8. REDDITIVITÀ SODDISFACENTE
Individuati gli indicatori della bontà delle scelte inerenti
alla gestione del capitale dell’impresa
Definire dei parametri di riferimento rispetto ai quali
giudicare se un dato livello di prestazione si deve o meno
giudicare soddisfacente. In altri termini, occorre
verificare se è possibile definire delle “soglie minime” di
redditività rispetto alle quali accertare ex ante – in sede
di valutazione preventiva – e/o ex post – all’atto di
valutazioni consuntive – la validità delle iniziative da
intraprendere o di quelle già intraprese
9. PARAMETRI DI CONFRONTO
I parametri utilizzati al fine di definire il livello di
redditività soddisfacente sono:
R.O.E. ⇒ costo del capitale proprio (c.o.e. , ke, i)
R.O.I. ⇒ costo del capitale investito (K). Che assume
sovente la configurazione del costo medio
� �
ponderato del capitale (WACC)
���� = �. �. �. × + �. �. �. × × (1 − �� )
�+� �+�
dove:
E = valore del capitale azionario
D = valore corrente dei debiti finanziari
Tc = aliquota d’imposta sui redditi d’impresa
c.o.d. = costo dell’indebitamento finanziario
10. CONCETTO DI COSTO DEL CAPITALE
Il costo del capitale va inteso come un costo-
opportunità, cioè come il rendimento di un impiego –
avente caratteristiche simili (rischio, durata) – cui si
rinuncia avendo optato per un investimento alternativo.
Esiste uno stretto legame tra la remunerazione attesa
dai finanziatori e il rischio da essi sostenuto: l’azienda è
in grado di remunerare i propri finanziatori per il rischio
da essi sostenuto laddove corrisponda un tasso di
rendimento almeno pari a quello offerto da altre
iniziative d’investimento, caratterizzate da rischiosità
equivalente
11. IL CONCETTO DI RISCHIO IN FINANZA
Per rischio s’intende la variabilità dei rendimenti effettivi (ex
post) degli strumenti finanziari rispetto a quelli attesi (ex
ante). Tale variabilità può, quindi, avere un’accezione
positiva (opportunità di ottenere più di quanto sperato) o
negativa (danno potenziale derivante dal subire una
perdita).
Nell’ambito di un’impresa sono rintracciabili due
fondamentali tipologie di rischio
il rischio operativo, variabilità dei risultati operativi
imputabile a caratteristiche insite nel/i business nei quali
opera l’impresa o riscontrabili nell’ambito della sua gestione
caratteristica
il rischio finanziario, variabilità dei risultati aziendali
connessa alle politiche finanziarie poste in essere dai
12. RISCHIO OPERATIVO
Per rischio operativo s’intende la variabilità dei risultati
(operativi) che deriva dalla struttura operativa dell’impresa.
La questione ha attinenza con la suddivisione dei costi
aziendali in fissi e variabili. A parità di altre condizioni,
una struttura operativa caratterizzata da prevalenza di costi
fissi è da considerarsi rigida, ovvero difficilmente
modificabile al variare dei livelli produttivi e, quindi, delle
condizioni di mercato.
13. ANALISI DELLA STRUTTURA DEI COSTI
(O PUNTO DI PAREGGIO)
RT = CT
RT = p * Qv
CT = CF + Cv * Qp posto Qv = Qp
p * Qv = CF + Cv * Qp da cui:
QBEP = CF
p - Cv
Legenda: margine di contribuzione unitario
RT = Ricavi Totali Qp = quantità prodotta
CT = Costi Totali Cv = costi variabili unitari
p = prezzo unitario di vendita CF = costi fissi
15. CONSIDERAZIONI SUL RISCHIO
OPERATIVO
Il grado di rigidità di una struttura di costo condiziona in
misura determinante la reattività del risultato operativo alla
manovra della leva dei volumi.
