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Cultura della sicurezza.
Interesse e vantaggio nei reati colposi in materia di sicurezza.
D.Lgs. 231/01 e TU 81/08.
Il datore di lavoro nelle diverse forme societarie.
Comunicazione e Cultura della prevenzione.
I reati ambientali e il D.Lgs. 231/01.
1. Prevenzione in materia di
sicurezza e ambiente, controlli e
rapporti con l’Organismo di
Vigilanza
Avv. Giovanni Catellani
2. CULTURA DELLA
SICUREZZA
Uno spettro si aggira per le aziende e le
fabbriche: la tentazione di sottrarsi alla
normativa antinfortunistica e di
trascurare le misure per prevenire gli
infortuni
3. Cass. Pen. SU n. 26654/2008
Sezioni Unite della Corte di Cassazione nella sentenza n. 26654 del
2008, hanno affermato che il D.Lgs. n.231/2001 è
“l’epilogo di un lungo cammino volto a contrastare il
fenomeno della criminalità d’impresa, attraverso il
superamento del principio, insito nella tradizione giuridica
nazionale, societas delinquere non potest e nella
prospettiva di omogeneizzare la normativa interna a quella
internazionale di matrice prevalentemente anglosassone,
ispirata al c.d. pragmatismo giuridico”.
4. Il pragmatismo
Il pragmatismo può essere descritto come la
dottrina secondo cui tutti i problemi sono in
fondo problemi di condotta che non
prevedono nessuna valida distinzione tra il
teoretico e il pratico.
5. Il pragmatismo
Più che le definizioni, sono importanti le
azioni e gli esempi: in tal senso diventa
naturale e doveroso interpretare tutto il
sistema 231 in rapporto sia alla tutela della
sicurezza che alla tutela dell’ ambiente
come un insieme giuridicamente
caratterizzato da pratiche organizzative
all’interno degli enti e delle aziende.
6. Interesse e vantaggio nei reati
colposi in materia di sicurezza:
Trib. Cagliari 4 luglio 2011:
“se è ben difficilmente ipotizzabile che l’evento
possa rappresentare un interesse dell’ente o
portare ad esso un vantaggio economico (e tanto
meno non patrimoniale), è invece facilmente
prevedibile che la persona giuridica possa
adottare condotte tese a risparmiare sui costi,
talora notevoli, connessi alla sicurezza sul
lavoro”.
7. Interesse e vantaggio nei reati
colposi in materia di sicurezza:
Corte Assise, Trib. Torino, 15 aprile 2011
“.. Occorre, invece, che l’autore del reato abbia violato le
norme di sicurezza, e, in tal guisa, cagionato la morte o la
lesione, in quanto mosso, ad esempio, dalla necessità di
contenere i costi produttivi, o risparmiare sulle misure di
sicurezza, o accelerare i tempi o i ritmi di lavoro, o
aumentare la produttività, o ancora spinto da una politica
aziendale che omette investimenti in tema di sicurezza
nell’ambito di uno stabilimento destinato ad essere
dismesso e ciò malgrado non rinuncia a farvi lavorare gli
operai”.
8. L’oralità e le interviste dell’OdV
La combinazione tra documenti e interviste,
tra evidenze documentali e quanto
raccontato da chi organizza e gestisce
quotidianamente le attività aziendali a
rischio, permette di formulare l’analisi del
rischio più realistica possibile.
9. D.Lgs. 231/01 e TU 81/08
Il Principio di effettività:
quando si affronta il tema dell’organizzazione
aziendale con particolare riferimento alla
sicurezza sui luoghi di lavoro, non si può
prescindere dal trattare il principio di effettività.
10. Il Principio di effettività
Art. 299, D.Lgs. n. 81/2008 - Esercizio di fatto
di poteri direttivi
Le posizioni di garanzia relative ai soggetti di cui
all’art. 2, c. 1, lett. b) (datore di lavoro), d)
(dirigente) e e) (preposto), gravano altresì su
colui il quale, pur sprovvisto di regolare
investitura, eserciti in concreto i poteri giuridici
riferiti a ciascuno dei soggetti ivi definiti”.
11. Il Principio di effettività
Cass. pen. n. 468/1993
“per l’identificazione dei responsabili in materia di
prevenzione degli infortuni sul lavoro, soprattutto nelle
società ad organizzazione complessa, occorre far
riferimento alla ripartizione interna delle singole
competenze ed alla effettività delle funzioni esercitate. Ne
deriva che la responsabilità non può essere accollata in
maniera automatica agli amministratori o ai titolari
dell’impresa, ma deve essere riferita alle persone
concretamente preposte alla direzione dello specifico
settore”.
