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L'Italia, come tutti sanno, è terra
storicamente scarsa di lavoro e
abbondante di emigrazione
all'estero. Di conseguenza i dati
ufficiali sulla disoccupazione in
Italia sono da sempre un segreto
di Stato, il mistero dei misteri,
altroché i dati sull'evasione fiscale!
Ebbene, da qualche settimana
l'informazione di regime non è più
in grado di occultare le
dimensioni reali del fenomeno
disoccupazione.
Fino a qualche mese fa tv e
giornali si facevano belli
c o n f r o n t a n d o i l 1 3 % d i
disoccupazione ufficiale in Italia
con il 27% dichiarato in Spagna.
Ora "si scopre" che in Italia
siamo al 32%!
Tornano alla mente le parole di
Franca Rame a pag. 207 del suo
libro " Fuga dal Senato":
"La nostra cultura dominante è
quella della disinformazione".
Le bugie hanno le gambe corte!
L'informazione di regime ha
sempre parlato di disoccupazione
in Italia arrivata a 2,8 milioni di
senza- lavoro, cioè al famoso
13%.
Improvvisamente, da un paio di
settimane, l'informazione di
regime si è accorta che, oltre ai
suddetti 2,8 milioni di disoccupati,
ci sono la bellezza di altri 4, 2
milioni di persone, che, sfiduciati,
hanno rinunciato a cercare un
lavoro.
Totale: 7 milioni di disoccupati,
che rispetto ai circa 22 milioni di
f o r z a l a v o r o i n I t a l i a ,
rappresentano ben il il 32%!
Accidenti, quasi tre volte i dati
ufficiali!
Una possibile spiegazione di
questo mistero viene dal confronto
con la forza lavoro, ad esempio,
del Regno Unito, che con una
popolazione grosso modo eguale
a quella dell'Italia, ha una forza
lavoro superiore di alcuni milioni
rispetto all'Italia.
Con una disoccupazione reale a
questi livelli, dopo sette anni di
crisi, più lunga delle bibliche
piaghe d'Egitto, con i risparmi dei
genitori e dei nonni prossimi ad
e s a u r i r s i , d o b b i a m o
assolutamente dare una svolta a
questo paese.
D o b b i a m o b u t t a r e n e l l a
spazzatura televisori e giornali e
farci un'idea diretta di come vanno
realmente le cose, usando la
nostra testa, dopo avere parlato
con gli amici, dopo avere fatto
piccole ricerche random a
campione e avere consultato i
social networks.
F.T.
Il ministro Boschi: "Non
cambiamo partner all'ultimo
momento, c'è intesa con Forza
Italia".
Magari sulla legalità?…
GabrieleSozzani@twitter
Stampato in proprio
La misura del lavoro
che manca...
L'emissario dello Stato all'interno di
una azienda privata, Enrico Bondi,
è stato deposto da qualche giorno
dalla guida del più grande polo
siderurgico europeo.
L ' e x c o m m i s s a r i o , s c e l t o
precedentemente dalla famiglia
Riva come Amministratore Delegato
di Ilva, è l'ennesima figura che entra
ed esce dalla vicenda Ilva senza
aver risolto nulla.
Siamo sempre stati contrari alla
n o m i n a d i B o n d i c o m e
Commissario, ma i motivi del suo
mancato rinnovo non sono stati
resi noti dal Governo Renzi; per
questo ci sembra evidente che si
perpetua la solita giostra di
poltrone, per continuare a illudere
la cittadinanza che la soluzione sia
nel cambiamento dei nomi.
Il commissario scelto dalla
famiglia Riva è stato sostituito alla
scadenza del suo mandato con
altra personalità nota, illudendo che
cambiando il volto si risolvano i
problemi.
Queste operazioni di facciata, come
quella dell'arrivo di Renzi al
governo, sono decise in stanze
chiuse senza alcuna trasparenza
nei criteri e nelle motivazioni: il
commissario Bondi è stato scelto
dai proprietari, confermato dal
ministero, affiancato nella struttura
commissariale come da lui
richiesto, accontentato con la sua
dettatura al ministro Orlando di tre
decreti per salvare i conti; il
parlamento si è prostrato dietro al
solito refrain che senza attività che
crea malattia e morte non si fa la
bonifica, nonostante le deroghe
alla normativa in campo
ambientale!