L’effetto che una variazione del fatturato induce sul
risultato operativo è infatti direttamente conseguente al
peso ricoperto dai costi fissi (cosiddetto, fenomeno della leva
operativa)
GLO = MdC
RO
dove: GLO = Grado di Leva Operativa
MdC = Margine di Contribuzione Complessivo
(differenza tra ricavi totali e costi variabili totali)
RO = Reddito Operativo
16. COMPONENTI DEL RISCHIO FINANZIARIO
il rischio di credito è direttamente associato alla struttura
finanziaria aziendale (legata al rapporto tra indebitamento
oneroso e mezzi propri)
Al crescere del livello di indebitamento il rischio che l’impresa non riesca a
soddisfare gli impegni aumenta, perciò i finanziatori saranno disposti ad
apportare capitale di credito a tassi via via crescenti, fino al punto in cui il
costo dei mezzi di terzi risulterà superiore alla redditività che l’azienda è in
grado di generare
il rischio di tasso ha origine dalla possibilità che, data la
struttura a termine dei tassi, una variazione dei tassi di
mercato trovi nella discrepanza tra tassi attivi e passivi una
fonte di costo (o ricavo) imprevisto per l’impresa
il rischio di cambio attiene alle oscillazioni che si
registrano nei tassi di cambio delle valute in cui l’attivo e il
passivo aziendale sono espressi
17. MODELLO DELLA “LEVA FINANZIARIA”
Il R.O.I. può essere espresso come media aritmetica
ponderata dei rendimenti componenti da cui è formato
– ossia, i debiti finanziari ed il capitale di rischio
ROInetto = ROE * CN + inetto * Df
CIN CIN
Rielaborando tale espressione si perviene:
ROE = ROInetto + (ROInetto - inetto) * Df
CN
18. MODELLO DELLA “LEVA FINANZIARIA”
(SEGUE)
ROE = ROI + (ROI - i) * Df * (1 – t)
CN
se Df = 0 ⇒ ROE = ROIn
CN
se Df > 0 ROIn > in ⇒ ROE > ROIn
CN
ROIn = in ⇒ ROE = ROIn
ROIn < in ⇒ ROE < ROIn
19. CONSIDERAZIONI SUL RISCHIO FINANZIARIO
Il rischio finanziario, inteso prevalentemente quale rischio di credito
(o leverage), fa riferimento alla volatilità dei risultati rispetto alle
attese connesso al ricorso alla leva finanziaria. In particolare, un
elevato ricorso alla leva, generando elevati oneri finanziari,
contribuisce a determinare una struttura di costo rigida
Grado di Leva Finanziaria (o GLF) = RO
RN
Il GLF esprime la misura in cui il risultato netto reagisce alle
variazioni del risultati operativo
Per sintetizzare i concetti di rischio operativo e di finanziario, e
per sottolineare l’unicità del profilo di rischio aziendale si ricorre
al concetto di Grado di Leva Complessiva (GLC)
GLC = GLO * GLF
21. ESERCIZIO N. 1
Le imprese Alfa, Beta e Gamma pur operando nel
medesimo settore produttivo e, in particolare producendo lo
stesso volume produttivo (pari a 100 unità), sono
caratterizzate da differenti strutture operative:
Alfa: costo variabile unitario pari a 3 e costi fissi pari a
550;
Beta: costo variabile unitario pari a 4 e costi fissi pari a
450;
Gamma: costo variabile unitario pari a 5 e costi fissi pari
a 350.
Posto che il prezzo unitario del loro prodotto è pari a 10,
determinare il B.E.P. e il loro grado di leva finanziaria.
Analizzare e commentare come un incremento del 10% del
volume produttivo (e del fatturato) nelle tre imprese si
ripercuote (in termini di variazione %) sul loro reddito
operativo.
22. ESERCIZIO N. 2
Le imprese Alfa e Beta sono contraddistinte dallo stesso
reddito operativo – pari a 100 – e dallo stesso tasso medio
di indebitamento – pari al 10%. Si differenziano, invece,
per l’indebitamento che risulta pari a 500 per l’impresa Alfa
e a 300 per l’impresa Beta.
Assumendo per semplicità che non vi siano gestioni
accessorie, componenti straordinarie e la tassazione sia
nulla, calcolare il grado di leva finanziaria delle due
imprese. Analizzare e commentare come un incremento del
10% del reddito operativo nelle due imprese si ripercuote
(in termini di variazione %) sul loro reddito netto.
23. DOMANDE
1. Dato un obiettivo di profitto pari a U, per quale livello
di produzione (e vendita) sarà possibile raggiungerlo?
2. Dato un livello produttivo pari a Q, per quale prezzo di
vendita sarà possibile ottenere un risultato economico
non negativo? Secondo voi tale prezzo dice qualcosa
circa il prezzo minimo praticabile da un’impresa che
voglia conseguire almeno il pareggio economico?
24. ESERCIZIO N. 3
Dell’impresa Delta sono date le seguenti informazioni
relative all’anno n:
Patrimonio netto 50.000
Capitale investito netto 150.000
Reddito operativo 12.000
Oneri finanziari 4.000
Rischio complessivo (o GLC) 3,00
Reddito netto = reddito gestione ordinaria
Costi variabili = 60% dei costi fissi
…
25. ESERCIZIO N. 3 (segue)
L’impresa ha la possibilità di espandersi e sta valutando se le
conviene ricorrere al capitale di prestito per finanziare i nuovi
investimenti, tenendo conto che la banca cui si è rivolta per
ottenere un mutuo, aumenterà di un punto % il tasso di
indebitamento.
Determinare:
3.l’eventuale convenienza ad utilizzare il capitale di terzi,
ipotizzando che la redditività del capitale investito aumenti di
2 punti percentuali. Valutando, pertanto, l’effetto di leva
finanziaria nell’anno n;
4.il grado di leva finanziaria nell’anno n;
5.il grado di leva operativa nell’anno n;
6.l’ammontare dei costi fissi e dei costi variabili totali
nell’anno n.