SlideShare ist ein Scribd-Unternehmen logo
1 von 22
Argomenti che Obama e Romney evitano

di Noam Chomsky - znetitaly- 9 ottobre 2012

Quando lo spettacolo quadriennale delle elezioni arriva al culmine, è utile chiedersi come le campagne di
propaganda politica trattano dei problemi cruciali che dobbiamo affrontare. La risposta semplice è: male
o per nulla. Se è così, sorgono alcune importanti domande:; perché, e che cosa possiamo fare a riguardo?

Ci sono due argomenti di importanza assoluta, perché è in gioco il destino della nostra specie: il disastro
ambientale e la guerra nucleare.

Il primo appare regolarmente sulle prime pagine dei giornali. Il 19 settembre, per esempio, Justin Gillis ha
scritto sul New York Times che lo scioglimento del ghiaccio del Mare Artico si era fermato per un anno, “ma
non prima aver demolito il record precedente – e aver lanciato nuovi avvertimenti sul rapido ritmo dei
cambiamento nella regione.”

Lo scioglimento è molto più veloce di quanto previsto da sofisticati modelli informatici e dal più recente
rapporto dell’ONU sul riscaldamento globale. Nuovi dati indicano che il ghiaccio estivo potrebbe sparire
entro il 2020, con gravi conseguenze. In base a stime precedenti il ghiaccio estivo dovrebbe scomparire nel
2050.

“I governi hanno però reagito al cambiamento senza molta urgenza riguardo alla limitazione delle
emissioni dei gas serra,” scrive Gillis. “Al contrario, la loro reazione principale è stata quelle di pianificare
lo sfruttamento di minerali di recente accessibili nel Artico, e anche le trivellazioni per cercare altro
petrolio” – cioè accelerare la catastrofe.

Questa reazione dimostra una straordinaria disponibilità a sacrificare la vita dei nostri figli e nipoti, per un
guadagno temporaneo. O, forse, una disponibilità ugualmente notevole a chiudere gli occhi in modo da non
vedere il pericolo incombente.

Non è certo tutto. Un nuovo studio del Monitoraggio della vulnerabilità climatica (Climate Vulnerability
Monitor), ha trovato che “i cambiamenti climatici causati dal riscaldamento globale stanno rallentando la
produzione economica mondiale del 1,6 % all’anno e porteranno al raddoppiamento dei costi nei
prossimi venti anni.” Lo studio è stato ampiamente diffuso altrove, ma agli Americani sono state
risparmiate questa notizie inquietanti.

Le piattaforme ufficiali democratiche e repubblicane in materia di clima sono esaminate nel numero di
settembre della rivista Science. In un raro caso di accordo bipartitico, entrambi i partiti esigono che si
peggiori il problema.

Nel 2008, entrambe le piattaforme dei partiti, hanno dedicato una certa attenzione al modo in cui il
governo dovrebbe occuparsi del cambiamento climatico. Oggi l’argomento è quasi sparito dalla
piattaforma del partito repubblicano che, tuttavia, richiede che il Congresso “agisca in fretta” per evitare
che l’Agenzia per la protezione ambientale, istituita dall’ex presidente repubblicano Richard Nixon, in
tempi più saggi, regoli i gas serra. E dobbiamo aprire la zona protetta denominata Arctic Refuge, in Alaska
alle trivellazioni per “trarre vantaggio da tutte le risorse americane che Dio ci ha concesso.” Dopo tutto,
non possiamo disobbedire al Signore.
La piattaforma afferma anche che “Dobbiamo ripristinare l’integrità scientifica per la nostre istituzioni
pubbliche per la ricerca e eliminare gli incentivi politici dalla ricerca sovvenzionata con fondi pubblici –
parole in codice per “scienza del clima”.

Il candidato repubblicano Mitt Romney, cercando di evitare il marchio di infamia a causa di ciò che aveva
capito pochi anni fa riguardo al cambiamento di clima, ha dichiarato che non c’è consenso scientifico,
quindi dovremmo appoggiare più dibattiti e ricerche – ma non l’azione, eccetto nel caso che vogliamo
rendere più gravi i problemi.

I Democratici nella loro piattaforma dicono che c’è un problema, e raccomandano che dovremmo
lavorare “per arrivare a un accordo per stabilire i limiti delle emissioni, di comune accordo con altre
potenze emergenti.” Ma questo è quanto.

Il presidente Barack Obama ha messo in risalto che dobbiamo guadagnare 100 anni di indipendenza
energetica sfruttando le fratturazioni * e altre nuove tecnologie – senza chiederci come sarebbe il mondo
dopo un secolo di queste pratiche.

Ci sono quindi delle differenze tra i partiti: riguardano il tipo di entusiasmo con il quale i pecoroni
dovrebbero marciare verso il precipizio.

Anche il secondo problema, la guerra nucleare, è sulle prime pagine ogni giorno, ma in un modo che
stupirebbe un marziano che osserva gli strani eventi sulla terra.

L’attuale minaccia è ancora in Medio Oriente, in modo particolare in Iran – almeno secondo l’Occidente,
cioè. In Medio Oriente, gli Stati Uniti e Israele sono considerati minacce molto più grandi.

Al contrario dell’Iran, Israele si rifiuta di permettere ispezioni o di firmare il Trattato di non
proliferazione nucleare. Ha centinaia di armi nucleari e di sistemi avanzati per il loro impiego, e un lungo
curriculum di violenze, aggressioni e illegalità, grazie all’incessante appoggio americano. I servizi segreti
degli Stati Uniti non sanno se l’Iran stia cercando di mettere a punto armi nucleari.

Nel suo più recente rapporto, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica dice che non può dimostrare
“l’assenza di materiale e di attività nucleari non dichiarati in Iran” – un modo indiretto di condannare
l’Iran, come richiedono gli Stati Uniti, mentre nello stesso tempo ammette che l’agenzia non può
aggiungere nulla alle conclusioni dei servizi segreti statunitensi.

All’Iran quindi si deve negare il diritto di arricchire l’uranio che è garantito dal NPT e approvato dalla
maggior parte del mondo, compresi i paesi non allineati che si sono appena incontrati a Tehran.

Il problema della possibilità che l’Iran possa mettere a punto armi nucleari si presenta nella campagna
elettorale. (Il fatto che Israele le abbia già non compare). Ci sono due posizioni contrapposte: gli Stati
Uniti dovrebbero dichiarare che attaccheranno se l’Iran riesce a raggiungere la capacità di mettere a
punto armi nucleari, che hanno tante nazioni? Oppure Washington dovrebbe mantenere più indefinita la
“linea rossa”?

La seconda posizione è quella della Casa Bianca; la prima è richiesta dai falchi di Israele ed è accettata dal
Congresso. Il Senato ha appena votato con 90 voti a 1 per appoggiare la posizione di Israele.

Dal dibattito è assente la scelta dell’ovvia maniera di mitigare o di mettere fine a qualsiasi minaccia si
ipotizzi possa presentare l’Iran: istituire una zona priva di armi nucleari nella regione. L’occasione è
disponibile facilmente: si deve convocare una conferenza internazionale tra pochi mesi per perseguire
questo obiettivo, appoggiata da quasi tutto il mondo, compresa una maggioranza di Israeliani.

Il governo di Israele, tuttavia, ha annunciato che non parteciperà fino a quando non ci sia un accordo
generale di pace nella regione, il che è irrealizzabile fino a quando Israele persiste nelle sue attività
illegali nei territori palestinesi occupati. Washington resta sulla stessa posizione, e insiste che Israele
deve essere esclusa da qualsiasi accordo regionale di questo tipo.

Potremmo andare verso una guerra devastante, forse perfino nucleare. Esistono modi diretti per superare
questa minaccia ma non verranno adottati a meno che non ci sia un attivismo pubblico su larga scala che
richieda di perseguire questa occasione. A sua volta anche questo è altamente improbabile fino a quando
queste questioni rimangono escluse dal programma, non soltanto nel circo elettorale, ma anche sui mezzi
di informazione e in nell’ambito di un più vasto dibattito nazionale.

Le elezioni vengono gestite dall’industria delle pubbliche relazioni, il cui compito primario è la pubblicità
commerciale, che è progettata per indebolire i mercati creando consumatori non informati che faranno
scelte irrazionali – l’esatto opposto di come si ipotizza che funzionino i mercati, ma certamente noto a
chiunque abbia guardato la televisione.

E’ del tutto naturale, che quando viene assunta per gestire le elezioni, l’industria adotti le stesse procedure
nell’interesse dei padroni, che certamente non vogliono vedere cittadini informati che fanno scelte
razionali.

Le vittime, tuttavia, non devono ubbidire, in entrambi i casi. La passività può essere la direzione facile, ma
non è certo quella giusta.

_____________________________________________________________________________________

Da      euro news.com

Sono bastate poche ore per l’investitura ufficiale di Mitt Romney a candidato repubblicano nella corsa alla
Casa Bianca.

Ma il primo giorno di convention a Tampa, in Florida, è stato anche l’occasione perché venisse approvato il
piano di governo.

Un documento che presenta una linea politica fortemente conservatrice.

Durante la campagna elettorale, uno degli obiettivi più importanti per i repubblicani è stata la lotta alla
riforma della sanità di Barack Obama.

Romney e i suoi non hanno dubbi: se vinceranno, essa sarà immediatamente fermata, anche prima della
firma dell’abrogazione. Il testo prevede la creazione di una polizza sanitaria basata sulle regole del mercato
assicurativo.

Per il comitato che si è occupato della stesura del testo, il sogno americano è in pericolo. Partendo da
questo principio, i repubblicani promettono tolleranza zero verso l’immigrazione illegale, l’abolizione del
Dream Act di Obama, il potenziamento delle misure di sicurezza alle frontiere e l’obbligo per i datori di
lavoro di verificare lo statuto legale dei dipendenti.
Malgrado la polemica sulle dichiarazioni del repubblicano Todd Atkin sull’aborto, il programma di governo
rimane lo stesso del 2004. Stop quindi da parte del comitato repubblicano all’aborto, anche in caso di
stupro o incesto.

Il documento prevede un emendamento costituzionale che definisce il matrimonio come l’unione tra un
uomo e una donna e non tra persone dello stesso sesso. Per i repubblicani, l’unico comportamento
“rispettabile e assennato” è quella dell’astinenza sessuale prima delle nozze.

I programmi nucleari di Iran e Corea del Nord sono considerati le minacce più forti per gli Stati Uniti. Ecco
perché il comitato repubblicano è a favore della costruzione di uno scudo antimissile, un progetto voluto da
Bush e bloccato da Obama.

Anche la Cina è nel mirino, ma questa volta in termini di commercio internazionale. I repubblicani
intendono aumentare la pressione diplomatica sul governo cinese, affinché esso renda meno dura la
propria politica economica. Previsto anche un aumento delle tasse sui prodotti importati dalla Cina.

A livello interno, la pressione aumenterebbe anche sulla Fed, il cui ruolo diventerebbe oggetto di una
revisione annuale.

Per concludere, il testo prevede una riforma del codice delle imposte, oltre che un drastico taglio delle
tasse su persone fisiche e imprese.

Si tratta solo di una prima bozza. Ma essa definisce le linee che più avanti verranno adattate alle esigenze di
Romney per convincere gli elettori.

8 ottobre

Davanti ai cadetti della Virginia, Mitt Romney tratteggia la sua America, quella che sarà se lui dovesse
vincere il 6 novembre contro Barack Obama.

Una politica estera più offensiva e più forza militare, per evitare altre Bengasi, un cambio di rotta radicale in
Medio oriente:“So che il presidente auspica un’Europa più sicura, più libera, un Medio Oriente più prospero
e alleato”, ha dichiarato il candidato repubblicano, “Condivido questa speranza. Ma la speranza non è una
strategia. Non possiamo sostenere i nostri amici e sconfiggere i nostri nemici in Medio Oriente, se le nostre
parole non sono supportate dai fatti”.

E quindi, sostegno incondizionato a Israele, intransigenza contro l’Iran: “Non esiterò a imporre nuove
sanzioni contro l’Iran, e a inasprire le sanzioni già esistenti. Per amore della pace, dobbiamo chiarire all’Iran,
con i fatti e non solo con le parole, che il loro programma nucleare non sarà tollerato”.

E ancora: armi ai ribelli siriani, zero flessibilità verso Mosca sul progetto americano di scudo antimissilistico,
linea più dura verso Pechino. Un discorso che è una prova generale per i prossimi faccia a faccia televisivi, il
16 e il 22 ottobre, dedicati proprio alla politica estera, punto di forza del rivale Obama.

Da america24.com

9ottobre

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca è intervenuto sui temi più ricorrenti degli ultimi mesi, spaziando
dalla Libia alla Siria, dall’Iran all’Iraq; filo conduttore: la debolezza, l’assenza del presidente Obama. “Da che
parte sta l’America?” è stata la domanda dell’ex governatore del Massachusetts.
Romney è naturalmente partito dall’assalto in cui, lo scorso 11 settembre, sono morti l’ambasciatore
Christopher Stevens e tre funzionari al consolato di Bengasi, in Libia, per criticare Obama. “Gli attacchi
contro l’America del mese scorso non devono essere visti come atti casuali. Sono l’espressione di una lotta
più ampia in corso in Medio Oriente” ha detto Romney. “L’assalto al nostro consolato di Bengasi è stato
compiuto dalle stesse forze che ci hanno attaccati l’11 settembre 2001. Per questo assalto non può
essere incolpato un riprovevole video contro l’Islam, nonostante il tentativo dell’amministrazione Obama
di farlo” ha aggiunto.

“Se l’America non si pone come guida, lo farà qualcun altro. Qualcuno che non condivide i nostri interessi
e valori. La sicurezza dell’America e la causa per la libertà non possono permettersi altri quattro anni
come gli ultimi” ha detto ancora l'ex governatore del Massachusetts.

Poi Iran, Siria, Iraq. Teheran “non è mai stata così vicina alla realizzazione di armi nucleari. Non ha mai
rappresentato un così grande pericolo per i nostri amici e alleati, e per noi” ha dichiarato Romney,
accusando l’amministrazione Obama di lassismo, dimostrato dal tentativo di agenti iraniani di uccidere
l’ambasciatore saudita a Washington e dal silenzio del presidente quando gli iraniani sono scesi in piazza
chiedendo il sostegno del mondo per ottenere la libertà. Un supporto mancato ovunque in Medio
Oriente, in questi mesi di rivolte contro i dittatori, secondo Romney.

In Iraq, secondo il candidato repubblicano, il ritiro delle truppe americane ha portato a un aumento delle
violenze, al ritorno di al Qaida, all’indebolimento della democrazia e a “un aumento dell’influenza
dell’Iran”. Il ritiro ha inoltre indebolito “l’influenza dell’America nel Paese”. Ma Obama, secondo Romney,
ha fallito anche in Siria, dove “il conflitto minaccia la stabilità nella regione”.

Nemmeno sulla lotta ad al Qaida, Romney ha risparmiato critiche al presidente: nonostante i successi
ottenuti, tra cui l’uccisione di Osama bin Laden, al Qaida resta forte “in Yemen e Somalia, in Libia e altre
parti del Nordafrica, in Iraq e ora in Siria. E altri estremisti hanno guadagnato terreno”. Il risultato è che in
Medio Oriente “il rischio di un conflitto è più alto di quando Obama è entrato in carica”, anche per la
mancanza di una strategia.

Romney ha poi citato l’importanza di garantire la sicurezza dello Stato israeliano, creando uno Stato
palestinese pacifico. Ha infine usato toni da guerra fredda con la Russia: “Renderò effettive le difese
missilistiche per proteggerci contro le minacce. E non ci sarà nessuna flessibilità con Vladimir Putin” ha
detto il candidato repubblicano, che ha poi accusato Mosca di mettere in pericolo le giovani democrazie
dei Paesi vicini.

31 agosto

Clint Eastwood, 82 anni, professione regista e attore, per Mitt Romney ha accettato di essere l’ospite a
sorpresa della convention repubblicana. Lo sport della vigilia è stato cercare di indovinare cosa avrebbe
detto, come avrebbe parlato del candidato repubblicano alla presidenza, se avrebbe attaccato Barack
Obama e come lo avrebbe fatto. Nessuno si aspettava quello che è successo: un discorso ironico, in vari
punti a braccio, in cui Eastwood per circa un quarto d’ora ha “scambiato” battute con una sedia vuota,
fingendo che vi fosse seduto il presidente Obama. “Hai fatto abbastanza, ma non sei abbastanza forte, ora
è tempo che qualcun altro si faccia avanti e risolva i problemi”, ha detto.
Uno show a due – si fa per dire - con un “ospite fantasma”, che ha scatenato reazioni contrastanti: indubbio
il divertimento della platea di Tampa, che ha sottolineato con fragorosi applausi e risate le battute più
divertenti (“Make my day”, in italiano “coraggio, fatti ammazzare”, ha urlato qualcuno dal pubblico citando
una battuta del film “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo”), più scettici giornalisti e blogger, molti dei
quali hanno trovato inappropriato alla serata la performance di Eastwood, tanto più che è stata la prima
della tranche finale di interventi: dopo il regista ha parlato Marco Rubio, che ha presentato Mitt Romney.

“Se avessi qui il presidente Barack Obama, gli farei due o tre domande”, ha esordito Eastwood, indicando la
sedia vuota. Chi pensava sarebbe stata solo una battuta iniziale è rimasto spiazzato, perché lo scambio con
il compagno immaginario è andato avanti: “Come? Cosa vuoi che dica a Romney? No, questo è troppo
diglielo tu stesso, sei pazzo”, ha detto il regista, ricordando la sera dell’elezione di Obama, quattro anni fa.
“Ha parlato di speranza e cambiamento, piangevano tutti, Oprah piangeva, ho pianto persino io”, ha detto,
“poi ho scoperto che ci sono 23 milioni di disoccupati là fuori, questa sì è una cosa per cui piangere, una
disgrazia nazionale”.

Eastwood ha criticato Obama per come ha gestito il conflitto in Iraq, la guerra in Afghanistan, per la
richiesta della chiusura del carcere militare di Guantanamo, a Cuba (una cosa a cui il regista si oppone) e ha
attaccato anche il vicepresidente, sempre rivolgendosi alla sedia vuota: “stai diventando peggio di lui, che è
un ghigno con un corpo alle spalle”.

