1. UNITA’ D’ITALIA, FEDERALISMO,
SUSSIDIARIETA’
Il contributo dei cattolici allo sviluppo
dello Stato Italiano
Filippo Giugni
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2. Tre domande e una premessa
• Quanto hanno contribuito i cattolici all’unità
d’Italia?
• Perché la tesi federalista non ha prevalso nel
processi di unificazione?
• Quale contributo dei cattolici per costruire
l’Italia unita?
Osservazione:
non faremo una ricostruzione storica, ma una riflessione
fondata su avvenimenti storici e osservazioni sociali e
politiche ci porti ad alcune considerazioni valide oggi, in
occasione dei 150 anni dall’unità.
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4. Cronologia
• 1819- Congresso di Vienna
• 1848- Prima Guerra d’Indipendenza
• 1859- Seconda Guerra d’Indipendenza
• 1860- Spedizione dei Mille
• 1861- Regno d’Italia
• 1866- Terza Guerra d’Indipendenza
• 1870- Breccia di Porta Pia
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5. Quanto hanno contribuito i cattolici al
sentimento dell’unità d’Italia?
• La breccia di Porta Pia sembra indicarci che l’Italia
fu costruita nonostante e contro il papato: in
realtà dobbiamo guardare molto più indietro.
• L’influenza unificatrice della cultura cristiana,
soprattutto nell’Italia dei mille comuni, è
innegabile.
• Ci sono però alcune ragioni che hanno impedito a
questa influenza di trasferirsi sul piano politico
• Altre forze e altri processi, diversi dalla cultura
cristiana che hanno influito sul processo e hanno
impedito una maggiore influenza.
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6. La cultura cristiana e l’Italia nei secoli
precedenti
Condizionamenti rispetto al sentimento di
unificazione:
• Il concetto di universalità del cristianesimo
(espresso nel Sacro Romano Impero) e
• Il potere temporale del Papato (inteso come base
temporale per esercitare una missione
universale).
• La nascita degli stati nazionali (come in Francia,
Inghilterra, Spagna, Russia, Prussia, Austria, ecc.)
come affrancamento dal Sacro Romano Impero.
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7. Le minacce percepite dalla Chiesa
• la riforma protestante ha rotto l’unità della
chiesa
• la rivoluzione francese ha ridimensionato il
ruolo del clero
• il “secolo dei lumi” ha sostenuto il primato
della ragione
• La diffidenza verso il “modernismo”
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8. Chiesa e Società nell’’800
• Convitato al Congresso di Vienna (Stato
Pontificio)
• Condanna del liberalismo con il Sillabo nel
1861
• L’Unità d’Italia come utopia (Federalismo di
Gioberti)
• Apertura ai problemi sociali con la Rerum
Novarum nel 1891
• Il dibattito sui cattolici liberali
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9. Il dibattito sull’unità federale
• Gioberti:
confederazione di quattro Stati (Roma, Toscana,
Piemonte e Napoli) sotto la presidenza del Papa
• Balbo:
Lo stesso. Ma liberando l’Italia dallo straniero e con la
presidenza del Piemonte
• Cattaneo:
federazione di popoli (riforma del Lombardo Veneto) e
poi federazione Italiana (Stati Uniti d’Italia)
• Tirelli:
tre regni indipendenti confederati (settentrionale, centrale,
meridionale)
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10. Come si forma una federazione
• Gli stati che la compongono rinunciano ad
alcuni aspetti della sovranità (politica estera,
difesa, politica economica e monetaria).
• Gli stati ritengono vantaggiosa questa rinuncia
perché aumenta il loro peso politico ed
economico.
• Si presuppone che la federazione sia attuata
su un piano di parità (di dimensioni, strutture,
ecc.) e di omogeneità.
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11. Federazione e confederazione
• la federazione è uno stato vero e proprio: i
cittadini sono soggetti poteri federali oltre che a
quelli dello stato di appartenenza;
• gli stati federati non sono soggetti del diritto
internazionale e non hanno una propria politica
estera.
• La confederazione non dà luogo a una nuova
formazione statale; gli organi confederali non
posseggono una sovranità diretta nei confronti
dei cittadini dei singoli stati
• Dalla confederazione si può tornare indietro.
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12. Perché non in Italia
• Diversa dimensione degli Stati pre-unitari.
• Diverso livello di capacità nella gestione
amministrativa.
• Diversi referenti politici internazionali.(Austria,
Spagna, Francia).
• Separazione tra potere politico (attribuito da
accordi internazionali) e contesto sociale.
• La borghesia (classe sociale emergente) non è
omogenea su tutto il territorio.
• Spirito “comunale”.
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13. Federazione, autonomie, regionalismo.
• Lo “spirito di autonomia” è radicato nei
comuni italiani.
• Il federalismo è una forma di accentramento
(parziale), dei poteri degli stati membri
• Il regionalismo è una forma di decentramento
(parziale) dei poteri dello stato centrale
• Il regionalismo si completa con il
riconoscimento delle autonomie locali.
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14. Il processo di decentramento
tra autonomie e sovranità
• Le autonomie si affermano e sviluppano nel
sociale (Opera dei Congressi)
• Le trasformazioni sociali richiedono nuove
forme di solidarietà (SOMS, Murri)
• Emergono forme di “municipalismo” (Sturzo)
• Si affermano forme di difesa dall’invadenza
dello Stato (AC, Le “Gioiose”)
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15. Il principio di sussidiarietà
• Significato: come è illecito togliere agli individui ciò che essi
possono compiere con le forze e l'industria propria per
affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una
maggiore e più alta società quello che dalle minori e
inferiori comunità si può fare.
• Scopo: Questo principio protegge le persone dagli abusi
delle istanze sociali superiori e sollecita queste ultime ad
aiutare i singoli individui e i corpi intermedi a sviluppare i
loro compiti. Ogni persona, famiglia e corpo intermedio ha
qualcosa di originale da offrire alla comunità.
• Eccezioni: le circostanze in cui occorre esercitare una
funzione di supplenza.
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16. Applicare il principio di sussidiarietà
• A livello statale
lo Stato “riconosce” le società intermedie
• A livello regionale
la regione regola e supporta Provincie, Comuni, Comunità Montane,
ecc.
• A livello comunale
il Comune supporta le forme associative
• A livello sociale
le forme associative aiutano la persona
• A livello personale
genitori , educatori, capi sostengono la persona, lasciandola libera il
più possibile
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17. Sussidiarietà, partecipazione,
democrazia
• Non ci può essere sussidiarietà senza
partecipazione, il che comporta responsabilità
verso gli altri
• La partecipazione riduce i pericoli e corregge i
difetti della democrazia
• Anche le Organizzazioni Internazionali
sostengono che la partecipazione è uno
strumento per superare i conflitti e le tensioni
sociali.
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24. Costituzione Italiana e Autonomie
• Articolo 5
• La Repubblica, una e indivisibile,
- riconosce e promuove le autonomie locali;
- attua nei servizi che dipendono dallo Stato il
più ampio decentramento amministrativo;
- adegua i principi ed i metodi della sua
legislazione alle esigenze dell'autonomia e del
decentramento.
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