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ATTI DEL CONVEGNO Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?
tenutosi a Potenza, c/o il Park Hotel, il 20 luglio 2012.
Il convegno è stato promosso da
Regione Basilicata
Dip. Attività Produttive, Politiche dell’impresa, Innovazione Tecnologica
Marcello Pittella - Assessore Dip. AAPP, PI, IT Regione Basilicata
Michele Vita - Direttore Generale Dip. AAPP, PI, IT Regione Basilicata
Vito Marsico - Dirigente Ufficio Energia Dip. AAPP, PI, IT Regione Basilicata
in collaborazione con
Sviluppo Basilicata SpA
Società finanziaria e di sviluppo in house alla Regione Basilicata unico azionista
Raffaele Ricciuti – Amministratore Unico Sviluppo Basilicata SpA
Marco Ponzio – Direttore Business Unit Sviluppo Basilicata SpA
Sponsor
EDISON – EDP RENEWABLES – ENEL GREEN POWER – ERG RENEW
FRI-EL GREENPOWER – GAMESA – RWE INNOGY ITALIA – SORGENIA – VERONAGEST
Coordinamento editoriale
Annamaria Verrastro
Referente Comunicazione Business Unit Sviluppo Basilicata SpA
Design
Diego Calocero - Potenza
Sbobinamento interventi e foto
Video Systems Broadcast Soc. Coop. - Potenza
Stampa
Tipografia Grafiche Zaccara - Lagonegro
Finito di stampare nel mese di ottobre 2012 su carta certificata FSC certificazione
internazionale che garantisce che la materia prima utilizzata proviene da foreste dove sono
rispettati rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

____________________________________________________

Dip. Attività Produttive, Politiche dell’impresa, Innovazione Tecnologica
Via Vincenzo Verrastro, 8 – 85100 Potenza

Sede legale ed operativa: Via Centomani, 11 - 85100 Potenza
Ufficio di Matera: Rioni Sassi, Recinto I Fiorentini - 75100 Matera
Per informazioni
Sviluppo Basilicata SpA
T. +39 0971 50661 - F. (Pz) +39 0971 506664 - F. (Mt) +39 0971 506655 –
info@sviluppobasilicata.it - www.sviluppobasilicata.it
quali prospettive?
ATTI DEL CONVEGNO
20 LUGLIO, POTENZA

FONTI
ENERGETICHE
RINNOVABILI
quali prospettive?
ringraziano gli
SPONSOR
ringraziano gli
SPONSOR

AGGIUNGERE LOGHI

che hanno permesso, con il contributo offerto, l’ottima riuscita del convegno “Fonti
Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?” tenutosi al Park Hotel di Potenza il 20
luglio 2012.
I costi dell’evento e di atti regionali sono stati integralmente coperti dalle
sponsorizzazioni senza esborso di denaro pubblico.
ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

INDICE
Prefazione Vito De Filippo .............................................................................8
Presidente Regione Basilicata
INTERVENTI PARTE I ......................................................................................11
Saluto del Sindaco di Potenza Vito Santarsiero ....................................13
Moderatore: Daniele Pitteri
Editorialista quotidiano “La Repubblica”
Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano
Introduzione Marcello Pittella ...................................................................17
Ass. Dip. Attività Produttive, Politiche dell’Impresa,
Innovazione Tecnologica Regione Basilicata
Relazione introduttiva Michele Vita .......................................................22
Dir. Gen. Dip. Attività Produttive, Politiche dell’Impresa,
Innovazione Tecnologica Regione Basilicata
Davide Tabarelli ..............................................................................................32
Presidente Nomisma Energia
“Scenari e politiche energetiche”
Cristina Martorana .......................................................................................38
Esperta di diritto amministrativo ed energetico,
Studio Watson, Farley e Williams
“Evoluzione del Quadro Normativo Nazionale e Regionale.
Criticità e prospettive”
Elio Manti ........................................................................................................45
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
“Green–Economy nell’ambito degli investimenti in tema di
efficienza energetica”
Chiara Vergine ................................................................................................51
Responsabile Connessioni Terna

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INTERVENTI PARTE II......................................................................................57
Piero Lacorazza ...............................................................................................59
Presidente Provincia di Potenza
Giovanni Campeol .........................................................................................65
Docente di Valutazioni Ambientali, Università Iuav di Venezia
“Aspetti metodologici delle valutazioni ambientali”
Antonio Martini .............................................................................................72
Direttore dell’Ufficio Nazionale Minerario per gli idrocarburi e le
georisorse MISE
“Strategia per lo sviluppo della geotermia nell’ambito delle Fonti
Energetiche Rinnovabili”
Andrea Gilardoni ...........................................................................................78
Docente in Economia e Gestione di Impresa,
Università Bocconi di Milano
	
“Impatto delle energie rinnovabili nel tessuto sociale ed economico”
Vincenzo Viti ...................................................................................................83
Ass. Dip. Formazione, Lavoro, Cultura e Sport Regione Basilicata
Giandomenico Marchese ............................................................................88
Direttore Generale Società Energetica Lucana SpA
Monica Cataldo ..............................................................................................93
Responsabile Vettoriamento e Misura
Direzione Territoriale Rete Enel Puglia e Basilicata
Conclusioni Vito De Filippo .....................................................................100
Presidente Regione Basilicata
°°°°°
Presentazioni dei relatori (slides) ............................................................109
Scenari e politiche energetiche .............................................................111
Davide Tabarelli
Energie rinnovabili: un tuffo nel futuro ............................................118
Cristina Martorana
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

Regione Basilicata: lo sviluppo delle rinnovabili .......................................122
Chiara Vergine
Strategia per lo sviluppo della geotermia nell’ambito delle FER .........126
Antonio Martini
Impatto delle energie rinnovabili nel tessuto sociale ed economico...135
Andrea Gilardoni
Relazione del Direttore Generale SEL SpA ...................................................143
Giandomenico Marchese
Connessioni di produttori - Gestione delle richieste di connessione
alle reti in BT e MT ...............................................................................................150
Monica Cataldo
°°°°°
Interventi dal pubblico ..........................................................................................157
Vitantonio Iacoviello ..............................................................................................158
Presentazione di
Ares - Alternative and renewable Energy Sources - Battipaglia
Opportunità tecnologiche: gassificazione di biomasse
legnose impianti ibridi ........................................................................................160
°°°°°
Foto evento ..............................................................................................................167
Strumenti di comunicazione ...............................................................................171

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Prefazione
La politica energetica riveste un ruolo fondamentale nella società
contemporanea, la sua funzione è essenziale in tutti i principali settori
dello sviluppo economico e sociale.
Nelle società del ventunesimo secolo l’approvvigionamento di energia
sicura, sostenibile ed economicamente conveniente, determina in
misura consistente la prosperità delle popolazioni influenzando la
disponibilità di beni e servizi e la competitività dei sistemi produttivi.
In questo contesto l’Unione Europea si è posta una serie di obiettivi
ambiziosi per garantire che i futuri sistemi energetici siano puliti,
sicuri, economicamente convenienti e sostenibili.
Recentemente, con la Tabella di marcia per l’energia 2050, l’UE
ha individuato le sfide da affrontare per ridurre entro il 2050 le
emissioni di gas a effetto serra dell’80-95% rispetto ai livelli del
1990, assicurando al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento
energetico e la competitività dei sistemi produttivi.
Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi un ruolo fondamentale
è svolto dalle fonti rinnovabili di energia che, oltre a contribuire
in maniera diretta alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto
serra, consentono di diversificare le fonti di approvvigionamento
energetico, aumentandone in tal modo la sicurezza e migliorando la
competitività dei sistemi produttivi con la creazione di nuove attività
imprenditoriali, aumento dell’occupazione, crescita economica e
opportunità di esportazione.
Ovviamente il tema dell’energia costituisce una priorità delle politiche
della Regione Basilicata.
Il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale, coniugando
una analisi qualitativa e quantitativa dello stato di fatto con fondate
ipotesi di sviluppo, definisce gli obiettivi e gli strumenti dell’azione
dell’Amministrazione regionale in campo energetico.
La strategia energetica regionale è volta al riequilibrio del bilancio
energetico attraverso il contenimento della domanda e lo sviluppo
dell’offerta energetica endogena favorendo la diffusione di tecniche
e tecnologie finalizzate al risparmio energetico ed alla produzione di
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

energia e biocarburanti a partire da fonti rinnovabili.
Particolare attenzione è rivolta alle potenzialità di sviluppo di filiere
produttive energetiche da fonti rinnovabili, promuovendo la crescita
di imprese operanti nel campo della produzione di energia e della
componentistica energetica.
In questa prospettiva la Regione Basilicata ritiene essenziale attivare
attorno al comparto energetico un circuito virtuoso che, valorizzando
le risorse disponibili in loco, mobiliti le eccellenze della ricerca,
dell’innovazione tecnologica, del settore produttivo e delle istituzioni
territoriali per favorire la formazione ed il consolidamento di filiere
produttive innovative e competitive stimolando la crescita di attività
a carattere imprenditoriale nei comparti della produzione energetica,
puntando alla formazione di un distretto produttivo specializzato,
nella consapevolezza che la razionalizzazione e riconversione del
modello regionale di produzione e consumo di energia, secondo
modalità sostenibili, fondi le sue possibilità di successo proprio sullo
sviluppo di queste innovative filiere produttive.
La sfida che la Regione Basilicata si trova ad affrontare consiste
nel promuovere un modello energetico locale che, nel contribuire al
raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo e nazionale,
coniughi i bisogni dei cittadini e sostenga al tempo stesso le esigenze
di sviluppo degli altri settori economici e sociali al fine di garantire
uno sviluppo armonico ed ordinato del territorio nella sua globalità.
Lo sviluppo locale non può definirsi tale se causa degrado ambientale
e intenso sfruttamento del territorio, deve porsi, al contrario, come
riferimento la garanzia della propria sostenibilità, intesa come
capacità di soddisfare i bisogni del presente, senza compromettere le
possibilità delle generazioni future.

Vito De Filippo
Presidente Regione Basilicata

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L’evento di cui presentiamo gli atti, ha inteso affrontare ed
approfondire il tema delle Fonti Energetiche Rinnovabili e delle
relative problematiche con cittadini, operatori economici, studiosi,
esperti e mondo politico.
Regione Basilicata e Sviluppo Basilicata ringraziano il moderatore e i
relatori per la disponibilità, professionalità, i preziosi e qualificatissimi
contributi che hanno saputo dare al convegno.
La realizzazione del documento ha richiesto vari controlli sul testo.
Nonostante ciò, è possibile che il documento non sia privo di refusi.
Ce ne scusiamo in anticipo.

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

Moderatore
Daniele Pitteri

Editorialista quotidiano
“La Repubblica”
Docente di Comunicazione

Università Federico II e IULM di Milano

Buongiorno e benvenuti al convegno FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI:
QUALI PROSPETTIVE? Un incontro che già dal titolo pone una lunga serie di
problematiche e di aspettative che in questa mattinata, che si preannuncia
ricca e articolata, proveremo ad analizzare e comprendere.
Ne parleremo dettagliatamente, infatti, con molti e qualificati esperti,
auspicandoci, anche, che, prima dell’intervento conclusivo del Presidente De
Filippo, ci sia tempo sufficiente per aprire un piccolo dibattito sui temi emersi
nel corso della mattinata.
Ma prima di entrare nel dettaglio delle problematiche che il tema pone,
chiedo subito al Sindaco di Potenza Vito Santarsiero di accomodarsi qui sul
podio per un saluto e per un benvenuto ai relatori e, naturalmente, a tutti
quanti voi.

Vito Santarsiero
Sindaco di Potenza

Porto a tutti il saluto della città che mi onoro di rappresentare e,
consentitemi di ringraziare, da subito, l’Assessore Marcello Pittella
e l’ingegnere Michele Vita per il graditissimo invito rivoltomi ad
essere presente qui con voi, stamane. Un incontro particolarmente
significativo che ci consentirà di fare il punto su un tema di
grandissima attualità, quello delle Fonti Energetiche Rinnovabili, un
tema sul quale l’assessorato è fortemente ripiegato e che apre nuovi
orizzonti. Non possiamo non sottolineare la qualità dell’azione messa
in campo da Marcello Pittella, e stamane grazie anche all’assoluto
valore dei relatori, avremo la possibilità di poter entrare nel merito
delle questioni nel miglior modo possibile.
Ovviamente saluto quanti sono arrivati a Potenza da ogni parte di
Italia, da ogni parte della Regione, essendo un incontro aperto a tutti
gli operatori per una comune valutazione delle questioni.
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Santarsiero
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Consentitemi anche, nel ruolo di Sindaco e di rappresentante
dell’ANCI, di salutare il Presidente dell’ANC piccoli comuni, il Sindaco
di Sant’Angelo Le Fratte Michele Laurino e le altre autorità presenti.
Il contesto più ampio, Assessore, in cui collocate il vostro incontro,
è quello della questione ecologica se vogliamo guardare l’orizzonte
più vasto inteso come rapporto tra uomo e ambiente. Sempre più
questa questione - che è la questione che ci riporta ad un modello
di sviluppo sbagliato, un modello di sviluppo che sempre più mette
a rischio quegli equilibri delicatissimi che regolano un pò la nicchia
ecologica del nostro pianeta - sempre più la questione ecologica si
caratterizza come questione energetica; sempre più si comprende
che è la questione energetica la questione che bisogna affrontare per
risolvere ed aggredire le grandi questioni ambientali che ha dinanzi a
sè l’umanità.
Affrontare la questione energetica significa affrontare questioni di
produzione, questioni di emissione, questioni di consumo: sono i tre
grandi filoni su cui operare.
L’Europa guarda alla questione energetica in maniera molto
forte; la strategia di Europa 2020, pone le efficienze energetiche
esattamente al centro di quella crescita intelligente, sostenibile
ed inclusiva e la questione energetica, la questione dell’efficienza
energetica, costituisce una priorità fondamentale, una priorità che
oggi comprendiamo sempre di più e che chiede un rafforzamento
delle politiche a tutti i livelli ed in tutti i settori. In tale contesto
un ruolo importante è proprio svolto dagli Enti locali, Regioni, le
nostre città, i nostri comuni, un ruolo fondamentale, primario, da
svolgersi per agevolare, promuovere e regolamentare un uso più
efficiente dell’energia nei propri territori e nell’utilizzo delle proprie
infrastrutture.
L’Europa guarda a questo settore con grande interesse.
L’Europa, nei nuovi regolamenti strutturali in discussione, quelli che
andranno a finanziare il ciclo di programmazione 2014-2020, investe
moltissimo nel settore energetico.
Il quadro strategico comunitario che detta un pò le linee generali,
inserisce esattamente tra le priorità tutti quegli investimenti verso
la transizione da una economia ad alto consumo energetico e ad alte
emissioni di carbonio ad una economia a basso consumo energetico e
a basse emissioni di carbonio.
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

L’Unione Europea mette a disposizione strumenti finanziari importanti:
ENEA l’assistenza energetica europea a livello locale, EF i fondi
per le efficienze energetiche, contratti di prestazione energetica,
partenariato pubblico privato e così via.
Purtroppo, dobbiamo registrare come nel nostro Paese, a fronte di
questa azione forte, messa in campo dall’Europa, ci siano delle
contraddizioni: da un lato le affermazioni di principio, andare verso
l’Europa 2020, andare verso l’ottenimento di quegli obiettivi nel
settore energetico che sono obiettivi di carattere strategico, dall’altro
un arretramento rispetto alle politiche di sostegno a favore delle
azioni che portano a energie rinnovabili, al contenimento del consumo
energetico, alla mancanza di una azione di carattere integrato, a
politiche territoriali che vanno in quella direzione.
È una questione che ci dobbiamo porre molto come Mezzogiorno, in
un Paese che produce il 20% di energie da fonti rinnovabili e che,
ovviamente è un 20% che auspichiamo possa crescere molto.
E dove questo 20% è diventato 100, per il 61 è eolico e per il 24
è fotovoltaico, vede in particolare il Mezzogiorno protagonista. Nel
settore dell’eolico, dove il 98% della produzione è tutto nel sud,
con regione leader la Puglia, e nel fotovoltaico dove abbiamo una
percentuale molto alta, ancora con regione leader la Puglia, noi
dobbiamo comprendere che abbiamo esaurito una prima stagione
dove le fonti rinnovabili hanno avuto una progressiva crescita grazie
all’utilizzo di fondi europei e grazie ad una normativa adeguata di
sostegno. Questo ha consentito alle nostre regioni del Mezzogiorno ed
anche alla nostra regione, di poter assestare un’adeguata tecnologia,
la nascita di imprese, l’avvio di investimenti in ricerche ed innovazioni
che sono gli elementi fondamentali per la crescita del settore e la
crescita dell’economia locale.
Ora che questa stagione si è esaurita e si apre il nuovo ciclo, quello
che porta Europa 20-20, ciclo 2014-2020, credo sia interesse
fondamentale del Mezzogiorno, aprire un tavolo delle regioni di questa
parte del Paese sulla questione del sostegno delle fonti rinnovabili in
energia.
Una stagione che deve proseguire, che non può vedere il Mezzogiorno
fermarsi rispetto ad un percorso di eccellenza che lo vede in una
posizione di primazia nazionale e per certi versi, europea e sicuramente
mediterranea.
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Santarsiero
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Santarsiero
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Ovviamente la questione energetica investe altri settori: pensiamo
alla riqualificazione del patrimonio edilizio, un altro settore molto
vasto, pensiamo a tutte le questioni che riguardano il miglior utilizzo
energetico delle infrastrutture.
Su questo i Comuni, con il Patto dei Sindaci, stanno operando. La città
di Potenza ha approvato il suo PAIS e le infrastrutture della mobilità
sono chiamate a svolgere un ruolo principale. È evidente che il piano
regionale al quale state lavorando non può non tener dentro tutte
queste questioni.
E da una visione unitaria io credo possa cominciare ad emergere una
nuova prospettiva di sviluppo della nostra regione, una nuova visione,
una visione che può essere anche di carattere mediterraneo facendo
dell’energia il volano di sviluppo e la costruzione del nuovo futuro
delle nostre comunità.
Grazie e buon lavoro.

_____________________
sindaco@comune.potenza.it
www.comune.potenza.it

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

Moderatore
Daniele Pitteri

Editorialista quotidiano
“La Repubblica”
Docente di Comunicazione

Università Federico II e IULM di Milano

Ringrazio due volte il sindaco Santarsiero, perché ha fatto un intervento
rapido e al contempo molto efficace e perché ha illustrato perfettamente le
implicazioni principali dei temi che ci apprestiamo a trattare, risparmiandomi,
quindi, l’incombenza di un’introduzione più dettagliata al convegno.
Non manco, tuttavia, di anticiparvi, essendo molti gli ospiti che si
alterneranno a questo tavolo, che vedrete anche un pò di movimento, di
persone che salgono e scendono, di cavalieri che cambiano. Sono certo
che tutto questo via vai non produrrà confusione. Ma anche se dovesse in
qualche momento accadere, non dobbiamo dimenticare che non è possibile
affrontare le problematiche che le energie rinnovabili pongono da una
posizione monolitica, da un unico punto di vista, poco propenso a cogliere le
sfumature, le differenze, le molteplicità ad esse connesse.
Ma ho preso già troppo tempo e quindi cedo subito la parola all’Assessore
Marcello Pittella.

Marcello Pittella

Ass. Dip. Attività Produttive,
Politiche dell’Impresa, Innovazione
Tecnologica Regione Basilicata

Grazie, noto editorialista del Quotidiano, nonché Docente di
Comunicazione all’Università Federico II e alla IULM di Milano.
Daniele Pitteri mi consegna, sostanzialmente, dodici minuti.
Io ti ringrazio, Daniele, per essere qui, per aver accolto l’invito; la tua
presenza rende ancora più prestigiosa questa manifestazione, questa
giornata.
Due minuti di questi dodici, me lo consentirete, io li devo dedicare ai
saluti che non sono di rito, ma piuttosto ad un benvenuto che voglio
ovviamente consegnare a tutti i presenti numerosissimi quest’oggi
in Basilicata, ed un benvenuto della e dalla Regione Basilicata
ai tanti ospiti graditissimi ed in particolare, me lo consentirete, ai
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Pittella
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relatori che hanno aderito all’invito della Regione, per una giornata
di approfondimento per noi estremamente importante, io oserei dire
“strategica”, sapendo che le loro sono tra le migliori competenze
nazionali e internazionali nel settore; sono molto grato e onorato di
poter ospitare tanto sapere e tanta conoscenza.
Vorrei porgere un saluto affettuosissimo al Sindaco, recupererò
anche parte del suo intervento in maniera molto veloce; un saluto
affettuosissimo e un grazie ai colleghi Consiglieri regionali Singetta,
Navazio, Romaniello che vedo in sala; al Segretario della UIL Vaccaro,
ai tanti amministratori, ai tanti imprenditori che hanno voluto
partecipare direttamente e indirettamente alla buona riuscita di
questa giornata di approfondimento. E un ringraziamento particolare,
me lo consentirete, con una sottolineatura di merito che va
all’indirizzo del Dipartimento egregiamente diretto dall’Ing. Michele
Vita; vorrei rivolgere alla sua persona un affettuoso e calorosissimo
applauso, per la qualità e l’impegno che con i suoi collaboratori mette
quotidianamente. Così voglio ringraziare i Dirigenti che vedo in sala,
dell’Ufficio Energia: Marsico, Rasola, tutti i loro collaboratori perchè
attraverso le loro azioni quotidiane noi tentiamo di andare incontro
alle tante istanze, anche alle tante ansie che il mondo produttivo e
imprenditoriale mette in campo e ci consegna.
Ed un saluto ed un ringraziamento a Sviluppo Basilicata che è il
braccio operativo della Regione Basilicata in tante azioni, soprattutto
quelle legate e dedicate al mondo produttivo, che anche in questa
occasione con Raffaele Ricciuti e Anna Verrastro, si mostra essere
all’altezza del compito.
Prima questione: creare una sostenibilità ambientale, occupazionale
e di sviluppo economico che accompagni in parallelo le attività legate
alle estrazioni petrolifere e dunque del petrolio e che la Regione si
candidi a sostituirlo senza determinare contraccolpi sia nella struttura
sociale sia nella struttura socio-economica della stessa.
L’incontro di oggi si inscrive, sostanzialmente, in questo solco,
recuperando tre necessità: la prima: un approfondimento giuridicoamministrativo, necessario - anche vista la velocità con cui la
normativa che sovrintende le fonti rinnovabili viaggia -, la seconda:
una responsabilità istituzionale ed amministrativa nell’indicare
obiettivi chiari e nel perseguirli in tempi altrettanto certi e celeri;
la terza, una partecipazione di programma e di rischio imprenditoriale
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

