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Modello di organizzazione
e gestione
ex D.Lgs. 231/01
Cosa prevede il D.Lgs. 231/01?
Il provvedimento disciplina la responsabilità amministrativa delle
organizzazioni, qualora uno o più persone dell’organizzazione dovessero
commettere reati tra quelli inclusi all’interno del provvedimento.
L'ente e' responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo
vantaggio:
a) da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o
di direzione dell'ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia
finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la
gestione e il controllo dello stesso;
SOGGETTI APICALI
b) da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di
cui alla lettera a).
SOGGETTI SUBORDINATI
Cosa prevede il D.Lgs. 231/01?
Se il reato è stato commesso da SOGGETTI APICALI, l'ente non risponde se
prova che:
a) l'organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della
commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a
prevenire reati della specie di quello verificatosi;
b) il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli di curare
il loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell'ente dotato di
autonomi poteri di iniziativa e di controllo;
c) le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli
di organizzazione e di gestione;
d) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'organismo.
Cosa prevede il D.Lgs. 231/01?
Se il reato è stato commesso da SOGGETTI SUBORDINATI, l'ente è
responsabile se la commissione del reato è stata resa possibile
dall'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza.
In ogni caso, è esclusa l'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza
se l'ente, prima della commissione del reato, ha adottato ed efficacemente
attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire
reati della specie di quello verificatosi.
Come deve essere predisposto un MOG?
In relazione all'estensione dei poteri delegati e al rischio di commissione dei
reati, i modelli […] devono rispondere alle seguenti esigenze:
a) individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati;
b) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e
l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire;
c) individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad
impedire la commissione dei reati;
d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a
vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli;
e) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto
delle misure indicate nel modello.
L'efficace attuazione del modello richiede:
a) una verifica periodica e l'eventuale modifica dello stesso quando sono
scoperte significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando
intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività;
b) un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle
misure indicate nel modello.
Quali sono le sanzioni previste a seguito
di condanna dell’ente?
Le sanzioni per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato sono:
a) la sanzione pecuniaria;
b) le sanzioni interdittive;
c) la confisca;
d) la pubblicazione della sentenza.
Quali sono le sanzioni previste a seguito
di condanna dell’ente?
La sanzione pecuniaria viene applicata per quote in un numero non
inferiore a cento né superiore a mille.
L'importo di una quota va da un minimo di lire cinquecentomila ad un
massimo di lire tre milioni.
Non è ammesso il pagamento in misura ridotta.
In sostanza, la sanzione varia da un minimo di 25.800 euro ad un massimo
di 1.549.000 euro.
Nella commisurazione della sanzione pecuniaria il giudice determina il
numero delle quote tenendo conto
- della gravità del fatto;
- del grado della responsabilità dell'ente;
- dell'attività svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del fatto e per
prevenire la commissione di ulteriori illeciti.
L'importo della quota è fissato sulla base delle condizioni economiche e
patrimoniali dell'ente allo scopo di assicurare l'efficacia della sanzione.
Quali sono le sanzioni previste a seguito
di condanna dell’ente?
Le sanzioni interdittive sono:
a) l'interdizione dall'esercizio dell'attività;
b) la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni
funzionali alla commissione dell'illecito;
c) il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per
ottenere le prestazioni di un pubblico servizio;
d) l'esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e
l'eventuale revoca di quelli già concessi;
e) il divieto di pubblicizzare beni o servizi.
Le sanzioni interdittive hanno una durata non inferiore a tre mesi e non
superiore a due anni.
Le sanzioni interdittive hanno ad oggetto la specifica attività alla quale si
riferisce l'illecito dell'ente. Il giudice ne determina il tipo e la durata
Quali sono le sanzioni previste a seguito
di condanna dell’ente?
Le sanzioni interdittive non si applicano quando, prima della dichiarazione di
apertura del dibattimento di primo grado, concorrono le seguenti condizioni:
a) l'ente ha risarcito integralmente il danno e ha eliminato le conseguenze
dannose o pericolose del reato ovvero si è comunque efficacemente
adoperato in tal senso;
b) l'ente ha eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato
mediante l'adozione e l'attuazione di modelli organizzativi idonei a prevenire
reati della specie di quello verificatosi;
c) l'ente ha messo a disposizione il profitto conseguito ai fini della confisca.
Quali sono le sanzioni previste a seguito
di condanna dell’ente?
Nei confronti dell'ente è sempre disposta, con la sentenza di condanna, la
confisca del prezzo o del profitto del reato, salvo che per la parte che può
essere restituita al danneggiato. Sono fatti salvi i diritti acquisiti dai terzi in
buona fede.
