, mi sembra di essere su una
sedia elettrica” ... “L’abitacolo è troppo stretto per il mio corpo, non riesco a guidare
come vorrei”. Nel team qualcuno comincia a pensare che il viale del tramonto sia
iniziato anche per “The Magic”.
Deluso, comincia ad avere dei contatti con Jean Todt e Luca Cordero di Montezemo-
lo: forse è arrivato il momento della Rossa?
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Imola 1994
Arrivato a Imola con l’assoluto bisogno di vincere, chiede al team di modificare il piantone
dello sterzo per poter stare più comodo.
Il venerdì Barrichello sbatte a 200 Km/h. Se la cava con una commozione cerebrale e il setto
nasale rotto. Ayrton si precipita da lui alla clinica mobile.
Il sabato, Ayrton stabilisce la pole. Alla fine delle prove, Ratzenberger, che lotta nelle retrovie,
subisce la rottura dell’alettone e sbatte a circa 300 km/h.
Dai box Ayrton vede la scena sui monitor. Contro il regolamento si reca sul posto e trova un
abitacolo distrutto e completamente insanguinato.
Dalla Suite 200 dell’Hotel Castello di Castel San Pietro chiama Adriane: “E’ morto davanti ai
miei occhi, non voglio correre”.
Lo raggiunge suo fratello minore Leonardo, che obbedisce a Milton, non valutando lo stato
d’animo di Ayrton, e gli fa ascoltare una registrazione di Adriane che ridacchia di lui al tele-
fono con un suo ex. Questa volta se ne frega di Milton, ha decisamente altri pensieri per la
testa.
Nella notte la decisone: il giorno dopo, a Imola, correrà. Ha bisogno di ritrovare il suo oro…
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La fondazione Senna
Ayrton Senna sapeva mettere a frutto la sua immagine a fini pubblicitari. La “Senna
Promoceo” fattura 8 mln di dollari già nel 1991. Firma un modello Ducati, una bici-
cletta in carbonio della Carraro, una scarpa per Diadora. Crea il fumetto Senninha e
diventa importatore ufficiale del marchio Audi in Brasile. Dedica molto tempo a tutto
questo. Come mai?
Gli introiti di tutta la promozione li devolve in anonimato a diverse ONG brasiliane e
centri di assistenza per minori disagiati.
Il completamento del suo sogno, quello di creare una vera e propria fondazione per
il sostegno e l’educazione dei giovani delle favelas brasiliane, viene portato a termine
nel 1994 dalla sorella Vivienne. La fondazione che ha già sostenuto 12 milioni di mi-
nori, oggi conta 75.000 educatori che seguono 2 milioni di ragazzi.
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60
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La ruota della vita di Ayrton
Il profilo di Senna attraverso gli strumenti del Coaching
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Il contributo al mondo
Le finanze
100%
 100%
100%
90%
90%
100%
80%
80%
Il lavoro
La condizione fisica
La spiritualità
La vita sociale

 La famiglia
L’amore
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La ruota della vita di Ayrton
Sono le domande che ci poniamo su noi stessi che possono aiutarci a capire la qualità
della nostra esistenza.
Da questa intuizione nasce la Ruota della Vita, lo strumento del coaching che sa dare
una fotografia fedele di com’è la propria esistenza in un determinato momento, rive-
lando anche aspetti di cui non si é pienamente consapevoli.
La Ruota della Vita offre una nuova visione della propria situazione attuale e aiuta
a individuare facilmente quelle aree che hanno più bisogno di un cambiamento per
assecondare la propria ricerca di autorealizzazione.
La Ruota della Vita aiuta le persone a valutare il proprio livello di soddisfazione in
relazione a condizione fisica, spiritualità, famiglia, amore, vita sociale, lavoro, finanze
e proprio contributo al mondo.
Riattraversando le interviste di Ayrton abbiamo tutte le risposte necessarie per trac-
ciare la sua Ruota della Vita, quella in cui si sarebbe potuto riconoscere intorno al
maggio del 1994.
64
La ruota della vita di Ayrton
La condizione fisica:
La preparazione fisica quotidiana, con il running e la palestra, per Senna era quasi
una scienza e veniva completata anche con attività ludiche come lo sci nautico e la
moto d’acqua. Comprendeva che la sua condizione di salute fisica si rifletteva sia sul
suo status mentale, alleggerito da ogni tipo di stress, sia sulla sua auto-stima di uomo
divenuto più attraente.
La spiritualità:
Il suo percorso di crescita personale lo ha portato a comprendere l’importanza per
ogni individuo di potersi sentire parte di qualcosa di più grande. Qualcuno lo chia-
merebbe l’assoluto, il tutto, l’energia che ci unisce. Per Ayrton tutto questo era Dio.
Il suo carisma, a vent’anni di distanza è immutato proprio perché ha avuto sempre il
coraggio di manifestare questo suo sentimento supremo.
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La famiglia:
Ayrton era legatissimo ai suoi familiari. Il fratello Leo, la sorella maggiore Viviane e
il nipotino Bruno, mamma Neyde e papà Milton.
E’ la figura di Milton che condiziona fortemente la sua vita. Avverte il suo rigore e la
sua invasiva presenza anche a 10.000 km. di distanza. Tra le aree di miglioramento
che Ayrton avrebbe potuto esprimere c’è la ricerca di un equilibrio adulto-adulto con
il padre.
L’amore:
Dagli errori con la prima giovane moglie, al periodo da playboy per poi passare a
Xuxa, Christine e alcune amanti. Ayrton sapeva davvero amare? Il suo approccio era
adolescenziale e non riusciva a dedicarsi a qualcuno totalmente. Ma con la giovane
Adriane qualcosa era cambiato. Stare con lei era semplice e appagante. Per la prima
volta sentiva il desiderio di prendersi cura di qualcuno e di avere un bambino con
lei? Ayrton avrebbe esplorato dentro di se.
66
La ruota della vita di Ayrton
La vita sociale:
C’è una netta spaccatura tra il “Beco” di San Paolo che invita i suoi vecchi amici a
giocare con gli aeromodelli e l’Ayrton dei circuiti.
Osservando il suo volto nelle immagini che lo ritraggono mentre gioca tra le onde
dell’oceano, viene da pensare che nel mondo della F1 non fosse mai veramente se
stesso. Era il leader indiscusso di quell’ambiente, aveva ancora bisogno di alzare muri
con quasi tutti?
Il lavoro:
Per qualsiasi altro pilota la sfida personale di pilota sarebbe stata vinta da un bel pez-
zo ma Ayrton, per appagare definitivamente la sua inquietudine, “doveva” eguagliare
il migliore di tutti i campioni del mondo: Juan Manuel Fangio. Gli mancavano due ti-
toli mondiali: era convinto di poter vincere con la Williams e poi chiudere in bellezza
con la Ferrari. Forse era arrivato il momento di scoprire qualcosa in più di quella sua
inquietudine...
67
Le finanze:
“Sono un privilegiato, ho sempre avuto una vita molto bella. Ma tutto quello che ho
ottenuto dalla vita l’ho guadagnato con l’impegno”. Senna nella sua vita ha guadagna-
to tantissimo ma il denaro non è mai stato il suo obiettivo, piuttosto un favorevole
effetto collaterale del successo ottenuto e della dedizione messa nella sua grande
passione: le corse.
Il contributo al mondo:
“Non potrai mai cambiare il mondo da solo. Però puoi dare il tuo contributo per
cambiarne un pezzetto. Quello che faccio davvero io per la povertà non lo dirò mai.
La F1 è ben misera cosa in confronto a questa tragedia.” Senna è stato davvero un
grande esempio di solidarietà, faceva beneficenza per un motivo ben preciso: “Nella
vita devi avere degli obiettivi da raggiungere e purtroppo in Brasile tante persone non
hanno la possibilità di provarci”.
