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Il rischio rumore
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Definizioni
 Pericolo: caratteristica di un ambiente, di
un'attrezzatura o di un'attività di provocare
danni da rumore;
 Danno: conseguenza dell'esposizione a
rumore. Direttamente proporzionale al livello di
esposizione;
 Frequenza: possibilità che il lavoratore sia
esposto a livelli di rumore tali da poter
cagionare un danno per la sua salute.
Definizioni
 Rischio: la probabilità che il rumore a cui è
esposto il lavoratore possa effettivamente
cagionare un danno alla salute del lavoratore.
E' dato dal prodotto:
R = P x D
ovvero il rischio di danni da rumore dipende sia
dal livello di rumore emesso, sia dalla
probabilità con cui il lavoratore è esposto alle
sorgenti di rumore.
Definizioni
 Rumore: nell'accezione comune, suono che provoca una
sensazione sgradevole, fastidiosa, intollerabile.
 Suono: perturbazione meccanica che si propaga in un
mezzo elastico (gas, liquido, solido) e che è in grado di
eccitare il senso dell'udito. Un corpo che vibra crea delle
compressioni e delle rarefazioni nel mezzo elastico che si
propagano dalla sorgente fino al/i ricevitore/i
Definizioni
 Pressione sonora istantanea: differenza indotta dalla
perturbazione sonora tra la pressione totale istantanea e il
valore di pressione statica all'equilibrio.
1: silenzio;
2: suono udibile;
3: pressione atmosferica;
4: pressione sonora.
Definizioni
 Frequenza: numero di
oscillazioni complete nell'unità di
tempo (Hz = 1/sec) Udibile
quando il suono ha una
frequenza compresa tra 20 Hz e
20 kHz;
 Periodo: durata di un ciclo
completo di oscillazione (sec.);
 Lunghezza d'onda: distanza
percorsa dall'onda in un periodo;
 Ampiezza: valore massimo
dell'oscillazione di pressione.
Definizioni
 Decibel: unità di misura
dell'entità della pressione sonora
in scala logaritmica:
Fonte: Inail Linee guida rumore 2015
Definizioni
 Curve ponderate: filtri per la modifica del livello sonoro in
base al peso di ogni banda di frequenza.
 Curva A: adatta a definire i danni all'orecchio in quanto riduce i livelli
misurati a basse frequenze e alza le alte frequenze.
 Curva C: adatta a definire i livelli di danno a seguito di esposizione a
impulsi di rumore
Definizioni
 Domanda 1: è esposto al rumore solo chi utilizza
direttamente un’attrezzatura rumorosa?
 Domanda 2: è meglio ridurre il livello di rumore emesso
dalle attrezzature o ridurre il tempo di esposizione?
Normativa
 D.Lgs. 277/91: ha introdotto in Italia il concetto di
“valutazione dei rischi” applicandolo a rumore, piombo e
amianto. Prevedeva l'esecuzione di misure e il calcolo del
livello di esposizione giornaliera o settimanale;
 D.Lgs. 195/06: ha modificato il D.Lgs. 626/94
introducendo all'interno la valutazione del rischio rumore.
Introdotto il livello limite di esposizione (87 dB(A)) e
inserito il valore di picco da considerare per definire il
livello di rischio.
Normativa
 D.Lgs. 81/2008: ha sostanzialmente confermato quanto
previsto nel D.Lgs. 626/94 riguardo il rumore. Inserita la
possibilità di assegnare ad un lavoratore che ha
un'esposizione molto variabile, il valore massimo
accettabile, adottando tutte le misure necessarie.
Normativa
 Obblighi del datore di lavoro:
 valutazione dei rischi da ripetersi ogni quattro anni e
ogni volta vi siano mutazioni che possono modificare il
livello di esposizione;
 individuazione delle misure di prevenzione e
protezione, dalla fonte;
 non superare i valori limite;
 valutazione dei rischi per lavoratori particolarmente
sensibili;
 informazione e formazione.
Normativa
 Obblighi del lavoratore:
 Segnalare qualsiasi deficienza o condizione di rischio;
 Utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro e i
dispositivi di protezione individuale;
 Non manomettere le attrezzature e i DPI;
 Prendersi cura dei DPI messi a loro disposizione;
 Segnalare al superiore qualsiasi difetto o inconveniente
rilevato nei DPI messi a loro disposizione.
Normativa
 Valore limite: livello di esposizione giornaliera e di picco
che non possono essere superati:
 Lex,d = 87 dB(A);
 Lpicco = 140 dB(C).
 Valore di azione superiore: livello di esposizione
superato il quale vanno adottate tutte le misure di cautela
necessarie:
 Lex,d = 85 dB(A);
 Lpicco = 137 dB(C).
Normativa
 Valore di azione inferiore: livello di esposizione superato
il quale vanno adottate misure di cautela di base:
 Lex,d = 80 dB(A);
 Lpicco = 135 dB(C).
Normativa
 Linee guida ISPESL per la valutazione del rischio rumore;
 Indicazioni operative del Coordinamento Stato Regioni per
la valutazione dei rischi fisici ed. 2013;
 Norma UNI 9432:2011 e UNI EN ISO 9612:2011.
Normativa
 Domanda 1: qual è il valore di rumore al di sotto del quale
il rischio è da considerarsi trascurabile?
 Domanda 2: quando si devono indossare le cuffie o i
tappi antirumore?
 Domanda 3: quando un otoprotettore può essere
modificato dal lavoratore?
18
Rischi legati all'esposizione a
rumore
Rischi legati all'esposizione a
rumore
 Ipoacusia da rumore: diminuzione fino alla perdita della
capacità uditiva. Due tipologie di cellule cigliate:
 IHC: cellule cigliate interne che fungono da ricettori acustici;
 OHC: cellule cigliate esterne che aumentano la sensibilità e la
discriminazione.