Discorso di Tampa 31 agosto (dal corriere)

TAMPA (Florida) – «Non abbiate remore ad abbandonare Obama anche se quattro anni fa siete stati
orgogliosi di votare per il primo presidente nero della nostra storia: sapete bene che ha sbagliato. Da
americano speravo avesse successo, ma ci ha deluso. Mettiamoci alle spalle tutte queste delusioni,
finiamola con le divisioni e le recriminazioni. Ora è il momento di alzarsi e dire: sono un cittadino di questa
grande nazione, sono capace di plasmare il mio destino e merito qualcosa di meglio, per me e per i miei
figli. Ora è il momento di riprenderci la promessa dell’America».

Così, con un discorso efficace ma meno incisivo di quello che era stato annunciato, Mitt Romney ha
accettato ieri notte a Tampa l’investitura repubblicana per la corsa alla Casa Bianca.

PROMESSE - Dal palco il leader mormone (che ha appena menzionato la sua fede per poi insistere
sull’impegno a garantire la piena libertà religiosa) ha cercato di rassicurare gli elettori della destra sulla sua
affidabilità di vero conservatore. Ma poi, dopo aver promesso severità e il coraggio di dire verità difficili, ha
presentato un programma «in rosa», zeppo di promesse per tutti, da 12 milioni di nuovi posti di lavoro a
scuole capaci di offrire un «futuro luminoso» a tutti i giovani, mentre «nessun anziano dovrà temere di non
avere la pensione». E alla fine, più ancora sulla forza della sua proposta, è sembrato puntare sulla
disillusione di un’America «sedotta e abbandonata» dal suo attuale presidente.

LA SEDIA VUOTA - Se la strategia ha pagato, lo diranno i sondaggi. La sensazione a caldo è che, ancora una
volta, il suo popolo abbia stentato a mettersi in sintonia con un leader che gli rimane in qualche misura
lontano se non proprio estraneo. Ovazioni più calde le ha avute il giovane senatore della Florida Marco
Rubio, che ha introdotto Romney. Per non parlare del «mostro sacro» di Hollywood Clint Eastwood,
arrivato a sorpresa sul palco per partecipare all’«incoronazione» dell’ex governatore del Massachusetts con
una «performance» che ha mandato in visibilio la platea, anche se non è stata priva di momenti grotteschi:
il grande attore e regista ha intervistato una sedia vuota fingendo che ci fosse seduto Obama. Si è fatto
domande e ha dato le risposte, ha ironizzato sulle lacrime di commozione per l’elezione di Barack, 4 anni, fa
e su quelle dei 23 milioni di disoccupati che vagano oggi per l’America in cerca di lavoro. Concludendo con
un rude «Obama, stai diventando peggio del tuo vice Biden».

FAMIGLIE - Prima ancora era toccato all’ex governatore della Florida Jeb Bush che ha tratteggiato le figure
dei due presidenti di famiglia: il padre dipinto come un gigante della politica e il fratello «che amo e che ha
tenuto il Paese unito in un momento molto difficile» dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Alla fine ha
chiesto a Obama di smetterla di scaricare le sue responsabilità sull’eredità lasciata dal suo predecessore. La
serata è stata conclusa dalla tradizionale cascata di palloncini e coriandoli rossi bianchi e blu sulla platea e
sul palco riempito dalle famiglie Romney e Ryan al gran completo, e dalla benedizione del cardinale di New
York, Timothy Dolan. Il compito di «umanizzare» la figura del candidato è stato affidato a una serie di
filmati sulla storia della sua famgilia, con Mitt e Ann a parlare d’amore e a coccolare i cinque figli appena
nati e poi nella loro adolescenza, trasmessi a intervalli sui megaschermi del Tampa Bay Times Forum
durante tutta la serata.



"Da presidente proteggerò la sacralità della vita. Onorerò l’istituto del matrimonio. E garantirò la prima
delle libertà americane: la libertà di religione".
_____________________________________________________________________________________

Disoccupazione mai così bassa in 4 anni, una manna dal cielo per Obama

5ottobre

Il dato sulla disoccupazione di settembre in America, al minimo da quasi quattro anni, è stato una manna
dal cielo per il presidente americano. L’indicatore è sceso al 7,8 per cento, raggiungendo il livello di
gennaio 2009, quando Barack Obama stava entrando alla Casa Bianca.




“Anche se resta ancora molto lavoro da fare” - ha precisato Alan Krueger, presidente del Council of
Economic Advisers della Casa Bianca - “i dati confermano che le ferite provocate all’economia americana
dalla peggiore crisi dalla Grande Depressione sono in continua guarigione”.

Immediata la reazione di Romney, che si è detto insoddisfatto dai dati sull’occupazione. “Non è un
segnale di vera ripresa”, ha commentato in una nota, “perché a settembre sono stati creati meno posti di
lavoro rispetto ad agosto e luglio”.

Il calo della disoccupazione, secondo gli osservatori, è stato favorito dall’ottimismo che ha seguito il lancio
di un nuovo piano di acquisto di bond da parte della Federal Reserve. L’iniziativa da 40 miliardi di dollari al
mese, annunciata per risollevare l’economia e l’occupazione, è stata criticata da alcuni esponenti
repubblicani, che hanno accusato il presidente Ben Bernanke di aver voluto favorire Obama in vista delle
elezioni.

Il dato sull’occupazione di settembre, in effetti, permette a Obama di guadagnare terreno dopo il primo
dibattito con Romney, mercoledì scorso, dove lo sfidante repubblicano è sembrato più aggressivo e deciso
del presidente. Ma non sarà l’ultimo prima delle elezioni del prossimo 6 novembre. Pochi giorni prima del
voto, infatti, uscirà il dato di ottobre, che rischia di condizionare gli ultimi elettori indecisi.
Una cosa, per ora, è certa. L’esito del primo faccia a faccia tra i due candidati, dove il presidente è apparso
fiacco e sottotono, porterà voti all’ex governatore del Massachusetts. La popolarità del candidato
repubblicano, secondo un sondaggio condotto ieri da Ipsos, è aumentata al 51 per cento, mentre quella di
Obama è rimasta stabile al 56 per cento.

Il vantaggio di Obama su Romney, inoltre, si è ridotto a soltanto cinque punti, 48 contro 43. L’ex
governatore del Massachusetts, in particolare, ha guadagnato credibilità su economia, occupazione e
gestione del debito pubblico, riducendo il vantaggio di Obama su tasse, social security e Medicare.

Obama-Romney, programmi a confronto, da televideo.it

Dalle tasse all'aborto, passando per l'Obamacare e i matrimoni gay, i due opposti versanti della politica
americana

Obama chiede tasse per i piu' ricchi. Romney invece punta ad allargare la fascia dei bonus fiscali, sulla scia
della politica di George W. Bush. Il presidente difende la riforma sanitaria, che i repubblicani vogliono
abolire, e' favorevole all'aborto e alle nozze gay, mentre i conservatori no. Sono solo alcune tra le
differenze che saltano agli occhi scorrendo le piattaforme politiche delle due Convention, da Tampa
(repubblicani) a Charlotte (democratici).

TASSE E SANITA':

Obama propone più tasse sui ricchi con la Buffett Rule. Difende la sanita': deve essere per tutti e devono
potersela permettere. 'No' a tagli al Medicare e al Medicaid, i programmi di assistenza pubblica per gli over
65 e i più poveri.

Romney vuole ridurre le tasse ai piu' ricchi e azzerare il deficit pubblico nel 2040. Promette l'abolizione
dell'Obamacare, la riforma varata da Obama nel 2010. Vuole privatizzazione il programma Medicare,
l'assistenza pubblica per gli over 65, per ridurre la spesa di oltre 5mila miliardi di dollari.



MATRIMONI GAY, ABORTO, APPOGGIO ALLE DONNE:

Obama e' per la parità dei diritti uomo-donna, soprattutto in termini di trattamento salariale, e punta ad
abolire la legge federale che riconosce solo i matrimoni eterosessuali. Attenzione alle donne, in termini di
contraccezione e maternità consapevole.
Romney e' contrario alle nozze gay e si schiera per il Marriage Act, la legge che difende la famiglia
tradizionale. I repubblicani vogliono anche a cancellare dall'assistenza medica le spese per i contraccettivi.
Secco 'no' all'aborto.

DEFICIT:

Per Obama i conti pubblici vanno risanati con un approccio bilanciato, un aumento dell'imposizione fiscale
per i più ricchi e sgravi fiscali alla classe media. Spera in una soluzione della crisi del debito europea per
aiutare l'economia Usa.

Romney vuole tagliare radicalmente la spesa pubblica (-20% del Pil), tranne che per la difesa. E non vuole
aumentare le tasse sulla 'middle class', mantenendo gli sgravi fiscali per i benestanti. No alla 'Buffet Rule'
per tassare i più ricchi.
IMMIGRAZIONE:

Obama e' per un'ampia riforma dell'immigrazione. Il partito fa riferimento al 'Dream Act' che consente ai
bambini di genitori immigrati senza documenti regolari di acquisire uno status legale se vanno al college o
entrano nell'Esercito. Secco 'no' alla legge anti-clandestini dell'Arizona bloccata in parte della Corte
Suprema, che permette di controllare un passante solo sulla base del suo viso o del suo accento straniero.

Romney propone la lotta dura ai clandestini, la difesa dei confini con il Messico e appoggia la legge anti-
clandestini dell'Arizona.

ENERGIA:

Obama: Si' alla 'Green economy', più tasse ai petrolieri e sgravi fiscali alle aziende che producono energia
pulita.

Romney dedica poco spazio alla 'Green economy': punta sul petrolio, con un aumento delle trivellazioni, e
sul nucleare.

POLITICA ESTERA:

Obama difende un approccio multilaterale e vede un'America in stretto contatto con l'Onu sulle crisi locali.
Si' alle sanzioni nei confronti dell'Iran perché stanno funzionando. Critiche a Israele per gli insediamenti.
Attenzione agli equilibri nel Pacifico, e soprattutto l'ascesa della Cina.

Romney. A Tampa la politica estera e' stata praticamente assente dal dibattito. Ma il Grand Old Party
sostiene con forza Israele e contesta la politica di Obama nei confronti di Teheran, accusandola di essere
troppo debole.

Da wikipedia

Willard Mitt Romney (Detroit, 12 marzo 1947) è un politico e dirigente d'azienda statunitense.

Nel 2002 vinse le elezioni per l'ufficio di governatore dello Stato del Massachusetts, che occupò fino al 4
gennaio 2007, scadenza naturale del mandato.

Ha partecipato alla corsa per la nomination presidenziale repubblicana per le elezioni del 2008 ma il 7
febbraio ha annunciato di rinunciare alla Candidatura spianando definitivamente la strada a John McCain.

È stato amministratore delegato, dal 1977, della società di consulenza Bain & Company e fondatore nel
1984, del fondo di private equity Bain Capital. Romney è stato anche a capo dell'organizzazione dei XIX
Giochi olimpici invernali svoltisi a Salt Lake City nel 2002.

È il candidato repubblicano alle Elezioni presidenziali statunitensi del 2012.

Mitt Romney è il figlio dell'ex-Governatore del Michigan e candidato alle elezioni presidenziali del 1968
George W. Romney, e della candidata alle elezioni del 1970 al Senato americano Lenore Romney. Fu
chiamato "Willard" in onore del miglior amico del padre, il magnate alberghiero J. Willard Marriott. Il suo
secondo nome, Mitt, lo ricevette in onore di un cugino paterno, Milton, che giocò come quarterback per la
squadra di football americano Chicago Bears dal 1925 al 1929.
Mitt Romney ha due sorelle e un fratello più grandi: Lynn Romney Keenan, Jane Romney Robinson, e G.
Scott Romney. Sin da giovane mostrò interesse alle vicende politiche, partecipando insieme al padre alle
marce in favore dei diritti civili. È un membro della comunità religiosa dei mormoni.

Gli studi e la missione

Mitt Romney si diplomò nel liceo Cranbrook School in Bloomfield Hills, Michigan nel 1965. Dopo aver
frequentato per un semestre l'Università di Stanford, Romney servì una missione di 30 mesi in Francia per
la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (chiesa mormone).

Nel giugno del 1968, durante la sua missione Romney fu coinvolto in un grave incidente automobilistico che
causò il decesso di uno dei passeggeri. Mentre conduceva un'auto che trasportava altri missionari, si
scontrò frontalmente con un'altra vettura. La responsabilità del sinistro fu attribuito dalle autorità francesi
al conducente dell'altra vettura.

Terminata la missione, Romney frequentò con successo la Brigham Young University, dove, nel 1971,
ottenne come valedictorian la laurea di Bachelor con lode. Nel 1975 conseguì, ad Harvard, tramite un corso
congiunto un Juris Doctor (dottorato professionale in legge), con lode, e un Master in Business
Administration, risultando uno dei primi cinque del suo corso.

La carriera finanziaria

Terminati gli studi, Romney rimase nel Massachusetts dove fu assunto dalla Boston Consulting Group con la
quale, precedentemente fece uno stage nell'estate del 1974. Dal 1978 al 1984, Romney occupò la posizione
di vicepresidente nella Bain & Company, un'altra società di consulenza con il quartier generale a Boston.

Nel 1984 fondò assieme a Bill Bain, T. Coleman Andrews III, Eric Kriss, la Bain Capital, che ha ha investito in
o acquisito, centinaia di aziende, tra cui AMC Entertainment, Aspen Education Group, Brookstone, Burger
King, Burlington Coat Factory, Clear Channel Communications, Domino's Pizza, DoubleClick, Dunkin' Donuts,
D & Holdings M, Guitar Center, Ospedale Corporation America (HCA), Sealy, The Sports Authority, Staples,
Toys "R" Us, Warner Music Group e The Weather Channel. Mitt Romney, la società Bain Capital, e le sue
azioni, sono diventati oggetto di controllo politico e dei media, a seguito della successiva carriera politica
del co-fondatore di Mitt Romney, per il conflitto di interessi con la sua campagna presidenziale del 2012.

Candidatura alla Presidenza

Si è candidato ripetutamente alle primarie dei repubblicani; nel 2012 ha ottenuto la nomination per sfidare
come candidato ufficiale il presidente Barack Obama.

Curiosità

È il quarto mormone a correre per la Presidenza degli Stati Uniti d'America, dopo Joseph Smith
(indipendente, 1844), suo padre George W. Romney (repubblicano, 1968) e Orrin Hatch (repubblicano,
2000).

La moglie Ann ha dal 1998 la sclerosi multipla: le sue condizioni sono ancora soddisfacenti.



Dal suo sito ufficiale
Mitt Romney’s Plan for a Stronger Middle Class is a five-part proposal for turning around the economy and
delivering more jobs and more take-home pay for American families. While President Obama continues
looking to big government spending programs as the solution to the nation’s challenges, Mitt understands
that it is hardworking Americans in the private sector who will achieve economic growth and job creation.
His plan will end the middle class squeeze of declining incomes and rising prices, bring back prosperity, and
create 12 million jobs during his first term.

Part one of Mitt’s plan is to achieve energy independence on this continent by 2020. America is blessed
with extraordinary natural resources, and developing them will create millions of good jobs – not only in
the energy industry, but also in industries like manufacturing that will benefit from more energy at lower
prices. America’s economy will boom when the billions of dollars we send overseas for our oil are kept here
at home instead.

Part two of the plan is trade that works for America. Mitt believes that trade can offer enormous
opportunities for American businesses and workers, but only if they are given a level playing field on which
they can compete and win. That is why he will work to open new markets for American goods and services,
while also confronting nations like China that cheat on trade and steal American jobs.

Part three is to provide Americans with the skills to succeed through better public schools, better access to
higher education, and better retraining programs that help to match unemployed workers with real-world
job opportunities.

Part four is to cut the deficit, reducing the size of government and getting the national debt under control
so that America remains a place where businesses want to open up shop and hire.

Finally, part five of Mitt’s plan is to champion small business. Small businesses are the engine of job
creation in this country, but they will struggle to succeed if taxes and regulations are too burdensome or if
a government in Washington does its best to stifle them. Mitt will pursue comprehensive tax reform that
lowers tax rates for all Americans, and he will cut back on the red tape that drives up costs and discourages
hiring.

This election presents a clear choice, and an important one: Will America once again be the best place in
the world to start a business, hire a worker, or find a job? Or will it continue down the path that President
Obama’s borrowing and taxing and spending has led? America is still waiting for its economic recovery and,
as president, Mitt Romney will deliver it.

Da wikipedia

Barack Hussein Obama II (Honolulu, 4 agosto 1961) è un politico statunitense, 44º e attuale Presidente
degli Stati Uniti d'America.

Primo afroamericano a ricoprire la carica, Obama è stato senatore junior per lo Stato dell'Illinois dal
gennaio 2005 al novembre 2008, quando si è dimesso dopo la vittoria delle elezioni presidenziali
statunitensi del 4 novembre 2008.

Si è laureato alla Columbia University e alla Harvard Law School, dove è stato il primo afroamericano
presidente della Harvard Law Review. Organizzatore e attivista politico nella sua comunità di Chicago prima
di ottenere la laurea in giurisprudenza, ha lavorato come avvocato nella difesa dei diritti civili e ha
insegnato diritto costituzionale alla Law School dell'Università di Chicago dal 1992 al 2004.
Obama è stato eletto al Senato dell'Illinois per tre mandati, dal 1997 al 2004. In seguito alla mancata
elezione alla Camera dei Rappresentanti nel 2000, si è candidato al Senato federale nel 2004, dopo la
vittoria a sorpresa alle primarie democratiche nazionali del marzo 2004 (su un folto gruppo di contendenti).
Il successo alle primarie ha accresciuto la sua visibilità, e il suo discorso introduttivo (keynote address) alla
convention democratica di luglio lo ha reso una delle figure emergenti del Partito Democratico. È stato
quindi eletto senatore degli Stati Uniti nel novembre 2004, con il più ampio margine nella storia dell'Illinois.

Il 10 febbraio 2007 ha annunciato ufficialmente la propria candidatura per le elezioni presidenziali del
2008.[1] Dopo un duro testa a testa ha battuto l'ex first lady e senatrice dello stato di New York Hillary
Clinton (favorita della vigilia) alle elezioni primarie del Partito Democratico. Il 3 giugno 2008 Obama ha
ottenuto il quorum necessario per la nomination democratica, divenendo così il primo candidato
afroamericano a correre per la Casa Bianca per uno dei due maggiori partiti.