E adesso nel decreto sulla
Pubblica Amministrazione è stata
infilata una norma che renderà le
b o n i f i c h e " a m i s u r a d i
inquinatore" includendo il silenzio
assenso trascorsi i 45 giorni dalla
presentazione del piano all'Arpa.
A che serve cambiare i nomi se
l'intenzione vera è far di tutto per
non applicare il principio di "chi
inquina paga"? Tra l'altro, è
proprio notizia di questi giorni
c h e d a l p u n t o d i v i s t a
ambientale, secondo i dati Ispra,
nulla è cambiato. Il mostro Ilva
continua a inquinare.
Sembra che la preoccupazione
unica del governo sia indicare
nomi per il "poltronicifio"
tarantino.
Ma a distanza di un anno i
Governi non sono nemmeno stati
in grado di inserire criteri di
nomina o decadenza, nonostante
le proposte non siano mancate
da parte del M5S, nessuna
ragione di veto su possibili
conflitti di interesse, nessun
motivo esplicito di incandidabilità,
nessun elemento di valutazione
oggettiva dell'operato.
Anzi, sono stati colpevolmente e
deliberatamente bocciati tutti i nostri
emendamenti in materia di
trasparenza e metodi di nomina: ci
sarebbe piaciuto avere una rosa
pubblica di nomi e curricula, un
elenco di indicatori per la
valutazione del commissario (ad
oggi non si ha né il risanamento
economico né la bonifica o la
salvaguardia ambientale e
sanitaria).
U n m e t o d o n u o v o c h e
permettesse anche ai cittadini di
comprendere cosa accade nelle
stanze del governo. Ricordiamo
che l'art.1 del Decreto di
commissariamento non riguarda
esclusivamente l'Ilva di Taranto,
ma qualsiasi altra azienda di
interesse strategico nazionale.
La maggioranza ha anche
bocciato le nostre richieste di far
partecipare i cittadini alla nomina
della struttura commissariale.
Niente poi è stato fatto, come
chiedevamo nei decreti, per
ridurre immediatamente i rischi e
cominciare a progettare o a
pianificare alternative economiche
per il territorio e i lavoratori,
assolutamente necessarie quando
la monocultura industriale di un
impianto gigantesco è imposta da
decenni ad un territorio martoriato
che vive ancora nel ricatto di questa
politica.
Portavoce M5S alla Camera
Diego De Lorenzis
Taranto e le poltrone
Due persone, una delle quali con
una condanna definitiva per frode
fiscale, chiuse in un bunker
contro decine di migliaia di cittadini
che hanno espresso il loro parere
attraverso 227.870 voti.
Una legge fatta dai partiti per i
partiti, contro una legge fatta dai
cittadini per i cittadini.
Sono queste le principali differenze
fra il cosiddetto "Italicum" e il
"Democratellum".
G O V E R N A B I L I T Á E
RAPPRESENTATIVITÁ
La legge elettorale del
MoVimento5Stelle non prevede
coalizioni che, a distanza di più di
vent'anni si sono rivelate meri
cartelli elettorali in cui istanze
politiche eterogenee si uniscono
solo per fini utilitaristici. Un
matrimonio di interesse che, in
realtà, non si è mai tradotto in
termini di maggiore governabilità.
Basti pensare a Berlusconi e alle
sue ripetute maggioranze bulgare
con le quali non è riuscito in pratica
a fare nulla di ciò che avrebbe
voluto fare. O anche a Bersani,
uscito vincitore (seppure per poco)
dalle scorse elezioni politiche che
non ha governato neanche per un
giorno. Per non parlare di Fdi,
Lega e Sel, che hanno ottenuto i
loro seggi grazie alle coalizioni in
cui erano schierate ma da cui si
sono dissociate il giorno dopo le
elezioni.
Il Democratellum è una legge di
tipo proporzionale ma selettiva,
grazie al ricorso a collegi intermedi
e ad un metodo del divisore
corretto per l'attribuzione dei seggi.
Più voti prende una formazione
politica, più seggi ottiene e
viceversa, con un effetto che tende a
una sovra-rappresentare le forze
politiche più grandi e sotto-
rappresentare le forze più piccole
che, in questi anni, hanno fatto buono
e cattivo tempo nelle coalizioni
ottenendo un potere ricattatorio ben al
di là del loro peso effettivo. Con
questo combinato, la soglia di
sbarramento "naturale" è del 5 per
cento in 33 circoscrizioni su 42, quelle
che eleggono più parlamentari,
mentre nelle restanti 9 circoscrizioni
resta al di sotto del 5 per cento.
