1. L'antievoluzionismo in italia. Post del 2009_05_26
Fonte: http://www-1.unipv.it/webbio/evol07/rassdarw09.htm
--Grazie ad un convegno a Firenze, sono usciti numerosi altri articoli su G.Galilei
in questi giorni: sull'Osservatore Romano U.Baldini scrive su
quot;Il caso Galileo quattrocento anni dopoquot;, mentre mons. G.Betori scrive su quot;L'unica
radice di fede e scienzaquot;. Sembra che questi interventi abbiano
difficolta' a evidenziare come si stiano facendo da 150 anni errori simili con la
teoria dell'evoluzione. Occuparsi oggi di G.Galilei dovrebbe essere anche
un'invito ad attualizzare l'analisi, verificando con cura differenze e somiglianze
che permettano di capire meglio le situazioni attuali piu' quot;caldequot;; che
questa prospettiva sia fondamentale e' evidente soprattutto se venisse il minimo
dubbio [viene, vero?] che si sia perso forse un po' troppo tempo (circa 350
anni... ) prima di ragonare e decidere su Galilei.
Purtroppo nessuno si alza in piedi per invitare a parlare soprattutto dei problemi
attuali, pur magari prendendo pure lo spunto da Galilei. Se non si
prendono delle decisioni su Darwin e la teoria dell'evoluzione a due mesi dalla
conclusione di un convegno da cui INTENZIONALMENTE sono stati tenuti
lontani esponenti creazionisti e neocreazionisti (ID), tanto varrebbe ammettere di
non riuscire a orientarsi, di non saper proporre soluzioni ai cattolici
che da tempo sono e vengono lasciati tranquillamente in confusione [pazzesca e
provocatoria ad esempio l'associazione fra razzismo e Darwin che si legge
perfino sull'Avvenire del 23/5].
Anzi ... la soluzione potrebbe essere ancora piu' semplice: sarebbe sufficiente che
mons. Ravasi confermasse ancor oggi la posizione estremamente razionale
che mons. Ravasi stesso illustro' nel 2005, quando mons.Brovedani invito' anche lui
a discutere di Darwin al novembre stenseniano. In una intervista alla
Nazione del 5/10 disse piu' o meno che la valutazione della teoria dell'evoluzione
non era un problema loro, dei teologi, ma degli scienziati ... e che quindi
decidessero pure con i loro criteri e sulla base dei loro metodi: quot;Le critiche alla
teoria evoluzionistica non spettano assolutamente ai teologi. Eâ:˜ un
settore che non li riguarda ... Compito dei teologi e' solo cercare la verita'
attraverso lo spiritoquot;. Non sembra una posizione razionale e anche ragionevole?
--Sul Manifesto un'intervista (quot;Galileo fra due scienzequot;) a P.Galluzzi, direttore
del Museo della Scienza di Firenze. Molto chiare le critiche al modo
ideologico (lui quot;personalmente si augura che si metta in moto l'auspicato riesame
sincero del caso Galileo da parte della cultura cattolica ufficialequot;) con
cui la Chiesa affronta ancora oggi la questione del processo a G.Galilei.
P.Galluzzi ricorda poi come la Chiesa anche successivamente a Galilei tento' altre
volte di imporre la sua verita', come quando i geologi vollero mettere in
discussione l'eta' biblica della terra o quando si pretese di aver addirittura
trovato i meccanismi che spiegavano l'evoluzione del mondo dei viventi, meccanismi
che ancor oggi qualcuno crede di vedere anticipati in qualche strofa
poetica (quot;Le osservazioni della scienza moderna riprendono con impressionanti
vicinanze l'impressionante descrizione idealizzata delle sacre scritturequot;,
Rubbia, 12/11/03).
--Su Repubblica un articolo (quot;quot;Con te scopriamo Galileoquot; e Bobbio scrisse a
Geymonatquot;) ricorda alcune acute osservazioni di N.Bobbio (nel 1957) dopo aver
2. letto in un libro la ricostruzione fatta da Geymonat sul conflitto fra G.Galilei e
la Chiesa. Bobbio apprezza come Geymonat avesse evidenziato che quello
di G.Galilei fosse il tentativo di quot;convincere la Chiesa ad accettare la nuova
fisica .. prima di arrendersi di fronte al fanatismo bisogna fare, finche' e'
possibile, opera di persuasione. Ci si ritirera' soltanto quando si sia battuta la
testa contro il muro. E lui l'ha battutaquot;.