68
69
Le prestazioni di Ayrton secondo la Flow Theory
Il profilo di Senna attraverso gli strumenti del Coaching
70
Livellodisfida
Abilità
 +
+
-
-
Flusso
Eccitazione
Ansia
Preoccupazione
Rilassamento
Noia
Apatia
Controllo
71
Le prestazioni di Ayrton secondo la Flow Theory
Secondo lo studio denominato Flow Theory, in ogni momento, ciascun individuo
riceve una grande quantità di informazioni provenienti dal mondo circostante. Lo
psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi, che ha introdotto il concetto di “Flus-
so”, ha scoperto che la mente può gestire solo un certo numero di informazioni alla
volta: circa 126 bit di dati al secondo. Una conversazione ad esempio “pesa” circa 40
Bit, cioè un terzo della nostra capacità, e questo è il motivo per cui non è facile foca-
lizzare l’attenzione su altre attività quando si sta tenendo un discorso.
Il termine Flow, utilizzato per illustrare questa affascinante teoria, si riferisce al con-
cetto di esperienza ottimale, a volte citato come trance agonistica, che è uno stato di
coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività.
72
Le prestazioni di Ayrton secondo la Flow Theory
Durante lo “Stato di Flusso” siamo completamente assorbiti nell’azione e perdiamo la
consapevolezza di tutte le altre cose: tempo, persone, distrazioni e persino esigenze
fisiologiche. Ciò si verifica perché tutta l’attenzione è occupata da quella particolare
attività. I più grandi musicisti, pittori e atleti sanno bene cosa significhi trovarsi nello
stato di flusso. Tra questi certamente Ayrton Senna.
Durante le prove del Gran Premio di Monaco del 1988, il brasiliano raccontò la sua
esperienza: “Ero già in pole e continuavo ad andare sempre più forte... ero quasi due
secondi più veloce di chiunque altro e ho realizzato che non stavo più guidando la
macchina coscientemente. La stavo guidando attraverso una specie di istinto, ero in
una dimensione differente, come se fossi in un tunnel”.
Il giorno successivo, condusse magistralmente la gara. Verso la fine, con 59 secondi
di vantaggio su Prost, il livello di sfida calò drasticamente e, in linea con quanto
descritto dalla Flow Theory, Ayrton passò dallo stato “di Flusso” a quello di “Rilassa-
mento” e commise un errore plateale sbattendo alla curva del Portier.
Successivamente a quel week end Senna riuscì a controllare maggiormente quell’equi-
librio perfetto di trasporto emozionale. Negli anni a venire descrisse più volte quella
73
sensazione, come durante il Gp del Brasile del 1991 durante il quale, negli ultimi 6
giri, guidò con il cambio bloccato in sesta marcia e un livello di concentrazione tale
da mantenere un ritmo sufficiente per poter vincere la gara.
Nella Flow Theory vengono individuati nove fattori determinanti che in combinazio-
ne tra loro costituiscono la cosiddetta esperienza di flusso:
1.	 Obiettivi chiari: le aspettative e le modalità di raggiungimento sono chiare.
2.	 Concentrazione totale sul compito: un alto grado di concentrazione in un li-
mitato campo di attenzione (la persona non ragiona su passato e futuro ma solo
sul presente).
3.	 Perdita dell’autoconsapevolezza: il soggetto è talmente assorto nell’attività da
non preoccuparsi del suo ego.
4.	 Distorsione del senso del tempo: si altera la percezione del tempo. Non si ren-
de conto del suo scorrere.
74
5.	 Bilanciamento tra sfida e capacità: l’altissimo livello di sfida è bilanciato dalle
straordinarie capacità in ciò che si sta facendo.
6.	 Retroazione diretta: il risultato delle proprie azioni è percepito così prontamen-
te da influenzare le azioni successive (correzioni impercettibili).
7.	 Senso di controllo: la percezione di avere tutto sotto controllo e di poter domi-
nare la situazione.
8.	 Piacere intrinseco: l’azione dà un piacere intrinseco, fine a se stesso.
9.	 Integrazione tra azione e consapevolezza: la concentrazione e l’impegno sono
massimi. La persona è talmente assorta nell’azione da fare apparire l’azione natu-
rale.
75
Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton
Il profilo di Senna attraverso gli strumenti del Coaching
76
77
Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton
Lo studio del 2004 di Martin Seligman e Christopher Peterson, i padri fondatori della
psicologia positiva, analizza sei principali virtù riconosciute in tutto il mondo e in
differenti contesti religiosi, economici e culturali.
In pratica l’approfondimento della storia, della filosofia e delle religioni, porta a con-
vergere i punti di forza degli uomini in 6 differenti virtù e 24 potenzialità.
Ogni persona, attraverso un percorso autovalutativo, può individuare le proprie virtù
e potenzialità e comprendere meglio quali sono le strade che la portano più facilmen-
te alla realizzazione di una vita felice e piena di significato.
“Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere.
Sognare è necessario anche se nel sogno va intravista la realtà.
Per me è uno dei principi della vita.” Ayrton Senna
78
Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton
Classificazione delle 6 virtù e delle 24 potenzialità:
Coraggio
Audacia
Persistenza
Integrità
Vitalità
Creatività
Curiosità
Apertura mentale
Amore per l’apprendimento
Lungimiranza
Saggezza e
conoscenza
Amore
Gentilezza
Intelligenza sociale
Amore e 
umanità
79
Temperanza
Capacità di perdonare
Umiltà e modestia
Prudenza
Autocontrollo
Senso civico
Imparzialità
Leadership
Giustizia
Apprezzamento della bellezza
Gratitudine
Speranza
Humor
Religiosità
Spiritualità e 
trascendenza
80
“Virtù e punti di forza funzionano per costruire la resilienza”.
Martin Seligman, 2002.
Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton
81
I punti di forza sono tratti morali che possono essere sviluppati, appresi, e che richie-
dono grande impegno.
Peterson indica le caratteristiche per riconoscere un punto di forza:
•	 Senso di appartenenza e autenticità (consapevolezza del proprio punto di forza)
•	 Sensazione di eccitazione nei momenti di utilizzo dello stesso
•	 Rapida curva di apprendimento quando si comincia a metterlo in pratica
•	 Continui apprendimenti nel modo di usarlo
•	 Desiderio di agire in conformità con quella forza
•	 Sentimento di inevitabilità nell’uso di quel punto di forza, come se non si potes-
se essere fermati dall’usarlo
•	 Scoperta di possedere quel punto di forza come un’illuminazione
•	 Rinvigorimento anziché spossatezza quando viene utilizzato
•	 Creazione e perseguimento di progetti personali incentrati su di esso
•	 Motivazione, soddisfazione, entusiasmo, persino estasi mentre lo si usa.
82
Analisi delle virtù e dei punti di forza individuabili in Ayrton Senna:
Coraggio
Forza emotiva che porta a raggiungere le mete nonostante le opposizioni interne ed
esterne. Le potenzialità che lo contraddistinguono sono:
•	 Autenticità - Dire la verità, essere sinceri.
•	 Risolutezza - Non tirarsi indietro di fronte alle minacce, ai cambiamenti, alle diffi-
coltà e alle sofferenze.
•	 Persistenza - Finire quello che si è cominciato.
•	 Slancio - Approcciarsi alla vita con entusiasmo ed energia.
Spiritualità e Trascendenza
Forza di creare legami con un universo più ampio e trovarne i significati, contraddi-
stinta dalle seguenti potenzialità:
•	 Apprezzamento della bellezza e dell’eccellenza.
•	 Gratitudine - Essere consapevoli e riconoscenti per le cose belle che accadono.
•	 Speranza - Aspettarsi il meglio e lavorare per raggiungerlo.
•	 Religiosità - Avere credenze coerenti circa gli scopi importanti della vita.
Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton
83
Conclusioni
Conclusioni
Senna nei suoi 34 anni di vita, con impegno e determinazione, ha saputo raggiungere
nella personale scala dei bisogni il livello di autorealizzazione.
Tutto lascia pensare che, se fosse sopravvissuto a quel maledetto Gran Premio, a
cinquanta anni compiuti, sarebbe stato il più titolato ex pilota di Formula 1, a capo
della sua fondazione benefica, e sicuramente un buon padre di famiglia. E’ passato
alla storia per essere stato capace di esaltare le masse con le sue straordinarie virtù di
coraggio, e spiritualità.
E’, e sarà sempre, un fulgido esempio per tutti coloro che nella vita hanno scelto di
“accettare la sfida”.
