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AGCOM: RELAZIONE ANNUALE 2015 SULL’ATTIVITÀ SVOLTA
E SUI PROGRAMMI DI LAVORO
Ernesto Apa, Daniel Giuliano
Il 7 luglio scorso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha presentato la propria relazione
annuale, specchio dell’azione svolta dall’ente e dei suoi programmi di lavoro.
Gli aspetti principali affrontati nel corso della relazione sono i seguenti: (i) le trasformazioni in atto nel
settore delle telecomunicazioni a livello europeo e nazionale, (ii) gli effetti della digitalizzazione sull’editoria
e i servizi postali, (iii) il ruolo di AGCOM nell’economia e società digitale, (iv) le infrastrutture, lo spettro
radioelettrico e la digital divide, (iv) il rapporto tra servizi media e servizio pubblico, (v) il copyright e il
commercio elettronico e (vi) la tutela dei consumatori.
Quanto al primo punto si riscontrano tre tendenze del mercato delle telecomunicazioni tanto a livello
europeo quanto a livello nazionale. Una prima tendenza del mercato europeo è quella al consolidamento.
Dal momento che le dimensioni delle imprese europee sono relativamente modeste rispetto ai concorrenti
extra-UE e con problemi di indebitamento per affrontare investimenti considerevoli, le acquisizioni e
fusioni che coinvolgono le reti di comunicazioni elettroniche sono numerose e trasversali alle diverse
piattaforme. Anche in Italia si intravedono negoziati tra le principali imprese del settore delle
comunicazioni, finalizzati al consolidamento.
Una seconda tendenza dei mercati è l’incremento di joint venture e accordi cooperativi tra gli operatori di
telecomunicazioni e imprese operanti in mercati complementari upstream o downstream con la finalità di
rafforzare le sinergie e accelerare investimenti. Si faccia l’esempio degli accordi commerciali tra TelCo che
inseriscono offerte Video On Demand per stimolare l’attivazione/migrazione di servizi di accesso a banda
ultralarga e i principali fornitori di servizi media e contenuti audiovisivi. Anche in Italia le imprese di
telecomunicazioni avviano accordi commerciali con operatori televisivi, finalizzate ad arricchire il proprio
portafoglio di contenuti video.
Una terza tendenza del mercato, che evidenzia il cambiamento dei modelli di business, stimolato dal nuovo
sistema digitale, è la nascita di nuove forme di partnership tra i produttori di contenuti (film, musica,
editori) e i nuovi operatori della piattaforma Internet (c.d. Over The Top) che, sia direttamente che in
qualità di aggregatori, si pongono il comune obiettivo della garanzia della titolarità o qualità dei prodotti in
rete.
In relazione agli effetti della digitalizzazione sull’editoria e i servizi postali si evidenzia come a fronte delle
opportunità offerte al sistema delle comunicazioni elettroniche dai nuovi bisogni e dalle nuove modalità di
consumo, la digitalizzazione abbia effetti in controtendenza sulla domanda di servizi tradizionali di
comunicazione e informazione, primi tra tutti i prodotti editoriali e i servizi postali. A questi settori è
richiesto, più di altri mercati di competenza dell’Autorità, un cambiamento capace di rispondere ai nuovi
2/3
modelli di domanda nell’ambito delle specificità territoriali. Si pensi soprattutto ai quotidiani che,
soffrendo di un declino strutturale, richiedono un radicale ripensamento del disegno istituzionale e
regolamentare. L’Autorità ha affrontato queste tematiche nell’ambito dell’indagine conoscitiva
“Informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professioni”, da cui è partita una prima
riflessione verso iniziative che potranno sfociare in opportuni interventi intesi a migliorare il contesto
istituzionale e regolamentare di riferimento.
Quanto al ruolo di AGCOM nell’economia e società digitale, in uno scenario di profonda trasformazione il
ruolo dell’Autorità è destinato a crescere, ma anche a rispondere ad una maggiore complessità. In
particolare L’Autorità assume un ruolo centrale nel favorire la realizzazione degli obiettivi del Digital Single
Market. In proposito si manifesta ora più che mai la necessità di una riforma ampia della normativa italiana
in materia di comunicazioni, informazione e media, essendo il quadro esistente ormai obsoleto rispetto alle
sfide imposte dal nuovo sistema.