12. Il Datore di Lavoro
art. 2, lett. b) del T.U. n. 81/2008:
soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o,
comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto
dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la
propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione
stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri
decisionali e di spesa.
Il principio di effettività in materia prevenzionistica con la
conseguente distinzione tra datore di lavoro giuslavoristico
e uno o più datori di lavoro in senso prevenzionale
13. Il Datore di Lavoro
Cass. pen. n. 4106/2011
A questo proposito emblematica è la recente pronuncia
della Suprema Corte che afferma che, nel caso in cui
sussistano distinte unità produttive, il Direttore di
stabilimento o di una singola unità produttiva sarà
pertanto qualificabile come datore di lavoro ai fini della
sicurezza solo se gli saranno attribuiti poteri e
disponibilità finanziarie adeguate ad effettuare gli
adempimenti prescritti dalla legge e solo entro quei limiti,
mentre, per tutti gli altri adempimenti per i quali non
dispone dei mezzi e dei poteri per realizzarli, le eventuali
violazioni (e relative conseguenze) non saranno a lui
ascrivibili.
14. Il datore di lavoro nelle diverse
forme societarie
Nelle società cooperative:
Cass. pen. n. 31385/2010 “nelle Società Cooperative vige
il principio di identificazione del datore di lavoro nel
Presidente dell'impresa cooperativa, che, in quanto
rappresentante legale della stessa, assume il ruolo di
datore di lavoro e dunque la posizione di garanzia allo
stesso attribuita dalla legge, mentre i soci della
cooperativa sono equiparati ai lavoratori subordinati”
15. Secondo la giurisprudenza:
il datore di lavoro deve avere la cultura e la
forma mentis del garante del bene
costituzionalmente rilevante costituito
dall’integrità del lavoratore, e non deve
limitarsi ad informare i lavoratori sulle
norme antinfortunistiche previste, ma deve
attivarsi e controllare sino alla pedanteria,
che tali norme siano assimilate dai
lavoratori nella ordinaria prassi di lavoro.
16. Art. 16, D.Lgs. n. 81/2008 - Delega
di funzioni e sub delega
l’intento del legislatore non è quello di
deresponsabilizzare il datore di lavoro, ma al
contrario di responsabilizzarlo dal punto di vista
delle scelte organizzative, gestionali e di controllo
della Società.
deve rispettare i requisiti tassativamente indicati
dalla norma.
17. OBBLIGO DI VIGILANZA DEL
DELEGANTE
Cass. Pen. n. 10702/2012
In merito alla violazione dell’obbligo di vigilanza da parte del datore di
lavoro che ha delegato altro soggetto per gli aspetti operativi inerenti la
gestione della sicurezza, la Suprema Corte introduce il concetto di
“vigilanza alta” che “di certo non può identificarsi con un’azione di
vigilanza sulla concreta, minuta conformazione delle singole
lavorazioni che la legge affida, appunto, al garante. Se così non fosse,
l’istituto della delega si svuoterebbe di qualsiasi significato”.
18. Flussi informativi e vigilanza alta
Il datore di lavoro deve verificare con il
delegato se la situazione della sicurezza
del lavoro è sotto controllo e presidiata
costantemente.
Flussi sistematici (mail o verbali di
riunione semestrale) tra datore di lavoro e
delegato
19. Comunicazione e Cultura della
prevenzione
Le segnalazioni ed il sistema incentivante.
La partecipazione attiva di tutti i lavoratori e la consapevolezza
dell’importanza del contributo di tutti per migliorare la prevenzione:
- Albero delle idee: tutti i lavoratori suggeriscono miglioramenti nel
sistema di prevenzione e la migliore idea viene premiata. Questo
permette un confronto ed un lavoro in team teso al continuo
miglioramento.
- Green cross: il capolinea segna ogni giorno del mese gli infortuni, i
piccoli infortuni (malori o medicazioni) o l’assenza di infortuni.
Questo permette una comprensione immediata e semplice
dell’andamento degli infortuni.
20. Cultura della prevenzione
Comunicazione, informazione e formazione.