Tra l'altro la sera stessa si sa chi
vince e chi governerà e amen.
Questo significa governabilità e, al
tempo stesso, rappresentatività: la
ridotta dimensione dei collegi assicura
un più stretto legame fra eletto ed
elettore così come il metodo
proporzionale assicura un'ampia
rappresentanza.
Al contrario, l'Italicum, prevede ancora
una volta un premio di maggioranza.
Se si raggiunge il 37 per cento dei voti
al primo turno si ottengono in
automatico 321 seggi alla Camera
(l'Italicum vale solo per Montecitorio)
anche se si è preso un solo voto in più
rispetto alle seconda forza politica
venuta fuori dalle elezioni, ma in ogni
caso i seggi sono divisi fra i diversi
partiti della coalizione. In caso non si
raggiunga la soglia, le due prima forze
vanno al ballottaggio e la vincente
ottiene il premio. La soglia di
sbarramento varia a seconda se ci
ritrova in coalizione o meno.
PULIZIANELLE LISTE
Un'altra differenza fra i due testi
riguarda la selezione degli eletti.
Nella legge elettorale del
MoVimento5Stelle tornano le
preferenze con alcune novità. Si
abbatte a monte clientelismo e
voto di scambio, introducendo la
preferenza disgiunta dal voto di
lista e la possibilità di cancellare
uno o due candidati dalla lista che
si è votata.
Staccando la preferenza alla
persona da quella alla lista può
anche votare un candidato di un
partito diverso da quello scelto e si
limita la riconducibilità del voto.
Ad esempio, se un mafioso si
candida e ottiene un congruo
numero di preferenze, la sua
elezione è subordinata al numero
di voti presi dalla sua lista. Così, il
mafioso in questione può prendere
un sacco di voti ma rimanere fuori
dal Parlamento qualora la lista non
ne abbia ottenuti abbastanza.
Con la preferenza negativa si
possono escludere candidati
ritenuti indegni o impresentabili: il
candidato in questione viene
penalizzato di un voto (diventa -1) e
la stessa lista si vede sottrarre una
porzione di voto (-1/10, ad
esempio). Ciò induce i partiti a
e v i t a r e d i c a n d i d a r e
impresentabili e quindi a fare
pulizia nella loro stessa lista.
Nell'Italicum, invece, la lista è
bloccata e non viene eletto il
candidato che ha ottenuto più
preferenze ma colui che le
segreterie dei partiti avranno
deciso di mettere più in alto in lista.
Così i parlamentari saranno
sempre costretti a seguire i
dettami dei capi delle segreterie,
in fin dei conti sono loro che gli
hanno permesso di entrare in
Parlamento, invece che seguire le
indicazioni del proprio elettorato.
Democratellum
Tra i primi a salire sul carro
"renziano", dopo un primo
allontanamento dal Pd, oggi
Chiamparino ha presentato la nuova
Giunta regionale secondo manuale
Cencelli, in salsa Renziana.
Il criterio utilizzato per la scelta degli
Assessori è stato, più che quello
delle competenze, indubbiamente
quello del "sistema Torino", con
qualche "contentino" per gli alleati e
le province dell'Impero.
L'Assessorato più importante, quello
alla Sanità, è andato a Saitta
(laureato in scienze politiche, DC
doc), come premio per non aver
sfidato Chiamparino alle primarie e
ricompensa alla soppressione delle
Province. Mica si poteva lasciarlo a
mani vuote.
Non siamo noi a dirlo, bensì un
"trombato eccellente" come Boeti, al
quale non è bastato l'invio di un
corposo curriculum in Sanità (come
medico prima e come politico poi)
per ottenere da Chiamparino
l'agognata delega. Addirittura si
mormora che, escluso Boeti, non
sapessero chi metterci: incredibile,
passi da un partitino come la Lega,
non da parte della nuova Dc.
Premiati i mini-alleati: Sel, con un
contentino alla Cerutti che, dopo
la recente "trombatura" al Senato,
ottiene un Assessorato con
deleghe ai Giovani, al Diritto allo
Studio, alle Pari Opportunità e ai
Diritti Civili (sarà lei a dover
trovare i fondi per le Borse di
Studio universitarie mentre
Chiamparino vorrebbe indebitare
gli studenti con il prestito d'onore);
Moderati, con Ferraris, che, dopo
aver minacciato di lasciare la
maggioranza, ottiene le deleghe a Sport,
Personale e Polizia Locale.