86
87
La passione per il talento
HL Automotive Consulting
88
La passione per il talento
HL Automotive Consulting dal 2009 si occupa di training, consulenza e coaching
per affiancare, consigliare e motivare tutte le figure di front end delle Concessionarie
Automotive.
Nel settore, il livello di complessità, la pressione competitiva e le marginalità decre-
scenti hanno raggiunto livelli estremi. Le risorse umane che vi operano necessitano
di grande professionalità ma anche elevata resilienza. Un “buon venditore”, prove-
niente da settori meno maturi, lanciato senza paracadute nell’arena della concessio-
naria, rischia in poco tempo di “farsi male”.
Il nostro obiettivo è focalizzare al meglio l’alchimia ideale dei talenti e delle potenzia-
lità da sviluppare con le figure commerciali in concessionaria.
La metafora dei grandi campioni dello sport è per noi fonte d’ispirazione e questo
lavoro su Ayrton Senna vuole essere l’inizio di un lungo percorso di scoperta.
89
90
La passione per il talento
Nicola Colantonio, classe 1969 domiciliato a Vasto.
Dealer Operator e Responsabile Vendite presso F.lli Colantonio Concessionaria Audi.
Socio e Responsabile Commerciale presso Nuove Iniziative Area Motoristica srl.
Co-fondatore di Five Stones Group srl, formatore e consulente per la divisione HL
Automotive Consulting. Svolge formazione d’aula anche in lingua spagnola.
Alessandro Coscarella, classe 1969 domiciliato a Firenze.
Dealer Operator e Responsabile Finanziario presso F.lli Coscarella srl Concessiona-
ria Alfa Romeo. Co-fondatore di Five Stones Group srl, formatore e consulente per la
divisione HL Automotive Consulting. Ha conseguito un Master di 1° livello in PNL e
svolge formazione d’aula anche in lingua inglese.
Marco Cucchi, classe 1971 domiciliato ad Ancona.
Consulente di Business Management presso Snap On Italia. Dealer Operator e Re-
sponsabile Service presso Car Point Concessionaria BMW.
Co-fondatore di Five Stones Group srl, formatore e consulente per la divisione HL
Automotive Consulting. Nel 2011 ha ottenuto la qualifica di Professional Business
Coach c/o Ia scuola La Scuola Incoaching®.
91
Davide Manzoni, classe 1979 domiciliato a Brescia.
Responsabile immagini e rapporti con fotografi freelance presso il settimanale “Sport
Auto Moto”. Responsabile Marketing e CRM presso Zampedri Commerciale SPA
Concessionaria Opel.
Co-fondatore di Five Stones Group srl, formatore e consulente per la divisione HL
Automotive Consulting. Dal 2009 è presidente del CDA di Five Stones Group srl ed è
responsabile dell’attività di progettazione e R&S.
Cristina Marini, classe 1982 domiciliata a Brescia.
Responsabile segreteria sportiva presso Brescia Golf Country Club. Responsabile
della amministrativa e rapporti con giornalisti freelance presso il mensile “Rugby!”
Collabora dal 2010 con Five Stones Group srl occupandosi della segreteria organizza-
tiva per la divisione HL Automotive Consulting. Dal 2012 è responsabile dell’organiz-
zazione e della logistica degli eventi di lancio prodotto.
92
93
HL Automotive Consulting
Via S. Zeno 99a, 25124 Brescia
Tel	 030 2452835
Mail	info@hlconsulting.it
Web	www.hlconsulting.it
FB 	 HLAutomotiveConsulting
“Dedicato a tutti i consulenti alla vendita
delle concessionarie, animati ogni giorno
dalla passione per i motori e per le relazioni umane”
Alessandro, Davide, Marco e Nicola

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Coaching Senna - Anatomia di un campione

  • 1. Coaching Senna Anatomia di un campione attraverso la metodologia del coaching Marco Cucchi
  • 2. Questo libro è liberamente tratto dalle pubblicazioni disponibili sulla vita di Ayrton Senna.
  • 3. 3 Indice Prologo Introduzione La vita di Senna attraverso 13 anni di interviste La ruota della vita di Ayrton Le prestazioni di Ayrton secondo la Flow Theory Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton Conclusioni La passione per il talento pag. 5 pag. 7 pag. 9 pag. 61 pag. 69 pag. 75 pag. 83 pag. 87
  • 4. 4
  • 5. 5 Prologo “Buongiorno Ayrton, come stai?” “…Abbastanza bene, alla fine me la sono cavata con qualche acciacco…” “Per il resto come ti senti?” “Mi sento a pezzi, è per questo che ti ho chiesto di iniziare questo percorso di coa- ching….” “Prima di decidere come procedere cosa ne dici di condividere i tuoi pensieri di queste ore?” “Ok.…Ieri in ospedale mi ero convinto del fatto che il mio ‘malessere’ fosse legato esclusivamente alla morte di Ratzenberger. Oggi invece penso a come ho trascinato, nella mia folle ricerca della perfezione, anche i tecnici della Williams facendomi modificare in soli due giorni il piantone dello sterzo. Sono io che li ho portati all’erro- re…” “Mi stai dicendo che non avrebbero potuto dirti: No Ayrton, per questa modifica devi aspettare la prossima gara?” “Si, esatto! La stessa determinazione con cui porto le persone intorno a me a dare il 110%, questa volta stava per uccidermi. A 34 anni, con tre titoli mondiali alle spalle, mi chiedo… cosa sto facendo…” Bologna, 2 Maggio 1994
  • 6. 6
  • 7. 7 Introduzione Il precedente dialogo potrebbe essere l’inizio di un immaginario percorso di coaching a pochi giorni dall’incidente di Imola. Nelle pagine che seguono verranno analizzati tutti gli elementi che hanno portato Senna ad elevare così tanto il suo talento di pilota e le sue potenzialità di uomo. Attraverseremo i suoi pensieri e le esperienze più significative della sua vita, filtrando più di 100 interviste rilasciate in tredici anni e i contributi giornalistici di Giorgio Terruzzi e Leo Turrini. I loro testi sono stati pubblicati nel 2014 a vent’anni dalla morte di Ayrton. Grazie alla completezza delle risposte nelle interviste, utilizzeremo tre diversi stru- menti di autovalutazione impiegati nel coaching per comprendere a che punto fosse arrivato Ayrton nella sua ricerca della felicità e quanto davvero fosse vicino alla sua autorealizzazione. Utilizzeremo La ruota della vita, La Flow Theory e Le Virtù e Potenzialità.
  • 8. 8
  • 9. 9 La vita di Senna attraverso 13 anni di interviste
  • 10. 10 La famiglia di Ayrton Ayrton ha un’intesa speciale con la madre Neyde ma a casa Da Silva domina la figura di papà Milton, un patriarca, uno deciso, che guida e comanda sul lavoro come in fami- glia. Figlio di un autista, inizia commerciando automobili e poi immobili fino a diventare costruttore, industriale metallurgico e titolare di aziende agricole. La famiglia vive in un benessere rassicurante senza sfarzo esagerato e ostentazioni gratuite. Ayrton, mancino e iperattivo, in famiglia viene chiamato “Beco”, nomignolo dato da una cuginetta che non riusciva a pronunciarne il nome. “Se una cosa la fai, falla bene”, Milton non immagina che con questo “mantra” sta creando un pilota. Ayrton a 34 anni definisce Milton “il suo più grande ami- co”. Ma è davvero così? Ha sempre patito quella persona- lità solida, come quella volta in cui viene rimproverato in un momento di gioia per aver spruzzato champagne al principe Ranieri sul podio di Montecarlo 1987.
  • 11. 11 Il carattere Da ragazzino, in un pomeriggio di pioggia, mentre é dentro un negozio, nota dall’altra parte della strada una famiglia poverissima che attende l’autobus diretto ai sobborghi. Si rende conto della reale situazione del suo paese. E’ un uomo con un’ ombra lunga, consapevole del suo talento e della sua ricchezza, con la smania di voler resti- tuire agli altri. Solo in macchina riesce a liberarsi della sua inquietudine e lo fa con ferocia. Una dedizione impressionante di chi non si accontenta mai, autocritico verso il miglioramento e desideroso di soddisfare suo padre Milton nel profondo.