Rischi legati all'esposizione a
rumore
 L'esposizione a rumore provoca ipoacusia percettiva
bilaterale. Altre patologie potrebbero essere di origine
non professionale.
 Danni permanenti per esposizione continuativa o
impulsiva ad elevati livelli.
 Rumori impulsivi molto forti provocano effetti sulla
porzione vestibolare provocando vertigini, nausea,
disturbi dell'equilibrio.
 Esposizione a livelli superiori a 70-75 dB(A) provocano
fatica uditiva (innalzamento temporaneo del livello di
udibilità.
Rischi legati all'esposizione a
rumore
 Soffrono di ipoacusia il 0,5% dei bambini sotto i 5 anni,
mentre sopra i 75 anni vi soffrono il 40% delle persone.
 L'ipoacusia, in alcune situazioni può essere curata:
 Cure mediche;
 Interventi chirurgici;
 Protesi.
Fonte: Inail Linee guida rumore 2015
Rischi legati all'esposizione a
rumore
Sviluppo dell'ipoacusia:
 I periodo: dura per i primi 10-20 giorni di esposizione al
rumore; sono presenti acufeni a tonalità acuta e
sensazione di “orecchio pieno”, lieve cefalea, senso di
fatica e di intontimento alla fine del turno di lavoro; alla
fine di questo periodo iniziale i sintomi tendono ad
attenuarsi.
 II periodo: dura da mesi ed anni; in questa fase la
sintomatologia soggettiva è completamente muta e il
danno uditivo è rilevabile solo mediante audiometria.
Rischi legati all'esposizione a
rumore
 III periodo: è la fase in cui il soggetto comincia ad
accorgersi di perdere l’udito
 IV periodo: il deficit uditivo diventa grave, compare il
fenomeno del recruitment: un segnale acustico ad un
certo livello di intensità non è udito affatto, ma basta un
incremento di pochi dB perché venga percepito molto
forte, distorto e particolarmente fastidioso, ci sono
acufeni persistenti, fugaci vertigini rotatorie, senso di
incertezza nella deambulazione.
Rischi legati all'esposizione a
rumore
 Danni all'apparato cardiovascolare: rumore superiore
a 85 dB(A), determina aumento della frequenza
cardiaca, della pressione arteriosa, delle resistenze
vascolari periferiche (costrizione vascolare), della
concentrazione ematica ed urinaria di noroadrenalina e,
spesso, di adrenalina.
 Riduzione dei meccanismi immunologici.
 Danni all'apparato endocrino.
 Effetti sul sistema nervoso centrale.
Rischi legati all'esposizione a
rumore
 Danni indiretti:
 Difficoltà nella comunicazione con le altre persone presenti sul
luogo di lavoro con conseguente stress;
 Difficoltà nella percezione dei segnali legati all'attività svolta
(avvio macchina, guasti ecc.);
 Riduzione della capacità di concentrazione apprendimento, sul
sonno e sul riposo;
 Difficoltà nella percezione dei segnali di allarme.
Rischi legati all'esposizione a
rumore
Qualsiasi condizione pregiudizievole
della salute deve essere segnalata
al medico competente.
Rischi legati all'esposizione a
rumore
 Domanda 1: se il rumore non mi dà fastidio, può
comunque essere dannoso per il mio udito?
 Domanda 2: i danni da rumore sono solo a livello di
perdita uditiva?
 Domanda 3: se mi accorgo che il mio udito si sta
riducendo, a chi devo dirlo?
Misure di prevenzione e protezione
 Riduzione del livello di emissione del rumore:
 Diverse tecniche di lavorazione;
 Sostituzione di attrezzature con altre meno rumorose;
 Manutenzione delle attrezzature;
 Modifica dei parametri di lavorazione (riduzione del numero di
giri di un motore ecc.).
 Riduzione della trasmissione del rumore:
 Separazione delle aree di lavoro;
 Riduzione del riverbero.
 Riduzione del tempo di esposizione.
Misure di prevenzione e protezione
 Dispositivi di protezione individuale
 Se superiore al valore inferiore di azione, i DPI-u devono
essere messi a disposizione;
 Se superiore al valore superiore di azione, il datore di lavoro
deve esigere che i lavoratori li indossino.
Misure di prevenzione e protezione
Individuazione
dell'otoprotettore:
Misure di prevenzione e protezione
Individuazione dell'otoprotettore:
 marcatura di certificazione;
 attenuazione sonora (SNR, HML, OBM)
 Confort del portatore
 ambiente di lavoro (comunicazioni e segnali, temperatura)
 disturbi della salute dell'utilizzatore (irritazioni del canale
uditivo, otalgia, ipoacusia ecc.) determinate dal medico
 compatibilità con altri DPI (occhiali e caschi)
Misure di prevenzione e protezione
Utilizzo costante dell'otoprotettore:
 Esempio: lavoratore esposto tutto il giorno a 105 dB(A),
utilizza un otoprotettore con valore di abbattimento 30 dB(A).
Invece di usarlo tutto il giorno, lo indossa per 7 ore e mezza su
8 di lavoro. Il suo livello di esposizione passa da 75 dB(A) a 93
dB(A).
Curva 1: SNR 10 dB
Curva 2: SNR 20 dB
Curva 3: SNR 30 dB
Fonte INAIL Linee guida rumore 2015
Misure di prevenzione e protezione
Caratteristiche dell'otoprotettore:
 Marcatura CE;
 Modalità di utilizzo e cura (EN 458:1993);
 Foglietto di istruzioni del fabbricante.
Misure di prevenzione e protezione
Caratteristiche dell'otoprotettore:
 Iperprotezione (<65 dB): attenuazione troppo elevata. Ciò
può provocare un senso di isolamento e difficoltà nella
percezione dei suoni.
 Protezione insufficiente (>85 dB): attenuazione insufficiente
ad eliminare del tutto il rischio di ipoacusia professionale.