Ha ottenuto l'investitura ufficiale durante la convention del partito che si è tenuta a Denver tra il 25 e il 28
agosto 2008.

Ha vinto le elezioni presidenziali del 4 novembre 2008, superando il senatore repubblicano dell'Arizona
John McCain, e si è insediato ufficialmente alla presidenza il 20 gennaio 2009.

Il settimanale statunitense TIME lo ha eletto Persona dell'anno 2008.[2] La sua foto ufficiale è stata scattata
per la prima volta con una fotocamera digitale ed è stata rilasciata sotto una licenza Creative Commons.[3]

È stato insignito del Premio Nobel per la Pace 2009 «per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la
diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli».[4]

Lo stipendio di Obama come Presidente degli Stati Uniti è di circa 33mila dollari (24mila euro nel 2012) al
mese.[5]Indice [nascondi]

Primi anni

Barack Obama nasce il 4 agosto 1961 al Kapi'olani Medical Center for Women & Children di Honolulu, nelle
Hawaii, da madre statunitense, Stanley Ann Dunham (1942–1995), nata a Wichita (Kansas), da una famiglia
di origini inglesi e tedesche, e da padre keniota di etnia Luo, Barack Obama Sr. (1936-1982), nato a
Nyang'oma Kogelo, nella Provincia di Nyanza. Al momento della nascita di Barack Jr. entrambi i genitori
erano giovani studenti universitari.[6] Nel 1963 i genitori si separarono e successivamente divorziarono; il
padre andò all'Università Harvard per conseguire un dottorato, e infine tornò in Kenya,[7] dove morì in un
incidente stradale nel Novembre 1982:[8] rivide il figlio solo in un'occasione. La madre invece si risposò con
Lolo Soetoro (1936 – 1987), un altro suo ex collega universitario, da cui ebbe una figlia. Soetoro proveniva
dall'Indonesia, si laureò in geografia nel 1962. Obama si trasferì quindi con la famiglia a Giacarta, dove
nacque la sua sorellastra, Maya Soetoro-Ng, e dove lui frequentò le scuole elementari da 6 a 10 anni.[9]

A dieci anni, nel 1971, Obama ritornò a Honolulu per ricevere un'istruzione migliore. Fu cresciuto prima dai
nonni materni, Stanley Dunham (1918 – 1992) e Madelyn Payne Dunham (1922 – 2008), poi dalla madre. Si
iscrisse alla scuola privata più importante e prestigiosa dell'isola, la Punahou High School, dove si diplomò
con ottimi voti nel 1979.[10][11] La madre di Obama morì di cancro nel Novembre 1995, pochi mesi dopo la
pubblicazione dell'autobiografia di Barack Obama, Dreams from My Father.[12]

Nel suo libro I sogni di mio padre (Dreams from My Father) Obama descrive la sua esperienza di crescere
con la famiglia di sua madre; una famiglia di ceto medio e, ovviamente, bianca. Incontrerà il padre una volta
sola, a dieci anni, durante le vacanze natalizie del 1971. La conoscenza del padre nero assente derivò
principalmente dalle storie della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: "Che mio
padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me — che era nero come la pece, mentre mia
madre bianca come il latte — me ne ricordo a malapena."[13] Da giovane, lottò per riconciliare le
percezioni sociali sulla sua eredità multirazziale. Obama scrive sul suo utilizzo di marijuana e cocaina
durante la sua adolescenza per "spingere le domande su chi ero fuori dalla mia testa."[14] Al forum civile
per la candidatura presidenziale nel 2008, Obama identifica il suo uso di droghe come "il suo più grosso
fallimento morale" Hornick, Ed (August 17, 2008).[15][16] Dopo il liceo, Obama studiò per un paio d'anni
all'Occidental College, prima di spostarsi al Columbia College della Columbia University. Là si laureò in
scienze politiche, con una specializzazione in relazioni internazionali.[17][18] Dopo la laurea, lavorò per un
anno alla Business International Corporation (ora parte del The Economist Group), una società che forniva
notizie economiche di carattere internazionale alle aziende clienti.[19] Si trasferì poi a Chicago, per dirigere
un progetto non profit che assisteva le chiese locali nell'organizzare programmi di apprendistato per i
residenti dei quartieri poveri nel South Side.[20][21]

Nel 1988, Obama lasciò Chicago per tre anni per studiare giurisprudenza ad Harvard. Nel febbraio 1990
diventò il primo presidente afroamericano della celebre rivista Harvard Law Review.[22] Nel 1989, durante
uno stage estivo presso lo studio legale specializzato in diritto societario Sidley Austin di Chicago conobbe
Michelle Robinson, avvocato associato nello stesso studio. Si laureò magna cum laude nel 1991. Il 3 ottobre
1992 sposò Michelle Robinson nella Trinity United Church of Christ di Chicago.

Tornato a Chicago, Obama diresse un movimento per far registrare al voto quanti più elettori possibili
(voter registration drive), poi come avvocato associato lavorò per difendere organizzazioni impegnate nella
difesa dei diritti civili e del diritto di voto presso lo studio legale Miner, Barnhill & Galland, e insegnò diritto
costituzionale presso la facoltà di legge dell'Università di Chicago, dal 1993 fino alla sua elezione al Senato
federale nel 2004.[21]

L'impegno politico

L'allora senatore Obama incontra il Premio Nobel per la Pace Wangari Maathai

L'impegno politico di Obama cominciò nel 1992, anno in cui, dopo un'aggressiva campagna elettorale, aiutò
il presidente Bill Clinton nelle elezioni presidenziali, portandogli circa 100.000 voti. Personaggio abbastanza
conosciuto a Chicago dove, lavorando in uno studio legale, si era occupato di diritti civili, nel 1993 favorì
l'elezione al Senato di Carol Moseley Braun, prima donna afro-americana a diventare senatrice.[senza
fonte]

Senatore dell'Illinois

Nel 1996, Obama fu eletto al senato dell'Illinois dal 13º distretto nel quartiere Hyde Park, nella parte
meridionale di Chicago. Nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del senato,
fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani del Senato.[23] Tra le sue iniziative
legislative, Obama aiutò a realizzare degli sgravi fiscali sul reddito per favorire le famiglie a basso reddito,
lavorò su una legge che aiutava i residenti che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria, e
aiutò a promuovere leggi per aumentare la prevenzione dell'AIDS e programmi di assistenza.[24]

Nel 2000 si candidò alle elezioni primarie del Partito Democratico che avrebbero dovuto scegliere il
rappresentante congressuale per l'Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush.
Rush, già membro delle Pantere Nere e un attivista nella comunità, affermò che Obama non "aveva vissuto
nel primo distretto congressuale abbastanza per sapere realmente cosa stava succedendo."[25] Rush vince
le primarie con il 61% dei voti, contro il 30% di Obama.[26] Dopo la sconfitta, Obama si concentrò sul
Senato statale, creando una legge che obbliga la polizia a registrare gli interrogatori nei confronti di
criminali punibili con la pena di morte[27] e favorendo una legge che richiede alle assicurazioni di coprire le
mammografie di routine.[28][29] Nel 2002 si candidò alla stessa carica senza rivali.[30]

Analizzando la carriera di Obama nel Senato dell'Illinois, un articolo del Washington Post, pubblicato nel
febbraio del 2007, ha notato la sua abilità nel lavorare con efficacia sia con i democratici che con i
repubblicani, e la capacità di costruire coalizioni bipartisan.[31] Nella sua campagna elettorale seguente,
per il Senato federale, Obama ha ottenuto l'appoggio del Fraternal Order of Police, il più grande sindacato
di polizia statunitense. Gli agenti hanno lodato il suo "duraturo appoggio ad un controllo sulle armi da fuoco
e la sua volontà di raggiungere compromessi", nonostante alcune leggi su cui il sindacato di polizia si era
opposto.[32]

Elezione al Senato federale

Nel 2004 si tennero le elezioni in Illinois per decidere il nuovo senatore che avrebbe rappresentato lo stato
al congresso degli Stati Uniti; il senatore in carica era il repubblicano Peter Fitzgerald, il quale però aveva già
annunciato di non volersi ricandidare. Obama presentò la sua candidatura alle primarie democratiche. Nei
primi sondaggi Obama inseguiva il ricchissimo uomo d'affari Blair Hull e il supervisore statale Dan Hynes. Le
possibilità per Hull precipitarono, però, dopo le accuse di violenza domestica.[33]

La candidatura di Obama divenne vincente grazie ad una campagna pubblicitaria che proponeva immagini
di Harold Washington, il sindaco deceduto di Chicago, e dello scomparso senatore federale Paul Simon. Fu
inoltre sostenuto dalla figlia di Simon, dal Chicago Tribune e dal Chicago Sun-Times.[34][35] Quindi affrontò
Jack Ryan, il vincitore delle primarie per il Partito Repubblicano. Nei sondaggi iniziali Ryan inseguiva Obama,
il quale però lo distanziò di venti punti dopo che i media resero noto che Ryan aveva incaricato un
assistente di seguire le apparizioni pubbliche di Obama. Con il progredire della campagna, una causa
intentata dal Chicago Tribune e dal canale WLS-TV di proprietà della ABC, portarono un tribunale della
California ad aprire dei dossier sull'affidamento che datavano dal divorzio di Ryan dalla moglie, l'attrice Jeri
Ryan. Nei dossier, la donna sosteneva che il marito l'avesse condotta in alcuni sex club di svariate città con
l'intenzione di avere rapporti sessuali in pubblico. Benché la natura sensazionale delle accuse ne facesse
materiale per giornali scandalistici e programmi televisivi specializzati nell'argomento, i dossier avevano
comunque rilevanza giornalistica in quanto Ryan aveva insistito con i leader repubblicani che essi non
contenevano niente che potesse danneggiarlo. Di conseguenza molti repubblicani misero in dubbio
l'integrità morale di Ryan, che abbandonò la campagna elettorale il 25 giugno 2004, lasciando Obama senza
rivali.[36]

Risultò difficile per il Partito Repubblicano dell'Illinois trovare un sostituto al posto di Ryan, perché molti dei
potenziali candidati, fra i quali Mike Ditka, ex allenatore degli Chicago Bears, rifiutarono la candidatura. La
presidente del Partito Repubblicano dell'Illinois, Judy Baar Topinka, alla fine indicò due possibili candidati,
entrambi afroamericani: Alan Keys, un ex funzionario del Dipartimento di Stato e commentatore
radiofonico dal Maryland, e Andrea Barthwell, un ex funzionario dell'Agenzia Antidroga federale.
Nell'agosto del 2004, a meno di tre mesi dal giorno delle elezioni, Alan Keyes accettò la nomina di
candidato repubblicano, per sostituire Ryan.[37] Keyes, un residente del Maryland di lunga data, cambiò la
sua residenza legale nell'Illinois dopo la candidatura.[38]
Obama e Keyes esprimevano punti di vista opposti riguardo alla ricerca sulle cellule staminali, sull'aborto,
sul controllo sulle armi da fuoco, sui tagli alle tasse e sui buoni scuola.[39] Il 2 novembre 2004, Obama
trionfò contro Keyes con il 70% dei voti, contro il 27% dell'avversario.[40]

L'attività a Washington

Obama giurò come senatore il 4 gennaio 2005.[41] Scelse, come direttore del personale, il direttore del
personale dell'ex coordinatore dei Democratici al Senato Tom Daschle, e Karen Kornbluh, un'economista
che era stata vice capo di gabinetto di Robert Rubin, l'ex segretario del Tesoro, come consulente
politica.[42] Nel luglio 2005, Samantha Power, vincitrice del premio Pulitzer per un libro sui diritti umani e il
genocidio, entrò nella squadra di Obama.[43] A quattro mesi dal suo arrivo al senato, il TIME lo dichiarò
uno dei 100 personaggi più influenti del mondo, definendolo "uno dei più ammirati politici in America".[44]
Un articolo dell'ottobre 2005 della rivista britannica New Statesman ha nominato Obama uno dei "10
personaggi che possono cambiare il mondo".[45] Nel corso degli anni in Senato, Obama ha ricevuto vari
dottorati ad honorem in legge da varie istituzioni universitarie tra i quali il Knox College,[46] la University of
Massachusetts Boston,[47] l'Università di Northwestern,[48] e la Xavier University of Louisiana.[49] Era
membro delle seguenti commissioni al Senato:[50] relazioni internazionali salute, educazione, lavoro e
pensioni sicurezza nazionale e affari di governo veterani

109ª legislatura

L'ex-Presidente Bush firma la legge sulla responsabilità e trasparenza dei fondi federali, mentre gli artefici
Tom Coburn (R-OK) e Obama osservano.[51]

Obama ha prodotto 152 disegni di legge e risoluzioni presso il 109º Congresso nel 2005 e nel 2006, e ne ha
appoggiate altre 427.[52][53] Il suo primo disegno di legge è stata la "Legge per l'aumento delle borse di
studio universitarie Pell."[54] Mantenendo una promessa elettorale, il disegno proponeva di aumentare
l'ammontare massimo di borse di studio "Pell Grant" per aiutare studenti di famiglie a basso reddito a
pagare le rette universitarie.[55] Il disegno di legge non superò l'esame della commissione e non fu mai
votato dal Senato.

Obama svolse un ruolo attivo nello sforzo del Senato per migliorare la sicurezza dei confini e le riforme
sull'immigrazione. A partire dal 2005, ha appoggiato la "Legge sull'America sicura e sull'Immigrazione
controllata", introdotta dal senatore John McCain (R-AZ).[56] Obama successivamente aggiunse tre
emendamenti alla legge 2611, la "Riforma tollerante sull'Immigrazione," voluta dal senatore Arlen Specter
(R-PA).[57][58] La S. 2611 passò l'esame del Senato nel maggio 2006, ma non fu approvata dalla
maggioranza della Camera.[59] Nel settembre 2006, Obama appoggiò un disegno di legge collegato, la
"Legge per la barriera sicura", che autorizza la costruzione di un muro e altri rafforzamenti delle misure tese
ad impedire l'immigrazione clandestina proveniente dal Messico.[60] Il Presidente Bush approvò il disegno
di legge nell'ottobre 2006, definendolo "un passo importante verso la riforma dell'immigrazione".[61]

Congiuntamente, prima, al senatore Richard Lugar (R-IN), e poi al senatore Tom Coburn (R-OK), Obama ha
introdotto con successo due iniziative che portavano il suo nome. La "Lugar-Obama" amplia la "Nunn-
Lugar" sulla riduzione delle armi di distruzione di massa, anche alle armi convenzionali, tra cui i missili a
spalla e le mine anti-uomo.[62][63]

La "Legge sulla trasparenza dei fondi federali Coburn-Obama" prevede la pubblicazione di un sito web,
gestito dall'Agenzia della Gestione e del Bilancio, che annota tutte le organizzazioni che ricevono fondi
federali dal 2007 in avanti. Per ogni organizzazione si dichiara quale agenzia destina i fondi, la quantità di
denaro fornito, e il motivo del finanziamento o contratto.[64][65] Il 22 dicembre 2006, il presidente Bush
firmò la "Legge per gli aiuti, sicurezza e promozione della democrazia della Repubblica Democratica del
Congo;" questa è stata la prima legge federale con Obama primo firmatario.[66]

110ª legislatura

Nei primi giorni della 110ª legislatura, in un editoriale pubblicato sul Washington Post, Obama ha invocato
la fine di "ogni pratica che faccia pensare ad un cittadino ragionevole che un politico deve qualcosa ad un
lobbista".[67] Si è unito al senatore Russ Feingold (D-WI) per fare pressione sulla dirigenza dei Democratici
al fine di ottenere restrizioni più severe nella S.1, la legge del 2007 sulla trasparenza e la responsabilità dei
legislatori, che è passata al Senato con 96 voti favorevoli e solo due contrari.[68][69] Obama si è unito a
Charles Schumer (D-NY) nell'appoggiare la S. 453, un disegno di legge che intende criminalizzare pratiche
scorrette nelle elezioni federali, tra cui volantini fraudolenti e telefonate automatiche, come è avvenuto
nelle elezioni di medio termine 2006.[70][71]

Le iniziative di Obama riguardo all'energia hanno riscosso plausi e critiche da parte degli ambientalisti, che
hanno gradito la sua proposta di legge sul riscaldamento globale, presentata con il senatore John McCain
(R-AZ), che permetterebbe di ridurre le emissioni di gas serra di due terzi, entro il 2050, ma si sono mostrati
più scettici nei confronti dell'appoggio di Obama nei confronti di una legge che promuove la produzione di
carbone liquefatto.[72][73] Sempre nei primi mesi della 110ª Legislatura, Obama ha presentato il "disegno
di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq," una proposta che prevedeva la graduale riduzione del numero di
militari presenti sul suolo iracheno a partire dal 1º maggio 2007 e il totale rientro di tutti i militari dall'Iraq
entro il 31 marzo 2008.[74][75]

Visite ufficiali

Il Presidente della Commissione del Senato sui Rapporti con l'Estero Richard Lugar

Nella pausa parlamentare dell'agosto 2005, Obama viaggiò con il senatore Richard Lugar, Presidente della
Commissioni del Senato sui Rapporti con l'Estero, in Russia, Ucraina e Azerbaijan. Il viaggio era focalizzato
su strategie per controllare l'offerta mondiale di armi convenzionali, armi biologiche e le armi di distruzioni
di massa, come una prima difesa strategica dalla minaccia di futuri attacchi terroristici.[76] Lugar e Obama
hanno ispezionato una struttura per la distruzione di testate nucleari a Saratov, nel sud della Russia
europea.[77]

Nel gennaio 2006, Obama ha partecipato ad una delegazione del Congresso che ha incontrato i militari
statunitensi in Kuwait e in Iraq. Dopo le visite, Obama si è recato in Giordania, Israele e in Palestina. Mentre
era in Israele, Obama ha incontrato il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom.[78] Obama ha anche
incontrato un gruppo di studenti palestinesi due settimane prima che Hamas vincesse le elezioni. ABC News
7 (Chicago) ha riportato che Obama ha riferito agli studenti che "gli Stati Uniti non riconosceranno mai la
vittoria di Hamas, se questo non rinuncia alla sua principale missione di distruggere Israele" e poi dichiarò
lo stesso nel suo incontro con il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmud Abbas.[79]

Il terzo viaggio ufficiale di Obama fu nell'agosto del 2006, in Sudafrica, Kenya, Gibuti, Etiopia e Ciad. Obama
fu raggiunto dalla moglie e dalle due figlie nella visita al luogo di nascita di suo padre, un villaggio vicino a
Kisumu, in una regione occidentale e rurale.[80] Obama fu accolto da folle entusiaste nelle sue uscite
pubbliche.[81] Per incoraggiare le popolazioni locali ad effettuare il test HIV in maniera volontaria, Obama e
sua moglie si sottoposero pubblicamente ad un test in una clinica keniota.[82] In un discorso ripreso dalla
televisione keniota, tenuto presso l'Università di Nairobi, Obama criticò fortemente l'influenza delle rivalità
etniche sulla politica keniota.[83] Il discorso generò un pubblico dibattito tra i diversi dirigenti politici,
alcuni dei quali bollarono formalmente le parole di Obama come ingiuste e inappropriate mentre altri
condivisero le sue posizioni.[84][85]

Molti commentatori hanno segnalato l'interesse internazionale per Obama come uno dei fattori
determinanti nella costruzione della sua immagine pubblica.[86] Se da un lato la sua candidatura è stata
premiata da sondaggi svolti a livello globale,[87] è d'altra parte significativa la scelta di stabilire relazioni
con importanti politici stranieri già prima della sua corsa presidenziale, in particolare con l'allora Primo
ministro britannico Tony Blair, che incontrò a Londra nel 2005,[88] con il segretario del Partito Democratico
italiano, e allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, che visitò l'ufficio di Obama al Senato di Washington nel
2005,[89] e con il Presidente francese Nicolas Sarkozy, che lo incontrò a Washington nel 2006.[90]

Ha lasciato il Senato 16 novembre 2008 per concentrarsi sulla presidenza incipiente, con molto anticipo
rispetto l'insediamento del 20 gennaio a differenza della maggior parte dei precedenti presidenti americani
senatori, che lasciarono il Senato pochi giorni prima del giuramento.