da parte della intrapresa di settore.
Da qui nasce, è nato, il tavolo di confronto con il mondo delle imprese
di settore, da qui la semplificazione amministrativa che abbiamo
tentato di mettere in campo con la Legge 8 del 2012 - e annunciamo
anche l’approvazione in giunta regionale della modifica della stessa
Legge 8 – perché impugnata dal governo nazionale, come tutti sanno,
su tre aspetti particolari; noi abbiamo voluto velocemente, come
Dipartimento, proporre e approvare in Giunta - oggi passa nelle mani
del Consiglio – una nuova versione, sostanzialmente, che introduce
un’ulteriore semplificazione per gli impianti fino a 200 megawatts,
evitando, sostanzialmente, di sottoporli alla valutazione di impatto.
Da qui la sfida che la Regione lancia nel tempo del V Conto Energia,
che non rallegra molti, e proietta questa stessa sfida nel dopo V Conto
Energia, in un modello che, a mio giudizio, deve essere intelligente,
di comunità, nella sintesi virtuosa tra capacità e velocità della
comunicazione e della conoscenza, efficientamento energetico e
produzione di energia da fonti rinnovabili e nuova organizzazione del
governo di un territorio e delle sue priorità.
Cambia l’approccio, innanzitutto della politica su questi temi.
Queste sono le basi su cui potremo costruire il nuovo Piano Energetico
o avviare la discussione sul nuovo Piano Energetico anche sulla scorta
del Burden Sharing, del decreto sul Burden Sharing, quasi a consegnarci
una sorta di contraddizione tra nuova missione o ulteriore missione
consegnata alla Regione Basilicata e, purtroppo aspetti che stanno
sia sull’economico, sia sugli incentivi che sulla metodologia relativa
alle soglie e alle aste che creano non pochi problemi; per cui noi
dobbiamo correre e dobbiamo saper correre per essere competitivi.
Che sia un Piano Energetico che apra ad altre fonti e pensa alla
geotermia, sarà anche questo oggetto di una comunicazione che
anticipo in Consiglio Regionale, in occasione dell’approvazione
dell’assestamento di Bilancio, che proprio il Dipartimento insieme
all’Università e agli Enti di ricerca ha messo in campo e costruito
proprio sulle nuove politiche e sul nuovo approccio alle politiche
industriali delle piccole e medie imprese delle energie in particolare.
Che sia un PIEAR questo che rivaluti e riconsideri le attuali soglie
rispetto, dall’idroelettrico al mini idro e dalle biomasse alle
minibiomasse, avendo noi immaginato, sostanzialmente, Daniele, un
approccio che va verso la micro diffusione energetica sul territorio, che
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Pittella
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Pittella
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promuova la realizzazione in aree pubbliche di microimpianti fino a 200
kilowatt per sfruttare i tanti salti idrici di cui siamo sostanzialmente
ricchi, nonché piccoli impianti alimentati da biomassa consistente
nel cosiddetto “cippato”, ovvero in quelle apposite essenze vegetali,
colture dedicate da impiantare in aree incolte o prive di vocazione
agricola in senso tradizionale. E che sia un PIEAR che recuperi una
importante finalità sul versante del teleriscaldamento, riprendendo in
termini anche più concreti e più veloci e operativi, l’idea del Distretto
Energetico, o ancora, l’ottimizzazione delle efficienze energetiche
delle strutture pubbliche degli opifici industriali.
Che sia un Piano Energetico che generi occupazione, per maestranze
in senso proprio e per tecnici di primo livello.
È nostra la proposta allo studio dei due Dipartimenti, quello delle
Attività Produttive e quello della Formazione e Lavoro, di mettere in
campo, Daniele, di concerto con i PIEAR nazionali ed internazionali
del settore, anche possibilità di approfondimenti, di percorsi
professionalizzanti, attraverso l’utilizzo di voucher specifici a sostegno.
Che sia un Piano Energetico che viaggi in parallelo al potenziamento
della rete di trasmissione nazionale, allo stato sottodimensionato,
in un rapporto più virtuoso, più proficuo con TERNA, in un tavolo
di concertazione anche molto approfondito e che recuperi alla
programmazione lo sviluppo e che metta insieme l’uno e l’altro
aspetto per evitare che si compia, sostanzialmente, una sperequazione
territoriale e soprattutto perché è evidente al Dipartimento Attività
Produttive come a quello dell’Ambiente, come tanti progetti, forse
troppi, quelli proposti sono privi di connessione benestariate da
TERNA, per cui diventa, sostanzialmente, difficile portarli a casa.
E questi in breve, i cinque titoli ai quali, ovviamente si aggiungeranno
gli stimoli, i suggerimenti che verranno nel corso del dibattito, delle
discussioni, delle relazioni, per una Regione che vuole sintonizzarsi su
innovazione e ricerca – lo diceva Santarsiero – e su un modello di città
intelligente al quale il nuovo PIEAR deve necessariamente agganciarsi,
rimarcando un approccio e una mentalità nuova che incroci velocità
amministrativa, merito progettuale, e sua compatibilità territoriale e
un bilancio sociale della intrapresa.
Io penso che i fondi strutturali 2014-2020 e il programma Horizon
2020 irrobustiscono questo mio e questo vostro convincimento e ci
convincono che la strada intrapresa è quella giusta e noi vogliamo
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

percorrerla facendo sul serio, senza esitazioni, consapevoli che parte
significativa del nostro futuro e sviluppo risiedono nella nostra
capacità di mettere in campo buone pratiche, sì buone pratiche; alla
politica si chiede questo e alla pubblica amministrazione si chiede
questo; noi ci siamo, vogliamo esserci, vogliamo lavorare anche
insieme, soprattutto insieme a voi tutti, perché la Regione Basilicata
possa diventare un pò il fiore all’occhiello di buone pratiche in tema
di energia alternativa.
Grazie e buon lavoro a tutti.

_______________________________
ass.attivita.produttive@regione.basilicata.it
www.basilicatanet.it

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21
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Pittella
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Moderatore
Daniele Pitteri

Editorialista quotidiano
“La Repubblica”
Docente di Comunicazione

Università Federico II e IULM di Milano

Ringrazio l’assessore Marcello Pittella, oltre che per il benvenuto che mi ha
dato e per le parole, esagerate, che ha voluto rivolgermi, per la competente
efficacia del suo intervento e per aver rispettato al minuto i tempi che
avevamo prestabilito, cosa che mi consente di indicarlo come esempio da
seguire a tutti gli altri relatori della mattinata.
Chiedo ora a Michele Vita che, come sapete, è il Direttore Generale del
Dipartimento Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione
Tecnologica della Regione Basilicata, di accomodarsi al podio e di prendere
la parola.

Michele Vita

Dir. Gen. Dip. Attività Produttive,
Politiche dell’Impresa, Innovazione
Tecnologica Regione Basilicata

Buongiorno a tutti.
Nel rivolgere un saluto e un ringraziamento a tutti i presenti,
consentitemi di farne uno particolare alle aziende che hanno
sponsorizzato il nostro evento e a Sviluppo Basilicata tutor in house
della Regione e più segnatamente all’Amministratore Unico Raffaele
Ricciuti, ad Anna Verrastro che insieme a Giovanni Mastronuzzi
e Maria Bartolomeo della direzione del Dipartimento, molto
professionalmente, direi, e senza trascurare alcun dettaglio, hanno
curato gli aspetti organizzativi di questo convegno.
Infine un ringraziamento particolare è rivolto all’intero staff
dell’Ufficio Energia della Regione diretto dall’Avvocato Vito Marsico
con il quale condividiamo momenti di soddisfazione e di angoscia
insiti proprio nella peculiarità e nella complessità delle problematiche
che quotidianamente la struttura è chiamata ad affrontare.
Quando due mesi fa l’Assessore Pittella mi chiese di organizzare
un’importante rassegna sul tema delle energie rinnovabili, gli diedi
subito il mio assenso, ben sapendo che non si trattava proprio di una
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

passeggiata.
I temi in discussione sono tantissimi e anche complessi, a partire dagli
aspetti normativi e regolamentari, a quelli legati alle scelte politiche
e programmatiche, senza trascurare gli aspetti legali alla sostenibilità
ambientale ed economica che anche i processi di sviluppo delle fonti
rinnovabili comportano.
L’impatto dei problemi legato allo sviluppo delle FER, in Basilicata è
stato lento e progressivo nel tempo. Per certi versi è stato simile allo
sviluppo delle attività petrolifere in Val D’Agri e nelle aree territoriali
contermini.
Difatti, sia in un caso che nell’altro, si è passati dalle prime applicazioni
osservate con molto scetticismo, incredulità e magari con molta
curiosità da parte dei cittadini, ad una fase, come quella attuale,
sicuramente più consapevole e partecipata soprattutto rispetto agli
effetti vincolanti e condizionanti che tali attività – mi riferisco sia alle
fonti rinnovabili e sia al petrolio – potrebbero indurre nei confronti
dell’ambiente e del territorio, magari ipotecandone l’uso e le sue
vocazioni naturali.
L’attività di sviluppo delle fonti rinnovabili in Basilicata, parte da
lontano: il primo strumento di pianificazione energetico in Basilicata
che è stato uno dei primi in Italia, vede la luce nel 2001 e precisamente
il 26 giugno quando il Consiglio Regionale adottò il piano energetico
regionale ancor prima dell’emanazione del decreto legislativo 387 del
2003 che rappresenta il nostro quadro di riferimento legislativo.
Il piano ipotizzava scenari a medio e lungo periodo per la realizzazione
delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare per quella eolica,
stabiliva una potenza massima installabile di 128 MW; per le biomasse
prevedeva la realizzazione di sei centrali, ciascuna della potenza di 13
MW; nessuna previsione invece per gli impianti idroelettrici.
Altri tempi, diremmo ora; col senno di poi.
Si sono poi succeduti nel tempo, diversi provvedimenti normativi e
regolamentari: la legge regionale 9 del 2007 che nel mentre rinviava
all’apposito piano la possibilità di presentare istanza di autorizzazione
unica per gli impianti eolici di potenza superiore ad 1 MW, prevedeva
la possibilità di realizzare impianti fino ad 1 MW.
Subito dopo la Legge Regionale 31 del 2008 che ha previsto la
realizzazione di impianti eolici fino a 1 mega ed un numero massimo
di cinque aerogeneratori e gli impianti fotovoltaici a terra, prima non
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consentiti, fino ad 1 MW nelle aree industriali e 500 kilowatt nelle
aree agricole.
Successivamente la Legge Regionale 42 del 2009, incrementava,
invece da 500 kW ad 1 MW, la potenza installata negli impianti
fotovoltaici nelle aree agricole.
E arriviamo, infine, alla emanazione della Legge Regionale n. 1/2010
che tutti conoscono – è una legge ancora vigente – con la quale è
stato approvato il P.I.E.A.R. (Piano Energetico Ambientale Regionale).
Il Piano per un verso conferma la possibilità di realizzare impianti da
fonti rinnovabili fino a 1 MW mediante DIA, per l’altro verso fissa i
limiti per la realizzazione di esercizi di impianti di potenza superiore a
1 megawatt con le seguenti soglie di potenza installabili: per l’eolico
fino a 981 MW, per il solare fotovoltaico fino a 359, per le biomasse
fino a 50, per l’idroelettrico fino a 48. La potenza installabile totale è
pari a 1.438 MW.
La legge rinviava ad apposito disciplinare da adottare con delibera di
Giunta, sentita la Commissione consiliare competente, la compiuta
disciplina dell’iter procedimentale.
Come è noto, il disciplinare, successivamente adottato con DGR del
2010, prevedeva che le istanze potessero essere presentate a partire
dal 15 gennaio 2011.
In tale data vennero presentate ben 150 istanze che oggi sono lievitate
ad oltre 300.
Quelle risultate procedibili, disaggregate per tipologia a tutto il 12
luglio scorso, sono per l’eolico 157 su 213 pervenute, per una potenza
installabile e procedibile di 5242 MW, per il fotovoltaico 48 su 97
per una potenza di 475 MW, per le biomasse 2 su 3 per una potenza
complessiva di 51 MW, per l’idroelettrico ancora 2 su 3 per una
potenza di 1 MW.
Prima dell’avvio del procedimento - dove il rilascio dell’autorizzazione
è unica - e quindi, prima ancora della convocazione delle Conferenze
dei servizi, sono state convocate le pre-Conferenze, ossia degli incontri
con le società proponenti le cui istanze erano risultate improcedibili,
allo scopo di individuare, congiuntamente agli interessati al rilascio
di valere il nulla osta e conseguentemente velocizzare le procedure
per la convocazione della Conferenza dei Servizi. Le Conferenze dei
Servizi finora avviate, sono state 105. Negli ultimi mesi sono state
rilasciate autorizzazioni uniche per circa 200 MW che non impegnano
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

le soglie di potenza installabili per la fonte eolica. Mentre sono in via
di definizione i procedimenti per ulteriori 200 MW.
Tornando all’excursus giuridico e legislativo, va menzionata la sentenza
107 del 2011 della Corte Costituzionale che dichiara l’incostituzionalità
della norma regionale che consentiva la realizzazione degli impianti
da FER fino a 1 MW mediante DIA. L’efficacia retroattiva di tale
sentenza ha fatto salvi i soli rapporti esauriti, cioè la DIA presentata
entro il 31 dicembre 2010 e non oggetto di osservazione da parte dei
Comuni.
Il Decreto Legislativo 28 del 2011 introduce la facoltà per le Regioni
di elevare a 1 MW la soglia degli impianti autorizzabili con la
cosiddetta PAS (Procedura Abilitativa Semplificata). Lo stesso Decreto
stabilisce una serie di limitazioni per gli impianti fotovoltaici a terra,
limitando l’accesso agli incentivi statali a quelli non superiori a 1 MW
se realizzati in area agricola.
Il IV Conto Energia, risalente al 5 maggio dello scorso anno, ha
ulteriormente ridotto gli incentivi per gli impianti da realizzare in aree
agricole. Con il Decreto 15 maggio 2/12, il cosiddetto Burden Sharing,
il governo ha fissato per ogni regione le quote di energia rinnovabile
da raggiungere entro il 2020.
L’aumento maggiore della quota rinnovabile fra tutte le Regioni,
toccherà proprio alla Regione Basilicata, che dovrà passare dall’attuale
7,9% al 33% di energia pulita.
Veniamo ora alle vicende più recenti, - mi riferisco alla L.R. n.8 del 2012
e ai Decreti Quinto Conto Energia e al Decreto rinnovabili, pubblicati
lo scorso 10 luglio sul supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale.
La Legge Regionale n. 8 del 2012, nasce per tener conto delle modifiche
normative nel frattempo intervenute, in particolare recepisce i dettami
del Decreto Legislativo 28, introduce una generale semplificazione
procedurale e la possibilità di incrementare la produzione da fonti
rinnovabili.
Tanto il Governo quanto i proponenti hanno evidenziato due criticità
dell’impianto normativo.
La prima concerne l’introduzione della cosiddetta nuova tassa
di 10.000 euro, anche per i procedimenti in corso per ogni MW di
potenza richiesta fino a 20 MW.
La seconda riguarda le modalità di versamento della predetta nuova
tassa che unitamente alla previsione preesistente: 50.000 euro per ogni
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MW oltre i 20 MW dovrebbe essere effettuato in un’unica soluzione
entro 90 giorni dal rilascio del provvedimento di autorizzazione.
Questi incisivi oneri, al di là delle considerazioni di ordine giuridico,
svolte dal governo, sono evidentemente molto penalizzanti per gli
operatori del settore.
Sia perché, come detto, si applica anche ai procedimenti in corso,
sia perché renderebbero più gravose le loro iniziative in un quadro
normativo di riferimento, più incerto.
E infatti, il versamento di oneri più elevati rispetto a quelli inizialmente
programmati, sarebbe insostenibile a fronte tanto della riduzione
degli incentivi, quanto dell’alea collegata al sistema delle aste.
In altri termini, gli operatori, dovrebbero effettuare un consistente
versamento prima ancora che l’impianto sia realizzato e soprattutto
senza avere alcuna certezza di risultare aggiudicatari delle quote che
saranno messe all’asta.
Tutte queste problematiche sono ben note alla Regione che, anche
alla luce dell’impugnativa innanzi alla Corte Costituzionale, ha
provveduto ad emendare la Legge 8/2012 con un nuovo disegno di
Legge Regionale adottato in Giunta qualche giorno fa, in data 18
luglio.
La Regione ritiene di superare queste criticità, prevedendo sia
l’eliminazione della nuova tassa, sia del sistema di versamento
dell’importo corrispondente al progetto di sviluppo locale che, per un
verso tenga conto della concreta possibilità da parte dell’operatore
di accedere agli incentivi, per altro verso contempli la possibilità
di effettuare il pagamento in maniera anche dilazionata previa
acquisizione di apposita fidejussione svincolabile progressivamente.
Con il medesimo disegno di legge si provvede, inoltre, a limitare
l’obbligo della procedura di screaning degli impianti eolici di potenza
superiore a 200 kW.
Ed invero, mentre prima della Legge 8, tale obbligo vigeva per i soli
impianti eolici di potenza superiore a 1 MW, con la predetta Legge
l’obbligo era stato esteso a tutti gli impianti eolici a prescindere dalla
potenza.
La proposta emendativa mira, dunque, a salvaguardare le valenze
ambientali e paesaggistiche senza tuttavia appesantire eccessivamente
il procedimento per gli impianti di piccola generazione. Tanto in
ossequio al principio sancito dalla normativa nazionale di favorire la
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

cosiddetta generazione diffusa.
Vorrei affrontare ora alcune questioni che più frequentemente
vengono poste alla nostra attenzione dagli operatori.
La prima: è noto che molti degli impianti proposti sono privi dei
progetti di connessione benestariati da TERNA.
Tale circostanza, come pure è noto, in larga misura è ascrivibile
al fatto che TERNA ha investito scarse risorse in Basilicata per il
potenziamento della rete.
A riguardo la Regione non ha mancato di attivare tavoli informali e
di esercitare la propria moral suasion per indurre TERNA a rivedere i
propri programmi di investimento nel senso auspicato.
Questa azione prosegue e sarà ulteriormente intensificata nel corso
delle prossime settimane e dei prossimi mesi.
Altra questione riguarda l’istruttoria delle istanze di autorizzazione
unica, quando si protrae ben oltre i 180 giorni previsti dalla normativa.
In proposito non si può fare a meno di evidenziare che il ritardo è
in primo luogo ascrivibile alla presentazione in un solo giorno (il 15
gennaio 2011) di oltre 150 istanze a cui ne sono poi seguite altre 160.
Né si può sottacere che larga parte di questo lasso temporale è servito
per la valutazioni di competenza del Dipartimento Ambiente.
Ad ogni buon conto, molti progetti sono ormai giunti a maturazione,
per cui, a partire dalle prossime settimane, se non dai prossimi giorni,
la Giunta comincerà a rilasciare le autorizzazioni uniche richieste. Il
ritardo cui si faceva prima cenno non è peraltro, un’esclusiva della
Regione Basilicata, atteso che, come onestamente riferito dagli stessi
operatori di settore, in altre Regioni, vedi ad esempio la Puglia e la
Campania, il processo autorizzativo è ancora più lento, molto più
lento.
Fra i temi più delicati del procedimento autorizzativo vi è anche
quello delle cosiddette sovrapposizioni; non è questa probabilmente
la sede per anticipare soluzioni, ma può essere questa l’occasione per
registrare, magari, i punti di vista degli operatori del settore.
Conta in ogni caso sottolineare che il tema è fortemente attenzionato,
tra l’altro nella consapevolezza per un verso, che lo stesso è complicato
dalla maggiore o minore velocità con la quale gli operatori hanno
acquisito i prescritti pareri, per l’altro verso, che qualunque soluzione
presti il fianco a possibili contenziosi.
Gli anzidetti temi assumono valenza ancora maggiore alla luce delle
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disposizioni contenute tanto nel decreto Burden Sharing quanto negli
ultimi due recenti decreti ministeriali.
Sono convinto inoltre che il Quinto Conto Energia presenta luci ed
ombre, forse più ombre che luci. Sicuramente rappresenta una brusca
frenata nella direzione delle fonti rinnovabili, in quella della green
economy più in generale.
Le osservazioni delle Regioni non sono state accolte nella loro
interezza. Accontentiamoci di aver incassato pochissime cose,
tipo l’esemplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri, e
soprattutto la maggiore attenzione che la norma riserva agli impianti
il cui proponente è un Ente pubblico.
Questa possibilità è stata proposta e fortissimamente sostenuta al
tavolo nazionale di concertazione proprio dalla Regione Basilicata.
Veniamo a un’altra questione spinosa del Quinto Conto: la soglia di
potenza oltre la quale scatta l’obbligo di iscriversi al registro, ignorata
la richiesta imprescindibile delle Regioni che chiedevano di portare da
12 kW a 100 kW il valore limite di potenza.
Secondo la versione finale potranno, infatti, accedere agli incentivi,
senza passare per il registro gli impianti sotto i 12 kW, quelli tra
12 e 20 che accettino di ricevere una tariffa incentivante decurtata
del 20% e quelli fino a 50 realizzati in sostituzione dell’eternit.
Esonerati dal registro anche gli impianti fotovoltaici integrati con
caratteristiche innovative; quelli a concentrazione e quelli su edifici
e terreni della pubblica amministrazione, purchè realizzati con gare
d’appalto pubbliche, anche qui con un tetto di spesa di 50 milioni di
euro.
Con il decreto FER elettriche, è stato alzato di 300 milioni di euro
il limite del costo indicativo annuo di tutti gli incentivi per le
rinnovabili elettriche ad esclusione di quelli fotovoltaici. Al di fuori
del meccanismo dei registri e delle aste, accedono direttamente
all’incentivo gli impianti eolici e alimentato da fonte oceanica di
potenza fino a 60 kW nonchè gli impianti idroelettrici di potenza
nominale fino a 50 kW gli impianti alimentati a biomasse, prodotti di
origine biologica e sottoprodotti di origine biologica di potenza fino a
200 e gli impianti alimentati a biogas con potenza fino a 100.
Gli impianti per tutte le tipologie di fonti rinnovabili con potenza al
di sopra dei 5 megawatt potranno accedere alla tariffa incentivata
mediante una procedura competitiva di asta al ribasso.
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

La graduatoria è formata in base al criterio della maggiore riduzione
percentuale offerta.
Gli altri impianti che non accedono direttamente agli incentivi non
sono soggetti alla procedura d’asta, richiedono la tariffa incentivante,
previa iscrizione in appositi registri.
Alcune considerazioni, la prima: la frenata allo sviluppo alle fonti
rinnovabili in Italia introdotta da questi due recenti decreti, il Quinto
Conto e il Decreto Fer electric, sicuramente contrasta con la finalità
del Decreto Burden Sharing che fissa le quote regionali di energia da
raggiungere nel 2020.
La strada è molto in salita, soprattutto per la nostra Regione, costretta
a recuperare, - lo dicevamo prima – un gap di partenza molto elevato
(33% da recuperare).
La seconda osservazione riguarda il fotovoltaico. Una prospettiva,
seppure limitata, potrebbe essere rappresentata dai SEU, cioè dai
Sistemi Efficienti di Utenza.
A livello internazionale c’è già chi si attrezza per investire senza
sostegni pubblici. Nella regione di Toledo, la società SOLARIA quotata
dalla borsa di Madrid, intende realizzare con i propri moduli, un
impianto da 60 MW, investendo 60 milioni di euro.
Lo scorso marzo era stata la tedesca Jegher Like Solar ad annunciare
l’intenzione di realizzare nell’arco dei tre anni un impianto da 250
MW nella regione dell’Estremadura; lo stesso sta accadendo nella
provincia di Cordova, e altri casi ancora.
Che cosa significa SEU: se un produttore potesse vendere direttamente
l’energia ad una piccola e media impresa con elevati consumi diurni,
facendola pagare 0,16, 0,18 euro al chilowatt – che è la tariffa vigente
– il suo impianto si ripagherebbe da solo senza bisogno di incentivi.
Il futuro delle rinnovabili post incentivi, secondo molti, si ricollegherà
in una relazione sempre più stretta tra produzione e consumo
di energia. Vendere energia pulita senza passare dalla rete, ma
producendola direttamente in loco, è una strada molto interessante;
è una possibilità che ovviamente non ci risolverà tutti i problemi.
Un’altra considerazione – mi avvio alla conclusione - l’incisiva
evoluzione della normativa di settore e le continue innovazioni
tecnologiche, che connotano la materia delle rinnovabili, ci stanno
inducendo a riflettere sulla opportunità – lo diceva prima l’Assessore
– di rivisitare il Piano Energetico adottato nel 2010.
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Per quanto la rivisitazione non dovrebbe riguardare, in maniera
sostanziale, l’eolico, salvo che, per taluni aspetti di carattere
procedurale, nel senso della semplificazione. Altre fonti, si pensi
in particolare, all’idroelettrico, al geotermico, alle biomasse,
necessiteranno, invece di una profonda riconsiderazione, vuoi in
termini di elevazione delle attuali soglie, sebbene per impianti di taglia
piccola e media, vuoi in termini di finalizzazione, si pensi, ad esempio,
al tema del teleriscaldamento, ovvero alla ripresa in termini operativi
dell’idea del distretto energetico, o ancora, all’ottimizzazione delle
efficienze energetiche, alle strutture pubbliche e agli opifici industriali.
In questa prospettiva, l’auspicio della Regione è che si aprano ampi
spazi per gli operatori di settore e che gli stessi con il contributo
di esperienza e conoscenza possano fornire già in questa fase
preliminare, input utili a rivisitare il piano, in un’ottica tesa, tra l’altro,
ad attrarre investimenti e ad accrescere la competitività complessiva
del territorio, salvaguardandone al tempo stesso e, se possibile,
accentuandone le valenze ambientali e paesaggistiche.
La Regione, in ogni caso, intende promuovere, di intesa con l’Università,
studi, progetti e impianti pilota nei settori dell’idroelettrico,
promuovendo la realizzazione in aree pubbliche di micro impianti
per sfruttare gli innumerevoli salti d’acqua di cui la nostra Regione è
ricca, nonché piccoli impianti alimentati da biomasse, consistenti nel
cosiddetto cippato, ovvero in quelle apposite essenze vegetali, quindi,
colture dedicate da impiantare in aree incolte o comunque prive
di vocazioni agricole in senso tradizionale. Per fare questo, dicevo,
è essenziale attivare intorno al comparto energetico, un circuito
virtuoso, che valorizzando le risorse disponibili in loco, mobiliti
l’eccellenza della ricerca, dell’innovazione tecnologica, nel sottore
produttivo e delle istituzioni presenti sul territorio.
Concludendo, siamo consapevoli che bisogna pensare ad un vero
e proprio modello di sviluppo energetico locale che consenta di
contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo
e nazionale e al contempo stesso capace di coniugare i bisogni dei
cittadini, garantendo uno sviluppo economico e sociale e territoriale
armonico e ordinato. Tutto ciò in un contesto locale che prevede la
realizzazione di un Distretto Energetico in Val D’Agri e nel prossimo
anno il varo della nuova programmazione dei Fondi Strutturali 20142020 che come è noto, destina circa il 60% dell’intera risorsa FESR
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

alle fonti energetiche rinnovabili, alla ricerca e all’innovazione. Siamo
anche consapevoli che per fare tutto ciò non è semplice ma non è
neanche impossibile. Una cosa è certa: questa è la direzione che
intendiamo imboccare nel futuro prossimo venturo, contando anche
e soprattutto sull’apporto di voi tutti. Grazie per l’attenzione.