Quando non è possibile eseguire la confisca, la stessa può avere ad oggetto
somme di denaro, beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o al
profitto del reato.
Quali sono le sanzioni previste a seguito
di condanna dell’ente?
La pubblicazione della sentenza di condanna può essere disposta quando
nei confronti dell'ente viene applicata una sanzione interdittiva.
La sentenza è pubblicata una sola volta, per estratto o per intero, in uno o
più giornali indicati dal giudice nella sentenza nonchè mediante affissione nel
comune ove l'ente ha la sede principale.
La pubblicazione della sentenza è eseguita, a cura della cancelleria del
giudice, a spese dell'ente.
Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e
salute dei lavoratori
Art. 25-Septies: Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con
violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro
In relazione al delitto di cui all'articolo 589 del codice penale, […], si applica
una sanzione pecuniaria in misura pari a 1.000 quote. Nel caso di condanna
per il delitto […] si applicano le sanzioni interdittive […], per una durata non
inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno.
a) nelle aziende dove è obbligatoria la presenza di SPP interno;
b) in aziende in cui si svolgono attività che espongono i lavoratori a rischi
biologici, da atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni, e da attività di
manutenzione, rimozione smaltimento e bonifica di amianto;
c) per i cantieri temporanei e mobili caratterizzati dalla compresenza di più
imprese e la cui entità presunta di lavoro non sia inferiore a 200 uomini-
giorno.
Sanzione pecuniaria: da un minimo di 258.000 euro ad un massimo di
1.549.000 euro.
Sanzione interdittiva: 3-12 mesi
Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e
salute dei lavoratori
Art. 25-Septies: Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con
violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro
[…], in relazione al delitto di cui all'articolo 589 del codice penale, commesso
con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si
applica una sanzione pecuniaria in misura non inferiore a 250 quote e non
superiore a 500 quote. Nel caso di condanna per il delitto di cui al
precedente periodo si applicano le sanzioni interdittive […], per una durata
non inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno.
Sanzione pecuniaria: da un minimo di 64.500 euro ad un massimo di
774.500 euro.
Sanzione interdittiva: 3-12 mesi
Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e
salute dei lavoratori
Art. 25-Septies: Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con
violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro
In relazione al delitto di cui all'articolo 590, terzo comma, del codice penale,
commesso con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza
sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura non superiore a 250
quote. Nel caso di condanna per il delitto di cui al precedente periodo si
applicano le sanzioni interdittive […], per una durata non superiore a sei
mesi.
Sanzioni pecuniarie: da 64.500 a 387.250 euro
Sanzioni interdittive: fino a 6 mesi
Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e
salute dei lavoratori
Articolo 30 - Modelli di organizzazione e di gestione
Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente
della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e
delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacemente
attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli
obblighi giuridici relativi:
a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature,
impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici;
b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di
prevenzione e protezione conseguenti;
c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso,
gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei
rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e
salute dei lavoratori
Articolo 30 - Modelli di organizzazione e di gestione
Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente
della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e
delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto
legislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacemente
attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli
obblighi giuridici relativi:
d) alle attività di sorveglianza sanitaria;
e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori;
f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle
istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori;
g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge;
h) alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure
adottate.
Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e
salute dei lavoratori
Articolo 30 - Modelli di organizzazione e di gestione
Il modello organizzativo e gestionale […] deve prevedere idonei sistemi di
registrazione dell’avvenuta effettuazione delle attività […].
Il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto
dalla natura e dimensioni dell’organizzazione e dal tipo di attività svolta,
un’articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche ei poteri
necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio, nonché
un sistema disciplinare idoneo
a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello.
Il modello organizzativo deve altresì prevedere un idoneo sistema di
controllo sull’attuazione del medesimo modello e sul mantenimento nel
tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate. Il riesame e
l’eventuale modifica del modello organizzativo devono essere adottati,
quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla
prevenzione degli infortuni e all’igiene sul lavoro, ovvero in occasione di
mutamenti nell’organizzazione e nell’attività in relazione al progresso
scientifico e tecnologico.
Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e
salute dei lavoratori
Articolo 30 - Modelli di organizzazione e di gestione
5-bis. La commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul
lavoro elabora procedure semplificate per la adozione e la efficace
attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza nelle
piccole e medie imprese. Tali procedure sono recepite con decreto del
Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Decreto ministeriale del 13 febbraio 2014: procedure semplificate per
l'adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e di gestione
della salute e sicurezza (MOG) nelle piccole e medie imprese (PMI), ai sensi
dell'art. 30, comma 5-bis, del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i..
