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Fenomeni Termici
1
Il punto di vista microscopico
Fenomeni Termici
2
 Nel 1827 R. Brown osservò il moto irregolare di un granello di polline
nell'acqua.
 Il moto del granello di polvere (visibile al microscopio) indica che l'acqua è
composta da “grani” invisibili, in continuo moto: le molecole.
Il moto browniano
 Il moto browniano è dovuto agli urti con le molecole
d'acqua, che sono in continua agitazione.
 Esempi di moto browniano:
Il moto browniano
 Il moto browniano permette di costruire un modello del gas
perfetto, in cui:
 le forze di attrazione molecolare sono praticamente nulle (il gas deve
essere rarefatto);
 le molecole si muovono continuamente e disordinatamente (agitazione
termica);
 le molecole urtano in modo elastico contro le pareti del recipiente che le
contiene.
La pressione di un gas perfetto
 In condizioni normali, l'aria si comporta da gas perfetto (78% azoto e
22% ossigeno)
La pressione di un gas perfetto
 Poiché le molecole sono tantissime (1022 in 1 g di aria) per
descrivere il loro moto si usano le grandezze macroscopiche:
p, V, T.
 Il modello del gas perfetto consente di:
 calcolare le grandezze macroscopiche come valori medi di grandezze
microscopiche relative alle singole molecole;
 interpretare in termini microscopici le proprietà macroscopiche dei gas.
La pressione di un gas perfetto
Equazioni di stato dei gas perfetti
 Per i gas perfetti si verificano alcune leggi sperimentali:
 Legge di Boyle
 1° Legge di Gay-Lussac
 2° Legge di Gay-Lussac
 Legge di Avogadro : per due gas diversi ma nelle stesse condizioni di pressione, volume e temperatura risulta
N1 = N2 (N numero di moli).
 Complessivamente riassunte nell’equazione di stato dei gas perfetti
costanteTacostante,pV
costanteacostante,/ pTV
costanteacostante,/ VTp
nRTpV
n = numero di moli
T = temperatura assoluta (K)
R = costante dei gas = 8.31 J mol-1 K -1
 L'energia cinetica media è la media aritmetica di tutte le
energie cinetiche delle singole molecole.
 Ricordiamo che l'energia cinetica di una particella di massa m
e velocità v è K = ½ m v2
.
L’energia cinetica media
 La pressione è dovuta agli urti delle singole molecole del gas sulle pareti del
recipiente.
 Con un procedimento statistico
si ricava la formula per la pressione,
che lega due grandezze
macroscopiche (p, V) a due
microscopiche (N, K):
La pressione di un gas perfetto
 L'energia interna U di un sistema è l'energia complessiva di
tutte le sue componenti microscopiche.
 L'energia interna del gas perfetto è data dalla somma delle
energie cinetiche delle sue molecole, perché esse non
possiedono altri tipi di energia.
 Nel gas reale non si può trascurare l'energia
potenziale, dovuta alla forza di coesione molecolare.
L’energia interna
L'energia cinetica delle molecole di un gas reale è uguale a
quella del gas perfetto nelle stesse condizioni di n, p, V, T;
l'energia potenziale Epot è pari al lavoro compiuto dalle forze
intermolecolari quando si disgrega il sistema, portando tutte le
molecole lontane una dall'altra.
L’energia interna di un gas reale
poiché il lavoro delle forze intermolecolari è negativo, anche Epot< 0 ;
quindi l'energia interna U di un gas reale è data dalla formula (K>0, Epot<0):
questa definizione vale anche per i liquidi e i solidi.
L’energia interna di un gas reale
Gas, liquidi e solidi
 Le sostanze sono composte da atomi.
Quando due o atomi si legano assieme
formano molecole. La molecola d’acqua
è formata da due atomi di idrogeno
(simbolo H) e da un atomo di ossigeno
(simbolo O).
 Tra le molecole di una sostanza
agiscono le forze di coesione
molecolare.
 Queste forze hanno intensità diversa a
seconda dello stato di aggregazione in
cui si trova la sostanza
Nella formula U = K + Epot :
il termine K (energia cinetica) è sempre positivo e tende a
disgregare il sistema;
il termine Epot, di segno negativo, indica l'efficacia delle forze
di attrazione che tendono a legare e ordinare il sistema.
Confrontiamo le entità dei due contributi nei tre stati di
aggregazione della materia: gas, liquidi e solidi.
Gas, liquidi e solidi
Nei gas il valore assoluto di K è sempre
maggiore di quello di Epot :
L'energia interna U di un gas è sempre
positiva.
Le molecole sono quasi libere di
muoversi: per questo motivo il gas non
ha un volume proprio e tende sempre a
espandersi.
Gas
Nei liquidi si ha equivalenza tra gli effetti
di disordine (K) e quelli di ordine (Epot):
L'energia interna U di un liquido è circa
uguale a zero.
Le molecole possono scorrere le une
sulle altre ma non sono libere di
allontanarsi: il liquido ha un volume
proprio e si adatta alla forma del
recipiente.
Liquidi
Nei solidi le forze di attrazione molecolare (Epot) prevalgono sugli
effetti di disordine (K):
L'energia interna U di un solido è sempre negativa.
Le molecole e gli atomi non sono liberi di muoversi, ma si legano tra
loro a formare il reticolo cristallino.
Solidi
Gas, liquidi e solidi
 Stato Solido
 Struttura microscopica ordinata – Forze di coesione intense – Particelle oscillano
intorno a posizioni di equilibrio, senza spostarsi -
 Stato Liquido
 Struttura microscopica disordinata – Forze di coesione deboli –
 Le molecole si muovono, ma le distanze reciproche variano poco
 Stato Gassoso
 Forze di coesione trascurabili – Le molecole occupano tutto lo spazio a
disposizione – Fortemente comprimibili
 Riassumendo
La temperatura
Fenomeni Termici
20
Moltiplicando per V i due membri dell’equazione otteniamo
e, utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti
La temperatura dal punto di vista microscopico
dove
La temperatura dal punto di vista microscopico
 L'energia cinetica media delle molecole e la temperatura assoluta del
gas perfetto sono direttamente proporzionali.
La temperatura dal punto di vista microscopico
 Il modello di molecola puntiforme descrive correttamente i gas monoatomici
(elio, neon...);
per gli altri gas la formula contiene solo l'energia cinetica di traslazione.
L’energia cinetica delle molecole complesse
La formula
vale per l'energia cinetica media di traslazione di tutte le sostanze allo stato
solido, liquido, gassoso.
Poiché Kmedia > 0, necessariamente deve essere T > 0.
La temperatura di un corpo non può assumere valori negativi. Il suo valore
minimo possibile è T = 0 K, per il quale Kmedia = 0 J.
Allo zero assoluto tutte le molecole sono ferme (o quasi!).