Un premio alla fedeltà della "formazione-
call center", che vede i suoi vertici
indagati in Rimborsopoli.
I più maligni ricorderanno l'improvviso
spostamento da destra con Forza Italia a
sinistra con i Moderati del consigliere
comunale Ferraris ed addirittura la sua
nomina ad Assessore nel 2010, in
sostituzione di Dell'Utri, eletto in Regione;
e lo collegheranno ai lauti incarichi
ricevuti dall'allora Sindaco di Torino,
Chiamparino, nel 2004-2005, scoperti nel
famoso cd degli affidamenti diretti. Ma
ovviamente sono solo i casi della vita.
Infine premiate anche le forze esterne
"extra politiche" che hanno sostenuto la
corsa dell'ex sindaco di Torino: un
assessorato, quello alla Cultura, ad
Antonella Parigi, fondatrice della Scuola
Holden, oggi di proprietà di Baricco (la
sorella è consigliere regionale), Feltrinelli
e Eataly, e Direttrice del Circolo dei
Lettori, scelta che come al solito
antepone la Torino "salottara" e
sovvenzionata a quella di chi di Cultura ci
vive; e uno, quello per le Attività
produttive, per Giuseppina De Santis, già
componente del Comitato di gestione e
del Comitato investimenti della
Compagnia di San Paolo, come a
ribadire - se ce ne fosse stato bisogno -
che la sudditanza con le Banche
non s'interrompe.
La Giunta è varata e da oggi
operativa, a fine mese si
insedierà il Consiglio;
Chiamparino, grazie all'ampia
maggioranza di cui gode, non
potrà accampare nessuna scusa.
Tra le prime urgenze: la gestione
dei Derivati, i fondi europei, il
bilancio di Assestamento, il
riordino dei trasporti, la gestione
della situazione esplosiva della
Sanità, la sede unica della
Regione, il piano anti-corruzione.
Il M5S si presenta con una
c o m p a g i n e d i o t t o
Consiglieri competenti e
motivati, per fare ciò che
spetta ad un'opposizione
seria: vigilare sull'operato
d e l l a m a g g i o r a n z a ,
valutare il merito di ogni
singolo provvedimento e
puntare a realizzare i punti
del programma proposto
agli elettori.
Giorgio Bertola
Davide Bono
Gruppo consiliare M5S Piemonte
Attenzione
ci troviamo sempre al
venerdì dalle ore 21.00
In piazza Sacro Cuore 5.
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E il manuale Cencelli in salsa Renziana

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Pieghevole20140619

  • 1. L'Italia, come tutti sanno, è terra storicamente scarsa di lavoro e abbondante di emigrazione all'estero. Di conseguenza i dati ufficiali sulla disoccupazione in Italia sono da sempre un segreto di Stato, il mistero dei misteri, altroché i dati sull'evasione fiscale! Ebbene, da qualche settimana l'informazione di regime non è più in grado di occultare le dimensioni reali del fenomeno disoccupazione. Fino a qualche mese fa tv e giornali si facevano belli c o n f r o n t a n d o i l 1 3 % d i disoccupazione ufficiale in Italia con il 27% dichiarato in Spagna. Ora "si scopre" che in Italia siamo al 32%! Tornano alla mente le parole di Franca Rame a pag. 207 del suo libro " Fuga dal Senato": "La nostra cultura dominante è quella della disinformazione". Le bugie hanno le gambe corte! L'informazione di regime ha sempre parlato di disoccupazione in Italia arrivata a 2,8 milioni di senza- lavoro, cioè al famoso 13%. Improvvisamente, da un paio di settimane, l'informazione di regime si è accorta che, oltre ai suddetti 2,8 milioni di disoccupati, ci sono la bellezza di altri 4, 2 milioni di persone, che, sfiduciati, hanno rinunciato a cercare un lavoro. Totale: 7 milioni di disoccupati, che rispetto ai circa 22 milioni di f o r z a l a v o r o i n I t a l i a , rappresentano ben il il 32%! Accidenti, quasi tre volte i dati ufficiali! Una possibile spiegazione di questo mistero viene dal confronto con la forza lavoro, ad esempio, del Regno Unito, che con una popolazione grosso modo eguale a quella dell'Italia, ha una forza lavoro superiore di alcuni milioni rispetto all'Italia. Con una disoccupazione reale a questi livelli, dopo sette anni di crisi, più lunga delle bibliche piaghe d'Egitto, con i risparmi dei genitori e dei nonni prossimi ad e s a u r i r s i , d o b b i a m o assolutamente dare una svolta a questo paese. D o b b i a m o b u t t a r e n e l l a spazzatura televisori e giornali e farci un'idea diretta di come vanno realmente le cose, usando la nostra testa, dopo avere parlato con gli amici, dopo avere fatto piccole ricerche random a campione e avere consultato i social networks. F.T. Il ministro Boschi: "Non cambiamo partner all'ultimo momento, c'è intesa con Forza Italia". Magari sulla legalità?… GabrieleSozzani@twitter Stampato in proprio La misura del lavoro che manca...