Candidatura alla presidenza degli Stati Uniti

Articolo su Wikinotizie: Il senatore USA Obama annuncia la candidatura alle presidenziali(EN)

« Yes, we can! »         Motto della campagna presidenziale di Obama pronunciato durante le primarie)

Voci su una possibile candidatura alle elezioni presidenziali del 2008 si erano intensificate dopo la sua
vittoria al Senato Federale nel novembre 2004. Subito dopo la sua vittoria, Obama aveva dichiarato ai
giornalisti: "Posso senza dubbio affermare che non mi candiderò alle elezioni presidenziali tra quattro
anni".[91] La stessa domanda gli viene posta nel gennaio 2006 durante la trasmissione televisiva Meet the
Press; anche questa volta Obama ha ripetuto la sua volontà di terminare il mandato da senatore, che scade
nel 2010.[92] L'altro senatore democratico dell'Illinois, Dick Durbin, ha più volte invitato Obama a pensare
di candidarsi.[93] Un articolo del dicembre 2005 sulla rivista The New Republic osservava che il 2008
sarebbe il momento in cui Obama avrebbe le maggiori possibilità di vittoria; in quanto non ci sarà un
presidente che si ricandiderà o un vicepresidente che si candiderà, come accade invece nella maggior parte
dei casi.[94]

Nel settembre 2006, Daniel Hynes, l'avversario di Obama alle primarie senatoriali del 2004, aveva scritto
una lettera aperta al Chicago Sun-Times, in cui invitava i Democratici a pensare seriamente alla candidatura
di Obama.[95] Il 2 ottobre 2006, il New York Magazine ha pubblicato un articolo in cui Obama dichiarava
"Molta gente mi chiede se mi candiderò nel 2008, e io ho risposto di no. E se cambio idea, vi farò
sapere".[96] Anche la rivista Time ha pubblicato un articolo con nuove voci su una sua possibile candidatura
nel 2008;[97] la prestigiosa rivista ha anche pubblicato la sua foto in prima pagina, con un titolo che diceva
"Le ragioni per cui Barack Obama potrebbe essere il prossimo presidente".

Il 18 ottobre 2006, Obama ha partecipato al famoso programma The Oprah Winfrey Show e ha detto alla
Winfrey che, se mai avesse deciso di candidarsi alla presidenza, lo avrebbe annunciato in quel
programma.[98] Precedentemente Oprah aveva dichiarato in proposito: "So che non sto parlando solo per
me. Ci sono molte persone che vogliono che tu ti candidi alla presidenza degli Stati Uniti."[98]

Il 22 ottobre 2006, Obama ha di nuovo partecipato alla trasmissione Meet the Press ammettendo di
pensare ad una candidatura.[99] Ha dichiarato: "Non voglio essere schivo al riguardo: date le reazioni che
ho ricevuto negli scorsi mesi, ho pensato a questa possibilità ma non ci ho ancora pensato con la serietà e la
profondità che credo siano necessarie. [...] Dopo il 7 novembre,[100] mi fermerò, mi siederò e considererò
la questione, e se ad un certo punto cambio idea, farò un annuncio pubblico e tutti saranno in grado di
darmi addosso"[101] ha promesso Obama.

Il 10 febbraio 2007 Obama ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del
2008.[1]

La sfida per la nomination democratica

Il procedimento per la scelta del candidato democratico iniziò il 3 gennaio 2008, quando si tennero i caucus
dell'Iowa. Barack Obama vinse con quasi il 38% dei voti, davanti a John Edwards (con circa il 30%) e Hillary
Clinton (29%). Sebbene i sondaggi prevedessero una sua netta vittoria anche nelle primarie del New
Hampshire dell'8 gennaio 2008, in quell'occasione Obama ha ottenuto solo il 37% dei voti, contro il 39%
della senatrice Clinton (John Edwards è arrivato terzo col 17%).

Il 26 gennaio 2008 ha nuovamente vinto un'importante primaria statale, questa volta in Carolina del Sud,
dove, monopolizzando il voto nero ed aprendosi larghi varchi in quello bianco, ha conquistato il 55% dei
voti contro il 27% della Clinton ed il 18% di Edwards.

Il 19 febbraio dello stesso anno ha vinto le primarie in Wisconsin con il 58% di voti circa, superando la
senatrice Clinton che ha ottenuto solo il 41%, e nelle Hawaii dove ha ottenuto il 76% delle preferenze
contro il 24% della Clinton.

Il 3 giugno 2008, con la vittoria in Montana, Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination alla
convention democratica di Denver.

Il 7 giugno, dopo una pioggia di appoggi da parte di moltissimi superdelegati, anche la sua diretta rivale alla
nomination democratica, Hillary Clinton riconosce la vittoria del senatore dell'Illinois, dando il suo
endorsement e ritirandosi di fatto dalla corsa. Barack Obama diventa così, ormai ufficialmente, il primo
afro-americano in corsa per la Casa Bianca.

Il 23 agosto, Obama sceglie per il ruolo di candidato alla Vicepresidenza degli Stati Uniti il senatore
democratico Joe Biden.

Il 4 novembre, Obama vince le elezioni sconfiggendo il repubblicano John McCain[102].

Il 9 ottobre 2009 il comitato di Oslo gli conferisce il Premio Nobel per la Pace « per il suo straordinario
impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli »

La motivazione fa riferimento al suo incessante tentativo di ridurre gli arsenali nucleari e di intavolare un
dialogo distensivo e costruttivo col Medio Oriente. Il riconoscimento, consistente in una medaglia, un
diploma e un assegno da 10 milioni di corone svedesi (circa un milione di euro) è consegnato a Oslo il 10
dicembre. «Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l'attenzione del mondo e a
dare una speranza per un futuro migliore», si legge nella motivazione diffusa dal Comitato, che spiega come
la diplomazia del Presidente statunitense sia «basata sul concetto che coloro che guidano il mondo
debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione».[103]

Nonostante le motivazioni fornite dal comitato di Oslo, l'attribuzione del Nobel ad un presidente eletto da
così poco tempo ha suscitato alcune polemiche. Secondo un sondaggio informale pubblicato dalla MSNBC il
62% degli intervistati pensa sia immeritato, mentre numerose critiche sono state sollevate dai repubblicani
e dalla stampa.[104][105][106] Lo stesso diretto interessato non ha mancato di far notare come, secondo la
sua posizione, altri avrebbero maggiormente meritato il premio.[107]

Famiglia e religione

Obama è raggiunto dalla moglie e dalle due figlie, prima dell'annuncio della sua candidatura alle
presidenziali, presso Springfield, Illinois, il 10 febbraio 2007.[108]

Mentre lavorava presso la società di consulenze legali Sidley Austin di Chicago nell'estate del 1989, Obama
incontrò Michelle Robinson, un avvocato associato della società.[109] Michelle e Barack Obama si
sposarono nel 1992 presso la Trinity United Church of Christ di Chicago; la cerimonia fu svolta dal
reverendo Jeremiah Wright.[110] Hanno due figlie, Malia, nata nel 1998, e Sasha, del 2001.[109] Un
passaggio del discorso chiave di Obama presso la Convention democratica del 2004, nonché il titolo del suo
libro del 2006, L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), gli sono state ispirate dai sermoni del
reverendo Wright.[111] Nel libro Obama descrive così la sua crescita in un ambiente non-religioso:       «
Non sono cresciuto in una famiglia religiosa. I miei nonni materni, che erano del Kansas, erano cresciuti in
famiglie battiste e metodiste, ma la fede non ha mai veramente messo radici nei loro cuori. Le stesse
esperienze di mia madre, una bambina sensibile e immersa nei libri cresciuta in piccole città del Kansas,
Oklahoma e Texas, non fecero altro che rinforzare questo scetticismo ereditato. [...] Mio padre è stato
quasi totalmente assente dalla mia infanzia, siccome i miei genitori divorziarono quando avevo due anni; ad
ogni modo, nonostante mio padre fosse stato educato da musulmano, quando incontrò mia madre era
ormai un ateo convinto e riteneva che la religione fosse solo superstizione. »

Obama scrive che le sue convinzioni religiose nacquero intorno ai vent'anni, quando collaborava con alcune
chiese locali, organizzando la comunità. Fu qui che capì "il potere della tradizione religiosa afro-americana
nello spronare cambiamenti sociali"; « Fu a causa di queste nuove comprensioni, cioè che l'impegno
religioso non richiedeva di sospendere il pensiero critico, di smettere di lottare per la giustizia economica o
sociale, o di ritirarmi da quel mondo che conoscevo e amavo, che fui finalmente capace di camminare nella
navata della Trinity United Church of Christ ed essere battezzato. Fu una scelta consapevole, non una
rivelazione; le domande che mi ponevo non sparirono di colpo. Ma inginocchiandomi sotto la croce nel
South Side di Chicago, sentii lo spirito di Dio che mi attraeva. Mi piegai alla Sua volontà, e mi dedicai a
scoprire la Sua verità.[112] »

Critiche

Si è attirato le critiche di progressisti come il giornalista David Sirota quando ha votato per confermare
Condoleezza Rice come Segretario di Stato, quando ha votato a favore di una legge di azione collettiva
"scritta dalle multinazionali", e per "essersi rifiutato di criticare apertamente" la guerra in Iraq, nonostante
si presenti come un candidato contro la guerra.[113] Anche il professore afro-americano Cornel West,
dell'Università di Princeton, ha sollevato forti dubbi, in particolare riferiti alla scarsa trasparenza sulla
provenienza dei finanziamenti per la campagna elettorale.[114] Tra i critici più radicali si pone lo storico
Webster Tarpley, già noto come critico spietato dei neoconservatori e autore di due libri polemici su
Obama usciti nel 2008, fra cui una biografia non autorizzata.[115] Obama si è inoltre attirato le critiche
della Santa Sede e del mondo cattolico con la sua svolta sull'aborto,[116], in particolare con la possibilità di
finanziare il cd. aborto "a nascita parziale" (cioè anche al nono mese di gravidanza).[117][118][119]

A un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca, si moltiplicano gli articoli critici nei confronti del suo
operato. Obama in campagna elettorale aveva inserito nel suo programma la fine della guerra in Iraq e la
riduzione delle truppe in Afghanistan, nonché una nuova politica di apertura e pace nei confronti dell'Iran.
L'aumento delle truppe in Afghanistan, l'assenza di una exit strategy dall'Iraq, il mantenimento di certe
leggi controverse, come il patriot act di Bush, sono tra gli elementi a sostegno delle tesi critiche[120].

Opere

Obama ha pubblicato l'autobiografia, I sogni di mio padre (Dreams from My Father) nel 1995 e ha
pubblicato una nuova versione, con qualche modifica, nel 2004. In Italia è stata pubblicata dalla casa
editrice Nutrimenti nel 2007. La versione in audiolibro è stata premiata nel 2006 con un Grammy award for
Best Spoken Word Album.[121]

Nel dicembre 2004, Obama ha stretto un accordo da 1,9 milioni di dollari per scrivere tre libri.[122] Il primo,
L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), è uscito il 17 ottobre 2006, e delinea le sue convinzioni
politiche. [123][124] Il secondo è un libro per bambini scritto in stretta collaborazione con la moglie
Michelle e le loro due figlie, i cui profitti saranno devoluti in beneficenza. L'argomento del terzo libro non è
stato annunciato.

Risultati elettorali

2008 Elezione Presidenza degli Stati Uniti

Barack Obama (D), 365 grandi elettori (53% di voti)[125]

John McCain (R), 173 grandi elettori (46% di voti)[125]

2004 Elezione al Senato Federale

Barack Obama (D), 70%

Alan Keyes (R), 27%

Albert J. Franzen (I), 2%

Jerry Kohn (L), 1%

2000 Elezione alla Camera dei Rappresentanti - 1º distretto (Primarie dei Democratici)

Bobby Rush (D), 61%

Barack Obama (D), 30%

Donne Trotter (D), 7%

Media [modifica]



Il Weekly Address è il comunicato multimediale settimanale del 44º Presidente degli Stati Uniti d'America;
Barack Obama ha sempre dato molta importanza alla comunicazione mediatica e ad internet, questo gli
consente di mantenere uno stretto legame con il popolo americano che lo ha eletto; ogni sabato infatti,
appare sul sito della Casa Bianca Weekly Adress il suo comunicato settimanale, in cui illustra e spiega ciò di
cui la sua amministrazione si sta occupando. Lo si può scaricare come podcast su iTunes o inserire nella
propria pagina nei social network Facebook, Twitter, Myspace ecc.
L'apertura sui matrimoni gay [

Nel maggio 2012 Obama afferma che le coppie dello stesso sesso debbono avere la possibilità di contrarre il
matrimonio[126].

Filmografia

Barack Obama - L'uomo, il presidente (By the People: The Election of Barack Obama), regia di Amy Rice e
Alicia Sams (2009) - Documentario (distribuzione: Sony Pictures)

Weitere ähnliche Inhalte

Andere mochten auch

Grecia milan historia 18 10
Grecia milan historia 18 10Grecia milan historia 18 10
Grecia milan historia 18 10greciamilan
 
Original pimenton catalogo_2013
Original pimenton catalogo_2013Original pimenton catalogo_2013
Original pimenton catalogo_2013Darcy Sa
 
Pimenton catalogo 2013
Pimenton catalogo 2013Pimenton catalogo 2013
Pimenton catalogo 2013Darcy Sa
 
Original pimenton catalogo_2013
Original pimenton catalogo_2013Original pimenton catalogo_2013
Original pimenton catalogo_2013Darcy Sa
 
Analisis regresi dan korelasi sederhana
Analisis regresi dan korelasi sederhanaAnalisis regresi dan korelasi sederhana
Analisis regresi dan korelasi sederhanaGandi Wibowo
 
Git github tortoise git
Git github tortoise gitGit github tortoise git
Git github tortoise gitmaxrosan
 

Andere mochten auch (11)

Grecia milan historia 18 10
Grecia milan historia 18 10Grecia milan historia 18 10
Grecia milan historia 18 10
 
Original pimenton catalogo_2013
Original pimenton catalogo_2013Original pimenton catalogo_2013
Original pimenton catalogo_2013
 
Tony Stark
Tony StarkTony Stark
Tony Stark
 
La storia di giorgio napolitano
La storia di giorgio napolitanoLa storia di giorgio napolitano
La storia di giorgio napolitano
 
Kebersihan diri
Kebersihan diriKebersihan diri
Kebersihan diri
 
Pimenton catalogo 2013
Pimenton catalogo 2013Pimenton catalogo 2013
Pimenton catalogo 2013
 
Original pimenton catalogo_2013
Original pimenton catalogo_2013Original pimenton catalogo_2013
Original pimenton catalogo_2013
 
Kedai 1 malaysia
Kedai 1 malaysiaKedai 1 malaysia
Kedai 1 malaysia
 
La storia di Giorgio Napolitano
La storia di Giorgio NapolitanoLa storia di Giorgio Napolitano
La storia di Giorgio Napolitano
 
Analisis regresi dan korelasi sederhana
Analisis regresi dan korelasi sederhanaAnalisis regresi dan korelasi sederhana
Analisis regresi dan korelasi sederhana
 
Git github tortoise git
Git github tortoise gitGit github tortoise git
Git github tortoise git
 

Ähnlich wie Obama e romney fdi

Una nazione disfunzionale
Una nazione disfunzionaleUna nazione disfunzionale
Una nazione disfunzionaleHoro Capital
 
La gente decide, ma soprattutto fa!
La gente decide, ma soprattutto fa!La gente decide, ma soprattutto fa!
La gente decide, ma soprattutto fa!Monica Di Sisto
 
Www informazionesenzafiltro-it-covid-19-il-racconto-da-new-york-qui-lo-chiama...
Www informazionesenzafiltro-it-covid-19-il-racconto-da-new-york-qui-lo-chiama...Www informazionesenzafiltro-it-covid-19-il-racconto-da-new-york-qui-lo-chiama...
Www informazionesenzafiltro-it-covid-19-il-racconto-da-new-york-qui-lo-chiama...FlavioAntonelli1
 
Sulla fame non si specula
Sulla fame non si speculaSulla fame non si specula
Sulla fame non si speculaFabio Pipinato
 
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11Antonio Panigalli
 
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11Antonio Panigalli
 
Colpo_di_Stato_digitale.pdf
Colpo_di_Stato_digitale.pdfColpo_di_Stato_digitale.pdf
Colpo_di_Stato_digitale.pdfAlessioMarziale
 
Operazione Blackjack
Operazione BlackjackOperazione Blackjack
Operazione Blackjackfcapretta
 
Effetto serra la terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffiette
Effetto serra la terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffietteEffetto serra la terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffiette
Effetto serra la terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffietteFrancesco Pulpito
 
Ocplab G8apertureeagenda Bergamini Rida
Ocplab G8apertureeagenda Bergamini RidaOcplab G8apertureeagenda Bergamini Rida
Ocplab G8apertureeagenda Bergamini RidaMarco Binotto
 
Elezioni Presidenziali Americane 2016 (QUADERNI AMERICANI, n.1, dicembre 2016)
Elezioni Presidenziali Americane 2016 (QUADERNI AMERICANI, n.1, dicembre 2016)Elezioni Presidenziali Americane 2016 (QUADERNI AMERICANI, n.1, dicembre 2016)
Elezioni Presidenziali Americane 2016 (QUADERNI AMERICANI, n.1, dicembre 2016)Denis Spedalieri
 
Equilibrio globale tra Cina, Usa, Europa
Equilibrio globale tra Cina, Usa, EuropaEquilibrio globale tra Cina, Usa, Europa
Equilibrio globale tra Cina, Usa, EuropaFlavioAntonelli1
 
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09Antonio Panigalli
 
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09Antonio Panigalli
 
2012 Un Anno Di Scelte
2012   Un Anno Di Scelte2012   Un Anno Di Scelte
2012 Un Anno Di ScelteHoro Capital
 
Verbale dell'assemblea del 23 febbraio 2012 analisi della grecia
Verbale dell'assemblea del 23 febbraio 2012   analisi della greciaVerbale dell'assemblea del 23 febbraio 2012   analisi della grecia
Verbale dell'assemblea del 23 febbraio 2012 analisi della greciaBeatrice Achille
 

Ähnlich wie Obama e romney fdi (20)

Ttip e tpp
Ttip e tppTtip e tpp
Ttip e tpp
 
Una nazione disfunzionale
Una nazione disfunzionaleUna nazione disfunzionale
Una nazione disfunzionale
 
La gente decide, ma soprattutto fa!
La gente decide, ma soprattutto fa!La gente decide, ma soprattutto fa!
La gente decide, ma soprattutto fa!
 