Lo zero assoluto
Date N molecole di massa m e velocità v1,v2..vN, l'energia cinetica media di traslazione
è
dove
La velocità quadratica media è definita come:
La velocità quadratica media
Confronto tra velocità media e velocità quadratica media:
La velocità quadratica media
 La velocità quadratica media dipende dalla temperatura del gas. Infatti si ha
perciò
La velocità quadratica media
 Applicazione della formula ad una molecola di azoto
La velocità quadratica media
Confronto tra le energie interne dei tre stati di aggregazione:
L'energia cinetica media di traslazione (direttamente proporzionale
alla temperatura assoluta) determina il moto di agitazione termica
degli atomi e molecole di tutte le sostanze.
Il moto di agitazione termica
 Le molecole dei gas e dei liquidi si muovono ad alta velocità: ciò spiega il
moto browniano;
 quelle dei solidi oscillano continuamente attorno alla posizione d'equilibrio
nel reticolo cristallino.
Il passaggio da uno stato più
aggregato ad uno meno
aggregato richiede un
aumento della velocità media
delle molecole, ovvero della
temperatura della sostanza.
Il moto di agitazione termica
34
 Indipendentemente dallo stato di aggregazione, le molecole sono
soggette continuamente a un moto di agitazione termica
 La temperatura è un indice dello stato di agitazione termica: più grande è
l’agitazione termica, maggiore è la temperatura.
 Equilibrio termico: due corpi a temperatura diversa posti a contatto, dopo
un certo tempo assumono una temperatura intermedia comune (principio
zero della termodinamica)
 Il termometro è lo strumento che misura la temperatura
 Nel SI la temperatura si misura in kelvin (K), anche se è molto diffuso l’uso
del grado celsius o centigrado (°C).
La misura della temperatura
35
La misura della temperatura
Scala Celsius: suddivide in 100 parti l’intervallo tra due punti fissi
0° C: temperatura ghiaccio fondente
100 °C: temperatura acqua bollente (a pressione atmosferica)
La suddivisione della scala Kelvin è la stessa della Celsius, ma
l’origine della scala è traslata: 0 °C corrispondono a 273,15 K
36
La misura della temperatura
 Scale termometriche
 CELSIUS (°C)
 0 – 100
 KELVIN (K)
 T(K) = T(°C) + 273°
 FAHRENHEIT (°F)
 T(°F) = 32° + 9 * T(°C) / 5
 La scala Celsius e la scala
Kelvin sono scale
centigrade, la scala
Fahrenheit no!
37
Dilatazione termica
Fenomeni Termici
37
38
La dilatazione termica
 Dilatazione termica: aumento di volume dei corpi dovuto
all’aumento della temperatura.
Se una dimensione prevale sulle altre due
(come per un filo o un’asta) si parla di
dilatazione lineare
Dilatazione lineare: l’aumento di lunghezza Δl
(Δl = l – l0) dipende dalla sostanza di cui è fatto il
corpo ed è direttamente proporzionale:
-alla lunghezza iniziale l0 del corpo;
-alla variazione di temperatura ΔT (ΔT = T – T0)
subita dal corpo.
39
La dilatazione termica
 Legge della dilatazione lineare
Nel SI il coefficiente di dilatazione lineare λ si misura in K-1
La variazione di temperatura ΔT = T – T0 ha lo stesso valore numerico espressa
in K e in °C, pertanto λ ha lo stesso valore in K-1 o in °C-1
40
La dilatazione termica
41
La dilatazione termica
 Legge di dilatazione volumica (solidi e liquidi)
Nel SI il coefficiente di dilatazione volumica k si misura in K-1
Per i solidi, k ≈ 3·λ (il coefficiente di dilatazione volumica è circa il triplo di quello
lineare).
Per i liquidi, k è molto maggiore rispetto al caso dei solidi
42
La dilatazione termica
Comportamento anomalo dell’acqua
Nell’intervallo tra 0 °C e 4°C il volume
dell’acqua non cresce con l’aumentare della
temperatura, ma diminuisce (il coefficiente di
dilatazione è negativo).
Al di sopra di 4 °C l’acqua si dilata normalmente
43
Legge fondamentale della termologia
Fenomeni Termici
43
44
La legge fondamentale della termologia
 Per aumentare la temperatura di un
corpo occorre trasferirgli energia.
 Il trasferimento di energia può avvenire con
uno scambio di calore (contatto con una
fiamma o un corpo più caldo, …) o con uno
scambio di lavoro
 Esperimento di Joule
 Per fare crescere di 1 K la temperatura di 1
kg di acqua, occorre compiere un lavoro pari a
circa 4180 J
45
La legge fondamentale della termologia
 La capacità termica C di un corpo è il rapporto tra
l’energia ricevuta e la variazione di temperatura:
Nel SI la capacità termica si misura in J/K
La capacità termica C è proporzionale alla massa m.
La costante di proporzionalità è il calore specifico c:
Il calore specifico c è caratteristico di ogni sostanza;
nel SI si misura in J/(kg·K)
46
La legge fondamentale della termologia
 Legge fondamentale della termologia
L’energia scambiata dipende dalla sostanza (attraverso il calore specifico c)
ed è direttamente proporzionale:
- alla massa della sostanza;
- alla variazione di temperatura ΔT .
47
La legge fondamentale della termologia
 Equilibrio termico: due corpi a temperatura T1 e T2 posti a
contatto, scambiano energia e si portano a una temperatura di equilibrio Te
La legge fondamentale della termologia diventa:
L’energia è
scambiata
tra un corpo
e l’altro
sotto forma
di calore
48
La legge fondamentale della termologia
 Unità di misura del calore
 Unità di misura pratica : caloria (cal)
 1 caloria è la quantità di energia necessaria per aumentare di 1 °C la
temperatura di 1 g di acqua
 Equivalente termico del lavoro (equivalente meccanico della
caloria)
 1 cal = 4.186 J
49
La legge fondamentale della termologia
Il corpo caldo cede calore e si raffredda:
Il corpo freddo acquista calore e si riscalda:
Poiché T1 < Te < T2, Qceduto è negativo e Qacquistato è positivo.
Se non c’è dispersione di calore, tenendo conto dei segni si ha:
La temperatura di equilibrio Te è:
Se c1 = c2 (stessa sostanza) Te è:
50
La legge fondamentale della termologia
 Misura di calore specifico con il calorimetro delle mescolanze.
Nel calorimetro: acqua (massa m1, temperatura T1)
Si aggiunge un corpo di massa m2 a temperatura T2:
il sistema va in equilibrio a temperatura Te
me: equivalente in acqua del calorimetro, tiene
conto del calore assorbito dal calorimetro
Misurando Te si può determinare il calore specifico
sconosciuto c2
51
La legge fondamentale della termologia
 La bomba calorimetrica
 La bomba calorimetrica è usata per
misurare l’energia termica rilasciata
dalla combustione di una sostanza.
