1. Storia della Chiesa Antica
La vita dei primi cristiani: la lotta contro
l’idololatria
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Jeronimo Leal
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Pontificia Universita della Santa Croce
Firenze 2008
2. Contenuto
Contesto
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J.G. Davies, La vie quotidienne des premiers chretiens (titolo
originale Daily life in the Early Church), Neuchatel-Paris 1956,
p. 233.
(...) ogni ricerca storica sulla Chiesa si deve collegare in
qualche maniera all’ambiente sociale dei suoi membri (...)
implica, questa storia, tutta la vita quotidiana dei cristiani, non
soltanto le loro devozioni pubbliche e private, ma anche i lavori
e persino gli intrattenimenti.
3. I primi cristiani
L’espressione Primi Cristiani
Atti degli Apostoli: cristiani.
S. Ignazio (†117): seconda volta. (Plinio e Tacito)
Sozomeno (†448): i primi a Betelia di Gaza.
S. Agostino (Sermo 43,6): Propterea primis christianis
loquens Apostolus Paulus ait: uidete uocationem uestram,
fratres...
4. Lavoro
I lavori vietati ai cristiani
Potevano i cristiani svolgere qualsiasi professione o c’era
qualche lavoro che non era permesso loro?
Tertulliano Apologeticum 37,4: Hesterni sumus et uestra
omnia impleuimus: urbes, insulas, castella, municipia,
conciliabula, castra ipsa, tribus, decurias, palatium,
senatum, forum: sola vobis reliquimus templa.
Apologeticum 42,2: Itaque non sine foro, non sine macello,
non sine balneis, tabernis, officinis, stabulis, nundinis
uestris ceterisque commerciis cohabitamus hoc saeculum.
Nauigamus et nos uobiscum et uobiscum militamus et
rusticamur et mercamur; proinde miscemus artes, operas
nostras publicamus usui uestro.
5. Lavori
I lavori vietati ai cristiani
Tutte le professioni erano permesse, tranne quelle che
erano legate in qualche maniera all’idolatria: Il caso di
Diana di Efeso e di Claudia la vestale.
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Come e logico anche le professioni immorali erano vietate.
6. Lavori
Alcune professioni
I Filosofi:
Grande prestigio: Cicerone si rifa alle buone abitudini
(Stoicismo) e i filosofi sono imitati anche dai cristiani.
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Vita semplice, itineranti, maestri: amore per la verita.
(Opposizione al oratore).
Giustino: percorse diverse scuole filosofiche.
Tertulliano Pal. I: Pallii extrinsecus habitus et ipse
quadrangulus ab utroque laterum regestus et ceruicibus
circumstrictus in fibulae morsu, humeris acquiescebat.
Pal. VI: Gaude pallium et exsulta! Melior iam te
philosophia dignata est ex quo christianum uestire coepisti.
7. Lavori
I Militari e i banchieri
Clemente di Alessandria, Protreptico X, 100: la fede ti ha
sorpreso nell’esercito? Ascolta il generale che ti ordina
cose giuste.
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Tertulliano ritiene che il cristiano non puo servire
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l’imperatore nell’esercito, perche sarebbe come servire
due signori.
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Non c’e contraddizione: Tertulliano pensa al cristiano che
vuole entrare nell’esercito, Clemente, invece, al militare
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che si e convertito.
Clemente di Alessandria, Stromata I, 28, 177: Banchieri,
siate onesti!
Questo mostra che di fatto alcuni erano banchieri.
8. Lavori
Lettera a Diogneto V,1,4
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I cristiani non si distinguono dagli altri uomini ne per il paese,
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ne per la lingua, ne per il vestito. Non abitano in citta fatte per
loro, non si servono di nessun dialetto straordinario, il loro
regime di vita non ha niente di particolare. Sono disseminati
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per le citta greche e barbare, secondo le ha toccato nella vita a
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ognuno. Si adattano alle abitudini locali per cio che riguarda la
forma di vestire, gli alimenti e lo stile di vita, e nello stesso
tempo vivono secondo leggi straordinarie e paradossali.
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Societa
Vita comunitaria
Si articolava in due aspetti diversi:
Le riunioni nelle case.
La vicendevole assistenza sociale.