  • 2. L'emissario dello Stato all'interno di una azienda privata, Enrico Bondi, è stato deposto da qualche giorno dalla guida del più grande polo siderurgico europeo. L ' e x c o m m i s s a r i o , s c e l t o precedentemente dalla famiglia Riva come Amministratore Delegato di Ilva, è l'ennesima figura che entra ed esce dalla vicenda Ilva senza aver risolto nulla. Siamo sempre stati contrari alla n o m i n a d i B o n d i c o m e Commissario, ma i motivi del suo mancato rinnovo non sono stati resi noti dal Governo Renzi; per questo ci sembra evidente che si perpetua la solita giostra di poltrone, per continuare a illudere la cittadinanza che la soluzione sia nel cambiamento dei nomi. Il commissario scelto dalla famiglia Riva è stato sostituito alla scadenza del suo mandato con altra personalità nota, illudendo che cambiando il volto si risolvano i problemi. Queste operazioni di facciata, come quella dell'arrivo di Renzi al governo, sono decise in stanze chiuse senza alcuna trasparenza nei criteri e nelle motivazioni: il commissario Bondi è stato scelto dai proprietari, confermato dal ministero, affiancato nella struttura commissariale come da lui richiesto, accontentato con la sua dettatura al ministro Orlando di tre decreti per salvare i conti; il parlamento si è prostrato dietro al solito refrain che senza attività che crea malattia e morte non si fa la bonifica, nonostante le deroghe alla normativa in campo ambientale! E adesso nel decreto sulla Pubblica Amministrazione è stata infilata una norma che renderà le b o n i f i c h e " a m i s u r a d i inquinatore" includendo il silenzio assenso trascorsi i 45 giorni dalla presentazione del piano all'Arpa. A che serve cambiare i nomi se l'intenzione vera è far di tutto per non applicare il principio di "chi inquina paga"? Tra l'altro, è proprio notizia di questi giorni c h e d a l p u n t o d i v i s t a ambientale, secondo i dati Ispra, nulla è cambiato. Il mostro Ilva continua a inquinare. Sembra che la preoccupazione unica del governo sia indicare nomi per il "poltronicifio" tarantino. Ma a distanza di un anno i Governi non sono nemmeno stati in grado di inserire criteri di nomina o decadenza, nonostante le proposte non siano mancate da parte del M5S, nessuna ragione di veto su possibili conflitti di interesse, nessun motivo esplicito di incandidabilità, nessun elemento di valutazione oggettiva dell'operato. Anzi, sono stati colpevolmente e deliberatamente bocciati tutti i nostri emendamenti in materia di trasparenza e metodi di nomina: ci sarebbe piaciuto avere una rosa pubblica di nomi e curricula, un elenco di indicatori per la valutazione del commissario (ad oggi non si ha né il risanamento economico né la bonifica o la salvaguardia ambientale e sanitaria). U n m e t o d o n u o v o c h e permettesse anche ai cittadini di comprendere cosa accade nelle stanze del governo. Ricordiamo che l'art.1 del Decreto di commissariamento non riguarda esclusivamente l'Ilva di Taranto, ma qualsiasi altra azienda di interesse strategico nazionale. La maggioranza ha anche bocciato le nostre richieste di far partecipare i cittadini alla nomina della struttura commissariale. Niente poi è stato fatto, come chiedevamo nei decreti, per ridurre immediatamente i rischi e cominciare a progettare o a pianificare alternative economiche per il territorio e i lavoratori, assolutamente necessarie quando la monocultura industriale di un impianto gigantesco è imposta da decenni ad un territorio martoriato che vive ancora nel ricatto di questa politica. Portavoce M5S alla Camera Diego De Lorenzis Taranto e le poltrone