 Un’applicazione importante è la
combustione dei cibi al fine di
determinarne il contenuto calorico.
 Un campione di sostanza, pesato
accuratamente, viene inserito in un
contenitore chiuso (la
“bomba”), insieme con un eccesso di
ossigeno ad alta pressione.
 La bomba viene posta nell’acqua del
calorimetro ed un filo sottile che
passa attraverso la bomba viene poi
scaldato per breve tempo provocando
l’incendiarsi della miscela.
 L’energia rilasciata nel processo di
combustione viene trasferita all’acqua
della bomba.
52
La legge fondamentale della termologia
 Esempio
 Misurazione dell’apporto calorico del cioccolato. Determinare il
contenuto in Calorie (1 Caloria = 1000 calorie) di 100 g di cioccolatini
dalle seguenti misurazioni. Un campione da 10 g di cioccolatini viene
disidratato prima di essere inserito nella bomba calorimetrica. La
bomba di alluminio ha una massa di 0.615 kg e viene posta in 2.0 kg di
acqua contenuta in un calorimetro di alluminio di massa 0.524 kg. La
temperatura iniziale della miscela è 15.0 °C e la sua temperatura dopo
la combustione è 36.0 °C.
 Soluzione. Applichiamo la conservazione dell’energia al sistema che
assumiamo isolato costituito dal campione di cioccolatini, dalla
bomba, dalla coppa del calorimetro e dall’acqua. In questo caso la
quantità di calore Q ceduta durante la combustione viene assorbita
dall’insieme formato da bomba, calorimetro e acqua:
In joule, Q = (47 cal)(4186 J/kcal) = 197 kJ.
Poiché nella combustione di 10 g di cioccolatini vengono liberate 47
kcal, una porzione da 100g conterrà 470 Calorie (kcal) 0 197 kJ.
kcalCC
Ckgkcalkg
CkgkcalkgCkgkcalkg
TcmcmcmQ bombabombacalcalaa
470.150.36
/22.0615.0
/22.0524.0/0.1200
)(
53
Calore latente
Fenomeni Termici
53
54
Il calore latente
 Cambiamento di stato: passaggio di una sostanza da uno stato di
aggregazione a un altro
Durante un cambiamento di stato la temperatura resta costante
55
Il calore latente
 Fusione: passaggio dallo stato solido allo stato liquido
 La fusione avviene per assorbimento di calore
Il solido assorbe calore: la sua temperatura sale
fino alla temperatura di fusione Tf - inizia il
cambiamento di stato
Fusione: il solido continua ad assorbire calore,
ma la temperatura resta costante al valore Tf
A fusione completata, se il corpo continua ad
assorbire calore, la sua temperatura cresce
56
Il calore latente
 Se una massa m di sostanza solida si trova alla temperatura di
fusione Tf, la quantità di calore Q necessaria per farla fondere è
direttamente proporzionale a m
La costante di proporzionalità λf, caratteristica di ogni sostanza, è il
calore latente di fusione, nel SI si misura in J/kg
57
Il calore latente
 Il cambiamento di stato inverso della fusione è la
solidificazione: avviene alla stessa temperatura
della fusione, con cessione di calore da parte del
liquido
 Il calore latente di solidificazione è il calore ceduto
dalla massa unitaria di liquido durante la
solidificazione, ed è uguale al calore latente di fusione.
58
Il calore latente
 Evaporazione: passaggio dallo stato liquido allo stato gassoso
 L’evaporazione avviene per assorbimento di calore
Molti liquidi evaporano anche (in superficie) a
temperatura ambiente
Nell’ebollizione il cambiamento di stato
interessa tutto il volume di liquido e avviene a
temperatura costante (temperatura di
ebollizione)
La temperatura di ebollizione dipende dalla
pressione
59
Il calore latente
 Se una massa m di sostanza solida si trova alla temperatura di
evaporazione Te, la quantità di calore Q necessaria per farla evaporare è
direttamente proporzionale a m:
λv, è il calore latente di evaporazione, nel SI si misura in J/kg
La condensazione è il cambiamento di stato inverso della evaporazione, e
avviene alla stessa temperatura, con cessione di calore da parte del
liquido (il calore latente di condensazione è uguale a quello di evaporazione)
60
La propagazione del calore
Fenomeni Termici
60
61
La propagazione del calore
 All’interno di un solido il calore si
propaga per conduzione
 La conduzione del calore è dovuta alla
trasmissione di vibrazioni tra atomi vicini
all’interno del solido.
 Si ha trasmissione di energia
all’interno del solido, ma non si ha
trasporto di materia
62
La propagazione del calore
 All’interno di un fluido (liquido o gas) il calore si propaga soprattutto
per convezione.
Il fluido, scaldandosi, varia la sua densità: il
fluido più caldo tende a salire, e quello più
freddo scende a prendere il suo posto
Si innescano delle correnti convettive che
coinvolgono tutto il fluido: si ha
trasmissione di energia nel fluido, e si ha
anche trasporto di materia
63
La propagazione del calore
 Legge di Fourier della conduzione
 La quantità di calore che si propaga per
conduzione in un tempo Δt attraverso una parete
di area A e spessore d, ai due lati della quale è
mantenuta una differenza di temperatura ΔT, è:
k: coefficiente di conducibilità termica,
caratteristico del materiale. Nel SI il coefficiente di
conducibilità termica si misura in W/(m·K)
64
La propagazione del calore
Le sostanze con un
coefficiente di conducibilità
termica elevato, per esempio i
metalli, sono buoni
conduttori di calore.
Gli isolanti termici, per
esempio i gas, o i materiali che
inglobano aria nella loro
struttura, hanno una bassa
conducibilità termica
65
La propagazione del calore
 Nella trasmissione per irraggiamento, il calore viene scambiato come
radiazione elettromagnetica, che si propaga anche nel vuoto.
 Tutti i corpi emettono radiazione elettromagnetica (visibile per i corpi più
caldi, infrarossa per quelli più freddi).
 La potenza irraggiata da un corpo di superficie A alla temperatura T
(misurata in kelvin) è espressa dalla legge di Stefan-Boltzmann:
La costante c dipende dal materiale che costituisce la superficie.
Quando la radiazione elettromagnetica incide su un corpo, viene in parte
riflessa e in parte assorbita, riscaldando il corpo stesso
66
Gas perfetti e gas reali
Fenomeni Termici
66
67
L’equilibrio dei gas
Un gas esercita una pressione sul recipiente che lo contiene
Le molecole di gas si muovono disordinatamente, urtano le pareti del
recipiente, esercitando così su di esse, nel complesso, una forza Fp
Gas in un recipiente chiuso da un pistone mobile.
