1. La catena di assicurazione CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI”
2. Caratteristiche generali CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” Nello scialpinismo: le sollecitazioni della catena di assicurazione sono generalmente modeste la sicurezza della cordata dipende essenzialmente da regole di comportamento, precauzioni, e dalla prontezza di reazione dei componenti In arrampicata: le sollecitazioni della catena e di chi vi è assicurato possono essere molto forti la sicurezza è legata anche a: materiali, ancoraggi, tecniche di assicurazione È costituita da tutti quegli elementi – imbrago, corda, moschettoni, fettucce, cordini, ancoraggi – che concorrono alla sicurezza della cordata in caso di caduta.
3. La cordata nello scialpinismo CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI”
4. Regole d’oro su ghiacciaio CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” Occhi attenti alla presenza di crepacci, spesso ricoperti di neve (riconoscibili da rigonfiamenti, avvallamenti, striscie di neve candida, sottili spaccature ) Direzione di marcia perpendicolare a quella dei crepacci Si segue la via più sicura, anche se tortuosa Si distribuisce il proprio peso su un’ampia superficie: - MAI rimanere coi soli scarponi ! Neanche per togliersi le pelli! - s i mantengono distanze di sicurezza Si adottano, se necessario, tecniche di assicurazione e autoassicurazione veloce
5. In salita… CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” Ci si lega sempre ! Si tiene la corda tesa La corda va impugnata con palmo verso il basso e pollice verso di sé La piccozza va tenuta fra schiena e spallaccio Appesi all’imbrago si portano moschettoni, cordini e un paio di chiodi da ghiaccio Si procede in modo affiatato e coordinato Il più esperto dei componenti procede generalmente per primo L’ultimo di cordata porta nello zaino 5-10 m di corda eccedente
6. In discesa… CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” Non ci si lega quasi mai perché: - è estremamente difficile trattenere una caduta - occorrono notevoli capacità di coordinazione ed affiatamento Ci si lega in casi eccezionali, come ad es. in presenza di: - seraccate - scarsa visibilità e/o ghiacciaio sconosciuto - neve fresca abbondante Quando non legati si procede: - indossando l’imbrago, - la corda nello zaino dell’ultimo del gruppo - il più esperto davanti, gli altri nella sua traccia - evitando frenate o virate brusche
7. La caduta in arrampicata CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” a corda BLOCCATA L 0 H L A B C L 0 = lunghezza corda indeformata; H = caduta libera L = allungamento corda; F a = forza di arresto F a rinvio v A: inizia la caduta B: è l’istante in cui la velocità è massima e la corda ancora indeformata C: è l’istante di arresto, in cui si ha il massimo allungamento e la massima tensione della corda A-B: B-C: Trasformazione dell’energia durante la caduta: Allungamento della corda: con Forza d’arresto esercitata dalla corda: con fattore di caduta
8. Esempi CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” Quando la corda può bloccarsi ? Spuntone di roccia Ferrata Il fattore di caduta può superare 2 !!! F a F a F a F a < F a = F a
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10. L’azione del freno CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” L’energia non viene più assorbita interamente dalla corda ma viene dissipata per effetto dell’attrito tra corda e freno al prezzo di un certo scorrimento tra le due parti (volo più lungo). Come funziona ? Da moltiplicatore di forze Regola d’oro: F m = 15-30 daN, a seconda di chi fa sicura
11. I freni CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” L’efficacia dei freni Tranne il mezzo barcaiolo, max. FMF con rami a 180° necessità di rinviare il prima possibile con otto, tuber, sticht !! Max. F a con mezzo-barcaiolo: fino a 360 daN rispetto agli altri freni sollecita di più la catena di assicurazione ma consente minore scorrimento della corda. Si possono ottenere medesime azioni frenanti con mano “ferma” e freno poco efficace o con mano “morbida” e freno più efficace. L’azione frenante dipende anche dalla tecnica di assicurazione.
12. L’effetto dell’ultimo rinvio CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” Nel caso ideale in cui non vi sia attrito tra corda e rinvio (carrucola), il rinvio subisce una forza doppia della tensione della corda, che è uguale sui due rami. Carico di rottura dei rinvii > 2200 daN ! In presenza di attrito la tensione a valle del rinvio è più bassa di quella a monte, e la forza sull’ultimo rinvio corrispondentemente diminuita
13. L’effetto di più rinvii CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” La presenza di più rinvii aumenta l’effetto dell’attrito nella catena di assicurazione, e rende l’azione del freno più efficace. CASO A: la corda riesce a scorrere sui rinvii: l’energia viene dissipata per attrito nei rinvii e nel freno, e in minima parte assorbita dalla deformazione della corda. CASO B: la corda fa angoli vivi e si blocca: si ricade nel caso di corda bloccata, l’energia viene dissipata per attrito nei rinvii più alti e assorbita dalla deformazione della corda. Il freno non interviene !!!
14. La corda ( dinamica ) CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” E’ una corda “elastica” E’ formata da una calza esterna intrecciata (per protezione) e da un’anima in nylon (per assorbire la forza di arresto) Ne esistono 3 tipi: Corda singola (arrampicata sportiva) Ø > 9,5mm, resistente, durevole, usata da sola Mezza corda (alpinismo) Ø tra 8 e 9 mm, maneggevole e leggera, usata in coppia in arrampicata, singola su ghiacciaio (pochi attriti e basso fattore di caduta). Corde gemelle (alpinismo) Ø < 8 mm, leggerissime, basso fattore di caduta, usate in parallelo. Nodo all’imbrago sulle 2 corde assieme. trefoli stoppini
15. Le specifiche delle corde CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” Fissate da normative UIAA e CEN Lunghezze tipiche: 50-60 m Forza di arresto massimale e n° di cadute supportate Massimo allungamento percentuale
16. Cordini, fettucce, moschettoni e rinvii CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” Cordini in nylon: carico di rottura F [daN] = d 2 f , con f = Ø in mm, f = 20 daN/mm 2 Esempio: d = 8 mm F = 64 · 20 daN = 1280 daN Cordini in kevlar/dyneema: F > 1900 daN Fettucce: 500 daN per ogni filo spia Fettucce cucite ad anello: F > 2200 daN Rinvii: F > 2200 daN Moschettoni normali (con leva chiusa): F > 2200 daN Sono elementi STATICI della catena di assicurazione e come tali caratterizzati da specifiche di carico di rottura e non di forza di arresto
17. Effetti di nodo e di spigolo CAI Milano – Scuola di Scialpinismo “MARIO RIGHINI” I NODI indeboliscono la tenuta di cordini/fettucce di un fattore F nodo ~ 0.5 Gli ANELLI di cordino/fettuccia chiusi da nodo hanno carico di rottura pari a quello del ramo più debole (con nodo) moltiplicato per il numero n di rami. Gli SPIGOLI vivi riducono la resistenza di un fattore variabile da 0.25 a 0.5 a seconda dello spigolo e del cordino/fettuccia utilizzati. Regola pratica: meglio usare cordino di Ø piccolo con più rami che non cordino di Ø maggiore (o fettuccia) con due rami soltanto. Esempio: un anello semplice di cordino di nylon con d = 7 mm ha carico di rottura R R = d 2 f F nodo n = 980 daN NOTA: cordini di dyneema vanno chiusi con nodo a contrasto TRIPLO per via della scorrevolezza del materiale