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michele.vita@regione.basilicata.it
www.basilicatanet.it

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Moderatore
Daniele Pitteri

Editorialista quotidiano
“La Repubblica”
Docente di Comunicazione

Università Federico II e IULM di Milano

Davvero molto dettagliato questo intervento di Michele Vita, che voglio
ringraziare non solo perché ha ricostruito la storia delle politiche ambientali
della regione negli ultimi anni, delineando un quadro utilissimo per la nostra
discussione, ma – permettetemi un’annotazione personale – per la visione
assolutamente fuori dal comune in questo momento in Italia, un paese
concentrato sul suo eterno presente, che ha prospettato, indicando una
strada da seguire nel futuro. L’indirizzo che prospetta, come avete potuto
cogliere dalle sue parole, è quello di chi già sta guardando al dopo Quinto
Conto Energia. Non si sofferma sull’attualità, ma guarda avanti e guarda
oltre. Un atteggiamento decisamente innovativo nel panorama nazionale
delle politiche pubbliche di sviluppo.
Prego adesso di raggiungermi qui al tavolo Davide Tabarelli, Presidente di
Nomisma Energia; Cristina Martorana, esperta di diritto amministrativo ed
energetico; Elio Manti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare; Chiara Vergine, Responsabile delle Connessioni Terna.
Approfitto anche per salutare il Senatore Carlo Chiurazzi, che ci ha raggiunto
da poco, il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza e il Senatore
Romualdo Coviello, tutti ospiti, ovviamente, molto graditi.
Ma non voglio perdere altro tempo e cedo, quindi, subito la parola a Davide
Tabarelli Presidente di Nomisma che ci prospetterà quali sono gli scenari
entro i quali le politiche energetiche potranno o dovranno muoversi.

Davide Tabarelli

Presidente Nomisma Energia

Grazie.
Spero di essere all’altezza di queste belle presentazioni.
È un piacere, è un onore essere tornato in Basilicata, a Potenza,
in questa parte di Italia così importante per l’energia, a cui sono
particolarmente legato soprattutto per il petrolio.
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

Io devo parlare di scenari energetici e di politica energetica all’interno
di un contesto dedicato alle fonti rinnovabili, con una visione globale,
mondiale. Vi devo parlare di questi argomenti cercando di collocare
il futuro delle rinnovabili nel quadro generale dell’energia che è
fondamentale per l’umanità, per l’Italia e per la Regione Basilicata.
Parlerò velocemente, in dieci minuti, di tutti questi argomenti. Ricordo
che l’energia è una questione fondamentale dell’esistenza umana, di
tutti gli uomini; quest’anno è l’anno mondiale dell’energia sostenibile
per tutti; un miliardo e mezzo di persone non sanno cos’è l’elettricità;
quasi tre miliardi non sanno cos’è l’energia commerciale, cioè le fonti
che noi paesi ricchi utilizziamo in abbondanza.
Il futuro dell’energia è una tendenza a crescere in maniera sostenuta,
perché c’è più gente che vuole energia. Oggi l’80% della domanda di
energia nel mondo è coperta da fonti fossili, in particolare il petrolio
che è la prima fonte col 31%, seguita dal gas con il 22%, perciò gli
idrocarburi, quelli di cui è ricca la Basilicata, coprono ancora il 53%
della domanda mondiale.
Il carbone, purtroppo, è la fonte che cresce di più e che conta ora per
il 27% del totale.
Più fossili vuol dire più emissione di CO2, perciò ne deriva l’urgenza di
decarbonizzare, da cui tutte le politiche energetiche degli ultimi 30,
40 anni, nei paesi industrializzati, fra cui l’Italia.
Che cosa è che spinge sulla domanda di energia nel mondo? Due
fattori, volendo sintetizzare: uno, la mobilità delle persone e delle
merci, che si scarica soprattutto sul petrolio e sui suoi derivati, e
l’altro è l’energia elettrica perché non è una fonte, è un vettore, sono
degli elettroni che si muovono, che trasformano l’energia primaria in
una forma più versatile per il consumatore finale. Per fare l’energia
elettrica possiamo utilizzare più carbone, gas e fonti rinnovabili.
Come si collocano le rinnovabili rispetto al resto: i costi di produzione
sono stati abbattuti - questa è stata una rivoluzione tecnologica
straordinaria - in particolare negli ultimi mesi per il fotovoltaico
perché siamo a 50 centesimi per watt per capacità installata, quando
siamo partiti nel ‘79 eravamo a 40 dollari – insomma una caduta
straordinaria.
I costi dell’eolico sono allineati alle fonti tradizionali. Le stime in alcuni
casi, offshore nel mare del Nord, parlano di 50 euro per megawattora,
contro costi nelle moderne centrali a carbone sotanzialmente intorno
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a questi livelli.
Gli incentivi italiani per le pale offshore sono superiori ai cento,
in forte calo, ma la riduzione dei costi è stata straordinaria, forse
irripetibile.
Gli obiettivi europei, da cui poi partono anche le nostre politiche
nazionali, ci impongono di insistere ancora sulle fonti rinnovabili. In
questa direzione si muove il nostro conto energia per il fotovoltaico e
i vari decreti per le fonti rinnovabili. L’ultimo documento importante
dell’Europa è questa Energy European Roadmap 2050 che pone
obiettivi estremamente ambiziosi. Abbiamo bisogno di far aumentare
le fonti rinnovabili da circa 9-10% dei consumi finali di oggi, verso il
17% al 2020.
Voglio farvi notare che altre fonti come il petrolio e il gas sono
destinate comunque ad avere un ruolo importante anche in futuro.
Gli incentivi di cui sentiremo parlare più tardi del nuovo Conto e del
nuovo sistema di incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili
per produrre elettricità comportano oneri dell’ordine di 10 miliardi
euro all’anno. A livello unitario sono dei valori compresi fra 100 e 300
euro per megawattora che, rispetto a costi in forte calo, consentono
ancora buoni profitti. Fino ad oggi il totale della spesa per incentivi
è di 23 miliardi euro: quello che abbiamo speso in Italia per le fonti
rinnovabili negli ultimi 30 anni, dalla Legge 308 dell’82 che attuava il
Piano Energetico dall’81 fino ad oggi. Dal 2011 al 2020 la stima è di
una spesa di 100 e oltre miliardi di euro, quello che spenderemo nei
prossimi nove anni.
Perciò da qui capiamo l’esigenza di dare una frenata nella spesa, ma
questo non toglie che ci sia la possibilità di aumentare leggermente
i contributi, in quanto i prezzi sono relativamente bassi rispetto
all’utilità che l’elettricità dà quando consumata. L’elettricità, un
chilowattora, costa 19 centesimi alle famiglie e 2,4 centesimi è la
parte dedicata alle rinnovabili che salirà al 3,1 – era 0,9 solo quattro
anni fa. È stato un aumento straordinario, ma la gente è disposta a
pagare qualcosa in più per aiutare l’ambiente. Dobbiamo essere però
più efficienti nello spendere queste risorse finanziarie.
La domanda di energia in Italia negli ultimi anni è crollata, perché
purtroppo siamo un paese che si sta deindustrializzando e che ora è
in recessione.
Ricordatevi che esistono delle regole storiche, non tanto economiche,
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

che dicono che la sostenibilità, prima di tutto, è dare la possibilità
alle persone che vivono su un territorio di avere un lavoro e di poter
costruire un progetto futuro.
E questo si fa storicamente non con i servizi, nè con le Banche o la
Finanza, ma si fa con le fabbriche che devono rispettare l’ambiente e
devono essere posti dove si fa bene, dove la gente lavora.
Noi purtroppo, questo lo stiamo un pò abbandonando; vanno via le
fabbriche e c’è meno domanda di energia, da cui il crollo del PIL.
Qualcuno vorrebbe misurare la ricchezza con qualcosa di diverso dal
PIL, ma è molto difficile.
Vedete, è un Paese il nostro che usa ancora molti idrocarburi, e li
userà ancora nei prossimi trenta anni perché la mobilità si scarica sui
derivati del petrolio e perché l‘elettricità la facciamo col gas.
È un posto, l’Italia, dove abbiamo una enorme espansione delle
fonti rinnovabili, che abbiamo visto che ci costa caro, ma la gente
è disposta a pagare, ma dobbiamo essere più efficienti. Abbiamo un
enorme aumento della produzione da fonti rinnovabili.
Vi devio un attimo sul petrolio, perché questa è una terra di petrolio
– scusate se esagero un pò – ma la considero un pò anche la mia
terra, essendo io italiano ed essendo questo un paese con altissima
motorizzazione. Abbiamo un consumo di petrolio di 72 milioni di
tonnellate che equivale a 1,2 milioni barili giorno. Qua in Basilicata ne
stiamo producendo 80 mila barili al giorno e speriamo di aumentarlo
a 150 mila, perché noi all’estero abbiamo circa 10.000 pozzi che
lavorano per noi, con l’effetto che trasferiamo fuori tutta la ricchezza
delle Royalties e della gente che ci può lavorare. Facciamo un regalo
ai Libici, ai Sauditi, al mare del Nord dove c’è la Norvegia che è il
primo paese al mondo per ricchezza perché hanno un fondo sovrano
alimentato con le Royalties da 300 miliardi di euro.
Quello della Norvegia deve essere un riferimento, pur sapendo che in
altre parti del mondo è una maledizione il petrolio.
Parte delle mancate entrate colpiscono soprattuto le regioni. Per la
Basilicata le cose sono diverse, in quanto incassa parecchie royalties.
Abbiamo visto che a livello nazionale c’è stata una esplosione di
incentivi per le rinnovabili e parte delle Royalties da petrolio qua sono
già destinate al finanziamento e progetti sulle rinnovabili.
Si può discutere sui progetti, come renderli più sicuri, ma poi occorre
procedere per creare lavoro, ricchezza, tassazione e royalties per le
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Regioni, magari anche per i contadini, come fanno negli Stati Uniti.
Sentiamo parlare di rivoluzione del gas nel mercato americano, lo
shale gas, che qua in Europa non si trova mai, ma una delle ragioni
che hanno portato questo è perché i proprietari del terreno hanno
diritto a ciò che c’è nel sottosuolo e prendono più soldi.
Il futuro delle fonti rinnovabili in Italia è in forte crescita, un’esplosione.
Tuttavia, freneranno le fonti come l’eolico e il fotovoltaico, mentre
l’esplosione riguarderà soprattutto le fonti termiche, cioè le biomasse.
Abbiamo sentito parlare prima che è una cosa fondamentale per una
ragione boschiva e montana come la Basilicata, ma questo non è una
rivoluzione, è un ritorno al passato, in quanto da sempre si utilizza il
bosco per fare energia.
Tecnologicamente dobbiamo andare sulla micro generazione perché
lo chiede la politica, lo chiede la gente, è la democrazia dell’energia,
però la politica dell’energia è questa in tutto il mondo, in particolare
nei paesi ricchi come l’Europa.
Allora, dobbiamo andare a catturare quelle nuove tecnologie, relative
alle basse temperature, nella piccola produzione da biomassa, ma
questo lo abbiamo fatto noi nel mondo, in Europa, in Italia, in Pianura
Padana, da sempre, cioè utilizzare gli scarti dell’agricoltura o la legna
che veniva dalle nostre foreste.
E questo però è necessario perché le fonti rinnovabili elettriche hanno
già preso abbastanza finanziamenti.
Quali le conclusioni: la prima è che la crescita della domanda
energetica mondiale non conosce sosta, perché ci sono miliardi di
persone che lo vogliono, vogliono stare meglio; questo stare meglio
lo porta l’energia, cresce l’utilizzo del carbone, oltre che del petrolio
e del gas, ma soprattutto del carbone, che è quello che emette più
CO2. La principale causa di questa espansione è la Cina, questo
squilibrio, perché esporta tantissimi prodotti che produce a bassi
costi, perché ha manodopera che paga 50 euro al mese e perché usa
carbone per l’elettricità che usa per fare questi manufatti. E questo
è un danno ambientale di cui dobbiamo sempre essere coscienti.
Più fossili però aumentano l’emissione di CO2, da cui l’urgenza di
fare qualcosa. Abbiamo deciso politicamente di ridurre le emissioni
e adesso è anche tardi dire: gli incentivi alle rinnovabili sono costati
troppo. Abbiamo preso degli impegni, 17% di rinnovabili al 2020 sui
consumi finali, target che è secondo me molto difficile. Anzi, io spero
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

di non farcela perché vuol dire che il PIL tornerà a salire, così anche i
consumi finali di energia. Raggiungere gli obiettivi ambientali perchè
stiamo consumando meno. Ci stiamo impoverendo, invece dobbiamo
raggiungere gli obiettivi con grande tecnologia.
Le politiche europee sono molto ambiziose, imperniate sulle rinnovabili,
ma ciò porterà ad una specializzazione dove c’è sole, in particolare nel
sud d’Italia, dove si farà più fotovoltaico, si faranno più biomasse, che
è una forma di cattura dell’energia solare antica, ma da utilizzare oggi
con tecnologia più sofisticata e moderna.
È una irripetibile occasione di sviluppo per questa terra, per fare più
industria, per fare più tecnologia, per fare più strutture.
Grazie.

_____________________
davide.tabarelli@nomismaenergia.it
www.nomismaenergia.it

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Tabarelli
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Moderatore
Daniele Pitteri

Editorialista quotidiano
“La Repubblica”
Docente di Comunicazione

Università Federico II e IULM di Milano

Con l’intervento di Davide Tabarelli abbiamo iniziato a toccare alcuni dei temi
prefigurati da Michele Vita nella sua dettagliata relazione e dall’Assessore
Pittela nel suo intervento.
Tabarelli ha delineato un quadro molto composito, ma in qualche modo
obbligato, in cui le alternative fra cui scegliere sono in realtà poche, così come
le strade potenzialmente percorribili. E questo mi pare molto interessante,
anche alla luce degli obiettivi già fissati e previsti, e quindi in qualche modo
non rinegoziabili, non solo a livello nazionale, ma, soprattutto, sul piano
continentale.
Oltre a questo, però, mi hanno colpito due elementi su cui probabilmente
ritorneremo ancora nel corso della mattinata. Mi riferisco in primo
luogo al calo della domanda energetica a seguito del processo di deindustrializzazione che sta interessando da diversi anni il paese e a cui è
necessario prestare molta attenzione in una prospettiva di riorganizzazione
e sviluppo delle politiche energetiche. In secondo luogo penso alla necessità,
direi quasi obbligatorietà, di ricaduta economica che non solo le fonti di
energia rinnovabile, ma tutte le fonti di energia, debbono avere sui territori,
per le comunità che li abitano e non soltanto per i proprietari dei suoli.
Adesso con Cristina Martorana toccheremo un altro tema molto importante
in parte prefigurato nella relazione di Michele Vita, ossia l’evoluzione, in
materia di energia, del quadro normativo nazionale e regionale. Il titolo
che Cristina Martorana ha dato alla sua relazione lo leggete alle mie spalle:
“Energie rinnovabili un tuffo nel futuro”.

anarotraM anitsirC
Cristina Martorana repsE
ottirid id at

Esperta di diritto
ocitegrene de ovitartsinimma
amministrativo ed energetico
smailliW e yelraF ,nostaW oidutS
Studio Watson, Farley e Williams

Ovviamente non vi tedierò con una completa ricostruzione del quadro
normativo di riferimento. Il titolo del mio intervento è stato volutamente
lasciato ampio e generico al fine di garantirne un’opportuna – se
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

necessaria – modulazione durante i lavori odierni. Invero, al momento
della sua definizione, non si sapeva ancora se il decreto FER e quello
relativo al Quinto Conto Energia per il fotovoltaico, sarebbero stati
approvati; e pertanto non si sapeva se avremmo parlato de iure
condendo o de iure condito. Grazie poi agli interventi che mi hanno
preceduto, una gran parte del quadro normativo di rilievo è stata
coperta; pertanto passiamo oltre e andiamo subito a trattare i punti
cardinali attorno ai quali, a mio giudizio, si è mosso ed evoluto il
mercato rilevante: il mercato dell’energia e delle fonti rinnovabili.
Invero, la liberalizzazione del mercato elettrico, a partire dal decreto
Bersani nel ‘99; gli obblighi assunti ai sensi del protocollo di Kyoto;
gli obbiettivi da raggiungersi a livello comunitario; la semplificazione
normativa; l’articolo 117 della Costituzione per come è stato
modificato e riformulato e che riconosce, sostanzialmente, un ruolo
rilevante alle regioni in materia energetica; il sistema degli incentivi:
costituiscono tutti – nel loro complesso – i cardini (da me detti, i punti
cardinali) attraverso i quali il mercato elettrico (in senso atecnico) ha
il volto che conosciamo.
E se, da un lato, sicuramente questi punti cardinali hanno permesso
al mercato dell’energia di arrivare dove siamo e di portarci a discutere
oggi di una nuova regolamentazione degli incentivi; di domanda e
offerta di energia; di rete infrastrutturale; dall’altro lato, non possiamo
non evidenziare che ci sono state delle criticità nel percorso che è
stato compiuto e che ha portato sin qui.
Non è un tema che tratterò personalmente in questa sede, ma il
problema delle infrastrutture di rete - e la Regione Basilicata è una delle
regioni che sicuramente risente di questa criticità, laddove per quanto
rileva io parlo dell’infrastruttura della rete - è un problema/tema con
cui lo sviluppo - in termini numerici e di potenza – degli impianti di
produzione di energia da fonti rinnovabili si imbatte ed è costretto a
confrontarsi. È, infatti, è un dato incontrovertibile, che in regioni dove
si è cercato di partire prima, com’è stata la Puglia, ma anche la Sicilia,
si è arrivati ad avere un numero di impianti di produzione di energia
da fonti rinnovabili autorizzati grandemente superiore a quello che la
rete elettrica era capace di ricevere; con tutti i problemi che potete
facilmente immaginare legati ad iniziative autorizzate ma – di fatto
- irrealizzabili o economicamente in perdita. Forte si è posto quindi
il tema di come concertare meglio l’azione regolatoria in modo che si
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muovesse a supporto dello sviluppo del settore dell’energia; in altre
parole in modo che lo sviluppo della produzione di energia da fonte
rinnovabile e il potenziamento dell’infrastruttura elettrica andassero
di pari passo anche al fine di garantire la connessione dei nuovi
impianti “in sicurezza”.
Altra criticità è legata, dal mio punto di vista, ad una mancanza di
reale visione comune (intendi, condivisa) a livello di politica energetica
in Europa. Invero, a dispetto degli obiettivi 20-20-20 di cui sempre
si parla, per quello che io registro soprattutto adesso che siamo in
preda ad una crisi economico-finanziaria forse senza precedenti, non
c’è una reale politica comune; forse anche perché, oggi più che mai,
tale politica è condizionata da fattori che le sono intrinsecamente
estranei, nonché da fenomeni “suggestivi”. Un esempio per tutti il
mancato ritorno al nucleare e tutto ciò che ne è conseguito.
Il mancato decollo del mercato delle emission treading nonché il
mancato reale sviluppo del mercato dell’efficienza energetica sono
certamente altri elementi di criticità del settore; come pure è una
criticità ciò che sta accadendo in tema di incentivi alle rinnovabili. Ed
i decreti appena approvati lo dimostrano.
È una storia - quella degli incentivi - che sta per conoscere la parola
fine; anche perché, come giustamente appena analizzato, sono
talmente diminuiti i costi di produzione, grazie anche allo sviluppo
della tecnologia e alla concorrenza, che stiamo quasi arrivando alla grid
parity (quella situazione in cui il costo per la produzione di energia da
fonte rinnovabile è equiparabile a quello per la produzione di energia
da fonte non rinnovabile, o convenzionale). Ma se la parola “fine” gli
incentivi la dovevano necessariamente conoscere, è anche vero che,
a mio avviso, il “finale della storia” andava scritto in modi e tempi
diversi; e, magari, identificando da subito i “benefici” che sarebbero
stati riconosciuti ai produttori di energia da fonte rinnovabile per il
fatto stesso di contribuire alla attuazione degli obiettivi comunitari
e del protocollo di Kyoto. E ciò anche al fine di non bloccare – con
effetto immediato, paralizzante e penalizzante – gli investimenti nel
mercato rilevante.
Ulteriore criticità, a mio giudizio, è costituita dal grosso problema
della lunghezza e farraginosità (oltre che conflittualità, causa l’elevato
numero di ricorsi e contestazioni da parte delle comunità locali) cui
sono soggetti tutti gli iter autorizzatori che si devono seguire per
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