  • 12. 12 L’inizio con i kart Il primo kart a 4 anni. Fin da subito impressiona la sua concentrazione assoluta. A otto anni la prima gara con il sorteggio delle qualifiche. Un segnale del destino: parte in Pole e resta in testa per 35 giri prima di essere buttato fuori da un avversario. Furioso passa il resto della gara con il casco in testa a bordo pista. Milton lo affida ad un istruttore professionista, Lucio Pascul detto “Tché”. Gli insegna la fluidità della guida senza sbavature dividendo la pista in numerosi settori. Dopo alcune gare un altro pilota lo definisce una schiappa sul bagnato. Da quel gior- no per oltre un anno, ogni pomeriggio piovoso si reca al kartodromo e si allena fino a sera per capire come si guida in condizioni estreme. Arriva a far bagnare l’asfalto per allenarsi. Diviene un pilota professionista del Kart, corre per l’italiana DAP e conquista 4 titoli Brasiliani, 2 titoli Sud Americani e per 2 volte è vice-campione del mondo.
  • 13. 13
  • 14. 14 1981: verso l’Europa Dopo un matrimonio fulmineo con Lilian, figlia di amici di famiglia, parte con lei per andare a conquistare nel vecchio continente l’accesso all’Olimpo dell’automobilismo. Nel 1981 il bilancio delle corse è ottimo: vince due campionati di Formula Ford 1600. La vita privata è invece un disastro. Nella grigia Eaton nel Norfolk, “parcheggia” Lilian in un tristissimo appartamento pensando solo a farsi largo nel poco etico, opportunista e menzognero mondo delle corse. Reagisce malissimo anche al rischio paventato di diventare papà. E’ di fatto un ragazzino e in quella infelice cittadina ab- bandona alla deriva il suo matrimonio. Milton fa una sola visita in UK e, constatata la condizione generale disagiata, decide di far rientrare definitivamente il figlio per cambiare vita e dirigere un’azienda di famiglia.
  • 15. 15
  • 16. 16
  • 17. 17 1982-83: La crescita Ayrton obbedisce al padre ma è distrutto e non riesce ad accettare di dover rinunciare alla sua carriera sulle auto. Interviene a perorare la sua causa uno dei soci di Milton che lo convince sul futuro di Ayrton offrendosi di seguire personalmente i delicati rapporti con team, sponsor e stampa. Con Lilian va come doveva andare: si lasciano e lui torna in Uk solo come non mai. La sua vita é quella: una totale immersione nelle corse. 1982 ancora Formula Ford: 27 gare, 23 vittorie, 14 pole position, 25 giri veloci. Si ripete nel 1983 nella Formula 3 inglese, vincendo il campionato dopo aver surclas- sato l’inglese Martin Brundle. Ottiene il suo primo test di Formula 1 a Donington con la vettura che in futuro gli sarà fatale: la Williams. A fine giornata batte il tempo fatto sul circuito dal pilota uffi- ciale Jonathan Palmer.
  • 18. 18
  • 19. 19 La preparazione psico-fisica Già dal 1983 Milton gli affianca Nuno Cobra, un esperto preparatore fisico che lo trasforma nel fisico e nello spirito. Dal corpo gracile e poco resistente, Nuno lo porta con l’allenamento ad essere un at- leta eccezionale. 22 km di running in 90 minuti, 48 pulsazioni a riposo per abbassare il ritmo di gara da 198 a 150 battiti al minuto. Circonferenza toracica aumentata di quasi il venti percento. Ma tutto questo non è sufficiente, il ragazzo a contatto con la Formula Uno è una corda di violino: nel 1984 a soli 24 anni manifesta una paresi facciale. Nuno Cobra capisce che la resilienza alle situazioni di stress psico-fisico va aumentata e interviene più pesantemente, un coach a 360 gradi. Stabilisce con lui precise regole del sonno e dell’alimentazione abbinate alla pratica della meditazione e alla tecnica della visualiz- zazione per preparare le gare. Fa sue le tecniche di focalizzazione e quando rientra ai box sa descrivere minuziosa- mente ai suoi tecnici il comportamento del propulsore e del telaio in ogni punto della pista. Le sue sensazioni corrispondono in modo preciso con i dati della telemetria.
  • 20. 20
  • 21. 21 Il rapporto con il rischio Ayrton è a Zolder in quel maledetto week end del 1982 in cui perde la vita Gilles Vil- leneuve: corre con la Formula Ford 2000. La morte di Villeneuve non lo tocca, in quel momento è solo un forsennato senza un particolare credo e respinge quell’emozione. Il caso vuole che in gara esca di pista proprio nello stesso punto dell’incidente del canadese. Negli anni il rapporto con il rischio cambia: nel ‘90 piange al centro medico osser- vando Donnelly che lotta tra la vita e la morte, nel ‘91 ad Hockenheim decolla con la sua McLaren a 5 metri d’altezza e dichiara: “L’auto è atterrata capottata, attendevo il colpo mortale”, nel ‘92 a Spa scende dall’auto e salva Comas intrappolato. Ad Imola nel ‘94 il venerdì visita Barrichello al centro medico e il sabato va a vedere Ratzenberger in pista dopo lo schianto. Nel pomeriggio, quando viene avvisato della morte dell’austriaco, piange nel suo box.
  • 22. 22 Il talento Sedere, fianchi e schiena fusi con il telaio. Le giunture dell’asfalto come briciole nel letto, individuate una per una, segnate, memorizzate, una mappa del tesoro. Gomme pizzicate come corde di uno strumento ad arco. Millesimi raccolti come pepite d’oro, messi via, in tasca, sino ad avvertirne il peso. Ma qual è il senso di questa ricerca della perfezione? Il senso sta in un confronto personale capace di seda- re quella perenne inquietudine. La sua vita è quella, consapevole di essere un porten- to.
  • 23. 23
  • 24. 24 Il debutto in F1 Nel 1984 debutta finalmente nel dorato mondo della Formula 1 con la Toleman, vet- tura da metà schieramento. A Montecarlo sul bagnato mostra per la prima volta il suo talento al mondo intero. Jackie Ickx, pilota Porsche, amico di Prost, nell’occasione direttore di gara, lo priva della vittoria interrompendo la competizione mentre Senna, dopo aver superato oltre dieci piloti, si appresta a sorpassare anche il francese in testa alla gara. Sul podio non nasconde la sua delusione. Sta comunque scrivendo la storia della Formula 1. Viene cercato dalla Ferrari su diretto interessamento del “Grande Vecchio”. Purtroppo per l’85 ha già firmato con la Lotus.
  • 25. 25
  • 26. 26
  • 27. 27 La prima vittoria Estoril 1985, ancora una volta sul bagnato, arriva la prima vittoria. Una supremazia assoluta su tutti i contendenti: dal terzo in poi tutti doppiati. Da poco in Brasile è caduta la dittatura militare e il paese è alla ricerca di un riscatto, di una rinascita. Ayrton sventola dalla sua auto la bandiera nazionale e diventa subito un idolo na- zionale. Un altro pezzo del suo sogno si realizza: donare un pizzico di gioia al suo popolo. Capita anche nel 1986 a Detroit con il Brasile battuto il giorno prima dalla Francia ai Mondiali. Ayrton con orgoglio sventola il riscatto nazionale. Piquet esce praticamente annientato nell’immaginario brasiliano.
  • 28. 28
  • 29. 29 La guerra con Piquet Da alcuni anni Milton spinge Jacoto, amico di Ayrton a seguirlo per il mondo in qualità di suo segretario affinché il figlio abbia sempre accanto una persona di fiducia. Sono sempre assieme e la cosa stimola Piquet nel creare illazioni sul loro conto. Ayrton concentratissimo sulle gare, effettivamente non è fidanzato, la sua vita privata si svolge lontano dai riflettori, in Brasile, dove ha un susseguirsi di flirt ma ai box è sempre e solo assieme a Jacoto. Nell’87 Ayrton, un po’ scocciato, si lascia andare ad una provocazione dichiarando ad un giornalista di farsi un po’ da parte durante l’inverno “…per lasciare un po’ di spazio mediatico anche a Piquet”. La risposta è immediata. Piquet toccato sull’orgoglio in un’intervista lo definisce omosessuale. In quegli anni è una bomba mediatica che fa fatica a spegnersi. Milton invita subito Jacoto a rientrare in Brasile.