Bobbio credeva che si dovesse ancora insistere con quest'opera di persuasione: quot;i
persecutori, malgrado tre secoli di sconfitte, sono oggi piu' potenti che
mai e pronti, qualora ne avessero l'occasione, a ricominciarequot;. L'autore
dell'articolo, M.Bucciantini, storico della scienza a Siena, conferma questa
preoccupata valutazione di Bobbio, e concorda sul fatto che la Chiesa cerchi di
quot;riappropriarsiquot; delle persone e delle idee che piu' la mettono in
discussione: quot;il secolo appena trascorso e' dominato dal tentativo della Chiesa di
riconquistare la scienza, come emerge dal tentativo di riappropriarsi di
Galileo e del .suo alto valore simbolicoquot;. L'articolo di M.Bucciantini si conclude
sostenendo che quot;quel processo e quella condanna furono atti gravissimi
che ebbero pesanti conseguenze per almeno due secoli, e non solo sul piano
scientificoquot;, considerando storicamente inaccettabile la diagnosi di una
semplice quot;reciproca incomprensionequot; con cui si e' concluso nel 1984 il processo di
revisione gestito da una commissione coordinata dal card.Poupard.
--Sul Corriere, sempre su Galilei, un articolo di U.Melloni (quot;La Chiesa inquieta
sul caso Galileoquot;)
--Sul Sussidiario un'intervista a P.Ponzio (quot;Galileo e le carte segrete del
Sant'Uffizio, una questione di verita' storicaquot;), che si sviluppa nell'ottica
riduttiva che si sia trattato di «una tragica reciproca incomprensione» fra la
Chiesa e G.Galilei e non di «un'opposizione costitutiva tra scienza e fede».
--Sul sito della Radio Vaticana si puo' leggere una brevissima ma illuminante
intervista al sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, mons.
Melchor Sánchez de Toca (quot;La Santa Sede tra i partecipanti al Convegno
internazionale di Firenze, dedicato alla rilettura storica del âo ˜Caso Galileo'quot;);
nonostante il tono un po' polemico delle 2 domande, mons.De Toca fa immediatamente
capire, semplicemente citandoli, che si stanno rifacendo con la teoria
dell'evoluzione gli errori gia' fatti al tempo di Galilei. Molto istruttivo leggere
infatti che i due errori che oggi la chiesa ammette furono di non aver
accettato la teoria proposta dallo scienziato, e di aver pensato di usare la Bibbia
per scopi impropri.
Sconcerta che concluda garantendo che quot;l'errore per noi, oggi, e' molto chiaroquot;. E
subito arriva la smentita a questa quot;chiarezzaquot; ...
Infatti la seconda domanda, sul quot;riappropriarsiquot; da parte della Chiesa della
cultura espressa da Galilei e Darwin, viene forse male interpretata, a tal
punto da portarlo a difendere Galileo ... ma solo come ... cattolico (quot;Galileo e'
stato sempre cattolicoquot; quot;non libero pensatore ne' anticlericalequot;). Vengono
evidenziati aspetti che nulla dovrebbero contare oggi nella valutazione,
nell'analisi e nella diagnosi del contrasto fra Galilei e la Chiesa.
Ora davvero si capiscono molte cose ... se qualcuno avesse avuto dei dubbi, ora ha
la conferma che il processo a Galilei non ha insegnato molto: gli
scienziati farebbero quindi meglio a procurarsi al piu' presto e a tenere sul
tavolo in bella vista una letterina di raccomandazione del loro parroco
(cattolico); Darwin (non cattolico anche se per motivi indipendenti dalla sua
volonta' ...) avrebbe forse ben poche speranze che mons. de Toca si interessi
3. alle sue teorie.
Se queste sono le premesse, e' possibile trovare ancor oggi qualcuno che, come i
giudici di G.Galilei, quot;crede di dover vietare l'insegnamento di una
dottrina che ritiene possa mettere in pericolo la fede della gente semplicequot;,
magari solo perche' non e' un cattolico a proporre questa dottrina.
Mons. de Toca sembra comunque convinto che 400 anni fa, con questa idea fissa in
testa, si fosse fatto un grave errore ... purtroppo probabilmente ignora che
ancor oggi qualche suo autorevole collega pensa (e non e' da solo ...) che, errore
o non errore ... Galilei o non Galilei ... quando ce vo', ce vo' (29/11/07).