Scambio di esperienze e miglioramento del livello di attenzione
attraverso semplici messaggi quotidiani:
- Percorsi comunicativi (cd safety walk) da parte di un gruppo di
lavoratori per un coinvolgimento ed una sensibilizzazione diretta dei
colleghi nella gestione della sicurezza
- Investimenti nella comunicazione attraverso poster, adesivi, totem,
video realizzati direttamente dai lavoratori che riportano esempi e casi
concreti che vengono associati a nomi e volti di colleghi, permettendo
una maggiore incisività nella gestione della sicurezza.
21. I reati ambientali e il D.Lgs. 231/01
Nella attuale mancanza di decisioni in materia, si devono al
momento assumere le considerazioni svolte dalla
giurisprudenza in materia di reati colposi derivanti dalle
infrazioni della normativa antinfortunistica
“Se l’evento delittuoso infatti è il risultato della mancata
adozione di misure di prevenzione, spesso è agevole
sostenere che la mancata adozione di tali misure abbia
garantito un vantaggio alla società o all’ente, ad esempio
nella forma di un risparmio dei costi”.
(Trib. Trani, sez. Molfetta, 20 ottobre 2009)
22. Lo stesso può dirsi per molti reati ambientali di natura
contravvenzionale, per i quali sarà sufficiente applicare il
criterio interpretativo prima citato e verificare se l’azienda
ha messo in atto condotte di politica aziendale tendenti al
risparmio non adottando adeguati strumenti preventivi in
materia, ad esempio, di inquinamento o di smaltimento
rifiuti.
In tal caso non vi è dubbio che l’interesse che determina la
eventuale responsabilità da reato dell’azienda riguarda la
sua condotta, quale espressione di una precisa politica
aziendale.
I reati ambientali e il D.Lgs.
231/01
23. DELEGA AMBIENTALE
Requisiti:
deve attribuire poteri di gestione adeguati alle
responsabilità ed al ruolo ricoperto;
deve prevedere i poteri di spesa adeguati per poter
adempiere alle attività delegate;
deve essere scritta e deve essere precisa nel definire i
compiti ed i poteri del delegato;
il delegato deve avere adeguata competenza e formazione
in materia;
deve essere accettata.
24. FLUSSI INFORMATIVI NEI
CONFRONTI DELL’ODV
Oltre agli audit e alle interviste periodiche, l’OdV dovrà ricevere:
1) l’esito delle verifiche degli audit interni svolti in materia di
sicurezza e ambiente;
2) le segnalazioni di violazioni o anomalie delle procedure interne
aziendali o del Modello Organizzativo;
3) le modifiche all’organigramma;
4) le check list periodiche predisposte in materia di sicurezza e
ambiente.
25. Flussi informativi e OdV
L’OdV dovrà tener conto del principio di
effettività sia nell’ambito della sicurezza
del lavoro che in quello della tutela
ambientale
I flussi andranno richiesti a tutti i
soggetti responsabili: Datore di lavoro,
delegato, RSPP, Dirigenti, preposti
26. CHECK LIST PERIODICA PER IL
RSPP
Nel periodo di riferimento si sono verificati infortuni rilevanti ai sensi
del D.Lgs. 231/01? Se si, indicare le modalità e cause dell’infortunio
occorso.
Nel periodo di riferimento sono stati segnalati dei quasi infortuni?Se si,
specificare l’ambito a rischio e le conseguenti misure preventive
adottate.
Nel periodo di riferimento sono state effettuate ispezioni da parte di
ASL, ufficio del lavoro o altri organi della PA?Se si, specificare l’esito
di tali ispezioni.
27. CHECK LIST PERIODICA PER IL
RSPP
Nel periodo di riferimento sono intervenute modifiche
nell’organigramma dei soggetti responsabili in materia di sicurezza
riguardanti il Datore di Lavoro, il RSPP, le deleghe sulla sicurezza, i
preposti e altre figure? Se si, indicare quali.
Nel periodo di riferimento sono state introdotte modifiche al DVR o
cambiamenti significativi nei dispositivi di sicurezza collettiva o
individuale o in altre misure a tutela della sicurezza? Se si, indicare
quali.
Nel periodo di riferimento sono stati effettuati corsi di formazione sulla
sicurezza? Se si, indicare quali.
28. CHECK LIST PERIODICA PER IL
RSPP
Dalle verifiche effettuate come RSPP ha riscontrato delle violazioni o
dei comportamenti non conformi rispetto a quanto previsto a tutela
della sicurezza sul lavoro?Se si, indicare quali.