 Protezione accettabile (85-65 dB): attenuazione accettabile
per il contenimento del rischio senza incorrere
nell'iperprotezione.
 Protezione buona (80-75 dB): attenuazione ottimale per
preservare la salute del lavoratore e il suo comfort acustico.
Misure di prevenzione e protezione
Tipologie di otoprotettore:
 Cuffie: costituite da conchiglie che coprono le orecchie e
creano un contatto ermetico con la testa per mezzo di
cuscinetti morbidi, solitamente riempiti con liquido o espanso.
Adatti per uso intermittente. Non adatto a locali caldi, umidi e
polverosi. Igiene più facile.
Misure di prevenzione e protezione
Tipologie di otoprotettore:
 Cuffie montate su elmetto: conchiglie singole collegate a
bracci che sono fissati ad un elmetto industriale di sicurezza. I
bracci sono regolabili in modo che le conchiglie possano
essere posizionate sulle orecchie.
Misure di prevenzione e protezione
Tipologie di otoprotettore:
 Elmetti acustici: coprono gran parte della testa oltre
all'orecchio esterno. Riducono la trasmissione del suono
attraverso il cranio per conduzione ossea.
Misure di prevenzione e protezione
Tipologie di otoprotettore:
 Inserti auricolari: protettori dell'udito inseriti nel meato
acustico esterno oppure nella conca del padiglione auricolare
per chiudere a tenuta l'imbocco del meato acustico esterno.
Adatti per ambienti caldi e umidi. Non adatto in ambienti freddi
(l'espansione potrebbe non essere sufficiente). Attenzione
all'igiene.
Misure di prevenzione e protezione
Tipologie di otoprotettore:
 Inserti auricolari preformati: inserti auricolari la cui forma è
già definita e non devono essere modellati dal lavoratore.
Sono costituiti di ovatta minerale, silicone, gomma o materie
plastiche.
Misure di prevenzione e protezione
Tipologie di otoprotettore:
 Inserti auricolari su misura: inserti auricolari la cui forma è
già definita in base al lavoratore che dovrà utilizzarli e non
devono essere modellati.
Misure di prevenzione e protezione
Cura e manutenzione dell'otoprotettore:
 Regolari interventi di manutenzione e pulizia (con acqua
tiepida e sapone senza immergerle in acqua);
 Inserti auricolari non possono essere usati da più persone;
 Cuffie usate da più persone devono essere igienizzate tra i
diversi utilizzi oppure si deve utilizzare protezione dei
cuscinetti monouso.
Misure di prevenzione e protezione
Igiene e pulizia dell'otoprotettore:
 Contaminazione può provocare irritazioni o
abrasioni cutanee;
 Lavarsi le mani prima di maneggiare
l'otoprotettore;
 Dopo l'uso, le cuffie e gli inserti riutilizzabili
devono essere puliti.
Misure di prevenzione e protezione
Ispezione e sostituzione dell'otoprotettore:
 Prima di ogni utilizzo, e al termine dell'utilizzo,
controllare lo stato (difetti meccanici,
invecchiamento, incidente o cattivo uso)
dell'otoprotettore;
 Sostituire i cuscinetti delle cuffie non appena
perdono la forma originale, si induriscono o
diventano fragili, mostrano segni di rottura o di
diminuzione delle prestazioni. Si consiglia la
sostituzione non oltre i sei mesi;
 Prima di maneggiare gli otoprotettori pulirsi le mani.
Misure di prevenzione e protezione
Immagazzinamento dell'otoprotettore:
 Immagazzinati in un ambiente pulito,
asciutto e non contaminato.
 Lontano da finestre e non sul parabrezza.
Misure di prevenzione e protezione
Istruzioni per l'uso delle cuffie:
 Estrarre le cappe;
 Allontanare i capelli dalla zona attorno alle
orecchie;
 Indossare le cuffie sulle orecchie in modo
che gli auricolari circondino bene le orecchie
e aderiscano perfettamente alla testa.
Misure di prevenzione e protezione
Istruzioni per l'uso delle cuffie:
 Tenendo abbassata la bardatura, regolare
l'altezza delle cappe nella posizione più
comoda.
Misure di prevenzione e protezione
Istruzioni per l'uso delle cuffie:
 La bardatura deve restare in posizione
eretta sulla testa.
Misure di prevenzione e protezione
Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:
 Con le mani pulite, arrotolare l'intero inserto
auricolare fino a ottenere un cilindro del
diametro più ridotto possibile fino a
restringerlo adeguatamente.
Misure di prevenzione e protezione
Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:
 Bloccare in posizione per 30-40 secondi, fino a quando l'inserto
auricolare non si espande completamente nel condotto uditivo.
L'inserto è correttamente indossato se non è visibile guardando
frontalmente chi lo indossa.
Misure di prevenzione e protezione
Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:
 Se per qualche motivo, l'operazione non va a buon fine, è
inutile cercare di porvi rimedio, bisogna estrarre il tappi e
ripetere l'operazione.
 Per la rimozione, ruotare delicatamente l'inserto.
 Una volta arrotolato l'inserto, il tempo prima dell'inserimento
deve essere il più breve possibile.
Misure di prevenzione e protezione
Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:
 Verifica visiva: guardando l'operatore frontalmente, l'inserto
deve risultare invisibile.
Misure di prevenzione e protezione
Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:
 Verifica acustica: in un ambiente rumoroso, con gli inserti
auricolari indossati, poggiare le mani sulle orecchie, e poi
allontanarle. Gli inserti auricolari devono bloccare il rumore in
modo che, coprendo le orecchie con le mani, non si percepisca
una differenza significativa nella percezione dei suoni.
Misure di prevenzione e protezione
Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:
 Verifica di forma: dopo aver tenuto l'inserto nell'orecchio per
circa un minuto, estrarlo e verificarne la forma. Se ha la forma
come nelle prime due figure a sinistra va bene, altrimenti
l'inserto non era stato infilato correttamente.
