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La filiera dei cereali bio
Settore di punta del biologico
italiano ed emblema del “Made in
Italy” per eccellenza, il grano duro
prodotto con metodo bio vive un
momento di gloria
e di grandi potenzialità economiche
che rischiano di rimanere
inespresse a causa di una
disorganizzazione della filiera.
Come eliminare le debolezze
del sistema?
di Alba Pietromarchi
FIRAB
e Lorenzo Vinci
Comitato esecutivo
Federale AIAB
Il cerealicolo è il settore principe per la produzione
biologica del nostro Paese: farine, pane e pasta
sono da sempre l’emblema del Made in Italy.
La produzione del grano duro biologico, di cui
l’Italia è leader mondiale, ha necessità di una
pianificazione dell’avvicendamento delle colture
molto complessa: da una parte vanno tenute in
conto le esigenze di operare una corretta con-
servazione ambientale, nonché l’ottimizzazione
dell’intero agro-ecosistema aziendale, e dall’al-
tra, le esigenze delle industrie di trasformazione
che richiedono prodotti (semole) adatti al pro-
cesso di pastificazione industriale.
Nel nostro Paese la coltivazione dei cereali bio
interessa oltre 474 mila ettari (comprensivi delle
culture di riso, legumi, patate, semi di girasole e
foraggere) sulla base dei dati SINAB al 1° gen-
naio 2012, pari al 44% della superficie agricola
utilizzata in agricoltura biologica.
Sono le regioni meridionali a presentare le mag-
giori produzioni agricole biologiche, grazie alla
grande “vocazionalità” dei terreni e del clima.
Tale successo produttivo risente delle criticità
legate al sistema distributivo, che non sempre è
efficace per la commercializzazione e di qualche
paradosso logistico: la produzione di grano duro
biologico è maggiormente localizzata in Sicilia,
mentre quella della pasta più nel Nord-Est.
Sicilia, Puglia e Calabria sono tra i territori con
maggiore presenza di aziende agricole biologi-
che, confermando il primato di queste regioni in
termini di produzione. Per il numero di aziende
di trasformazione impegnate nel settore, la lea-
dership spetta all’Emilia-Romagna, seguita a
stretto giro da Veneto e Lombardia: oltre un terzo
delle imprese di trasformazione si trova in queste
regioni.
Le tendenze del mercato
Dal mese di dicembre 2011 a tutto aprile 2012,
sulla base dell’analisi delle quotazioni rilevate
dalla Borsa Merci di Bologna, i prezzi all’ingrosso
dei cereali e delle oleaginose biologiche hanno
registrato un andamento al rialzo. Questo au-
mento è dato dai costi di stoccaggio dei prodotti
stessi ma anche dalla carenza di prodotto ita-
liano (soprattutto per mais, soia e grano duro),
laddove la produzione nazionale, sia molitoria -
per la produzione di pane e pasta - che per la
produzione mangimistica, è assolutamente in-
feriore alle richieste del settore della trasforma-
zione. A maggio, invece, il mercato cerealicolo
è rimasto fermo forse in attesa del nuovo rac-
colto (tabella A; figura 1).
peciale Filiere Bioprimopianos
28numero 135-136 settembre/dicembre 2012
Diversamente non sembra si sia arrestata la
corsa della soia che ha raggiunto i 641 euro/ton-
nellata a maggio 2012. Per la soia, peraltro, gli
aumenti dei prezzi sembrano difficilmente argi-
nabili anche nei prossimi anni, a fronte del fatto
che, a differenza dei cereali, la coltivazione di
questo legume si adatta ad areali limitati e, so-
prattutto, quella bio comporta dei costi per la
gestione delle erbe infestanti non facilmente
compatibili con i prezzi correnti (determinati dalle
derrate di importazione).
Si dovrebbe, perciò, pensare a una sostituzione
anche parziale della soia nelle formulazioni man-
gimistiche e nei prodotti a basso valore aggiunto,
con altre leguminose meno esigenti (pisello pro-
teico, favino bianco, lupino dolce francese), de-
dicando la “preziosa soia” alla trasformazione a
uso alimentare umano.