Www informazionesenzafiltro-it-covid-19-il-racconto-da-new-york-qui-lo-chiama...
Www informazionesenzafiltro-it-covid-19-il-racconto-da-new-york-qui-lo-chiama...Www informazionesenzafiltro-it-covid-19-il-racconto-da-new-york-qui-lo-chiama...
Www informazionesenzafiltro-it-covid-19-il-racconto-da-new-york-qui-lo-chiama...
 
Sulla fame non si specula
Sulla fame non si speculaSulla fame non si specula
Sulla fame non si specula
 
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
 
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
Antonio panigalli 12mesi-dicembre_11
 
Anno I luglio2015
Anno I luglio2015Anno I luglio2015
Anno I luglio2015
 
Colpo_di_Stato_digitale.pdf
Colpo_di_Stato_digitale.pdfColpo_di_Stato_digitale.pdf
Colpo_di_Stato_digitale.pdf
 
Operazione Blackjack
Operazione BlackjackOperazione Blackjack
Operazione Blackjack
 
Globalizzazione
GlobalizzazioneGlobalizzazione
Globalizzazione
 
Effetto serra la terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffiette
Effetto serra la terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffietteEffetto serra la terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffiette
Effetto serra la terra urla ma noi ascoltiamo la musica nelle cuffiette
 
Klein16 18
Klein16 18Klein16 18
Klein16 18
 
Ocplab G8apertureeagenda Bergamini Rida
Ocplab G8apertureeagenda Bergamini RidaOcplab G8apertureeagenda Bergamini Rida
Ocplab G8apertureeagenda Bergamini Rida
 
Elezioni Presidenziali Americane 2016 (QUADERNI AMERICANI, n.1, dicembre 2016)
Elezioni Presidenziali Americane 2016 (QUADERNI AMERICANI, n.1, dicembre 2016)Elezioni Presidenziali Americane 2016 (QUADERNI AMERICANI, n.1, dicembre 2016)
Elezioni Presidenziali Americane 2016 (QUADERNI AMERICANI, n.1, dicembre 2016)
 
Equilibrio globale tra Cina, Usa, Europa
Equilibrio globale tra Cina, Usa, EuropaEquilibrio globale tra Cina, Usa, Europa
Equilibrio globale tra Cina, Usa, Europa
 
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
 
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
Antonio panigalli 12mesi-maggio_09
 
2012 Un Anno Di Scelte
2012   Un Anno Di Scelte2012   Un Anno Di Scelte
2012 Un Anno Di Scelte
 
Verbale dell'assemblea del 23 febbraio 2012 analisi della grecia
Verbale dell'assemblea del 23 febbraio 2012   analisi della greciaVerbale dell'assemblea del 23 febbraio 2012   analisi della grecia
Verbale dell'assemblea del 23 febbraio 2012 analisi della grecia
 