Strano comunque che queste manifestazioni allergiche verso scienziati non
cattolici emergano cosi' chiaramente proprio in un momento in cui sembra che
alcuni ambienti universitari vaticani aprano finalmente le porte a scienziati
esperti di evoluzione biologica, che quindi si qualificano piu' per l'impact
factor e la notorieta' internazionale che per l'osservanza religiosa ...
--Anche su Famiglia Cristiana oggi si parla di scienza e fede, con un'intervista a
N.Cabibbo, un ottimo fisico che e' presidente dell'Accademia Pontificia
delle Scienze dai tempi del precedente papa. L'intervistatore fin dall'inizio
manifesta le sue precise opinoni, per niente adatte ad un articolo dal titolo
quot;Scienza e fede in Dialogoquot; (quot;La ricerca si sforza di leggere il libro della
natura, ma c'e' un punto in cui si deve fermarequot;, quot;la teoria dell'evoluzione e'
ormai accettata dalla Chiesa, purche' non si affermi che l'uomo e' prodotto del
casoquot;; un'idea di dialogo vincolato decisamente originale ...); N.Cabibbo non
si lascia troppo impressionare dall'impostazione di chi sembra voler mettere la
scienza a dialogare in ginocchio, e fa notare subito che quot;una parte della
teologia continua ad attestarsi su posizioni piuttosto arretratequot;, anche se poi,
forse colpito da un'occhiata di rimprovero, N.Cabibbo si pente e sembra
rivolgere il dito solo sugli evangelici USA creazionisti, che certamente lui non
ama ... Cabibbo difende infatti decisamente Darwin e la sua teoria e ne
limita l'applicazione agli aspetti che permettono di utilizzare il metodo
scientifico. Nella conclusione si parla della paura della chiesa verso la scienza
e si evidenziano polemicamente le quot;troppe porte chiuse nel rapporto tra scienza e
teologiaquot;.
C'e' poi un interessante accenno finale (provocatorio?) all'interesse di Cabibbo ad
una riabilitazione di Giordano Bruno, che non se la passo' bene come
G.Galilei; sembra sia stato il punto piu' notato dell'intera intervista, a tal
punto che nei prossimi giorni se ne parlera' parecchio in molti siti web di
riviste (qui un articolo con molti commenti).
E' evidente che la eventuale riabilitazione di G.Bruno difficilmente potrebbe
essere gestita in quel contesto paramedioevale con cui si e' gestita quella di
G.Galilei nei decenni scorsi. Lo dimostra la difficolta' di approfittare del
bicentenario per ammettere, come ha fatto la chiesa anglicana, di non aver
capito Darwin, ne' allora ne' ora, e soprattutto di non essersi accorti dei 150
anni di continue modifiche e conferme.
La reazione di fastidio che accompagna questa non comprensione e quindi non reale
accettazione di una teoria scientifica che finalmente spazza via leggende
e misteri millenari, tappando un bel buco nella conoscenza umana, dimostra
lâm˜intenzione di contestare ancora l'idea galileiana che la Bibbia e le religioni
servano esclusivamente per capire «Come si vadia al cielo, e non come vadia il
cielo» ... la terra e la vita. Se la riabilitzione controllata di G.Galilei
non sembra evidentemente sia stata utile a ricostruire un rapporto corretto con il
metodo scientifico, ben venga quella di G.Bruno, che difficilmente
potrebbe essere altrettanto quot;controllataquot;.
Raccogliamo firme per sostenere la proposta del Presidente dell'Accademia
Pontificia delle Scienze?
Chiediamo l'opinione di chi ha pubblicato nel ... quot;Ballarmine theological forumquot;
gestito dal gruppo Catholic Apologetic International l'articolo quot;Proof the
4. Pontifical Academy of Science is Run by Atheistsquot;?
Nello stesso sito web cattolico USA si possono anche acquistare i due volumi del
libro quot;Galileo Was Wrong: The Church Was Rightquot;, dove si spiega che
quot;Scientific evidence available to us within the last 100 years that was not
available during Galileo's confrontation shows that the Church's position on
the immobility of the Earth is not only scientifically supportable, but it is the
most stable model of the universe and the one which best answers all the
evidence we see in the cosmosquot;. Non sembra che la riabilitazione di G.Galilei sia
stata completa ... .
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