La volatilità che ha caratterizzato il mercato ce-
realicolo, anche quello nazionale biologico, nella
prima metà dell’anno, è stata influenzata - oltre
che dai futures (i contratti finanziari “derivati”
che impegnano gli operatori a comprare o a ven-
dere un’attività a un prezzo prefissato a una data
futura - spesso usati in modo speculativo) dalla
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Tabella A: Prezzi medi all’ingrosso di cereali e oleaginose da produzione biologica nazionale,
da dicembre 2011 a maggio 2012 (in euro/tonnellate)*
Produzione Bio 2012 dic. 2011 gen. 2012 feb. 2012 mar. 2012 apr. 2012 mag. 2012
Frumento Tenero 1 283,00 295,00 303,00 320,20 331,00 331,00
Frumento Duro 2 359,00 363,00 362,00 374,40 385,00 385,00
Orzo 1 273,20 289,00 297,50 302,80 312,00 -
Granturco 1 262,70 283,50 297,25 319,30 321,50 329,50
Farro 2 291,20 295,00 301,50 311,60 319,00 323,00
Favino nazionale 1 288,80 301,00 309,25 - - -
Seme di soia 1 494,00 528,00 568,25 620,00 634,50 641,00
*Agricoltura biologica di produzione nazionale 2011; (1) rinfusa partenza; (2) rinfusa arrivo.
Fonte: elaborazione FIRAB su dati C.C.I.A.A. di Bologna
Figura 1: Andamento dei prezzi medi (€/t) di alcuni prodotti biologici
da produzione nazionale* (dic. 2011 - mag. 2012)
*Agricoltura biologica di produzione nazionale 2012; (1) rinfusa partenza; (2) rinfusa arrivo.
Fonte: elaborazione FIRAB su dati C.C.I.A.A. di Bologna
Prezzi medi
€/tonn.
dic 2011 feb 2012gen 2012 mar 2012 apr 2012 mag 2012
Frumento Tenero1
Frumento Duro2
Orzo1
Granoturco1
Farro2
Seme di soia1200,00
300,00
400,00
500,00
600,00
700,00
borsa di Chicago, dove si negoziano i contratti
sui cereali - anche da una situazione di incer-
tezza sull’entità dei nuovi raccolti mondiali.
Con l’arrivo del nuovo raccolto, a luglio, lo sce-
nario è sembrato essere più tranquillizzante, con
la sola incognita della soia (tabella B): a fronte
di un’offerta anche superiore alle aspettative, i
prezzi si sono calmierati, pur restando vulnerabili
ai rischi del mercato.
Ad ogni modo, le crisi di mercato e altri aspetti
economico-commerciali, tecnologici e di soste-
nibilità hanno fatto emergere fondate preoccu-
pazioni circa l’agricoltura convenzionale.
La FAO, peraltro, ha indicato che l’agricoltura di
tipo intensivo non farebbe altro che danneggiare
i terreni e l’ambiente circostante, oltre che la sa-
lute umana e animale, a causa dell’impiego di
pesticidi e fertilizzanti chimici. Per questo sot-
tolinea l’importanza di trasformare le abitudini
alimentari del mondo occidentale verso una dieta
sostenibile, al fine di garantire un maggior ri-
spetto per l’ambiente, un miglioramento delle
nostre condizioni di salute e una più equa distri-
buzione delle risorse alimentari.
Di conseguenza, l’attenzione verso l’agricoltura
biologica, maggiormente sostenibile a livello am-
bientale e socio-economico, non può che far
bene al mercato. Una gestione economica so-
stenibile e uno stile nutrizionale che usi alimenti
prodotti secondo il metodo biologico sembre-
rebbero essere, a detta degli esperti, la strada
giusta da intraprendere per supportare l’alimen-
tazione mondiale. Una tesi sostenuta dal fatto
che gli acquirenti bio si nutrono in modo più so-
stenibile e rispettoso delle risorse.
Le prospettive
Con oltre 48 mila operatori impegnati nella pro-
duzione biologica per oltre un milione di ettari di
terreno coltivato e un giro d’affari di 3 miliardi di
euro, l’Italia si conferma tra i Paesi leader del
settore biologico (al sesto posto nella graduato-
ria mondiale per quanto riguarda le vendite in
valore) e in particolare a livello europeo (si colloca
al quarto posto dopo Germania, Francia e Regno
Unito).
