3. Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel mondo 1 1. The World Health Report, 2000, WHO Geneva, 2000. Mortalità (%) *Cardiovascular disease, ischemic heart disease and cerebrovascular disease. † Worldwide defined as Member States by WHO Region (African, Americas, Eastern Mediterranean, European, South-East Asia and Western Pacific)
4. Risk Factors Diabetes Hypertension Myocardial Infarction Congestive Heart Failure Death Continuum cardiovascolare Ventricular Dilation Remodelling Atherosclerosis and LVH
5.
6.
7. Distribuzione del colesterolo totale: Pazienti con e senza eventi coronarici Castelli WP. Atherosclerosis. 1996;124(suppl):S1-S9. Il 35% degli eventi coronarici si verifica in pazienti con TC < 200 mg/dL 150 200 Colesterolemia totale (mg/dL) 250 300 Senza eventi Con eventi Framingham Heart Study—26 anni di Follow-up
8.
9.
10.
11. Le Statine sono efficaci nel ridurre la Colesterolemia LDL e l’incidenza di eventi cardiovascolari avversi
12.
13.
14. Aggiornamento ATP III (2004): Obiettivi LDL ed Inizio della Terapia in Differenti Categorie di Rischio Adattato da Grundy, S. et al., Circulation 2004;110:227 – 39 > 70 70 < 70 Rischio molto elevato : SCA, o CHD con/ DM, FR multipli 160 130 130 100 Inizio TLC mg/dl > 190 > 160 > 130 (100–129 considerare terapia farmacologica) > 100 (<100 considerare terapia farmacologica) Terapia farmacologica mg/dl < 160 < 130 < 100 < 100 (facoltativo < 70) < 70 Obiettivo LDL mg/dl Categoria di rischio Rischio basso : 0–1 fattori di rischio Rischio moderato : 2+ fattori di rischio (rischio <10%) Rischio moderatam. elevato : 2+ fattori di rischio (rischio a 10 anni tra 10% e 20%) Rischio elevato : CHD o CHD equivalente (rischio a 10-anni >20%) Se LDL <100 mg/dL
17. Profilo farmacocinetico di una selezione delle principali statine no sì sì no Metabolismo CYP450 3A4 no sì sì no Metaboliti clinicamente significativi duplice: renale/epatica duplice: renale/epatica principalmente epatica duplice: renale/epatica Eliminazione plasmatica sì no no sì Idrofilica sì sì sì sì Epatoselettiva 17% <5% 14% 20% Biodisponibilità 1,9 SIMVASTATINA 2,0 14 19 Emivita* (ore) * L’eliminazione T1/2 del farmaco e metaboliti, se ci sono Rosuvastatina, riassunto caratteristiche del prodotto Atorvastatina, riassunto caratteristiche del prodotto Simvastatina, riassunto caratteristiche del prodotto Pravastatina, riassunto caratteristiche del prodotto PRAVASTATINA ATORVASTATINA ROSUVASTATINA
18.