Come RSPP ritiene che vi siano degli aspetti relativi alla gestione
della sicurezza che possono essere oggetto di miglioramento?Se si,
indicare quali sono le aree a rischio e le azioni migliorative che
suggerisce.
29. CHECK LIST PERIODICA - PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Attività sensibili:
- Individuazione delle figure responsabili in materia di sicurezza
- Gestione budget di spesa in materia di sicurezza
Esistono disposizioni organizzative per l’individuazione della figura
datoriale che tengano conto della struttura organizzativa della società e
del settore di attività?
Esistono disposizioni organizzative relative alla designazione del
RSPP / degli ASPP e del Medico Competente che definiscano i
requisiti specifici coerentemente alle disposizioni di legge in materia;
che prevedano la tracciabilità delle verifiche svolte in ordine al
possesso dei requisiti specifici previsti dalla normativa in materia e che
prevedano la tracciabilità della formale accettazione dell’incarico da
parte dei predetti soggetti?
30. CHECK LIST PERIODICA PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Esiste una procedura che designa i lavoratori incaricati di attuare le
misure di emergenza, prevenzione incendi e primo soccorso?
Esiste un sistema di deleghe di funzioni che individua la figura di
dirigente e preposti?
I soggetti delegati sono dotati di autonomi ed effettivi poteri
decisionali e di spesa?
31. CHECK LIST PERIODICA PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Attivita’ sensibili:
- Individuazione, valutazione e gestione dei rischi
- Elaborazione del DVR
- Individuazione ed elaborazione delle procedure in materia di sicurezza
Esiste una procedura che regolamenta l’individuazione di ruoli,
responsabilità e modalità per lo svolgimento, approvazione ed
aggiornamento della Valutazione dei Rischi?
Il DVR viene redatto secondo le disposizioni di legge e contiene i
criteri adottati nel procedimento di valutazione, l’individuazione delle
misure di prevenzione e di protezione e dei DPI conseguenti alla
valutazione e la definizione delle attività di miglioramenti dei livelli di
sicurezza?
32. CHECK LIST PERIODICA PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Attivita’ sensibili:
- Programmazione riunioni periodiche
- Informazione, formazione e addestramento ai lavoratori sui rischi per
la sicurezza e misure di prevenzione adottate
Esiste un calendario che preveda riunioni periodiche tra tutte le figure
competenti in tema di sicurezza ed un’adeguata diffusione delle
risultanze all’interno della società?
Esiste una procedura che definisce:
- le modalità di erogazione della formazione di ciascun lavoratore;
- i criteri di erogazione della formazione di ciascun lavoratore;
- i contenuti e le modalità della formazione in dipendenza del ruolo
assunto all'interno della struttura organizzativa;
- i tempi di erogazione della formazione ai lavoratori sulla base delle
modalità e dei criteri definiti?
33. CHECK LIST PERIODICA PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Attivita’ sensibili:
- Criteri di scelta dei fornitori
- Gestione di appalti e subappalti
Esiste una procedura che definisce i criteri e le modalità di qualifica
dei fornitori?
Se sì, tale proceduta tiene conto dei risultati della verifica dei requisiti
tecnico-professionali degli appaltatori prevista ai sensi del d. lgs. 81/08
e della rispondenza di quanto eventualmente fornito con le specifiche
di acquisto e le migliori tecnologie disponibili in tema di tutela della
salute e della sicurezza?
34. CHECK LIST PERIODICA PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Nei contratti di somministrazione, di appalto e di subappalto vengono
inserite specifiche clausole contrattuali riguardanti i costi e la gestione
della sicurezza,contenenti sanzioni a carico dei terzi inadempienti
rispetto alla cautele in materia di sicurezza?
Esiste una procedura che indica i criteri e le modalità di selezione delle
ditte appaltatrici?
Se sì, tale procedura prevede dei controlli preventivi sull’esistenza
delle richieste capacità tecniche professionali a svolgere tale attività,
oltre al controllo preventivo dell’esistenza e del rispetto di tutte le
misure di sicurezza richieste?
35. CHECK LIST PERIODICA PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Sono individuati in maniera chiara e precisa i soggetti che devono
trasmettere alla ditta appaltatrice, o alle altre eventuali ditte
subappaltatrici, le informazioni sui rischi inerenti lo svolgimento
dell’attività appaltata?