Con riferimento alla questione delle infrastrutture, dello spettro radioelettrico e della digital divide
emerge come l’Italia nel 2015 confermi una posizione di arretratezza nell’indicatore di realizzazione della
banda larga (2-20 Mbps) fissa sul territorio: a fronte di una infrastrutturazione in linea con la media
europea, il livello di penetrazione si presenta più basso, con il 51% delle famiglie che hanno sottoscritto un
abbonamento rispetto ad una media europea del 70%.
Se per la banda larga il divario è accettabile, gli indicatori sulla banda ultralarga presentano un grado di
arretratezza preoccupante rispetto all’Europa. L’Italia registra un livello di copertura del 36% contro il 68%
dell’UE-28 e di conseguenza un digital divide doppio rispetto a quello europeo e con situazioni regionali che
arrivano al 100% (ovvero totale assenza di reti a banda ultralarga). Tuttavia al contrario delle reti fisse di
telecomunicazioni, l’Italia mostra un buon risultato nel mercato delle reti e servizi radiomobili.
Per quanto concerne il rapporto tra servizi media e servizio pubblico si può osservare come la televisione
in chiaro, stabile rispetto ai livelli del 2010, assorba tuttora una quota significativa delle risorse (26% dei
ricavi del Sistema Integrato delle Comunicazioni nel 2014) e si configuri ancora come l’unico mezzo in grado
di raggiungere tutte le fasce della popolazione. In proposito si evidenzia come L’Autorità sia coinvolta nel
governo del sistema dei media audiovisivi in due principali aree di intervento: la promozione del mercato
unico europeo dei servizi audiovisivi e delle opere europee e la tutela del pluralismo sia nei termini di
accesso ai media, sia nei termini di vigilanza e contrasto della costituzione di posizioni dominanti. Sotto il
primo profilo l’Autorità, nell’anno appena trascorso, ha approfondito il problema dell’adeguatezza della
regolamentazione esistente rispetto all’evoluzione del mercato. Risponde a questa esigenza l’Indagine
conoscitiva “TV 2.0 nell’era della convergenza”. Dagli studi condotti dall’Autorità emerge come il processo
di evoluzione tecnologica in atto vada nella direzione di un superamento della distinzione tra comunicazioni
elettroniche e media audiovisivi e della necessità di una sostanziale riforma del quadro normativo
nazionale. Sotto il profilo del pluralismo, l’Autorità ha avviato il procedimento di identificazione dei mercati
all’interno del SIC attraverso gli strumenti e i criteri tipici dell’analisi della concorrenza. Procederà
successivamente alla verifica dell’esistenza di eventuali posizioni dominanti ed alla valutazione di possibili
rimedi.
Per quanto riguarda il profilo della par condicio, attualmente limitata ai mezzi di comunicazione di massa
radiofonici e televisivi, l’Autorità ancora una volta sottolinea come la trasformazione del sistema
dell’informazione metta in crisi il modello legislativo “analogico” su cui si fonda la legge n. 28 del 2000, di
cui in più occasioni l’Autorità ha richiesto l’aggiornamento.
Nel settore radiofonico AGCOM è impegnata a traghettare il sistema dall’analogico al digitale: un passaggio
strategico ricco di opportunità, anche industriali ed economiche per il Paese.
3/3
Anche il servizio pubblico non si sottrae alle sfide poste dal nuovo quadro digitale e convergente. Al
riguardo la prossima scadenza della concessione alla RAI, prevista per la metà del 2016, costituisce secondo
AGCOM un’occasione per interrogarsi sul ruolo del servizio pubblico nel nuovo contesto.