Anche sul fronte del consumo interno, nel 2011
e nella prima metà del 2012, gli acquisti di bio-
logico confezionato hanno continuato la loro
ascesa, con un +9% circa in valore nel 2011 e
un +6,1% nel primo semestre 2012, secondo i
dati ISMEA.
Si è registrato un discreto rialzo per pasta, riso
e sostituti del pane (+9%) nella prima metà del-
l’anno che, in un contesto economico in cui le
imprese devono confrontarsi con la volatilità dei
mercati finanziari, sembra favorire le aziende
biologiche rispetto ai loro competitor del con-
venzionale.
Peraltro, l’andamento positivo - che ha interes-
sato le diverse tipologie di pasta bio Made in
Italy, prodotte recuperando anche le varietà an-
tiche di grano - oltre a conservare la biodiversità
varietale, si è rivelato molto utile per ampliare la
gamma dell’offerta sui mercati esteri.
Positiva evoluzione del consumo di prodotti bio-
logici, in particolare quelli confezionati e di alta
qualità, come la pasta biologica, insieme a un’of-
ferta qualitativamente superiore, sono dati molto
incoraggianti che sembrano confermare le grandi
potenzialità di sviluppo del settore.
30numero 135-136 settembre/dicembre 2012
Tabella B: Prezzi medi all’ingrosso di cereali e oleaginose da produzione biologica nazionale,
da giugno 2012 a settembre 2012 (in euro/tonnellate)°
Prodotti Bio giu. 2012 lug. 2012 ago. 2012 sett. 2012
Frumento Tenero 1 - 308,75 331,67 345,00
Frumento Duro 2 - 331,00 343,50 351,00
Orzo 1 - 275,25 289,50 293,50
Granturco 1 - - - 350,00
Farro 2 - 328,50 342,17 345,50
Favino nazionale 1 - 327,75 346,67 357,50
Seme di soia 1 - - - -
*Agricoltura biologica di produzione nazionale 2012; (1) rinfusa partenza; (2) rinfusa arrivo.
Fonte: elaborazione FIRAB su dati C.C.I.A.A. di Bologna

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  • 1. La filiera dei cereali bio Settore di punta del biologico italiano ed emblema del “Made in Italy” per eccellenza, il grano duro prodotto con metodo bio vive un momento di gloria e di grandi potenzialità economiche che rischiano di rimanere inespresse a causa di una disorganizzazione della filiera. Come eliminare le debolezze del sistema? di Alba Pietromarchi FIRAB e Lorenzo Vinci Comitato esecutivo Federale AIAB Il cerealicolo è il settore principe per la produzione biologica del nostro Paese: farine, pane e pasta sono da sempre l’emblema del Made in Italy. La produzione del grano duro biologico, di cui l’Italia è leader mondiale, ha necessità di una pianificazione dell’avvicendamento delle colture molto complessa: da una parte vanno tenute in conto le esigenze di operare una corretta con- servazione ambientale, nonché l’ottimizzazione dell’intero agro-ecosistema aziendale, e dall’al- tra, le esigenze delle industrie di trasformazione che richiedono prodotti (semole) adatti al pro- cesso di pastificazione industriale. Nel nostro Paese la coltivazione dei cereali bio interessa oltre 474 mila ettari (comprensivi delle culture di riso, legumi, patate, semi di girasole e foraggere) sulla base dei dati SINAB al 1° gen- naio 2012, pari al 44% della superficie agricola utilizzata in agricoltura biologica. Sono le regioni meridionali a presentare le mag- giori produzioni agricole biologiche, grazie alla grande “vocazionalità” dei terreni e del clima. Tale successo produttivo risente delle criticità legate al sistema distributivo, che non sempre è efficace per la commercializzazione e di qualche paradosso logistico: la produzione di grano duro biologico è maggiormente localizzata in Sicilia, mentre quella della pasta più nel Nord-Est. Sicilia, Puglia e Calabria sono tra i territori con maggiore presenza di aziende agricole