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PRESA IN CARICO DEL
PAzIENtE CON DEmENzA
Coord.Inf.ca master in management
Daniela Venturi
ALzhEImER
• La Malattia di Alzheimer, è la
forma più comune di Demenza
nel mondo occidentale:
• chi si trova lungo questa strada è
sgomento ed ha bisogno di aiuto
Colpisce la memoria e le funzioni
intellettive superiori.
IL DECORSO DELLA mALAttIA AttRAvERSA 3 fASI
1° fASE:
•facilità a dimenticare eventi recenti e minor capacità
di affermare concetti complessi (la persona è ancora
autosufficiente)
•Disorientamento temporale ( il pz può non ricordare
giorno, mese, anno . . .)
•Riduzione degli interessi e attività (diminuisce la capacità
di giudizio e il rendimento lavorativo)
SEguE 1° fASE:
• Modificazioni del carattere
• Difficoltà a prendere decisioni
• Segni e sintomi di depressione o nervosismo
• Perdita di interesse verso la propria attività
lavorativa e i propri hobbies
IL DELIRIO E LE ALLuCINAzIONI
• aggravarsi progressivo dei disturbi
• Il delirio può essere una conseguenza del
disturbo della memoria
• il soggetto può vedere o sentire persone o
cose che non esistono
• Tra le forme di delirio più frequenti ci sono il
delirio di persecuzione
(mi derubano-mi perseguitano)
• Amnesia(Disturbo della memoria a lungo termine
episodica)
• Afasia (alterazione del linguaggio)
• Agnosia (disturbo della percezione caratterizzato
dal mancato riconoscimento di oggetti – persone
- suoni – forme – odori già noti)
• Aprassia (difficoltà ad organizzare atti motori
finalizzati e coordinati con relativa incapacità a
soddisfare attività di vita quotidiana quali lavarsi,
vestirsi, cucinare, disegnare . . . )
CaratteristiChe
fondamentali di questa 2°
fase :
segue 2° fase
• Difficoltà a riconoscere e ad orientarsi
anche in ambiente familiare
• Comportamenti inappropriati in pubblico
• Incapacità di apprendere nuove
informazioni
• Peggioramento dei disturbi della
memoria
3° fase
• Il linguaggio. In questa fase si manifesta una ANOMIA
ossia un incapacità a reperire i giusti termini per
esprimere un concetto o per denominare un oggetto
(l’eloquio diventa limitato poi solo suoni)
• L’aggressività
• Incapacità di riconoscere i propri familiari
• Aggressività che si manifesta sia verbalmente
(quella più comune), che fisicamente, scatenata da
frustazioni e ansia
• E’ importante ricordare che il comportamento
aggressivo è dovuto alla malattia e non all’individuo
• Paradossalmente l’aggressività è un atto per dimostrare
affetto e/o manifestare un disagio
• FASE dell’aggressività > il marito nel film UNA
SCONFINATA GIOVINEZZA picchia la moglie per
manifestare il suo amore e il suo attaccamento
a lei, non gli permetterà di andare via perché
pensa che tornerà tutto come prima
• E’ importante mantenere la calma e non reagire
in modo conflittuale
• La comunicazione non verbale in queste
circostanze può essere più efficace di quella
verbale
Segue 3° FASe
• Perdita di autonomia nell’alimentazione
(inappetenza)
• Deambulazione assistita
• Apatia
• Incontinenza doppia
• Ripetute infezioni Urinarie – Polmonari
• Nei casi estremi il paziente non riconosce il suo
volto (osservarsi allo specchio provoca gravi
sentimenti di angoscia)
• Malgrado l’evoluzione della malattia è
necessario tener presente l’importanza di
migliorare le condizioni di vita affinchè viva
con dignità conservando una buona qualità di
vita ed il massimo grado di autosufficenza
consentitogli dalla malattia
• Minimizzare gli errori ed elogiarlo quando
svolge un compito correttamente
• E’ sempre una persona che vive Emozioni e
Sentimenti
e’ FONDAMeNTALe PReNDeRSI CuRA
DeLLA FAMIgLIA
La famiglia è il più importante
sostegno per la persona affetta da
M. di Alzheimer
Alla diagnosi la famiglia reagisce:
•Shock
•Negazione