Quanto alla questione del rapporto tra copyright e commercio elettronico, a distanza di un anno
dall’entrata in vigore del Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore online, AGCOM traccia un
bilancio positivo. Al 12 giugno 2015 sono state presentate 283 istanze di rimozione di contenuti protetti dal
diritto d’autore che hanno dato luogo a 165 procedimenti, 162 dei quali già conclusi. Di questi ultimi, oltre
la metà sono stati definiti per adeguamento spontaneo. Tuttavia l’incidenza dei provvedimenti di AGCOM
sul fenomeno della pirateria non deve essere valutata in ragione del numero di decisioni, ma per gli effetti
che ne derivano: con il blocco di sei siti musicali è stato inibito l’accesso ad oltre 5 milioni di file musicali
illegalmente disponibili.
Infine con riferimento alla tutela dei consumatori, occorre rammentare come l’Autorità nell’anno trascorso
abbia avviato l’aggiornamento della regolamentazione a tutela degli utenti nelle comunicazioni
elettroniche. A valle delle consultazioni pubbliche, sono in fase di approvazione: il nuovo Regolamento per
i contratti relativi alla fornitura di beni e servizi di comunicazioni elettroniche; le nuove Disposizioni in
materia di trasparenza della bolletta telefonica, sbarramento selettivo di chiamata e tutela dell'utenza (c.d.
Bolletta 2.0); la revisione della normativa in materia di trasparenza delle condizioni economiche e di uso dei
servizi telefonici e della televisione a pagamento. Attraverso questi provvedimenti lo scopo dell’Autorità è
quello di ridurre le asimmetrie tra consumatori e operatori, sia sotto il profilo contrattuale che della
trasparenza informativa, entrambi funzionali alla garanzia del principio generale della libertà negoziale. In
esito alla nuova regolamentazione, è intenzione di AGCOM realizzare un “testo unico” delle disposizioni a
tutela degli utenti. In prospettiva, l’Autorità prevede di intervenire anche sulla disciplina dei servizi di
assistenza ai clienti, essendo consapevole delle opportunità che i social media e le app rappresentano per il
customer care, e più in generale, per le attività commerciali delle imprese.

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DIGITALMEDIA - APPROFONDIMENTO: AGCOM: RELAZIONE ANNUALE 2015 SULL’ATTIVITÀ SVOLTA E SUI PROGRAMMI DI LAVORO

  • 1. Via Rasella, 155 - 00187 Roma Via dell’Orso, 2 - 20121 Milano Tel +39 06 696661 Fax +39 06 69666544 Tel +39 02 722341 Fax +39 02 72234545 AGCOM: RELAZIONE ANNUALE 2015 SULL’ATTIVITÀ SVOLTA E SUI PROGRAMMI DI LAVORO Ernesto Apa, Daniel Giuliano Il 7 luglio scorso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha presentato la propria relazione annuale, specchio dell’azione svolta dall’ente e dei suoi programmi di lavoro. Gli aspetti principali affrontati nel corso della relazione sono i seguenti: (i) le trasformazioni in atto nel settore delle telecomunicazioni a livello europeo e nazionale, (ii) gli effetti della digitalizzazione sull’editoria e i servizi postali, (iii) il ruolo di AGCOM nell’economia e società digitale, (iv) le infrastrutture, lo spettro radioelettrico e la digital divide, (iv) il rapporto tra servizi media e servizio pubblico, (v) il copyright e il commercio elettronico e (vi) la tutela dei consumatori. Quanto al primo punto si riscontrano tre tendenze del mercato delle telecomunicazioni tanto a livello europeo quanto a livello nazionale. Una prima tendenza del mercato europeo è quella al consolidamento. Dal momento che le dimensioni delle imprese europee sono relativamente modeste rispetto ai concorrenti extra-UE e con problemi di indebitamento per affrontare investimenti considerevoli, le acquisizioni e fusioni che coinvolgono le reti di comunicazioni elettroniche sono numerose e trasversali alle diverse piattaforme. Anche in Italia si intravedono negoziati tra le principali imprese del settore delle comunicazioni, finalizzati al consolidamento. Una seconda tendenza dei mercati è l’incremento di joint venture e accordi cooperativi tra gli operatori di telecomunicazioni e imprese operanti in mercati complementari upstream o downstream con la finalità