Sono previsti dei controlli preventivi sull’esistenza dei presidi
antinfortunistici e sul loro corretto uso negli impianti aziendali di terzi,
i cui i dipendenti possono essere chiamati a svolgere un’attività?
36. CHECK LIST PERIODICA PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Attivita’ sensibili:
- Gestione di controlli e verifiche
- Programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il
miglioramento e l’aggiornamento delle misure di sicurezza di
sicurezza
Sono individuati in maniera chiara e precisa i ruoli e le responsabilità
in merito alla rilevazione e registrazione interna degli infortuni, degli
incidenti e mancati incidenti?
Sono individuati in maniera chiara e precisa i soggetti e le modalità di
monitoraggio in merito a dati riguardanti alla sorveglianza sanitaria?
37. CHECK LIST PERIODICA PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Sono individuati in maniera chiara e precisa i soggetti autorizzati a
gestire e monitorare i contenziosi relativi ad infortuni occorsi sui
luoghi di lavoro?
Esiste una procedura che programma ed individua le modalità di
esecuzione e registrazione di audit interni?
Sono individuati in maniera chiara e precisa i soggetti adibiti a
svolgere le attività di audit interni?
Esiste una procedura che regolamenta l’individuazione di eventuali
azioni correttive e le modalità di applicazione?
38. CHECK LIST PERIODICA PRINCIPI
GENERALI IN MATERIA DI SICUREZZA
Sono individuati in maniera chiara e precisa i soggetti adibiti a
verificare l’attuazione e l’efficacia delle suddette azioni correttive?
Esiste una procedura che regolamenta i flussi informativi e di reporting
dei risultati degli audit interni con la società e l’Organismo di
Vigilanza?
39. CHECK LIST PERIODICA
AMBIENTALE
Sui principi generali di comportamento.
Sono individuati, a seconda degli ambiti di competenza, i soggetti
incaricati di richiedere le necessarie autorizzazioni alle autorità
competenti?
Sono individuati, a seconda degli ambiti di competenza, i soggetti tenuti a
verificare il rispetto di quanto previsto dalle autorizzazioni?
Sono individuati i soggetti tenuti a verificare che le autorizzazioni vengano
rinnovate nei termini previsti?
E’ previsto uno scadenziario per garantire il rinnovo delle autorizzazioni
nei termini previsti?
Vengono rispettate la normativa, nazionale e quella comunitaria, in
materia ambientale?
40. CHECK LIST PERIODICA
AMBIENTALE
Sui principi specifici di comportamento.
Per quanto riguarda gli scarichi:
Ogni scarico di acque reflue industriali é effettuato con la dovuta
autorizzazione?
Nel caso in cui la proprietà immobiliare dove si effettuano gli scarichi sia di
proprietà di terzi, si verifica contrattualmente la presenza delle
autorizzazioni?
Ogni scarico viene effettuato rispettando le prescrizioni dell’Autorità
competente o quanto previsto dalla specifica autorizzazione?
Nel caso in cui la autorizzazione sia sospesa o revocata lo scarico viene
immediatamente interrotto?
Nel caso di scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose
esiste una apposita tabella, visibile presso la sede aziendale ove si gestiscono
l’autorizzazione e lo scarico, l’indicazione delle sostanze e dei relativi valori
limite di legge da non superare?
Nel caso di scarico di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose
si verifica periodicamente il rispetto dei limiti previsti dalla legge?
41. CHECK LIST PERIODICA
AMBIENTALE
Si effettuano scarichi sul suolo, negli strati superficiali del
sottosuolo,nel sottosuolo, nelle acque sotterranee senza
autorizzazione o in modo comunque illegittimo?
In caso di superamento dei limiti previsti, esiste una procedura di
segnalazione alle autorità amministrative competenti e una procedura
per la bonifica?
Sono state effettuate ispezioni rispetto da parte di pubblici funzionari
aventi ad oggetto la gestione degli scarichi idrici?
Sono state individuate violazioni o mancanze in tale ambito? Se sì,
indicare cosa è stato fatto al riguardo per colmare la lacuna o la
violazione.
42. CHECK LIST PERIODICA
AMBIENTALE
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti:
E’ individuato il soggetto incaricato della verifica della corretta gestione dei
rifiuti sia in sede che nei cantieri e negli impianti?
E’ individuato il soggetto incaricato di verificare la corretta compilazione e
l’invio del MUD (Modello Unico Dichiarazione Ambientale), laddove previsto,
nei termini di legge?