•Accettazione
Mentre i sentimenti che pervadono la
famiglia:
• Senso di colpa
• Rabbia
• Frustrazione
• Imbarazzo
• Paura
• Sconforto
• Tristezza
• Angoscia
• Rifiuto
L’importanza della famiglia
• La famiglia gioca un ruolo fondamentale al
momento dell’ingresso, ci fornisce
informazioni dettagliate riguardo le abitudini
del familiare
• E’ importante l’equipe socio-sanitaria che
accoglie e rassicura il parente che vive il
distacco come un abbandono (sensi di colpa)
• Fornire informazioni circa il comportamento
da adottare al momento della visita
• La famiglia è da considerare un agente
terapeutico determinante per testimoniare la
vita passata del pz, incluse le sue abitudini
• RICEVERE/DARE sostegno continuo
• Programmare attività coerenti con lo stadio
della malattia, soprattutto nella prima fase
proporre attività specifiche (es. Memory
Training)
CONSIGLI PRATICI
PER CHI ASSISTE IL MALATO
• PERDITA DI MEMORIA > mantenere un
atteggiamento e rassicurante > evitare di
sottolineare gli errori > ricorrere all’uso di biglietti
o promemoria
• COMUNICAZIONE > parlargli con chiarezza e
molto lentamente > usare parole e frasi molto
brevi, semplici e concrete > accompagnare il
linguaggio verbale ad una gestualità > usare frasi
affermative > dare sicurezza e sostegno mediante
il contatto fisico (posizionarsi sul fianco o di fronte) >
ricorrere all’uso di simboli e/o immagini
• DISORIENTAMENTO > dare sicurezza e creare una
routine > aiutarlo a capire il tempo (vecchia clessidra o
calendari con un giorno) > adattare l’ambiente circostante (più
familiare è l’ambiente e più facile sarà per il malato sentirsi a casa e a
proprio agio)
• IGIENE PERSONALE > rispettare la privacy e la dignità
del malato > assistenza necessaria garantendo
l’autonomia residua >
• ABBIGLIAMENTO > dargli il tempo di vestirsi > limitare
la scelta degli indumenti (ricordandosi la personalità, lo stile e le
abitudini)
• ALIMENTAZIONE > garantire l’autonomia residua >
con difficoltà alla deglutizione, prevenire l’ab ingestis
(posizione corretta, > assicurare un’adeguata
idratazione (con almeno un litro e mezzo di liquidi)
• AGITAZIONE E NERVOSISMO > rimanere calmi e parlare
con gentilezza > dare spazio sufficiente, in modo che non si
senta costretto > ridurre le bevande che contengono
caffeina > trovargli qualcosa di utile da fare (ad es. piegare i
tovaglioli) secondo le capacità residue
• ANSIA E PAURA > rassicurare con il contatto fisico >
rispondere ai sentimenti che esprime (fargli capire quanto è
importante per noi) >
• ALLUCINAZIONI E DELIRI > non smentire le sue convinzioni
(non sempre possiamo escludere che siano vere) > evitare la
contenzione fisica (potrebbe opporre resistenza nella
convinzione di essere in pericolo)
• VAGABONDAGGIO > evitare atteggiamenti di sfida e i
rimproveri (tale approccio potrebbe generare aggressività)
• VAGABONDAGGIO > evitare atteggiamenti di sfida e i
rimproveri (tale approccio potrebbe generare aggressività) >
prendere provvedimenti per la sua sicurezza e
mantenerlo attivo (creare condizioni ambientali sicure in
cui il pz possa girovagare senza correre rischi) > noia =
vagabondare = occupargli il tempo > documento o
braccialetto di identità con nome, indirizzo e n.
telefono > foto recente del malato nel caso dovesse
perdersi
Presa in carico del malato con deficit cognitivo
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Presa in carico del malato con deficit cognitivo

  • 1. PRESA IN CARICO DEL PAzIENtE CON DEmENzA Coord.Inf.ca master in management Daniela Venturi
  • 2. ALzhEImER • La Malattia di Alzheimer, è la forma più comune di Demenza nel mondo occidentale: • chi si trova lungo questa strada è sgomento ed ha bisogno di aiuto Colpisce la memoria e le funzioni intellettive superiori.