Riassunto negli Atti degli Apostoli, 2, 44-46: Tutti i credenti
stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune. Vendevano
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le proprieta e i beni e li distribuivano tra tutti, secondo le
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necessita di ognuno. Ogni giorno frequentavano il tempio con
uno stesso spirito, spezzavano il pane a casa e mangiavano
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insieme con gioia e semplicita di cuore...
10. `
Societa
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La poverta
Non significava assenza di proprieta.`
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La proprieta privata esisteva, ma tutto si metteva a
disposizione dei fratelli.
La propria casa, s’impiegava per la celebrazione
dell’Eucaristia o dell’agape, e per ospitare i forestieri. (Non
usavano gli alberghi che godevano di pessima
reputazione.)
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L’ospitalita era un obbligo, c’era la tessera.
Non si deve ospitare nessuno a lungo (Didache).
Generalmente si richiedeva una lettera di presentazione o
un’altro simbolo.
12. `
Societa
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La poverta
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La carita dirigge tutto (guardate come si amano).
La vendita di beni era un fatto volontario e spontaneo.
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Onesta: i primi cristiani erano scrupolosi nei pesi e misure.
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C’era anche un ampio spazio per la generosita.
Nell’ anno 253, si raccolsero a Cartagine 100.000 sesterzi,
per inviare a Numidia.
Nell’ anno 303 troviamo un elenco di donazioni fatte a
Cirta: 82 tuniche da donna, 38 veli, 16 tuniche di uomo, 13
paia di scarpe da uomo e 47 da donna. (Cf. Ottato di
Milevi, Contra Parmenianum Donatistam. )
13. Panisperna
Pranzo di carita `
Anticamente, lungo una delle vie di Roma si trovava un ente
caritatevole che offriva ai poveri un pasto a base di pane e
prosciutto (in latino panis et pernis), donde il suo nome attuale:
via Panisperna.
14. Spettacoli
Giorni di riposo
Ufficiale assenza del ritmo settimanale.
Gli spettacoli pubblici erano vietati ai cristiani?
Stadio, teatro, anfiteatro.
15. Feste
Ludi
i ludi Romani si celebravano in settembre, in onore di
Giove Ottimo Massimo;
i ludi plebei avevano luogo in novembre, pure in onore di
Giove;
i ludi Apollinares si svolgevano in luglio per
commemorarne un oracolo;
i ludi Megalenses, in onore della Magna Mater (aprile);
i ludi Florales, in onore di Flora (mimi) dal 28 aprile al 3
maggio.
16. Feste
Ludi
A Roma c’erano, in media, almeno 11 o 17 giorni di
spettacolo all’anno nelle occasioni ordinarie.
Occasioni straordinarie: ludi votivi, per circostanze
particolari dello stato; ludi funebres, per celebrare la morte
di qualche cittadino; ludi triumphales, per celebrare un
trionfo militare.
La instauratio: quando la celebrazione era viziata da
qualche infausto imprevisto, o non riusciva particolarmente
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bene, era valutata la facolta di ripetere la festa, con tutti gli
annessi e connessi.
In occasione di celebrazioni religiose anche non ufficiali, si
davano rappresentazioni in tutto il corso dell’anno, anche
al di fuori delle scadenze previste dai vari ludi.
30. Arte
Iconologia cristiana
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Una caratteristica dei primi cristiani e l’impiego dei simboli.
A. Quacquarelli, Retorica Patristica e sue istituzioni
interdisciplinari, Roma 1995.
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Per i primi cristiani il simbolo e parte integrante della loro
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concezione della realta. Il simbolo rappresenta questa
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realta ed e, alla volta, la sua interpretazione.
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Il pesce e il cristiano. Il primo pesce e Cristo, perche´
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ΙΧΘΥΣ e acronimo di Gesu Figlio di Dio Salvatore ( Ιησο
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Χριστ Θεο Υιο Σωτ ρ), ed e simbolo dei battezzati.
39. Immagini classiche
Riutilizzazione di immagini
Orfeo citaredo: Davide – Cristo (Logos capace di
adormentare le bestie).
Endimione: Giona e la pergola. Endimione, innamorato
della luna (Selene) dormiva eternamente.
Eracle e le esperidi: Adamo ed Eva. (Le esperidi hanno un
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giardino con il pomo d’oro, solo Eracle e capace di
prendere i frutti.)
Hermes, messaggero degli dei: Mose.
Eracle: Sansone e il leone.