Obama e romney fdi

  • 1. Argomenti che Obama e Romney evitano di Noam Chomsky - znetitaly- 9 ottobre 2012 Quando lo spettacolo quadriennale delle elezioni arriva al culmine, è utile chiedersi come le campagne di propaganda politica trattano dei problemi cruciali che dobbiamo affrontare. La risposta semplice è: male o per nulla. Se è così, sorgono alcune importanti domande:; perché, e che cosa possiamo fare a riguardo? Ci sono due argomenti di importanza assoluta, perché è in gioco il destino della nostra specie: il disastro ambientale e la guerra nucleare. Il primo appare regolarmente sulle prime pagine dei giornali. Il 19 settembre, per esempio, Justin Gillis ha scritto sul New York Times che lo scioglimento del ghiaccio del Mare Artico si era fermato per un anno, “ma non prima aver demolito il record precedente – e aver lanciato nuovi avvertimenti sul rapido ritmo dei cambiamento nella regione.” Lo scioglimento è molto più veloce di quanto previsto da sofisticati modelli informatici e dal più recente rapporto dell’ONU sul riscaldamento globale. Nuovi dati indicano che il ghiaccio estivo potrebbe sparire entro il 2020, con gravi conseguenze. In base a stime precedenti il ghiaccio estivo dovrebbe scomparire nel 2050. “I governi hanno però reagito al cambiamento senza molta urgenza riguardo alla limitazione delle emissioni dei gas serra,” scrive Gillis. “Al contrario, la loro reazione principale è stata quelle di pianificare lo sfruttamento di minerali di recente accessibili nel Artico, e anche le trivellazioni per cercare altro petrolio” – cioè accelerare la catastrofe. Questa reazione dimostra una straordinaria disponibilità a sacrificare la vita dei nostri figli e nipoti, per un guadagno temporaneo. O, forse, una disponibilità ugualmente notevole a chiudere gli occhi in modo da non vedere il pericolo incombente. Non è certo tutto. Un nuovo studio del Monitoraggio della vulnerabilità climatica (Climate Vulnerability Monitor), ha trovato che “i cambiamenti climatici causati dal riscaldamento globale stanno rallentando la produzione economica mondiale del 1,6 % all’anno e porteranno al raddoppiamento dei costi nei prossimi venti anni.” Lo studio è stato ampiamente diffuso altrove, ma agli Americani sono state risparmiate questa notizie inquietanti. Le piattaforme ufficiali democratiche e repubblicane in materia di clima sono esaminate nel numero di settembre della rivista Science. In un raro caso di accordo bipartitico, entrambi i partiti esigono che si peggiori il problema. Nel 2008, entrambe le piattaforme dei partiti, hanno dedicato una certa attenzione al modo in cui il governo dovrebbe occuparsi del cambiamento climatico. Oggi l’argomento è quasi sparito dalla piattaforma del partito repubblicano che, tuttavia, richiede che il Congresso “agisca in fretta” per evitare che l’Agenzia per la protezione ambientale, istituita dall’ex presidente repubblicano Richard Nixon, in tempi più saggi, regoli i gas serra. E dobbiamo aprire la zona protetta denominata Arctic Refuge, in Alaska alle trivellazioni per “trarre vantaggio da tutte le risorse americane che Dio ci ha concesso.” Dopo tutto, non possiamo disobbedire al Signore.
  • 2. La piattaforma afferma anche che “Dobbiamo ripristinare l’integrità scientifica per la nostre istituzioni pubbliche per la ricerca e eliminare gli incentivi politici dalla ricerca sovvenzionata con fondi pubblici – parole in codice per “scienza del clima”. Il candidato repubblicano Mitt Romney, cercando di evitare il marchio di infamia a causa di ciò che aveva capito pochi anni fa riguardo al cambiamento di clima, ha dichiarato che non c’è consenso scientifico, quindi dovremmo appoggiare più dibattiti e ricerche – ma non l’azione, eccetto nel caso che vogliamo rendere più gravi i problemi. I Democratici nella loro piattaforma dicono che c’è un problema, e raccomandano che dovremmo lavorare “per arrivare a un accordo per stabilire i limiti delle emissioni, di comune accordo con altre potenze emergenti.” Ma questo è quanto. Il presidente Barack Obama ha messo in risalto che dobbiamo guadagnare 100 anni di indipendenza energetica sfruttando le fratturazioni * e altre nuove tecnologie – senza chiederci come sarebbe il mondo dopo un secolo di queste pratiche. Ci sono quindi delle differenze tra i partiti: riguardano il tipo di entusiasmo con il quale i pecoroni dovrebbero marciare verso il precipizio. Anche il secondo problema, la guerra nucleare, è sulle prime pagine ogni giorno, ma in un modo che stupirebbe un marziano che osserva gli strani eventi sulla terra. L’attuale minaccia è ancora in Medio Oriente, in modo particolare in Iran – almeno secondo l’Occidente, cioè. In Medio Oriente, gli Stati Uniti e Israele sono considerati minacce molto più grandi. Al contrario dell’Iran, Israele si rifiuta di permettere ispezioni o di firmare il Trattato di non proliferazione nucleare. Ha centinaia di armi nucleari e di sistemi avanzati per il loro impiego, e un lungo curriculum di violenze, aggressioni e illegalità, grazie all’incessante appoggio americano. I servizi segreti degli Stati Uniti non sanno se l’Iran stia cercando di mettere a punto armi nucleari. Nel suo più recente rapporto, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica dice che non può dimostrare “l’assenza di materiale e di attività nucleari non dichiarati in Iran” – un modo indiretto di condannare l’Iran, come richiedono gli Stati Uniti, mentre nello stesso tempo ammette che l’agenzia non può aggiungere nulla alle conclusioni dei servizi segreti statunitensi. All’Iran quindi si deve negare il diritto di arricchire l’uranio che è garantito dal NPT e approvato dalla maggior parte del mondo, compresi i paesi non allineati che si sono appena incontrati a Tehran. Il problema della possibilità che l’Iran possa mettere a punto armi nucleari si presenta nella campagna elettorale. (Il fatto che Israele le abbia già non compare). Ci sono due posizioni contrapposte: gli Stati Uniti dovrebbero dichiarare che attaccheranno se l’Iran riesce a raggiungere la capacità di mettere a punto armi nucleari, che hanno tante nazioni? Oppure Washington dovrebbe mantenere più indefinita la “linea rossa”? La seconda posizione è quella della Casa Bianca; la prima è richiesta dai falchi di Israele ed è accettata dal Congresso. Il Senato ha appena votato con 90 voti a 1 per appoggiare la posizione di Israele. Dal dibattito è assente la scelta dell’ovvia maniera di mitigare o di mettere fine a qualsiasi minaccia si ipotizzi possa presentare l’Iran: istituire una zona priva di armi nucleari nella regione. L’occasione è
  • 3. disponibile facilmente: si deve convocare una conferenza internazionale tra pochi mesi per perseguire questo obiettivo, appoggiata da quasi tutto il mondo, compresa una maggioranza di Israeliani. Il governo di Israele, tuttavia, ha annunciato che non parteciperà fino a quando non ci sia un accordo generale di pace nella regione, il che è irrealizzabile fino a quando Israele persiste nelle sue attività illegali nei territori palestinesi occupati. Washington resta sulla stessa posizione, e insiste che Israele deve essere esclusa da qualsiasi accordo regionale di questo tipo. Potremmo andare verso una guerra devastante, forse perfino nucleare. Esistono modi diretti per superare questa minaccia ma non verranno adottati a meno che non ci sia un attivismo pubblico su larga scala che richieda di perseguire questa occasione. A sua volta anche questo è altamente improbabile fino a quando queste questioni rimangono escluse dal programma, non soltanto nel circo elettorale, ma anche sui mezzi di informazione e in nell’ambito di un più vasto dibattito nazionale. Le elezioni vengono gestite dall’industria delle pubbliche relazioni, il cui compito primario è la pubblicità commerciale, che è progettata per indebolire i mercati creando consumatori non informati che faranno scelte irrazionali – l’esatto opposto di come si ipotizza che funzionino i mercati, ma certamente noto a chiunque abbia guardato la televisione. E’ del tutto naturale, che quando viene assunta per gestire le elezioni, l’industria adotti le stesse procedure nell’interesse dei padroni, che certamente non vogliono vedere cittadini informati che fanno scelte razionali. Le vittime, tuttavia, non devono ubbidire, in entrambi i casi. La passività può essere la direzione facile, ma non è certo quella giusta. _____________________________________________________________________________________ Da euro news.com Sono bastate poche ore per l’investitura ufficiale di Mitt Romney a candidato repubblicano nella corsa alla Casa Bianca. Ma il primo giorno di convention a Tampa, in Florida, è stato anche l’occasione perché venisse approvato il piano di governo. Un documento che presenta una linea politica fortemente conservatrice. Durante la campagna elettorale, uno degli obiettivi più importanti per i repubblicani è stata la lotta alla riforma della sanità di Barack Obama. Romney e i suoi non hanno dubbi: se vinceranno, essa sarà immediatamente fermata, anche prima della firma dell’abrogazione. Il testo prevede la creazione di una polizza sanitaria basata sulle regole del mercato assicurativo. Per il comitato che si è occupato della stesura del testo, il sogno americano è in pericolo. Partendo da questo principio, i repubblicani promettono tolleranza zero verso l’immigrazione illegale, l’abolizione del Dream Act di Obama, il potenziamento delle misure di sicurezza alle frontiere e l’obbligo per i datori di lavoro di verificare lo statuto legale dei dipendenti.
  • 4. Malgrado la polemica sulle dichiarazioni del repubblicano Todd Atkin sull’aborto, il programma di governo rimane lo stesso del 2004. Stop quindi da parte del comitato repubblicano all’aborto, anche in caso di stupro o incesto. Il documento prevede un emendamento costituzionale che definisce il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna e non tra persone dello stesso sesso. Per i repubblicani, l’unico comportamento “rispettabile e assennato” è quella dell’astinenza sessuale prima delle nozze. I programmi nucleari di Iran e Corea del Nord sono considerati le minacce più forti per gli Stati Uniti. Ecco perché il comitato repubblicano è a favore della costruzione di uno scudo antimissile, un progetto voluto da Bush e bloccato da Obama. Anche la Cina è nel mirino, ma questa volta in termini di commercio internazionale. I repubblicani intendono aumentare la pressione diplomatica sul governo cinese, affinché esso renda meno dura la propria politica economica. Previsto anche un aumento delle tasse sui prodotti importati dalla Cina. A livello interno, la pressione aumenterebbe anche sulla Fed, il cui ruolo diventerebbe oggetto di una revisione annuale. Per concludere, il testo prevede una riforma del codice delle imposte, oltre che un drastico taglio delle tasse su persone fisiche e imprese. Si tratta solo di una prima bozza. Ma essa definisce le linee che più avanti verranno adattate alle esigenze di Romney per convincere gli elettori. 8 ottobre Davanti ai cadetti della Virginia, Mitt Romney tratteggia la sua America, quella che sarà se lui dovesse vincere il 6 novembre contro Barack Obama. Una politica estera più offensiva e più forza militare, per evitare altre Bengasi, un cambio di rotta radicale in Medio oriente:“So che il presidente auspica un’Europa più sicura, più libera, un Medio Oriente più prospero e alleato”, ha dichiarato il candidato repubblicano, “Condivido questa speranza. Ma la speranza non è una strategia. Non possiamo sostenere i nostri amici e sconfiggere i nostri nemici in Medio Oriente, se le nostre parole non sono supportate dai fatti”. E quindi, sostegno incondizionato a Israele, intransigenza contro l’Iran: “Non esiterò a imporre nuove sanzioni contro l’Iran, e a inasprire le sanzioni già esistenti. Per amore della pace, dobbiamo chiarire all’Iran, con i fatti e non solo con le parole, che il loro programma nucleare non sarà tollerato”. E ancora: armi ai ribelli siriani, zero flessibilità verso Mosca sul progetto americano di scudo antimissilistico, linea più dura verso Pechino. Un discorso che è una prova generale per i prossimi faccia a faccia televisivi, il 16 e il 22 ottobre, dedicati proprio alla politica estera, punto di forza del rivale Obama. Da america24.com 9ottobre Il candidato repubblicano alla Casa Bianca è intervenuto sui temi più ricorrenti degli ultimi mesi, spaziando dalla Libia alla Siria, dall’Iran all’Iraq; filo conduttore: la debolezza, l’assenza del presidente Obama. “Da che parte sta l’America?” è stata la domanda dell’ex governatore del Massachusetts.
  • 5. Romney è naturalmente partito dall’assalto in cui, lo scorso 11 settembre, sono morti l’ambasciatore Christopher Stevens e tre funzionari al consolato di Bengasi, in Libia, per criticare Obama. “Gli attacchi contro l’America del mese scorso non devono essere visti come atti casuali. Sono l’espressione di una lotta più ampia in corso in Medio Oriente” ha detto Romney. “L’assalto al nostro consolato di Bengasi è stato compiuto dalle stesse forze che ci hanno attaccati l’11 settembre 2001. Per questo assalto non può essere incolpato un riprovevole video contro l’Islam, nonostante il tentativo dell’amministrazione Obama di farlo” ha aggiunto. “Se l’America non si pone come guida, lo farà qualcun altro. Qualcuno che non condivide i nostri interessi e valori. La sicurezza dell’America e la causa per la libertà non possono permettersi altri quattro anni come gli ultimi” ha detto ancora l'ex governatore del Massachusetts. Poi Iran, Siria, Iraq. Teheran “non è mai stata così vicina alla realizzazione di armi nucleari. Non ha mai rappresentato un così grande pericolo per i nostri amici e alleati, e per noi” ha dichiarato Romney, accusando l’amministrazione Obama di lassismo, dimostrato dal tentativo di agenti iraniani di uccidere l’ambasciatore saudita a Washington e dal silenzio del presidente quando gli iraniani sono scesi in piazza chiedendo il sostegno del mondo per ottenere la libertà. Un supporto mancato ovunque in Medio Oriente, in questi mesi di rivolte contro i dittatori, secondo Romney. In Iraq, secondo il candidato repubblicano, il ritiro delle truppe americane ha portato a un aumento delle violenze, al ritorno di al Qaida, all’indebolimento della democrazia e a “un aumento dell’influenza dell’Iran”. Il ritiro ha inoltre indebolito “l’influenza dell’America nel Paese”. Ma Obama, secondo Romney, ha fallito anche in Siria, dove “il conflitto minaccia la stabilità nella regione”. Nemmeno sulla lotta ad al Qaida, Romney ha risparmiato critiche al presidente: nonostante i successi ottenuti, tra cui l’uccisione di Osama bin Laden, al Qaida resta forte “in Yemen e Somalia, in Libia e altre parti del Nordafrica, in Iraq e ora in Siria. E altri estremisti hanno guadagnato terreno”. Il risultato è che in Medio Oriente “il rischio di un conflitto è più alto di quando Obama è entrato in carica”, anche per la mancanza di una strategia. Romney ha poi citato l’importanza di garantire la sicurezza dello Stato israeliano, creando uno Stato palestinese pacifico. Ha infine usato toni da guerra fredda con la Russia: “Renderò effettive le difese missilistiche per proteggerci contro le minacce. E non ci sarà nessuna flessibilità con Vladimir Putin” ha detto il candidato repubblicano, che ha poi accusato Mosca di mettere in pericolo le giovani democrazie dei Paesi vicini. 31 agosto Clint Eastwood, 82 anni, professione regista e attore, per Mitt Romney ha accettato di essere l’ospite a sorpresa della convention repubblicana. Lo sport della vigilia è stato cercare di indovinare cosa avrebbe detto, come avrebbe parlato del candidato repubblicano alla presidenza, se avrebbe attaccato Barack Obama e come lo avrebbe fatto. Nessuno si aspettava quello che è successo: un discorso ironico, in vari punti a braccio, in cui Eastwood per circa un quarto d’ora ha “scambiato” battute con una sedia vuota, fingendo che vi fosse seduto il presidente Obama. “Hai fatto abbastanza, ma non sei abbastanza forte, ora è tempo che qualcun altro si faccia avanti e risolva i problemi”, ha detto.
  • 6. Uno show a due – si fa per dire - con un “ospite fantasma”, che ha scatenato reazioni contrastanti: indubbio il divertimento della platea di Tampa, che ha sottolineato con fragorosi applausi e risate le battute più divertenti (“Make my day”, in italiano “coraggio, fatti ammazzare”, ha urlato qualcuno dal pubblico citando una battuta del film “Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo”), più scettici giornalisti e blogger, molti dei quali hanno trovato inappropriato alla serata la performance di Eastwood, tanto più che è stata la prima della tranche finale di interventi: dopo il regista ha parlato Marco Rubio, che ha presentato Mitt Romney. “Se avessi qui il presidente Barack Obama, gli farei due o tre domande”, ha esordito Eastwood, indicando la sedia vuota. Chi pensava sarebbe stata solo una battuta iniziale è rimasto spiazzato, perché lo scambio con il compagno immaginario è andato avanti: “Come? Cosa vuoi che dica a Romney? No, questo è troppo diglielo tu stesso, sei pazzo”, ha detto il regista, ricordando la sera dell’elezione di Obama, quattro anni fa. “Ha parlato di speranza e cambiamento, piangevano tutti, Oprah piangeva, ho pianto persino io”, ha detto, “poi ho scoperto che ci sono 23 milioni di disoccupati là fuori, questa sì è una cosa per cui piangere, una disgrazia nazionale”. Eastwood ha criticato Obama per come ha gestito il conflitto in Iraq, la guerra in Afghanistan, per la richiesta della chiusura del carcere militare di Guantanamo, a Cuba (una cosa a cui il regista si oppone) e ha attaccato anche il vicepresidente, sempre rivolgendosi alla sedia vuota: “stai diventando peggio di lui, che è un ghigno con un corpo alle spalle”. Discorso di Tampa 31 agosto (dal corriere) TAMPA (Florida) – «Non abbiate remore ad abbandonare Obama anche se quattro anni fa siete stati orgogliosi di votare per il primo presidente nero della nostra storia: sapete bene che ha sbagliato. Da americano speravo avesse successo, ma ci ha deluso. Mettiamoci alle spalle tutte queste delusioni, finiamola con le divisioni e le recriminazioni. Ora è il momento di alzarsi e dire: sono un cittadino di questa grande nazione, sono capace di plasmare il mio destino e merito qualcosa di meglio, per me e per i miei figli. Ora è il momento di riprenderci la promessa dell’America». Così, con un discorso efficace ma meno incisivo di quello che era stato annunciato, Mitt Romney ha accettato ieri notte a Tampa l’investitura repubblicana per la corsa alla Casa Bianca. PROMESSE - Dal palco il leader mormone (che ha appena menzionato la sua fede per poi insistere sull’impegno a garantire la piena libertà religiosa) ha cercato di rassicurare gli elettori della destra sulla sua affidabilità di vero conservatore. Ma poi, dopo aver promesso severità e il coraggio di dire verità difficili, ha presentato un programma «in rosa», zeppo di promesse per tutti, da 12 milioni di nuovi posti di lavoro a scuole capaci di offrire un «futuro luminoso» a tutti i giovani, mentre «nessun anziano dovrà temere di non avere la pensione». E alla fine, più ancora sulla forza della sua proposta, è sembrato puntare sulla disillusione di un’America «sedotta e abbandonata» dal suo attuale presidente. LA SEDIA VUOTA - Se la strategia ha pagato, lo diranno i sondaggi. La sensazione a caldo è che, ancora una volta, il suo popolo abbia stentato a mettersi in sintonia con un leader che gli rimane in qualche misura lontano se non proprio estraneo. Ovazioni più calde le ha avute il giovane senatore della Florida Marco Rubio, che ha introdotto Romney. Per non parlare del «mostro sacro» di Hollywood Clint Eastwood, arrivato a sorpresa sul palco per partecipare all’«incoronazione» dell’ex governatore del Massachusetts con una «performance» che ha mandato in visibilio la platea, anche se non è stata priva di momenti grotteschi: il grande attore e regista ha intervistato una sedia vuota fingendo che ci fosse seduto Obama. Si è fatto domande e ha dato le risposte, ha ironizzato sulle lacrime di commozione per l’elezione di Barack, 4 anni, fa
  • 7. e su quelle dei 23 milioni di disoccupati che vagano oggi per l’America in cerca di lavoro. Concludendo con un rude «Obama, stai diventando peggio del tuo vice Biden». FAMIGLIE - Prima ancora era toccato all’ex governatore della Florida Jeb Bush che ha tratteggiato le figure dei due presidenti di famiglia: il padre dipinto come un gigante della politica e il fratello «che amo e che ha tenuto il Paese unito in un momento molto difficile» dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Alla fine ha chiesto a Obama di smetterla di scaricare le sue responsabilità sull’eredità lasciata dal suo predecessore. La serata è stata conclusa dalla tradizionale cascata di palloncini e coriandoli rossi bianchi e blu sulla platea e sul palco riempito dalle famiglie Romney e Ryan al gran completo, e dalla benedizione del cardinale di New York, Timothy Dolan. Il compito di «umanizzare» la figura del candidato è stato affidato a una serie di filmati sulla storia della sua famgilia, con Mitt e Ann a parlare d’amore e a coccolare i cinque figli appena nati e poi nella loro adolescenza, trasmessi a intervalli sui megaschermi del Tampa Bay Times Forum durante tutta la serata. "Da presidente proteggerò la sacralità della vita. Onorerò l’istituto del matrimonio. E garantirò la prima delle libertà americane: la libertà di religione".
  • 8. _____________________________________________________________________________________ Disoccupazione mai così bassa in 4 anni, una manna dal cielo per Obama 5ottobre Il dato sulla disoccupazione di settembre in America, al minimo da quasi quattro anni, è stato una manna dal cielo per il presidente americano. L’indicatore è sceso al 7,8 per cento, raggiungendo il livello di gennaio 2009, quando Barack Obama stava entrando alla Casa Bianca. “Anche se resta ancora molto lavoro da fare” - ha precisato Alan Krueger, presidente del Council of Economic Advisers della Casa Bianca - “i dati confermano che le ferite provocate all’economia americana dalla peggiore crisi dalla Grande Depressione sono in continua guarigione”. Immediata la reazione di Romney, che si è detto insoddisfatto dai dati sull’occupazione. “Non è un segnale di vera ripresa”, ha commentato in una nota, “perché a settembre sono stati creati meno posti di lavoro rispetto ad agosto e luglio”. Il calo della disoccupazione, secondo gli osservatori, è stato favorito dall’ottimismo che ha seguito il lancio di un nuovo piano di acquisto di bond da parte della Federal Reserve. L’iniziativa da 40 miliardi di dollari al mese, annunciata per risollevare l’economia e l’occupazione, è stata criticata da alcuni esponenti repubblicani, che hanno accusato il presidente Ben Bernanke di aver voluto favorire Obama in vista delle elezioni. Il dato sull’occupazione di settembre, in effetti, permette a Obama di guadagnare terreno dopo il primo dibattito con Romney, mercoledì scorso, dove lo sfidante repubblicano è sembrato più aggressivo e deciso del presidente. Ma non sarà l’ultimo prima delle elezioni del prossimo 6 novembre. Pochi giorni prima del voto, infatti, uscirà il dato di ottobre, che rischia di condizionare gli ultimi elettori indecisi.