poter costruire un impianto, o potenziare una infrastruttura ecc.
In realtà, come ho accennato, grazie alla semplificazione normativa,
le norme per poter arrivare all’emanazione di un provvedimento
autorizzatorio in tempi celeri ci sono: l’autorizzazione unica è nata
proprio a questo scopo, oltre che per evitare di far gravare sul
soggetto che vuole intraprendere queste iniziative imprenditoriali la
responsabilità della mancanza di un nulla osta, un permesso, o un
parere. Con l’autorizzazione unica, è l’ente competente, la Regione o la
Provincia, a seconda dei casi, che si fa coordinatore del procedimento
e si preoccupa di riunire tutti i “protagonisti” in conferenza di servizi.
Quelle norme, come dicevo, ci sono; ci sono da tempo e, di recente,
sono state ulteriormente semplificate. Eppure, è un dato di fatto,
che troppo spesso si registra un’incapacità da parte delle competenti
amministrazioni (forse anche dovuta alla volontà di cercare di
coordinare le varie voci; di concertare le varie opinioni; “di dare un
colpo al cerchio e un colpo alla botte”), di chiudere i procedimenti nei
termini di legge. Un’incapacità di applicare nel dettaglio, di seguire
pedissequamente, la norma.
Il che ha comportato, e comporta, storture di sistema; disincentivo
all’investimento; mancanza di certezza del diritto.
Ma ritorniamo alla politica governativa in tema di incentivi. Sono
io la prima a sostenere che probabilmente è stata fatta in modo
sbagliato e con tempi sbagliati; che si è esagerato nel dare troppo
senza fare selezione e senza promuovere (i.e. premiare) la tecnologia
e le iniziative “meritevoli”. Ma è altrettanto vero che quella politica
energetica, quella normativa regolamentare, è stata decisa, voluta ed
emanata proprio allo scopo di dare un forte impulso al settore. Non
saremmo mai arrivati a questi target in così poco tempo, se non ci
fosse stata quella politica. E se vogliamo essere ancora considerati
cittadini di uno Stato di diritto che tutela gli affidamenti, è un dato
di fatto che non possiamo cancellare tutto con un colpo di spugna.
Non è che perché abbiamo “improvvisamente” realizzato che abbiamo
dato troppo, che abbiamo permesso investimenti speculativi, che non
siamo stati in grado di selezionare le iniziative meritevoli da quelle
che non lo sono, che ci possiamo sentire legittimamente autorizzati
a tagliare, con efficacia retroattiva, gli incentivi su cui gli investitori
hanno fatto affidamento. Non possiamo, e soprattutto, non possiamo
farlo come lo stiamo facendo, perché è in gioco la credibilità del
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Martorana
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Martorana
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nostro Paese. Dobbiamo continuare a consolidare l’affidamento che
gli investitori hanno fatto e non sacrificarlo a qualsiasi costo.
In questo contesto, a chi mi parla di prospettive e mi chiede come
vedo il mercato, io rispondo: ci sono delle prospettive, ed è questa la
ragione per cui ho sottotitolato l’intervento “un salto nel futuro”; ma
a certe condizioni. Sicuramente la grid-parity è una prospettiva; il
problema semmai è quello di capire non tanto quando ci arriveremo
(probabilmente è una questione di un anno, due, forse tre; sicuramente
ci arriveranno prima le regioni del sud); ma è quello di capire se e
come intendiamo sostenere chi investe in un’ottica di grid-parity. E lo
dobbiamo capire e dire adesso.
Oggi il mercato elettrico è un mercato maturo; e lo è anche grazie
agli errori fatti. Senza voler essere banale, è un dato di fatto che
pur essendosi concretizzate iniziative che sono state solo il frutto
di speculazioni o di pura volontà di “cavalcare l’onda”, ci sono molti
progetti, e tante iniziative in corso, che hanno portato del reale valore
aggiunto (anche in termini economici) e che permettono oggi all’Italia,
e anche a questa Regione di avere, ripeto, una certa posizione sul
mercato.
Le rinnovabili, assieme all’efficienza energetica e al gas, sono
“prospettive”. Ma il Governo Italiano non può unicamente focalizzarsi
sul taglio agli incentivi; deve soprattutto dare, sin da subito, messaggi
chiari e cristallizzare quei messaggi in norme altrettanto chiare,
che delineino la strada che si vuole intraprendere per attuare dette
prospettive; per attrarre nuovi investimenti nel mercato rilevante; che
portano lavoro e fanno girare l’economia.
Poche parole sulla Regione Basilicata: l’escursus normativo è stato
delineato benissimo dai relatori che mi hanno preceduto. Mi fa
piacere aver sentito parlare delle modifiche che intendete approvare
rispetto alla recente legge regionale impugnata dal Governo Italiano
davanti alla Corte Costituzionale. Non ho avuto ancora modo di
leggere la proposta di modifica, ma posso qui sottolineare che è un
ottimo messaggio per gli investitori, perché sono testimone del fatto
che, soprattutto l’articolo 13 (quello sulle compensazioni ambientali
e gli oneri istruttori) aveva creato un po’ di problemi. Vi dirò poi, in
una seconda eventuale sezione di questo convegno, se sono stati così
bravi da superare tutte le eccezioni di incostituzionalità.
Sta di fatto che se questa regione intende dare un forte impulso
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

allo sviluppo delle rinnovabili e vuole attrarre investimenti nel suo
territorio, la questione di legittimità costituzionale può costituire
l’occasione per pensare ad un testo unico di norme che raggruppi in
se, lo coordini, dandogli una logica, tutte quelle previsioni, incluso
anche il piano di indirizzo energetico, rilevanti un materia. Un testo
unico che dovrebbe costituire il “manuale di guida” per gli investitori;
una specie di vademecum che cerchi di dare una certezza che è quella
che va a cercare l’investitore di regole nel momento in cui io vado a
investire in un territorio.
E non solo. Si parlava prima delle autorizzazioni e delle lentezze e
farraginosità burocratiche. A mio giudizio, visto che – come avete
detto - avete tutte quelle domande da istruire, e visto che siete in
ritardo (e correte il rischio di essere “colpiti” dall’ormai costante
orientamento giurisprudenziale alla luce del quale se una Regione
o una Provincia ritarda, rispetto ai tempi tecnici, nel rilascio
dell’autorizzazione, può essere sostituita da un commissario ad acta e
condannata al risarcimento dei danni subiti), fatevi forti delle norme
esistenti in materia e iniziate a selezionare.
Legge alla mano, cominciate a non istruire tutte quelle richieste
autorizzatorie che sono carenti o non redatte in conformità ai
requisiti normativi; cominciate a non istruire tutte quelle richieste
non corredate dal preventivo di connessione accettato, dalla soluzione
tecnica di connessione accettata. Non partire neanche. È inutile
perdere tempo a guardare tali istanze; se un’istanza non è presentata
come legge richiede non va processata, va eliminata. Punto e basta. E
sono sicura che, già grazie a questo semplice suggerimento, dalle 300
e rotte istanze protocollate, non dico che arriverete a portarne avanti
metà, ma sicuramente ne scartarete una buona parte.
Potrà piacere quello che dico, potrà non piacere, ma è un dato di fatto
che solo operando così potrete “eccellere”.
Sul Quinto Conto energia, appena approvato, avete sentito già
parlare i relatori che mi hanno preceduto, e non mi soffermo. Ma
sottolineo solo due cose, che si raccordano con quanto da me sopra
detto. Il Governo Monti è un governo di tecnici e insigni professori;
adoro i professori, mio padre è un professore universitario (anche se
insegna fisica e con l’energia e le rinnovabili non c’entra nulla), ma
come i governi che lo hanno preceduto è riuscito a fare un grande
pasticcio. Perché non ha solamente ridotto gli incentivi all’insegna
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Martorana
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Martorana
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della sostenibilità, ma operato dei veri e propri tagli, ha approvato
un quadro regolatorio non chiaro e denso di procedure inutilmente
farraginose, in una parola non si è lasciato guidare dalla chiarezza,
certezza del diritto e tutela dell’affidamento.
E non solo. Provate a leggervi le norme transitorie che disciplinano
il passaggio dal preesistente regime al nuovo, sia nel decreto Quinto
Conto energia, che nel decreto FER.
Mi auguro che con le termiche facciano meglio, perché tali norme
sono “intrise” di illegittimità costituzionale.
Vi faccio solo un esempio e poi taccio; provate a leggere l’articolo 1
del Quinto Conto Energia. Leggendolo capirete che il Quinto Conto
entrerà in vigore nel momento in cui matureranno certi presupposti
(e sappiamo già che entrerà in vigore il 27 agosto p.v).
Ad oggi quindi significa che vale il Quarto Conto Energia, giusto?
Bene. Alla luce del Quarto Conto Energia, tutti i grandi impianti che
non sono listati nel famoso registro A, ma che comunque sono entrati
in esercizio, avranno diritto alle tariffe 2013. Perfetto.
Peccato che il IV comma dell’articolo 1 ti dice che nel momento in cui
il Quinto Conto Energia entra in vigore, il Quarto Conto sopravviverà
solo per i piccoli impianti e per gli impianti che sono nel registro A e
a certe condizioni (comunicazione fine lavori nei tempi).
Allora, se io ragiono con la mente del costituzionalista dico: è una
norma che se non letta in modo diverso da come appare, è illegittima.
Per cui, siccome in uno stato di diritto questo non dovrebbe accadere,
anche se il mio impianto non rientra in quelle due eccezioni, se è entrato
in esercizio quando vigeva il Quarto Conto che mi dava diritto alle
tariffe 2013 sono a posto. Peccato che – e sono pronta a scommettere
che così accadrà – quando il responsabile di quell’impianto andrà a
chiedere al GSE gli incentivi nel gennaio 2013, si vedrà respinta la
domanda di ammissione. Unica possibile tutela? Un bel ricorso al
competente tribunale amministrativo con richiesta di rinvio alla Corte
Costituzionale. Probabilità di vittoria? Scarsa.
Ditemi voi, io non aggiungo altro.

__________________
cmartorana@wfw.com
www.wfw.com

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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

Moderatore
Daniele Pitteri

Editorialista quotidiano
“La Repubblica”
Docente di Comunicazione

Università Federico II e IULM di Milano

Grazie alle parole di Cristina Martorana abbiamo introdotto nella nostra
discussione alcune questioni di natura normativa decisamente importanti
per il peso che hanno sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e, più in generale,
del quadro energetico nazionale.
Adesso invito, pregandolo di rispettare i tempi che abbiamo stabilito, perché
siamo terribilmente in ritardo sulla tabella di marcia, Elio Manti del Ministero
dell’Ambiente del Territorio e del Mare, che ci parlerà di green economy
nell’ambito degli investimenti in tema di efficienza energetica.

Elio Manti

Ministero dell’Ambiente e della
“La Repubblica”
tutela del territorio e del mare

Eccoci, grazie buongiorno a tutti sono Manti, Ministero dell’Ambiente,
lavoro presso la Direzione Sviluppo Sostenibile Clima ed Energia, porto
i saluti del Ministro, che mi ha chiesto espressamente di salutare tutti
voi, di salutare l’assessore Pittella che ci ha invitato cortesemente a
questa giornata di lavoro. Non propongo slide perché ero certo, ieri in
ufficio, che oggi avrei dovuto rivedere, come sta per succedere, tutto
il mio intervento in relazione agli interessanti spunti che sono stati
dati dall’Assessore direttamente, dal Direttore, dal Sindaco di Potenza.
Volevo fare un ragionamento rapido su alcune cose che il Ministero
dell’Ambiente sta facendo su questa partita e poi puntare l’attenzione
su una delle questioni che il Ministero dell’Ambiente ritiene centrale,
nell’idea del Ministro, il collegamento che esiste fra investimenti per
l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili e la strutturazione e il
rafforzamento di filiere locali e quindi la revisione in senso ecologico
energetico di una politica industriale che veda la parte delle tecnologie,
l’innovazione sull’efficienza sulle rinnovabili centrali, ecco questo è
un ragionamento che credo debba essere affrontato con maggiore
intensità direi, con più attenzione.
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Manti
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La parte iniziale, la stabilizzazione, il ministro dell’ambiente diciamo
è uno dei partner istituzionali che produce le politiche pubbliche, nel
campo delle energie, delle fonti energetiche, dell’energia rinnovabile,
dell’efficienza energetica.
Noi puntiamo alla stabilizzazione ovviamente del quadro normativo
per ridurre tutti quei costi ombra che gravano sui quadri economici
degli investitori, prima si è detto tempi autorizzativi, l’incertezza sugli
incentivi sono deterrenti agli investimenti.
Noi insieme al MISE cooperiamo su questa partita, cercheremo di fare
meglio più avanti.
La stabilizzazione di questo quadro però fa il paio con un altro
aspetto che dicevo prima, è molto interessante, è molto rilevante
per il ministero dell’ambiente, è stato evocato sia dal sindaco che
dall’assessore, cioè una questione di prospettive di programmazione
pubblica sulla conclusione dei fondi strutturali e politiche di coesione
del periodo 2007–2013.
C’è un grande problema, si apre un varco molto interessante sul
2014-2020 appunto credo che i territori come la regione Basilicata
devono essere pronti a cogliere tutte le opportunità che in questi
settori, l’Unione Europea ci offre.
Andremo in un regime di risorse che vengono riprofilate a ribasso
anche in sede comunitaria ma abbiamo la possibilità di lavorare con
grande attenzione, ci possiamo preparare oggi per il futuro.
Il tema con il quale volevo fare un ragionamento con voi è come
gli interventi per l’efficienza per l’energia possano effettivamente
sostenere una politica industriale a scala regionale.
Il problema non è quindi soltanto tecnologia, non è quindi soltanto un
problema autorizzativo, ma il vero problema è ripensare le politiche di
sviluppo territoriale a partire dagli investimenti in campo energetico,
climatico ed ecologico.
Scusate, metterei insieme queste tre cose.
Ripensare lo sviluppo territoriale, parlerò di questa cosa: lo sviluppo
territoriale, nella programmazione 2000-2006, era stato spinto
attraverso la progettazione integrata territoriale.
La progettazione integrata territoriale prevedeva che fossero dei
cluster di amministrazioni locali che si mettevano insieme per fare
dei progetti di sviluppo più o meno ambiziosi.
La difficoltà probabilmente dei PIT (Progettazione Integrata
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

Territoriale), stava nel fatto che le amministrazioni locali generavano
queste coalizioni, questi cluster perché erano delle coalizioni
opportunistiche, si mettevano insieme perché dovevano accedere ai
finanziamenti che la commissione europea erogava.
La prospettiva di vita di un cluster opportunista è molto bassa perché
comunque vive soltanto di risorse che vengono dall’esterno.
Il ministero dell’ambiente sta lavorando sulla costituzione di smart
cities ma in particolare smart communities che è un’evoluzione di
smart cities perché tiene dentro tutta la dimensione rurale che detiene
asset ecologici, energetici e climatici e li cede ai sistemi urbani per le
loro economie. Anche qui abbiamo un problema di aggregazione tra
amministrazioni comunali.
Perché sono vincenti sulla parte energetica? Qui ritorno al mio
ragionamento iniziale, perché è possibile pensare a una politica di
sviluppo territoriale, appoggiata sull’architrave efficienza energetica
e produzione energetica.
È possibile perché tutti i territori sono dotati di asset energetici che
vanno rivalorizzati.
L’assessore diceva prima le risorse idriche salti miniidro risorse
forestali con la gestione forestale, biomassa questi sono asset che
devono essere intercettati e devono essere resi disponibili nella
produzione di valore e di sviluppo territoriale.
L’idea di politiche energetiche che sostengono lo sviluppo, è un’idea
praticabile a differenza delle coalizioni opportunistiche, generiamo
valore e generiamo risorse per l’economie territoriali. È questa la
differenza.
Stresso molto questo concetto di politiche industriali da un lato e di
politiche di sviluppo locale e sviluppo territoriale appoggiate sugli
interventi di produzione ed efficienza energetica.
Scusate, evoco sempre, come dire, un pò come un mantra, l’idea
dell’efficienza energetica, perché mentre si discute molto della
produzione, le tecnologie, i vantaggi dell’economie territoriali
derivanti da interventi di efficienza energetica, sono pari se non
superiori a quelli della produzione di energia.
Farò un esempio molto concreto per gli amministratori locali che
sono qui, amministratori anche di piccoli comuni che possono avere
vantaggi diretti sulla partita energia, ma questo lo dirò dopo.
Dicevo che abbiamo fatto dei veri studi, noi stiamo proponendo
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Manti
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Manti
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nelle 4 regioni convergenti all’interno di un programma che la mia
direzione, io stesso, gestiamo nel Poin Energia 2007-2013, stiamo
proponendo la costituzione di comunità sostenibili che sono cluster di
piccoli comuni che si aggregano, per politiche energetiche climatiche,
che devono regolare il loro modello di sviluppo locale, ma di questo si
parla, quindi stiamo parlando di politiche di sviluppo da un lato e di
politiche industriali dall’altro.
La questione spesso evocata, anche oggi gli investimenti nel campo
dell’energia, dovranno generare innovazione e occupazione.
Questo assioma che così viene, la correlazione sembra così naturale,
la correlazione fra investimenti in campo energetico e sviluppo in
nuova industria, non è così automatico, c’è un gran lavoro da fare in
mezzo.
Fin ad oggi per esempio, gli investimenti per il fotovoltaico generavano
risorse, come dire ricchezza nei territori.
Nel periodo iniziale degli interventi nel fotovoltaico, la ricchezza, i
costi che sostenevamo noi per i nuovi impianti, realmente andavano
ad alimentare l’economia dei paesi, della Germania, dove lì si
producevano, noi abbiamo il problema di sostenere e incentivare la
parte di produzione e la parte di efficienza energetica, ma strutturare
filiere locali che possano soddisfare la domanda emergente di
tecnologie per l’efficienza della produzione.
Altrimenti non radichiamo qui la ricchezza, produciamo qui domanda,
ma non c’è la parte dell’offerta. Se noi dobbiamo parlare di mercato,
bisogna stabilizzare la parte normativa, bisogna incentivare - tra
l’altro il ministro dell’ambiente, si dovesse arrivare alla grid-parity,
- il ministero dell’ambiente utilizzerà sempre gli incentivi e quindi il
sistema di regolazione economico per orientare il mercato di produttori
verso tipologie di tecnologie, verso innovazione, verso alcune scelte.
La leva della regolazione economica è una leva che le amministrazioni
pubbliche continueranno ad avere. Detto questo, noi abbiamo il
problema di far restare qui la ricchezza che viene generata. Questo è
un problema incisivo, ma l’Assessore, stamattina bene diceva quando
ci parlava del raccordo tra le attività produttive, la parte formazione,
perché è ovvio che è necessario, esiste la domanda di tecnologie che va
soddisfatta con filiere locali. Esiste una domanda di competenze, che
deve essere formata qui. Esiste una domanda di nuova professionalità
in campo energetico e anche climatico, che va comunque soddisfatta
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

E allora abbiamo questa revisione, dobbiamo ripensare al modello di
sviluppo locale pensando che gli investimenti in campo energetico
generano ricchezza.
C’è un problema di accesso al credito, sia quando si costruiscono quadri
finanziari, sia per l’impresa che per le pubbliche amministrazioni,
specialmente se intendiamo lavorare nella prospettiva delle
partnership pubblico-private, dobbiamo in qualche modo capire dove
andare a prendere questi denari.
Il ministro dell’ambiente, è noto, ha attivato questo fondo kyoto,
ha attivato questo fondo kyoto deposito e prestiti, 470 milioni per
imprese, pubbliche amministrazioni, questo è un fondo di rotazione,
questo è un modo per agevolare l’accesso al credito, ma non basta.
Una parte sulla quale vorrei, due questioni, dico solo i titoli sennò mi si
rimprovera, da un lato c’è la questione del rafforzamento istituzionale,
le amministrazioni locali, anche le amministrazioni regionali, devono
essere messe nelle condizioni di governare processi complessi.
Il processo complesso è da un lato gli investimenti per l’energia,
dall’altro ricadute in termini di innovazione, c’è tutto il problema
della ricerca, dall’altro lato c’è tutto il problema del sostegno alle
nuove imprese, c’è tutto il problema della formazione.
Tutte queste questioni devono essere guardate attraverso gli
adempimenti normativi e gli obblighi normativi, cioè tutta la questione
della programmazione del 2014-2020 che dice - a proposito segnalo
soltanto la proposta dell’articolo 28 che è un articolo interessante che dice che sarà promosso un tipo di sviluppo per comunità.
Questo è molto interessante, ma ci saranno dei programmi di sviluppo
per comunità secondo il modello leader, perché in pratica con i GAL,
quello è il modello con il quale potranno essere sostenute le comunità,
con cui saranno incentivate. La costituzione di comunità sostenibili
energeticamente, climaticamente ed ecologicamente orientate.
Il problema del rafforzamento istituzionale è un problema centrale,
molto spesso le amministrazioni pubbliche non riescono a governare
questi processi, aggiungo che in alcune realtà del mezzogiorno al
problema della capacità istituzionale si affianca anche quello della
legalità. Molto spesso le amministrazioni pubbliche sono travolte dal
fiume di denaro e di incentivi che cadono su quel territorio e si finisce
per alimentare l’illegalità.
Abbiamo un tavolo su questo con il procuratore antimafia nazionale,
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49
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Manti
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Manti
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è un problema vero, finiamo per incentivare comportamenti illegali.
Questo riguarda il direttore Martini che di questo sa molto.
L’ultima questione è quella del sistema di governance.
Il sistema di governance riprende due questioni, quello della
democrazia energetica - faccio l’esempio che volevo fare prima, anzi
ne faccio due. Il primo esempio è questo: noi abbiamo la disponibilità
di biomassa forestale, molto spesso nei boschi, sono demanio
pubblico, sono di proprietà pubblica, quindi la biomassa che ne deriva
è di proprietà pubblica, quindi è un bene comune, il problema è da
quel bene comune io ricavo energia e quindi reddito per la collettività,
come ridistribuisco questo reddito che proviene da un bene che è
di tutti, è un problema di governance del bene comune, che è un
problema centrale, quindi di democrazia.
L’ultimo esempio è quello dell’efficienza energetica: noi stiamo
lavorando moltissimo con piccoli comuni e anche con comuni con un
migliaio di abitanti. Lavoriamo sul prezzo dell’efficienza energetica,
stiamo rifinanziando l’efficientamento energetico nelle scuole,
con risorse abbastanza importanti. Le amministrazioni comunali e
provinciali riescono ad avere delle economie sulla bolletta elettrica, e
ci stiamo impegnando con loro per poterle reinvestire, per la prosperità
della comunità, non soltanto per interventi in campo energetico e
climatico, ma per la prosperità della comunità, perché vogliamo far
vedere questa nostra prospettiva investimenti in campo energia,
sviluppo, reindustrializzazione e nuove prospettive per le comunità
locali.
Grazie.

________________
elio.manti@gmail.com

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50
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ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?