  • 3.
  • 4. IL DECORSO DELLA mALAttIA AttRAvERSA 3 fASI 1° fASE: •facilità a dimenticare eventi recenti e minor capacità di affermare concetti complessi (la persona è ancora autosufficiente) •Disorientamento temporale ( il pz può non ricordare giorno, mese, anno . . .) •Riduzione degli interessi e attività (diminuisce la capacità di giudizio e il rendimento lavorativo)
  • 5. SEguE 1° fASE: • Modificazioni del carattere • Difficoltà a prendere decisioni • Segni e sintomi di depressione o nervosismo • Perdita di interesse verso la propria attività lavorativa e i propri hobbies
  • 6.
  • 7. IL DELIRIO E LE ALLuCINAzIONI • aggravarsi progressivo dei disturbi • Il delirio può essere una conseguenza del disturbo della memoria • il soggetto può vedere o sentire persone o cose che non esistono • Tra le forme di delirio più frequenti ci sono il delirio di persecuzione (mi derubano-mi perseguitano)
  • 8.
  • 9. • Amnesia(Disturbo della memoria a lungo termine episodica) • Afasia (alterazione del linguaggio) • Agnosia (disturbo della percezione caratterizzato dal mancato riconoscimento di oggetti – persone - suoni – forme – odori già noti) • Aprassia (difficoltà ad organizzare atti motori finalizzati e coordinati con relativa incapacità a soddisfare attività di vita quotidiana quali lavarsi, vestirsi, cucinare, disegnare . . . ) CaratteristiChe fondamentali di questa 2° fase :
  • 10.
  • 11. segue 2° fase • Difficoltà a riconoscere e ad orientarsi anche in ambiente familiare • Comportamenti inappropriati in pubblico • Incapacità di apprendere nuove informazioni • Peggioramento dei disturbi della memoria
  • 12.
  • 13. 3° fase • Il linguaggio. In questa fase si manifesta una ANOMIA ossia un incapacità a reperire i giusti termini per esprimere un concetto o per denominare un oggetto (l’eloquio diventa limitato poi solo suoni) • L’aggressività • Incapacità di riconoscere i propri familiari • Aggressività che si manifesta sia verbalmente (quella più comune), che fisicamente, scatenata da frustazioni e ansia • E’ importante ricordare che il comportamento aggressivo è dovuto alla malattia e non all’individuo • Paradossalmente l’aggressività è un atto per dimostrare affetto e/o manifestare un disagio
  • 14.
  • 15. • FASE dell’aggressività > il marito nel film UNA SCONFINATA GIOVINEZZA picchia la moglie per manifestare il suo amore e il suo attaccamento a lei, non gli permetterà di andare via perché pensa che tornerà tutto come prima • E’ importante mantenere la calma e non reagire in modo conflittuale • La comunicazione non verbale in queste circostanze può essere più efficace di quella verbale
  • 16.
  • 17. Segue 3° FASe • Perdita di autonomia nell’alimentazione (inappetenza) • Deambulazione assistita • Apatia • Incontinenza doppia • Ripetute infezioni Urinarie – Polmonari • Nei casi estremi il paziente non riconosce il suo volto (osservarsi allo specchio provoca gravi sentimenti di angoscia)
  • 18. • Malgrado l’evoluzione della malattia è necessario tener presente l’importanza di migliorare le condizioni di vita affinchè viva con dignità conservando una buona qualità di vita ed il massimo grado di autosufficenza consentitogli dalla malattia • Minimizzare gli errori ed elogiarlo quando svolge un compito correttamente • E’ sempre una persona che vive Emozioni e Sentimenti
  • 19. e’ FONDAMeNTALe PReNDeRSI CuRA DeLLA FAMIgLIA
  • 20. La famiglia è il più importante sostegno per la persona affetta da M. di Alzheimer Alla diagnosi la famiglia reagisce: •Shock •Negazione •Accettazione
  • 21. Mentre i sentimenti che pervadono la famiglia: • Senso di colpa • Rabbia • Frustrazione • Imbarazzo • Paura • Sconforto • Tristezza • Angoscia • Rifiuto
  • 22.