Misure di prevenzione e protezione
Separazione delle aree e segnaletica:
 Le aree dove sono presenti livelli di rumore superiori a 85
dB(A), devono essere separati materialmente dalle altre aree e
sugli accessi deve essere apposta specifica segnaletica;
 La stessa segnaletica deve essere posta sulle macchine che
emettono più di 85 dB(A).
Misure di prevenzione e protezione
 Domanda 1: la riduzione delle cuffie è maggiore
rispetto a quella dei tappi. E’ vero?
 Domanda 2: prima di maneggiare cuffie e tappi, cosa
devo fare?
 Domanda 3: al termine del lavoro, dove sistemo le
cuffie e i tappi?
Valutazione del rischio
Valutazione senza misurazioni:
 Solo per attività dove i lavoratori non sono esposti a sorgenti di
rumore superiori a 80 dB(A);
 Elenco di attività presenti in bibliografica (es. Allegato I Linee
guida ISPESL).
Valutazione del rischio
Utilizzo di banche dati:
 Banca dati vibrazioni ISPESL;
 Comitato paritetico territoriale;
 Adatto per misure “predittive”. Appena possibile passare alla
misurazione.
Valutazione del rischio
Valutazione con misurazioni:
 Misura dell'esposizione mediante fonometro effettuata con
strumenti specifici e da personale qualificato;
 Definizione dei tempi di esposizione alle singole sorgenti;
 Calcolo del livello di esposizione giornaliera / settimanale al
rumore e definizione del livello di picco.
Valutazione del rischio
Ripetizione della valutazione:
 In caso di modifiche alla dotazione di attrezzature, ambienti di
lavoro o variazioni nelle attività svolte;
 Ogni quattro anni, per verificare le modifiche a causa dell'usura
delle attrezzature.
Valutazione del rischio
Risultati della valutazione:
 < 80 dB(A) Rischio trascurabile, nessuna misura necessaria;
 80-85 dB(A) Rischio basso, informazione, fornitura di DPI e
visita medica a richiesta del lavoratore;
 85-87 dB(A) Rischio medio, informazione e formazione,
obbligo uso dei DPI, visita medica obbligatoria, misure di
riduzione da programmare;
 >87 dB(A) Rischio elevato, attuare immediatamente misure di
riduzione del livello.
Valutazione del rischio
 Domanda 1: a quale livello di rumore siete esposti?
 Domanda 2: in base ai valori di esposizione, avete
l’obbligo di indossare gli otoprotettori?
 Domanda 3: durante quali attività si devono indossare
gli otoprotettori?
Soggetti maggiormente sensibili
Patologie:
Soggetti maggiormente sensibili
Lavoratrici in gravidanza:
 D.Lgs. 151/2001;
 Divieto di esporre le lavoratrici a livelli di rumore giornaliero
superiore a 85 dB(A) per l'intero periodo di gravidanza e
per 7 mesi dopo il parto, anche se dopo il parto, il rumore
non influenza più la salute del bambino;
 l'esposizione prolungata del nascituro a rumore può avere
effetto sulle sue capacità uditive. Impossibilità di
proteggere l'udito del bambino; il rumore determina una
riduzione dell'apporto di sangue ed elementi in circolo
anche verso il bambino.
Soggetti maggiormente sensibili
Minori:
 D.Lgs. 345/1999;
 Divieto di adibire i minori ad attività che li
espongano a più di 87 dB(A), e fornire loro i
DPI-u anche se esposti a valori compresi tra 80
e 85 dB(A).
Soggetti maggiormente sensibili
Esposizione a sostanze ototossiche:
 Monossido di carbonio
 Stirene
 Toluene
 Xilene
 Etilbenzene
 Tricloroetilene
 Disolfuro di carbonio
 n-esano
 Piombo
Soggetti maggiormente sensibili
Esposizione a sostanze ototossiche:
 Manganese
 Arsenico
 Mercurio
 Oro
 Principi attivi farmaceutici potenzialmente ototossici:
 Antibiotici;
 Diuretici;
 Aspirina;
 FANS;
 Chemioterapici;
 Antinfiammatori.
 Alcool, fumo.
Soggetti maggiormente sensibili
Esposizione a vibrazioni:
 Possono provocare ipoacusia neurosensoriale
permanente per esposizione a vibrazioni
trasmesse al sistema mano braccio.
 Vibrazioni trasmesse al corpo intero, se molto
elevate, possono avere un effetto sinergico
nella patogenesi dell'ipoacusia da rumore.
Soggetti maggiormente sensibili
 Domanda 1: fumare e bere incidono sui danni
all’udito?
La sorveglianza sanitaria
Visite mediche:
 preventiva: partendo dalla cartella sanitaria
precedente;
 periodica: la prima non dopo un anno dalla
preventiva, le successive:
 1 volta/anno se esposizione superiore a 90 dB(A);
 1 volta/2 anni se esposizione compresa tra 85 e
90 dB(A).
 a richiesta: anche per i lavoratori con
esposizione compresa tra 80 e 85 dB(A).
La sorveglianza sanitaria
Esami:
 otoscopia;
 audiometria tonale, da cui si determina la
perdita uditiva per ogni banda di frequenza
(250, 500, 1000, 2000, 3000, 4000, 6000, 8000
Hz).
La sorveglianza sanitaria
Audiometria tonale:
La sorveglianza sanitaria
Giudizio:
 idoneità;
 idoneità con prescrizioni;
 non idoneità (temporanea e permanente).
 avverso il giudizio è possibile ricorrere entro 30
giorni.
La sorveglianza sanitaria
Le malattie professionali:
 se dall’analisi risultano deficit uditivi elevati (>25
dB(A)), il medico ha l’obbligo di denunciare la
malattia professionale.
Fonte: Inail Linee guida rumore 2015
La sorveglianza sanitaria
 Domanda 1: il lavoratore può rifiutarsi di sottoporsi
alla visita medica?