  • 3. Due persone, una delle quali con una condanna definitiva per frode fiscale, chiuse in un bunker contro decine di migliaia di cittadini che hanno espresso il loro parere attraverso 227.870 voti. Una legge fatta dai partiti per i partiti, contro una legge fatta dai cittadini per i cittadini. Sono queste le principali differenze fra il cosiddetto "Italicum" e il "Democratellum". G O V E R N A B I L I T Á E RAPPRESENTATIVITÁ La legge elettorale del MoVimento5Stelle non prevede coalizioni che, a distanza di più di vent'anni si sono rivelate meri cartelli elettorali in cui istanze politiche eterogenee si uniscono solo per fini utilitaristici. Un matrimonio di interesse che, in realtà, non si è mai tradotto in termini di maggiore governabilità. Basti pensare a Berlusconi e alle sue ripetute maggioranze bulgare con le quali non è riuscito in pratica a fare nulla di ciò che avrebbe voluto fare. O anche a Bersani, uscito vincitore (seppure per poco) dalle scorse elezioni politiche che non ha governato neanche per un giorno. Per non parlare di Fdi, Lega e Sel, che hanno ottenuto i loro seggi grazie alle coalizioni in cui erano schierate ma da cui si sono dissociate il giorno dopo le elezioni. Il Democratellum è una legge di tipo proporzionale ma selettiva, grazie al ricorso a collegi intermedi e ad un metodo del divisore corretto per l'attribuzione dei seggi. Più voti prende una formazione politica, più seggi ottiene e viceversa, con un effetto che tende a una sovra-rappresentare le forze politiche più grandi e sotto- rappresentare le forze più piccole che, in questi anni, hanno fatto buono e cattivo tempo nelle coalizioni ottenendo un potere ricattatorio ben al di là del loro peso effettivo. Con questo combinato, la soglia di sbarramento "naturale" è del 5 per cento in 33 circoscrizioni su 42, quelle che eleggono più parlamentari, mentre nelle restanti 9 circoscrizioni resta al di sotto del 5 per cento. Tra l'altro la sera stessa si sa chi vince e chi governerà e amen. Questo significa governabilità e, al tempo stesso, rappresentatività: la ridotta dimensione dei collegi assicura un più stretto legame fra eletto ed elettore così come il metodo proporzionale assicura un'ampia rappresentanza. Al contrario, l'Italicum, prevede ancora una volta un premio di maggioranza. Se si raggiunge il 37 per cento dei voti al primo turno si ottengono in automatico 321 seggi alla Camera (l'Italicum vale solo per Montecitorio) anche se si è preso un solo voto in più rispetto alle seconda forza politica venuta fuori dalle elezioni, ma in ogni caso i seggi sono divisi fra i diversi partiti della coalizione. In caso non si raggiunga la soglia, le due prima forze vanno al ballottaggio e la vincente ottiene il premio. La soglia di sbarramento varia a seconda se ci ritrova in coalizione o meno. PULIZIANELLE LISTE Un'altra differenza fra i due testi riguarda la selezione degli eletti. Nella legge elettorale del MoVimento5Stelle tornano le preferenze con alcune novità. Si abbatte a monte clientelismo e voto di scambio, introducendo la preferenza disgiunta dal voto di lista e la possibilità di cancellare uno o due candidati dalla lista che si è votata. Staccando la preferenza alla persona da quella alla lista può anche votare un candidato di un partito diverso da quello scelto e si limita la riconducibilità del voto. Ad esempio, se un mafioso si candida e ottiene un congruo numero di preferenze, la sua elezione è subordinata al numero di voti presi dalla sua lista. Così, il mafioso in questione può prendere un sacco di voti ma rimanere fuori dal Parlamento qualora la lista non ne abbia ottenuti abbastanza. Con la preferenza negativa si possono escludere candidati ritenuti indegni o impresentabili: il candidato in questione viene penalizzato di un voto (diventa -1) e la stessa lista si vede sottrarre una porzione di voto (-1/10, ad esempio). Ciò induce i partiti a e v i t a r e d i c a n d i d a r e impresentabili e quindi a fare pulizia nella loro stessa lista. Nell'Italicum, invece, la lista è bloccata e non viene eletto il candidato che ha ottenuto più preferenze ma colui che le segreterie dei partiti avranno deciso di mettere più in alto in lista. Così i parlamentari saranno sempre costretti a seguire i dettami dei capi delle segreterie, in fin dei conti sono loro che gli hanno permesso di entrare in Parlamento, invece che seguire le indicazioni del proprio elettorato. Democratellum