  • 9. Una cosa, per ora, è certa. L’esito del primo faccia a faccia tra i due candidati, dove il presidente è apparso fiacco e sottotono, porterà voti all’ex governatore del Massachusetts. La popolarità del candidato repubblicano, secondo un sondaggio condotto ieri da Ipsos, è aumentata al 51 per cento, mentre quella di Obama è rimasta stabile al 56 per cento. Il vantaggio di Obama su Romney, inoltre, si è ridotto a soltanto cinque punti, 48 contro 43. L’ex governatore del Massachusetts, in particolare, ha guadagnato credibilità su economia, occupazione e gestione del debito pubblico, riducendo il vantaggio di Obama su tasse, social security e Medicare. Obama-Romney, programmi a confronto, da televideo.it Dalle tasse all'aborto, passando per l'Obamacare e i matrimoni gay, i due opposti versanti della politica americana Obama chiede tasse per i piu' ricchi. Romney invece punta ad allargare la fascia dei bonus fiscali, sulla scia della politica di George W. Bush. Il presidente difende la riforma sanitaria, che i repubblicani vogliono abolire, e' favorevole all'aborto e alle nozze gay, mentre i conservatori no. Sono solo alcune tra le differenze che saltano agli occhi scorrendo le piattaforme politiche delle due Convention, da Tampa (repubblicani) a Charlotte (democratici). TASSE E SANITA': Obama propone più tasse sui ricchi con la Buffett Rule. Difende la sanita': deve essere per tutti e devono potersela permettere. 'No' a tagli al Medicare e al Medicaid, i programmi di assistenza pubblica per gli over 65 e i più poveri. Romney vuole ridurre le tasse ai piu' ricchi e azzerare il deficit pubblico nel 2040. Promette l'abolizione dell'Obamacare, la riforma varata da Obama nel 2010. Vuole privatizzazione il programma Medicare, l'assistenza pubblica per gli over 65, per ridurre la spesa di oltre 5mila miliardi di dollari. MATRIMONI GAY, ABORTO, APPOGGIO ALLE DONNE: Obama e' per la parità dei diritti uomo-donna, soprattutto in termini di trattamento salariale, e punta ad abolire la legge federale che riconosce solo i matrimoni eterosessuali. Attenzione alle donne, in termini di contraccezione e maternità consapevole. Romney e' contrario alle nozze gay e si schiera per il Marriage Act, la legge che difende la famiglia tradizionale. I repubblicani vogliono anche a cancellare dall'assistenza medica le spese per i contraccettivi. Secco 'no' all'aborto. DEFICIT: Per Obama i conti pubblici vanno risanati con un approccio bilanciato, un aumento dell'imposizione fiscale per i più ricchi e sgravi fiscali alla classe media. Spera in una soluzione della crisi del debito europea per aiutare l'economia Usa. Romney vuole tagliare radicalmente la spesa pubblica (-20% del Pil), tranne che per la difesa. E non vuole aumentare le tasse sulla 'middle class', mantenendo gli sgravi fiscali per i benestanti. No alla 'Buffet Rule' per tassare i più ricchi.
  • 10. IMMIGRAZIONE: Obama e' per un'ampia riforma dell'immigrazione. Il partito fa riferimento al 'Dream Act' che consente ai bambini di genitori immigrati senza documenti regolari di acquisire uno status legale se vanno al college o entrano nell'Esercito. Secco 'no' alla legge anti-clandestini dell'Arizona bloccata in parte della Corte Suprema, che permette di controllare un passante solo sulla base del suo viso o del suo accento straniero. Romney propone la lotta dura ai clandestini, la difesa dei confini con il Messico e appoggia la legge anti- clandestini dell'Arizona. ENERGIA: Obama: Si' alla 'Green economy', più tasse ai petrolieri e sgravi fiscali alle aziende che producono energia pulita. Romney dedica poco spazio alla 'Green economy': punta sul petrolio, con un aumento delle trivellazioni, e sul nucleare. POLITICA ESTERA: Obama difende un approccio multilaterale e vede un'America in stretto contatto con l'Onu sulle crisi locali. Si' alle sanzioni nei confronti dell'Iran perché stanno funzionando. Critiche a Israele per gli insediamenti. Attenzione agli equilibri nel Pacifico, e soprattutto l'ascesa della Cina. Romney. A Tampa la politica estera e' stata praticamente assente dal dibattito. Ma il Grand Old Party sostiene con forza Israele e contesta la politica di Obama nei confronti di Teheran, accusandola di essere troppo debole. Da wikipedia Willard Mitt Romney (Detroit, 12 marzo 1947) è un politico e dirigente d'azienda statunitense. Nel 2002 vinse le elezioni per l'ufficio di governatore dello Stato del Massachusetts, che occupò fino al 4 gennaio 2007, scadenza naturale del mandato. Ha partecipato alla corsa per la nomination presidenziale repubblicana per le elezioni del 2008 ma il 7 febbraio ha annunciato di rinunciare alla Candidatura spianando definitivamente la strada a John McCain. È stato amministratore delegato, dal 1977, della società di consulenza Bain & Company e fondatore nel 1984, del fondo di private equity Bain Capital. Romney è stato anche a capo dell'organizzazione dei XIX Giochi olimpici invernali svoltisi a Salt Lake City nel 2002. È il candidato repubblicano alle Elezioni presidenziali statunitensi del 2012. Mitt Romney è il figlio dell'ex-Governatore del Michigan e candidato alle elezioni presidenziali del 1968 George W. Romney, e della candidata alle elezioni del 1970 al Senato americano Lenore Romney. Fu chiamato "Willard" in onore del miglior amico del padre, il magnate alberghiero J. Willard Marriott. Il suo secondo nome, Mitt, lo ricevette in onore di un cugino paterno, Milton, che giocò come quarterback per la squadra di football americano Chicago Bears dal 1925 al 1929.
  • 11. Mitt Romney ha due sorelle e un fratello più grandi: Lynn Romney Keenan, Jane Romney Robinson, e G. Scott Romney. Sin da giovane mostrò interesse alle vicende politiche, partecipando insieme al padre alle marce in favore dei diritti civili. È un membro della comunità religiosa dei mormoni. Gli studi e la missione Mitt Romney si diplomò nel liceo Cranbrook School in Bloomfield Hills, Michigan nel 1965. Dopo aver frequentato per un semestre l'Università di Stanford, Romney servì una missione di 30 mesi in Francia per la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (chiesa mormone). Nel giugno del 1968, durante la sua missione Romney fu coinvolto in un grave incidente automobilistico che causò il decesso di uno dei passeggeri. Mentre conduceva un'auto che trasportava altri missionari, si scontrò frontalmente con un'altra vettura. La responsabilità del sinistro fu attribuito dalle autorità francesi al conducente dell'altra vettura. Terminata la missione, Romney frequentò con successo la Brigham Young University, dove, nel 1971, ottenne come valedictorian la laurea di Bachelor con lode. Nel 1975 conseguì, ad Harvard, tramite un corso congiunto un Juris Doctor (dottorato professionale in legge), con lode, e un Master in Business Administration, risultando uno dei primi cinque del suo corso. La carriera finanziaria Terminati gli studi, Romney rimase nel Massachusetts dove fu assunto dalla Boston Consulting Group con la quale, precedentemente fece uno stage nell'estate del 1974. Dal 1978 al 1984, Romney occupò la posizione di vicepresidente nella Bain & Company, un'altra società di consulenza con il quartier generale a Boston. Nel 1984 fondò assieme a Bill Bain, T. Coleman Andrews III, Eric Kriss, la Bain Capital, che ha ha investito in o acquisito, centinaia di aziende, tra cui AMC Entertainment, Aspen Education Group, Brookstone, Burger King, Burlington Coat Factory, Clear Channel Communications, Domino's Pizza, DoubleClick, Dunkin' Donuts, D & Holdings M, Guitar Center, Ospedale Corporation America (HCA), Sealy, The Sports Authority, Staples, Toys "R" Us, Warner Music Group e The Weather Channel. Mitt Romney, la società Bain Capital, e le sue azioni, sono diventati oggetto di controllo politico e dei media, a seguito della successiva carriera politica del co-fondatore di Mitt Romney, per il conflitto di interessi con la sua campagna presidenziale del 2012. Candidatura alla Presidenza Si è candidato ripetutamente alle primarie dei repubblicani; nel 2012 ha ottenuto la nomination per sfidare come candidato ufficiale il presidente Barack Obama. Curiosità È il quarto mormone a correre per la Presidenza degli Stati Uniti d'America, dopo Joseph Smith (indipendente, 1844), suo padre George W. Romney (repubblicano, 1968) e Orrin Hatch (repubblicano, 2000). La moglie Ann ha dal 1998 la sclerosi multipla: le sue condizioni sono ancora soddisfacenti. Dal suo sito ufficiale
  • 12. Mitt Romney’s Plan for a Stronger Middle Class is a five-part proposal for turning around the economy and delivering more jobs and more take-home pay for American families. While President Obama continues looking to big government spending programs as the solution to the nation’s challenges, Mitt understands that it is hardworking Americans in the private sector who will achieve economic growth and job creation. His plan will end the middle class squeeze of declining incomes and rising prices, bring back prosperity, and create 12 million jobs during his first term. Part one of Mitt’s plan is to achieve energy independence on this continent by 2020. America is blessed with extraordinary natural resources, and developing them will create millions of good jobs – not only in the energy industry, but also in industries like manufacturing that will benefit from more energy at lower prices. America’s economy will boom when the billions of dollars we send overseas for our oil are kept here at home instead. Part two of the plan is trade that works for America. Mitt believes that trade can offer enormous opportunities for American businesses and workers, but only if they are given a level playing field on which they can compete and win. That is why he will work to open new markets for American goods and services, while also confronting nations like China that cheat on trade and steal American jobs. Part three is to provide Americans with the skills to succeed through better public schools, better access to higher education, and better retraining programs that help to match unemployed workers with real-world job opportunities. Part four is to cut the deficit, reducing the size of government and getting the national debt under control so that America remains a place where businesses want to open up shop and hire. Finally, part five of Mitt’s plan is to champion small business. Small businesses are the engine of job creation in this country, but they will struggle to succeed if taxes and regulations are too burdensome or if a government in Washington does its best to stifle them. Mitt will pursue comprehensive tax reform that lowers tax rates for all Americans, and he will cut back on the red tape that drives up costs and discourages hiring. This election presents a clear choice, and an important one: Will America once again be the best place in the world to start a business, hire a worker, or find a job? Or will it continue down the path that President Obama’s borrowing and taxing and spending has led? America is still waiting for its economic recovery and, as president, Mitt Romney will deliver it. Da wikipedia Barack Hussein Obama II (Honolulu, 4 agosto 1961) è un politico statunitense, 44º e attuale Presidente degli Stati Uniti d'America. Primo afroamericano a ricoprire la carica, Obama è stato senatore junior per lo Stato dell'Illinois dal gennaio 2005 al novembre 2008, quando si è dimesso dopo la vittoria delle elezioni presidenziali statunitensi del 4 novembre 2008. Si è laureato alla Columbia University e alla Harvard Law School, dove è stato il primo afroamericano presidente della Harvard Law Review. Organizzatore e attivista politico nella sua comunità di Chicago prima di ottenere la laurea in giurisprudenza, ha lavorato come avvocato nella difesa dei diritti civili e ha insegnato diritto costituzionale alla Law School dell'Università di Chicago dal 1992 al 2004.
  • 13. Obama è stato eletto al Senato dell'Illinois per tre mandati, dal 1997 al 2004. In seguito alla mancata elezione alla Camera dei Rappresentanti nel 2000, si è candidato al Senato federale nel 2004, dopo la vittoria a sorpresa alle primarie democratiche nazionali del marzo 2004 (su un folto gruppo di contendenti). Il successo alle primarie ha accresciuto la sua visibilità, e il suo discorso introduttivo (keynote address) alla convention democratica di luglio lo ha reso una delle figure emergenti del Partito Democratico. È stato quindi eletto senatore degli Stati Uniti nel novembre 2004, con il più ampio margine nella storia dell'Illinois. Il 10 febbraio 2007 ha annunciato ufficialmente la propria candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.[1] Dopo un duro testa a testa ha battuto l'ex first lady e senatrice dello stato di New York Hillary Clinton (favorita della vigilia) alle elezioni primarie del Partito Democratico. Il 3 giugno 2008 Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination democratica, divenendo così il primo candidato afroamericano a correre per la Casa Bianca per uno dei due maggiori partiti. Ha ottenuto l'investitura ufficiale durante la convention del partito che si è tenuta a Denver tra il 25 e il 28 agosto 2008. Ha vinto le elezioni presidenziali del 4 novembre 2008, superando il senatore repubblicano dell'Arizona John McCain, e si è insediato ufficialmente alla presidenza il 20 gennaio 2009. Il settimanale statunitense TIME lo ha eletto Persona dell'anno 2008.[2] La sua foto ufficiale è stata scattata per la prima volta con una fotocamera digitale ed è stata rilasciata sotto una licenza Creative Commons.[3] È stato insignito del Premio Nobel per la Pace 2009 «per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli».[4] Lo stipendio di Obama come Presidente degli Stati Uniti è di circa 33mila dollari (24mila euro nel 2012) al mese.[5]Indice [nascondi] Primi anni Barack Obama nasce il 4 agosto 1961 al Kapi'olani Medical Center for Women & Children di Honolulu, nelle Hawaii, da madre statunitense, Stanley Ann Dunham (1942–1995), nata a Wichita (Kansas), da una famiglia di origini inglesi e tedesche, e da padre keniota di etnia Luo, Barack Obama Sr. (1936-1982), nato a Nyang'oma Kogelo, nella Provincia di Nyanza. Al momento della nascita di Barack Jr. entrambi i genitori erano giovani studenti universitari.[6] Nel 1963 i genitori si separarono e successivamente divorziarono; il padre andò all'Università Harvard per conseguire un dottorato, e infine tornò in Kenya,[7] dove morì in un incidente stradale nel Novembre 1982:[8] rivide il figlio solo in un'occasione. La madre invece si risposò con Lolo Soetoro (1936 – 1987), un altro suo ex collega universitario, da cui ebbe una figlia. Soetoro proveniva dall'Indonesia, si laureò in geografia nel 1962. Obama si trasferì quindi con la famiglia a Giacarta, dove nacque la sua sorellastra, Maya Soetoro-Ng, e dove lui frequentò le scuole elementari da 6 a 10 anni.[9] A dieci anni, nel 1971, Obama ritornò a Honolulu per ricevere un'istruzione migliore. Fu cresciuto prima dai nonni materni, Stanley Dunham (1918 – 1992) e Madelyn Payne Dunham (1922 – 2008), poi dalla madre. Si iscrisse alla scuola privata più importante e prestigiosa dell'isola, la Punahou High School, dove si diplomò con ottimi voti nel 1979.[10][11] La madre di Obama morì di cancro nel Novembre 1995, pochi mesi dopo la pubblicazione dell'autobiografia di Barack Obama, Dreams from My Father.[12] Nel suo libro I sogni di mio padre (Dreams from My Father) Obama descrive la sua esperienza di crescere con la famiglia di sua madre; una famiglia di ceto medio e, ovviamente, bianca. Incontrerà il padre una volta
  • 14. sola, a dieci anni, durante le vacanze natalizie del 1971. La conoscenza del padre nero assente derivò principalmente dalle storie della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: "Che mio padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me — che era nero come la pece, mentre mia madre bianca come il latte — me ne ricordo a malapena."[13] Da giovane, lottò per riconciliare le percezioni sociali sulla sua eredità multirazziale. Obama scrive sul suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per "spingere le domande su chi ero fuori dalla mia testa."[14] Al forum civile per la candidatura presidenziale nel 2008, Obama identifica il suo uso di droghe come "il suo più grosso fallimento morale" Hornick, Ed (August 17, 2008).[15][16] Dopo il liceo, Obama studiò per un paio d'anni all'Occidental College, prima di spostarsi al Columbia College della Columbia University. Là si laureò in scienze politiche, con una specializzazione in relazioni internazionali.[17][18] Dopo la laurea, lavorò per un anno alla Business International Corporation (ora parte del The Economist Group), una società che forniva notizie economiche di carattere internazionale alle aziende clienti.[19] Si trasferì poi a Chicago, per dirigere un progetto non profit che assisteva le chiese locali nell'organizzare programmi di apprendistato per i residenti dei quartieri poveri nel South Side.[20][21] Nel 1988, Obama lasciò Chicago per tre anni per studiare giurisprudenza ad Harvard. Nel febbraio 1990 diventò il primo presidente afroamericano della celebre rivista Harvard Law Review.[22] Nel 1989, durante uno stage estivo presso lo studio legale specializzato in diritto societario Sidley Austin di Chicago conobbe Michelle Robinson, avvocato associato nello stesso studio. Si laureò magna cum laude nel 1991. Il 3 ottobre 1992 sposò Michelle Robinson nella Trinity United Church of Christ di Chicago. Tornato a Chicago, Obama diresse un movimento per far registrare al voto quanti più elettori possibili (voter registration drive), poi come avvocato associato lavorò per difendere organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti civili e del diritto di voto presso lo studio legale Miner, Barnhill & Galland, e insegnò diritto costituzionale presso la facoltà di legge dell'Università di Chicago, dal 1993 fino alla sua elezione al Senato federale nel 2004.[21] L'impegno politico L'allora senatore Obama incontra il Premio Nobel per la Pace Wangari Maathai L'impegno politico di Obama cominciò nel 1992, anno in cui, dopo un'aggressiva campagna elettorale, aiutò il presidente Bill Clinton nelle elezioni presidenziali, portandogli circa 100.000 voti. Personaggio abbastanza conosciuto a Chicago dove, lavorando in uno studio legale, si era occupato di diritti civili, nel 1993 favorì l'elezione al Senato di Carol Moseley Braun, prima donna afro-americana a diventare senatrice.[senza fonte] Senatore dell'Illinois Nel 1996, Obama fu eletto al senato dell'Illinois dal 13º distretto nel quartiere Hyde Park, nella parte meridionale di Chicago. Nel gennaio 2003, quando i democratici riconquistarono la maggioranza del senato, fu nominato presidente del Comitato della Sanità e dei Servizi umani del Senato.[23] Tra le sue iniziative legislative, Obama aiutò a realizzare degli sgravi fiscali sul reddito per favorire le famiglie a basso reddito, lavorò su una legge che aiutava i residenti che non si potevano permettere un'assicurazione sanitaria, e aiutò a promuovere leggi per aumentare la prevenzione dell'AIDS e programmi di assistenza.[24] Nel 2000 si candidò alle elezioni primarie del Partito Democratico che avrebbero dovuto scegliere il rappresentante congressuale per l'Illinois, ma fu sconfitto in maniera abbastanza netta da Bobby Rush. Rush, già membro delle Pantere Nere e un attivista nella comunità, affermò che Obama non "aveva vissuto
  • 15. nel primo distretto congressuale abbastanza per sapere realmente cosa stava succedendo."[25] Rush vince le primarie con il 61% dei voti, contro il 30% di Obama.[26] Dopo la sconfitta, Obama si concentrò sul Senato statale, creando una legge che obbliga la polizia a registrare gli interrogatori nei confronti di criminali punibili con la pena di morte[27] e favorendo una legge che richiede alle assicurazioni di coprire le mammografie di routine.[28][29] Nel 2002 si candidò alla stessa carica senza rivali.[30] Analizzando la carriera di Obama nel Senato dell'Illinois, un articolo del Washington Post, pubblicato nel febbraio del 2007, ha notato la sua abilità nel lavorare con efficacia sia con i democratici che con i repubblicani, e la capacità di costruire coalizioni bipartisan.[31] Nella sua campagna elettorale seguente, per il Senato federale, Obama ha ottenuto l'appoggio del Fraternal Order of Police, il più grande sindacato di polizia statunitense. Gli agenti hanno lodato il suo "duraturo appoggio ad un controllo sulle armi da fuoco e la sua volontà di raggiungere compromessi", nonostante alcune leggi su cui il sindacato di polizia si era opposto.[32] Elezione al Senato federale Nel 2004 si tennero le elezioni in Illinois per decidere il nuovo senatore che avrebbe rappresentato lo stato al congresso degli Stati Uniti; il senatore in carica era il repubblicano Peter Fitzgerald, il quale però aveva già annunciato di non volersi ricandidare. Obama presentò la sua candidatura alle primarie democratiche. Nei primi sondaggi Obama inseguiva il ricchissimo uomo d'affari Blair Hull e il supervisore statale Dan Hynes. Le possibilità per Hull precipitarono, però, dopo le accuse di violenza domestica.[33] La candidatura di Obama divenne vincente grazie ad una campagna pubblicitaria che proponeva immagini di Harold Washington, il sindaco deceduto di Chicago, e dello scomparso senatore federale Paul Simon. Fu inoltre sostenuto dalla figlia di Simon, dal Chicago Tribune e dal Chicago Sun-Times.[34][35] Quindi affrontò Jack Ryan, il vincitore delle primarie per il Partito Repubblicano. Nei sondaggi iniziali Ryan inseguiva Obama, il quale però lo distanziò di venti punti dopo che i media resero noto che Ryan aveva incaricato un assistente di seguire le apparizioni pubbliche di Obama. Con il progredire della campagna, una causa intentata dal Chicago Tribune e dal canale WLS-TV di proprietà della ABC, portarono un tribunale della California ad aprire dei dossier sull'affidamento che datavano dal divorzio di Ryan dalla moglie, l'attrice Jeri Ryan. Nei dossier, la donna sosteneva che il marito l'avesse condotta in alcuni sex club di svariate città con l'intenzione di avere rapporti sessuali in pubblico. Benché la natura sensazionale delle accuse ne facesse materiale per giornali scandalistici e programmi televisivi specializzati nell'argomento, i dossier avevano comunque rilevanza giornalistica in quanto Ryan aveva insistito con i leader repubblicani che essi non contenevano niente che potesse danneggiarlo. Di conseguenza molti repubblicani misero in dubbio l'integrità morale di Ryan, che abbandonò la campagna elettorale il 25 giugno 2004, lasciando Obama senza rivali.[36] Risultò difficile per il Partito Repubblicano dell'Illinois trovare un sostituto al posto di Ryan, perché molti dei potenziali candidati, fra i quali Mike Ditka, ex allenatore degli Chicago Bears, rifiutarono la candidatura. La presidente del Partito Repubblicano dell'Illinois, Judy Baar Topinka, alla fine indicò due possibili candidati, entrambi afroamericani: Alan Keys, un ex funzionario del Dipartimento di Stato e commentatore radiofonico dal Maryland, e Andrea Barthwell, un ex funzionario dell'Agenzia Antidroga federale. Nell'agosto del 2004, a meno di tre mesi dal giorno delle elezioni, Alan Keyes accettò la nomina di candidato repubblicano, per sostituire Ryan.[37] Keyes, un residente del Maryland di lunga data, cambiò la sua residenza legale nell'Illinois dopo la candidatura.[38]