Il pistone esercita una pressione a causa del suo
peso. In condizione di equilibrio :
La pressione del gas è:
68
L’equilibrio dei gas
Lo stato di un gas in equilibrio è caratterizzato dai valori di
quattro grandezze: pressione, volume, temperatura e
quantità di gas
Una trasformazione fa passare il gas da uno stato a un
altro: modifica alcune o tutte le grandezze caratteristiche
Trasformazione isotermica: a temperatura costante
Trasformazione isobarica: a pressione costante
Trasformazione isovolumica: a volume costante
69
L’equilibrio dei gas
La quantità di gas viene espressa in termini di numero di moli
Una mole di gas è una quantità di gas che contiene un numero di molecole pari al
numero di Avogadro
Legge di Avogadro
Una mole di gas, nelle stesse condizioni di pressione e temperatura,
occupa sempre lo stesso volume, qualunque sia il tipo di gas
Alla pressione di 1 atm, e alla temperatura di 0 °C una mole di
qualunque gas occupa un volume di 22,4 litri.
La massa di una mole di gas è una caratteristica di ogni gas
70
L’equilibrio dei gas
Legge di Boyle
A temperatura costante, il volume che una certa massa di gas
occupa è inversamente proporzionale alla pressione del gas
Il valore della costante dipende dalle condizioni iniziali del gas.
Indicando con 1 e 2 due stati di equilibrio del gas:
71
L’equilibrio dei gas
Rappresentazione grafica della legge di
Boyle, nel piano cartesiano pressione-
volume (piano di Clapeyron)
72
Primo principio della termodinamica
Fenomeni Termici
72
73
Sistema ed Esterno
 Un SISTEMA può essere un qualsiasi oggetto scelto e isolato
(mentalmente) dal resto, che diventa l’ESTERNO del sistema.
 I sistemi considerati in termodinamica sono finiti e vengano trattati dal
punto di vista macroscopico e non microscopico. Cioè non si tiene conto
della struttura della materia, ma vengono considerate come variabili
termodinamiche solo le caratteristiche globali del sistema, come la
pressione e la temperatura (grandezze misurabili).
 L’involucro immaginario che racchiude un sistema e lo separa dal suo
esterno è chiamato CONTORNO del sistema:
 ISOLA il sistema dal suo esterno
 realizza una INTERAZIONE fra il sistema e l’esterno
74
Sistema ed Esterno
 I sistemi possono essere:
 SISTEMA ISOLATO non può scambiare né materia né energia con
il suo esterno
 SISTEMA NON ISOLATO:
 Sistema aperto se scambia con l’esterno energia e
materia
 Sistema chiuso se scambia con l’esterno energia e
non materia (la sua massa è costante)
 Lo scambio di energia può avvenire sotto forma di calore o di
lavoro.
75
 Un sistema isolato non è influenzato dall’esterno. Tuttavia entro il
sistema possono avvenire delle trasformazioni. Tali trasformazioni
cessano dopo un certo periodo di tempo: si dice allora che il
sistema ha raggiunto una condizione di equilibrio interno nel senso
che non vi è nessuna ulteriore tendenza alla trasformazione.
 Per un sistema chiuso può anche venire raggiunta una condizione
statica finale tale che il sistema non solo risulti in equilibrio
internamente, ma anche in equilibrio esterno con ciò che lo
circonda.
 Uno stato di equilibrio rappresenta una condizione semplice di un
sistema ed è suscettibile di una precisa descrizione matematica
poiché in tale stato il sistema presenta un insieme di proprietà di
facile identificazione e riproducibilità.
Stato
76
Stato
 Lo STATO rappresenta la totalità delle proprietà
macroscopiche associate al sistema. Certe proprietà
possono essere misurate direttamente
(temperatura, pressione); altre proprietà (energia interna)
vengono determinate soltanto per via indiretta.
 Un sistema all’equilibrio presenta un insieme di proprietà
fissate che sono indipendenti dal tempo e che possono
quindi venire misurate con precisione.
Trasformazione
Quando un sistema chiuso viene rimosso
dall’equilibrio, esso subisce una trasformazione durante la
quale le sue proprietà variano fino al raggiungimento di un
nuovo stato di equilibrio.
77
 Qualunque variazione di energia che un sistema subisca è
riconducibile al lavoro o al calore che ne attraversano le
pareti;
 Il calore e il lavoro rappresentano le sole vie per influire
sull’energia di un sistema chiuso;
Legge di Conservazione dell’energia
L’energia di un sistema isolato è costante
Il Primo Principio
78
Primo Principio della Termodinamica
Per un sistema chiuso (cioè di massa costante) il primo principio
della termodinamica è espresso in forma matematica dalla
relazione:
dove: dU è la variazione di energia interna
dq è il calore trasferito fra sistema e esterno
dW è il lavoro trasferito fra sistema e esterno
WqU
79
Convenzione segni lavoro
SISTEMAW
- W
+
80
Convenzione segni Calore
SISTEMAQ
-
Q
+
81
Si compie lavoro meccanico ogniqualvolta una forza sposta il suo
punto di applicazione
dove F è la componente della forza agente nella direzione dello
spostamento dl.
In forma differenziale :
dove rappresenta una quantità di lavoro infinitesima.
Lavoro e Calore
dlFW
dlFW
W
82
Università degli Studi di Siena - C.d.L. in Fisica e Nuove Tecnologie - A.A. 2004-2005
Lavoro e Calore
 Il lavoro fatto dalla pressione P di un fluido, che agisce su un
pistone di area A e produce una variazione di volume dV è
fornito dall’equazione
 Sulla testa del pistone, di area A, che si sposta di dl entro il
cilindro, viene esercitata una pressione P. Il volume del cilindro
è V=AL e, poiché A è costante, .
 Inoltre, la pressione P, per definizione, è la forza totale F che
agisce sulla testa del pistone divisa per l’area A.
 Pertanto
P
dl
Vl
dVPW
dlAdV
dVPAdl
A
F
FdlW
83
Trasformazioni termodinamiche
 Nel diagramma p, V:
 un punto rappresenta uno stato del
gas;
 una linea rappresenta la
trasformazione tra due stati;
 l’area al di sotto della linea
rappresenta il lavoro scambiato dal
gas con l’esterno.
84
Trasformazioni termodinamiche
 Trasformazione isobara
 La pressione resta
costante, mentre volume e
temperatura variano in modo
proporzionale
 Trasformazione isocora
 Il volume resta costante mentre
pressione e temperatura variano in
modo proporzionale:
1
2
1
2
V
V
T
T
1
2
1
2
p
p
T
T
85
Trasformazioni termodinamiche
 Trasformazione isoterma
 La temperatura resta
costante, mentre pressione e
volume variano in modo
inversamente proporzionale (il loro
prodotto resta costante).
 Trasformazione adiabatica
 Avviene in un ambiente
termicamente isolante che
impedisce ogni scambio di energia
termica con l’esterno.