  • 4. Tra i primi a salire sul carro "renziano", dopo un primo allontanamento dal Pd, oggi Chiamparino ha presentato la nuova Giunta regionale secondo manuale Cencelli, in salsa Renziana. Il criterio utilizzato per la scelta degli Assessori è stato, più che quello delle competenze, indubbiamente quello del "sistema Torino", con qualche "contentino" per gli alleati e le province dell'Impero. L'Assessorato più importante, quello alla Sanità, è andato a Saitta (laureato in scienze politiche, DC doc), come premio per non aver sfidato Chiamparino alle primarie e ricompensa alla soppressione delle Province. Mica si poteva lasciarlo a mani vuote. Non siamo noi a dirlo, bensì un "trombato eccellente" come Boeti, al quale non è bastato l'invio di un corposo curriculum in Sanità (come medico prima e come politico poi) per ottenere da Chiamparino l'agognata delega. Addirittura si mormora che, escluso Boeti, non sapessero chi metterci: incredibile, passi da un partitino come la Lega, non da parte della nuova Dc. Premiati i mini-alleati: Sel, con un contentino alla Cerutti che, dopo la recente "trombatura" al Senato, ottiene un Assessorato con deleghe ai Giovani, al Diritto allo Studio, alle Pari Opportunità e ai Diritti Civili (sarà lei a dover trovare i fondi per le Borse di Studio universitarie mentre Chiamparino vorrebbe indebitare gli studenti con il prestito d'onore); Moderati, con Ferraris, che, dopo aver minacciato di lasciare la maggioranza, ottiene le deleghe a Sport, Personale e Polizia Locale. Un premio alla fedeltà della "formazione- call center", che vede i suoi vertici indagati in Rimborsopoli. I più maligni ricorderanno l'improvviso spostamento da destra con Forza Italia a sinistra con i Moderati del consigliere comunale Ferraris ed addirittura la sua nomina ad Assessore nel 2010, in sostituzione di Dell'Utri, eletto in Regione; e lo collegheranno ai lauti incarichi ricevuti dall'allora Sindaco di Torino, Chiamparino, nel 2004-2005, scoperti nel famoso cd degli affidamenti diretti. Ma ovviamente sono solo i casi della vita. Infine premiate anche le forze esterne "extra politiche" che hanno sostenuto la corsa dell'ex sindaco di Torino: un assessorato, quello alla Cultura, ad Antonella Parigi, fondatrice della Scuola Holden, oggi di proprietà di Baricco (la sorella è consigliere regionale), Feltrinelli e Eataly, e Direttrice del Circolo dei Lettori, scelta che come al solito antepone la Torino "salottara" e sovvenzionata a quella di chi di Cultura ci vive; e uno, quello per le Attività produttive, per Giuseppina De Santis, già componente del Comitato di gestione e del Comitato investimenti della Compagnia di San Paolo, come a ribadire - se ce ne fosse stato bisogno - che la sudditanza con le Banche non s'interrompe. La Giunta è varata e da oggi operativa, a fine mese si insedierà il Consiglio; Chiamparino, grazie all'ampia maggioranza di cui gode, non potrà accampare nessuna scusa. Tra le prime urgenze: la gestione dei Derivati, i fondi europei, il bilancio di Assestamento, il riordino dei trasporti, la gestione della situazione esplosiva della Sanità, la sede unica della Regione, il piano anti-corruzione. Il M5S si presenta con una c o m p a g i n e d i o t t o Consiglieri competenti e motivati, per fare ciò che spetta ad un'opposizione seria: vigilare sull'operato d e l l a m a g g i o r a n z a , valutare il merito di ogni singolo provvedimento e puntare a realizzare i punti del programma proposto agli elettori. Giorgio Bertola Davide Bono Gruppo consiliare M5S Piemonte Attenzione ci troviamo sempre al venerdì dalle ore 21.00 In piazza Sacro Cuore 5. (zona viale Roma) Come sempre a Novara Chiamparino E il manuale Cencelli in salsa Renziana