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Federica De Blasio
IV B economo dietista
     2011-2012
Con il termine disturbi del comportamento alimentare (DCA) si fa
abitualmente riferimento ad un disturbo o disagio caratterizzato da un
alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo.
Quando le caratteristiche del disturbo alimentare diventano importanti e
coincidono con i criteri diagnostici di uno stato patologico specifico, allora
si può parlare di vera e propria malattia.


Le più frequenti sono:
   Anoressia
   Bulimia
   obesità
L’anoressia è caratterizzata da una restrizione dell’alimentazione
dovuta ad un’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme
corporee, che si esprime in una continua e ossessiva paura di
ingrassare e nella ricerca della magrezza.


L’anoressia può avere origine:
   organica (tumore allo stomaco, ulcera gastrica, disturbi epatici,
    influenza)
   psichica (stato demenziale, ipocondria, depressione e timore
    delirante di avvelenamento)
   abuso di farmaci in particolare amfetamine


N.B.  la mortalità nell’anoressia è compresa tra il 5 e il 15% dei casi e
rappresenta una tra le maggiori cause di mortalità tra le giovani ragazze
È un disturbo piuttosto frequente nei bambini di età compresa tra 3 e 24
mesi. Passa generalmente inosservata e presenta intensità e durata limitate.


Essa si divide in:


 Anoressia comune (forma accentuata di un rifiuto alimentare)
 Anoressia severa (più rara, può comparire già a pochi giorni dalla
   nascita)
È spesso legata ad un avvenimento della vita del bambino quale dentizione,
svezzamento, malattia infettiva ( es. rinofaringite), nascita di un
fratello o una sorella, conflitti familiari.


Dopo un esame clinico che escluda l’eventualità di una malattia organica
curabile, il medico fornisce ai genitori consigli adatti per lo stadio di
sviluppo del bambino:
   Presentare gli alimenti e allontanarli senza commenti in caso di
    rifiuto;
   Lasciare che il bambino mangi con le mani;
   Rendere più flessibili gli orari dei pasti.
Il lattante presenta un ritardo ponderale grave e la sua curva di
crescita è ’’spezzata’’. Il suo sviluppo psicomotorio e cognitivo risulta
rallentato.




Possono essere formulate tre diagnosi:
1.   Un’anoressia comune non opportunamente trattata può trasformarsi in
     anoressia grave se il rapporto genitore-figlio diviene fortemente
     turbato.
2.   L’anoressia severa può derivare da una malattia organica. Il rifiuto
     alimentare è legato alla scomparsa dell’appetito causata da una
     patologia.
3.   L’anoressia severa può infine rivelare un disturbo psicopatologico grave. In
     questo caso è associata a disturbi del sonno, comportamenti anormali
     (apatia e aggressività), problemi di comunicazione e socializzazione.
ANORESSIA NERVOSA

L’anoressia nervosa, compare per lo più nella fase adolescenziale e
colpisce nell’80 % dei casi il sesso femminile.
Nella persona anoressica il senso di fame viene sempre soppresso;
ossessionata dal proprio peso, infatti può fare abuso di lassativi e diuretici
nell’intenzione di dimagrire, e attraversare periodi di bulimia.




CAUSE…
   Psicologiche
   Sociali
   Genetiche
   Conflitti familiari o professionali
 Gastrointestinali: rallentamento della funzione digestiva con
   comparsa di gonfiore, dolore e stipsi

 cardiovascolari: bradicardia e ipotensione arteriosa
 Alterazione dell’equilibrio idro-elettrolitico: la carenza di
   potassio può causare gravi alterazioni del ritmo dei battiti cardiaci

 Alterazioni ematologiche: carenza di emoglobina (anemia)
   dovuta al mancato apporto di ferro e vitamine e carenza di globuli
   bianchi (leucopenia)
 Ossee: osteoporosi che è dovuta alla amenorrea. È grave quando
   inizia prima del menarca, in questo caso può verificarsi un blocco della
   crescita con mancato sviluppo in altezza

 Neurologiche:        alcuni studi effettuati con la TAC (tomografia assiale
   computerizzata) e con la RMN (risonanza magnetica nucleare) hanno
   messo in luce una pseudoatrofia cerebrale e allargamento dei
   ventricoli

 Dermatologiche:            comparsa di un colorito giallastro legato
   all’aumentato deposito cutaneo di carotenoidi, lanugo (aumento della
   peluria), pelle secca e disidratata
Il paziente deve essere ricoverato sotto stretto controllo
             medico, psichiatrico e nutrizionale.



In caso di angoscia o depressione possono essere prescritti ansiolitici e
antidepressivi. Una volta stabilizzato il peso, per evitare una ricaduta, il
soggetto anoressico deve seguire una psicoterapia.
Questa patologia è caratterizzata da un bisogno incontrollato di ingerire
cibo in grandi quantità da parte di un soggetto che abitualmente non
dimostra grande appetito.