1
2
2
1
p
p
V
V
costantepV
86
Trasformazioni termodinamiche
 Ciclo termodinamico
 Trasformazione termodinamica in cui lo
stato finale coincide con quello
iniziale.
 Rappresentato da una curva
chiusa nel piano (V,P).
 Il lavoro compiuto in un ciclo è pari
all’area racchiusa dalla curva che
lo rappresenta nel piano (V,P).

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Fenomeni termici

  • 2. Il punto di vista microscopico Fenomeni Termici 2
  • 3.  Nel 1827 R. Brown osservò il moto irregolare di un granello di polline nell'acqua.  Il moto del granello di polvere (visibile al microscopio) indica che l'acqua è composta da “grani” invisibili, in continuo moto: le molecole. Il moto browniano
  • 4.  Il moto browniano è dovuto agli urti con le molecole d'acqua, che sono in continua agitazione.  Esempi di moto browniano: Il moto browniano
  • 5.  Il moto browniano permette di costruire un modello del gas perfetto, in cui:  le forze di attrazione molecolare sono praticamente nulle (il gas deve essere rarefatto);  le molecole si muovono continuamente e disordinatamente (agitazione termica);  le molecole urtano in modo elastico contro le pareti del recipiente che le contiene. La pressione di un gas perfetto
  • 6.  In condizioni normali, l'aria si comporta da gas perfetto (78% azoto e 22% ossigeno) La pressione di un gas perfetto
  • 7.  Poiché le molecole sono tantissime (1022 in 1 g di aria) per descrivere il loro moto si usano le grandezze macroscopiche: p, V, T.  Il modello del gas perfetto consente di:  calcolare le grandezze macroscopiche come valori medi di grandezze microscopiche relative alle singole molecole;  interpretare in termini microscopici le proprietà macroscopiche dei gas. La pressione di un gas perfetto
  • 8. Equazioni di stato dei gas perfetti  Per i gas perfetti si verificano alcune leggi sperimentali:  Legge di Boyle  1° Legge di Gay-Lussac  2° Legge di Gay-Lussac  Legge di Avogadro : per due gas diversi ma nelle stesse condizioni di pressione, volume e temperatura risulta N1 = N2 (N numero di moli).  Complessivamente riassunte nell’equazione di stato dei gas perfetti costanteTacostante,pV costanteacostante,/ pTV costanteacostante,/ VTp nRTpV n = numero di moli T = temperatura assoluta (K) R = costante dei gas = 8.31 J mol-1 K -1
  • 9.  L'energia cinetica media è la media aritmetica di tutte le energie cinetiche delle singole molecole.  Ricordiamo che l'energia cinetica di una particella di massa m e velocità v è K = ½ m v2 . L’energia cinetica media
  • 10.  La pressione è dovuta agli urti delle singole molecole del gas sulle pareti del recipiente.  Con un procedimento statistico si ricava la formula per la pressione, che lega due grandezze macroscopiche (p, V) a due microscopiche (N, K): La pressione di un gas perfetto
  • 11.  L'energia interna U di un sistema è l'energia complessiva di tutte le sue componenti microscopiche.  L'energia interna del gas perfetto è data dalla somma delle energie cinetiche delle sue molecole, perché esse non possiedono altri tipi di energia.  Nel gas reale non si può trascurare l'energia potenziale, dovuta alla forza di coesione molecolare. L’energia interna
  • 12. L'energia cinetica delle molecole di un gas reale è uguale a quella del gas perfetto nelle stesse condizioni di n, p, V, T; l'energia potenziale Epot è pari al lavoro compiuto dalle forze intermolecolari quando si disgrega il sistema, portando tutte le molecole lontane una dall'altra. L’energia interna di un gas reale
  • 13. poiché il lavoro delle forze intermolecolari è negativo, anche Epot< 0 ; quindi l'energia interna U di un gas reale è data dalla formula (K>0, Epot<0): questa definizione vale anche per i liquidi e i solidi. L’energia interna di un gas reale
  • 14. Gas, liquidi e solidi  Le sostanze sono composte da atomi. Quando due o atomi si legano assieme formano molecole. La molecola d’acqua è formata da due atomi di idrogeno (simbolo H) e da un atomo di ossigeno (simbolo O).  Tra le molecole di una sostanza agiscono le forze di coesione molecolare.  Queste forze hanno intensità diversa a seconda dello stato di aggregazione in cui si trova la sostanza
  • 15. Nella formula U = K + Epot : il termine K (energia cinetica) è sempre positivo e tende a disgregare il sistema; il termine Epot, di segno negativo, indica l'efficacia delle forze di attrazione che tendono a legare e ordinare il sistema. Confrontiamo le entità dei due contributi nei tre stati di aggregazione della materia: gas, liquidi e solidi. Gas, liquidi e solidi
  • 16. Nei gas il valore assoluto di K è sempre maggiore di quello di Epot : L'energia interna U di un gas è sempre positiva. Le molecole sono quasi libere di muoversi: per questo motivo il gas non ha un volume proprio e tende sempre a espandersi. Gas
  • 17. Nei liquidi si ha equivalenza tra gli effetti di disordine (K) e quelli di ordine (Epot): L'energia interna U di un liquido è circa uguale a zero. Le molecole possono scorrere le une sulle altre ma non sono libere di allontanarsi: il liquido ha un volume proprio e si adatta alla forma del recipiente. Liquidi
  • 18. Nei solidi le forze di attrazione molecolare (Epot) prevalgono sugli effetti di disordine (K): L'energia interna U di un solido è sempre negativa. Le molecole e gli atomi non sono liberi di muoversi, ma si legano tra loro a formare il reticolo cristallino. Solidi
  • 19. Gas, liquidi e solidi  Stato Solido  Struttura microscopica ordinata – Forze di coesione intense – Particelle oscillano intorno a posizioni di equilibrio, senza spostarsi -  Stato Liquido  Struttura microscopica disordinata – Forze di coesione deboli –  Le molecole si muovono, ma le distanze reciproche variano poco  Stato Gassoso  Forze di coesione trascurabili – Le molecole occupano tutto lo spazio a disposizione – Fortemente comprimibili  Riassumendo
  • 21. Moltiplicando per V i due membri dell’equazione otteniamo e, utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti La temperatura dal punto di vista microscopico
  • 22. dove La temperatura dal punto di vista microscopico
  • 23.  L'energia cinetica media delle molecole e la temperatura assoluta del gas perfetto sono direttamente proporzionali. La temperatura dal punto di vista microscopico
  • 24.  Il modello di molecola puntiforme descrive correttamente i gas monoatomici (elio, neon...); per gli altri gas la formula contiene solo l'energia cinetica di traslazione. L’energia cinetica delle molecole complesse
  • 25. La formula vale per l'energia cinetica media di traslazione di tutte le sostanze allo stato solido, liquido, gassoso. Poiché Kmedia > 0, necessariamente deve essere T > 0. La temperatura di un corpo non può assumere valori negativi. Il suo valore minimo possibile è T = 0 K, per il quale Kmedia = 0 J. Allo zero assoluto tutte le molecole sono ferme (o quasi!). Lo zero assoluto