 Domanda 2: il lavoratore può richiedere una visita
medica supplementare? In quali casi?
 Domanda 3: se il lavoratore non concorda con i
risultati della visita medica, cosa può fare?

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Il rischio rumore: formazione per lavoratori

  • 2. Definizioni  Pericolo: caratteristica di un ambiente, di un'attrezzatura o di un'attività di provocare danni da rumore;  Danno: conseguenza dell'esposizione a rumore. Direttamente proporzionale al livello di esposizione;  Frequenza: possibilità che il lavoratore sia esposto a livelli di rumore tali da poter cagionare un danno per la sua salute.
  • 3. Definizioni  Rischio: la probabilità che il rumore a cui è esposto il lavoratore possa effettivamente cagionare un danno alla salute del lavoratore. E' dato dal prodotto: R = P x D ovvero il rischio di danni da rumore dipende sia dal livello di rumore emesso, sia dalla probabilità con cui il lavoratore è esposto alle sorgenti di rumore.
  • 4. Definizioni  Rumore: nell'accezione comune, suono che provoca una sensazione sgradevole, fastidiosa, intollerabile.  Suono: perturbazione meccanica che si propaga in un mezzo elastico (gas, liquido, solido) e che è in grado di eccitare il senso dell'udito. Un corpo che vibra crea delle compressioni e delle rarefazioni nel mezzo elastico che si propagano dalla sorgente fino al/i ricevitore/i
  • 5. Definizioni  Pressione sonora istantanea: differenza indotta dalla perturbazione sonora tra la pressione totale istantanea e il valore di pressione statica all'equilibrio. 1: silenzio; 2: suono udibile; 3: pressione atmosferica; 4: pressione sonora.
  • 6. Definizioni  Frequenza: numero di oscillazioni complete nell'unità di tempo (Hz = 1/sec) Udibile quando il suono ha una frequenza compresa tra 20 Hz e 20 kHz;  Periodo: durata di un ciclo completo di oscillazione (sec.);  Lunghezza d'onda: distanza percorsa dall'onda in un periodo;  Ampiezza: valore massimo dell'oscillazione di pressione.
  • 7. Definizioni  Decibel: unità di misura dell'entità della pressione sonora in scala logaritmica: Fonte: Inail Linee guida rumore 2015
  • 8. Definizioni  Curve ponderate: filtri per la modifica del livello sonoro in base al peso di ogni banda di frequenza.  Curva A: adatta a definire i danni all'orecchio in quanto riduce i livelli misurati a basse frequenze e alza le alte frequenze.  Curva C: adatta a definire i livelli di danno a seguito di esposizione a impulsi di rumore
  • 9. Definizioni  Domanda 1: è esposto al rumore solo chi utilizza direttamente un’attrezzatura rumorosa?  Domanda 2: è meglio ridurre il livello di rumore emesso dalle attrezzature o ridurre il tempo di esposizione?
  • 10. Normativa  D.Lgs. 277/91: ha introdotto in Italia il concetto di “valutazione dei rischi” applicandolo a rumore, piombo e amianto. Prevedeva l'esecuzione di misure e il calcolo del livello di esposizione giornaliera o settimanale;  D.Lgs. 195/06: ha modificato il D.Lgs. 626/94 introducendo all'interno la valutazione del rischio rumore. Introdotto il livello limite di esposizione (87 dB(A)) e inserito il valore di picco da considerare per definire il livello di rischio.
  • 11. Normativa  D.Lgs. 81/2008: ha sostanzialmente confermato quanto previsto nel D.Lgs. 626/94 riguardo il rumore. Inserita la possibilità di assegnare ad un lavoratore che ha un'esposizione molto variabile, il valore massimo accettabile, adottando tutte le misure necessarie.
  • 12. Normativa  Obblighi del datore di lavoro:  valutazione dei rischi da ripetersi ogni quattro anni e ogni volta vi siano mutazioni che possono modificare il livello di esposizione;  individuazione delle misure di prevenzione e protezione, dalla fonte;  non superare i valori limite;  valutazione dei rischi per lavoratori particolarmente sensibili;  informazione e formazione.
  • 13. Normativa  Obblighi del lavoratore:  Segnalare qualsiasi deficienza o condizione di rischio;  Utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro e i dispositivi di protezione individuale;  Non manomettere le attrezzature e i DPI;  Prendersi cura dei DPI messi a loro disposizione;  Segnalare al superiore qualsiasi difetto o inconveniente rilevato nei DPI messi a loro disposizione.
  • 14. Normativa  Valore limite: livello di esposizione giornaliera e di picco che non possono essere superati:  Lex,d = 87 dB(A);  Lpicco = 140 dB(C).  Valore di azione superiore: livello di esposizione superato il quale vanno adottate tutte le misure di cautela necessarie:  Lex,d = 85 dB(A);  Lpicco = 137 dB(C).
  • 15. Normativa  Valore di azione inferiore: livello di esposizione superato il quale vanno adottate misure di cautela di base:  Lex,d = 80 dB(A);  Lpicco = 135 dB(C).
  • 16. Normativa  Linee guida ISPESL per la valutazione del rischio rumore;  Indicazioni operative del Coordinamento Stato Regioni per la valutazione dei rischi fisici ed. 2013;  Norma UNI 9432:2011 e UNI EN ISO 9612:2011.
  • 17. Normativa  Domanda 1: qual è il valore di rumore al di sotto del quale il rischio è da considerarsi trascurabile?  Domanda 2: quando si devono indossare le cuffie o i tappi antirumore?  Domanda 3: quando un otoprotettore può essere modificato dal lavoratore?
  • 19. Rischi legati all'esposizione a rumore  Ipoacusia da rumore: diminuzione fino alla perdita della capacità uditiva. Due tipologie di cellule cigliate:  IHC: cellule cigliate interne che fungono da ricettori acustici;  OHC: cellule cigliate esterne che aumentano la sensibilità e la discriminazione.