  • 23. L’importanza della famiglia • La famiglia gioca un ruolo fondamentale al momento dell’ingresso, ci fornisce informazioni dettagliate riguardo le abitudini del familiare • E’ importante l’equipe socio-sanitaria che accoglie e rassicura il parente che vive il distacco come un abbandono (sensi di colpa) • Fornire informazioni circa il comportamento da adottare al momento della visita
  • 24.
  • 25. • La famiglia è da considerare un agente terapeutico determinante per testimoniare la vita passata del pz, incluse le sue abitudini • RICEVERE/DARE sostegno continuo • Programmare attività coerenti con lo stadio della malattia, soprattutto nella prima fase proporre attività specifiche (es. Memory Training)
  • 26.
  • 27. CONSIGLI PRATICI PER CHI ASSISTE IL MALATO • PERDITA DI MEMORIA > mantenere un atteggiamento e rassicurante > evitare di sottolineare gli errori > ricorrere all’uso di biglietti o promemoria • COMUNICAZIONE > parlargli con chiarezza e molto lentamente > usare parole e frasi molto brevi, semplici e concrete > accompagnare il linguaggio verbale ad una gestualità > usare frasi affermative > dare sicurezza e sostegno mediante il contatto fisico (posizionarsi sul fianco o di fronte) > ricorrere all’uso di simboli e/o immagini
  • 28. • DISORIENTAMENTO > dare sicurezza e creare una routine > aiutarlo a capire il tempo (vecchia clessidra o calendari con un giorno) > adattare l’ambiente circostante (più familiare è l’ambiente e più facile sarà per il malato sentirsi a casa e a proprio agio) • IGIENE PERSONALE > rispettare la privacy e la dignità del malato > assistenza necessaria garantendo l’autonomia residua > • ABBIGLIAMENTO > dargli il tempo di vestirsi > limitare la scelta degli indumenti (ricordandosi la personalità, lo stile e le abitudini) • ALIMENTAZIONE > garantire l’autonomia residua > con difficoltà alla deglutizione, prevenire l’ab ingestis (posizione corretta, > assicurare un’adeguata idratazione (con almeno un litro e mezzo di liquidi)
  • 29. • AGITAZIONE E NERVOSISMO > rimanere calmi e parlare con gentilezza > dare spazio sufficiente, in modo che non si senta costretto > ridurre le bevande che contengono caffeina > trovargli qualcosa di utile da fare (ad es. piegare i tovaglioli) secondo le capacità residue • ANSIA E PAURA > rassicurare con il contatto fisico > rispondere ai sentimenti che esprime (fargli capire quanto è importante per noi) > • ALLUCINAZIONI E DELIRI > non smentire le sue convinzioni (non sempre possiamo escludere che siano vere) > evitare la contenzione fisica (potrebbe opporre resistenza nella convinzione di essere in pericolo) • VAGABONDAGGIO > evitare atteggiamenti di sfida e i rimproveri (tale approccio potrebbe generare aggressività)
  • 30. • VAGABONDAGGIO > evitare atteggiamenti di sfida e i rimproveri (tale approccio potrebbe generare aggressività) > prendere provvedimenti per la sua sicurezza e mantenerlo attivo (creare condizioni ambientali sicure in cui il pz possa girovagare senza correre rischi) > noia = vagabondare = occupargli il tempo > documento o braccialetto di identità con nome, indirizzo e n. telefono > foto recente del malato nel caso dovesse perdersi