  • 26. Date N molecole di massa m e velocità v1,v2..vN, l'energia cinetica media di traslazione è dove La velocità quadratica media è definita come: La velocità quadratica media
  • 27. Confronto tra velocità media e velocità quadratica media: La velocità quadratica media
  • 28.  La velocità quadratica media dipende dalla temperatura del gas. Infatti si ha perciò La velocità quadratica media
  • 29.  Applicazione della formula ad una molecola di azoto La velocità quadratica media
  • 30. Confronto tra le energie interne dei tre stati di aggregazione: L'energia cinetica media di traslazione (direttamente proporzionale alla temperatura assoluta) determina il moto di agitazione termica degli atomi e molecole di tutte le sostanze. Il moto di agitazione termica
  • 31.  Le molecole dei gas e dei liquidi si muovono ad alta velocità: ciò spiega il moto browniano;  quelle dei solidi oscillano continuamente attorno alla posizione d'equilibrio nel reticolo cristallino. Il passaggio da uno stato più aggregato ad uno meno aggregato richiede un aumento della velocità media delle molecole, ovvero della temperatura della sostanza. Il moto di agitazione termica
  • 32. 34  Indipendentemente dallo stato di aggregazione, le molecole sono soggette continuamente a un moto di agitazione termica  La temperatura è un indice dello stato di agitazione termica: più grande è l’agitazione termica, maggiore è la temperatura.  Equilibrio termico: due corpi a temperatura diversa posti a contatto, dopo un certo tempo assumono una temperatura intermedia comune (principio zero della termodinamica)  Il termometro è lo strumento che misura la temperatura  Nel SI la temperatura si misura in kelvin (K), anche se è molto diffuso l’uso del grado celsius o centigrado (°C). La misura della temperatura
  • 33. 35 La misura della temperatura Scala Celsius: suddivide in 100 parti l’intervallo tra due punti fissi 0° C: temperatura ghiaccio fondente 100 °C: temperatura acqua bollente (a pressione atmosferica) La suddivisione della scala Kelvin è la stessa della Celsius, ma l’origine della scala è traslata: 0 °C corrispondono a 273,15 K
  • 34. 36 La misura della temperatura  Scale termometriche  CELSIUS (°C)  0 – 100  KELVIN (K)  T(K) = T(°C) + 273°  FAHRENHEIT (°F)  T(°F) = 32° + 9 * T(°C) / 5  La scala Celsius e la scala Kelvin sono scale centigrade, la scala Fahrenheit no!
  • 36. 38 La dilatazione termica  Dilatazione termica: aumento di volume dei corpi dovuto all’aumento della temperatura. Se una dimensione prevale sulle altre due (come per un filo o un’asta) si parla di dilatazione lineare Dilatazione lineare: l’aumento di lunghezza Δl (Δl = l – l0) dipende dalla sostanza di cui è fatto il corpo ed è direttamente proporzionale: -alla lunghezza iniziale l0 del corpo; -alla variazione di temperatura ΔT (ΔT = T – T0) subita dal corpo.
  • 37. 39 La dilatazione termica  Legge della dilatazione lineare Nel SI il coefficiente di dilatazione lineare λ si misura in K-1 La variazione di temperatura ΔT = T – T0 ha lo stesso valore numerico espressa in K e in °C, pertanto λ ha lo stesso valore in K-1 o in °C-1
  • 39. 41 La dilatazione termica  Legge di dilatazione volumica (solidi e liquidi) Nel SI il coefficiente di dilatazione volumica k si misura in K-1 Per i solidi, k ≈ 3·λ (il coefficiente di dilatazione volumica è circa il triplo di quello lineare). Per i liquidi, k è molto maggiore rispetto al caso dei solidi
  • 40. 42 La dilatazione termica Comportamento anomalo dell’acqua Nell’intervallo tra 0 °C e 4°C il volume dell’acqua non cresce con l’aumentare della temperatura, ma diminuisce (il coefficiente di dilatazione è negativo). Al di sopra di 4 °C l’acqua si dilata normalmente
  • 41. 43 Legge fondamentale della termologia Fenomeni Termici 43
  • 42. 44 La legge fondamentale della termologia  Per aumentare la temperatura di un corpo occorre trasferirgli energia.  Il trasferimento di energia può avvenire con uno scambio di calore (contatto con una fiamma o un corpo più caldo, …) o con uno scambio di lavoro  Esperimento di Joule  Per fare crescere di 1 K la temperatura di 1 kg di acqua, occorre compiere un lavoro pari a circa 4180 J
  • 43. 45 La legge fondamentale della termologia  La capacità termica C di un corpo è il rapporto tra l’energia ricevuta e la variazione di temperatura: Nel SI la capacità termica si misura in J/K La capacità termica C è proporzionale alla massa m. La costante di proporzionalità è il calore specifico c: Il calore specifico c è caratteristico di ogni sostanza; nel SI si misura in J/(kg·K)
  • 44. 46 La legge fondamentale della termologia  Legge fondamentale della termologia L’energia scambiata dipende dalla sostanza (attraverso il calore specifico c) ed è direttamente proporzionale: - alla massa della sostanza; - alla variazione di temperatura ΔT .
  • 45. 47 La legge fondamentale della termologia  Equilibrio termico: due corpi a temperatura T1 e T2 posti a contatto, scambiano energia e si portano a una temperatura di equilibrio Te La legge fondamentale della termologia diventa: L’energia è scambiata tra un corpo e l’altro sotto forma di calore
  • 46. 48 La legge fondamentale della termologia  Unità di misura del calore  Unità di misura pratica : caloria (cal)  1 caloria è la quantità di energia necessaria per aumentare di 1 °C la temperatura di 1 g di acqua  Equivalente termico del lavoro (equivalente meccanico della caloria)  1 cal = 4.186 J
  • 47. 49 La legge fondamentale della termologia Il corpo caldo cede calore e si raffredda: Il corpo freddo acquista calore e si riscalda: Poiché T1 < Te < T2, Qceduto è negativo e Qacquistato è positivo. Se non c’è dispersione di calore, tenendo conto dei segni si ha: La temperatura di equilibrio Te è: Se c1 = c2 (stessa sostanza) Te è:
  • 48. 50 La legge fondamentale della termologia  Misura di calore specifico con il calorimetro delle mescolanze. Nel calorimetro: acqua (massa m1, temperatura T1) Si aggiunge un corpo di massa m2 a temperatura T2: il sistema va in equilibrio a temperatura Te me: equivalente in acqua del calorimetro, tiene conto del calore assorbito dal calorimetro Misurando Te si può determinare il calore specifico sconosciuto c2
  • 49. 51 La legge fondamentale della termologia  La bomba calorimetrica  La bomba calorimetrica è usata per misurare l’energia termica rilasciata dalla combustione di una sostanza.  Un’applicazione importante è la combustione dei cibi al fine di determinarne il contenuto calorico.  Un campione di sostanza, pesato accuratamente, viene inserito in un contenitore chiuso (la “bomba”), insieme con un eccesso di ossigeno ad alta pressione.  La bomba viene posta nell’acqua del calorimetro ed un filo sottile che passa attraverso la bomba viene poi scaldato per breve tempo provocando l’incendiarsi della miscela.  L’energia rilasciata nel processo di combustione viene trasferita all’acqua della bomba.