biologi- che, confermando il primato di queste regioni in termini di produzione. Per il numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore, la lea- dership spetta all’Emilia-Romagna, seguita a stretto giro da Veneto e Lombardia: oltre un terzo delle imprese di trasformazione si trova in queste regioni. Le tendenze del mercato Dal mese di dicembre 2011 a tutto aprile 2012, sulla base dell’analisi delle quotazioni rilevate dalla Borsa Merci di Bologna, i prezzi all’ingrosso dei cereali e delle oleaginose biologiche hanno registrato un andamento al rialzo. Questo au- mento è dato dai costi di stoccaggio dei prodotti stessi ma anche dalla carenza di prodotto ita- liano (soprattutto per mais, soia e grano duro), laddove la produzione nazionale, sia molitoria - per la produzione di pane e pasta - che per la produzione mangimistica, è assolutamente in- feriore alle richieste del settore della trasforma- zione. A maggio, invece, il mercato cerealicolo è rimasto fermo forse in attesa del nuovo rac- colto (tabella A; figura 1). peciale Filiere Bioprimopianos 28numero 135-136 settembre/dicembre 2012
  • 2. Diversamente non sembra si sia arrestata la corsa della soia che ha raggiunto i 641 euro/ton- nellata a maggio 2012. Per la soia, peraltro, gli aumenti dei prezzi sembrano difficilmente argi- nabili anche nei prossimi anni, a fronte del fatto che, a differenza dei cereali, la coltivazione di questo legume si adatta ad areali limitati e, so- prattutto, quella bio comporta dei costi per la gestione delle erbe infestanti non facilmente compatibili con i prezzi correnti (determinati dalle derrate di importazione). Si dovrebbe, perciò, pensare a una sostituzione anche parziale della soia nelle formulazioni man- gimistiche e nei prodotti a basso valore aggiunto, con altre leguminose meno esigenti (pisello pro- teico, favino bianco, lupino dolce francese), de- dicando la “preziosa soia” alla trasformazione a uso alimentare umano. La volatilità che ha caratterizzato il mercato ce- realicolo, anche quello nazionale biologico, nella prima metà dell’anno, è stata influenzata - oltre che dai futures (i contratti finanziari “derivati” che impegnano gli operatori a comprare o a ven- dere un’attività a un prezzo prefissato a una data futura - spesso usati in modo speculativo) dalla 29 Tabella A: Prezzi medi all’ingrosso di cereali e oleaginose da produzione biologica nazionale, da dicembre 2011 a maggio 2012 (in euro/tonnellate)* Produzione Bio 2012 dic. 2011 gen. 2012 feb. 2012 mar. 2012 apr. 2012 mag. 2012 Frumento Tenero 1 283,00 295,00 303,00 320,20 331,00 331,00 Frumento Duro 2 359,00 363,00 362,00 374,40 385,00 385,00 Orzo 1 273,20 289,00 297,50 302,80 312,00 - Granturco 1 262,70 283,50 297,25 319,30 321,50 329,50 Farro 2 291,20 295,00 301,50 311,60 319,00 323,00 Favino nazionale 1 288,80 301,00 309,25 - - - Seme di soia 1 494,00 528,00 568,25 620,00 634,50 641,00 *Agricoltura biologica di produzione nazionale 2011; (1) rinfusa partenza; (2) rinfusa arrivo. Fonte: elaborazione FIRAB su dati C.C.I.A.A. di Bologna Figura 1: Andamento dei prezzi medi (€/t) di alcuni prodotti biologici da produzione nazionale* (dic. 2011 - mag. 2012) *Agricoltura biologica di produzione nazionale 2012; (1) rinfusa partenza; (2) rinfusa arrivo. Fonte: elaborazione FIRAB su dati C.C.I.A.A. di Bologna Prezzi medi €/tonn. dic 2011 feb 2012gen 2012 mar 2012 apr 2012 mag 2012 Frumento Tenero1 Frumento Duro2 Orzo1 Granoturco1 Farro2 Seme di soia1200,00 300,00 400,00 500,00 600,00 700,00