19. Rosuvastatina vs le altre statine: efficacia nel ridurre il C-LDL a basso dosaggio Elaborato da Jones PH et al. Am J Cardiol 2003;92:152–160. Variazioni di C-LDL rispetto al basale (%) 0 -10 20 -30 -40 -50 -60 10 mg * -5 -15 -25 -35 -45 -55 20 mg ** 40 mg † 10 mg 20 mg 80 mg 10 mg 20 mg 40 mg 80 mg 10 mg 20 mg 40 mg rosuvastatina 10mg (-46%) 40 mg * p<0,002 vs atorvastatina 10 mg; simvastatina 10, 20, 40 mg; pravastatina 10, 20, 40 mg ** p<0,002 vs atorvastatina 20, 40 mg; simvastatina 20, 40, 80 mg; pravastatina 20, 40 mg † p<0,002 vs atorvastatina 40 mg; simvastatina 40, 80 mg; pravastatina 40 mg Rosuvastatina Atorvastatina Simvastatina Pravastatina STUDIO STELLAR
20. Efficacia comparata delle diverse statine Riduzione percentuale di Colesterolo LDL necessaria a raggiungere il target NB- I diversi colori si riferiscono ai dosaggi delle diverse molecole 63% 56% 46% 30% 70 47% 38% 23% -- 100 Valore Target da raggiungere 190 160 130 100 Valore iniziale di Colesterolo LDL (mg/dl) 51-60% 40 mg 80 mg 43-50% 20 mg 40 mg 37-42% 10 mg 40 mg 20 mg 32-36% 5 mg 80 mg 40 mg 20 mg 10 mg 20-31% 40 mg 20 mg 10 mg Riduzione C-LDL Rosuvastatina Fluvastatina Pravastatina Simvastatina Atorvastatina
21. PAZIENTI A RISCHIO MOLTO ALTO : SINDROMI CORONARICHE ACUTE : i pazienti con SCA sono comunque a rischio molto elevato. Sulla base dei dati del MIRACL e del PROVE IT, nei pazienti ricoverati per SCA è indicata una terapia intensiva con obiettivo ottimale LDL < 70 mg/dl. La scelta del farmaco e della posologia si basa sui valori ottenuti nelle prime 24 ore PAZIENTI DIABETICI CON CARDIOPATIA ISCHEMICA : è il gruppo di pz che appare beneficiare maggiormente della riduzione del C-LDL. Queste evidenze suggeriscono di iniziare il trattamento con statine indipendentemente dai valori basali di LDL. In questi pz è ragionevole tendere ad un obiettivo ottimale di LDL < 70 mg/dl. PAZIENTI DIABETICI SENZA CARDIOPATIA ISCHEMICA : in questi pz un obiettivo di LDL < 100 mg/dl è adeguato. In questo sottogruppo un’ulteriore riduzione non comporta un vantaggio significativo.
22.
23. PROVE IT: benefici precoci e consistenti di Atorvastatina rispetto a Pravastatina 16% RRR in endpoint combinato P =.005 Adattato da Cannon CP et al. N Engl J Med. 2004;350:1495-1504. Occorrenza di endpoint principali combinati (morte, IM, UA con ricovero, rivascolarizzazione, ictus) Pravastatina (40 mg) n=2063 Atorvastatina (80 mg) n=2099 Follow-up (mesi) Morte o eventi cardiovascolari maggiori (%) 0 24 30 27 21 9 6 3 18 15 12 0 5 10 15 20 25 30
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30. Solo il 50% circa dei trattati ha raggiunto un controllo adeguato EUROASPIRE I - II Study Group. The Lancet 2001;357:995-1001 Controllo terapeutico dell’ipercolesterolemia in pazienti con cardiopatia ischemica Prevenzione secondaria Pazienti in Terapia EUROASPIRE II In Terapia Non in Terapia Buon Controllo col. tot. <195 mg/dL Inadeguato Controllo col. tot. >195 mg/dL % Pazienti 0 20 40 60 80 100 Europa Italia % Pazienti 0 20 40 60 80 100 Europa Italia
31.
32. Effetto della terapia con statine sui livelli di C-LDL: “La regola del 6” Modificato da Leitersdorf E. Eur. Heart J. Suppl. 2001: 3 (suppl. E), E17-E23. Perché i pazienti non raggiungono gli obiettivi prefissati del trattamento?