  • 16. Obama e Keyes esprimevano punti di vista opposti riguardo alla ricerca sulle cellule staminali, sull'aborto, sul controllo sulle armi da fuoco, sui tagli alle tasse e sui buoni scuola.[39] Il 2 novembre 2004, Obama trionfò contro Keyes con il 70% dei voti, contro il 27% dell'avversario.[40] L'attività a Washington Obama giurò come senatore il 4 gennaio 2005.[41] Scelse, come direttore del personale, il direttore del personale dell'ex coordinatore dei Democratici al Senato Tom Daschle, e Karen Kornbluh, un'economista che era stata vice capo di gabinetto di Robert Rubin, l'ex segretario del Tesoro, come consulente politica.[42] Nel luglio 2005, Samantha Power, vincitrice del premio Pulitzer per un libro sui diritti umani e il genocidio, entrò nella squadra di Obama.[43] A quattro mesi dal suo arrivo al senato, il TIME lo dichiarò uno dei 100 personaggi più influenti del mondo, definendolo "uno dei più ammirati politici in America".[44] Un articolo dell'ottobre 2005 della rivista britannica New Statesman ha nominato Obama uno dei "10 personaggi che possono cambiare il mondo".[45] Nel corso degli anni in Senato, Obama ha ricevuto vari dottorati ad honorem in legge da varie istituzioni universitarie tra i quali il Knox College,[46] la University of Massachusetts Boston,[47] l'Università di Northwestern,[48] e la Xavier University of Louisiana.[49] Era membro delle seguenti commissioni al Senato:[50] relazioni internazionali salute, educazione, lavoro e pensioni sicurezza nazionale e affari di governo veterani 109ª legislatura L'ex-Presidente Bush firma la legge sulla responsabilità e trasparenza dei fondi federali, mentre gli artefici Tom Coburn (R-OK) e Obama osservano.[51] Obama ha prodotto 152 disegni di legge e risoluzioni presso il 109º Congresso nel 2005 e nel 2006, e ne ha appoggiate altre 427.[52][53] Il suo primo disegno di legge è stata la "Legge per l'aumento delle borse di studio universitarie Pell."[54] Mantenendo una promessa elettorale, il disegno proponeva di aumentare l'ammontare massimo di borse di studio "Pell Grant" per aiutare studenti di famiglie a basso reddito a pagare le rette universitarie.[55] Il disegno di legge non superò l'esame della commissione e non fu mai votato dal Senato. Obama svolse un ruolo attivo nello sforzo del Senato per migliorare la sicurezza dei confini e le riforme sull'immigrazione. A partire dal 2005, ha appoggiato la "Legge sull'America sicura e sull'Immigrazione controllata", introdotta dal senatore John McCain (R-AZ).[56] Obama successivamente aggiunse tre emendamenti alla legge 2611, la "Riforma tollerante sull'Immigrazione," voluta dal senatore Arlen Specter (R-PA).[57][58] La S. 2611 passò l'esame del Senato nel maggio 2006, ma non fu approvata dalla maggioranza della Camera.[59] Nel settembre 2006, Obama appoggiò un disegno di legge collegato, la "Legge per la barriera sicura", che autorizza la costruzione di un muro e altri rafforzamenti delle misure tese ad impedire l'immigrazione clandestina proveniente dal Messico.[60] Il Presidente Bush approvò il disegno di legge nell'ottobre 2006, definendolo "un passo importante verso la riforma dell'immigrazione".[61] Congiuntamente, prima, al senatore Richard Lugar (R-IN), e poi al senatore Tom Coburn (R-OK), Obama ha introdotto con successo due iniziative che portavano il suo nome. La "Lugar-Obama" amplia la "Nunn- Lugar" sulla riduzione delle armi di distruzione di massa, anche alle armi convenzionali, tra cui i missili a spalla e le mine anti-uomo.[62][63] La "Legge sulla trasparenza dei fondi federali Coburn-Obama" prevede la pubblicazione di un sito web, gestito dall'Agenzia della Gestione e del Bilancio, che annota tutte le organizzazioni che ricevono fondi federali dal 2007 in avanti. Per ogni organizzazione si dichiara quale agenzia destina i fondi, la quantità di
  • 17. denaro fornito, e il motivo del finanziamento o contratto.[64][65] Il 22 dicembre 2006, il presidente Bush firmò la "Legge per gli aiuti, sicurezza e promozione della democrazia della Repubblica Democratica del Congo;" questa è stata la prima legge federale con Obama primo firmatario.[66] 110ª legislatura Nei primi giorni della 110ª legislatura, in un editoriale pubblicato sul Washington Post, Obama ha invocato la fine di "ogni pratica che faccia pensare ad un cittadino ragionevole che un politico deve qualcosa ad un lobbista".[67] Si è unito al senatore Russ Feingold (D-WI) per fare pressione sulla dirigenza dei Democratici al fine di ottenere restrizioni più severe nella S.1, la legge del 2007 sulla trasparenza e la responsabilità dei legislatori, che è passata al Senato con 96 voti favorevoli e solo due contrari.[68][69] Obama si è unito a Charles Schumer (D-NY) nell'appoggiare la S. 453, un disegno di legge che intende criminalizzare pratiche scorrette nelle elezioni federali, tra cui volantini fraudolenti e telefonate automatiche, come è avvenuto nelle elezioni di medio termine 2006.[70][71] Le iniziative di Obama riguardo all'energia hanno riscosso plausi e critiche da parte degli ambientalisti, che hanno gradito la sua proposta di legge sul riscaldamento globale, presentata con il senatore John McCain (R-AZ), che permetterebbe di ridurre le emissioni di gas serra di due terzi, entro il 2050, ma si sono mostrati più scettici nei confronti dell'appoggio di Obama nei confronti di una legge che promuove la produzione di carbone liquefatto.[72][73] Sempre nei primi mesi della 110ª Legislatura, Obama ha presentato il "disegno di legge per l'uscita dalla guerra in Iraq," una proposta che prevedeva la graduale riduzione del numero di militari presenti sul suolo iracheno a partire dal 1º maggio 2007 e il totale rientro di tutti i militari dall'Iraq entro il 31 marzo 2008.[74][75] Visite ufficiali Il Presidente della Commissione del Senato sui Rapporti con l'Estero Richard Lugar Nella pausa parlamentare dell'agosto 2005, Obama viaggiò con il senatore Richard Lugar, Presidente della Commissioni del Senato sui Rapporti con l'Estero, in Russia, Ucraina e Azerbaijan. Il viaggio era focalizzato su strategie per controllare l'offerta mondiale di armi convenzionali, armi biologiche e le armi di distruzioni di massa, come una prima difesa strategica dalla minaccia di futuri attacchi terroristici.[76] Lugar e Obama hanno ispezionato una struttura per la distruzione di testate nucleari a Saratov, nel sud della Russia europea.[77] Nel gennaio 2006, Obama ha partecipato ad una delegazione del Congresso che ha incontrato i militari statunitensi in Kuwait e in Iraq. Dopo le visite, Obama si è recato in Giordania, Israele e in Palestina. Mentre era in Israele, Obama ha incontrato il ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom.[78] Obama ha anche incontrato un gruppo di studenti palestinesi due settimane prima che Hamas vincesse le elezioni. ABC News 7 (Chicago) ha riportato che Obama ha riferito agli studenti che "gli Stati Uniti non riconosceranno mai la vittoria di Hamas, se questo non rinuncia alla sua principale missione di distruggere Israele" e poi dichiarò lo stesso nel suo incontro con il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmud Abbas.[79] Il terzo viaggio ufficiale di Obama fu nell'agosto del 2006, in Sudafrica, Kenya, Gibuti, Etiopia e Ciad. Obama fu raggiunto dalla moglie e dalle due figlie nella visita al luogo di nascita di suo padre, un villaggio vicino a Kisumu, in una regione occidentale e rurale.[80] Obama fu accolto da folle entusiaste nelle sue uscite pubbliche.[81] Per incoraggiare le popolazioni locali ad effettuare il test HIV in maniera volontaria, Obama e sua moglie si sottoposero pubblicamente ad un test in una clinica keniota.[82] In un discorso ripreso dalla televisione keniota, tenuto presso l'Università di Nairobi, Obama criticò fortemente l'influenza delle rivalità
  • 18. etniche sulla politica keniota.[83] Il discorso generò un pubblico dibattito tra i diversi dirigenti politici, alcuni dei quali bollarono formalmente le parole di Obama come ingiuste e inappropriate mentre altri condivisero le sue posizioni.[84][85] Molti commentatori hanno segnalato l'interesse internazionale per Obama come uno dei fattori determinanti nella costruzione della sua immagine pubblica.[86] Se da un lato la sua candidatura è stata premiata da sondaggi svolti a livello globale,[87] è d'altra parte significativa la scelta di stabilire relazioni con importanti politici stranieri già prima della sua corsa presidenziale, in particolare con l'allora Primo ministro britannico Tony Blair, che incontrò a Londra nel 2005,[88] con il segretario del Partito Democratico italiano, e allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, che visitò l'ufficio di Obama al Senato di Washington nel 2005,[89] e con il Presidente francese Nicolas Sarkozy, che lo incontrò a Washington nel 2006.[90] Ha lasciato il Senato 16 novembre 2008 per concentrarsi sulla presidenza incipiente, con molto anticipo rispetto l'insediamento del 20 gennaio a differenza della maggior parte dei precedenti presidenti americani senatori, che lasciarono il Senato pochi giorni prima del giuramento. Candidatura alla presidenza degli Stati Uniti Articolo su Wikinotizie: Il senatore USA Obama annuncia la candidatura alle presidenziali(EN) « Yes, we can! » Motto della campagna presidenziale di Obama pronunciato durante le primarie) Voci su una possibile candidatura alle elezioni presidenziali del 2008 si erano intensificate dopo la sua vittoria al Senato Federale nel novembre 2004. Subito dopo la sua vittoria, Obama aveva dichiarato ai giornalisti: "Posso senza dubbio affermare che non mi candiderò alle elezioni presidenziali tra quattro anni".[91] La stessa domanda gli viene posta nel gennaio 2006 durante la trasmissione televisiva Meet the Press; anche questa volta Obama ha ripetuto la sua volontà di terminare il mandato da senatore, che scade nel 2010.[92] L'altro senatore democratico dell'Illinois, Dick Durbin, ha più volte invitato Obama a pensare di candidarsi.[93] Un articolo del dicembre 2005 sulla rivista The New Republic osservava che il 2008 sarebbe il momento in cui Obama avrebbe le maggiori possibilità di vittoria; in quanto non ci sarà un presidente che si ricandiderà o un vicepresidente che si candiderà, come accade invece nella maggior parte dei casi.[94] Nel settembre 2006, Daniel Hynes, l'avversario di Obama alle primarie senatoriali del 2004, aveva scritto una lettera aperta al Chicago Sun-Times, in cui invitava i Democratici a pensare seriamente alla candidatura di Obama.[95] Il 2 ottobre 2006, il New York Magazine ha pubblicato un articolo in cui Obama dichiarava "Molta gente mi chiede se mi candiderò nel 2008, e io ho risposto di no. E se cambio idea, vi farò sapere".[96] Anche la rivista Time ha pubblicato un articolo con nuove voci su una sua possibile candidatura nel 2008;[97] la prestigiosa rivista ha anche pubblicato la sua foto in prima pagina, con un titolo che diceva "Le ragioni per cui Barack Obama potrebbe essere il prossimo presidente". Il 18 ottobre 2006, Obama ha partecipato al famoso programma The Oprah Winfrey Show e ha detto alla Winfrey che, se mai avesse deciso di candidarsi alla presidenza, lo avrebbe annunciato in quel programma.[98] Precedentemente Oprah aveva dichiarato in proposito: "So che non sto parlando solo per me. Ci sono molte persone che vogliono che tu ti candidi alla presidenza degli Stati Uniti."[98] Il 22 ottobre 2006, Obama ha di nuovo partecipato alla trasmissione Meet the Press ammettendo di pensare ad una candidatura.[99] Ha dichiarato: "Non voglio essere schivo al riguardo: date le reazioni che ho ricevuto negli scorsi mesi, ho pensato a questa possibilità ma non ci ho ancora pensato con la serietà e la
  • 19. profondità che credo siano necessarie. [...] Dopo il 7 novembre,[100] mi fermerò, mi siederò e considererò la questione, e se ad un certo punto cambio idea, farò un annuncio pubblico e tutti saranno in grado di darmi addosso"[101] ha promesso Obama. Il 10 febbraio 2007 Obama ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le elezioni presidenziali del 2008.[1] La sfida per la nomination democratica Il procedimento per la scelta del candidato democratico iniziò il 3 gennaio 2008, quando si tennero i caucus dell'Iowa. Barack Obama vinse con quasi il 38% dei voti, davanti a John Edwards (con circa il 30%) e Hillary Clinton (29%). Sebbene i sondaggi prevedessero una sua netta vittoria anche nelle primarie del New Hampshire dell'8 gennaio 2008, in quell'occasione Obama ha ottenuto solo il 37% dei voti, contro il 39% della senatrice Clinton (John Edwards è arrivato terzo col 17%). Il 26 gennaio 2008 ha nuovamente vinto un'importante primaria statale, questa volta in Carolina del Sud, dove, monopolizzando il voto nero ed aprendosi larghi varchi in quello bianco, ha conquistato il 55% dei voti contro il 27% della Clinton ed il 18% di Edwards. Il 19 febbraio dello stesso anno ha vinto le primarie in Wisconsin con il 58% di voti circa, superando la senatrice Clinton che ha ottenuto solo il 41%, e nelle Hawaii dove ha ottenuto il 76% delle preferenze contro il 24% della Clinton. Il 3 giugno 2008, con la vittoria in Montana, Obama ha ottenuto il quorum necessario per la nomination alla convention democratica di Denver. Il 7 giugno, dopo una pioggia di appoggi da parte di moltissimi superdelegati, anche la sua diretta rivale alla nomination democratica, Hillary Clinton riconosce la vittoria del senatore dell'Illinois, dando il suo endorsement e ritirandosi di fatto dalla corsa. Barack Obama diventa così, ormai ufficialmente, il primo afro-americano in corsa per la Casa Bianca. Il 23 agosto, Obama sceglie per il ruolo di candidato alla Vicepresidenza degli Stati Uniti il senatore democratico Joe Biden. Il 4 novembre, Obama vince le elezioni sconfiggendo il repubblicano John McCain[102]. Il 9 ottobre 2009 il comitato di Oslo gli conferisce il Premio Nobel per la Pace « per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli » La motivazione fa riferimento al suo incessante tentativo di ridurre gli arsenali nucleari e di intavolare un dialogo distensivo e costruttivo col Medio Oriente. Il riconoscimento, consistente in una medaglia, un diploma e un assegno da 10 milioni di corone svedesi (circa un milione di euro) è consegnato a Oslo il 10 dicembre. «Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l'attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore», si legge nella motivazione diffusa dal Comitato, che spiega come la diplomazia del Presidente statunitense sia «basata sul concetto che coloro che guidano il mondo debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione».[103] Nonostante le motivazioni fornite dal comitato di Oslo, l'attribuzione del Nobel ad un presidente eletto da così poco tempo ha suscitato alcune polemiche. Secondo un sondaggio informale pubblicato dalla MSNBC il 62% degli intervistati pensa sia immeritato, mentre numerose critiche sono state sollevate dai repubblicani
  • 20. e dalla stampa.[104][105][106] Lo stesso diretto interessato non ha mancato di far notare come, secondo la sua posizione, altri avrebbero maggiormente meritato il premio.[107] Famiglia e religione Obama è raggiunto dalla moglie e dalle due figlie, prima dell'annuncio della sua candidatura alle presidenziali, presso Springfield, Illinois, il 10 febbraio 2007.[108] Mentre lavorava presso la società di consulenze legali Sidley Austin di Chicago nell'estate del 1989, Obama incontrò Michelle Robinson, un avvocato associato della società.[109] Michelle e Barack Obama si sposarono nel 1992 presso la Trinity United Church of Christ di Chicago; la cerimonia fu svolta dal reverendo Jeremiah Wright.[110] Hanno due figlie, Malia, nata nel 1998, e Sasha, del 2001.[109] Un passaggio del discorso chiave di Obama presso la Convention democratica del 2004, nonché il titolo del suo libro del 2006, L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), gli sono state ispirate dai sermoni del reverendo Wright.[111] Nel libro Obama descrive così la sua crescita in un ambiente non-religioso: « Non sono cresciuto in una famiglia religiosa. I miei nonni materni, che erano del Kansas, erano cresciuti in famiglie battiste e metodiste, ma la fede non ha mai veramente messo radici nei loro cuori. Le stesse esperienze di mia madre, una bambina sensibile e immersa nei libri cresciuta in piccole città del Kansas, Oklahoma e Texas, non fecero altro che rinforzare questo scetticismo ereditato. [...] Mio padre è stato quasi totalmente assente dalla mia infanzia, siccome i miei genitori divorziarono quando avevo due anni; ad ogni modo, nonostante mio padre fosse stato educato da musulmano, quando incontrò mia madre era ormai un ateo convinto e riteneva che la religione fosse solo superstizione. » Obama scrive che le sue convinzioni religiose nacquero intorno ai vent'anni, quando collaborava con alcune chiese locali, organizzando la comunità. Fu qui che capì "il potere della tradizione religiosa afro-americana nello spronare cambiamenti sociali"; « Fu a causa di queste nuove comprensioni, cioè che l'impegno religioso non richiedeva di sospendere il pensiero critico, di smettere di lottare per la giustizia economica o sociale, o di ritirarmi da quel mondo che conoscevo e amavo, che fui finalmente capace di camminare nella navata della Trinity United Church of Christ ed essere battezzato. Fu una scelta consapevole, non una rivelazione; le domande che mi ponevo non sparirono di colpo. Ma inginocchiandomi sotto la croce nel South Side di Chicago, sentii lo spirito di Dio che mi attraeva. Mi piegai alla Sua volontà, e mi dedicai a scoprire la Sua verità.[112] » Critiche Si è attirato le critiche di progressisti come il giornalista David Sirota quando ha votato per confermare Condoleezza Rice come Segretario di Stato, quando ha votato a favore di una legge di azione collettiva "scritta dalle multinazionali", e per "essersi rifiutato di criticare apertamente" la guerra in Iraq, nonostante si presenti come un candidato contro la guerra.[113] Anche il professore afro-americano Cornel West, dell'Università di Princeton, ha sollevato forti dubbi, in particolare riferiti alla scarsa trasparenza sulla provenienza dei finanziamenti per la campagna elettorale.[114] Tra i critici più radicali si pone lo storico Webster Tarpley, già noto come critico spietato dei neoconservatori e autore di due libri polemici su Obama usciti nel 2008, fra cui una biografia non autorizzata.[115] Obama si è inoltre attirato le critiche della Santa Sede e del mondo cattolico con la sua svolta sull'aborto,[116], in particolare con la possibilità di finanziare il cd. aborto "a nascita parziale" (cioè anche al nono mese di gravidanza).[117][118][119] A un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca, si moltiplicano gli articoli critici nei confronti del suo operato. Obama in campagna elettorale aveva inserito nel suo programma la fine della guerra in Iraq e la
  • 21. riduzione delle truppe in Afghanistan, nonché una nuova politica di apertura e pace nei confronti dell'Iran. L'aumento delle truppe in Afghanistan, l'assenza di una exit strategy dall'Iraq, il mantenimento di certe leggi controverse, come il patriot act di Bush, sono tra gli elementi a sostegno delle tesi critiche[120]. Opere Obama ha pubblicato l'autobiografia, I sogni di mio padre (Dreams from My Father) nel 1995 e ha pubblicato una nuova versione, con qualche modifica, nel 2004. In Italia è stata pubblicata dalla casa editrice Nutrimenti nel 2007. La versione in audiolibro è stata premiata nel 2006 con un Grammy award for Best Spoken Word Album.[121] Nel dicembre 2004, Obama ha stretto un accordo da 1,9 milioni di dollari per scrivere tre libri.[122] Il primo, L'audacia della speranza (The Audacity of Hope), è uscito il 17 ottobre 2006, e delinea le sue convinzioni politiche. [123][124] Il secondo è un libro per bambini scritto in stretta collaborazione con la moglie Michelle e le loro due figlie, i cui profitti saranno devoluti in beneficenza. L'argomento del terzo libro non è stato annunciato. Risultati elettorali 2008 Elezione Presidenza degli Stati Uniti Barack Obama (D), 365 grandi elettori (53% di voti)[125] John McCain (R), 173 grandi elettori (46% di voti)[125] 2004 Elezione al Senato Federale Barack Obama (D), 70% Alan Keyes (R), 27% Albert J. Franzen (I), 2% Jerry Kohn (L), 1% 2000 Elezione alla Camera dei Rappresentanti - 1º distretto (Primarie dei Democratici) Bobby Rush (D), 61% Barack Obama (D), 30% Donne Trotter (D), 7% Media [modifica] Il Weekly Address è il comunicato multimediale settimanale del 44º Presidente degli Stati Uniti d'America; Barack Obama ha sempre dato molta importanza alla comunicazione mediatica e ad internet, questo gli consente di mantenere uno stretto legame con il popolo americano che lo ha eletto; ogni sabato infatti, appare sul sito della Casa Bianca Weekly Adress il suo comunicato settimanale, in cui illustra e spiega ciò di cui la sua amministrazione si sta occupando. Lo si può scaricare come podcast su iTunes o inserire nella propria pagina nei social network Facebook, Twitter, Myspace ecc.
  • 22. L'apertura sui matrimoni gay [ Nel maggio 2012 Obama afferma che le coppie dello stesso sesso debbono avere la possibilità di contrarre il matrimonio[126]. Filmografia Barack Obama - L'uomo, il presidente (By the People: The Election of Barack Obama), regia di Amy Rice e Alicia Sams (2009) - Documentario (distribuzione: Sony Pictures)