  • 3. borsa di Chicago, dove si negoziano i contratti sui cereali - anche da una situazione di incer- tezza sull’entità dei nuovi raccolti mondiali. Con l’arrivo del nuovo raccolto, a luglio, lo sce- nario è sembrato essere più tranquillizzante, con la sola incognita della soia (tabella B): a fronte di un’offerta anche superiore alle aspettative, i prezzi si sono calmierati, pur restando vulnerabili ai rischi del mercato. Ad ogni modo, le crisi di mercato e altri aspetti economico-commerciali, tecnologici e di soste- nibilità hanno fatto emergere fondate preoccu- pazioni circa l’agricoltura convenzionale. La FAO, peraltro, ha indicato che l’agricoltura di tipo intensivo non farebbe altro che danneggiare i terreni e l’ambiente circostante, oltre che la sa- lute umana e animale, a causa dell’impiego di pesticidi e fertilizzanti chimici. Per questo sot- tolinea l’importanza di trasformare le abitudini alimentari del mondo occidentale verso una dieta sostenibile, al fine di garantire un maggior ri- spetto per l’ambiente, un miglioramento delle nostre condizioni di salute e una più equa distri- buzione delle risorse alimentari. Di conseguenza, l’attenzione verso l’agricoltura biologica, maggiormente sostenibile a livello am- bientale e socio-economico, non può che far bene al mercato. Una gestione economica so- stenibile e uno stile nutrizionale che usi alimenti prodotti secondo il metodo biologico sembre- rebbero essere, a detta degli esperti, la strada giusta da intraprendere per supportare l’alimen- tazione mondiale. Una tesi sostenuta dal fatto che gli acquirenti bio si nutrono in modo più so- stenibile e rispettoso delle risorse. Le prospettive Con oltre 48 mila operatori impegnati nella pro- duzione biologica per oltre un milione di ettari di terreno coltivato e un giro d’affari di 3 miliardi di euro, l’Italia si conferma tra i Paesi leader del settore biologico (al sesto posto nella graduato- ria mondiale per quanto riguarda le vendite in valore) e in particolare a livello europeo (si colloca al quarto posto dopo Germania, Francia e Regno Unito). Anche sul fronte del consumo interno, nel 2011 e nella prima metà del 2012, gli acquisti di bio- logico confezionato hanno continuato la loro ascesa, con un +9% circa in valore nel 2011 e un +6,1% nel primo semestre 2012, secondo i dati ISMEA. Si è registrato un discreto rialzo per pasta, riso e sostituti del pane (+9%) nella prima metà del- l’anno che, in un contesto economico in cui le imprese devono confrontarsi con la volatilità dei mercati finanziari, sembra favorire le aziende biologiche rispetto ai loro competitor del con- venzionale. Peraltro, l’andamento positivo - che ha interes- sato le diverse tipologie di pasta bio Made in Italy, prodotte recuperando anche le varietà an- tiche di grano - oltre a conservare la biodiversità varietale, si è rivelato molto utile per ampliare la gamma dell’offerta sui mercati esteri. Positiva evoluzione del consumo di prodotti bio- logici, in particolare quelli confezionati e di alta qualità, come la pasta biologica, insieme a un’of- ferta qualitativamente superiore, sono dati molto incoraggianti che sembrano confermare le grandi potenzialità di sviluppo del settore. 30numero 135-136 settembre/dicembre 2012 Tabella B: Prezzi medi all’ingrosso di cereali e oleaginose da produzione biologica nazionale, da giugno 2012 a settembre 2012 (in euro/tonnellate)° Prodotti Bio giu. 2012 lug. 2012 ago. 2012 sett. 2012 Frumento Tenero 1 - 308,75 331,67 345,00 Frumento Duro 2 - 331,00 343,50 351,00 Orzo 1 - 275,25 289,50 293,50 Granturco 1 - - - 350,00 Farro 2 - 328,50 342,17 345,50 Favino nazionale 1 - 327,75 346,67 357,50 Seme di soia 1 - - - - *Agricoltura biologica di produzione nazionale 2012; (1) rinfusa partenza; (2) rinfusa arrivo. Fonte: elaborazione FIRAB su dati C.C.I.A.A. di Bologna