CAUSE
Sono principalmente psicologiche infatti molto spesso il comportamento
bulimico insorge come difesa contro depressione e stress: mangiando, il
soggetto tenta di placare un’angoscia o rivalutare l’immagine di sé.
La bulimia depressiva e nevrotica si manifesta periodicamente
sotto forma di un comportamento compulsivo ed è
contrassegnata dall’ingestione a brevissimi intervalli di
tempo di grandi quantità di cibo, cui si accompagna una
sensazione di perdita di controllo.




La paziente ha la tendenza a procurarsi il vomito e ad
assumere lassativi. Nei casi più gravi gli accessi bulimici
possono causare:


   Disidratazione
   Perdita massiccia di potassio
   Lesioni esofagee e dentarie a causa dell’acidità del
    rigurgito gastrico
Per essere efficace e duraturo deve agire sulla cause psicologiche del
paziente.
La psicoterapia, eventualmente associata alla prescrizione di
antidepressivi, mira alla risoluzione dei conflitti affettivi. Paziente e medico
collaborano così per stabilire nuove abitudini alimentari.




!  Una dieta non andrebbe mai intrapresa senza la
consulenza del medico e gli anoressizzanti vanno
assolutamente banditi.
Eccesso di peso per abnorme accumulo di tessuto adiposo.
Nell’uomo la massa adiposa rappresenta il 10-15% del peso totale, nella
donna il 20-25%.
Quando questa percentuale supera il 20% nell’uomo e il 30% nella
donna si parla di obesità.




Il rapporta tra il peso espresso in Kg, e il quadrato dell’altezza in m2.
Un valore normale è compreso tra 18,5 e 25 Kg/m2 , quando questo indice è
superiore a 30 si parla di obesità.
L’obesità è causata da un apporto energetico superiore al
consumo dell’organismo. Tuttavia, un apporto alimentare
eccessivo non è sempre l’unica spiegazione; devono essere
considerati anche fattori
   Genetici
   Metabolici
   Ambientali


TIPI DI OBESITA’
Androide o addominali (tipiche del sesso maschile) in cui
la massa adiposa si concentra nella parte alta del corpo e
nell’addome.
Ginoide o femorali (tipiche del sesso femminile) in cui la
massa adiposa si concentra nella parte bassa del corpo come
cosce e natiche.
L’obesità è un fattore di rischio per diverse affezioni:


   Insufficienza coronarica e cardiaca
   Ipertensione arteriosa
   Diabete
   Gotta
   Iperlipidemie
   Insufficienza respiratoria
   Malattie reumatologiche



Le obesità di tipo androide espongono maggiormente a complicanze di tipo
metabolico (diabete e ipertensione).
Quelle di tipo ginoide comportano complicanze reumatologiche (problemi
articolari)
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Disturbi del comportamento alimentare