Il documento ha lo scopo di fornire alle piccole e medie imprese, che
decidano di adottare un modello di organizzazione e gestione della salute e
sicurezza, indicazioni organizzative semplificate, di natura operativa, utili alla
predisposizione e alla efficace attuazione di un sistema aziendale idoneo a
prevenire le conseguenze dei reati previsti dall'art. 25-septies, del D.Lgs. n.
231/2001.

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D.Lgs. 231/01 e reati in materia di sicurezza e salute dei lavoratori

  • 1. Modello di organizzazione e gestione ex D.Lgs. 231/01
  • 2. Cosa prevede il D.Lgs. 231/01? Il provvedimento disciplina la responsabilità amministrativa delle organizzazioni, qualora uno o più persone dell’organizzazione dovessero commettere reati tra quelli inclusi all’interno del provvedimento. L'ente e' responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio: a) da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso; SOGGETTI APICALI b) da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a). SOGGETTI SUBORDINATI
  • 3. Cosa prevede il D.Lgs. 231/01? Se il reato è stato commesso da SOGGETTI APICALI, l'ente non risponde se prova che: a) l'organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; b) il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli di curare il loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo; c) le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione; d) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'organismo.
  • 4. Cosa prevede il D.Lgs. 231/01? Se il reato è stato commesso da SOGGETTI SUBORDINATI, l'ente è responsabile se la commissione del reato è stata resa possibile dall'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza. In ogni caso, è esclusa l'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza se l'ente, prima della commissione del reato, ha adottato ed efficacemente attuato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi.
  • 5. Come deve essere predisposto un MOG? In relazione all'estensione dei poteri delegati e al rischio di commissione dei reati, i modelli […] devono rispondere alle seguenti esigenze: a) individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati; b) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire; c) individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati; d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli; e) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. L'efficace attuazione del modello richiede: a) una verifica periodica e l'eventuale modifica dello stesso quando sono scoperte significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività; b) un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello.
  • 6. Quali sono le sanzioni previste a seguito di condanna dell’ente? Le sanzioni per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato sono: a) la sanzione pecuniaria; b) le sanzioni interdittive; c) la confisca; d) la pubblicazione della sentenza.
  • 7. Quali sono le sanzioni previste a seguito di condanna dell’ente? La sanzione pecuniaria viene applicata per quote in un numero non inferiore a cento né superiore a mille. L'importo di una quota va da un minimo di lire cinquecentomila ad un massimo di lire tre milioni. Non è ammesso il pagamento in misura ridotta. In sostanza, la sanzione varia da un minimo di 25.800 euro ad un massimo di 1.549.000 euro. Nella commisurazione della sanzione pecuniaria il giudice determina il numero delle quote tenendo conto - della gravità del fatto; - del grado della responsabilità dell'ente; - dell'attività svolta per eliminare o attenuare le conseguenze del fatto e per prevenire la commissione di ulteriori illeciti. L'importo della quota è fissato sulla base delle condizioni economiche e patrimoniali dell'ente allo scopo di assicurare l'efficacia della sanzione.
  • 8. Quali sono le sanzioni previste a seguito di condanna dell’ente? Le sanzioni interdittive sono: a) l'interdizione dall'esercizio dell'attività; b) la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito; c) il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di un pubblico servizio; d) l'esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e l'eventuale revoca di quelli già concessi; e) il divieto di pubblicizzare beni o servizi. Le sanzioni interdittive hanno una durata non inferiore a tre mesi e non superiore a due anni. Le sanzioni interdittive hanno ad oggetto la specifica attività alla quale si riferisce l'illecito dell'ente. Il giudice ne determina il tipo e la durata
  • 9. Quali sono le sanzioni previste a seguito di condanna dell’ente? Le sanzioni interdittive non si applicano quando, prima della dichiarazione di apertura del dibattimento di primo grado, concorrono le seguenti condizioni: a) l'ente ha risarcito integralmente il danno e ha eliminato le conseguenze dannose o pericolose del reato ovvero si è comunque efficacemente adoperato in tal senso; b) l'ente ha eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato mediante l'adozione e l'attuazione di modelli organizzativi idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; c) l'ente ha messo a disposizione il profitto conseguito ai fini della confisca.
  • 10. Quali sono le sanzioni previste a seguito di condanna dell’ente? Nei confronti dell'ente è sempre disposta, con la sentenza di condanna, la confisca del prezzo o del profitto del reato, salvo che per la parte che può essere restituita al danneggiato. Sono fatti salvi i diritti acquisiti dai terzi in buona fede. Quando non è possibile eseguire la confisca, la stessa può avere ad oggetto somme di denaro, beni o altre utilità di valore equivalente al prezzo o al profitto del reato.