di rafforzare le sinergie e accelerare investimenti. Si faccia l’esempio degli accordi commerciali tra TelCo che inseriscono offerte Video On Demand per stimolare l’attivazione/migrazione di servizi di accesso a banda ultralarga e i principali fornitori di servizi media e contenuti audiovisivi. Anche in Italia le imprese di telecomunicazioni avviano accordi commerciali con operatori televisivi, finalizzate ad arricchire il proprio portafoglio di contenuti video. Una terza tendenza del mercato, che evidenzia il cambiamento dei modelli di business, stimolato dal nuovo sistema digitale, è la nascita di nuove forme di partnership tra i produttori di contenuti (film, musica, editori) e i nuovi operatori della piattaforma Internet (c.d. Over The Top) che, sia direttamente che in qualità di aggregatori, si pongono il comune obiettivo della garanzia della titolarità o qualità dei prodotti in rete. In relazione agli effetti della digitalizzazione sull’editoria e i servizi postali si evidenzia come a fronte delle opportunità offerte al sistema delle comunicazioni elettroniche dai nuovi bisogni e dalle nuove modalità di consumo, la digitalizzazione abbia effetti in controtendenza sulla domanda di servizi tradizionali di comunicazione e informazione, primi tra tutti i prodotti editoriali e i servizi postali. A questi settori è richiesto, più di altri mercati di competenza dell’Autorità, un cambiamento capace di rispondere ai nuovi
  • 2. 2/3 modelli di domanda nell’ambito delle specificità territoriali. Si pensi soprattutto ai quotidiani che, soffrendo di un declino strutturale, richiedono un radicale ripensamento del disegno istituzionale e regolamentare. L’Autorità ha affrontato queste tematiche nell’ambito dell’indagine conoscitiva “Informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professioni”, da cui è partita una prima riflessione verso iniziative che potranno sfociare in opportuni interventi intesi a migliorare il contesto istituzionale e regolamentare di riferimento. Quanto al ruolo di AGCOM nell’economia e società digitale, in uno scenario di profonda trasformazione il ruolo dell’Autorità è destinato a crescere, ma anche a rispondere ad una maggiore complessità. In particolare L’Autorità assume un ruolo centrale nel favorire la realizzazione degli obiettivi del Digital Single Market. In proposito si manifesta ora più che mai la necessità di una riforma ampia della normativa italiana in materia di comunicazioni, informazione e media, essendo il quadro esistente ormai obsoleto rispetto alle sfide imposte dal nuovo sistema. Con riferimento alla questione delle infrastrutture, dello spettro radioelettrico e della digital divide emerge come l’Italia nel 2015 confermi una posizione di arretratezza nell’indicatore di realizzazione della banda larga (2-20 Mbps) fissa sul territorio: a fronte di una infrastrutturazione in linea con la media europea, il livello di penetrazione si presenta più basso, con il 51% delle famiglie che hanno sottoscritto un abbonamento rispetto ad una media europea del 70%. Se per la banda larga il divario è accettabile, gli indicatori sulla banda ultralarga presentano un grado di arretratezza preoccupante rispetto all’Europa. L’Italia registra un livello di copertura del 36% contro il 68% dell’UE-28 e di conseguenza un digital divide doppio rispetto a quello europeo e con situazioni regionali che arrivano al 100% (ovvero totale assenza di reti a banda ultralarga). Tuttavia al contrario delle reti fisse di telecomunicazioni, l’Italia mostra un buon risultato nel mercato delle reti e servizi radiomobili. Per quanto concerne il rapporto tra servizi media e servizio pubblico si può osservare come la televisione in chiaro, stabile rispetto ai livelli del 2010, assorba tuttora una quota significativa delle risorse (26% dei ricavi del Sistema Integrato delle Comunicazioni nel 2014) e si configuri ancora come l’unico mezzo in grado di raggiungere tutte le fasce della popolazione. In proposito si evidenzia come L’Autorità sia coinvolta nel governo del sistema dei media audiovisivi in due principali aree di intervento: la