  • 50. 52 La legge fondamentale della termologia  Esempio  Misurazione dell’apporto calorico del cioccolato. Determinare il contenuto in Calorie (1 Caloria = 1000 calorie) di 100 g di cioccolatini dalle seguenti misurazioni. Un campione da 10 g di cioccolatini viene disidratato prima di essere inserito nella bomba calorimetrica. La bomba di alluminio ha una massa di 0.615 kg e viene posta in 2.0 kg di acqua contenuta in un calorimetro di alluminio di massa 0.524 kg. La temperatura iniziale della miscela è 15.0 °C e la sua temperatura dopo la combustione è 36.0 °C.  Soluzione. Applichiamo la conservazione dell’energia al sistema che assumiamo isolato costituito dal campione di cioccolatini, dalla bomba, dalla coppa del calorimetro e dall’acqua. In questo caso la quantità di calore Q ceduta durante la combustione viene assorbita dall’insieme formato da bomba, calorimetro e acqua: In joule, Q = (47 cal)(4186 J/kcal) = 197 kJ. Poiché nella combustione di 10 g di cioccolatini vengono liberate 47 kcal, una porzione da 100g conterrà 470 Calorie (kcal) 0 197 kJ. kcalCC Ckgkcalkg CkgkcalkgCkgkcalkg TcmcmcmQ bombabombacalcalaa 470.150.36 /22.0615.0 /22.0524.0/0.1200 )(
  • 52. 54 Il calore latente  Cambiamento di stato: passaggio di una sostanza da uno stato di aggregazione a un altro Durante un cambiamento di stato la temperatura resta costante
  • 53. 55 Il calore latente  Fusione: passaggio dallo stato solido allo stato liquido  La fusione avviene per assorbimento di calore Il solido assorbe calore: la sua temperatura sale fino alla temperatura di fusione Tf - inizia il cambiamento di stato Fusione: il solido continua ad assorbire calore, ma la temperatura resta costante al valore Tf A fusione completata, se il corpo continua ad assorbire calore, la sua temperatura cresce
  • 54. 56 Il calore latente  Se una massa m di sostanza solida si trova alla temperatura di fusione Tf, la quantità di calore Q necessaria per farla fondere è direttamente proporzionale a m La costante di proporzionalità λf, caratteristica di ogni sostanza, è il calore latente di fusione, nel SI si misura in J/kg
  • 55. 57 Il calore latente  Il cambiamento di stato inverso della fusione è la solidificazione: avviene alla stessa temperatura della fusione, con cessione di calore da parte del liquido  Il calore latente di solidificazione è il calore ceduto dalla massa unitaria di liquido durante la solidificazione, ed è uguale al calore latente di fusione.
  • 56. 58 Il calore latente  Evaporazione: passaggio dallo stato liquido allo stato gassoso  L’evaporazione avviene per assorbimento di calore Molti liquidi evaporano anche (in superficie) a temperatura ambiente Nell’ebollizione il cambiamento di stato interessa tutto il volume di liquido e avviene a temperatura costante (temperatura di ebollizione) La temperatura di ebollizione dipende dalla pressione
  • 57. 59 Il calore latente  Se una massa m di sostanza solida si trova alla temperatura di evaporazione Te, la quantità di calore Q necessaria per farla evaporare è direttamente proporzionale a m: λv, è il calore latente di evaporazione, nel SI si misura in J/kg La condensazione è il cambiamento di stato inverso della evaporazione, e avviene alla stessa temperatura, con cessione di calore da parte del liquido (il calore latente di condensazione è uguale a quello di evaporazione)
  • 58. 60 La propagazione del calore Fenomeni Termici 60
  • 59. 61 La propagazione del calore  All’interno di un solido il calore si propaga per conduzione  La conduzione del calore è dovuta alla trasmissione di vibrazioni tra atomi vicini all’interno del solido.  Si ha trasmissione di energia all’interno del solido, ma non si ha trasporto di materia
  • 60. 62 La propagazione del calore  All’interno di un fluido (liquido o gas) il calore si propaga soprattutto per convezione. Il fluido, scaldandosi, varia la sua densità: il fluido più caldo tende a salire, e quello più freddo scende a prendere il suo posto Si innescano delle correnti convettive che coinvolgono tutto il fluido: si ha trasmissione di energia nel fluido, e si ha anche trasporto di materia
  • 61. 63 La propagazione del calore  Legge di Fourier della conduzione  La quantità di calore che si propaga per conduzione in un tempo Δt attraverso una parete di area A e spessore d, ai due lati della quale è mantenuta una differenza di temperatura ΔT, è: k: coefficiente di conducibilità termica, caratteristico del materiale. Nel SI il coefficiente di conducibilità termica si misura in W/(m·K)
  • 62. 64 La propagazione del calore Le sostanze con un coefficiente di conducibilità termica elevato, per esempio i metalli, sono buoni conduttori di calore. Gli isolanti termici, per esempio i gas, o i materiali che inglobano aria nella loro struttura, hanno una bassa conducibilità termica
  • 63. 65 La propagazione del calore  Nella trasmissione per irraggiamento, il calore viene scambiato come radiazione elettromagnetica, che si propaga anche nel vuoto.  Tutti i corpi emettono radiazione elettromagnetica (visibile per i corpi più caldi, infrarossa per quelli più freddi).  La potenza irraggiata da un corpo di superficie A alla temperatura T (misurata in kelvin) è espressa dalla legge di Stefan-Boltzmann: La costante c dipende dal materiale che costituisce la superficie. Quando la radiazione elettromagnetica incide su un corpo, viene in parte riflessa e in parte assorbita, riscaldando il corpo stesso
  • 64. 66 Gas perfetti e gas reali Fenomeni Termici 66
  • 65. 67 L’equilibrio dei gas Un gas esercita una pressione sul recipiente che lo contiene Le molecole di gas si muovono disordinatamente, urtano le pareti del recipiente, esercitando così su di esse, nel complesso, una forza Fp Gas in un recipiente chiuso da un pistone mobile. Il pistone esercita una pressione a causa del suo peso. In condizione di equilibrio : La pressione del gas è:
  • 66. 68 L’equilibrio dei gas Lo stato di un gas in equilibrio è caratterizzato dai valori di quattro grandezze: pressione, volume, temperatura e quantità di gas Una trasformazione fa passare il gas da uno stato a un altro: modifica alcune o tutte le grandezze caratteristiche Trasformazione isotermica: a temperatura costante Trasformazione isobarica: a pressione costante Trasformazione isovolumica: a volume costante