  • 30. 30
  • 31. 31 Prost: la figura di confronto Nel 1984, appena si affaccia al mondo della Formula ,1 viene invitato con tutti i nuovi colleghi al Nurburgring per una gara alla guida delle Mercedes stradali. Prost, già pilota affermato, fa gli onori di casa con il neo arrivato e gli da uno strappo dall’aero- porto di Francoforte alla pista. Prost in pole, Senna secondo. Al via Ayrton parte meglio, “accompagna” il francese fuori pista e vince. Prost undicesimo. Fine dei riguardi per il giovane brasiliano. Prost, chiamato il professore, è il vero uomo da battere per affermarsi davvero in For- mula 1. Più di Piquet, più di Mansell, più di chiunque altro. Lo stesso tipo di confronto lo cercherà anche Schumacher nei confronti di Senna negli anni a venire.
  • 32. 32 ’88: Campione di F1 Per lottare per il titolo occorre guidare una McLaren. Vi arriva nel 1988 e si porta in eredità l’affinità con i tecnici della Honda che lo conoscono già dai tempi della Lotus. Mai sazi, come lui, nella ricerca del dettaglio, nell’analisi dei dati protratta per ore. Vince finalmente il titolo dopo un difficilissimo confronto con Prost. 16 gare, 13 pole position, 8 vittorie. E’ una stagione di prestazioni straordinarie con qualche errore clamoroso come la distrazione di Montecarlo e un maldestro doppiaggio a Monza che gli costeranno il ritiro in entrambe le gare. Il capolavoro in Giappone. Ad Ayrton si spegne il motore al via e precipita in 14° po- sizione. Con la consueta determinazione e l’aiuto della pioggia supera tutti compreso Prost. Va a realizzare un altro pezzo del suo sogno: essere campione del mondo di Formula 1.
  • 33. 33
  • 34. 34 Senna incontra Dio Nell’88 a Montecarlo in prova stabilisce la pole e invece di rientrare ai box resta in pista per altri 5 giri nei quali abbassa sempre il suo tempo fino ad infliggere a Prost un distacco di 1,5 secondi. Un’eternità. “Per la prima volta nella mia vita mi sentivo in un’altra dimensione, come in trance, senza essere cosciente dei gesti che facevo per guidare”. In gara sopravvaluta questa sensazione e dopo aver distaccato Prost di quasi 1 minuto, abbassa la guardia e sbatte alla curva del Portier. Era rabbioso verso se stesso. Prost dichiara: “non voleva solo battermi voleva umiliarmi”. La sorella Vivienne, molto religiosa, interpreta l’episodio del sabato come un segno del Signore riservato ad una persona speciale e lo convince ad avvicinarsi maggior- mente alla fede. Aiutato da Alex Dias Ribeiro, un ex pilota molto religioso e amico di famiglia, impa- ra a leggere la Bibbia e a cercare un contatto con Dio. A fine gara in Giappone, racconta di aver ringraziato Dio e di aver sentito che questi si manifestava a lui. Molti lo bollano come un esaltato.
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  • 36. 36 Arriva Xuxa Nel Natale del 1988, Ayrton conosce Xuxa, nota conduttrice televisiva brasiliana. Dopo tante brevi avventure nasce un grande sentimento che lo lega alla showgirl fino al 1990. Purtroppo anche Xuxa ha una figura “genitoriale” di assoluto controllo: la direttrice della rete televisiva per cui lavora. Sia Milton che la direttrice in questione preferiscono vederli separati in quanto im- pegnati nelle loro rispettive carriere. Quasi una relazione nascosta: il rigore dei due lavori li separa. L’epilogo finale a New York. Litigano prima di Natale, lei vola a NY per un evento a casa di un produttore televisivo. Ayrton nel cercare di riconquistarla fa un “colpo di testa”: lascia San Paolo, senza avvisare nessuno, portandosi con se solo un costume da Babbo Natale. Si cambia su un taxi presentandosi senza preavviso alla festa dove si trova Xuxa. Lei reagisce male, si sente messa in imbarazzo e non lo fa neanche entrare. Ayrton, neo campione del mondo di F1, questa volta torna in Brasile con la consapevolezza di aver perso.
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  • 38. 38
  • 39. 39 ’89: La guerra fredda Nel 1989 la sfida continua: Ayrton sempre al top delle prestazioni in pista e Alain grande politico e con potentissime amicizie nella FIA. Senna nell’88 ha manifestato il suo lato spirituale ma l’uomo non è perfetto e alla se- conda gara del ‘89 ad Imola non rispetta un accordo verbale preso con Prost per non superarsi nei primi giri. Da quel momento Prost porta la sfida sul piano psicologico e mediatico descrivendo Senna come una persona poco corretta. Durante tutta la stagione cerca di smitizzare l’uomo prima che il pilota. Con 4 ritiri per cause tecniche e due incidenti di troppo, Senna a fine di stagione deve inseguire. Al Gran Premio del Giappone la tensione è alle stelle e Prost guida la gara. Senna attacca, Prost chiude la strada: i due si toccano ed escono. Ayrton, riesce a ripartire e a recuperare la testa della gara. Una prestazione magnifica che il francese della FIA Balestre , riesce a vanificare. Senna perde il mondiale per un articolo del regolamento mai applicato prima: rientro dalla via di fuga con salto di chicane. Senna furioso grida allo scandalo. Balestre rincara la dose: 100.000 $ di multa e ri- chiesta di scuse formali pena il ritiro della licenza di correre. Per la prima volta Ayrton medita il ritiro dalla F1.
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  • 41. 41 ‘90: La vendetta Nei primi mesi del ’90 ripensa a ciò che è successo in Giappone l’anno prima, a ciò che gli hanno tolto, sotto gli occhi di tutti. Medita vendetta interpretando la sua fidata Bibbia nel peggiore dei modi. E all’ultima gara va proprio così. Si trova in vantaggio in classifica anche se la Ferrari di Prost adesso è più competitiva. In Giappone decide che Prost non uscirà in testa dalla prima curva e così è: Prost cerca di sorpassarlo, lui lo sperona in fondo al rettilineo. Entrambi ritirati e Ayrton campione del mondo. Nella sua testa giustizia è fatta. Dopo alcuni mesi si accorge che con quell’atto ha manifestato il lato più oscuro del suo carattere. Di fatto Senna avrebbe meritato il titolo nel 1989 e Prost nel 1990. Per le statistiche non cambia nulla se non il danno subito dalla Ferrari che dovrà attendere altri dieci anni per vincere un titolo.
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  • 43. 43 I luoghi più cari Nella località Angra Dos Reis, a Sud di Rio, Ayrton acquista una villa sul mare al centro della baia. La località dove si ricarica durante l’inverno non è un centro mondano e per Ayrton questo è il suo angolo di paradiso, lontano da tutti, con un mare incontaminato in cui nuotare, guidare la moto d’acqua e andare a pesca con il motoscafo. La villa, inconfondibile con il suo particolare eliporto sul prato all’inglese, è in grado di ospitare tutti i suoi cari e gli amici più intimi. Nelle pause tra un Gran Premio e l’altro sceglie un altro luogo di luce e mare: una bellissima villa nell’Algarve in Portogallo. Questa è il nido che condivide con le donne più importanti della sua vita. Venduta dalla famiglia Senna, oggi la villa è un Luxury Resort.
  • 44. 44 Cristine Ferracciu Nel ‘91 conosce a Monaco Christine Ferracciu, una donna solida, centrata, realizzata. Con lei Ayrton trova un equilibrio da vera coppia. Diciotto mesi di una relazione coinvolgente e rassicurante. Con lei trascorre giornate magnifiche nella villa dell’Algarve in Portogallo. Quando la madre di Christine si ammala di cancro, lui è superficiale ed egoista non curante della presenza e dell’appoggio di cui lei ha bisogno. Viene lasciato dolorosamente. Ancora una volta non è stato in grado di dare certezze alla donna che ama e non manifesta il reale interesse a costruire una vita assieme.