  • 11. Quali sono le sanzioni previste a seguito di condanna dell’ente? La pubblicazione della sentenza di condanna può essere disposta quando nei confronti dell'ente viene applicata una sanzione interdittiva. La sentenza è pubblicata una sola volta, per estratto o per intero, in uno o più giornali indicati dal giudice nella sentenza nonchè mediante affissione nel comune ove l'ente ha la sede principale. La pubblicazione della sentenza è eseguita, a cura della cancelleria del giudice, a spese dell'ente.
  • 12. Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e salute dei lavoratori Art. 25-Septies: Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro In relazione al delitto di cui all'articolo 589 del codice penale, […], si applica una sanzione pecuniaria in misura pari a 1.000 quote. Nel caso di condanna per il delitto […] si applicano le sanzioni interdittive […], per una durata non inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno. a) nelle aziende dove è obbligatoria la presenza di SPP interno; b) in aziende in cui si svolgono attività che espongono i lavoratori a rischi biologici, da atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni, e da attività di manutenzione, rimozione smaltimento e bonifica di amianto; c) per i cantieri temporanei e mobili caratterizzati dalla compresenza di più imprese e la cui entità presunta di lavoro non sia inferiore a 200 uomini- giorno. Sanzione pecuniaria: da un minimo di 258.000 euro ad un massimo di 1.549.000 euro. Sanzione interdittiva: 3-12 mesi
  • 13. Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e salute dei lavoratori Art. 25-Septies: Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro […], in relazione al delitto di cui all'articolo 589 del codice penale, commesso con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura non inferiore a 250 quote e non superiore a 500 quote. Nel caso di condanna per il delitto di cui al precedente periodo si applicano le sanzioni interdittive […], per una durata non inferiore a tre mesi e non superiore ad un anno. Sanzione pecuniaria: da un minimo di 64.500 euro ad un massimo di 774.500 euro. Sanzione interdittiva: 3-12 mesi
  • 14. Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e salute dei lavoratori Art. 25-Septies: Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro In relazione al delitto di cui all'articolo 590, terzo comma, del codice penale, commesso con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro, si applica una sanzione pecuniaria in misura non superiore a 250 quote. Nel caso di condanna per il delitto di cui al precedente periodo si applicano le sanzioni interdittive […], per una durata non superiore a sei mesi. Sanzioni pecuniarie: da 64.500 a 387.250 euro Sanzioni interdittive: fino a 6 mesi
  • 15. Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e salute dei lavoratori Articolo 30 - Modelli di organizzazione e di gestione Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici; b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti; c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
  • 16. Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e salute dei lavoratori Articolo 30 - Modelli di organizzazione e di gestione Il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: d) alle attività di sorveglianza sanitaria; e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori; f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; h) alle periodiche verifiche dell’applicazione e dell’efficacia delle procedure adottate.
  • 17. Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e salute dei lavoratori Articolo 30 - Modelli di organizzazione e di gestione Il modello organizzativo e gestionale […] deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell’avvenuta effettuazione delle attività […]. Il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere, per quanto richiesto dalla natura e dimensioni dell’organizzazione e dal tipo di attività svolta, un’articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche ei poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio, nonché un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. Il modello organizzativo deve altresì prevedere un idoneo sistema di controllo sull’attuazione del medesimo modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate. Il riesame e l’eventuale modifica del modello organizzativo devono essere adottati, quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla prevenzione degli infortuni e all’igiene sul lavoro, ovvero in occasione di mutamenti nell’organizzazione e nell’attività in relazione al progresso scientifico e tecnologico.
  • 18. Il D.Lgs. 231/01 applicato alla sicurezza e salute dei lavoratori Articolo 30 - Modelli di organizzazione e di gestione 5-bis. La commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro elabora procedure semplificate per la adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese. Tali procedure sono recepite con decreto del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Decreto ministeriale del 13 febbraio 2014: procedure semplificate per l'adozione e la efficace attuazione dei modelli di organizzazione e di gestione della salute e sicurezza (MOG) nelle piccole e medie imprese (PMI), ai sensi dell'art. 30, comma 5-bis, del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.. Il documento ha lo scopo di fornire alle piccole e medie imprese, che decidano di adottare un modello di organizzazione e gestione della salute e sicurezza, indicazioni organizzative semplificate, di natura operativa, utili alla predisposizione e alla efficace attuazione di un sistema aziendale idoneo a prevenire le conseguenze dei reati previsti dall'art. 25-septies, del D.Lgs. n. 231/2001.