Moderatore
Daniele Pitteri

Editorialista quotidiano
“La Repubblica”
Docente di Comunicazione

Università Federico II e IULM di Milano

Mentre invito Chiara Vergine ad accomodarsi qui affianco a me, perché ha
anche lei delle slide da proiettare, ringrazio Elio Manti che ha ripreso, in una
prospettiva nuova, alcuni argomenti già toccati stamattina. In particolare mi
hanno colpito due cose: l’enfasi particolare che Manti ha posto sui benefici
che devono ritornare alle comunità dall’utilizzo delle fonti di energia - quindi
i ricavi derivati dalla produzione di energia devono determinare sviluppo
e prosperità per le comunità locali. In secondo luogo Manti, per quanto in
maniera non esplicita, ha suggerito e prospettato che il futuro del nostro
paese passa da quelli che noi oggi consideriamo territori marginali, periferie.
Se saremo in grado di intervenire attivamente per favorire lo sviluppo di
questi territori, allora avremo una buona prospettiva di futuro, altrimenti
saremo destinati a implodere.
Cedo adesso la parola a Chiara Vergine, che ci parlerà dello sviluppo delle fonti
rinnovabili, ovviamente dal punto di vista della rete, essendo responsabile
delle connessioni di Terna.

Chiara Vergine

Responsabile Connessioni
Terna

Buongiorno a tutti.
Il mio intervento toccherà tutti i punti su cui stamattina Terna è stata
chiamata a rispondere.
Innanzitutto il processo di connessione alla rete: molti operatori
presenti in sala sanno che Terna è concessionaria del servizio di
trasmissione, del dispacciamento dell’energia elettrica e nella sua
nuova struttura organizzativa anche della connessione, con la nascita
nell’aprile 2012 di Terna Rete Italia, di cui faccio parte, la società
incaricata di esercire appunto la connessione.
Nel suo ruolo di gestore della rete di trasmissione Terna ha l’obbligo
di connettere “chiunque ne faccia richiesta”.
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Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata
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Convegno energie rinnovabili Regione Basilicata