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  • 47. 47 ’92: La gratitudine Alla fine del 2001, dopo aver conquistato il terzo titolo, arriva l’offerta della Williams 20 milioni di dollari e la certezza della macchina migliore. Ayrton rifiuta e resta nel team che lo ha trasformato in un campione affermato. La gratitudine e il rispetto per le persone che ti hanno sostenuto è un altro di quei valori trasmessi nel profondo da papà Milton. Questa sua scelta non paga, la Honda sta per lasciare la Formula 1 e non sviluppa più i suoi propulsori. Con sette ritiri e sole 3 vittorie arriva 4° in un campionato domina- to dalle Williams di Mansell e Patrese. Davanti a lui anche il tedesco Schumacher. Tra i due cominciano subito le scintille. Non si sa per quale strana alchimia ma i campioni si riconoscono subito tra di loro. Nel GP di Francia il tedesco tampona il brasiliano. Prima del secondo via Senna si av- vicina a Schumacher per un chiarimento faccia a faccia. Più che altro una “lezione di forma” al tedesco che é solito lamentarsi con i giornalisti invece di parlare di persona.
  • 48. 48 La leggerezza di Adriane Con Adriane Galisteau è una cosa sorprendente anche per Ayrton. Conosciuta all’inizio del 1993 durante il GP del Brasile. Lei, ventenne è hostess della Shell. Lui trentatreenne è un mito dell’automobilismo. Quella ragazzina vivace e spensierata lo rende felice. Sa trasmettergli quella leggerez- za che nella sua vita è sempre mancata. Neanche a dirlo, Milton non approvava la relazione con questa ragazza “inadeguata per l’ambiente selettivo della Formula 1” e che addirittura ha posato per Playboy. Molti giornalisti la ricordano ad un evento di Montecarlo nel 1993 silenziosa e in im- barazzo seduta tra Richard Gere, Cindy Crawford e i membri della famiglia Ranieri. Ayrton, quasi per provocare Milton, si fa riprendere con lei in pose da innamorati dal suo fotografo di fiducia, il giapponese Norio Koike, nella casa all’Algarve e mette le foto a disposizione di una rivista brasiliana. Il futuro smentirà Milton: nella vita la “leggera” Adriane si realizza come presentatri- ce tv ed è tuttora molto apprezzata dal pubblico.
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  • 51. 51 ‘93: La consacrazione Nella stagione precedente ha capito che deve cambiare team per poter ritornare a lottare per il titolo e realizzare il suo grande obiettivo: vincere 5 titoli come il mitico Fangio. Al momento l’unica vettura possibile per farlo è la Williams ma Prost, che ha già firmato per loro, ha preteso nel contratto una clausola che impedisce di assumere anche Senna. Ancora una volta condizionato dagli inciuci del francese. Nel 1993, deluso, continua quindi con la McLaren che ha perso i motori Honda ed è palesemente in difficoltà. Quella, per Ayrton, è una stagione frustrante ma incredibile. Prost sulla Williams vince il titolo in scioltezza ma Senna, con una vettura nettamente inferiore, fa la sua più bella stagione di sempre. Secondo in campionato riuscendo a vincere 5 gare che entrano negli annali della Formula 1. A Donington sotto l’acqua il capolavoro di una vita: supera 5 avversari durante il primo giro. Fine dei giochi: vince con 1’23” su Da- mon Hill e doppia addirittura Prost terzo classificato.
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  • 53. 53 La pace con Prost Il GP d’Australia del 1993 è l’ultima gara di Prost prima del ritiro. Senna vince e lancia un chiaro segno di definitiva distensione nei confronti del francese invitandolo a con- dividere il gradino più alto del podio. La sera il francese restituisce il pensiero quando durante il concerto di Tina Turner, che chiude l’evento del Gran Premio, fa salire sul palco Senna al suo posto, sulle note di “The Best”. Durante quell’inverno cominciano a sentirsi telefonicamente e a condividere eventi promozionali come la gara di kart di Bercy. Hanno combattuto una lunghissima guerra su fazioni diverse scrivendo le pagine più belle della Formula 1. Ora è il tempo di manifestare la stima e il rispetto per l’avversa- rio più forte. La mattina del 1° maggio 1994 durante il warm up, collegato dalla sua auto con la diretta della televisione francese, Ayrton dice: “Un saluto speciale al mio amico Alain Prost. Alain mi manchi!”
  • 54. 54 ‘94: La delusione Finalmente nel 1994 si guadagna il volante della Williams ma in quell’anno avviene un cambio di regolamento: via le sospensioni attive dalle vetture e via il sistema an- ti-pattinamento. In pratica via l’elettronica e torniamo all’antico. La Williams smette immediatamente di essere la vettura imbattibile dei due anni precedenti. Anche nel team Ayrton non si sente a casa sua. Nelle due prime gare due ritiri, uno dei quali per un suo errore di guida quando insegue Schumacher con la Benetton che è a otto secondi davanti a lui. “La vettura salta in continuazione, mi sembra di essere su una sedia elettrica” ... “L’abitacolo è troppo stretto per il mio corpo, non riesco a guidare come vorrei”. Nel team qualcuno comincia a pensare che il viale del tramonto sia iniziato anche per “The Magic”. Deluso, comincia ad avere dei contatti con Jean Todt e Luca Cordero di Montezemo- lo: forse è arrivato il momento della Rossa?
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  • 57. 57 Imola 1994 Arrivato a Imola con l’assoluto bisogno di vincere, chiede al team di modificare il piantone dello sterzo per poter stare più comodo. Il venerdì Barrichello sbatte a 200 Km/h. Se la cava con una commozione cerebrale e il setto nasale rotto. Ayrton si precipita da lui alla clinica mobile. Il sabato, Ayrton stabilisce la pole. Alla fine delle prove, Ratzenberger, che lotta nelle retrovie, subisce la rottura dell’alettone e sbatte a circa 300 km/h. Dai box Ayrton vede la scena sui monitor. Contro il regolamento si reca sul posto e trova un abitacolo distrutto e completamente insanguinato. Dalla Suite 200 dell’Hotel Castello di Castel San Pietro chiama Adriane: “E’ morto davanti ai miei occhi, non voglio correre”. Lo raggiunge suo fratello minore Leonardo, che obbedisce a Milton, non valutando lo stato d’animo di Ayrton, e gli fa ascoltare una registrazione di Adriane che ridacchia di lui al tele- fono con un suo ex. Questa volta se ne frega di Milton, ha decisamente altri pensieri per la testa. Nella notte la decisone: il giorno dopo, a Imola, correrà. Ha bisogno di ritrovare il suo oro…
  • 58. 58 La fondazione Senna Ayrton Senna sapeva mettere a frutto la sua immagine a fini pubblicitari. La “Senna Promoceo” fattura 8 mln di dollari già nel 1991. Firma un modello Ducati, una bici- cletta in carbonio della Carraro, una scarpa per Diadora. Crea il fumetto Senninha e diventa importatore ufficiale del marchio Audi in Brasile. Dedica molto tempo a tutto questo. Come mai? Gli introiti di tutta la promozione li devolve in anonimato a diverse ONG brasiliane e centri di assistenza per minori disagiati. Il completamento del suo sogno, quello di creare una vera e propria fondazione per il sostegno e l’educazione dei giovani delle favelas brasiliane, viene portato a termine nel 1994 dalla sorella Vivienne. La fondazione che ha già sostenuto 12 milioni di mi- nori, oggi conta 75.000 educatori che seguono 2 milioni di ragazzi.