35. L’obiettivo che il trattamento con le statine dovrebbe raggiungere è una sostanziale riduzione del colesterolo LDL (piuttosto che il raggiungimento di particolari livelli target di colesterolo LDL), dal momento che la riduzione del rischio è proporzionale alla riduzione assoluta di colesterolo LDL. Lancet september, 27 2005
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
Hinweis der Redaktion
Reference: 1. The World Health Report 2001, WHO Geneva, 2001. Atherothrombosis is the underlying condition that results in events leading to myocardial infarction, ischemic stroke, and vascular death. As such, the leading cause of death of the estimated 55,694,000 people worldwide who died in 2000 was atherothrombosis, manifested as cardiovascular disease, ischemic heart disease and stroke (52% of deaths). Other main causes of death were: AIDS (5%) violent death (12%) pulmonary disease (14%) infectious diseases (19%) cancer (24%). 1
E’ mportante considerare ogni singolo fattore o situazione come facente parte di un insieme composito e correlato Questo da una visione più ampia ad ogni nostro intervento ed aiuta anche a comprendere le conseguenze positive o negative dei ns comportamenti clinico-gestionali o dei messaggi forniti al paziente
Il concetto di paziente ad alto rischio ( oltre una soglia stabilita in base alle evidenze ad oggi disponibili ) identifica il paziente co un rischio assoluto di andare incontro ad eventi CV tale da rendere appropriati, sostenibili e vantaggiosi in termini di rischio/beneficio i trattamenti farmacologici posti in essere
strategie di popolazione, con possibili enormi vantaggi in termini di eventi, data l’ampia dimensione del campione, spesso realizzabili a basso costo e rischio Per la bassa frequenza di eventi nella popolazione a basso rischio per una data patologia, non sempre può essere ritenuto appropriato erogare a “tutti” un trattamento farmacologico, un esame, una procedura chirurgia”
Ragionare in termini di rischio CV globale del paziente, Bisogna conoscere l’importanza del dato “livello di colesterolo” ma è ancora più importante conoscere il dato “profilo di rischio globale”, al fie di evitare comportamenti forse anche inappropriati o quantomeno inadeguati
Le evidenze sono ormai un dato consolidato , a prova di tempo.
Le linee guida , in primis l’ ATPIII, ci dicono come sia molto importante conoscere che esistono condizioni cliniche che sono ritenute avere un valore prognostico uguale alla classica e conosciuta coronaropatia Utile inoltre fare attenzione a questa distinzione: per patologia carotidea sintomatica si intende una stenosi superiore al 50%, in grado di determinare una modificazione della flussimetria doppler, non il semplice ispessimento intimale , ( tale distinzione è importante ai fini dell’identificazione , secondo nota AIFA, dei requisiti per la concedibilità delle statine)
21
6
Alcuni punti sul profilo farmacocinetico di rosuvastatina: l’eliminazione di rosuvastatina non dipende dal metabolismo del citocromo P450 in maniera clinicamente significativa. 1 Per questo motivo, la probabilità di interazione con altri farmaci smaltiti attraverso questa strada è ridotta. Dovrebbe essere osservato che circa il 50% dei farmaci, comprese atorvastatina e simvastatina, metabolizzati dal sistema del CYP450, sono metabolizzati attraverso la via del 3A4. 2 È stata evidenziata una duplice via di escrezione, renale ed epatica. La rosuvastatina possiede una natura relativamente idrofila. 3 Una molecola idrofila è potenzialmente molto più selettiva verso le cellule epatiche rispetto a una molecola lipofila. Coerentemente con la sua natura di molecola idrofila, rosuvastatina si dimostra altamente selettiva per i suoi effetti nelle cellule epatiche rispetto alle cellule non epatiche (fibroblasti) 4 . Bibliografia: McTaggart F et al. Preclinical and clinical pharmacology of rosuvastatin, a new 3- hydroxy-3-methylglutaryl co-enzyme A reductase inhibitor. Am J Cardiol 2001;87 (suppl):28B-32B. Horsmans Y. Differential metabolism of statins: importance of drug-drug interactions. Eur Heart J Suppl 1999;1(Suppl T) T7-T12. Buckett L et al. Selectivity of ZD4522 for inhibition of cholesterol synthesis in hepatic versus non-hepatic cells. Atherosclerosis 2000;151:41 abs MoP29:W6.