  • 1. Federica De Blasio IV B economo dietista 2011-2012
  • 2. Con il termine disturbi del comportamento alimentare (DCA) si fa abitualmente riferimento ad un disturbo o disagio caratterizzato da un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo. Quando le caratteristiche del disturbo alimentare diventano importanti e coincidono con i criteri diagnostici di uno stato patologico specifico, allora si può parlare di vera e propria malattia. Le più frequenti sono:  Anoressia  Bulimia  obesità
  • 3. L’anoressia è caratterizzata da una restrizione dell’alimentazione dovuta ad un’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee, che si esprime in una continua e ossessiva paura di ingrassare e nella ricerca della magrezza. L’anoressia può avere origine:  organica (tumore allo stomaco, ulcera gastrica, disturbi epatici, influenza)  psichica (stato demenziale, ipocondria, depressione e timore delirante di avvelenamento)  abuso di farmaci in particolare amfetamine N.B. la mortalità nell’anoressia è compresa tra il 5 e il 15% dei casi e rappresenta una tra le maggiori cause di mortalità tra le giovani ragazze
  • 4. È un disturbo piuttosto frequente nei bambini di età compresa tra 3 e 24 mesi. Passa generalmente inosservata e presenta intensità e durata limitate. Essa si divide in:  Anoressia comune (forma accentuata di un rifiuto alimentare)  Anoressia severa (più rara, può comparire già a pochi giorni dalla nascita)
  • 5. È spesso legata ad un avvenimento della vita del bambino quale dentizione, svezzamento, malattia infettiva ( es. rinofaringite), nascita di un fratello o una sorella, conflitti familiari. Dopo un esame clinico che escluda l’eventualità di una malattia organica curabile, il medico fornisce ai genitori consigli adatti per lo stadio di sviluppo del bambino:  Presentare gli alimenti e allontanarli senza commenti in caso di rifiuto;  Lasciare che il bambino mangi con le mani;  Rendere più flessibili gli orari dei pasti.
  • 6. Il lattante presenta un ritardo ponderale grave e la sua curva di crescita è ’’spezzata’’. Il suo sviluppo psicomotorio e cognitivo risulta rallentato. Possono essere formulate tre diagnosi: 1. Un’anoressia comune non opportunamente trattata può trasformarsi in anoressia grave se il rapporto genitore-figlio diviene fortemente turbato. 2. L’anoressia severa può derivare da una malattia organica. Il rifiuto alimentare è legato alla scomparsa dell’appetito causata da una patologia. 3. L’anoressia severa può infine rivelare un disturbo psicopatologico grave. In questo caso è associata a disturbi del sonno, comportamenti anormali (apatia e aggressività), problemi di comunicazione e socializzazione.
  • 7. ANORESSIA NERVOSA L’anoressia nervosa, compare per lo più nella fase adolescenziale e colpisce nell’80 % dei casi il sesso femminile. Nella persona anoressica il senso di fame viene sempre soppresso; ossessionata dal proprio peso, infatti può fare abuso di lassativi e diuretici nell’intenzione di dimagrire, e attraversare periodi di bulimia. CAUSE…  Psicologiche  Sociali  Genetiche  Conflitti familiari o professionali
  • 8.  Gastrointestinali: rallentamento della funzione digestiva con comparsa di gonfiore, dolore e stipsi  cardiovascolari: bradicardia e ipotensione arteriosa  Alterazione dell’equilibrio idro-elettrolitico: la carenza di potassio può causare gravi alterazioni del ritmo dei battiti cardiaci  Alterazioni ematologiche: carenza di emoglobina (anemia) dovuta al mancato apporto di ferro e vitamine e carenza di globuli bianchi (leucopenia)
  • 9.  Ossee: osteoporosi che è dovuta alla amenorrea. È grave quando inizia prima del menarca, in questo caso può verificarsi un blocco della crescita con mancato sviluppo in altezza  Neurologiche: alcuni studi effettuati con la TAC (tomografia assiale computerizzata) e con la RMN (risonanza magnetica nucleare) hanno messo in luce una pseudoatrofia cerebrale e allargamento dei ventricoli  Dermatologiche: comparsa di un colorito giallastro legato all’aumentato deposito cutaneo di carotenoidi, lanugo (aumento della peluria), pelle secca e disidratata
  • 10. Il paziente deve essere ricoverato sotto stretto controllo medico, psichiatrico e nutrizionale. In caso di angoscia o depressione possono essere prescritti ansiolitici e antidepressivi. Una volta stabilizzato il peso, per evitare una ricaduta, il soggetto anoressico deve seguire una psicoterapia.
  • 11. Questa patologia è caratterizzata da un bisogno incontrollato di ingerire cibo in grandi quantità da parte di un soggetto che abitualmente non dimostra grande appetito. CAUSE Sono principalmente psicologiche infatti molto spesso il comportamento bulimico insorge come difesa contro depressione e stress: mangiando, il soggetto tenta di placare un’angoscia o rivalutare l’immagine di sé.
  • 12. La bulimia depressiva e nevrotica si manifesta periodicamente sotto forma di un comportamento compulsivo ed è contrassegnata dall’ingestione a brevissimi intervalli di tempo di grandi quantità di cibo, cui si accompagna una sensazione di perdita di controllo. La paziente ha la tendenza a procurarsi il vomito e ad assumere lassativi. Nei casi più gravi gli accessi bulimici possono causare:  Disidratazione  Perdita massiccia di potassio  Lesioni esofagee e dentarie a causa dell’acidità del rigurgito gastrico
  • 13. Per essere efficace e duraturo deve agire sulla cause psicologiche del paziente. La psicoterapia, eventualmente associata alla prescrizione di antidepressivi, mira alla risoluzione dei conflitti affettivi. Paziente e medico collaborano così per stabilire nuove abitudini alimentari. ! Una dieta non andrebbe mai intrapresa senza la consulenza del medico e gli anoressizzanti vanno assolutamente banditi.
  • 14. Eccesso di peso per abnorme accumulo di tessuto adiposo. Nell’uomo la massa adiposa rappresenta il 10-15% del peso totale, nella donna il 20-25%. Quando questa percentuale supera il 20% nell’uomo e il 30% nella donna si parla di obesità. Il rapporta tra il peso espresso in Kg, e il quadrato dell’altezza in m2. Un valore normale è compreso tra 18,5 e 25 Kg/m2 , quando questo indice è superiore a 30 si parla di obesità.
  • 15. L’obesità è causata da un apporto energetico superiore al consumo dell’organismo. Tuttavia, un apporto alimentare eccessivo non è sempre l’unica spiegazione; devono essere considerati anche fattori  Genetici  Metabolici  Ambientali TIPI DI OBESITA’ Androide o addominali (tipiche del sesso maschile) in cui la massa adiposa si concentra nella parte alta del corpo e nell’addome. Ginoide o femorali (tipiche del sesso femminile) in cui la massa adiposa si concentra nella parte bassa del corpo come cosce e natiche.
  • 16. L’obesità è un fattore di rischio per diverse affezioni:  Insufficienza coronarica e cardiaca  Ipertensione arteriosa  Diabete  Gotta  Iperlipidemie  Insufficienza respiratoria  Malattie reumatologiche Le obesità di tipo androide espongono maggiormente a complicanze di tipo metabolico (diabete e ipertensione). Quelle di tipo ginoide comportano complicanze reumatologiche (problemi articolari)