  • 1.
  • 2. ATTI DEL CONVEGNO Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? tenutosi a Potenza, c/o il Park Hotel, il 20 luglio 2012. Il convegno è stato promosso da Regione Basilicata Dip. Attività Produttive, Politiche dell’impresa, Innovazione Tecnologica Marcello Pittella - Assessore Dip. AAPP, PI, IT Regione Basilicata Michele Vita - Direttore Generale Dip. AAPP, PI, IT Regione Basilicata Vito Marsico - Dirigente Ufficio Energia Dip. AAPP, PI, IT Regione Basilicata in collaborazione con Sviluppo Basilicata SpA Società finanziaria e di sviluppo in house alla Regione Basilicata unico azionista Raffaele Ricciuti – Amministratore Unico Sviluppo Basilicata SpA Marco Ponzio – Direttore Business Unit Sviluppo Basilicata SpA Sponsor EDISON – EDP RENEWABLES – ENEL GREEN POWER – ERG RENEW FRI-EL GREENPOWER – GAMESA – RWE INNOGY ITALIA – SORGENIA – VERONAGEST Coordinamento editoriale Annamaria Verrastro Referente Comunicazione Business Unit Sviluppo Basilicata SpA Design Diego Calocero - Potenza Sbobinamento interventi e foto Video Systems Broadcast Soc. Coop. - Potenza Stampa Tipografia Grafiche Zaccara - Lagonegro Finito di stampare nel mese di ottobre 2012 su carta certificata FSC certificazione internazionale che garantisce che la materia prima utilizzata proviene da foreste dove sono rispettati rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. ____________________________________________________ Dip. Attività Produttive, Politiche dell’impresa, Innovazione Tecnologica Via Vincenzo Verrastro, 8 – 85100 Potenza Sede legale ed operativa: Via Centomani, 11 - 85100 Potenza Ufficio di Matera: Rioni Sassi, Recinto I Fiorentini - 75100 Matera Per informazioni Sviluppo Basilicata SpA T. +39 0971 50661 - F. (Pz) +39 0971 506664 - F. (Mt) +39 0971 506655 – info@sviluppobasilicata.it - www.sviluppobasilicata.it
  • 3. quali prospettive? ATTI DEL CONVEGNO 20 LUGLIO, POTENZA FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI quali prospettive?
  • 4. ringraziano gli SPONSOR ringraziano gli SPONSOR AGGIUNGERE LOGHI che hanno permesso, con il contributo offerto, l’ottima riuscita del convegno “Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive?” tenutosi al Park Hotel di Potenza il 20 luglio 2012. I costi dell’evento e di atti regionali sono stati integralmente coperti dalle sponsorizzazioni senza esborso di denaro pubblico.
  • 5. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? INDICE Prefazione Vito De Filippo .............................................................................8 Presidente Regione Basilicata INTERVENTI PARTE I ......................................................................................11 Saluto del Sindaco di Potenza Vito Santarsiero ....................................13 Moderatore: Daniele Pitteri Editorialista quotidiano “La Repubblica” Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano Introduzione Marcello Pittella ...................................................................17 Ass. Dip. Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione Tecnologica Regione Basilicata Relazione introduttiva Michele Vita .......................................................22 Dir. Gen. Dip. Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione Tecnologica Regione Basilicata Davide Tabarelli ..............................................................................................32 Presidente Nomisma Energia “Scenari e politiche energetiche” Cristina Martorana .......................................................................................38 Esperta di diritto amministrativo ed energetico, Studio Watson, Farley e Williams “Evoluzione del Quadro Normativo Nazionale e Regionale. Criticità e prospettive” Elio Manti ........................................................................................................45 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare “Green–Economy nell’ambito degli investimenti in tema di efficienza energetica” Chiara Vergine ................................................................................................51 Responsabile Connessioni Terna | 5 |
  • 6. INTERVENTI PARTE II......................................................................................57 Piero Lacorazza ...............................................................................................59 Presidente Provincia di Potenza Giovanni Campeol .........................................................................................65 Docente di Valutazioni Ambientali, Università Iuav di Venezia “Aspetti metodologici delle valutazioni ambientali” Antonio Martini .............................................................................................72 Direttore dell’Ufficio Nazionale Minerario per gli idrocarburi e le georisorse MISE “Strategia per lo sviluppo della geotermia nell’ambito delle Fonti Energetiche Rinnovabili” Andrea Gilardoni ...........................................................................................78 Docente in Economia e Gestione di Impresa, Università Bocconi di Milano “Impatto delle energie rinnovabili nel tessuto sociale ed economico” Vincenzo Viti ...................................................................................................83 Ass. Dip. Formazione, Lavoro, Cultura e Sport Regione Basilicata Giandomenico Marchese ............................................................................88 Direttore Generale Società Energetica Lucana SpA Monica Cataldo ..............................................................................................93 Responsabile Vettoriamento e Misura Direzione Territoriale Rete Enel Puglia e Basilicata Conclusioni Vito De Filippo .....................................................................100 Presidente Regione Basilicata °°°°° Presentazioni dei relatori (slides) ............................................................109 Scenari e politiche energetiche .............................................................111 Davide Tabarelli Energie rinnovabili: un tuffo nel futuro ............................................118 Cristina Martorana | 6 |
  • 7. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? Regione Basilicata: lo sviluppo delle rinnovabili .......................................122 Chiara Vergine Strategia per lo sviluppo della geotermia nell’ambito delle FER .........126 Antonio Martini Impatto delle energie rinnovabili nel tessuto sociale ed economico...135 Andrea Gilardoni Relazione del Direttore Generale SEL SpA ...................................................143 Giandomenico Marchese Connessioni di produttori - Gestione delle richieste di connessione alle reti in BT e MT ...............................................................................................150 Monica Cataldo °°°°° Interventi dal pubblico ..........................................................................................157 Vitantonio Iacoviello ..............................................................................................158 Presentazione di Ares - Alternative and renewable Energy Sources - Battipaglia Opportunità tecnologiche: gassificazione di biomasse legnose impianti ibridi ........................................................................................160 °°°°° Foto evento ..............................................................................................................167 Strumenti di comunicazione ...............................................................................171 | 7 |
  • 8. Prefazione La politica energetica riveste un ruolo fondamentale nella società contemporanea, la sua funzione è essenziale in tutti i principali settori dello sviluppo economico e sociale. Nelle società del ventunesimo secolo l’approvvigionamento di energia sicura, sostenibile ed economicamente conveniente, determina in misura consistente la prosperità delle popolazioni influenzando la disponibilità di beni e servizi e la competitività dei sistemi produttivi. In questo contesto l’Unione Europea si è posta una serie di obiettivi ambiziosi per garantire che i futuri sistemi energetici siano puliti, sicuri, economicamente convenienti e sostenibili. Recentemente, con la Tabella di marcia per l’energia 2050, l’UE ha individuato le sfide da affrontare per ridurre entro il 2050 le emissioni di gas a effetto serra dell’80-95% rispetto ai livelli del 1990, assicurando al contempo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la competitività dei sistemi produttivi. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi un ruolo fondamentale è svolto dalle fonti rinnovabili di energia che, oltre a contribuire in maniera diretta alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, consentono di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, aumentandone in tal modo la sicurezza e migliorando la competitività dei sistemi produttivi con la creazione di nuove attività imprenditoriali, aumento dell’occupazione, crescita economica e opportunità di esportazione. Ovviamente il tema dell’energia costituisce una priorità delle politiche della Regione Basilicata. Il Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale, coniugando una analisi qualitativa e quantitativa dello stato di fatto con fondate ipotesi di sviluppo, definisce gli obiettivi e gli strumenti dell’azione dell’Amministrazione regionale in campo energetico. La strategia energetica regionale è volta al riequilibrio del bilancio energetico attraverso il contenimento della domanda e lo sviluppo dell’offerta energetica endogena favorendo la diffusione di tecniche e tecnologie finalizzate al risparmio energetico ed alla produzione di | 8 |
  • 9. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? energia e biocarburanti a partire da fonti rinnovabili. Particolare attenzione è rivolta alle potenzialità di sviluppo di filiere produttive energetiche da fonti rinnovabili, promuovendo la crescita di imprese operanti nel campo della produzione di energia e della componentistica energetica. In questa prospettiva la Regione Basilicata ritiene essenziale attivare attorno al comparto energetico un circuito virtuoso che, valorizzando le risorse disponibili in loco, mobiliti le eccellenze della ricerca, dell’innovazione tecnologica, del settore produttivo e delle istituzioni territoriali per favorire la formazione ed il consolidamento di filiere produttive innovative e competitive stimolando la crescita di attività a carattere imprenditoriale nei comparti della produzione energetica, puntando alla formazione di un distretto produttivo specializzato, nella consapevolezza che la razionalizzazione e riconversione del modello regionale di produzione e consumo di energia, secondo modalità sostenibili, fondi le sue possibilità di successo proprio sullo sviluppo di queste innovative filiere produttive. La sfida che la Regione Basilicata si trova ad affrontare consiste nel promuovere un modello energetico locale che, nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo e nazionale, coniughi i bisogni dei cittadini e sostenga al tempo stesso le esigenze di sviluppo degli altri settori economici e sociali al fine di garantire uno sviluppo armonico ed ordinato del territorio nella sua globalità. Lo sviluppo locale non può definirsi tale se causa degrado ambientale e intenso sfruttamento del territorio, deve porsi, al contrario, come riferimento la garanzia della propria sostenibilità, intesa come capacità di soddisfare i bisogni del presente, senza compromettere le possibilità delle generazioni future. Vito De Filippo Presidente Regione Basilicata | 9 |
  • 10. L’evento di cui presentiamo gli atti, ha inteso affrontare ed approfondire il tema delle Fonti Energetiche Rinnovabili e delle relative problematiche con cittadini, operatori economici, studiosi, esperti e mondo politico. Regione Basilicata e Sviluppo Basilicata ringraziano il moderatore e i relatori per la disponibilità, professionalità, i preziosi e qualificatissimi contributi che hanno saputo dare al convegno.
  • 11.
  • 12. La realizzazione del documento ha richiesto vari controlli sul testo. Nonostante ciò, è possibile che il documento non sia privo di refusi. Ce ne scusiamo in anticipo. | 12 |
  • 13. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? Moderatore Daniele Pitteri Editorialista quotidiano “La Repubblica” Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano Buongiorno e benvenuti al convegno FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI: QUALI PROSPETTIVE? Un incontro che già dal titolo pone una lunga serie di problematiche e di aspettative che in questa mattinata, che si preannuncia ricca e articolata, proveremo ad analizzare e comprendere. Ne parleremo dettagliatamente, infatti, con molti e qualificati esperti, auspicandoci, anche, che, prima dell’intervento conclusivo del Presidente De Filippo, ci sia tempo sufficiente per aprire un piccolo dibattito sui temi emersi nel corso della mattinata. Ma prima di entrare nel dettaglio delle problematiche che il tema pone, chiedo subito al Sindaco di Potenza Vito Santarsiero di accomodarsi qui sul podio per un saluto e per un benvenuto ai relatori e, naturalmente, a tutti quanti voi. Vito Santarsiero Sindaco di Potenza Porto a tutti il saluto della città che mi onoro di rappresentare e, consentitemi di ringraziare, da subito, l’Assessore Marcello Pittella e l’ingegnere Michele Vita per il graditissimo invito rivoltomi ad essere presente qui con voi, stamane. Un incontro particolarmente significativo che ci consentirà di fare il punto su un tema di grandissima attualità, quello delle Fonti Energetiche Rinnovabili, un tema sul quale l’assessorato è fortemente ripiegato e che apre nuovi orizzonti. Non possiamo non sottolineare la qualità dell’azione messa in campo da Marcello Pittella, e stamane grazie anche all’assoluto valore dei relatori, avremo la possibilità di poter entrare nel merito delle questioni nel miglior modo possibile. Ovviamente saluto quanti sono arrivati a Potenza da ogni parte di Italia, da ogni parte della Regione, essendo un incontro aperto a tutti gli operatori per una comune valutazione delle questioni. | 13 |
  • 14. | Santarsiero | Consentitemi anche, nel ruolo di Sindaco e di rappresentante dell’ANCI, di salutare il Presidente dell’ANC piccoli comuni, il Sindaco di Sant’Angelo Le Fratte Michele Laurino e le altre autorità presenti. Il contesto più ampio, Assessore, in cui collocate il vostro incontro, è quello della questione ecologica se vogliamo guardare l’orizzonte più vasto inteso come rapporto tra uomo e ambiente. Sempre più questa questione - che è la questione che ci riporta ad un modello di sviluppo sbagliato, un modello di sviluppo che sempre più mette a rischio quegli equilibri delicatissimi che regolano un pò la nicchia ecologica del nostro pianeta - sempre più la questione ecologica si caratterizza come questione energetica; sempre più si comprende che è la questione energetica la questione che bisogna affrontare per risolvere ed aggredire le grandi questioni ambientali che ha dinanzi a sè l’umanità. Affrontare la questione energetica significa affrontare questioni di produzione, questioni di emissione, questioni di consumo: sono i tre grandi filoni su cui operare. L’Europa guarda alla questione energetica in maniera molto forte; la strategia di Europa 2020, pone le efficienze energetiche esattamente al centro di quella crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva e la questione energetica, la questione dell’efficienza energetica, costituisce una priorità fondamentale, una priorità che oggi comprendiamo sempre di più e che chiede un rafforzamento delle politiche a tutti i livelli ed in tutti i settori. In tale contesto un ruolo importante è proprio svolto dagli Enti locali, Regioni, le nostre città, i nostri comuni, un ruolo fondamentale, primario, da svolgersi per agevolare, promuovere e regolamentare un uso più efficiente dell’energia nei propri territori e nell’utilizzo delle proprie infrastrutture. L’Europa guarda a questo settore con grande interesse. L’Europa, nei nuovi regolamenti strutturali in discussione, quelli che andranno a finanziare il ciclo di programmazione 2014-2020, investe moltissimo nel settore energetico. Il quadro strategico comunitario che detta un pò le linee generali, inserisce esattamente tra le priorità tutti quegli investimenti verso la transizione da una economia ad alto consumo energetico e ad alte emissioni di carbonio ad una economia a basso consumo energetico e a basse emissioni di carbonio. | 14 |
  • 15. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? L’Unione Europea mette a disposizione strumenti finanziari importanti: ENEA l’assistenza energetica europea a livello locale, EF i fondi per le efficienze energetiche, contratti di prestazione energetica, partenariato pubblico privato e così via. Purtroppo, dobbiamo registrare come nel nostro Paese, a fronte di questa azione forte, messa in campo dall’Europa, ci siano delle contraddizioni: da un lato le affermazioni di principio, andare verso l’Europa 2020, andare verso l’ottenimento di quegli obiettivi nel settore energetico che sono obiettivi di carattere strategico, dall’altro un arretramento rispetto alle politiche di sostegno a favore delle azioni che portano a energie rinnovabili, al contenimento del consumo energetico, alla mancanza di una azione di carattere integrato, a politiche territoriali che vanno in quella direzione. È una questione che ci dobbiamo porre molto come Mezzogiorno, in un Paese che produce il 20% di energie da fonti rinnovabili e che, ovviamente è un 20% che auspichiamo possa crescere molto. E dove questo 20% è diventato 100, per il 61 è eolico e per il 24 è fotovoltaico, vede in particolare il Mezzogiorno protagonista. Nel settore dell’eolico, dove il 98% della produzione è tutto nel sud, con regione leader la Puglia, e nel fotovoltaico dove abbiamo una percentuale molto alta, ancora con regione leader la Puglia, noi dobbiamo comprendere che abbiamo esaurito una prima stagione dove le fonti rinnovabili hanno avuto una progressiva crescita grazie all’utilizzo di fondi europei e grazie ad una normativa adeguata di sostegno. Questo ha consentito alle nostre regioni del Mezzogiorno ed anche alla nostra regione, di poter assestare un’adeguata tecnologia, la nascita di imprese, l’avvio di investimenti in ricerche ed innovazioni che sono gli elementi fondamentali per la crescita del settore e la crescita dell’economia locale. Ora che questa stagione si è esaurita e si apre il nuovo ciclo, quello che porta Europa 20-20, ciclo 2014-2020, credo sia interesse fondamentale del Mezzogiorno, aprire un tavolo delle regioni di questa parte del Paese sulla questione del sostegno delle fonti rinnovabili in energia. Una stagione che deve proseguire, che non può vedere il Mezzogiorno fermarsi rispetto ad un percorso di eccellenza che lo vede in una posizione di primazia nazionale e per certi versi, europea e sicuramente mediterranea. | 15 | | Santarsiero |
  • 16. | Santarsiero | Ovviamente la questione energetica investe altri settori: pensiamo alla riqualificazione del patrimonio edilizio, un altro settore molto vasto, pensiamo a tutte le questioni che riguardano il miglior utilizzo energetico delle infrastrutture. Su questo i Comuni, con il Patto dei Sindaci, stanno operando. La città di Potenza ha approvato il suo PAIS e le infrastrutture della mobilità sono chiamate a svolgere un ruolo principale. È evidente che il piano regionale al quale state lavorando non può non tener dentro tutte queste questioni. E da una visione unitaria io credo possa cominciare ad emergere una nuova prospettiva di sviluppo della nostra regione, una nuova visione, una visione che può essere anche di carattere mediterraneo facendo dell’energia il volano di sviluppo e la costruzione del nuovo futuro delle nostre comunità. Grazie e buon lavoro. _____________________ sindaco@comune.potenza.it www.comune.potenza.it | 16 |
  • 17. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? Moderatore Daniele Pitteri Editorialista quotidiano “La Repubblica” Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano Ringrazio due volte il sindaco Santarsiero, perché ha fatto un intervento rapido e al contempo molto efficace e perché ha illustrato perfettamente le implicazioni principali dei temi che ci apprestiamo a trattare, risparmiandomi, quindi, l’incombenza di un’introduzione più dettagliata al convegno. Non manco, tuttavia, di anticiparvi, essendo molti gli ospiti che si alterneranno a questo tavolo, che vedrete anche un pò di movimento, di persone che salgono e scendono, di cavalieri che cambiano. Sono certo che tutto questo via vai non produrrà confusione. Ma anche se dovesse in qualche momento accadere, non dobbiamo dimenticare che non è possibile affrontare le problematiche che le energie rinnovabili pongono da una posizione monolitica, da un unico punto di vista, poco propenso a cogliere le sfumature, le differenze, le molteplicità ad esse connesse. Ma ho preso già troppo tempo e quindi cedo subito la parola all’Assessore Marcello Pittella. Marcello Pittella Ass. Dip. Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione Tecnologica Regione Basilicata Grazie, noto editorialista del Quotidiano, nonché Docente di Comunicazione all’Università Federico II e alla IULM di Milano. Daniele Pitteri mi consegna, sostanzialmente, dodici minuti. Io ti ringrazio, Daniele, per essere qui, per aver accolto l’invito; la tua presenza rende ancora più prestigiosa questa manifestazione, questa giornata. Due minuti di questi dodici, me lo consentirete, io li devo dedicare ai saluti che non sono di rito, ma piuttosto ad un benvenuto che voglio ovviamente consegnare a tutti i presenti numerosissimi quest’oggi in Basilicata, ed un benvenuto della e dalla Regione Basilicata ai tanti ospiti graditissimi ed in particolare, me lo consentirete, ai | 17 |
  • 18. | Pittella | relatori che hanno aderito all’invito della Regione, per una giornata di approfondimento per noi estremamente importante, io oserei dire “strategica”, sapendo che le loro sono tra le migliori competenze nazionali e internazionali nel settore; sono molto grato e onorato di poter ospitare tanto sapere e tanta conoscenza. Vorrei porgere un saluto affettuosissimo al Sindaco, recupererò anche parte del suo intervento in maniera molto veloce; un saluto affettuosissimo e un grazie ai colleghi Consiglieri regionali Singetta, Navazio, Romaniello che vedo in sala; al Segretario della UIL Vaccaro, ai tanti amministratori, ai tanti imprenditori che hanno voluto partecipare direttamente e indirettamente alla buona riuscita di questa giornata di approfondimento. E un ringraziamento particolare, me lo consentirete, con una sottolineatura di merito che va all’indirizzo del Dipartimento egregiamente diretto dall’Ing. Michele Vita; vorrei rivolgere alla sua persona un affettuoso e calorosissimo applauso, per la qualità e l’impegno che con i suoi collaboratori mette quotidianamente. Così voglio ringraziare i Dirigenti che vedo in sala, dell’Ufficio Energia: Marsico, Rasola, tutti i loro collaboratori perchè attraverso le loro azioni quotidiane noi tentiamo di andare incontro alle tante istanze, anche alle tante ansie che il mondo produttivo e imprenditoriale mette in campo e ci consegna. Ed un saluto ed un ringraziamento a Sviluppo Basilicata che è il braccio operativo della Regione Basilicata in tante azioni, soprattutto quelle legate e dedicate al mondo produttivo, che anche in questa occasione con Raffaele Ricciuti e Anna Verrastro, si mostra essere all’altezza del compito. Prima questione: creare una sostenibilità ambientale, occupazionale e di sviluppo economico che accompagni in parallelo le attività legate alle estrazioni petrolifere e dunque del petrolio e che la Regione si candidi a sostituirlo senza determinare contraccolpi sia nella struttura sociale sia nella struttura socio-economica della stessa. L’incontro di oggi si inscrive, sostanzialmente, in questo solco, recuperando tre necessità: la prima: un approfondimento giuridicoamministrativo, necessario - anche vista la velocità con cui la normativa che sovrintende le fonti rinnovabili viaggia -, la seconda: una responsabilità istituzionale ed amministrativa nell’indicare obiettivi chiari e nel perseguirli in tempi altrettanto certi e celeri; la terza, una partecipazione di programma e di rischio imprenditoriale | 18 |
  • 19. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? da parte della intrapresa di settore. Da qui nasce, è nato, il tavolo di confronto con il mondo delle imprese di settore, da qui la semplificazione amministrativa che abbiamo tentato di mettere in campo con la Legge 8 del 2012 - e annunciamo anche l’approvazione in giunta regionale della modifica della stessa Legge 8 – perché impugnata dal governo nazionale, come tutti sanno, su tre aspetti particolari; noi abbiamo voluto velocemente, come Dipartimento, proporre e approvare in Giunta - oggi passa nelle mani del Consiglio – una nuova versione, sostanzialmente, che introduce un’ulteriore semplificazione per gli impianti fino a 200 megawatts, evitando, sostanzialmente, di sottoporli alla valutazione di impatto. Da qui la sfida che la Regione lancia nel tempo del V Conto Energia, che non rallegra molti, e proietta questa stessa sfida nel dopo V Conto Energia, in un modello che, a mio giudizio, deve essere intelligente, di comunità, nella sintesi virtuosa tra capacità e velocità della comunicazione e della conoscenza, efficientamento energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili e nuova organizzazione del governo di un territorio e delle sue priorità. Cambia l’approccio, innanzitutto della politica su questi temi. Queste sono le basi su cui potremo costruire il nuovo Piano Energetico o avviare la discussione sul nuovo Piano Energetico anche sulla scorta del Burden Sharing, del decreto sul Burden Sharing, quasi a consegnarci una sorta di contraddizione tra nuova missione o ulteriore missione consegnata alla Regione Basilicata e, purtroppo aspetti che stanno sia sull’economico, sia sugli incentivi che sulla metodologia relativa alle soglie e alle aste che creano non pochi problemi; per cui noi dobbiamo correre e dobbiamo saper correre per essere competitivi. Che sia un Piano Energetico che apra ad altre fonti e pensa alla geotermia, sarà anche questo oggetto di una comunicazione che anticipo in Consiglio Regionale, in occasione dell’approvazione dell’assestamento di Bilancio, che proprio il Dipartimento insieme all’Università e agli Enti di ricerca ha messo in campo e costruito proprio sulle nuove politiche e sul nuovo approccio alle politiche industriali delle piccole e medie imprese delle energie in particolare. Che sia un PIEAR questo che rivaluti e riconsideri le attuali soglie rispetto, dall’idroelettrico al mini idro e dalle biomasse alle minibiomasse, avendo noi immaginato, sostanzialmente, Daniele, un approccio che va verso la micro diffusione energetica sul territorio, che | 19 | | Pittella |
  • 20. | Pittella | promuova la realizzazione in aree pubbliche di microimpianti fino a 200 kilowatt per sfruttare i tanti salti idrici di cui siamo sostanzialmente ricchi, nonché piccoli impianti alimentati da biomassa consistente nel cosiddetto “cippato”, ovvero in quelle apposite essenze vegetali, colture dedicate da impiantare in aree incolte o prive di vocazione agricola in senso tradizionale. E che sia un PIEAR che recuperi una importante finalità sul versante del teleriscaldamento, riprendendo in termini anche più concreti e più veloci e operativi, l’idea del Distretto Energetico, o ancora, l’ottimizzazione delle efficienze energetiche delle strutture pubbliche degli opifici industriali. Che sia un Piano Energetico che generi occupazione, per maestranze in senso proprio e per tecnici di primo livello. È nostra la proposta allo studio dei due Dipartimenti, quello delle Attività Produttive e quello della Formazione e Lavoro, di mettere in campo, Daniele, di concerto con i PIEAR nazionali ed internazionali del settore, anche possibilità di approfondimenti, di percorsi professionalizzanti, attraverso l’utilizzo di voucher specifici a sostegno. Che sia un Piano Energetico che viaggi in parallelo al potenziamento della rete di trasmissione nazionale, allo stato sottodimensionato, in un rapporto più virtuoso, più proficuo con TERNA, in un tavolo di concertazione anche molto approfondito e che recuperi alla programmazione lo sviluppo e che metta insieme l’uno e l’altro aspetto per evitare che si compia, sostanzialmente, una sperequazione territoriale e soprattutto perché è evidente al Dipartimento Attività Produttive come a quello dell’Ambiente, come tanti progetti, forse troppi, quelli proposti sono privi di connessione benestariate da TERNA, per cui diventa, sostanzialmente, difficile portarli a casa. E questi in breve, i cinque titoli ai quali, ovviamente si aggiungeranno gli stimoli, i suggerimenti che verranno nel corso del dibattito, delle discussioni, delle relazioni, per una Regione che vuole sintonizzarsi su innovazione e ricerca – lo diceva Santarsiero – e su un modello di città intelligente al quale il nuovo PIEAR deve necessariamente agganciarsi, rimarcando un approccio e una mentalità nuova che incroci velocità amministrativa, merito progettuale, e sua compatibilità territoriale e un bilancio sociale della intrapresa. Io penso che i fondi strutturali 2014-2020 e il programma Horizon 2020 irrobustiscono questo mio e questo vostro convincimento e ci convincono che la strada intrapresa è quella giusta e noi vogliamo | 20 |
  • 21. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? percorrerla facendo sul serio, senza esitazioni, consapevoli che parte significativa del nostro futuro e sviluppo risiedono nella nostra capacità di mettere in campo buone pratiche, sì buone pratiche; alla politica si chiede questo e alla pubblica amministrazione si chiede questo; noi ci siamo, vogliamo esserci, vogliamo lavorare anche insieme, soprattutto insieme a voi tutti, perché la Regione Basilicata possa diventare un pò il fiore all’occhiello di buone pratiche in tema di energia alternativa. Grazie e buon lavoro a tutti. _______________________________ ass.attivita.produttive@regione.basilicata.it www.basilicatanet.it | 21 | | Pittella |
  • 22. Moderatore Daniele Pitteri Editorialista quotidiano “La Repubblica” Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano Ringrazio l’assessore Marcello Pittella, oltre che per il benvenuto che mi ha dato e per le parole, esagerate, che ha voluto rivolgermi, per la competente efficacia del suo intervento e per aver rispettato al minuto i tempi che avevamo prestabilito, cosa che mi consente di indicarlo come esempio da seguire a tutti gli altri relatori della mattinata. Chiedo ora a Michele Vita che, come sapete, è il Direttore Generale del Dipartimento Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione Tecnologica della Regione Basilicata, di accomodarsi al podio e di prendere la parola. Michele Vita Dir. Gen. Dip. Attività Produttive, Politiche dell’Impresa, Innovazione Tecnologica Regione Basilicata Buongiorno a tutti. Nel rivolgere un saluto e un ringraziamento a tutti i presenti, consentitemi di farne uno particolare alle aziende che hanno sponsorizzato il nostro evento e a Sviluppo Basilicata tutor in house della Regione e più segnatamente all’Amministratore Unico Raffaele Ricciuti, ad Anna Verrastro che insieme a Giovanni Mastronuzzi e Maria Bartolomeo della direzione del Dipartimento, molto professionalmente, direi, e senza trascurare alcun dettaglio, hanno curato gli aspetti organizzativi di questo convegno. Infine un ringraziamento particolare è rivolto all’intero staff dell’Ufficio Energia della Regione diretto dall’Avvocato Vito Marsico con il quale condividiamo momenti di soddisfazione e di angoscia insiti proprio nella peculiarità e nella complessità delle problematiche che quotidianamente la struttura è chiamata ad affrontare. Quando due mesi fa l’Assessore Pittella mi chiese di organizzare un’importante rassegna sul tema delle energie rinnovabili, gli diedi subito il mio assenso, ben sapendo che non si trattava proprio di una | 22 |