  • 20. Rischi legati all'esposizione a rumore  L'esposizione a rumore provoca ipoacusia percettiva bilaterale. Altre patologie potrebbero essere di origine non professionale.  Danni permanenti per esposizione continuativa o impulsiva ad elevati livelli.  Rumori impulsivi molto forti provocano effetti sulla porzione vestibolare provocando vertigini, nausea, disturbi dell'equilibrio.  Esposizione a livelli superiori a 70-75 dB(A) provocano fatica uditiva (innalzamento temporaneo del livello di udibilità.
  • 21. Rischi legati all'esposizione a rumore  Soffrono di ipoacusia il 0,5% dei bambini sotto i 5 anni, mentre sopra i 75 anni vi soffrono il 40% delle persone.  L'ipoacusia, in alcune situazioni può essere curata:  Cure mediche;  Interventi chirurgici;  Protesi. Fonte: Inail Linee guida rumore 2015
  • 22. Rischi legati all'esposizione a rumore Sviluppo dell'ipoacusia:  I periodo: dura per i primi 10-20 giorni di esposizione al rumore; sono presenti acufeni a tonalità acuta e sensazione di “orecchio pieno”, lieve cefalea, senso di fatica e di intontimento alla fine del turno di lavoro; alla fine di questo periodo iniziale i sintomi tendono ad attenuarsi.  II periodo: dura da mesi ed anni; in questa fase la sintomatologia soggettiva è completamente muta e il danno uditivo è rilevabile solo mediante audiometria.
  • 23. Rischi legati all'esposizione a rumore  III periodo: è la fase in cui il soggetto comincia ad accorgersi di perdere l’udito  IV periodo: il deficit uditivo diventa grave, compare il fenomeno del recruitment: un segnale acustico ad un certo livello di intensità non è udito affatto, ma basta un incremento di pochi dB perché venga percepito molto forte, distorto e particolarmente fastidioso, ci sono acufeni persistenti, fugaci vertigini rotatorie, senso di incertezza nella deambulazione.
  • 24. Rischi legati all'esposizione a rumore  Danni all'apparato cardiovascolare: rumore superiore a 85 dB(A), determina aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, delle resistenze vascolari periferiche (costrizione vascolare), della concentrazione ematica ed urinaria di noroadrenalina e, spesso, di adrenalina.  Riduzione dei meccanismi immunologici.  Danni all'apparato endocrino.  Effetti sul sistema nervoso centrale.
  • 25. Rischi legati all'esposizione a rumore  Danni indiretti:  Difficoltà nella comunicazione con le altre persone presenti sul luogo di lavoro con conseguente stress;  Difficoltà nella percezione dei segnali legati all'attività svolta (avvio macchina, guasti ecc.);  Riduzione della capacità di concentrazione apprendimento, sul sonno e sul riposo;  Difficoltà nella percezione dei segnali di allarme.
  • 26. Rischi legati all'esposizione a rumore Qualsiasi condizione pregiudizievole della salute deve essere segnalata al medico competente.
  • 27. Rischi legati all'esposizione a rumore  Domanda 1: se il rumore non mi dà fastidio, può comunque essere dannoso per il mio udito?  Domanda 2: i danni da rumore sono solo a livello di perdita uditiva?  Domanda 3: se mi accorgo che il mio udito si sta riducendo, a chi devo dirlo?
  • 28. Misure di prevenzione e protezione  Riduzione del livello di emissione del rumore:  Diverse tecniche di lavorazione;  Sostituzione di attrezzature con altre meno rumorose;  Manutenzione delle attrezzature;  Modifica dei parametri di lavorazione (riduzione del numero di giri di un motore ecc.).  Riduzione della trasmissione del rumore:  Separazione delle aree di lavoro;  Riduzione del riverbero.  Riduzione del tempo di esposizione.
  • 29. Misure di prevenzione e protezione  Dispositivi di protezione individuale  Se superiore al valore inferiore di azione, i DPI-u devono essere messi a disposizione;  Se superiore al valore superiore di azione, il datore di lavoro deve esigere che i lavoratori li indossino.
  • 30. Misure di prevenzione e protezione Individuazione dell'otoprotettore:
  • 31. Misure di prevenzione e protezione Individuazione dell'otoprotettore:  marcatura di certificazione;  attenuazione sonora (SNR, HML, OBM)  Confort del portatore  ambiente di lavoro (comunicazioni e segnali, temperatura)  disturbi della salute dell'utilizzatore (irritazioni del canale uditivo, otalgia, ipoacusia ecc.) determinate dal medico  compatibilità con altri DPI (occhiali e caschi)
  • 32. Misure di prevenzione e protezione Utilizzo costante dell'otoprotettore:  Esempio: lavoratore esposto tutto il giorno a 105 dB(A), utilizza un otoprotettore con valore di abbattimento 30 dB(A). Invece di usarlo tutto il giorno, lo indossa per 7 ore e mezza su 8 di lavoro. Il suo livello di esposizione passa da 75 dB(A) a 93 dB(A). Curva 1: SNR 10 dB Curva 2: SNR 20 dB Curva 3: SNR 30 dB Fonte INAIL Linee guida rumore 2015
  • 33. Misure di prevenzione e protezione Caratteristiche dell'otoprotettore:  Marcatura CE;  Modalità di utilizzo e cura (EN 458:1993);  Foglietto di istruzioni del fabbricante.
  • 34. Misure di prevenzione e protezione Caratteristiche dell'otoprotettore:  Iperprotezione (<65 dB): attenuazione troppo elevata. Ciò può provocare un senso di isolamento e difficoltà nella percezione dei suoni.  Protezione insufficiente (>85 dB): attenuazione insufficiente ad eliminare del tutto il rischio di ipoacusia professionale.  Protezione accettabile (85-65 dB): attenuazione accettabile per il contenimento del rischio senza incorrere nell'iperprotezione.  Protezione buona (80-75 dB): attenuazione ottimale per preservare la salute del lavoratore e il suo comfort acustico.