promozione del mercato unico europeo dei servizi audiovisivi e delle opere europee e la tutela del pluralismo sia nei termini di accesso ai media, sia nei termini di vigilanza e contrasto della costituzione di posizioni dominanti. Sotto il primo profilo l’Autorità, nell’anno appena trascorso, ha approfondito il problema dell’adeguatezza della regolamentazione esistente rispetto all’evoluzione del mercato. Risponde a questa esigenza l’Indagine conoscitiva “TV 2.0 nell’era della convergenza”. Dagli studi condotti dall’Autorità emerge come il processo di evoluzione tecnologica in atto vada nella direzione di un superamento della distinzione tra comunicazioni elettroniche e media audiovisivi e della necessità di una sostanziale riforma del quadro normativo nazionale. Sotto il profilo del pluralismo, l’Autorità ha avviato il procedimento di identificazione dei mercati all’interno del SIC attraverso gli strumenti e i criteri tipici dell’analisi della concorrenza. Procederà successivamente alla verifica dell’esistenza di eventuali posizioni dominanti ed alla valutazione di possibili rimedi. Per quanto riguarda il profilo della par condicio, attualmente limitata ai mezzi di comunicazione di massa radiofonici e televisivi, l’Autorità ancora una volta sottolinea come la trasformazione del sistema dell’informazione metta in crisi il modello legislativo “analogico” su cui si fonda la legge n. 28 del 2000, di cui in più occasioni l’Autorità ha richiesto l’aggiornamento. Nel settore radiofonico AGCOM è impegnata a traghettare il sistema dall’analogico al digitale: un passaggio strategico ricco di opportunità, anche industriali ed economiche per il Paese.
  • 3. 3/3 Anche il servizio pubblico non si sottrae alle sfide poste dal nuovo quadro digitale e convergente. Al riguardo la prossima scadenza della concessione alla RAI, prevista per la metà del 2016, costituisce secondo AGCOM un’occasione per interrogarsi sul ruolo del servizio pubblico nel nuovo contesto. Quanto alla questione del rapporto tra copyright e commercio elettronico, a distanza di un anno dall’entrata in vigore del Regolamento in materia di tutela del diritto d’autore online, AGCOM traccia un bilancio positivo. Al 12 giugno 2015 sono state presentate 283 istanze di rimozione di contenuti protetti dal diritto d’autore che hanno dato luogo a 165 procedimenti, 162 dei quali già conclusi. Di questi ultimi, oltre la metà sono stati definiti per adeguamento spontaneo. Tuttavia l’incidenza dei provvedimenti di AGCOM sul fenomeno della pirateria non deve essere valutata in ragione del numero di decisioni, ma per gli effetti che ne derivano: con il blocco di sei siti musicali è stato inibito l’accesso ad oltre 5 milioni di file musicali illegalmente disponibili. Infine con riferimento alla tutela dei consumatori, occorre rammentare come l’Autorità nell’anno trascorso abbia avviato l’aggiornamento della regolamentazione a tutela degli utenti nelle comunicazioni elettroniche. A valle delle consultazioni pubbliche, sono in fase di approvazione: il nuovo Regolamento per i contratti relativi alla fornitura di beni e servizi di comunicazioni elettroniche; le nuove Disposizioni in materia di trasparenza della bolletta telefonica, sbarramento selettivo di chiamata e tutela dell'utenza (c.d. Bolletta 2.0); la revisione della normativa in materia di trasparenza delle condizioni economiche e di uso dei servizi telefonici e della televisione a pagamento. Attraverso questi provvedimenti lo scopo dell’Autorità è quello di ridurre le asimmetrie tra consumatori e operatori, sia sotto il profilo contrattuale che della trasparenza informativa, entrambi funzionali alla garanzia del principio generale della libertà negoziale. In esito alla nuova regolamentazione, è intenzione di AGCOM realizzare un “testo unico” delle disposizioni a tutela degli utenti. In prospettiva, l’Autorità prevede di intervenire anche sulla disciplina dei servizi di assistenza ai clienti, essendo consapevole delle opportunità che i social media e le app rappresentano per il customer care, e più in generale, per le attività commerciali delle imprese.