Nel caso in cui l’attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento di rifiuti
venga svolta da società terze, si verifica contrattualmente che questi soggetti
siano in possesso delle necessarie autorizzazioni, iscrizioni o comunicazioni e che
rispettino le prescrizioni ivi contenute?
E’ individuato il soggetto incaricato ad archiviare le autorizzazioni, la
documentazione ed i controlli svolti sugli operatori di trasporto e smaltimento dei
rifiuti, le copie dei formulari ricevuti ed in caso di esportazione la
documentazione internazionale prevista?
Nel caso in cui si cagioni un inquinamento, esiste una procedura per la bonifica?
43. CHECK LIST PERIODICA
AMBIENTALE
Nell’ipotesi in cui si debba procedere ad una bonifica conseguente ad un
inquinamento, è individuato il soggetto tenuto a verificare la conformità al
progetto approvato dall’autorità competente?
Sono state effettuate ispezioni rispetto da parte di pubblici funzionari aventi ad
oggetto la gestione dei rifiuti?
Sono state individuate violazioni o mancanze in tale ambito? Se sì, indicare cosa
è stato fatto al riguardo per colmare la lacuna o la violazione.
I rifiuti vengono smaltiti nel rispetto dell’ambiente e della legge?
I rifiuti vengono smaltiti secondo le prescrizioni degli Enti Locali competenti?
Vengono abbandonati o depositati in maniera incontrollata dei rifiuti?
Laddove necessario, si verificano le indicazioni sulla natura, sulla composizione
e sulle caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti in entrata?
Vengono rispettati gli obblighi nell’ambito del sistema di controllo della
tracciabilità dei rifiuti (SISTRI)?
44. CHECK LIST PERIODICA
AMBIENTALE
Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera e a tutela dell’ozono:
E’ individuato il soggetto incaricato della verifica degli impianti che producono
emissioni e del possesso delle relative autorizzazioni?
Nel caso in cui l’autorizzazione venga sospesa o revocata, le emissioni vengono
immediatamente interrotte?
E’ individuato il soggetto incaricato di verificare che l’impianto sia conforme
alle normative vigenti?
E’ individuato il soggetto incaricato di verificare che l’impianto sia sottoposto a
regolare manutenzione?
E’ previsto uno scadenziario delle verifiche periodiche che devono essere
effettuate sui valori di emissioni, secondo quanto previsto dalla legge,
dall’autorizzazione o dalle autorità competenti?
E’ individuato il soggetto tenuto a verificare che i controlli sui valori di
emissioni, di cui al punto precedente, vengano svolti con la cadenza prevista
dalla legge, dall’autorizzazione o dalle autorità competenti?
45. CHECK LIST PERIODICA
AMBIENTALE
E’ stato superato il limite dei valori per le emissioni in atmosfera fissati dalla
legge o dalle singole autorizzazioni o dalle autorità competenti?
Eventuali emissioni in atmosfera hanno superato i valori di qualità dell’aria
fissati dalla legge, dalle singole autorizzazioni o dalle autorità competenti?
Gli impianti contenenti sostanze ozono lesive rispettano le indicazioni di legge?
E’ individuato il soggetto incaricato di verificare che eventuali sostanze ozono
lesive, presenti anche negli impianti, vengano utilizzate nei limiti previsti dalla
legge e dai regolamenti CE?
Sono state effettuate ispezioni rispetto da parte di pubblici funzionari aventi ad
oggetto la gestione delle emissioni?Sono state individuate violazioni o
mancanze in tale ambito? Se sì, indicare cosa è stato fatto al riguardo per
colmare la lacuna o la violazione.
46. Check list e audit
Nella gestione dei flussi informativi-
check list e interviste- deve avere un
ruolo fondamentale la funzione di
Internal Audit che deve collaborare con
l’OdV
47. Flussi tra OdV e Collegio
sindacale
Riunione annuale;
Comunicazione modifica struttura
organizzativa aziendale;
Verifica comune dopo accertamento di
comportamenti distonici rispetto MOG
231
48. Rapporti tra OdV e Collegio
Diverse funzioni, nessun rapporto di
specialità tra art.2403 c.c. e
D.Lgs.231/01
Il Collegio non vigila sull’OdV, ma
controlla che la governance aziendale
abbia assunto il sistema 231 in modo
adeguato
49. OdV e Revisori
Riunioni annuali
Segnalazioni di distonie negli ambiti di
competenza