  • 23. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? passeggiata. I temi in discussione sono tantissimi e anche complessi, a partire dagli aspetti normativi e regolamentari, a quelli legati alle scelte politiche e programmatiche, senza trascurare gli aspetti legali alla sostenibilità ambientale ed economica che anche i processi di sviluppo delle fonti rinnovabili comportano. L’impatto dei problemi legato allo sviluppo delle FER, in Basilicata è stato lento e progressivo nel tempo. Per certi versi è stato simile allo sviluppo delle attività petrolifere in Val D’Agri e nelle aree territoriali contermini. Difatti, sia in un caso che nell’altro, si è passati dalle prime applicazioni osservate con molto scetticismo, incredulità e magari con molta curiosità da parte dei cittadini, ad una fase, come quella attuale, sicuramente più consapevole e partecipata soprattutto rispetto agli effetti vincolanti e condizionanti che tali attività – mi riferisco sia alle fonti rinnovabili e sia al petrolio – potrebbero indurre nei confronti dell’ambiente e del territorio, magari ipotecandone l’uso e le sue vocazioni naturali. L’attività di sviluppo delle fonti rinnovabili in Basilicata, parte da lontano: il primo strumento di pianificazione energetico in Basilicata che è stato uno dei primi in Italia, vede la luce nel 2001 e precisamente il 26 giugno quando il Consiglio Regionale adottò il piano energetico regionale ancor prima dell’emanazione del decreto legislativo 387 del 2003 che rappresenta il nostro quadro di riferimento legislativo. Il piano ipotizzava scenari a medio e lungo periodo per la realizzazione delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare per quella eolica, stabiliva una potenza massima installabile di 128 MW; per le biomasse prevedeva la realizzazione di sei centrali, ciascuna della potenza di 13 MW; nessuna previsione invece per gli impianti idroelettrici. Altri tempi, diremmo ora; col senno di poi. Si sono poi succeduti nel tempo, diversi provvedimenti normativi e regolamentari: la legge regionale 9 del 2007 che nel mentre rinviava all’apposito piano la possibilità di presentare istanza di autorizzazione unica per gli impianti eolici di potenza superiore ad 1 MW, prevedeva la possibilità di realizzare impianti fino ad 1 MW. Subito dopo la Legge Regionale 31 del 2008 che ha previsto la realizzazione di impianti eolici fino a 1 mega ed un numero massimo di cinque aerogeneratori e gli impianti fotovoltaici a terra, prima non | 23 | | Vita |
  • 24. | Vita | consentiti, fino ad 1 MW nelle aree industriali e 500 kilowatt nelle aree agricole. Successivamente la Legge Regionale 42 del 2009, incrementava, invece da 500 kW ad 1 MW, la potenza installata negli impianti fotovoltaici nelle aree agricole. E arriviamo, infine, alla emanazione della Legge Regionale n. 1/2010 che tutti conoscono – è una legge ancora vigente – con la quale è stato approvato il P.I.E.A.R. (Piano Energetico Ambientale Regionale). Il Piano per un verso conferma la possibilità di realizzare impianti da fonti rinnovabili fino a 1 MW mediante DIA, per l’altro verso fissa i limiti per la realizzazione di esercizi di impianti di potenza superiore a 1 megawatt con le seguenti soglie di potenza installabili: per l’eolico fino a 981 MW, per il solare fotovoltaico fino a 359, per le biomasse fino a 50, per l’idroelettrico fino a 48. La potenza installabile totale è pari a 1.438 MW. La legge rinviava ad apposito disciplinare da adottare con delibera di Giunta, sentita la Commissione consiliare competente, la compiuta disciplina dell’iter procedimentale. Come è noto, il disciplinare, successivamente adottato con DGR del 2010, prevedeva che le istanze potessero essere presentate a partire dal 15 gennaio 2011. In tale data vennero presentate ben 150 istanze che oggi sono lievitate ad oltre 300. Quelle risultate procedibili, disaggregate per tipologia a tutto il 12 luglio scorso, sono per l’eolico 157 su 213 pervenute, per una potenza installabile e procedibile di 5242 MW, per il fotovoltaico 48 su 97 per una potenza di 475 MW, per le biomasse 2 su 3 per una potenza complessiva di 51 MW, per l’idroelettrico ancora 2 su 3 per una potenza di 1 MW. Prima dell’avvio del procedimento - dove il rilascio dell’autorizzazione è unica - e quindi, prima ancora della convocazione delle Conferenze dei servizi, sono state convocate le pre-Conferenze, ossia degli incontri con le società proponenti le cui istanze erano risultate improcedibili, allo scopo di individuare, congiuntamente agli interessati al rilascio di valere il nulla osta e conseguentemente velocizzare le procedure per la convocazione della Conferenza dei Servizi. Le Conferenze dei Servizi finora avviate, sono state 105. Negli ultimi mesi sono state rilasciate autorizzazioni uniche per circa 200 MW che non impegnano | 24 |
  • 25. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? le soglie di potenza installabili per la fonte eolica. Mentre sono in via di definizione i procedimenti per ulteriori 200 MW. Tornando all’excursus giuridico e legislativo, va menzionata la sentenza 107 del 2011 della Corte Costituzionale che dichiara l’incostituzionalità della norma regionale che consentiva la realizzazione degli impianti da FER fino a 1 MW mediante DIA. L’efficacia retroattiva di tale sentenza ha fatto salvi i soli rapporti esauriti, cioè la DIA presentata entro il 31 dicembre 2010 e non oggetto di osservazione da parte dei Comuni. Il Decreto Legislativo 28 del 2011 introduce la facoltà per le Regioni di elevare a 1 MW la soglia degli impianti autorizzabili con la cosiddetta PAS (Procedura Abilitativa Semplificata). Lo stesso Decreto stabilisce una serie di limitazioni per gli impianti fotovoltaici a terra, limitando l’accesso agli incentivi statali a quelli non superiori a 1 MW se realizzati in area agricola. Il IV Conto Energia, risalente al 5 maggio dello scorso anno, ha ulteriormente ridotto gli incentivi per gli impianti da realizzare in aree agricole. Con il Decreto 15 maggio 2/12, il cosiddetto Burden Sharing, il governo ha fissato per ogni regione le quote di energia rinnovabile da raggiungere entro il 2020. L’aumento maggiore della quota rinnovabile fra tutte le Regioni, toccherà proprio alla Regione Basilicata, che dovrà passare dall’attuale 7,9% al 33% di energia pulita. Veniamo ora alle vicende più recenti, - mi riferisco alla L.R. n.8 del 2012 e ai Decreti Quinto Conto Energia e al Decreto rinnovabili, pubblicati lo scorso 10 luglio sul supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale. La Legge Regionale n. 8 del 2012, nasce per tener conto delle modifiche normative nel frattempo intervenute, in particolare recepisce i dettami del Decreto Legislativo 28, introduce una generale semplificazione procedurale e la possibilità di incrementare la produzione da fonti rinnovabili. Tanto il Governo quanto i proponenti hanno evidenziato due criticità dell’impianto normativo. La prima concerne l’introduzione della cosiddetta nuova tassa di 10.000 euro, anche per i procedimenti in corso per ogni MW di potenza richiesta fino a 20 MW. La seconda riguarda le modalità di versamento della predetta nuova tassa che unitamente alla previsione preesistente: 50.000 euro per ogni | 25 | | Vita |
  • 26. | Vita | MW oltre i 20 MW dovrebbe essere effettuato in un’unica soluzione entro 90 giorni dal rilascio del provvedimento di autorizzazione. Questi incisivi oneri, al di là delle considerazioni di ordine giuridico, svolte dal governo, sono evidentemente molto penalizzanti per gli operatori del settore. Sia perché, come detto, si applica anche ai procedimenti in corso, sia perché renderebbero più gravose le loro iniziative in un quadro normativo di riferimento, più incerto. E infatti, il versamento di oneri più elevati rispetto a quelli inizialmente programmati, sarebbe insostenibile a fronte tanto della riduzione degli incentivi, quanto dell’alea collegata al sistema delle aste. In altri termini, gli operatori, dovrebbero effettuare un consistente versamento prima ancora che l’impianto sia realizzato e soprattutto senza avere alcuna certezza di risultare aggiudicatari delle quote che saranno messe all’asta. Tutte queste problematiche sono ben note alla Regione che, anche alla luce dell’impugnativa innanzi alla Corte Costituzionale, ha provveduto ad emendare la Legge 8/2012 con un nuovo disegno di Legge Regionale adottato in Giunta qualche giorno fa, in data 18 luglio. La Regione ritiene di superare queste criticità, prevedendo sia l’eliminazione della nuova tassa, sia del sistema di versamento dell’importo corrispondente al progetto di sviluppo locale che, per un verso tenga conto della concreta possibilità da parte dell’operatore di accedere agli incentivi, per altro verso contempli la possibilità di effettuare il pagamento in maniera anche dilazionata previa acquisizione di apposita fidejussione svincolabile progressivamente. Con il medesimo disegno di legge si provvede, inoltre, a limitare l’obbligo della procedura di screaning degli impianti eolici di potenza superiore a 200 kW. Ed invero, mentre prima della Legge 8, tale obbligo vigeva per i soli impianti eolici di potenza superiore a 1 MW, con la predetta Legge l’obbligo era stato esteso a tutti gli impianti eolici a prescindere dalla potenza. La proposta emendativa mira, dunque, a salvaguardare le valenze ambientali e paesaggistiche senza tuttavia appesantire eccessivamente il procedimento per gli impianti di piccola generazione. Tanto in ossequio al principio sancito dalla normativa nazionale di favorire la | 26 |
  • 27. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? cosiddetta generazione diffusa. Vorrei affrontare ora alcune questioni che più frequentemente vengono poste alla nostra attenzione dagli operatori. La prima: è noto che molti degli impianti proposti sono privi dei progetti di connessione benestariati da TERNA. Tale circostanza, come pure è noto, in larga misura è ascrivibile al fatto che TERNA ha investito scarse risorse in Basilicata per il potenziamento della rete. A riguardo la Regione non ha mancato di attivare tavoli informali e di esercitare la propria moral suasion per indurre TERNA a rivedere i propri programmi di investimento nel senso auspicato. Questa azione prosegue e sarà ulteriormente intensificata nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi. Altra questione riguarda l’istruttoria delle istanze di autorizzazione unica, quando si protrae ben oltre i 180 giorni previsti dalla normativa. In proposito non si può fare a meno di evidenziare che il ritardo è in primo luogo ascrivibile alla presentazione in un solo giorno (il 15 gennaio 2011) di oltre 150 istanze a cui ne sono poi seguite altre 160. Né si può sottacere che larga parte di questo lasso temporale è servito per la valutazioni di competenza del Dipartimento Ambiente. Ad ogni buon conto, molti progetti sono ormai giunti a maturazione, per cui, a partire dalle prossime settimane, se non dai prossimi giorni, la Giunta comincerà a rilasciare le autorizzazioni uniche richieste. Il ritardo cui si faceva prima cenno non è peraltro, un’esclusiva della Regione Basilicata, atteso che, come onestamente riferito dagli stessi operatori di settore, in altre Regioni, vedi ad esempio la Puglia e la Campania, il processo autorizzativo è ancora più lento, molto più lento. Fra i temi più delicati del procedimento autorizzativo vi è anche quello delle cosiddette sovrapposizioni; non è questa probabilmente la sede per anticipare soluzioni, ma può essere questa l’occasione per registrare, magari, i punti di vista degli operatori del settore. Conta in ogni caso sottolineare che il tema è fortemente attenzionato, tra l’altro nella consapevolezza per un verso, che lo stesso è complicato dalla maggiore o minore velocità con la quale gli operatori hanno acquisito i prescritti pareri, per l’altro verso, che qualunque soluzione presti il fianco a possibili contenziosi. Gli anzidetti temi assumono valenza ancora maggiore alla luce delle | 27 | | Vita |
  • 28. | Vita | disposizioni contenute tanto nel decreto Burden Sharing quanto negli ultimi due recenti decreti ministeriali. Sono convinto inoltre che il Quinto Conto Energia presenta luci ed ombre, forse più ombre che luci. Sicuramente rappresenta una brusca frenata nella direzione delle fonti rinnovabili, in quella della green economy più in generale. Le osservazioni delle Regioni non sono state accolte nella loro interezza. Accontentiamoci di aver incassato pochissime cose, tipo l’esemplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri, e soprattutto la maggiore attenzione che la norma riserva agli impianti il cui proponente è un Ente pubblico. Questa possibilità è stata proposta e fortissimamente sostenuta al tavolo nazionale di concertazione proprio dalla Regione Basilicata. Veniamo a un’altra questione spinosa del Quinto Conto: la soglia di potenza oltre la quale scatta l’obbligo di iscriversi al registro, ignorata la richiesta imprescindibile delle Regioni che chiedevano di portare da 12 kW a 100 kW il valore limite di potenza. Secondo la versione finale potranno, infatti, accedere agli incentivi, senza passare per il registro gli impianti sotto i 12 kW, quelli tra 12 e 20 che accettino di ricevere una tariffa incentivante decurtata del 20% e quelli fino a 50 realizzati in sostituzione dell’eternit. Esonerati dal registro anche gli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative; quelli a concentrazione e quelli su edifici e terreni della pubblica amministrazione, purchè realizzati con gare d’appalto pubbliche, anche qui con un tetto di spesa di 50 milioni di euro. Con il decreto FER elettriche, è stato alzato di 300 milioni di euro il limite del costo indicativo annuo di tutti gli incentivi per le rinnovabili elettriche ad esclusione di quelli fotovoltaici. Al di fuori del meccanismo dei registri e delle aste, accedono direttamente all’incentivo gli impianti eolici e alimentato da fonte oceanica di potenza fino a 60 kW nonchè gli impianti idroelettrici di potenza nominale fino a 50 kW gli impianti alimentati a biomasse, prodotti di origine biologica e sottoprodotti di origine biologica di potenza fino a 200 e gli impianti alimentati a biogas con potenza fino a 100. Gli impianti per tutte le tipologie di fonti rinnovabili con potenza al di sopra dei 5 megawatt potranno accedere alla tariffa incentivata mediante una procedura competitiva di asta al ribasso. | 28 |
  • 29. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? La graduatoria è formata in base al criterio della maggiore riduzione percentuale offerta. Gli altri impianti che non accedono direttamente agli incentivi non sono soggetti alla procedura d’asta, richiedono la tariffa incentivante, previa iscrizione in appositi registri. Alcune considerazioni, la prima: la frenata allo sviluppo alle fonti rinnovabili in Italia introdotta da questi due recenti decreti, il Quinto Conto e il Decreto Fer electric, sicuramente contrasta con la finalità del Decreto Burden Sharing che fissa le quote regionali di energia da raggiungere nel 2020. La strada è molto in salita, soprattutto per la nostra Regione, costretta a recuperare, - lo dicevamo prima – un gap di partenza molto elevato (33% da recuperare). La seconda osservazione riguarda il fotovoltaico. Una prospettiva, seppure limitata, potrebbe essere rappresentata dai SEU, cioè dai Sistemi Efficienti di Utenza. A livello internazionale c’è già chi si attrezza per investire senza sostegni pubblici. Nella regione di Toledo, la società SOLARIA quotata dalla borsa di Madrid, intende realizzare con i propri moduli, un impianto da 60 MW, investendo 60 milioni di euro. Lo scorso marzo era stata la tedesca Jegher Like Solar ad annunciare l’intenzione di realizzare nell’arco dei tre anni un impianto da 250 MW nella regione dell’Estremadura; lo stesso sta accadendo nella provincia di Cordova, e altri casi ancora. Che cosa significa SEU: se un produttore potesse vendere direttamente l’energia ad una piccola e media impresa con elevati consumi diurni, facendola pagare 0,16, 0,18 euro al chilowatt – che è la tariffa vigente – il suo impianto si ripagherebbe da solo senza bisogno di incentivi. Il futuro delle rinnovabili post incentivi, secondo molti, si ricollegherà in una relazione sempre più stretta tra produzione e consumo di energia. Vendere energia pulita senza passare dalla rete, ma producendola direttamente in loco, è una strada molto interessante; è una possibilità che ovviamente non ci risolverà tutti i problemi. Un’altra considerazione – mi avvio alla conclusione - l’incisiva evoluzione della normativa di settore e le continue innovazioni tecnologiche, che connotano la materia delle rinnovabili, ci stanno inducendo a riflettere sulla opportunità – lo diceva prima l’Assessore – di rivisitare il Piano Energetico adottato nel 2010. | 29 | | Vita |
  • 30. | Vita | Per quanto la rivisitazione non dovrebbe riguardare, in maniera sostanziale, l’eolico, salvo che, per taluni aspetti di carattere procedurale, nel senso della semplificazione. Altre fonti, si pensi in particolare, all’idroelettrico, al geotermico, alle biomasse, necessiteranno, invece di una profonda riconsiderazione, vuoi in termini di elevazione delle attuali soglie, sebbene per impianti di taglia piccola e media, vuoi in termini di finalizzazione, si pensi, ad esempio, al tema del teleriscaldamento, ovvero alla ripresa in termini operativi dell’idea del distretto energetico, o ancora, all’ottimizzazione delle efficienze energetiche, alle strutture pubbliche e agli opifici industriali. In questa prospettiva, l’auspicio della Regione è che si aprano ampi spazi per gli operatori di settore e che gli stessi con il contributo di esperienza e conoscenza possano fornire già in questa fase preliminare, input utili a rivisitare il piano, in un’ottica tesa, tra l’altro, ad attrarre investimenti e ad accrescere la competitività complessiva del territorio, salvaguardandone al tempo stesso e, se possibile, accentuandone le valenze ambientali e paesaggistiche. La Regione, in ogni caso, intende promuovere, di intesa con l’Università, studi, progetti e impianti pilota nei settori dell’idroelettrico, promuovendo la realizzazione in aree pubbliche di micro impianti per sfruttare gli innumerevoli salti d’acqua di cui la nostra Regione è ricca, nonché piccoli impianti alimentati da biomasse, consistenti nel cosiddetto cippato, ovvero in quelle apposite essenze vegetali, quindi, colture dedicate da impiantare in aree incolte o comunque prive di vocazioni agricole in senso tradizionale. Per fare questo, dicevo, è essenziale attivare intorno al comparto energetico, un circuito virtuoso, che valorizzando le risorse disponibili in loco, mobiliti l’eccellenza della ricerca, dell’innovazione tecnologica, nel sottore produttivo e delle istituzioni presenti sul territorio. Concludendo, siamo consapevoli che bisogna pensare ad un vero e proprio modello di sviluppo energetico locale che consenta di contribuire al raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo e nazionale e al contempo stesso capace di coniugare i bisogni dei cittadini, garantendo uno sviluppo economico e sociale e territoriale armonico e ordinato. Tutto ciò in un contesto locale che prevede la realizzazione di un Distretto Energetico in Val D’Agri e nel prossimo anno il varo della nuova programmazione dei Fondi Strutturali 20142020 che come è noto, destina circa il 60% dell’intera risorsa FESR | 30 |
  • 31. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? alle fonti energetiche rinnovabili, alla ricerca e all’innovazione. Siamo anche consapevoli che per fare tutto ciò non è semplice ma non è neanche impossibile. Una cosa è certa: questa è la direzione che intendiamo imboccare nel futuro prossimo venturo, contando anche e soprattutto sull’apporto di voi tutti. Grazie per l’attenzione. ________________________ michele.vita@regione.basilicata.it www.basilicatanet.it | 31 | | Vita |
  • 32. Moderatore Daniele Pitteri Editorialista quotidiano “La Repubblica” Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano Davvero molto dettagliato questo intervento di Michele Vita, che voglio ringraziare non solo perché ha ricostruito la storia delle politiche ambientali della regione negli ultimi anni, delineando un quadro utilissimo per la nostra discussione, ma – permettetemi un’annotazione personale – per la visione assolutamente fuori dal comune in questo momento in Italia, un paese concentrato sul suo eterno presente, che ha prospettato, indicando una strada da seguire nel futuro. L’indirizzo che prospetta, come avete potuto cogliere dalle sue parole, è quello di chi già sta guardando al dopo Quinto Conto Energia. Non si sofferma sull’attualità, ma guarda avanti e guarda oltre. Un atteggiamento decisamente innovativo nel panorama nazionale delle politiche pubbliche di sviluppo. Prego adesso di raggiungermi qui al tavolo Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia; Cristina Martorana, esperta di diritto amministrativo ed energetico; Elio Manti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; Chiara Vergine, Responsabile delle Connessioni Terna. Approfitto anche per salutare il Senatore Carlo Chiurazzi, che ci ha raggiunto da poco, il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza e il Senatore Romualdo Coviello, tutti ospiti, ovviamente, molto graditi. Ma non voglio perdere altro tempo e cedo, quindi, subito la parola a Davide Tabarelli Presidente di Nomisma che ci prospetterà quali sono gli scenari entro i quali le politiche energetiche potranno o dovranno muoversi. Davide Tabarelli Presidente Nomisma Energia Grazie. Spero di essere all’altezza di queste belle presentazioni. È un piacere, è un onore essere tornato in Basilicata, a Potenza, in questa parte di Italia così importante per l’energia, a cui sono particolarmente legato soprattutto per il petrolio. | 32 |
  • 33. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? Io devo parlare di scenari energetici e di politica energetica all’interno di un contesto dedicato alle fonti rinnovabili, con una visione globale, mondiale. Vi devo parlare di questi argomenti cercando di collocare il futuro delle rinnovabili nel quadro generale dell’energia che è fondamentale per l’umanità, per l’Italia e per la Regione Basilicata. Parlerò velocemente, in dieci minuti, di tutti questi argomenti. Ricordo che l’energia è una questione fondamentale dell’esistenza umana, di tutti gli uomini; quest’anno è l’anno mondiale dell’energia sostenibile per tutti; un miliardo e mezzo di persone non sanno cos’è l’elettricità; quasi tre miliardi non sanno cos’è l’energia commerciale, cioè le fonti che noi paesi ricchi utilizziamo in abbondanza. Il futuro dell’energia è una tendenza a crescere in maniera sostenuta, perché c’è più gente che vuole energia. Oggi l’80% della domanda di energia nel mondo è coperta da fonti fossili, in particolare il petrolio che è la prima fonte col 31%, seguita dal gas con il 22%, perciò gli idrocarburi, quelli di cui è ricca la Basilicata, coprono ancora il 53% della domanda mondiale. Il carbone, purtroppo, è la fonte che cresce di più e che conta ora per il 27% del totale. Più fossili vuol dire più emissione di CO2, perciò ne deriva l’urgenza di decarbonizzare, da cui tutte le politiche energetiche degli ultimi 30, 40 anni, nei paesi industrializzati, fra cui l’Italia. Che cosa è che spinge sulla domanda di energia nel mondo? Due fattori, volendo sintetizzare: uno, la mobilità delle persone e delle merci, che si scarica soprattutto sul petrolio e sui suoi derivati, e l’altro è l’energia elettrica perché non è una fonte, è un vettore, sono degli elettroni che si muovono, che trasformano l’energia primaria in una forma più versatile per il consumatore finale. Per fare l’energia elettrica possiamo utilizzare più carbone, gas e fonti rinnovabili. Come si collocano le rinnovabili rispetto al resto: i costi di produzione sono stati abbattuti - questa è stata una rivoluzione tecnologica straordinaria - in particolare negli ultimi mesi per il fotovoltaico perché siamo a 50 centesimi per watt per capacità installata, quando siamo partiti nel ‘79 eravamo a 40 dollari – insomma una caduta straordinaria. I costi dell’eolico sono allineati alle fonti tradizionali. Le stime in alcuni casi, offshore nel mare del Nord, parlano di 50 euro per megawattora, contro costi nelle moderne centrali a carbone sotanzialmente intorno | 33 | | Tabarelli |
  • 34. | Tabarelli | a questi livelli. Gli incentivi italiani per le pale offshore sono superiori ai cento, in forte calo, ma la riduzione dei costi è stata straordinaria, forse irripetibile. Gli obiettivi europei, da cui poi partono anche le nostre politiche nazionali, ci impongono di insistere ancora sulle fonti rinnovabili. In questa direzione si muove il nostro conto energia per il fotovoltaico e i vari decreti per le fonti rinnovabili. L’ultimo documento importante dell’Europa è questa Energy European Roadmap 2050 che pone obiettivi estremamente ambiziosi. Abbiamo bisogno di far aumentare le fonti rinnovabili da circa 9-10% dei consumi finali di oggi, verso il 17% al 2020. Voglio farvi notare che altre fonti come il petrolio e il gas sono destinate comunque ad avere un ruolo importante anche in futuro. Gli incentivi di cui sentiremo parlare più tardi del nuovo Conto e del nuovo sistema di incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili per produrre elettricità comportano oneri dell’ordine di 10 miliardi euro all’anno. A livello unitario sono dei valori compresi fra 100 e 300 euro per megawattora che, rispetto a costi in forte calo, consentono ancora buoni profitti. Fino ad oggi il totale della spesa per incentivi è di 23 miliardi euro: quello che abbiamo speso in Italia per le fonti rinnovabili negli ultimi 30 anni, dalla Legge 308 dell’82 che attuava il Piano Energetico dall’81 fino ad oggi. Dal 2011 al 2020 la stima è di una spesa di 100 e oltre miliardi di euro, quello che spenderemo nei prossimi nove anni. Perciò da qui capiamo l’esigenza di dare una frenata nella spesa, ma questo non toglie che ci sia la possibilità di aumentare leggermente i contributi, in quanto i prezzi sono relativamente bassi rispetto all’utilità che l’elettricità dà quando consumata. L’elettricità, un chilowattora, costa 19 centesimi alle famiglie e 2,4 centesimi è la parte dedicata alle rinnovabili che salirà al 3,1 – era 0,9 solo quattro anni fa. È stato un aumento straordinario, ma la gente è disposta a pagare qualcosa in più per aiutare l’ambiente. Dobbiamo essere però più efficienti nello spendere queste risorse finanziarie. La domanda di energia in Italia negli ultimi anni è crollata, perché purtroppo siamo un paese che si sta deindustrializzando e che ora è in recessione. Ricordatevi che esistono delle regole storiche, non tanto economiche, | 34 |
  • 35. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? che dicono che la sostenibilità, prima di tutto, è dare la possibilità alle persone che vivono su un territorio di avere un lavoro e di poter costruire un progetto futuro. E questo si fa storicamente non con i servizi, nè con le Banche o la Finanza, ma si fa con le fabbriche che devono rispettare l’ambiente e devono essere posti dove si fa bene, dove la gente lavora. Noi purtroppo, questo lo stiamo un pò abbandonando; vanno via le fabbriche e c’è meno domanda di energia, da cui il crollo del PIL. Qualcuno vorrebbe misurare la ricchezza con qualcosa di diverso dal PIL, ma è molto difficile. Vedete, è un Paese il nostro che usa ancora molti idrocarburi, e li userà ancora nei prossimi trenta anni perché la mobilità si scarica sui derivati del petrolio e perché l‘elettricità la facciamo col gas. È un posto, l’Italia, dove abbiamo una enorme espansione delle fonti rinnovabili, che abbiamo visto che ci costa caro, ma la gente è disposta a pagare, ma dobbiamo essere più efficienti. Abbiamo un enorme aumento della produzione da fonti rinnovabili. Vi devio un attimo sul petrolio, perché questa è una terra di petrolio – scusate se esagero un pò – ma la considero un pò anche la mia terra, essendo io italiano ed essendo questo un paese con altissima motorizzazione. Abbiamo un consumo di petrolio di 72 milioni di tonnellate che equivale a 1,2 milioni barili giorno. Qua in Basilicata ne stiamo producendo 80 mila barili al giorno e speriamo di aumentarlo a 150 mila, perché noi all’estero abbiamo circa 10.000 pozzi che lavorano per noi, con l’effetto che trasferiamo fuori tutta la ricchezza delle Royalties e della gente che ci può lavorare. Facciamo un regalo ai Libici, ai Sauditi, al mare del Nord dove c’è la Norvegia che è il primo paese al mondo per ricchezza perché hanno un fondo sovrano alimentato con le Royalties da 300 miliardi di euro. Quello della Norvegia deve essere un riferimento, pur sapendo che in altre parti del mondo è una maledizione il petrolio. Parte delle mancate entrate colpiscono soprattuto le regioni. Per la Basilicata le cose sono diverse, in quanto incassa parecchie royalties. Abbiamo visto che a livello nazionale c’è stata una esplosione di incentivi per le rinnovabili e parte delle Royalties da petrolio qua sono già destinate al finanziamento e progetti sulle rinnovabili. Si può discutere sui progetti, come renderli più sicuri, ma poi occorre procedere per creare lavoro, ricchezza, tassazione e royalties per le | 35 | | Tabarelli |
  • 36. | Tabarelli | Regioni, magari anche per i contadini, come fanno negli Stati Uniti. Sentiamo parlare di rivoluzione del gas nel mercato americano, lo shale gas, che qua in Europa non si trova mai, ma una delle ragioni che hanno portato questo è perché i proprietari del terreno hanno diritto a ciò che c’è nel sottosuolo e prendono più soldi. Il futuro delle fonti rinnovabili in Italia è in forte crescita, un’esplosione. Tuttavia, freneranno le fonti come l’eolico e il fotovoltaico, mentre l’esplosione riguarderà soprattutto le fonti termiche, cioè le biomasse. Abbiamo sentito parlare prima che è una cosa fondamentale per una ragione boschiva e montana come la Basilicata, ma questo non è una rivoluzione, è un ritorno al passato, in quanto da sempre si utilizza il bosco per fare energia. Tecnologicamente dobbiamo andare sulla micro generazione perché lo chiede la politica, lo chiede la gente, è la democrazia dell’energia, però la politica dell’energia è questa in tutto il mondo, in particolare nei paesi ricchi come l’Europa. Allora, dobbiamo andare a catturare quelle nuove tecnologie, relative alle basse temperature, nella piccola produzione da biomassa, ma questo lo abbiamo fatto noi nel mondo, in Europa, in Italia, in Pianura Padana, da sempre, cioè utilizzare gli scarti dell’agricoltura o la legna che veniva dalle nostre foreste. E questo però è necessario perché le fonti rinnovabili elettriche hanno già preso abbastanza finanziamenti. Quali le conclusioni: la prima è che la crescita della domanda energetica mondiale non conosce sosta, perché ci sono miliardi di persone che lo vogliono, vogliono stare meglio; questo stare meglio lo porta l’energia, cresce l’utilizzo del carbone, oltre che del petrolio e del gas, ma soprattutto del carbone, che è quello che emette più CO2. La principale causa di questa espansione è la Cina, questo squilibrio, perché esporta tantissimi prodotti che produce a bassi costi, perché ha manodopera che paga 50 euro al mese e perché usa carbone per l’elettricità che usa per fare questi manufatti. E questo è un danno ambientale di cui dobbiamo sempre essere coscienti. Più fossili però aumentano l’emissione di CO2, da cui l’urgenza di fare qualcosa. Abbiamo deciso politicamente di ridurre le emissioni e adesso è anche tardi dire: gli incentivi alle rinnovabili sono costati troppo. Abbiamo preso degli impegni, 17% di rinnovabili al 2020 sui consumi finali, target che è secondo me molto difficile. Anzi, io spero | 36 |
  • 37. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? di non farcela perché vuol dire che il PIL tornerà a salire, così anche i consumi finali di energia. Raggiungere gli obiettivi ambientali perchè stiamo consumando meno. Ci stiamo impoverendo, invece dobbiamo raggiungere gli obiettivi con grande tecnologia. Le politiche europee sono molto ambiziose, imperniate sulle rinnovabili, ma ciò porterà ad una specializzazione dove c’è sole, in particolare nel sud d’Italia, dove si farà più fotovoltaico, si faranno più biomasse, che è una forma di cattura dell’energia solare antica, ma da utilizzare oggi con tecnologia più sofisticata e moderna. È una irripetibile occasione di sviluppo per questa terra, per fare più industria, per fare più tecnologia, per fare più strutture. Grazie. _____________________ davide.tabarelli@nomismaenergia.it www.nomismaenergia.it | 37 | | Tabarelli |