Un ampio studio randomizzato in aperto, effettuato su 2431 pazienti con ipercolesterolemia primaria ha confrontato gli effetti sul C-LDL di 6 settimane di trattamento con rosuvastatina e altre statine di comune impiego, attraverso tutto il range dei dosaggi (rosuvastatina 10-40 mg, atorvastatina 10-80 mg, simvastatina 10-80 mg, pravastatina 10-40 mg). A tutti i dosaggi, rosuvastatina risulta significativamente più efficace dei corrispondenti livelli di dose mg-equivalente delle altre statine. Il dosaggio più basso di rosuvastatina (10 mg) presenta efficacia significativamente maggiore rispetto a simvastatina 20-40 mg e pravastatina 20-40 mg. A 20 mg rosuvastatina è più efficace anche di 40 mg di atorvastatina e di 80 mg di simvastatina. Bibliografia: 1. Jones PH, et al. Comparison of the Efficacy and Safety of Rosuvastatin Versus Atorvastatin, Simvastatin, and Pravastatin Across Doses (STELLAR Trial) Am J Cardiol 2003;93:152–160.
Questo studio e gli atri che seguono sono stati effettuati in particolari tipologie di pazienti , pazienti con recente Sindrome Coronarica Acuta , ben diversi dai “semplici” pazienti con coronaropatia stabile ma senza IMA o con pregresso IMA stabilizzato di non recente data--- concetto di trasferibilità o non trasferibilità dei risultati su tutta la ns popolazione assistita
All'endpoint dello studio, i pazienti che avevano ricevuto atorvastatina 80 mg hanno fatto osservare una riduzione della mortalità o di eventi CV del 16% rispetto a quanti avevano ricevuto pravastatina 40 mg 1 Il beneficio di atorvastatina è emerso durante i primi 30 giorni ed è rimasto invariato durante tutto lo studio 1 Reference: 1. Cannon CP, Braunwald E, McCabe CH, et al. Intensive versus moderate lipid lowering with statins after acute coronary syndromes. N Engl J Med. 2004;350:1495-1504.
Questo studio ed i successivi mostrano gli effetti del trattamento con statine sulla placca Effetto sicuramente positivo ed utile, vale la pena però sottolineare che trattasi di end point surrogato, per il quale ancora non si hanno evidenze ( differentemente dall’ipertrofia ventricolare sx ) che una sua correzione o miglioramento induca un miglioramento nella prognosi del paziente in termini di mortalità ed eventi hard ( morte, morte cv, infarto, ictus, scompenso , reospedalizzazione )
A fronte di un trattamento aggressivo, atorvastatina da 80 mg vs simvastatina da 20 mg, non sono state evidenziate differenze tali riguardo agli end points hard clinici da poter affermare che un trattamento aggressivo con statine ad alte dosi, in pazienti con pregresso IMA , in un periodo di quasi anni di follow-up, sia migliore di un trattamento ipocolesterolemizzante normale.
Linee guida ipertensione ESC/ESH 2007. I benefici della nostra azione sono tanto maggiori quanto più si cerca di approcciare e ridurre tutto il profilo di rischio del paziente: è il concetto della linea tratteggiata che definisce un profilo variabile di rischio del paziente al variare dei livelli e della presenza dei diversi fattori di rischio Conoscere i diversi fattori di rischio ma focalizzare l’azione non solamente su uno di loro alla volta, ma pensando a tutti contemporaneamente Concetto di target globale, non solo di target singolo: per es target pressione, target colesterolo, ecc.
Non sempre la ricerca della massima dose si tradurrà in un target raggiunto Adattare la ns scelta all’obiettivo da raggiungere, alla sua fattibilità, all’aderenza del paziente.
21
Le ultime evidenze che scaturiscono dalle ultime revisioni della letteratura evidenziano come nella prevenzione del rischio CV, specie in prevensione primaria, non sia supportato dai fatti la necessità di dover raggiungere un preciso target di colesterolo ldl per poter sostenere di essere appropriati.-
Conferma viene anche dalle linne guida NICE in elaborazione , ma in veste ormai quasi definitiva D’altro canto a queste stesse conclusioni è giunto il progetto ASCO-SIMG come riportato in questa e nelle successive slides