  • 67. 69 L’equilibrio dei gas La quantità di gas viene espressa in termini di numero di moli Una mole di gas è una quantità di gas che contiene un numero di molecole pari al numero di Avogadro Legge di Avogadro Una mole di gas, nelle stesse condizioni di pressione e temperatura, occupa sempre lo stesso volume, qualunque sia il tipo di gas Alla pressione di 1 atm, e alla temperatura di 0 °C una mole di qualunque gas occupa un volume di 22,4 litri. La massa di una mole di gas è una caratteristica di ogni gas
  • 68. 70 L’equilibrio dei gas Legge di Boyle A temperatura costante, il volume che una certa massa di gas occupa è inversamente proporzionale alla pressione del gas Il valore della costante dipende dalle condizioni iniziali del gas. Indicando con 1 e 2 due stati di equilibrio del gas:
  • 69. 71 L’equilibrio dei gas Rappresentazione grafica della legge di Boyle, nel piano cartesiano pressione- volume (piano di Clapeyron)
  • 70. 72 Primo principio della termodinamica Fenomeni Termici 72
  • 71. 73 Sistema ed Esterno  Un SISTEMA può essere un qualsiasi oggetto scelto e isolato (mentalmente) dal resto, che diventa l’ESTERNO del sistema.  I sistemi considerati in termodinamica sono finiti e vengano trattati dal punto di vista macroscopico e non microscopico. Cioè non si tiene conto della struttura della materia, ma vengono considerate come variabili termodinamiche solo le caratteristiche globali del sistema, come la pressione e la temperatura (grandezze misurabili).  L’involucro immaginario che racchiude un sistema e lo separa dal suo esterno è chiamato CONTORNO del sistema:  ISOLA il sistema dal suo esterno  realizza una INTERAZIONE fra il sistema e l’esterno
  • 72. 74 Sistema ed Esterno  I sistemi possono essere:  SISTEMA ISOLATO non può scambiare né materia né energia con il suo esterno  SISTEMA NON ISOLATO:  Sistema aperto se scambia con l’esterno energia e materia  Sistema chiuso se scambia con l’esterno energia e non materia (la sua massa è costante)  Lo scambio di energia può avvenire sotto forma di calore o di lavoro.
  • 73. 75  Un sistema isolato non è influenzato dall’esterno. Tuttavia entro il sistema possono avvenire delle trasformazioni. Tali trasformazioni cessano dopo un certo periodo di tempo: si dice allora che il sistema ha raggiunto una condizione di equilibrio interno nel senso che non vi è nessuna ulteriore tendenza alla trasformazione.  Per un sistema chiuso può anche venire raggiunta una condizione statica finale tale che il sistema non solo risulti in equilibrio internamente, ma anche in equilibrio esterno con ciò che lo circonda.  Uno stato di equilibrio rappresenta una condizione semplice di un sistema ed è suscettibile di una precisa descrizione matematica poiché in tale stato il sistema presenta un insieme di proprietà di facile identificazione e riproducibilità. Stato
  • 74. 76 Stato  Lo STATO rappresenta la totalità delle proprietà macroscopiche associate al sistema. Certe proprietà possono essere misurate direttamente (temperatura, pressione); altre proprietà (energia interna) vengono determinate soltanto per via indiretta.  Un sistema all’equilibrio presenta un insieme di proprietà fissate che sono indipendenti dal tempo e che possono quindi venire misurate con precisione. Trasformazione Quando un sistema chiuso viene rimosso dall’equilibrio, esso subisce una trasformazione durante la quale le sue proprietà variano fino al raggiungimento di un nuovo stato di equilibrio.
  • 75. 77  Qualunque variazione di energia che un sistema subisca è riconducibile al lavoro o al calore che ne attraversano le pareti;  Il calore e il lavoro rappresentano le sole vie per influire sull’energia di un sistema chiuso; Legge di Conservazione dell’energia L’energia di un sistema isolato è costante Il Primo Principio
  • 76. 78 Primo Principio della Termodinamica Per un sistema chiuso (cioè di massa costante) il primo principio della termodinamica è espresso in forma matematica dalla relazione: dove: dU è la variazione di energia interna dq è il calore trasferito fra sistema e esterno dW è il lavoro trasferito fra sistema e esterno WqU
  • 79. 81 Si compie lavoro meccanico ogniqualvolta una forza sposta il suo punto di applicazione dove F è la componente della forza agente nella direzione dello spostamento dl. In forma differenziale : dove rappresenta una quantità di lavoro infinitesima. Lavoro e Calore dlFW dlFW W
  • 80. 82 Università degli Studi di Siena - C.d.L. in Fisica e Nuove Tecnologie - A.A. 2004-2005 Lavoro e Calore  Il lavoro fatto dalla pressione P di un fluido, che agisce su un pistone di area A e produce una variazione di volume dV è fornito dall’equazione  Sulla testa del pistone, di area A, che si sposta di dl entro il cilindro, viene esercitata una pressione P. Il volume del cilindro è V=AL e, poiché A è costante, .  Inoltre, la pressione P, per definizione, è la forza totale F che agisce sulla testa del pistone divisa per l’area A.  Pertanto P dl Vl dVPW dlAdV dVPAdl A F FdlW
  • 81. 83 Trasformazioni termodinamiche  Nel diagramma p, V:  un punto rappresenta uno stato del gas;  una linea rappresenta la trasformazione tra due stati;  l’area al di sotto della linea rappresenta il lavoro scambiato dal gas con l’esterno.
  • 82. 84 Trasformazioni termodinamiche  Trasformazione isobara  La pressione resta costante, mentre volume e temperatura variano in modo proporzionale  Trasformazione isocora  Il volume resta costante mentre pressione e temperatura variano in modo proporzionale: 1 2 1 2 V V T T 1 2 1 2 p p T T
  • 83. 85 Trasformazioni termodinamiche  Trasformazione isoterma  La temperatura resta costante, mentre pressione e volume variano in modo inversamente proporzionale (il loro prodotto resta costante).  Trasformazione adiabatica  Avviene in un ambiente termicamente isolante che impedisce ogni scambio di energia termica con l’esterno. 1 2 2 1 p p V V costantepV
  • 84. 86 Trasformazioni termodinamiche  Ciclo termodinamico  Trasformazione termodinamica in cui lo stato finale coincide con quello iniziale.  Rappresentato da una curva chiusa nel piano (V,P).  Il lavoro compiuto in un ciclo è pari all’area racchiusa dalla curva che lo rappresenta nel piano (V,P).