  • 35. Misure di prevenzione e protezione Tipologie di otoprotettore:  Cuffie: costituite da conchiglie che coprono le orecchie e creano un contatto ermetico con la testa per mezzo di cuscinetti morbidi, solitamente riempiti con liquido o espanso. Adatti per uso intermittente. Non adatto a locali caldi, umidi e polverosi. Igiene più facile.
  • 36. Misure di prevenzione e protezione Tipologie di otoprotettore:  Cuffie montate su elmetto: conchiglie singole collegate a bracci che sono fissati ad un elmetto industriale di sicurezza. I bracci sono regolabili in modo che le conchiglie possano essere posizionate sulle orecchie.
  • 37. Misure di prevenzione e protezione Tipologie di otoprotettore:  Elmetti acustici: coprono gran parte della testa oltre all'orecchio esterno. Riducono la trasmissione del suono attraverso il cranio per conduzione ossea.
  • 38. Misure di prevenzione e protezione Tipologie di otoprotettore:  Inserti auricolari: protettori dell'udito inseriti nel meato acustico esterno oppure nella conca del padiglione auricolare per chiudere a tenuta l'imbocco del meato acustico esterno. Adatti per ambienti caldi e umidi. Non adatto in ambienti freddi (l'espansione potrebbe non essere sufficiente). Attenzione all'igiene.
  • 39. Misure di prevenzione e protezione Tipologie di otoprotettore:  Inserti auricolari preformati: inserti auricolari la cui forma è già definita e non devono essere modellati dal lavoratore. Sono costituiti di ovatta minerale, silicone, gomma o materie plastiche.
  • 40. Misure di prevenzione e protezione Tipologie di otoprotettore:  Inserti auricolari su misura: inserti auricolari la cui forma è già definita in base al lavoratore che dovrà utilizzarli e non devono essere modellati.
  • 41. Misure di prevenzione e protezione Cura e manutenzione dell'otoprotettore:  Regolari interventi di manutenzione e pulizia (con acqua tiepida e sapone senza immergerle in acqua);  Inserti auricolari non possono essere usati da più persone;  Cuffie usate da più persone devono essere igienizzate tra i diversi utilizzi oppure si deve utilizzare protezione dei cuscinetti monouso.
  • 42. Misure di prevenzione e protezione Igiene e pulizia dell'otoprotettore:  Contaminazione può provocare irritazioni o abrasioni cutanee;  Lavarsi le mani prima di maneggiare l'otoprotettore;  Dopo l'uso, le cuffie e gli inserti riutilizzabili devono essere puliti.
  • 43. Misure di prevenzione e protezione Ispezione e sostituzione dell'otoprotettore:  Prima di ogni utilizzo, e al termine dell'utilizzo, controllare lo stato (difetti meccanici, invecchiamento, incidente o cattivo uso) dell'otoprotettore;  Sostituire i cuscinetti delle cuffie non appena perdono la forma originale, si induriscono o diventano fragili, mostrano segni di rottura o di diminuzione delle prestazioni. Si consiglia la sostituzione non oltre i sei mesi;  Prima di maneggiare gli otoprotettori pulirsi le mani.
  • 44. Misure di prevenzione e protezione Immagazzinamento dell'otoprotettore:  Immagazzinati in un ambiente pulito, asciutto e non contaminato.  Lontano da finestre e non sul parabrezza.
  • 45. Misure di prevenzione e protezione Istruzioni per l'uso delle cuffie:  Estrarre le cappe;  Allontanare i capelli dalla zona attorno alle orecchie;  Indossare le cuffie sulle orecchie in modo che gli auricolari circondino bene le orecchie e aderiscano perfettamente alla testa.
  • 46. Misure di prevenzione e protezione Istruzioni per l'uso delle cuffie:  Tenendo abbassata la bardatura, regolare l'altezza delle cappe nella posizione più comoda.
  • 47. Misure di prevenzione e protezione Istruzioni per l'uso delle cuffie:  La bardatura deve restare in posizione eretta sulla testa.
  • 48. Misure di prevenzione e protezione Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:  Con le mani pulite, arrotolare l'intero inserto auricolare fino a ottenere un cilindro del diametro più ridotto possibile fino a restringerlo adeguatamente.
  • 49. Misure di prevenzione e protezione Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:  Bloccare in posizione per 30-40 secondi, fino a quando l'inserto auricolare non si espande completamente nel condotto uditivo. L'inserto è correttamente indossato se non è visibile guardando frontalmente chi lo indossa.
  • 50. Misure di prevenzione e protezione Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:  Se per qualche motivo, l'operazione non va a buon fine, è inutile cercare di porvi rimedio, bisogna estrarre il tappi e ripetere l'operazione.  Per la rimozione, ruotare delicatamente l'inserto.  Una volta arrotolato l'inserto, il tempo prima dell'inserimento deve essere il più breve possibile.
  • 51. Misure di prevenzione e protezione Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:  Verifica visiva: guardando l'operatore frontalmente, l'inserto deve risultare invisibile.
  • 52. Misure di prevenzione e protezione Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:  Verifica acustica: in un ambiente rumoroso, con gli inserti auricolari indossati, poggiare le mani sulle orecchie, e poi allontanarle. Gli inserti auricolari devono bloccare il rumore in modo che, coprendo le orecchie con le mani, non si percepisca una differenza significativa nella percezione dei suoni.
  • 53. Misure di prevenzione e protezione Istruzioni per l'uso dei tappi in espanso:  Verifica di forma: dopo aver tenuto l'inserto nell'orecchio per circa un minuto, estrarlo e verificarne la forma. Se ha la forma come nelle prime due figure a sinistra va bene, altrimenti l'inserto non era stato infilato correttamente.