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  • 61. 61 La ruota della vita di Ayrton Il profilo di Senna attraverso gli strumenti del Coaching
  • 62. 62 Il contributo al mondo Le finanze 100% 100% 100% 90% 90% 100% 80% 80% Il lavoro La condizione fisica La spiritualità La vita sociale La famiglia L’amore
  • 63. 63 La ruota della vita di Ayrton Sono le domande che ci poniamo su noi stessi che possono aiutarci a capire la qualità della nostra esistenza. Da questa intuizione nasce la Ruota della Vita, lo strumento del coaching che sa dare una fotografia fedele di com’è la propria esistenza in un determinato momento, rive- lando anche aspetti di cui non si é pienamente consapevoli. La Ruota della Vita offre una nuova visione della propria situazione attuale e aiuta a individuare facilmente quelle aree che hanno più bisogno di un cambiamento per assecondare la propria ricerca di autorealizzazione. La Ruota della Vita aiuta le persone a valutare il proprio livello di soddisfazione in relazione a condizione fisica, spiritualità, famiglia, amore, vita sociale, lavoro, finanze e proprio contributo al mondo. Riattraversando le interviste di Ayrton abbiamo tutte le risposte necessarie per trac- ciare la sua Ruota della Vita, quella in cui si sarebbe potuto riconoscere intorno al maggio del 1994.
  • 64. 64 La ruota della vita di Ayrton La condizione fisica: La preparazione fisica quotidiana, con il running e la palestra, per Senna era quasi una scienza e veniva completata anche con attività ludiche come lo sci nautico e la moto d’acqua. Comprendeva che la sua condizione di salute fisica si rifletteva sia sul suo status mentale, alleggerito da ogni tipo di stress, sia sulla sua auto-stima di uomo divenuto più attraente. La spiritualità: Il suo percorso di crescita personale lo ha portato a comprendere l’importanza per ogni individuo di potersi sentire parte di qualcosa di più grande. Qualcuno lo chia- merebbe l’assoluto, il tutto, l’energia che ci unisce. Per Ayrton tutto questo era Dio. Il suo carisma, a vent’anni di distanza è immutato proprio perché ha avuto sempre il coraggio di manifestare questo suo sentimento supremo.
  • 65. 65 La famiglia: Ayrton era legatissimo ai suoi familiari. Il fratello Leo, la sorella maggiore Viviane e il nipotino Bruno, mamma Neyde e papà Milton. E’ la figura di Milton che condiziona fortemente la sua vita. Avverte il suo rigore e la sua invasiva presenza anche a 10.000 km. di distanza. Tra le aree di miglioramento che Ayrton avrebbe potuto esprimere c’è la ricerca di un equilibrio adulto-adulto con il padre. L’amore: Dagli errori con la prima giovane moglie, al periodo da playboy per poi passare a Xuxa, Christine e alcune amanti. Ayrton sapeva davvero amare? Il suo approccio era adolescenziale e non riusciva a dedicarsi a qualcuno totalmente. Ma con la giovane Adriane qualcosa era cambiato. Stare con lei era semplice e appagante. Per la prima volta sentiva il desiderio di prendersi cura di qualcuno e di avere un bambino con lei? Ayrton avrebbe esplorato dentro di se.
  • 66. 66 La ruota della vita di Ayrton La vita sociale: C’è una netta spaccatura tra il “Beco” di San Paolo che invita i suoi vecchi amici a giocare con gli aeromodelli e l’Ayrton dei circuiti. Osservando il suo volto nelle immagini che lo ritraggono mentre gioca tra le onde dell’oceano, viene da pensare che nel mondo della F1 non fosse mai veramente se stesso. Era il leader indiscusso di quell’ambiente, aveva ancora bisogno di alzare muri con quasi tutti? Il lavoro: Per qualsiasi altro pilota la sfida personale di pilota sarebbe stata vinta da un bel pez- zo ma Ayrton, per appagare definitivamente la sua inquietudine, “doveva” eguagliare il migliore di tutti i campioni del mondo: Juan Manuel Fangio. Gli mancavano due ti- toli mondiali: era convinto di poter vincere con la Williams e poi chiudere in bellezza con la Ferrari. Forse era arrivato il momento di scoprire qualcosa in più di quella sua inquietudine...
  • 67. 67 Le finanze: “Sono un privilegiato, ho sempre avuto una vita molto bella. Ma tutto quello che ho ottenuto dalla vita l’ho guadagnato con l’impegno”. Senna nella sua vita ha guadagna- to tantissimo ma il denaro non è mai stato il suo obiettivo, piuttosto un favorevole effetto collaterale del successo ottenuto e della dedizione messa nella sua grande passione: le corse. Il contributo al mondo: “Non potrai mai cambiare il mondo da solo. Però puoi dare il tuo contributo per cambiarne un pezzetto. Quello che faccio davvero io per la povertà non lo dirò mai. La F1 è ben misera cosa in confronto a questa tragedia.” Senna è stato davvero un grande esempio di solidarietà, faceva beneficenza per un motivo ben preciso: “Nella vita devi avere degli obiettivi da raggiungere e purtroppo in Brasile tante persone non hanno la possibilità di provarci”.
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  • 69. 69 Le prestazioni di Ayrton secondo la Flow Theory Il profilo di Senna attraverso gli strumenti del Coaching
  • 71. 71 Le prestazioni di Ayrton secondo la Flow Theory Secondo lo studio denominato Flow Theory, in ogni momento, ciascun individuo riceve una grande quantità di informazioni provenienti dal mondo circostante. Lo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi, che ha introdotto il concetto di “Flus- so”, ha scoperto che la mente può gestire solo un certo numero di informazioni alla volta: circa 126 bit di dati al secondo. Una conversazione ad esempio “pesa” circa 40 Bit, cioè un terzo della nostra capacità, e questo è il motivo per cui non è facile foca- lizzare l’attenzione su altre attività quando si sta tenendo un discorso. Il termine Flow, utilizzato per illustrare questa affascinante teoria, si riferisce al con- cetto di esperienza ottimale, a volte citato come trance agonistica, che è uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività.
  • 72. 72 Le prestazioni di Ayrton secondo la Flow Theory Durante lo “Stato di Flusso” siamo completamente assorbiti nell’azione e perdiamo la consapevolezza di tutte le altre cose: tempo, persone, distrazioni e persino esigenze fisiologiche. Ciò si verifica perché tutta l’attenzione è occupata da quella particolare attività. I più grandi musicisti, pittori e atleti sanno bene cosa significhi trovarsi nello stato di flusso. Tra questi certamente Ayrton Senna. Durante le prove del Gran Premio di Monaco del 1988, il brasiliano raccontò la sua esperienza: “Ero già in pole e continuavo ad andare sempre più forte... ero quasi due secondi più veloce di chiunque altro e ho realizzato che non stavo più guidando la macchina coscientemente. La stavo guidando attraverso una specie di istinto, ero in una dimensione differente, come se fossi in un tunnel”. Il giorno successivo, condusse magistralmente la gara. Verso la fine, con 59 secondi di vantaggio su Prost, il livello di sfida calò drasticamente e, in linea con quanto descritto dalla Flow Theory, Ayrton passò dallo stato “di Flusso” a quello di “Rilassa- mento” e commise un errore plateale sbattendo alla curva del Portier. Successivamente a quel week end Senna riuscì a controllare maggiormente quell’equi- librio perfetto di trasporto emozionale. Negli anni a venire descrisse più volte quella
  • 73. 73 sensazione, come durante il Gp del Brasile del 1991 durante il quale, negli ultimi 6 giri, guidò con il cambio bloccato in sesta marcia e un livello di concentrazione tale da mantenere un ritmo sufficiente per poter vincere la gara. Nella Flow Theory vengono individuati nove fattori determinanti che in combinazio- ne tra loro costituiscono la cosiddetta esperienza di flusso: 1. Obiettivi chiari: le aspettative e le modalità di raggiungimento sono chiare. 2. Concentrazione totale sul compito: un alto grado di concentrazione in un li- mitato campo di attenzione (la persona non ragiona su passato e futuro ma solo sul presente). 3. Perdita dell’autoconsapevolezza: il soggetto è talmente assorto nell’attività da non preoccuparsi del suo ego. 4. Distorsione del senso del tempo: si altera la percezione del tempo. Non si ren- de conto del suo scorrere.