  • 38. Moderatore Daniele Pitteri Editorialista quotidiano “La Repubblica” Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano Con l’intervento di Davide Tabarelli abbiamo iniziato a toccare alcuni dei temi prefigurati da Michele Vita nella sua dettagliata relazione e dall’Assessore Pittela nel suo intervento. Tabarelli ha delineato un quadro molto composito, ma in qualche modo obbligato, in cui le alternative fra cui scegliere sono in realtà poche, così come le strade potenzialmente percorribili. E questo mi pare molto interessante, anche alla luce degli obiettivi già fissati e previsti, e quindi in qualche modo non rinegoziabili, non solo a livello nazionale, ma, soprattutto, sul piano continentale. Oltre a questo, però, mi hanno colpito due elementi su cui probabilmente ritorneremo ancora nel corso della mattinata. Mi riferisco in primo luogo al calo della domanda energetica a seguito del processo di deindustrializzazione che sta interessando da diversi anni il paese e a cui è necessario prestare molta attenzione in una prospettiva di riorganizzazione e sviluppo delle politiche energetiche. In secondo luogo penso alla necessità, direi quasi obbligatorietà, di ricaduta economica che non solo le fonti di energia rinnovabile, ma tutte le fonti di energia, debbono avere sui territori, per le comunità che li abitano e non soltanto per i proprietari dei suoli. Adesso con Cristina Martorana toccheremo un altro tema molto importante in parte prefigurato nella relazione di Michele Vita, ossia l’evoluzione, in materia di energia, del quadro normativo nazionale e regionale. Il titolo che Cristina Martorana ha dato alla sua relazione lo leggete alle mie spalle: “Energie rinnovabili un tuffo nel futuro”. anarotraM anitsirC Cristina Martorana repsE ottirid id at Esperta di diritto ocitegrene de ovitartsinimma amministrativo ed energetico smailliW e yelraF ,nostaW oidutS Studio Watson, Farley e Williams Ovviamente non vi tedierò con una completa ricostruzione del quadro normativo di riferimento. Il titolo del mio intervento è stato volutamente lasciato ampio e generico al fine di garantirne un’opportuna – se | 38 |
  • 39. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? necessaria – modulazione durante i lavori odierni. Invero, al momento della sua definizione, non si sapeva ancora se il decreto FER e quello relativo al Quinto Conto Energia per il fotovoltaico, sarebbero stati approvati; e pertanto non si sapeva se avremmo parlato de iure condendo o de iure condito. Grazie poi agli interventi che mi hanno preceduto, una gran parte del quadro normativo di rilievo è stata coperta; pertanto passiamo oltre e andiamo subito a trattare i punti cardinali attorno ai quali, a mio giudizio, si è mosso ed evoluto il mercato rilevante: il mercato dell’energia e delle fonti rinnovabili. Invero, la liberalizzazione del mercato elettrico, a partire dal decreto Bersani nel ‘99; gli obblighi assunti ai sensi del protocollo di Kyoto; gli obbiettivi da raggiungersi a livello comunitario; la semplificazione normativa; l’articolo 117 della Costituzione per come è stato modificato e riformulato e che riconosce, sostanzialmente, un ruolo rilevante alle regioni in materia energetica; il sistema degli incentivi: costituiscono tutti – nel loro complesso – i cardini (da me detti, i punti cardinali) attraverso i quali il mercato elettrico (in senso atecnico) ha il volto che conosciamo. E se, da un lato, sicuramente questi punti cardinali hanno permesso al mercato dell’energia di arrivare dove siamo e di portarci a discutere oggi di una nuova regolamentazione degli incentivi; di domanda e offerta di energia; di rete infrastrutturale; dall’altro lato, non possiamo non evidenziare che ci sono state delle criticità nel percorso che è stato compiuto e che ha portato sin qui. Non è un tema che tratterò personalmente in questa sede, ma il problema delle infrastrutture di rete - e la Regione Basilicata è una delle regioni che sicuramente risente di questa criticità, laddove per quanto rileva io parlo dell’infrastruttura della rete - è un problema/tema con cui lo sviluppo - in termini numerici e di potenza – degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili si imbatte ed è costretto a confrontarsi. È, infatti, è un dato incontrovertibile, che in regioni dove si è cercato di partire prima, com’è stata la Puglia, ma anche la Sicilia, si è arrivati ad avere un numero di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili autorizzati grandemente superiore a quello che la rete elettrica era capace di ricevere; con tutti i problemi che potete facilmente immaginare legati ad iniziative autorizzate ma – di fatto - irrealizzabili o economicamente in perdita. Forte si è posto quindi il tema di come concertare meglio l’azione regolatoria in modo che si | 39 | | Martorana |
  • 40. | Martorana | muovesse a supporto dello sviluppo del settore dell’energia; in altre parole in modo che lo sviluppo della produzione di energia da fonte rinnovabile e il potenziamento dell’infrastruttura elettrica andassero di pari passo anche al fine di garantire la connessione dei nuovi impianti “in sicurezza”. Altra criticità è legata, dal mio punto di vista, ad una mancanza di reale visione comune (intendi, condivisa) a livello di politica energetica in Europa. Invero, a dispetto degli obiettivi 20-20-20 di cui sempre si parla, per quello che io registro soprattutto adesso che siamo in preda ad una crisi economico-finanziaria forse senza precedenti, non c’è una reale politica comune; forse anche perché, oggi più che mai, tale politica è condizionata da fattori che le sono intrinsecamente estranei, nonché da fenomeni “suggestivi”. Un esempio per tutti il mancato ritorno al nucleare e tutto ciò che ne è conseguito. Il mancato decollo del mercato delle emission treading nonché il mancato reale sviluppo del mercato dell’efficienza energetica sono certamente altri elementi di criticità del settore; come pure è una criticità ciò che sta accadendo in tema di incentivi alle rinnovabili. Ed i decreti appena approvati lo dimostrano. È una storia - quella degli incentivi - che sta per conoscere la parola fine; anche perché, come giustamente appena analizzato, sono talmente diminuiti i costi di produzione, grazie anche allo sviluppo della tecnologia e alla concorrenza, che stiamo quasi arrivando alla grid parity (quella situazione in cui il costo per la produzione di energia da fonte rinnovabile è equiparabile a quello per la produzione di energia da fonte non rinnovabile, o convenzionale). Ma se la parola “fine” gli incentivi la dovevano necessariamente conoscere, è anche vero che, a mio avviso, il “finale della storia” andava scritto in modi e tempi diversi; e, magari, identificando da subito i “benefici” che sarebbero stati riconosciuti ai produttori di energia da fonte rinnovabile per il fatto stesso di contribuire alla attuazione degli obiettivi comunitari e del protocollo di Kyoto. E ciò anche al fine di non bloccare – con effetto immediato, paralizzante e penalizzante – gli investimenti nel mercato rilevante. Ulteriore criticità, a mio giudizio, è costituita dal grosso problema della lunghezza e farraginosità (oltre che conflittualità, causa l’elevato numero di ricorsi e contestazioni da parte delle comunità locali) cui sono soggetti tutti gli iter autorizzatori che si devono seguire per | 40 |
  • 41. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? poter costruire un impianto, o potenziare una infrastruttura ecc. In realtà, come ho accennato, grazie alla semplificazione normativa, le norme per poter arrivare all’emanazione di un provvedimento autorizzatorio in tempi celeri ci sono: l’autorizzazione unica è nata proprio a questo scopo, oltre che per evitare di far gravare sul soggetto che vuole intraprendere queste iniziative imprenditoriali la responsabilità della mancanza di un nulla osta, un permesso, o un parere. Con l’autorizzazione unica, è l’ente competente, la Regione o la Provincia, a seconda dei casi, che si fa coordinatore del procedimento e si preoccupa di riunire tutti i “protagonisti” in conferenza di servizi. Quelle norme, come dicevo, ci sono; ci sono da tempo e, di recente, sono state ulteriormente semplificate. Eppure, è un dato di fatto, che troppo spesso si registra un’incapacità da parte delle competenti amministrazioni (forse anche dovuta alla volontà di cercare di coordinare le varie voci; di concertare le varie opinioni; “di dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte”), di chiudere i procedimenti nei termini di legge. Un’incapacità di applicare nel dettaglio, di seguire pedissequamente, la norma. Il che ha comportato, e comporta, storture di sistema; disincentivo all’investimento; mancanza di certezza del diritto. Ma ritorniamo alla politica governativa in tema di incentivi. Sono io la prima a sostenere che probabilmente è stata fatta in modo sbagliato e con tempi sbagliati; che si è esagerato nel dare troppo senza fare selezione e senza promuovere (i.e. premiare) la tecnologia e le iniziative “meritevoli”. Ma è altrettanto vero che quella politica energetica, quella normativa regolamentare, è stata decisa, voluta ed emanata proprio allo scopo di dare un forte impulso al settore. Non saremmo mai arrivati a questi target in così poco tempo, se non ci fosse stata quella politica. E se vogliamo essere ancora considerati cittadini di uno Stato di diritto che tutela gli affidamenti, è un dato di fatto che non possiamo cancellare tutto con un colpo di spugna. Non è che perché abbiamo “improvvisamente” realizzato che abbiamo dato troppo, che abbiamo permesso investimenti speculativi, che non siamo stati in grado di selezionare le iniziative meritevoli da quelle che non lo sono, che ci possiamo sentire legittimamente autorizzati a tagliare, con efficacia retroattiva, gli incentivi su cui gli investitori hanno fatto affidamento. Non possiamo, e soprattutto, non possiamo farlo come lo stiamo facendo, perché è in gioco la credibilità del | 41 | | Martorana |
  • 42. | Martorana | nostro Paese. Dobbiamo continuare a consolidare l’affidamento che gli investitori hanno fatto e non sacrificarlo a qualsiasi costo. In questo contesto, a chi mi parla di prospettive e mi chiede come vedo il mercato, io rispondo: ci sono delle prospettive, ed è questa la ragione per cui ho sottotitolato l’intervento “un salto nel futuro”; ma a certe condizioni. Sicuramente la grid-parity è una prospettiva; il problema semmai è quello di capire non tanto quando ci arriveremo (probabilmente è una questione di un anno, due, forse tre; sicuramente ci arriveranno prima le regioni del sud); ma è quello di capire se e come intendiamo sostenere chi investe in un’ottica di grid-parity. E lo dobbiamo capire e dire adesso. Oggi il mercato elettrico è un mercato maturo; e lo è anche grazie agli errori fatti. Senza voler essere banale, è un dato di fatto che pur essendosi concretizzate iniziative che sono state solo il frutto di speculazioni o di pura volontà di “cavalcare l’onda”, ci sono molti progetti, e tante iniziative in corso, che hanno portato del reale valore aggiunto (anche in termini economici) e che permettono oggi all’Italia, e anche a questa Regione di avere, ripeto, una certa posizione sul mercato. Le rinnovabili, assieme all’efficienza energetica e al gas, sono “prospettive”. Ma il Governo Italiano non può unicamente focalizzarsi sul taglio agli incentivi; deve soprattutto dare, sin da subito, messaggi chiari e cristallizzare quei messaggi in norme altrettanto chiare, che delineino la strada che si vuole intraprendere per attuare dette prospettive; per attrarre nuovi investimenti nel mercato rilevante; che portano lavoro e fanno girare l’economia. Poche parole sulla Regione Basilicata: l’escursus normativo è stato delineato benissimo dai relatori che mi hanno preceduto. Mi fa piacere aver sentito parlare delle modifiche che intendete approvare rispetto alla recente legge regionale impugnata dal Governo Italiano davanti alla Corte Costituzionale. Non ho avuto ancora modo di leggere la proposta di modifica, ma posso qui sottolineare che è un ottimo messaggio per gli investitori, perché sono testimone del fatto che, soprattutto l’articolo 13 (quello sulle compensazioni ambientali e gli oneri istruttori) aveva creato un po’ di problemi. Vi dirò poi, in una seconda eventuale sezione di questo convegno, se sono stati così bravi da superare tutte le eccezioni di incostituzionalità. Sta di fatto che se questa regione intende dare un forte impulso | 42 |
  • 43. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? allo sviluppo delle rinnovabili e vuole attrarre investimenti nel suo territorio, la questione di legittimità costituzionale può costituire l’occasione per pensare ad un testo unico di norme che raggruppi in se, lo coordini, dandogli una logica, tutte quelle previsioni, incluso anche il piano di indirizzo energetico, rilevanti un materia. Un testo unico che dovrebbe costituire il “manuale di guida” per gli investitori; una specie di vademecum che cerchi di dare una certezza che è quella che va a cercare l’investitore di regole nel momento in cui io vado a investire in un territorio. E non solo. Si parlava prima delle autorizzazioni e delle lentezze e farraginosità burocratiche. A mio giudizio, visto che – come avete detto - avete tutte quelle domande da istruire, e visto che siete in ritardo (e correte il rischio di essere “colpiti” dall’ormai costante orientamento giurisprudenziale alla luce del quale se una Regione o una Provincia ritarda, rispetto ai tempi tecnici, nel rilascio dell’autorizzazione, può essere sostituita da un commissario ad acta e condannata al risarcimento dei danni subiti), fatevi forti delle norme esistenti in materia e iniziate a selezionare. Legge alla mano, cominciate a non istruire tutte quelle richieste autorizzatorie che sono carenti o non redatte in conformità ai requisiti normativi; cominciate a non istruire tutte quelle richieste non corredate dal preventivo di connessione accettato, dalla soluzione tecnica di connessione accettata. Non partire neanche. È inutile perdere tempo a guardare tali istanze; se un’istanza non è presentata come legge richiede non va processata, va eliminata. Punto e basta. E sono sicura che, già grazie a questo semplice suggerimento, dalle 300 e rotte istanze protocollate, non dico che arriverete a portarne avanti metà, ma sicuramente ne scartarete una buona parte. Potrà piacere quello che dico, potrà non piacere, ma è un dato di fatto che solo operando così potrete “eccellere”. Sul Quinto Conto energia, appena approvato, avete sentito già parlare i relatori che mi hanno preceduto, e non mi soffermo. Ma sottolineo solo due cose, che si raccordano con quanto da me sopra detto. Il Governo Monti è un governo di tecnici e insigni professori; adoro i professori, mio padre è un professore universitario (anche se insegna fisica e con l’energia e le rinnovabili non c’entra nulla), ma come i governi che lo hanno preceduto è riuscito a fare un grande pasticcio. Perché non ha solamente ridotto gli incentivi all’insegna | 43 | | Martorana |
  • 44. | Martorana | della sostenibilità, ma operato dei veri e propri tagli, ha approvato un quadro regolatorio non chiaro e denso di procedure inutilmente farraginose, in una parola non si è lasciato guidare dalla chiarezza, certezza del diritto e tutela dell’affidamento. E non solo. Provate a leggervi le norme transitorie che disciplinano il passaggio dal preesistente regime al nuovo, sia nel decreto Quinto Conto energia, che nel decreto FER. Mi auguro che con le termiche facciano meglio, perché tali norme sono “intrise” di illegittimità costituzionale. Vi faccio solo un esempio e poi taccio; provate a leggere l’articolo 1 del Quinto Conto Energia. Leggendolo capirete che il Quinto Conto entrerà in vigore nel momento in cui matureranno certi presupposti (e sappiamo già che entrerà in vigore il 27 agosto p.v). Ad oggi quindi significa che vale il Quarto Conto Energia, giusto? Bene. Alla luce del Quarto Conto Energia, tutti i grandi impianti che non sono listati nel famoso registro A, ma che comunque sono entrati in esercizio, avranno diritto alle tariffe 2013. Perfetto. Peccato che il IV comma dell’articolo 1 ti dice che nel momento in cui il Quinto Conto Energia entra in vigore, il Quarto Conto sopravviverà solo per i piccoli impianti e per gli impianti che sono nel registro A e a certe condizioni (comunicazione fine lavori nei tempi). Allora, se io ragiono con la mente del costituzionalista dico: è una norma che se non letta in modo diverso da come appare, è illegittima. Per cui, siccome in uno stato di diritto questo non dovrebbe accadere, anche se il mio impianto non rientra in quelle due eccezioni, se è entrato in esercizio quando vigeva il Quarto Conto che mi dava diritto alle tariffe 2013 sono a posto. Peccato che – e sono pronta a scommettere che così accadrà – quando il responsabile di quell’impianto andrà a chiedere al GSE gli incentivi nel gennaio 2013, si vedrà respinta la domanda di ammissione. Unica possibile tutela? Un bel ricorso al competente tribunale amministrativo con richiesta di rinvio alla Corte Costituzionale. Probabilità di vittoria? Scarsa. Ditemi voi, io non aggiungo altro. __________________ cmartorana@wfw.com www.wfw.com | 44 |
  • 45. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? Moderatore Daniele Pitteri Editorialista quotidiano “La Repubblica” Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano Grazie alle parole di Cristina Martorana abbiamo introdotto nella nostra discussione alcune questioni di natura normativa decisamente importanti per il peso che hanno sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e, più in generale, del quadro energetico nazionale. Adesso invito, pregandolo di rispettare i tempi che abbiamo stabilito, perché siamo terribilmente in ritardo sulla tabella di marcia, Elio Manti del Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare, che ci parlerà di green economy nell’ambito degli investimenti in tema di efficienza energetica. Elio Manti Ministero dell’Ambiente e della “La Repubblica” tutela del territorio e del mare Eccoci, grazie buongiorno a tutti sono Manti, Ministero dell’Ambiente, lavoro presso la Direzione Sviluppo Sostenibile Clima ed Energia, porto i saluti del Ministro, che mi ha chiesto espressamente di salutare tutti voi, di salutare l’assessore Pittella che ci ha invitato cortesemente a questa giornata di lavoro. Non propongo slide perché ero certo, ieri in ufficio, che oggi avrei dovuto rivedere, come sta per succedere, tutto il mio intervento in relazione agli interessanti spunti che sono stati dati dall’Assessore direttamente, dal Direttore, dal Sindaco di Potenza. Volevo fare un ragionamento rapido su alcune cose che il Ministero dell’Ambiente sta facendo su questa partita e poi puntare l’attenzione su una delle questioni che il Ministero dell’Ambiente ritiene centrale, nell’idea del Ministro, il collegamento che esiste fra investimenti per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili e la strutturazione e il rafforzamento di filiere locali e quindi la revisione in senso ecologico energetico di una politica industriale che veda la parte delle tecnologie, l’innovazione sull’efficienza sulle rinnovabili centrali, ecco questo è un ragionamento che credo debba essere affrontato con maggiore intensità direi, con più attenzione. | 45 |
  • 46. | Manti | La parte iniziale, la stabilizzazione, il ministro dell’ambiente diciamo è uno dei partner istituzionali che produce le politiche pubbliche, nel campo delle energie, delle fonti energetiche, dell’energia rinnovabile, dell’efficienza energetica. Noi puntiamo alla stabilizzazione ovviamente del quadro normativo per ridurre tutti quei costi ombra che gravano sui quadri economici degli investitori, prima si è detto tempi autorizzativi, l’incertezza sugli incentivi sono deterrenti agli investimenti. Noi insieme al MISE cooperiamo su questa partita, cercheremo di fare meglio più avanti. La stabilizzazione di questo quadro però fa il paio con un altro aspetto che dicevo prima, è molto interessante, è molto rilevante per il ministero dell’ambiente, è stato evocato sia dal sindaco che dall’assessore, cioè una questione di prospettive di programmazione pubblica sulla conclusione dei fondi strutturali e politiche di coesione del periodo 2007–2013. C’è un grande problema, si apre un varco molto interessante sul 2014-2020 appunto credo che i territori come la regione Basilicata devono essere pronti a cogliere tutte le opportunità che in questi settori, l’Unione Europea ci offre. Andremo in un regime di risorse che vengono riprofilate a ribasso anche in sede comunitaria ma abbiamo la possibilità di lavorare con grande attenzione, ci possiamo preparare oggi per il futuro. Il tema con il quale volevo fare un ragionamento con voi è come gli interventi per l’efficienza per l’energia possano effettivamente sostenere una politica industriale a scala regionale. Il problema non è quindi soltanto tecnologia, non è quindi soltanto un problema autorizzativo, ma il vero problema è ripensare le politiche di sviluppo territoriale a partire dagli investimenti in campo energetico, climatico ed ecologico. Scusate, metterei insieme queste tre cose. Ripensare lo sviluppo territoriale, parlerò di questa cosa: lo sviluppo territoriale, nella programmazione 2000-2006, era stato spinto attraverso la progettazione integrata territoriale. La progettazione integrata territoriale prevedeva che fossero dei cluster di amministrazioni locali che si mettevano insieme per fare dei progetti di sviluppo più o meno ambiziosi. La difficoltà probabilmente dei PIT (Progettazione Integrata | 46 |
  • 47. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? Territoriale), stava nel fatto che le amministrazioni locali generavano queste coalizioni, questi cluster perché erano delle coalizioni opportunistiche, si mettevano insieme perché dovevano accedere ai finanziamenti che la commissione europea erogava. La prospettiva di vita di un cluster opportunista è molto bassa perché comunque vive soltanto di risorse che vengono dall’esterno. Il ministero dell’ambiente sta lavorando sulla costituzione di smart cities ma in particolare smart communities che è un’evoluzione di smart cities perché tiene dentro tutta la dimensione rurale che detiene asset ecologici, energetici e climatici e li cede ai sistemi urbani per le loro economie. Anche qui abbiamo un problema di aggregazione tra amministrazioni comunali. Perché sono vincenti sulla parte energetica? Qui ritorno al mio ragionamento iniziale, perché è possibile pensare a una politica di sviluppo territoriale, appoggiata sull’architrave efficienza energetica e produzione energetica. È possibile perché tutti i territori sono dotati di asset energetici che vanno rivalorizzati. L’assessore diceva prima le risorse idriche salti miniidro risorse forestali con la gestione forestale, biomassa questi sono asset che devono essere intercettati e devono essere resi disponibili nella produzione di valore e di sviluppo territoriale. L’idea di politiche energetiche che sostengono lo sviluppo, è un’idea praticabile a differenza delle coalizioni opportunistiche, generiamo valore e generiamo risorse per l’economie territoriali. È questa la differenza. Stresso molto questo concetto di politiche industriali da un lato e di politiche di sviluppo locale e sviluppo territoriale appoggiate sugli interventi di produzione ed efficienza energetica. Scusate, evoco sempre, come dire, un pò come un mantra, l’idea dell’efficienza energetica, perché mentre si discute molto della produzione, le tecnologie, i vantaggi dell’economie territoriali derivanti da interventi di efficienza energetica, sono pari se non superiori a quelli della produzione di energia. Farò un esempio molto concreto per gli amministratori locali che sono qui, amministratori anche di piccoli comuni che possono avere vantaggi diretti sulla partita energia, ma questo lo dirò dopo. Dicevo che abbiamo fatto dei veri studi, noi stiamo proponendo | 47 | | Manti |
  • 48. | Manti | nelle 4 regioni convergenti all’interno di un programma che la mia direzione, io stesso, gestiamo nel Poin Energia 2007-2013, stiamo proponendo la costituzione di comunità sostenibili che sono cluster di piccoli comuni che si aggregano, per politiche energetiche climatiche, che devono regolare il loro modello di sviluppo locale, ma di questo si parla, quindi stiamo parlando di politiche di sviluppo da un lato e di politiche industriali dall’altro. La questione spesso evocata, anche oggi gli investimenti nel campo dell’energia, dovranno generare innovazione e occupazione. Questo assioma che così viene, la correlazione sembra così naturale, la correlazione fra investimenti in campo energetico e sviluppo in nuova industria, non è così automatico, c’è un gran lavoro da fare in mezzo. Fin ad oggi per esempio, gli investimenti per il fotovoltaico generavano risorse, come dire ricchezza nei territori. Nel periodo iniziale degli interventi nel fotovoltaico, la ricchezza, i costi che sostenevamo noi per i nuovi impianti, realmente andavano ad alimentare l’economia dei paesi, della Germania, dove lì si producevano, noi abbiamo il problema di sostenere e incentivare la parte di produzione e la parte di efficienza energetica, ma strutturare filiere locali che possano soddisfare la domanda emergente di tecnologie per l’efficienza della produzione. Altrimenti non radichiamo qui la ricchezza, produciamo qui domanda, ma non c’è la parte dell’offerta. Se noi dobbiamo parlare di mercato, bisogna stabilizzare la parte normativa, bisogna incentivare - tra l’altro il ministro dell’ambiente, si dovesse arrivare alla grid-parity, - il ministero dell’ambiente utilizzerà sempre gli incentivi e quindi il sistema di regolazione economico per orientare il mercato di produttori verso tipologie di tecnologie, verso innovazione, verso alcune scelte. La leva della regolazione economica è una leva che le amministrazioni pubbliche continueranno ad avere. Detto questo, noi abbiamo il problema di far restare qui la ricchezza che viene generata. Questo è un problema incisivo, ma l’Assessore, stamattina bene diceva quando ci parlava del raccordo tra le attività produttive, la parte formazione, perché è ovvio che è necessario, esiste la domanda di tecnologie che va soddisfatta con filiere locali. Esiste una domanda di competenze, che deve essere formata qui. Esiste una domanda di nuova professionalità in campo energetico e anche climatico, che va comunque soddisfatta | 48 |
  • 49. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? E allora abbiamo questa revisione, dobbiamo ripensare al modello di sviluppo locale pensando che gli investimenti in campo energetico generano ricchezza. C’è un problema di accesso al credito, sia quando si costruiscono quadri finanziari, sia per l’impresa che per le pubbliche amministrazioni, specialmente se intendiamo lavorare nella prospettiva delle partnership pubblico-private, dobbiamo in qualche modo capire dove andare a prendere questi denari. Il ministro dell’ambiente, è noto, ha attivato questo fondo kyoto, ha attivato questo fondo kyoto deposito e prestiti, 470 milioni per imprese, pubbliche amministrazioni, questo è un fondo di rotazione, questo è un modo per agevolare l’accesso al credito, ma non basta. Una parte sulla quale vorrei, due questioni, dico solo i titoli sennò mi si rimprovera, da un lato c’è la questione del rafforzamento istituzionale, le amministrazioni locali, anche le amministrazioni regionali, devono essere messe nelle condizioni di governare processi complessi. Il processo complesso è da un lato gli investimenti per l’energia, dall’altro ricadute in termini di innovazione, c’è tutto il problema della ricerca, dall’altro lato c’è tutto il problema del sostegno alle nuove imprese, c’è tutto il problema della formazione. Tutte queste questioni devono essere guardate attraverso gli adempimenti normativi e gli obblighi normativi, cioè tutta la questione della programmazione del 2014-2020 che dice - a proposito segnalo soltanto la proposta dell’articolo 28 che è un articolo interessante che dice che sarà promosso un tipo di sviluppo per comunità. Questo è molto interessante, ma ci saranno dei programmi di sviluppo per comunità secondo il modello leader, perché in pratica con i GAL, quello è il modello con il quale potranno essere sostenute le comunità, con cui saranno incentivate. La costituzione di comunità sostenibili energeticamente, climaticamente ed ecologicamente orientate. Il problema del rafforzamento istituzionale è un problema centrale, molto spesso le amministrazioni pubbliche non riescono a governare questi processi, aggiungo che in alcune realtà del mezzogiorno al problema della capacità istituzionale si affianca anche quello della legalità. Molto spesso le amministrazioni pubbliche sono travolte dal fiume di denaro e di incentivi che cadono su quel territorio e si finisce per alimentare l’illegalità. Abbiamo un tavolo su questo con il procuratore antimafia nazionale, | 49 | | Manti |
  • 50. | Manti | è un problema vero, finiamo per incentivare comportamenti illegali. Questo riguarda il direttore Martini che di questo sa molto. L’ultima questione è quella del sistema di governance. Il sistema di governance riprende due questioni, quello della democrazia energetica - faccio l’esempio che volevo fare prima, anzi ne faccio due. Il primo esempio è questo: noi abbiamo la disponibilità di biomassa forestale, molto spesso nei boschi, sono demanio pubblico, sono di proprietà pubblica, quindi la biomassa che ne deriva è di proprietà pubblica, quindi è un bene comune, il problema è da quel bene comune io ricavo energia e quindi reddito per la collettività, come ridistribuisco questo reddito che proviene da un bene che è di tutti, è un problema di governance del bene comune, che è un problema centrale, quindi di democrazia. L’ultimo esempio è quello dell’efficienza energetica: noi stiamo lavorando moltissimo con piccoli comuni e anche con comuni con un migliaio di abitanti. Lavoriamo sul prezzo dell’efficienza energetica, stiamo rifinanziando l’efficientamento energetico nelle scuole, con risorse abbastanza importanti. Le amministrazioni comunali e provinciali riescono ad avere delle economie sulla bolletta elettrica, e ci stiamo impegnando con loro per poterle reinvestire, per la prosperità della comunità, non soltanto per interventi in campo energetico e climatico, ma per la prosperità della comunità, perché vogliamo far vedere questa nostra prospettiva investimenti in campo energia, sviluppo, reindustrializzazione e nuove prospettive per le comunità locali. Grazie. ________________ elio.manti@gmail.com | 50 |
  • 51. ATTI CONVEGNO | Fonti Energetiche Rinnovabili: quali prospettive? Moderatore Daniele Pitteri Editorialista quotidiano “La Repubblica” Docente di Comunicazione Università Federico II e IULM di Milano Mentre invito Chiara Vergine ad accomodarsi qui affianco a me, perché ha anche lei delle slide da proiettare, ringrazio Elio Manti che ha ripreso, in una prospettiva nuova, alcuni argomenti già toccati stamattina. In particolare mi hanno colpito due cose: l’enfasi particolare che Manti ha posto sui benefici che devono ritornare alle comunità dall’utilizzo delle fonti di energia - quindi i ricavi derivati dalla produzione di energia devono determinare sviluppo e prosperità per le comunità locali. In secondo luogo Manti, per quanto in maniera non esplicita, ha suggerito e prospettato che il futuro del nostro paese passa da quelli che noi oggi consideriamo territori marginali, periferie. Se saremo in grado di intervenire attivamente per favorire lo sviluppo di questi territori, allora avremo una buona prospettiva di futuro, altrimenti saremo destinati a implodere. Cedo adesso la parola a Chiara Vergine, che ci parlerà dello sviluppo delle fonti rinnovabili, ovviamente dal punto di vista della rete, essendo responsabile delle connessioni di Terna. Chiara Vergine Responsabile Connessioni Terna Buongiorno a tutti. Il mio intervento toccherà tutti i punti su cui stamattina Terna è stata chiamata a rispondere. Innanzitutto il processo di connessione alla rete: molti operatori presenti in sala sanno che Terna è concessionaria del servizio di trasmissione, del dispacciamento dell’energia elettrica e nella sua nuova struttura organizzativa anche della connessione, con la nascita nell’aprile 2012 di Terna Rete Italia, di cui faccio parte, la società incaricata di esercire appunto la connessione. Nel suo ruolo di gestore della rete di trasmissione Terna ha l’obbligo di connettere “chiunque ne faccia richiesta”. | 51 |