  • 54. Misure di prevenzione e protezione Separazione delle aree e segnaletica:  Le aree dove sono presenti livelli di rumore superiori a 85 dB(A), devono essere separati materialmente dalle altre aree e sugli accessi deve essere apposta specifica segnaletica;  La stessa segnaletica deve essere posta sulle macchine che emettono più di 85 dB(A).
  • 55. Misure di prevenzione e protezione  Domanda 1: la riduzione delle cuffie è maggiore rispetto a quella dei tappi. E’ vero?  Domanda 2: prima di maneggiare cuffie e tappi, cosa devo fare?  Domanda 3: al termine del lavoro, dove sistemo le cuffie e i tappi?
  • 56. Valutazione del rischio Valutazione senza misurazioni:  Solo per attività dove i lavoratori non sono esposti a sorgenti di rumore superiori a 80 dB(A);  Elenco di attività presenti in bibliografica (es. Allegato I Linee guida ISPESL).
  • 57. Valutazione del rischio Utilizzo di banche dati:  Banca dati vibrazioni ISPESL;  Comitato paritetico territoriale;  Adatto per misure “predittive”. Appena possibile passare alla misurazione.
  • 58. Valutazione del rischio Valutazione con misurazioni:  Misura dell'esposizione mediante fonometro effettuata con strumenti specifici e da personale qualificato;  Definizione dei tempi di esposizione alle singole sorgenti;  Calcolo del livello di esposizione giornaliera / settimanale al rumore e definizione del livello di picco.
  • 59. Valutazione del rischio Ripetizione della valutazione:  In caso di modifiche alla dotazione di attrezzature, ambienti di lavoro o variazioni nelle attività svolte;  Ogni quattro anni, per verificare le modifiche a causa dell'usura delle attrezzature.
  • 60. Valutazione del rischio Risultati della valutazione:  < 80 dB(A) Rischio trascurabile, nessuna misura necessaria;  80-85 dB(A) Rischio basso, informazione, fornitura di DPI e visita medica a richiesta del lavoratore;  85-87 dB(A) Rischio medio, informazione e formazione, obbligo uso dei DPI, visita medica obbligatoria, misure di riduzione da programmare;  >87 dB(A) Rischio elevato, attuare immediatamente misure di riduzione del livello.
  • 61. Valutazione del rischio  Domanda 1: a quale livello di rumore siete esposti?  Domanda 2: in base ai valori di esposizione, avete l’obbligo di indossare gli otoprotettori?  Domanda 3: durante quali attività si devono indossare gli otoprotettori?
  • 63. Soggetti maggiormente sensibili Lavoratrici in gravidanza:  D.Lgs. 151/2001;  Divieto di esporre le lavoratrici a livelli di rumore giornaliero superiore a 85 dB(A) per l'intero periodo di gravidanza e per 7 mesi dopo il parto, anche se dopo il parto, il rumore non influenza più la salute del bambino;  l'esposizione prolungata del nascituro a rumore può avere effetto sulle sue capacità uditive. Impossibilità di proteggere l'udito del bambino; il rumore determina una riduzione dell'apporto di sangue ed elementi in circolo anche verso il bambino.
  • 64. Soggetti maggiormente sensibili Minori:  D.Lgs. 345/1999;  Divieto di adibire i minori ad attività che li espongano a più di 87 dB(A), e fornire loro i DPI-u anche se esposti a valori compresi tra 80 e 85 dB(A).
  • 65. Soggetti maggiormente sensibili Esposizione a sostanze ototossiche:  Monossido di carbonio  Stirene  Toluene  Xilene  Etilbenzene  Tricloroetilene  Disolfuro di carbonio  n-esano  Piombo
  • 66. Soggetti maggiormente sensibili Esposizione a sostanze ototossiche:  Manganese  Arsenico  Mercurio  Oro  Principi attivi farmaceutici potenzialmente ototossici:  Antibiotici;  Diuretici;  Aspirina;  FANS;  Chemioterapici;  Antinfiammatori.  Alcool, fumo.
  • 67. Soggetti maggiormente sensibili Esposizione a vibrazioni:  Possono provocare ipoacusia neurosensoriale permanente per esposizione a vibrazioni trasmesse al sistema mano braccio.  Vibrazioni trasmesse al corpo intero, se molto elevate, possono avere un effetto sinergico nella patogenesi dell'ipoacusia da rumore.
  • 68. Soggetti maggiormente sensibili  Domanda 1: fumare e bere incidono sui danni all’udito?
  • 69. La sorveglianza sanitaria Visite mediche:  preventiva: partendo dalla cartella sanitaria precedente;  periodica: la prima non dopo un anno dalla preventiva, le successive:  1 volta/anno se esposizione superiore a 90 dB(A);  1 volta/2 anni se esposizione compresa tra 85 e 90 dB(A).  a richiesta: anche per i lavoratori con esposizione compresa tra 80 e 85 dB(A).
  • 70. La sorveglianza sanitaria Esami:  otoscopia;  audiometria tonale, da cui si determina la perdita uditiva per ogni banda di frequenza (250, 500, 1000, 2000, 3000, 4000, 6000, 8000 Hz).
  • 72. La sorveglianza sanitaria Giudizio:  idoneità;  idoneità con prescrizioni;  non idoneità (temporanea e permanente).  avverso il giudizio è possibile ricorrere entro 30 giorni.
  • 73. La sorveglianza sanitaria Le malattie professionali:  se dall’analisi risultano deficit uditivi elevati (>25 dB(A)), il medico ha l’obbligo di denunciare la malattia professionale. Fonte: Inail Linee guida rumore 2015
  • 74. La sorveglianza sanitaria  Domanda 1: il lavoratore può rifiutarsi di sottoporsi alla visita medica?  Domanda 2: il lavoratore può richiedere una visita medica supplementare? In quali casi?  Domanda 3: se il lavoratore non concorda con i risultati della visita medica, cosa può fare?

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