  • 74. 74 5. Bilanciamento tra sfida e capacità: l’altissimo livello di sfida è bilanciato dalle straordinarie capacità in ciò che si sta facendo. 6. Retroazione diretta: il risultato delle proprie azioni è percepito così prontamen- te da influenzare le azioni successive (correzioni impercettibili). 7. Senso di controllo: la percezione di avere tutto sotto controllo e di poter domi- nare la situazione. 8. Piacere intrinseco: l’azione dà un piacere intrinseco, fine a se stesso. 9. Integrazione tra azione e consapevolezza: la concentrazione e l’impegno sono massimi. La persona è talmente assorta nell’azione da fare apparire l’azione natu- rale.
  • 75. 75 Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton Il profilo di Senna attraverso gli strumenti del Coaching
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  • 77. 77 Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton Lo studio del 2004 di Martin Seligman e Christopher Peterson, i padri fondatori della psicologia positiva, analizza sei principali virtù riconosciute in tutto il mondo e in differenti contesti religiosi, economici e culturali. In pratica l’approfondimento della storia, della filosofia e delle religioni, porta a con- vergere i punti di forza degli uomini in 6 differenti virtù e 24 potenzialità. Ogni persona, attraverso un percorso autovalutativo, può individuare le proprie virtù e potenzialità e comprendere meglio quali sono le strade che la portano più facilmen- te alla realizzazione di una vita felice e piena di significato. “Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita.” Ayrton Senna
  • 78. 78 Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton Classificazione delle 6 virtù e delle 24 potenzialità: Coraggio Audacia Persistenza Integrità Vitalità Creatività Curiosità Apertura mentale Amore per l’apprendimento Lungimiranza Saggezza e conoscenza Amore Gentilezza Intelligenza sociale Amore e umanità
  • 79. 79 Temperanza Capacità di perdonare Umiltà e modestia Prudenza Autocontrollo Senso civico Imparzialità Leadership Giustizia Apprezzamento della bellezza Gratitudine Speranza Humor Religiosità Spiritualità e trascendenza
  • 80. 80 “Virtù e punti di forza funzionano per costruire la resilienza”. Martin Seligman, 2002. Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton
  • 81. 81 I punti di forza sono tratti morali che possono essere sviluppati, appresi, e che richie- dono grande impegno. Peterson indica le caratteristiche per riconoscere un punto di forza: • Senso di appartenenza e autenticità (consapevolezza del proprio punto di forza) • Sensazione di eccitazione nei momenti di utilizzo dello stesso • Rapida curva di apprendimento quando si comincia a metterlo in pratica • Continui apprendimenti nel modo di usarlo • Desiderio di agire in conformità con quella forza • Sentimento di inevitabilità nell’uso di quel punto di forza, come se non si potes- se essere fermati dall’usarlo • Scoperta di possedere quel punto di forza come un’illuminazione • Rinvigorimento anziché spossatezza quando viene utilizzato • Creazione e perseguimento di progetti personali incentrati su di esso • Motivazione, soddisfazione, entusiasmo, persino estasi mentre lo si usa.
  • 82. 82 Analisi delle virtù e dei punti di forza individuabili in Ayrton Senna: Coraggio Forza emotiva che porta a raggiungere le mete nonostante le opposizioni interne ed esterne. Le potenzialità che lo contraddistinguono sono: • Autenticità - Dire la verità, essere sinceri. • Risolutezza - Non tirarsi indietro di fronte alle minacce, ai cambiamenti, alle diffi- coltà e alle sofferenze. • Persistenza - Finire quello che si è cominciato. • Slancio - Approcciarsi alla vita con entusiasmo ed energia. Spiritualità e Trascendenza Forza di creare legami con un universo più ampio e trovarne i significati, contraddi- stinta dalle seguenti potenzialità: • Apprezzamento della bellezza e dell’eccellenza. • Gratitudine - Essere consapevoli e riconoscenti per le cose belle che accadono. • Speranza - Aspettarsi il meglio e lavorare per raggiungerlo. • Religiosità - Avere credenze coerenti circa gli scopi importanti della vita. Le virtù e le potenzialità umane di Ayrton
  • 84.
  • 85. Conclusioni Senna nei suoi 34 anni di vita, con impegno e determinazione, ha saputo raggiungere nella personale scala dei bisogni il livello di autorealizzazione. Tutto lascia pensare che, se fosse sopravvissuto a quel maledetto Gran Premio, a cinquanta anni compiuti, sarebbe stato il più titolato ex pilota di Formula 1, a capo della sua fondazione benefica, e sicuramente un buon padre di famiglia. E’ passato alla storia per essere stato capace di esaltare le masse con le sue straordinarie virtù di coraggio, e spiritualità. E’, e sarà sempre, un fulgido esempio per tutti coloro che nella vita hanno scelto di “accettare la sfida”.
  • 86. 86
  • 87. 87 La passione per il talento HL Automotive Consulting
  • 88. 88 La passione per il talento HL Automotive Consulting dal 2009 si occupa di training, consulenza e coaching per affiancare, consigliare e motivare tutte le figure di front end delle Concessionarie Automotive. Nel settore, il livello di complessità, la pressione competitiva e le marginalità decre- scenti hanno raggiunto livelli estremi. Le risorse umane che vi operano necessitano di grande professionalità ma anche elevata resilienza. Un “buon venditore”, prove- niente da settori meno maturi, lanciato senza paracadute nell’arena della concessio- naria, rischia in poco tempo di “farsi male”. Il nostro obiettivo è focalizzare al meglio l’alchimia ideale dei talenti e delle potenzia- lità da sviluppare con le figure commerciali in concessionaria. La metafora dei grandi campioni dello sport è per noi fonte d’ispirazione e questo lavoro su Ayrton Senna vuole essere l’inizio di un lungo percorso di scoperta.
  • 89. 89
  • 90. 90 La passione per il talento Nicola Colantonio, classe 1969 domiciliato a Vasto. Dealer Operator e Responsabile Vendite presso F.lli Colantonio Concessionaria Audi. Socio e Responsabile Commerciale presso Nuove Iniziative Area Motoristica srl. Co-fondatore di Five Stones Group srl, formatore e consulente per la divisione HL Automotive Consulting. Svolge formazione d’aula anche in lingua spagnola. Alessandro Coscarella, classe 1969 domiciliato a Firenze. Dealer Operator e Responsabile Finanziario presso F.lli Coscarella srl Concessiona- ria Alfa Romeo. Co-fondatore di Five Stones Group srl, formatore e consulente per la divisione HL Automotive Consulting. Ha conseguito un Master di 1° livello in PNL e svolge formazione d’aula anche in lingua inglese. Marco Cucchi, classe 1971 domiciliato ad Ancona. Consulente di Business Management presso Snap On Italia. Dealer Operator e Re- sponsabile Service presso Car Point Concessionaria BMW. Co-fondatore di Five Stones Group srl, formatore e consulente per la divisione HL Automotive Consulting. Nel 2011 ha ottenuto la qualifica di Professional Business Coach c/o Ia scuola La Scuola Incoaching®.
  • 91. 91 Davide Manzoni, classe 1979 domiciliato a Brescia. Responsabile immagini e rapporti con fotografi freelance presso il settimanale “Sport Auto Moto”. Responsabile Marketing e CRM presso Zampedri Commerciale SPA Concessionaria Opel. Co-fondatore di Five Stones Group srl, formatore e consulente per la divisione HL Automotive Consulting. Dal 2009 è presidente del CDA di Five Stones Group srl ed è responsabile dell’attività di progettazione e R&S. Cristina Marini, classe 1982 domiciliata a Brescia. Responsabile segreteria sportiva presso Brescia Golf Country Club. Responsabile della amministrativa e rapporti con giornalisti freelance presso il mensile “Rugby!” Collabora dal 2010 con Five Stones Group srl occupandosi della segreteria organizza- tiva per la divisione HL Automotive Consulting. Dal 2012 è responsabile dell’organiz- zazione e della logistica degli eventi di lancio prodotto.
  • 92. 92
  • 93. 93 HL Automotive Consulting Via S. Zeno 99a, 25124 Brescia Tel 030 2452835 Mail info@hlconsulting.it Web www.hlconsulting.it FB HLAutomotiveConsulting
  • 94. “Dedicato a tutti i consulenti alla vendita delle concessionarie, animati ogni giorno dalla passione per i motori e per le relazioni umane” Alessandro, Davide, Marco e Nicola