Da dove proviene la lingua italiana, quali sono stati i primi usi nella lingua comune e nella letteratura. Dall'indovinello veronese al placito capuano, fino al Cantico delle Creature di San Francesco.
2. La letteratura italiana è una forma di comunicazione e di
espressione artistica trasmessa attraverso un codice
preciso:
la lingua italiana.
I primi testi in lingua italiana,
però, non sono testi letterari.
3. La storia della lingua italiana nasce come evoluzione
della LINGUA LATINA.
Il latino, infatti, nel corso dei secoli andò estinguendosi, a causa delle invasioni
barbariche, ma anche per una naturale trasformazione che ogni lingua subisce
quando è lingua dell’uso, cioè viene usata quotidianamente per comunicare.
La lingua latina, comunque, non era mai stata una lingua del tutto unitaria,
parlata in modo uniforme in tutto l’impero romano. Essa, invece, spesso non
riusciva a sostituirsi del tutto alle lingue native dei popoli conquistati e così
finiva per unirvisi, dando luogo a “dialetti” specifici di quelle aree geografiche.
4. L’italiano che noi conosciamo deriva direttamente dal
latino VOLGARE,
cioè dal latino parlato dal popolo (il volgo), da non
confondere col latino classico (quello di Cicerone, per
esempio).
Mentre il latino classico ci è giunto attraverso i testi scritti, quelli della
letteratura latina appunto, grazie al lavoro di copiatura nel corso dei
secoli dei COPISTI AMANUENSI, il latino volgare è sopravvissuto
nell’uso quotidiano, trasformandosi e dando vita alle cosiddette LINGUE
ROMANZE.
6. La Romània
(da non confondersi con lo stato rumeno)
è l’area in cui si sono sviluppate, dopo la caduta
dell’impero romano, le lingue figlie del latino, cioè le
LINGUE ROMANZE o NEOLATINE, che prendono il
nome “romanze” dall'avverbio
latino Ro m anice riferito al parlare volgare (ro m anice
lo q ui) rispetto al parlare in latino(latine lo q ui).
Da Ro m anice deriva la forma francese ro m anz , da
cui l'italiano romanzo.
8. Uno dei documenti più importanti che ci permette di
conoscere questo passaggio dal latino volgare alla
nuova lingua è la cosiddetta Appe ndix Pro bi, una
sorta di manuale di grammatica redatto da un certo
Valerio Probo tra il IV e il VI secolo d.C.
Latino classico Latino volgare Italiano
DOMINA DOMNA DONNA
CALIDUM CALDUM CALDO
OCULUM OCLUM OCCHIO
NEBULA NEBLA NEBBIA
IGNIS FOCUS FUOCO
EQUUS CABALLUS CAVALLO
OS BUCCA BOCCA
9. Come spesso accade nella trasformazione di una
lingua parlata, alla fine l’errore prevalse e nei secoli
seguenti divenne la norma per tutti i parlanti, dando
vita alle lingue neolatine, ma assumendo anche
influenze dall’esterno e cioè dalle lingue degli
invasori barbari (fe de ra, g uanto , bio ndo , astio so no
tutte paro le de rivanti dalg e rm anico ).
10. L’affresco della basilica di San
Clemente
Un altro documento che ci ricorda questo passaggio dal latino
all’italiano, passando attraverso l’uso del volgare, è un affresco,
risalente all’VIII-IX secolo d.C., che si trova a Roma.
Leggendolo alla luce della nostra cultura potremmo definire
questo affresco come un fumetto, dato che il pittore aveva
aggiunto alle immagini anche delle brevi didascalie che
indicavano i discorsi dei personaggi dell’affresco.
Qui, il latino è usato dai personaggi più nobili, il volgare, invece,
dai plebei, proprio come doveva accadere nella realtà quotidiana.
11. L’affresco della basilica di San
Clemente
Sisinium: «Fili de le pute, traite, Gosmari, Albertel, traite. Falite dereto co lo
palo, Carvoncelle!», San Clemente: «Duritiam cordis vestri, saxa traere
meruistis».
Sisinnio: «Figli di…, tirate! Gosmario, Albertello, tirate! Carvoncello, spingi da
dietro con il palo», San Clemente: «A causa della durezza del vostro cuore,
avete meritato di trascinare sassi».
12. L’Indovinello Veronese
Quello che è universalmente riconosciuto come il
primo documento in lingua italiana, anche se in
una forma ancora arcaica, è l’INDOVINELLO
VERONESE.
Si tratta di un indovinello contenuto in un codice
(cioè in un libro) scritto in Spagna nell’VIII secolo.
Il libro giunse poi a Verona dopo varie
peregrinazioni e da qui prese il suo nome.
13. L’Indovinello Veronese
Se pare ba bo ve s,
alba pratàlia aràba
e t albo ve rsò rio te ne ba,
e t ne g ro sè m e n
se m inaba
Teneva davanti a sé i
buoi,
arava bianchi prati,
e un bianco aratro
tenevaQual è la soluzione?
14. I Placiti cassinesi e il Placito capuano
Un altro importantissimo documento per le origini della lingua
italiana è il PLACITO CAPUANO.
Si tratta di un documento notarile, redatto nel 960 d.C. a Capua,
su pergamena, e serviva a dirimere una controversia nata
riguardo al possesso di alcune terre.
L’abate di Montecassino affermava che quelle terre erano
utilizzate dal monastero da più di trent’anni e che quindi erano
entrate nei loro domini, mentre Rodelgrimo di Aquino rivendicava
le sue terre, occupate abusivamente dai monaci.
15. Il Placito di Capua
«Sao ko ke lle te rre , pe r ke lle fini q ue ki
co nte ne , tre nta anni le po sse tte parte
Sancti Be ne dicti».
So che quelle terre, entro quei confini di
cui si parla, li ha posseduti per trent’anni
l’abbazia di San Benedetto.
16. Mappa concettuale
Letteratura italiana Lingua italiana Origini Lingua latina volgare
La lingua parlata dal
volgo, cioè dal popolo,
diffusa nell’area geografica
della Romània
Nascono le lingue
romanze o neolatine
I primi documenti
in lingua italiana
Alcuni esempi del passaggio
dal latino all’italiano:
l’Appendix Probi e
l’affresco della Basilica di
San Clemente
L’Indovinello Veronese
Il Placito di Capua